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Autore: Redazione StudioNews

Election day e voto studenti fuorisede, cosa prevede dl elezioni

Election day e voto studenti fuorisede, cosa prevede dl elezioniRoma, 13 mar. (askanews) – Election day, modifica al tetto dei mandati per i sindaci dei Comuni fino a 15mila abitanti, voto agli studenti fuori sede: sono le novità introdotte dal decreto elezioni approvato in aula al Senato in prima lettura.


ELECTION DAY 2024 Nel 2024 le elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia si svolgeranno sabato 8 giugno dalle 15 alle 23 e domenica 9 giugno dalle 7 alle 23. Stesse date e orari anche in caso di abbinamento delle elezioni europee con elezioni regionali o comunali o referendum previsti nel 2024. Insieme alle elezioni europee, quindi, si terranno presumibilmente anche le elezioni regionali in Piemonte, dal momento che le precedenti elezioni si svolsero in abbinamento con le elezioni europee del 26 maggio 2019, e il primo turno delle elezioni amministrative. LIMITE AI MANDATI DEI SINDACI Viene innalzato il limite da due a tre mandati per i sindaci dei Comuni che si collocano nella fascia demografica da 5.001 a 15.000 abitanti e viene eliminato ogni limite di mandato per i Comuni fino a 5.000 abitanti. Rimane ferma invece la disposizione che prevede nei Comuni con più di 15.000 abitanti il limite dei due mandati. Viene infine previsto esplicitamente che i mandati svolti o in corso di svolgimento alla data di entrata in vigore del decreto legge in conversione sono computati ai fini dell’applicazione delle nuove disposizioni. Non è passata invece la richiesta della Lega di innalzare da due a tre anche il limite dei mandati ai presidenti di regione.


CHI E’ ESENTE DA RACCOLTA FIRME PER LA PRESENTAZIONE DELLE LISTE Nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi anche in una sola delle due Camere o che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in ragione proporzionale o in un collegio uninominale in una delle due Camere. Non dovranno raccogliere firme nemmeno i partiti o gruppi politici che nell’ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno ed abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle circoscrizioni italiane al Parlamento europeo, e che siano affiliati a un partito politico europeo costituito in gruppo parlamentare al Parlamento Europeo nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali. L’affiliazione è certificata a mezzo di dichiarazione sottoscritta dal Presidente del gruppo Parlamentare europeo autenticata da un notaio o da un’autorità diplomatica o consolare italiana. Nessuna sottoscrizione è richiesta, altresì, nel caso in cui la lista sia contraddistinta da un contrassegno composito, nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere. DIMEZZAMENTO DEL NUMERO DELLE FIRME NECESSARIE Solo per le elezioni europee 2024 il numero minimo delle sottoscrizioni richiesto dalla legge vigente per la presentazione delle liste dei candidati in ciascuna circoscrizione elettorale è ridotto della metà, ovvero da 30mila a 15mila.


FIRME PER ELEZIONI REGIONALI E’ prevista l’esenzione dalla sottoscrizione degli elettori per le liste che, al momento dell’indizione delle elezioni regionali, sono espressione di forze politiche o movimenti corrispondenti a gruppi parlamentari presenti in almeno uno dei due rami del Parlamento nazionale, sulla base di attestazione resa dal segretario o Presidente del partito rappresentato nel Parlamento. INELEGGIBILITA’ La causa di ineleggibilità prevista ai fini dell’elezione a consigliere regionale si applica esclusivamente ai dipendenti della regione che svolgano, al momento della candidatura al rispettivo consiglio, funzioni e attività amministrative. La norma è stata inserita con un emendamento del senatore di Fi Claudio Lotito contestato dall’opposizione.


