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Appello delle Università al G7: aumentare accesso all’istruzione nel mondo

Appello delle Università al G7: aumentare accesso all’istruzione nel mondoMilano, 12 apr. (askanews) – Lavorare insieme ai governi del G7 per aumentare l’accesso all’istruzione a livello globale. E’ la richiesta che più di 80 rappresentanti universitari provenienti da 18 Paesi hanno rivolto ai leader dei sette grandi della Terra, in vista della riunione di giugno in Puglia. “Crediamo che sostenere lo sviluppo di un settore dell’istruzione forte, che offra un accesso equo a un’istruzione di qualità, debba essere fatto in partnership con i governi con l’obiettivo di trasformare le vite degli individui, favorire la crescita economica e lo sviluppo globale e, in definitiva, fornire alle comunità di tutto il mondo l’opportunità di raggiungere il benessere e la prosperità”, si legge nello statement che è stato consegnato giovedì al ministro italiano dell’Università, Anna Maria Bernini.



Lo statement rappresenta un impegno formale sottoscritto dai presidenti di 46 università dell’alleanza U7+, in occasione del summit presidenziale, l’incontro annuale dell’alleanza tenutosi questa settimana in Bocconi. “Le università svolgono un ruolo cruciale in ciascuna delle nostre comunità e in tutto il mondo per promuovere la prosperità e lo sviluppo. Abbiamo la responsabilità di ridurre le barriere all’istruzione superiore, in collaborazione con altre università e attraverso la cooperazione con organizzazioni multilaterali come il G7”, ha dichiarato Meric Gertler, presidente dell’Università di Toronto e chair dell’Alleanza U7+. Il tema del summit di quest’anno, che ha visto anche la partecipazione della Statale e del Politecnico di Milano, è stato “Inclusive education for inclusive society” ed ha visto tre sessioni di lavoro la prima delle quali ha riguardato appunto l’accesso equo all’istruzione superiore, una sfida all’interno delle singole istituzioni, tra di esse e tra le regioni del mondo. La seconda sessione è stata dedicata al cambiamento climatico un tema sul quale le università possono agire in tre direzioni: “Accelerando la lotta in veste di educatori, – ha spiegato Gertler – attraverso la ricerca che porta innovazione e poi perchè le università hanno un impatto molto grande loro stesse dal punto di vista operativo. A Toronto noi abbiamo oltre 120mila persone nei nostri campus, 260 edifici diversi e 300 ettari di terreno: è una grossa impronta la nostra e su questa stiamo lavorando. Ecco se non si sfrutta il potere delle università nella lotta al cambiamento climatico si perde una grandissima opportunità”. La terza sessione, invece, ha affrontato il tema dell’intelligenza artificiale centrata sull’uomo che ha visto la rettrice del Politecnico di Milano, Donatella Scuito, come relatrice: “Abbiamo ragionato su come l’AI possa essere a supporto dell’educazione, come strumento nelle scienze sociali – ha detto – l’idea è riuscire a formare i ragazzi in modo che siano in grado di utilizzare questi strumenti per il bene della società sapendo benissimo che l’AI può essere usata in tanti modi, quindi ragionare su come utilizzarla e quali bias evitare per un corretto utilizzo”.


“Il mondo ha bisogno di università che risolvano le sfide più immediate, ma che lavorino al contempo a beneficio delle generazioni future”, ha dichiarato Francesco Billari, rettore dell’Università Bocconi. “Una strategia concreta che possiamo adottare è quella di lavorare con i Paesi del G7 per sostenere la facilità di mobilità di studenti e studiosi, riducendo l’onere dei visti e assicurando che i rifugiati in fuga da persecuzioni e violenze possano condividere il coinvolgimento in termini di didattica, ricerca e comunità che le università offrono”. Nella dichiarazione, i presidenti delle università U7+ hanno chiesto l’impegno e la collaborazione del G7 in quattro aree chiave, tra cui la continua attenzione allo sviluppo di sistemi d’istruzione di alta qualità e inclusivi, dall’istruzione primaria fino all’istruzione superiore, il sostegno agli investimenti nell’istruzione superiore nei Paesi a basso e medio reddito, la fornitura di fondi per sostenere gli studenti delle comunità emarginate a livello locale e globale e il sostegno e priorità ai visti per gli studenti e gli studiosi che fuggono da regimi oppressivi, conflitti armati o minacce di conflitto. Queste richieste di impegno da parte del G7 si allineano con gli obiettivi della Presidenza del G7 2024 dove il Governo italiano osserva che “il rapporto con i Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti sarà centrale. L’impegno con l’Africa sarà una priorità fondamentale. Lavoreremo per costruire un modello di cooperazione basato su partenariati reciprocamente vantaggiosi, lontano da logiche paternalistiche o predatorie”