Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Abruzzo, Schlein: con D’Amico la regione potrà riprendersi futuro

Abruzzo, Schlein: con D’Amico la regione potrà riprendersi futuroRoma, 3 mar. (askanews) – “Ricordate Achille Lauro quando regalava ai suoi elettori una scarpa sinistra e prometteva di dare la scarpa destra solo dopo il voto? Il Governo Meloni prima taglia le risorse per la Roma-Pescara dal Pnrr, poi a pochi giorni dal voto magicamente dicono di averle ritrovate da fondi Fsc, sottraendoli però ad altri progetti per l’Abruzzo”. Lo scrive su facebook la segretaria dl Pd Elly Schlein.


“È gioco delle tre carte, un furto mascherato – prosegue Schlein -. Con una mano tolgono, con l’altra ridanno togliendo da un’altra parte, e sperano pure di prendere gli applausi. Ma il 10 marzo gli abruzzesi possono rispondere a questa presa in giro e a 5 anni di malgoverno di Marsilio, riprendendosi il proprio futuro insieme a Luciano D’Amico”.

Dopo la pandemia un terzo degli italiani trascorre molto più tempo in casa

Dopo la pandemia un terzo degli italiani trascorre molto più tempo in casaMilano, 3 mar. (askanews) – Gli anni del Covid hanno ridisegnato il nostro rapporto con la casa. E sebbene con la fine delle restrizioni abbiamo ripreso le abitudini della vita fuori dalle mura domestiche, per un terzo degli italiani nel post-pandemia è significativamente aumentato il tempo trascorso in casa. Guardare la televisione, cucinare e ascoltare musica sono le attività svolte con maggior frequenza ma, accanto al tempo libero, anche lo smart working fa ormai parte della quotidianità domestica per quattro italiani su 10 (42%), che dichiarano di lavorare da casa tutti i giorni (solo il 15% non lo pratica affatto). E visto che si trascorre così tanto tempo tra le quattro mura domestiche è importante garantirsi anche il benessere. A fotografare questa evoluzione del rapporto degli italiani con la casa, è Olimpia Splendid, azienda italiana specializzata in climatizzazione, riscaldamento e trattamento dell’aria di casa, attraverso una survey condotta da Toluna, digital market research agency, su un campione di 1.000 uomini e donne italiani, responsabili d’acquisto di elettrodomestici per la casa.


Sul podio dei fattori chiave per il benessere domestico ci sono la pulizia (61%), la luminosità (45%) e la sicurezza (42%), con una maggiore incidenza tra le donne. Ma un ruolo importante ricopre anche il clima interno (temperatura e umidità) che risulta importante per quasi quattro intervistati su 10 (38%), molto più che il comfort acustico (rilevante solo per il 25% dei rispondenti) e la purezza dell’aria (21%). Un dato quest’ultimo relativamente basso, se confrontato con l’importanza dichiarata dalla quasi totalità dei rispondenti (93%) all’argomento qualità dell’aria. La percezione generale, tuttavia, è che l’inquinamento si trovi principalmente outdoor: mezzi di trasporto pubblico e spazi cittadini all’aperto sono infatti tra i luoghi giudicati più inquinati (96%), mentre la casa è percepita come un luogo sicuro. Per sette italiani su 10 (70%) la qualità dell’aria in casa propria è giudicata infatti buona o addirittura molto buona. Milano, 3 mar. (askanews) – Se temperatura, umidità e purezza dell’aria – in percentuali differenti – influenzano il benessere domestico, quali azioni gli italiani ritengono efficaci per migliorarne la condizione? Ai primi due posti si trovano sane abitudini quotidiane, come aprire le finestre per aerare gli ambienti ed evitare di fumare in casa. In terza posizione (77% degli intervistati), invece, si colloca l’utilizzo di un apparecchio per il trattamento di temperatura, umidità e purezza dell’aria di casa. I climatizzatori sono i più diffusi, presenti nelle case di quasi sette italiani su 10 (65%), ma godono di una buona presenza anche i deumidificatori (41%), mentre purificatori e umidificatori si affermano come tecnologie più di nicchia (posseduti, rispettivamente, dal 21% e dal 14% del campione). I climatizzatori, tecnologie tra le più diffuse del segmento trattamento aria, in particolare, vengono scelti anche per la loro multifunzionalità, ovvero la presenza di più funzioni in un unico apparecchio. Per quasi 4 italiani su 10 (37%) è infatti una caratteristica oggetto di valutazione in fase di acquisto, dopo efficienza (64%) e silenziosità (57%). Non a caso i principali operatori del mercato investono in ricerca e sviluppo di tecnologie capaci di trattare l’aria in modo completo.