VOTO STUDENTI FUORI SEDE Solo per le prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno i ragazzi e le ragazze che studiano in un comune italiano diverso da quello di residenza potranno votare europee senza tornare a casa. Più precisamente: se studiano in un comune che ricade nella stessa circoscrizione elettorale del loro comune di residenza, possono votare nel comune dove sono temporaneamente domiciliati. Se invece studiano in un comune che ricade in un’altra circoscrizione potranno votare recandosi nel capoluogo della regione in cui è situato il comune di temporaneo domicilio. Per il viaggio, in questo caso, sono previsti gli stessi sconti in vigore per chi torna a votare dove risiede. RINVIO DELLE ELEZIONI PROVINCIALI Sono rinviate al 29 settembre 2024 le elezioni dei presidenti di provincia e dei consigli provinciali in scadenza nel 2024.

Basilicata, Chiorazzo: Lacerenza nuova storia, uniti e competitivi

Basilicata, Chiorazzo: Lacerenza nuova storia, uniti e competitiviRoma, 13 mar. (askanews) – “Il dialogo di questi giorni ci ha portati al risultato. Il lavoro condotto con la segretaria Elly Schlein e il presidente Conte è stato unito in modo virtuoso con il lavoro di semina condotto da Basilicata Casa Comune in questi mesi. L’individuazione di Domenico Lacerenza come candidato presidente del campo progressista corrisponde alla scelta di un profilo civico fortemente impegnato nel sociale, di un profondo conoscitore della sanità lucana e dei suoi problemi, di una persona che ha ritenuto di mettere da parte la sua vita professionale per dare un servizio a questa terra”. E’ quanto afferma Angelo Chiorazzo in una nota.


“Tutto ciò è in linea con quella nuova storia che avevamo auspicato, proposto, chiesto. Ora ci attende un lavoro incessante per quello che dal principio è stato l’unico vero obiettivo del mio impegno diretto in politica: offrire alla Basilicata una classe dirigente nuova e competente, capace di mettere la parola fine alla peggior esperienza di governo della storia della Basilicata, quella di Vito Bardi”, sottolinea. “Mettiamoci all’opera per risolvere i tanti problemi dei lucani e andiamo, tutti insieme, a vincere”, conclude Chiorazzo.

Basilicata, ‘campo largo’ sceglie Lacerenza come candidato

Basilicata, ‘campo largo’ sceglie Lacerenza come candidatoRoma, 13 mar. (askanews) – E’ Domenico Lacerenza il candidato del ‘campo largo’ in Basilicata, ma della coalizione al momento non sembrano far parte Azione e Iv. In una nota congiunta si legge: “La formazione civica ‘Basilicata Casa Comune’, il Pd, il M5s, Avs e Più Europa hanno chiesto di comune accordo al dott. Domenico Lacerenza – profilo di alto spessore professionale, già direttore del dipartimento di chirurgia dell’ospedale regionale ‘San Carlo’ di Potenza – di offrire la sua disponibilità quale interprete di un solido progetto politico e sociale per imprimere una svolta nell’amministrazione della Regione Basilicata”.


(segue)

La Lega tenta il blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguo

La Lega tenta il blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguoRoma, 13 mar. (askanews) – Una spaccatura, del tutto attesa, sul terzo mandato. Ma anche uno scontro, che si ferma appena prima di superare l’orlo del baratro, sullo stop ai ballottaggi per i sindaci. Se l’aula del Senato alle prese con l’esame del decreto elezioni può essere considerata la stazione meteo da cui misurare il clima nella maggioranza, il responso è chiaro: tempesta all’orizzonte.


