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Assica: bene divieto su meat sounding, ora Ue ne prenda atto

Assica: bene divieto su meat sounding, ora Ue ne prenda attoRoma, 17 nov. (askanews) – “Ora il nostro obiettivo è andare in Europa per chiedere che anche l’UE si doti di una disciplina sulla materia, in maniera analoga a quanto già avvenuto per il settore del latte”. Così, in una nota, Davide Calderone, direttore di Assica, l’associazione industriali delle carni e dei salumi, all’indomandi della approvazione del Ddl sul cibo sintetico, il testo normativo che tra le altre cose disciplina l’uso dei nomi carnei su prodotti a base di proteine vegetali, ponendo un freno e un chiaro divieto al fenomeno del meat sounding, “una pratica ormai diffusa per cui prodotti a base vegetale vengono posti in vendita con nomi che richiamano o citano espressamente prodotti a base di carne: ‘hamburger vegetale’, ‘bresaola di grano’, ‘vegan mortadella’”, spiega Assica.

“E’ bene che il Parlamento abbia approvato una norma che vieta l’uso di nomi carnei sui prodotti che la carne non la contengono – commenta Davide Calderone, direttore di Assica – si tratta di una conquista culturale e di buon senso per la corretta concorrenza tra operatori del settore alimentare. Ora la norma andrà prontamente attuata per dare concretezza ai giusti principi che contiene”. Il testo approvato infatti prevede l’emanazione di un decreto del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) per l’individuazione delle denominazioni carnee da non utilizzare su prodotti a base vegetale. La disciplina adottata dall’Italia non è la prima nel panorama mondiale: già Francia e Sud Africa hanno approvato previsioni esplicite in proposito.

In sede UE invece ci furono tentativi passati di disciplinare la materia in maniera analoga a quanto si fece per il latte e i suoi derivati, ma senza che le proposte riuscissero ad approdare a rango normativo. “È una distinzione – spiega Assica – che la maggior parte dei consumatori riterrà probabilmente più legata al buon senso e che forse non avrebbe dovuto nemmeno necessitare un interessamento del Parlamento per la fissazione di regole legislative così puntuali. Tuttavia, l’intervento si è reso necessario per tutelare la storicità produttiva di un’intera filiera: come esplicitato dai Deputati sostenitori dell’iniziativa, ‘le parole hanno un peso’ e in questo caso il peso deriva dalla grande portata di storia, tradizione e manodopera esperta, specializzata, che è coinvolta dalla filiera zootecnica ad ogni livello”.