Dal 25 maggio The Witches Seed di Stewart Copeland con Irene Grandi

Dal 25 maggio The Witches Seed di Stewart Copeland con Irene GrandiRoma, 3 mar. (askanews) – La visionaria creazione di un musicista ai vertici del rock mondiale, le canzoni di una cantautrice di primo piano della scena pop-rock internazionale e una grande interprete della musica italiana che si confronta con il teatro musicale contemporaneo. Insieme per una storia di streghe, persecuzioni, illusioni e piani diabolici ambientata nel passato per raccontare anche il nostro presente. Il 25 maggio al Teatro Alfieri di Asti e poi il 31 maggio e il 1° giugno al Teatro Arcimboldi di Milano andrà in scena The Witches Seed, la spettacolare e immersiva opera rock firmata dal geniale musicista e fondatore dei Police Stewart Copeland, con i brani di Chrissie Hynde dei Pretenders che si aggiungono alle composizioni di Copeland, e Irene Grandi nel ruolo di protagonista. The Witches Seed è prodotto dalla Fondazione Tones on the Stones che ha commissionato l’opera per l’inaugurazione, a luglio 2022, di Tones Teatro Natura, uno spazio/ecosistema dedicato alla ricerca artistica, all’innovazione, alla conoscenza e al benessere individuale e collettivo situato in un territorio montano di rara bellezza, la Valle Ossola, tra boschi, vigneti terrazzati e antichi borghi in pietra. Ispirato a documenti storici, agli atti processuali degli anni della più cruenta Inquisizione e alle più affascinanti leggende delle culture montane del centro Europa, The Witches Seed è una storia di streghe, persecuzioni, illusioni e piani diabolici: tre donne, abituate a lavorar sodo, vengono accusate di essere streghe e dovranno affrontare i pregiudizi di una città infestata dalla peste, riuscendo ad evitare il peggio in un modo davvero spettacolare. Attraverso il racconto – ambientato in un periodo storico di crisi economica, sociale e politico-spirituale dovuta alla pestilenza e al diffondersi di nuove fedi ed eresie delle accuse – della sopraffazione e della tortura di tre donne da parte della Chiesa più oscurantista, lo spettacolo sembra dunque parlare della nostra condizione attuale, in un mondo ormai sotto costante pressione di minacce pandemiche, sconvolto dal moltiplicarsi dei conflitti, disorientato dal proliferare delle fake news e sull’orlo di sprofondare in un nuovo medioevo digitale. Un mondo in cui la lotta per i diritti individuali delle donne e di tutti è di fondamentale importanza per gettare le basi di una rinascita. “Purtroppo i temi trattati nell’opera rimangono più che mai attuali. La violenza sulle donne che non accettano di piegarsi al volere e al potere maschile è una vergogna quotidiana. Noi artisti speriamo in una società davvero inclusiva rispetto a tutte le “diversità” e provenienze, ma la strada appare ancora lunga. Per questo siamo impegnati in questa produzione con tanta energia ed entusiasmo presentando un lavoro che, seppur ambientato secoli fa, è quanto mai contemporaneo e provocatorio” afferma Maddalena Calderoni, direttrice artistica di Tones Teatro Natura, nonché soprano in scena nell’opera e prima ideatrice del progetto The Witches Seed. L’opera è il frutto della collaborazione creativa di cinque grandi artisti, a partire da Stewart Copeland che ha composto le musiche dell’opera. Polistrumentista, compositore, fondatore e batterista di una band iconica come i Police, Copeland vanta 60 milioni di dischi venduti nell’arco della sua carriera, 6 Grammy Awards e ha scritto le colonne sonore di film indimenticabili come Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola, Wall Street e Talk Radio di Oliver Stone e Piovono Pietre di Ken Loach. Alla creazione sonora dell’artista americano si aggiungono alcune canzoni composte da un altro nome di punta del pop-rock degli ultimi decenni, la cantautrice Chrissie Hynde, leader dei Pretenders, che irrompono nella partitura come elemento di rottura nell’orchestrazione contemporanea. Il ruolo da protagonista dell’opera è affidato a Irene Grandi, artista eclettica dal timbro inconfondibile, tra le più amate del pop-rock italiano, con oltre 25 anni di carriera alle spalle e collaborazioni con artisti come Pino Daniele, Jovanotti, Vasco Rossi, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Stefano Bollani. Al suo fianco la stessa Maddalena Calderoni, un altro soprano di chiara fama, Veronica Granatiero e lo strabiliante controtenore Ettore Agati.