La tregua, fortemente voluta da Giorgia Meloni, siglata a palazzo Chigi dai leader dei partiti della maggioranza all’indomani della vittoria in Abruzzo, dimostra immediatamente la sua fragilità. Il grimaldello sono due emendamenti della Lega che si conferma agli occhi di Fratelli d’Italia l’osservato speciale della maggioranza. Uno è appunto quello che mira a introdurre la possibilità di un terzo mandato per i presidenti di Regione. In aula si ripete esattamente lo stesso copione già andato in scena in commissione: il governo si rimette all’aula, la proposta viene bocciata, la maggioranza si spacca lasciando il partito di Salvini isolato, ma resta in piedi la narrazione che la questione è circoscrivibile alla normale dialettica parlamentare, ergo non tocca il governo. Il secondo emendamento, presentato invece a sorpresa, è quello che abolisce i ballottaggi per i sindaci se al primo turno si raggiunge il 40%. Gli altri partiti della coalizione sarebbero anche d’accordo nel merito, ma la proposta arriva come una doccia fredda, senza che se ne sia discusso, e suscita immediatamente l’indignazione del Pd e dell’Anci. Alla fine, per evitare che le votazioni in Senato certifichino un’altra spaccatura nella maggioranza, si stabilisce un invito al ritiro da parte del governo e la decisione della Lega di trasformarlo in un ordine del giorno.


Ma al di là dei tecnicismi parlamentari, ovviamente, il nodo resta tutto politico e ha a che fare con una coalizione in cui gli equilibri stanno cambiando, e lo stanno facendo a sfavore di Matteo Salvini come le ultime tornate elettorali in Sardegna e Abruzzo hanno dimostrato. Per il segretario lumbard all’orizzonte c’è un doppio problema: il rischio che le Europee certifichino il sorpasso su tutto il territorio nazionale di Forza Italia, e un suo conseguente indebolimento come leader, e poi il ruolo di Luca Zaia. In Fratelli d’Italia si sospetta che l’insistenza della Lega sul terzo mandato, anche di fronte a bocciatura certa dell’emendamento, sia fatta per tenere buono il governatore del Veneto e dimostrare che è stato fatto di tutto per provare a difendere il suo diritto di rimanere ‘doge’ indiscusso. Una mezza prova di questa lettura sta nel tentativo, promosso dal capogruppo Massimiliano Romeo poco prima del voto del Senato, di chiedere al governo la possibilità di trasformare in ordine del giorno anche l’emendamento sul terzo mandato. Ipotesi che, però, avrebbe trovato anche la contrarietà di Forza Italia. E tuttavia, a prescindere da Zaia, Giorgia Meloni negli ultimi giorni sarebbe diventata più possibilista sulla ipotesi di lasciare al Carroccio la facoltà di indicare il prossimo governatore del Veneto, sebbene le ultime Politiche abbiano certificato che da quelle parti la prima forza è Fratelli d’Italia. Un modo per stemperare le tensioni, anche considerando che una sempre più probabile candidatura di Meloni alle Europee (e conseguentemente di Tajani) rischierebbe di penalizzare ancora di più il ministro dei Trasporti. Un alto dirigente del partito della premier la mette così: “Se vedi il tuo alleato al muro, non puoi sparare”.


Non è un caso che il coordinatore veneto di Fdi, Luca De Carlo, considerato papabile candidato meloniano alla successione di Zaia, abbia cominciato a correggere il tiro. E se appena un mese fa definiva giusto che la Regione Veneto andasse al suo partito dal momento che alle ultime elezioni era stato votato da un terzo degli abitanti, ora i toni sembrano più prudenti. “In politica – spiega – un anno e mezzo è una eternità. Vedremo cosa accadrà ma nel frattempo dedichiamoci ai quasi 60 milioni di italiani, non solo al destino di quattro”.

Lega tenta blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguo

Lega tenta blitz sul dl elezioni. Altolà Meloni: basta distinguoRoma, 13 mar. (askanews) – Una spaccatura, del tutto attesa, sul terzo mandato. Ma anche uno scontro, che si ferma appena prima di superare l’orlo del baratro, sullo stop ai ballottaggi per i sindaci. Se l’aula del Senato alle prese con l’esame del decreto elezioni può essere considerata la stazione meteo da cui misurare il clima nella maggioranza, il responso è chiaro: tempesta all’orizzonte.


