Atletica, Gimbo Tamberi l’uomo del triplete nell’alto
Atletica, Gimbo Tamberi l’uomo del triplete nell’altoRoma, 22 ago. (askanews) – Gianmarco Tamberi (Foto Colombo/Fidal) vive ad Ancona, non lontano dal campo di allenamento, dopo essere cresciuto nel vicino borgo medievale di Offagna. L’esempio di papà Marco, uno dei migliori azzurri del passato (finalista ai Giochi olimpici di Mosca nel 1980) si è in parte fatto sentire ma la grande passione di “Gimbo”, come viene chiamato, è da sempre il basket, sport praticato a lungo come guardia nella Stamura Ancona. Dalla primavera del 2009 ha iniziato seriamente con l’atletica sotto la guida tecnica del padre e si è guadagnato la convocazione ai Mondiali allievi, poi nel 2011 ha conquistato la medaglia di bronzo agli Europei juniores.
L’exploit è avvenuto nel 2012 con la qualificazione per gli Europei di Helsinki dove si è piazzato quinto, seguito dalla vittoria agli Assoluti con il minimo olimpico di 2.31, nuovo primato italiano under 23, misura che gli ha permesso la partecipazione ai Giochi di Londra. Nell’estate 2015 un ulteriore salto di qualità con il record italiano assoluto eguagliato a Colonia con 2.34 e migliorato a Eberstadt (sempre in Germania) per due volte, a 2.35 e 2.37. Nella stagione indoor 2016, altri due record italiani: 2.35 a Banska Bystrica (Slovacchia) e 2.38 a Hustopece (Repubblica Ceca). Ai Mondiali indoor di Portland 2016 ha fatto suo il titolo iridato ribaltando con 2.36 alla prima prova l’esito di una finale che fino a quel momento rischiava di vederlo fuori dal podio. Era da 13 anni (Giuseppe Gibilisco nell’asta a Parigi 2003) che un azzurro non festeggiava l’oro in un Mondiale e nessun italiano ci era mai riuscito nel salto in alto. Poi il successo agli Europei di Amsterdam e il record nazionale di 2.39 al meeting di Montecarlo dove però si è infortunato alla caviglia tentando 2.41. Il 16 luglio 2015, Tamberi realizzò un eccezionale record nazionale, toccando l’asticella posta a 2.39 metri. Tuttavia, nel tentativo successivo di superare i 2.41 metri, la sua caviglia cedette provocandogli una grave lesione al legamento. Questo infortunio lo escluse dalla partecipazione alle Olimpiadi di Rio e lo costrinse a un anno di pausa forzata, tra cure mediche e riabilitazione, sotto l’occhio attento dei media. Molti dubitavano del suo ritorno alle competizioni. Eppure, nonostante gli ostacoli e le sfide, Tamberi non ha mai smesso di credere in se stesso.
Nell’estate 2018 è tornato a 2.33 e nel marzo del 2019, due anni e sette mesi dopo l’infortunio, è salito sul gradino più alto agli Europei indoor di Glasgow. Nella stagione al coperto 2021 si è riportato a 2.34 e poi a 2.35, argento europeo in sala, e dopo il trionfo olimpico con 2.37 (condiviso con il qatarino Barshim) si è aggiudicato anche la finale della Diamond League a Zurigo, impresa mai riuscita in precedenza a un italiano. Nel 2022 all’esordio stagionale ha conquistato il bronzo ai Mondiali indoor di Belgrado, poi a Monaco il suo secondo oro agli Europei all’aperto e di nuovo la finale del circuito dei diamanti a Zurigo. Dal marzo del 2023 il suo tecnico è Giulio Ciotti, in collaborazione con Michele Palloni come preparatore atletico, e al debutto ha vinto agli Europei a squadre trascinando al successo il team azzurro. Prima delle gare importanti per un lungo periodo si è rasato a metà, solo sul lato destro del viso, e da qui il soprannome “Halfshave”. Appassionato di musica, Gianmarco ha suonato la batteria nel gruppo “The Dark Melody” con un classico repertorio rock anni Settanta. Riguardo alla sfera amorosa di Gianmarco Tamberi, l’atleta è legato da anni a Chiara Bontempi. Il loro rapporto ha origini profonde, risalendo a circa dieci anni fa quando erano entrambi alla fine dell’adolescenza. Nel 2022 Gianmarco ‘Gimbo’ Tamberi ha sposato Chiara Bontempi in una cerimonia presso la storica Villa Imperiale a Pesaro. ha ospitato circa 200 ospiti, tra cui noti colleghi sportivi come Marcell Jacobs, Mutaz Barshim e Bebe Vio. Tamberi è diventato il secondo azzurro dell’atletica leggera ad aver centrato il ‘triplete’, Olimpiade, Mondiale ed Europeo. Prima di lui Alberto Cova nei 10.000 metri: nel 1982 l’oro europeo ad Atene, nel 1983 l’oro iridato a Helsinki e nel 1984 l’oro a cinque cerchi a Los Angeles