Nato-Svezia, nella base di fronte Kaliningrad: “Rischio 4, alto”

Nato-Svezia, nella base di fronte Kaliningrad: “Rischio 4, alto”Blekinge (Svezia), 3 mar. (askanews) – La bandiera della Nato con la rosa dei venti bianca su sfondo blu è già pronta. “Pensavamo di issarla in questi giorni, invece dobbiamo attendere ma oramai ci siamo”, dicono dalla base aerea militare di Ronneby, nella contea di Blekinge, nel sud della Svezia. E in effetti l’attesa è alta. I militari si preparano a ritmo serrato, gli addestramenti sono all’ordine del giorno. I piloti della base di Ronneby, tra i più preparati, si trovano ora in Lettonia per partecipare all’esercitazione dell’Alleanza Atlantica Steadfast Defender, la più grande esercitazione mai vista della Nato con 90mila uomini provenienti da 31 alleati.


“Questa di Blekinge è la sede di uno dei cinque stormi aerei della Svezia, uno dei tre stormi di caccia. Qui abbiamo due caccia Saab JAS 39 Gripen (caccia svedese, primo rappresentante operativo degli aerei da combattimento e superiorità aerea appartenenti alla cosiddetta quarta generazione, ndr) e diversi elicotteri”, racconta ad askanews il colonnello Anders Jonsson, comandante della base aerea. Il livello di sicurezza, nella base nel sud della Svezia, punto più vicino alla russa Kaliningrad e luogo strategico del Mar Baltico, è sicuramente aumentato negli ultimi due anni, con l’invasione all’Ucraina. “Abbiamo un livello di rischio per una minaccia terroristica – ammette l’alto ufficiale dell’Aeronautica svedese -. Il livello di rischio è quattro, ma se guardiamo bene è ancora una minaccia bassa per un intervento militare da parte della Russia. Certamente, dal nostro punto di vista saremo più sicuri dopo che entreremo nell’Alleanza Atlantica, anche se al momento la situazione è tesa. Ma lo è stata prima e lo sarà dopo”. Siete pronti ad entrare nella Nato? “Sì, certo – risponde con sicurezza il col. Jonsson – e questo è sicuramente l’aspetto più importante: siamo pronti a dare supporto se necessario e anche molto disponibili quando serve”.


Stoccolma invierà un battaglione di 800 uomini in Lettonia per Steadfast defender 2024, la più grande esercitazione dell’Alleanza atlantica degli ultimi 35 anni. Le truppe svedesi faranno parte della prima linea di difesa contro una potenziale invasione della Russia nei paesi baltici. Sebbene Stoccolma non sia ancora ufficialmente dentro l’Alleanza, l’esercito svedese è già stato arruolato dalla Nato e resterà in Lettonia con una rotazione di sei mesi con soldati e mezzi corazzati. Intanto i piloti dei caccia svedesi della base aerea di Ronneby si alzano in volo quasi quotidianamente. Se non per le esercitazioni, soprattutto per attività di scamble (ovvero quaso decolla un caccia intercettore per identificare e ‘respingere’ un aereo sconosciuto che tenta di entrare in territorio straniero). “Qui a Kallinge, avamposto sud-est dell’area baltica, siamo in una postazione strategica – riferisce il col. Jonsson -. Abbiamo molte attività russe sul mare, ma anche in aria. Siamo impegnati in operazioni di scrambling più volte alla settimana. Nell’ultimo anno, anche due-tre volte al giorno, e poi niente in altri giorni. In tutto, circa 300 scramble all’anno. Questo significa che potremmo essere in grado di fornire un supporto decisivo alla Nato dalla Svezia”.