La tregua, fortemente voluta da Giorgia Meloni, siglata a palazzo Chigi dai leader dei partiti della maggioranza all’indomani della vittoria in Abruzzo, dimostra immediatamente la sua fragilità. Il grimaldello sono due emendamenti della Lega che si conferma agli occhi di Fratelli d’Italia l’osservato speciale della maggioranza. Uno è appunto quello che mira a introdurre la possibilità di un terzo mandato per i presidenti di Regione. In aula si ripete esattamente lo stesso copione già andato in scena in commissione: il governo si rimette all’aula, la proposta viene bocciata, la maggioranza si spacca lasciando il partito di Salvini isolato, ma resta in piedi la narrazione che la questione è circoscrivibile alla normale dialettica parlamentare, ergo non tocca il governo. Il secondo emendamento, presentato invece a sorpresa, è quello che abolisce i ballottaggi per i sindaci se al primo turno si raggiunge il 40%. Gli altri partiti della coalizione sarebbero anche d’accordo nel merito, ma la proposta arriva come una doccia fredda, senza che se ne sia discusso, e suscita immediatamente l’indignazione del Pd e dell’Anci. Alla fine, per evitare che le votazioni in Senato certifichino un’altra spaccatura nella maggioranza, si stabilisce un invito al ritiro da parte del governo e la decisione della Lega di trasformarlo in un ordine del giorno.


Ma al di là dei tecnicismi parlamentari, ovviamente, il nodo resta tutto politico e ha a che fare con una coalizione in cui gli equilibri stanno cambiando, e lo stanno facendo a sfavore di Matteo Salvini come le ultime tornate elettorali in Sardegna e Abruzzo hanno dimostrato. Per il segretario lumbard all’orizzonte c’è un doppio problema: il rischio che le Europee certifichino il sorpasso su tutto il territorio nazionale di Forza Italia, e un suo conseguente indebolimento come leader, e poi il ruolo di Luca Zaia. In Fratelli d’Italia si sospetta che l’insistenza della Lega sul terzo mandato, anche di fronte a bocciatura certa dell’emendamento, sia fatta per tenere buono il governatore del Veneto e dimostrare che è stato fatto di tutto per provare a difendere il suo diritto di rimanere ‘doge’ indiscusso. Una mezza prova di questa lettura sta nel tentativo, promosso dal capogruppo Massimiliano Romeo poco prima del voto del Senato, di chiedere al governo la possibilità di trasformare in ordine del giorno anche l’emendamento sul terzo mandato. Ipotesi che, però, avrebbe trovato anche la contrarietà di Forza Italia. E tuttavia, a prescindere da Zaia, Giorgia Meloni negli ultimi giorni sarebbe diventata più possibilista sulla ipotesi di lasciare al Carroccio la facoltà di indicare il prossimo governatore del Veneto, sebbene le ultime Politiche abbiano certificato che da quelle parti la prima forza è Fratelli d’Italia. Un modo per stemperare le tensioni, anche considerando che una sempre più probabile candidatura di Meloni alle Europee (e conseguentemente di Tajani) rischierebbe di penalizzare ancora di più il ministro dei Trasporti. Un alto dirigente del partito della premier la mette così: “Se vedi il tuo alleato al muro, non puoi sparare”.


Non è un caso che il coordinatore veneto di Fdi, Luca De Carlo, considerato papabile candidato meloniano alla successione di Zaia, abbia cominciato a correggere il tiro. E se appena un mese fa definiva giusto che la Regione Veneto andasse al suo partito dal momento che alle ultime elezioni era stato votato da un terzo degli abitanti, ora i toni sembrano più prudenti. “In politica – spiega – un anno e mezzo è una eternità. Vedremo cosa accadrà ma nel frattempo dedichiamoci ai quasi 60 milioni di italiani, non solo al destino di quattro”.

