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Antisemitismo, Liliana Segre: ricevo minacce pazzesche, odiatori vanno curati

| Redazione StudioNews |

Antisemitismo, Liliana Segre: ricevo minacce pazzesche, odiatori vanno curatiMilano, 13 mag. (askanews) – “Ricevo minacce pazzesche che ho ignorato per anni, perché il silenzio mi sembrava la cosa migliore, anzi lo penso anche adesso, e mi preoccupo di questi odiatori seriali perché sono una mamma, sono una nonna”. Lo ha detto la senatrice Liliana Segre, intervenuta a Milano al Convegno “Le vittime dell’odio” in corso al Memoriale della Shoah.



“Questi odiatori – ha detto Segre – hanno problemi gravissimi, dovrebbero essere curati da equipe di medici specializzati e invece nessuno se ne cura”. I nomi degli odiatori si conoscono e questo fenomeno, ha detto la senatrice “è una preoccupazione della società”. “Non posso mai dimenticare l’indifferenza che ho avuto all’ingresso di questo Memoriale da parte di una popolazione che prese, con assoluta indifferenza, tranne pochi eletti, le leggi razziali fasciste”, ha poi ricordato la senatrice Liliana Segre.


“Era difficile spiegare a una bambina che non aveva fatto niente – ha proseguito Segre – Sembra al momento non capire ma alla fine gli resta tutta la vita. Non lo dimentichi mai. Era il 1938, siamo nel 2024 eppure quel momento in cui mi si dice non potrai più andare a scuola perché sei ebrea ti resta per sempre e ti ritorna oggi come allora con la stessa impossibilità di capire”. Liliana Segre ha poi aggiunto di avere l’impressione di “essere vissuta invano”, dopo che per “trent’anni sono andata nelle scuole a raccontare a tante persone e ritrovarmi a novantatré anni e mezzo a sentirmi dire “stai attenta”, stai a casa, non andare”. “Non mi aspettavo assolutamente questa ondata di antisemitismo”. E ha ricordato anche le minacce nei no vax dopo che pubblicamente si è mostrata mentre faceva il vaccino. Infine, parlando del Memoriale della Shoah, Segre ha affermato, che “andrebbe visitato non solo dalle scuole ma da molti adulti milanesi che non sanno di questo luogo. Non lo conoscono, non gli interessa, fanno altre scelte oppure non fanno proprio le scelte”.