“Uno dei compiti più importanti e immediati – conclude l’alto ufficiale – è quello di rendere la Svezia parte della difesa aerea e missilistica integrata. Si tratta di immagini aeree riconosciute e di essere in grado di supportare la Nato con un’azione di polizia aerea, principalmente dalla Svezia. Ma naturalmente, quando sarà necessario, faremo la nostra parte nel Baltico, ma anche in Islanda o ovunque l’Alleanza ne abbia bisogno”.

Nato-Svezia, nella base davanti Kaliningrad: “Livello di rischio alto”

Nato-Svezia, nella base davanti Kaliningrad: “Livello di rischio alto”Blekinge (Svezia), 3 mar. (askanews) – La bandiera della Nato con la rosa dei venti bianca su sfondo blu è già pronta. “Pensavamo di issarla in questi giorni, invece dobbiamo attendere ancora un po’, ma oramai ci siamo”, dicono dalla base aerea militare di Ronneby, nella contea di Blekinge, nel sud della Svezia. E in effetti l’attesa è alta. I militari si preparano a ritmo serrato, gli addestramenti sono all’ordine del giorno. I piloti della base di Ronneby, tra i più preparati, si trovano ora in Lettonia per partecipare all’esercitazione dell’Alleanza Atlantica Steadfast Defender, la più grande esercitazione mai vista della Nato con 90mila uomini provenienti da 31 alleati.


“Questa di Blekinge è la sede di uno dei cinque stormi aerei della Svezia, uno dei tre stormi di caccia. Qui abbiamo due caccia Saab JAS 39 Gripen (caccia svedese, primo rappresentante operativo degli aerei da combattimento e superiorità aerea appartenenti alla cosiddetta quarta generazione, ndr) e diversi elicotteri”, racconta ad askanews il colonnello Anders Jonsson, comandante della base aerea, sottolineando che i piloti svedesi fanno training anche in Italia, ad Aviano. Il livello di sicurezza, nella base nel sud della Svezia, punto più vicino alla russa Kaliningrad e luogo strategico del Mar Baltico, è sicuramente aumentato negli ultimi due anni, con l’invasione all’Ucraina. “Abbiamo un livello di rischio per una minaccia terroristica – ammette l’alto ufficiale dell’Aeronautica svedese -. Il livello di rischio è quattro, ma se guardiamo bene è ancora una minaccia bassa per un intervento militare da parte della Russia. Certamente, dal nostro punto di vista saremo più sicuri dopo che entreremo nell’Alleanza Atlantica, anche se al momento la situazione è tesa. Ma lo è stata prima e lo sarà dopo”.


Siete pronti ad entrare nella Nato? “Sì, certo – risponde con sicurezza il col. Jonsson – e questo è sicuramente l’aspetto più importante: siamo pronti a dare supporto se necessario e anche molto disponibili quando serve”. Stoccolma invierà un battaglione di 800 uomini in Lettonia per Steadfast Defender 2024, la più grande esercitazione dell’Alleanza atlantica degli ultimi 35 anni. Le truppe svedesi faranno parte della prima linea di difesa contro una potenziale invasione della Russia nei paesi baltici. Sebbene Stoccolma non sia ancora ufficialmente dentro l’Alleanza, l’esercito svedese è già stato arruolato dalla Nato e resterà in Lettonia con una rotazione di sei mesi con soldati e mezzi corazzati.


Intanto i piloti dei caccia svedesi della base aerea di Ronneby si alzano in volo quasi quotidianamente. Se non per le esercitazioni, soprattutto per attività di scamble (ovvero quasi decolla un caccia intercettore per identificare e ‘respingere’ un aereo sconosciuto che tenta di entrare in territorio straniero). “Qui a Kallinge, avamposto sud-est dell’area baltica, siamo in una postazione strategica – riferisce il col. Jonsson -. Abbiamo molte attività russe sul mare, ma anche in aria. Siamo impegnati in operazioni di scrambling più volte alla settimana. Nell’ultimo anno, anche due-tre volte al giorno, e poi niente in altri giorni. In tutto, circa 300 scramble all’anno. Questo significa che potremmo essere in grado di fornire un supporto decisivo alla Nato dalla Svezia”. “Uno dei compiti più importanti e immediati – conclude l’alto ufficiale – è quello di rendere la Svezia parte della difesa aerea e missilistica integrata. Si tratta di immagini aeree riconosciute e di essere in grado di supportare la Nato con un’azione di polizia aerea, principalmente dalla Svezia. Ma naturalmente, quando sarà necessario, faremo la nostra parte nel Baltico, ma anche in Islanda o ovunque l’Alleanza ne abbia bisogno”. (di Serena Sartini)