Basilicata, Pd prova intesa ‘campo largo’ su Lacerenza

Basilicata, Pd prova intesa ‘campo largo’ su LacerenzaRoma, 13 mar. (askanews) – Il nome del giorno per il tentativo di “campo largo” in Basilicata è quello di Domenico Lacerenza, secondo quanto si apprende da fonti della coalizione. Primario oculista al San Carlo di Potenza, il possibile candidato alla guida della Regione sarebbe emerso innanzitutto da un confronto tra il Pd lucano e Angelo Chiorazzo, il ‘civico’ che è sceso in campo con il movimento ‘Basilicata casa comune’. Una figura che potrebbe andare bene a buona parte dei partiti della possibile coalizione, viene assicurato.


(segue)

Mattarella ‘chiama’ web creator: giovani capiscano importanza Costituzione

Mattarella ‘chiama’ web creator: giovani capiscano importanza CostituzioneRoma, 13 mar. (askanews) – Sergio Mattarella che dialoga con i fondatori di canali Youtube da milioni di visualizzazioni, chiede consigli su come rendere più sintetica la comunicazione e si sente “emozionato” e “ringiovanito” dalla presenza di questi ragazzi che hanno trovato un modo per parlare ai più giovani. E’ successo al Quirinale questo pomeriggio con un’iniziativa “fortemente voluta” dal presidente della Repubblica: utilizzare i canali Youtube degli esperti di contenuti digitali per diffondere il messaggio della Costituzione, o almeno i suoi articoli più importanti.


Il progetto si chiama “Costituzione in Shorts” e per i boomers non è stato semplice tradurne il significato. Sono video brevi, di pochi minuti che contengono un messaggio semplice e diretto. Parallelamente al lancio, avvenuto oggi sia sul canale del Quirinale che su quello dei protagonisti, il capo dello Stato ha ricevuto i 12 creator al Quirinale e dialogato per circa un’ora rispondendo alle loro domande e ascoltando la loro esperienza. Ma è stata anche l’occasione per Mattarella per ribadire il senso più profondo della Costituzione: “E’ lo scrigno che contiene e tutela i nostri diritti e le nostre libertà, perciò è importante conoscerla per usufruire di diritti e libertà, questo è il significato di questo incontro”, ha detto in apertura a Fabio Rovazzi, il cantante, idolo dei ragazzi, che ha moderato l’incontro. “I diritti vanno coltivati per evitare che appassiscano e non possiamo permettere che appassisca la democrazia”, ha aggiunto il capo dello Stato esprimendo la sua preoccupazione per la scarsa partecipazione al voto soprattutto da parte dei giovani: “La sovranità popolare fu definita da un costituente come un dovere irrinunziabile – ha ricordato -, il popolo deve esercitarla per mantenere, consolidare e sviluppare la democrazia, per questo spero torni a crescere la partecipazione al voto nelle elezioni perchè quello è più di ogni altro il momento in cui il cittadino diventa protagonista ed esercita la sovranità”. I creator hanno spiegato le ragioni per cui hanno scelto di “sponsorizzare” un articolo ciascuno: diritti e doveri, uguaglianza, diritto al lavoro, sviluppo della cultura e della ricerca, libertà per gli stranieri, il ripudio della guerra, la libertà di informazione, il diritto alla salute, il diritto alla scuola, aperta a tutti, i diritti della donna lavoratrice, il diritto di voto, il dovere di pagare le tasse.


Poi è toccato a Mattarella dire quale sia il suo articolo “preferito” e il Presidente ha indicato il primo: “perchè apre la Costituzione, è riassuntivo e contiene 5 elementi: Una, Repubblica, democrazia, lavoro e sovranità popolare. UNA – ha spiegato -, vuol dire che non è una somma, nè una federazione di Repubbliche. Poi è democratica, come spiegarono i costituenti vuol dire che l’Italia è una Repubblica caratterizzata da libertà e uguaglianza, democrazia quindi non solo sotto l’aspetto formale e organizzativo ma sociale ed economico. Poi c’è il ‘fondata sul lavoro’, le ragioni di chi propose questa formulazione indicano e richiedono un impegno comune, una solidarietà, che è ‘fondata sul lavoro non sul privilegio e non sul lavoro altrui’, una definizione efficacissima”. Infine “la sovranità popolare appartiene al popolo, è riassuntivo, è il fondamento della democrazia”. Nell’incontro Mattarella ha poi risposto alle domande dei creator: “Il momento più difficile? Sono talmente tanti che non li ricordo più”. “Cosa fare per rendere migliore il nostro paese? Abbiamo bisogno di essere sempre di più comunità, di sentirci comunità con un futuro comune e questo richiede collaborazione, disponibilità ad ascoltarsi, a procedere insieme. Un paese che non abbia una società unita non ha prospettive – ha ammonito – perchè la competizione selvaggia o la gelosia verso gli altri o il tentativo di ostacolarli è il contrario di quanto serve per crescere. Dobbiamo sollecitare e stimolare il senso di comunità”.


E se fosse un giovane creator digitale in cosa si impegnerebbe il capo dello Stato? “Cercherei di combattere contro le ingiustizie per cui ci sono bambini e ragazzi in alcune parti del mondo che faticano a sopravvivere”. In conclusione Mattarella ha anche chiesto consigli su come si fa a rendere più sintetici i propri messaggi, come solo i giovani sanno fare e ricordato che parlare di Costituzione è più interessante per chi è giovane piuttosto per chi è vecchio: “La Costituzione è estremamente giovane, fu fatta con tanta saggezza che si adatta anche al corso dei decenni, ci sono norme che hanno una elasticità e una duttilità… la Costituzione è materia per giovani non per vecchi”.

Meloni replica a Schlein: noi abbiamo il record di lotta evasione, quelli di sinistra?

Meloni replica a Schlein: noi abbiamo il record di lotta evasione, quelli di sinistra?Roma, 13 mar. (askanews) – “Cara Elly, ma se il ‘Governo della destra che sta dalla parte dei furbetti e degli evasori’ è il Governo che ha raggiunto i migliori risultati nella lotta all’evasione fiscale ed ha battuto il record di importi recuperati, i governi precedenti, quelli di sinistra, come li definiresti?”. Lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, replicando alla segretaria Pd Elly Schlein che aveva dichiarato che “il Governo della destra continua a stare dalla parte dei furbetti, degli evasori e di chi la vuole fare sempre franca”.


 

Mattarella ai web creator: i giovani capiscano l’importanza della Costituzione

Mattarella ai web creator: i giovani capiscano l’importanza della CostituzioneRoma, 13 mar. (askanews) – Sergio Mattarella che dialoga con i fondatori di canali Youtube da milioni di visualizzazioni, chiede consigli su come rendere più sintetica la comunicazione e si sente “emozionato” e “ringiovanito” dalla presenza di questi ragazzi che hanno trovato un modo per parlare ai più giovani. E’ successo al Quirinale questo pomeriggio con un’iniziativa “fortemente voluta” dal presidente della Repubblica: utilizzare i canali Youtube degli esperti di contenuti digitali per diffondere il messaggio della Costituzione, o almeno i suoi articoli più importanti.