Il Procuratore Antimafia e quello di Perugia chiedono di essere sentiti sul dossieraggio

Il Procuratore Antimafia e quello di Perugia chiedono di essere sentiti sul dossieraggioRoma, 3 mar. (askanews) – “Consideriamo doveroso richiedere di valutare, con l’urgenza del caso, l’opportunità di disporre l’audizione degli scriventi al fine di rendere, nei limiti e secondo le forme consentite dalla legge, le informazioni sulle vicende relative al cd. dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico necessarie alle valutazioni riservate a ciascuna di codeste Istituzioni”. Così in una nota congiunta il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo e il Procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, in una missiva inviata al comitato di presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, al Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere e al Presidente del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica

La Svezia: con noi la Nato al centro del Baltico, e non solo

La Svezia: con noi la Nato al centro del Baltico, e non soloBlekinge (Svezia), 3 mar. (askanews) – “Questa base e questo stormo si trovano nella parte più meridionale della Svezia”. A parlare con askanews il colonnello Anders Jonsson, comandante della base aerea militare di Ronneby, contea di Blekinge. Un lungo passato da pilota e un presente in una delle posizioni più avanzate rispetto alle sfide che il Baltico – con le testate nucleari russe a poco più di 300 chilometri – rappresenta. “Kaliningrad? No, non è affatto lontana. È proprio dall’altra parte del mare. Da questo punto di vista, la Svezia è un paese piuttosto lungo” spiega Jonsson.


Sono aumentate le provocazioni da parte russa? “Sì, possiamo vedere diverse attività in aumento, da diverse operazioni informatiche, che magari non sono dirette principalmente alle forze armate svedesi” dichiara. E pensa che aumenteranno con l’adesione alla Nato della Svezia?, gli chiediamo: “Penso che quando saremo Nato, l’interesse per la Svezia sarà sia per la difesa svedese ma anche per la Nato. In attesa dei piani da parte dell’Alleanza, penso che avremo molte attività con la Nato, come membro della Nato avremo un ruolo più attivo nelle esercitazioni e in diverse attività di deterrenza. E ovviamente ciò potrebbe comportare maggiore attenzione alla Svezia, all’area”. Il contributo svedese in termini di air policing potrebbe riguardare diverse aree? “Sì, ovviamente ci assumeremo la piena responsabilità come membri della Nato e poi spetterà alla Svezia, insieme con gli altri alleati, mettere in atto questi piani. Naturalmente potremmo contribuire con il Baltic Air Policing negli Stati baltici, ma potremmo anche farlo in Islanda o sul Mar Nero”. Quando si parla di addestramento, emerge poi anche un interessante legame con l’Italia. “Ci addestriamo molto – racconta il colonnello – con unità con sede in Italia, in particolare con il 56° e il 57° Rescue Squadron degli Stati Uniti con sede ad Aviano con cui facciamo training su base annuale. E, naturalmente, ci sono gli studenti piloti dell’aeronautica militare svedese che attualmente si addestrano in Italia” afferma Jonsson. “La Svezia ha una lunga tradizione, avendo una propria accademia di volo per l’addestramento dei piloti, dall’inizio alla fine. Ma avere una propria scuola di pilotaggio è costoso, almeno in termini di numero di istruttori. Così nel 2008 abbiamo iniziato con la formazione per il pilotaggio degli elicotteri insieme con la Germania. E poi abbiamo continuato con la formazione dei piloti di trasporto negli Stati Uniti e, recentemente, anche per i piloti di caccia in Italia e non vediamo l’ora di approfondire questa cooperazione”.


Quanto è strategico il sud della Svezia per la stabilità della regione? “Direi che è molto importante per i Paesi Baltici e il Mar Baltico. Questa è la parte sud-orientale dell’area, ma c’è anche un’altra area a nord nell’Artico, che è un’altra area operativa di importanza strategica. Poi abbiamo anche (un’area strategica) sulla costa occidentale, con le linee marittime di comunicazione in entrata e in uscita da Baltico e anche verso il più grande porto dei paesi nordici a Göteborg, ma i Paesi Baltici sono stati e continueranno ad avere un’importanza strategica e operativa”. (di Cristina Giuliano)

Svezia: con noi la Nato al centro del Baltico, e non solo

Svezia: con noi la Nato al centro del Baltico, e non soloBlekinge (Svezia), 3 mar. (askanews) – “Questa base e questo stormo si trovano nella parte più meridionale della Svezia”. A parlare con askanews il colonnello Anders Jonsson, comandante della base aerea militare di Ronneby, contea di Blekinge. Un lungo passato da pilota e un presente in una delle posizioni più avanzate rispetto alle sfide che il Baltico – con le testate nucleari russe a poco più di 300 chilometri – rappresenta. “Kaliningrad? No, non è affatto lontana. È proprio dall’altra parte del mare. Da questo punto di vista, la Svezia è un paese piuttosto lungo” spiega Jonsson.


Sono aumentate le provocazioni da parte russa? “Sì, possiamo vedere diverse attività in aumento, da diverse operazioni informatiche, che magari non sono dirette principalmente alle forze armate svedesi” dichiara. E pensa che aumenteranno con l’adesione alla Nato della Svezia?, gli chiediamo: “Penso che quando saremo Nato, l’interesse per la Svezia sarà sia per la difesa svedese ma anche per la Nato. In attesa dei piani da parte dell’Alleanza, penso che avremo molte attività con la Nato, come membro della Nato avremo un ruolo più attivo nelle esercitazioni e in diverse attività di deterrenza. E ovviamente ciò potrebbe comportare maggiore attenzione alla Svezia, all’area”. Il contributo svedese in termini di air policing potrebbe riguardare diverse aree? “Sì, ovviamente ci assumeremo la piena responsabilità come membri della Nato e poi spetterà alla Svezia, insieme con gli altri alleati, mettere in atto questi piani. Naturalmente potremmo contribuire con il Baltic Air Policing negli Stati baltici, ma potremmo anche farlo in Islanda o sul Mar Nero”.


Quando si parla di addestramento, emerge poi anche un interessante legame con l’Italia. “Ci addestriamo molto – racconta il colonnello – con unità con sede in Italia, in particolare con il 56° e il 57° Rescue Squadron degli Stati Uniti con sede ad Aviano con cui facciamo training su base annuale. E, naturalmente, ci sono gli studenti piloti dell’aeronautica militare svedese che attualmente si addestrano in Italia” afferma Jonsson. “La Svezia ha una lunga tradizione, avendo una propria accademia di volo per l’addestramento dei piloti, dall’inizio alla fine. Ma avere una propria scuola di pilotaggio è costoso, almeno in termini di numero di istruttori. Così nel 2008 abbiamo iniziato con la formazione per il pilotaggio degli elicotteri insieme con la Germania. E poi abbiamo continuato con la formazione dei piloti di trasporto negli Stati Uniti e, recentemente, anche per i piloti di caccia in Italia e non vediamo l’ora di approfondire questa cooperazione”. Quanto è strategico il sud della Svezia per la stabilità della regione? “Direi che è molto importante per i Paesi Baltici e il Mar Baltico. Questa è la parte sud-orientale dell’area, ma c’è anche un’altra area a nord nell’Artico, che è un’altra area operativa di importanza strategica. Poi abbiamo anche (un’area strategica) sulla costa occidentale, con le linee marittime di comunicazione in entrata e in uscita da Baltico e anche verso il più grande porto dei paesi nordici a Göteborg, ma i Paesi Baltici sono stati e continueranno ad avere un’importanza strategica e operativa”. (di Cristina Giuliano)

L’Unicef: serve il cessate il fuoco umanitario subito

L’Unicef: serve il cessate il fuoco umanitario subitoRoma, 3 mar. (askanews) – Il direttore esecutivo dell’Unicef, Catherine Russell, ha chiesto un “cessate il fuoco umanitario adesso”, affermando che “ogni minuto conta” per i bambini di Gaza che soffrono di grave malnutrizione.