Il progetto si chiama “Costituzione in Shorts” e per i boomers non è stato semplice tradurne il significato. Sono video brevi, di pochi minuti che contengono un messaggio semplice e diretto. Parallelamente al lancio, avvenuto oggi sia sul canale del Quirinale che su quello dei protagonisti, il capo dello Stato ha ricevuto i 12 creator al Quirinale e dialogato per circa un’ora rispondendo alle loro domande e ascoltando la loro esperienza. Ma è stata anche l’occasione per Mattarella per ribadire il senso più profondo della Costituzione: “E’ lo scrigno che contiene e tutela i nostri diritti e le nostre libertà, perciò è importante conoscerla per usufruire di diritti e libertà, questo è il significato di questo incontro”, ha detto in apertura a Fabio Rovazzi, il cantante, idolo dei ragazzi, che ha moderato l’incontro. “I diritti vanno coltivati per evitare che appassiscano e non possiamo permettere che appassisca la democrazia”, ha aggiunto il capo dello Stato esprimendo la sua preoccupazione per la scarsa partecipazione al voto soprattutto da parte dei giovani: “La sovranità popolare fu definita da un costituente come un dovere irrinunziabile – ha ricordato -, il popolo deve esercitarla per mantenere, consolidare e sviluppare la democrazia, per questo spero torni a crescere la partecipazione al voto nelle elezioni perchè quello è più di ogni altro il momento in cui il cittadino diventa protagonista ed esercita la sovranità”. I creator hanno spiegato le ragioni per cui hanno scelto di “sponsorizzare” un articolo ciascuno: diritti e doveri, uguaglianza, diritto al lavoro, sviluppo della cultura e della ricerca, libertà per gli stranieri, il ripudio della guerra, la libertà di informazione, il diritto alla salute, il diritto alla scuola, aperta a tutti, i diritti della donna lavoratrice, il diritto di voto, il dovere di pagare le tasse. Poi è toccato a Mattarella dire quale sia il suo articolo “preferito” e il Presidente ha indicato il primo: “perchè apre la Costituzione, è riassuntivo e contiene 5 elementi: Una, Repubblica, democrazia, lavoro e sovranità popolare. UNA – ha spiegato -, vuol dire che non è una somma, nè una federazione di Repubbliche. Poi è democratica, come spiegarono i costituenti vuol dire che l’Italia è una Repubblica caratterizzata da libertà e uguaglianza, democrazia quindi non solo sotto l’aspetto formale e organizzativo ma sociale ed economico. Poi c’è il ‘fondata sul lavoro’, le ragioni di chi propose questa formulazione indicano e richiedono un impegno comune, una solidarietà, che è ‘fondata sul lavoro non sul privilegio e non sul lavoro altrui’, una definizione efficacissima”. Infine “la sovranità popolare appartiene al popolo, è riassuntivo, è il fondamento della democrazia”.


Nell’incontro Mattarella ha poi risposto alle domande dei creator: “Il momento più difficile? Sono talmente tanti che non li ricordo più”. “Cosa fare per rendere migliore il nostro paese? Abbiamo bisogno di essere sempre di più comunità, di sentirci comunità con un futuro comune e questo richiede collaborazione, disponibilità ad ascoltarsi, a procedere insieme. Un paese che non abbia una società unita non ha prospettive – ha ammonito – perchè la competizione selvaggia o la gelosia verso gli altri o il tentativo di ostacolarli è il contrario di quanto serve per crescere. Dobbiamo sollecitare e stimolare il senso di comunità”. E se fosse un giovane creator digitale in cosa si impegnerebbe il capo dello Stato? “Cercherei di combattere contro le ingiustizie per cui ci sono bambini e ragazzi in alcune parti del mondo che faticano a sopravvivere”.


In conclusione Mattarella ha anche chiesto consigli su come si fa a rendere più sintetici i propri messaggi, come solo i giovani sanno fare e ricordato che parlare di Costituzione è più interessante per chi è giovane piuttosto per chi è vecchio: “La Costituzione è estremamente giovane, fu fatta con tanta saggezza che si adatta anche al corso dei decenni, ci sono norme che hanno una elasticità e una duttilità… la Costituzione è materia per giovani non per vecchi”.

Meloni a Schlein: noi record lotta evasione, quelli di sinistra?

Meloni a Schlein: noi record lotta evasione, quelli di sinistra?Roma, 13 mar. (askanews) – “Cara Elly, ma se il ‘Governo della destra che sta dalla parte dei furbetti e degli evasori’ è il Governo che ha raggiunto i migliori risultati nella lotta all’evasione fiscale ed ha battuto il record di importi recuperati, i governi precedenti, quelli di sinistra, come li definiresti?”. Lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, replicando alla segretaria Pd Elly Schlein che aveva dichiarato che “il Governo della destra continua a stare dalla parte dei furbetti, degli evasori e di chi la vuole fare sempre franca”.