Russell ha spiegato di essere rimasta inorridita nel sentire che almeno dieci bambini a Gaza sono morti di malnutrizione e disidratazione. “La malnutrizione grave può essere mortale o lasciare i bambini piccoli con danni cognitivi e fisici permanenti”, ha scritto Russell su X.“Per i bambini di Gaza, ogni minuto conta per poter accedere in sicurezza a cibo, acqua, cure mediche e protezione da proiettili e bombe. Ciò richiede un cessate il fuoco umanitario SUBITO”, ha aggiunto.


 

L’inchiesta della Procura di Perugia, i giornalisti negano il dossieraggio

L’inchiesta della Procura di Perugia, i giornalisti negano il dossieraggioMilano, 3 mar. (askanews) – Tra i giornalisti sotto inchiesta dalla Procura di Perugia per accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto ci sono anche i componenti del team investivativo del quotidiano Domani: il responsabile del team, Giovanni Tizian, l’inviato Nello Trocchia e il collaboratore Stefano Vergine. L’inchiesta della Procura guidata da Raffaele Cantone coinvolge anche il magistrato Antonio Laudati e all’ufficiale della Guardia di finanza Pasquale Strian, entrambi destinatari di un avviso a comparire per l’interrogatorio da rendere in una fase che è ancora di indagini preliminari.


Nelle carte dell’inchiesta, scrive il giornale, ‘non c’è traccia di invii delle ricerche effettuate da Striano di informazioni finanziarie, relative alle dichiarazioni dei redditi o ai conti bancari di politici e imprenditori, o segnalazioni di operazioni sospette, come paventato ieri da alcuni giornali nazionali. Nelle informazioni che Striano avrebbe mandato ai giornalisti, quindi, non c’è nessun ‘dossier su politici e vip’ ma solamente documenti agli atti delle procure: ordinanze di custodia cautelare e informative delle forze dell’ordine già disponibili ai magistrati inquirenti e alle difese. Questo dicono le carte dell’inchiesta’. ‘Per l’accusa – prosegue Domani – il finanziere avrebbe inviato ai tre giornalisti documenti estratti dalla banca dati Sidda-Sidna, il sistema informatico utilizzato dalla direzione nazionale e dalle direzioni distrettuali antimafia – scrive Domani – Gli invii coprirebbero un arco temporale di tre anni e mezzo, dal maggio 2018 all’ottobre del 2022’. Nelle carte dell’inchiesta, secondo il quotidiano, sono citati, ma non sono indagati, anche il direttore Emiliano Fittipaldi per gli articoli scritti due anni fa insieme a Tizian sui compensi ricevuti dal ministro Crosetto da Leonardo prima di entrare nell’esecutivo, e Federico Marconi per un articolo su una speculazione edilizia.


‘Dalle contestazioni della procura non è chiaro il contenuto di tutti i documenti che Striano avrebbe inviato per e-mail, utilizzando l’applicazione WeTransfer, ai tre giornalisti. Spuntano solo alcune indicazioni, nell’intestazione dei documenti o nel messaggio inviato dal finanziere della direzione nazionale antimafia: ci sono i nomi di atti giudiziari di alcuni politici (protagonisti di casi giudiziari o sospettati di vicinanza ad ambienti criminali), ma i più riguardano esponenti delle più pericolose organizzazioni criminali del paese, collegate al mondo della politica e dell’imprenditoria, o al traffico internazionale di stupefacenti. O informazioni relative ad alcuni degli appalti del periodo più duro della pandemia di Covid-19, finite anche nelle indagini di diverse procure nazionali’. ‘I giornalisti del pool inchieste di Domani sarebbero quindi colpevoli, è la tesi dei pm, di aver pubblicato notizie. False? No. Vere, naturalmente, e che hanno dato parecchio fastidio ai governi di tutti i colori politici, incluso quello in carica, l’esecutivo di Giorgia Meloni – si legge nella ricostruzione del quotidiano – Tra gli indagati, risulta dalle carte, ci sarebbero anche altre sei persone, altri giornalisti e un ex finanziere. Per fatti tutti slegati tra loro, ma sempre per accesso abusivo e rivelazione di segreti’.


Una vicenda che dimostra, osservano i giornalisti di Domani, che è ‘vietato pubblicare notizie riservate sul ministro della Difesa Guido Crosetto, sui finanziamenti illeciti ai partiti, sul riciclaggio di mafiosi e lobbisti. Il rischio è passare non da giornalisti d’inchiesta, ma da avvelenatori di pozzi. Un monito a Domani e a tutta la categoria dei giornalisti’. ‘L’inchiesta sugli spioni che setacciavano illegalmente i dati di centinaia di cittadini, soprattutto di centrodestra e in particolare politici e persone vicine alla Lega, rivela un quadro sconcertante. Siamo di fronte a un vero e proprio attacco alla Repubblica e alla democrazia che coinvolge Magistratura, Guardia di Finanza e giornali di sinistra, col risultato che in più di una occasione le procure hanno aperto inchieste basandosi su presunti scoop nati da notizie costruite a tavolino sulla base di dati ottenuti illegalmente’. Così una nota della Lega. ‘Siamo certi – prosegue la Lega – che tutti i più alti vertici delle Istituzioni sapranno intervenire con chiarezza inequivocabile e chiederemo che il Copasir approfondisca la questione in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell’antimafia. ‘Dalle indagini della Procura di Perugia emerge un dossieraggio scandaloso e illegale nei confronti dei membri del governo e dei politici di centrodestra. Sono metodi da Unione Sovietica, non a caso i politici del Pd e del Movimento 5 stelle non sono state vittime degli spioni e dei dossieraggi creati ad arte da certa stampa spazzatura’. Lo ha dichiarato ai tg Nazionali, il vicecapogruppo Fdi alla Camera dei deputati, Manlio Messina. ‘Desidero esprimere la mia più ferma solidarietà nei confronti dei giornalisti del quotidiano ‘Domani’ Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine, indagati a Perugia per accesso abusivo e rivelazione di segreti, su segnalazione del Ministro della Difesa Guido Crosetto. La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della nostra democrazia. Quando i giornalisti vengono messi sotto accusa per il loro lavoro, si mina non solo la loro integrità professionale, ma si compromette anche il diritto fondamentale dei cittadini a essere informati in modo completo e accurato’. Così in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli.’Eppure, il governo attuale, con il suo tentativo di condizionare la libertà di stampa attraverso leggi come l’emendamento sul divieto di pubblicazione delle ordinanze cautelari, ribattezzato ‘norma bavaglio’, e le tante ‘querele temerarie’ che di fatto limitano e condizionano i giornalisti, soprattutto quelli precari, sta gettando ombre sullo scenario dell’informazione indipendente’, prosegue Bonelli. ‘Nel contesto dell’inchiesta che coinvolge i giornalisti del Domani, è essenziale ricordare le tutele legali del segreto professionale del giornalista. Come recitano l’art. 200, ultimo comma e l’art. 256 del codice di procedura penale, è consentito al giornalista di mantenere l’anonimato della propria fonte, garantendo così la libera circolazione delle informazioni vitali per una società democratica. Quando un giornalista è costretto a rivelare l’identità del proprio informatore, ciò avviene solo in casi eccezionali e sempre nel rispetto dei principi dello Stato di diritto’, conclude Bonelli. ‘Se i poteri dello Stato si infilano in una logica perniciosa di dossieraggio ai danni di vertici istituzionali, siamo al di fuori della legge e della Costituzione, e la sovranità popolare viene messa sotto scacco per finalità che a questo punto devono essere appurate e chiarite fino in fondo’. Lo scrive su X Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato. ‘E’ inutile girarci attorno: è una cosa grave. Molto grave, e già vista andare in scena nel recente passato ai danni di un Presidente del Consiglio in carica’, prosegue Borghi. ‘In tutta questa vicenda, colpiscono tre elementi: 1. La trasmissione di materiale sensibile, e coperto da riservatezza di legge, avvenuta da parte di funzionari pubblici ai fini della sua pubblicazione. 2. Nel nostro ordinamento, le indagini non si innescano da parte della Magistratura per capriccio, discrezionalità o finalità terze. Non si pesca a strascico, sulla base di una pruderie, di una curiosità soggettiva o -peggio ancora- di una volontà di schedatura. Da quello che si legge, siamo al di fuori dell’ordinamento. 3. C’è stato un uso strumentale dei dossier? I dati sono stati ceduti a terzi, addirittura a soggetti esterni al Paese? Ci sono filiere di potere che hanno organizzato questa attività? In vista di cosa? Pressioni, regolamenti di conti, condizionamenti?’, conclude Borghi.