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Autore: Redazione StudioNews

Post Covid: per il cervello più plasticità e relazioni sociali

Post Covid: per il cervello più plasticità e relazioni socialiMilano, 17 mar. (askanews) – Secondo le ultime stime raccolte nel nostro Paese, le malattie neurologiche e psichiatriche sono sempre più diffuse: circa 12 milioni di italiani soffrono di disturbi del sonno, 1 milione sperimentano sintomi legati all’Alzheimer o a demenze senili e ben 3 milioni e mezzo sono alle prese con patologie legate ad ansia e depressione. Numeri che rendono urgente prendersi cura della salute del cervello, perché è da esso che dipende la qualità della vita. Il cervello, infatti, è la cabina di controllo del nostro corpo. Ci permette di pianificare, organizzare e portare a termine le attività quotidiane, così come di percepire e interpretare le situazioni che viviamo, gli stimoli a cui rispondiamo e le relazioni che stringiamo. Ma come è possibile mettere in atto tutte quelle accortezze affinché il cervello mantenga una situazione di equilibrio?
La risposta è emersa nel webinar “Un cervello sempre in forma” condotto dalla Prof.ssa Graziella Madeo, neurologa e direttore sanitario del centro Brain&Care di Rimini.
Il Dott. Furio Ravera – psichiatra, psicoterapeuta e direttore delle Unità “Abuso e Dipendenze da Sostanze Stupefacenti e Farmaci” e “Disturbi di Personalità e Disturbi Psicotici” del Gruppo Ginestra presso la Casa di Cura Le Betulle ha sottolineato come la pandemia da Covid-19 abbia influito in modo pesante sulla salute mentale, in particolar modo sulle fasce d’età “estreme” della vita: adolescenti e anziani. “Il contatto tra esseri umani è uno dei principali fattori che concorrono verso la salute mentale e quando ci si trova in una situazione di isolamento, come è successo durante il lockdown, il cervello va inevitabilmente incontro a pensieri negativi. Abbiamo tutti bisogno di un fattore di distrazione, non possiamo frequentare troppo solo noi stessi e le nostre abitudini. Statistiche hanno dimostrato che se rimaniamo per troppo tempo senza svolgere attività esterne a noi stessi, si innesca il “Default mode network”, un circuito che, se protratto per diverso tempo, ha il potere di produrre pensieri negativi”. Curare le relazioni sociali può aiutare, quindi, nel mantenimento del benessere del cervello e sono diverse le strategie che possono essere messe in campo per prevenire un disagio psicologico, far fronte allo stress quotidiano, combattere l’invecchiamento o potenziare le risorse cerebrali. Tra queste, leggere, ascoltare musica, imparare una nuova lingua o praticare sport, ovvero attività che consentono una stimolazione del cervello. Come affermato dal Prof. Antonello Bonci – neuropsicofarmacologo fondatore del GIA (Global Institutes on Addiction) Miami e direttore scientifico di Brain&Care – “Lo sport impone al cervello di diventare una vera e propria ‘palestra’ e, da un punto di vista chimico, mette in moto una farmacia endogena, per cui il nostro corpo inizia a produrre sostanze anti ansia, anti invecchiamento e anti insonnia. Ovviamente, anche l’attività fisica deve essere svolta con moderazione ed equilibrio, per evitare che l’eccessività diventi dipendenza”.
Strategie che per essere efficaci devono diventare abitudini, capaci di formare nuove connessioni cerebrali e cambiamenti a lungo termine all’interno del nostro organismo, che possano durare anche tutta la vita. Questo si traduce nel concetto di plasticità cerebrale, ovvero la capacità di creare nuove vie che ci possano far “uscire” da un certo tipo di pensieri e comportamenti negativi. Ha proseguito il Prof. Bonci – “In questa ‘nuova era del cervello’, sono stati introdotti anche strumenti che possiamo utilizzare per agire su questi meccanismi e creare plasticità, come la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) che ha cambiato lo scenario terapeutico attuale. Ad ogni modo, i risultati migliori si raggiungono sempre con la somma delle parti: stimolazione, percorso di psicoterapia e svolgimento di piccole e ‘positive’ attività quotidiane. Ha concluso infine il Dott. Ravera – “Per raggiungere un equilibrio intorno alla propria salute mentale, è fondamentale essere onesti verso sé stessi, riconoscere dove si sbaglia e dove si è in difetto. La salute mentale, infatti, può esprimersi al suo massimo in una condizione di serenità, all’interno della quale si realizza la capacità di prendersi cura di sé stessi, con senso di responsabilità. Lo star bene non è casuale, prevede un dialogo, molto spesso complesso, che ci obbliga a posizionarci in una prospettiva opposta rispetto ai nostri pensieri”.

Meloni alla Cgil tira dritto su Rdc e salario minimo. Niente fischi

Meloni alla Cgil tira dritto su Rdc e salario minimo. Niente fischi

Piccola contestazione minoranza che canta “Bella ciao”. Un solo timido applauso per condanna assalto alla sede nazionale

Rimini, 17 mar. (askanews) – Un (timido) applauso, nessun fischio, una contestazione che era stata annunciata. Giorgia Meloni ha archiviato così la sua partecipazione al congresso della Cgil, la prima di un premier di destra, con un intervento che apre al “confronto” ma senza nessuna concessione sui temi alla platea, che infatti ha ascoltato interessata ma fredda il suo intervento.
Meloni è arrivata al Palacongressi di Rimini questa mattina poco prima delle 12, accolta con una stretta di mano da Maurizio Landini. Proprio il segretario generale è salito sul palco, poco prima di lei, per fare una breve introduzione e spiegare che la presenza della premier è da considerare un “momento di rispetto e riconoscimento” per il sindacato, che da parte sua deve “imparare ad ascoltare, anche chi ha idee e posizioni diverse”.
Appena ha preso posto sul podio, però, Meloni è stata accolta dalla contestazione di una trentina di delegati della minoranza, che hanno abbandonato la sala intonando “Bella ciao” e lasciando sulle sedie dei peluche, a ricordare il naufragio Cutro. Lei non si è scomposta: del resto, ha sottolineato, “sono fischiata da 30 anni. Non mi spaventa il contesto difficile”. L’esordio, nel giorno delle celebrazioni dell’Unità d’Italia, è stato proprio un riferimento all’unità, intesa non come “annullare la contrapposizione”, che è “utile” e anche “positiva”, ma come lavorare “con lo stesso obiettivo: il bene della nazione”.
Con questa premessa, Meloni non ha cercato di accattivarsi la platea della Cgil ma ha ribadito le sue convinzioni su temi ‘sensibili’ per il sindacato come il reddito di cittadinanza e il salario minimo. Il reddito, ha detto ancora una volta, “ha fallito gli obiettivi” e chi può lavorare non deve “essere mantenuto dallo Stato con i proventi delle tasse di chi lavora duramente”. I poveri – ha assicurato con una risposta indiretta a Landini – “non ci hanno fatto niente, è per questo che non vogliamo mantenerli in una condizione di povertà” e “l’unico modo per uscire da quella condizione di povertà è il lavoro”.
Per quanto riguarda il salario minimo, tema molto caro al sindacato, per Meloni non è la soluzione “più efficace” ma rischia di avere un effetto contrario. Per l’esecutivo, invece, la strada è quella “di estendere la contrattazione ai settori non coperti”.
Un applauso, flebile, Meloni lo ha ricevuto quando ha definito “inaccettabile” l’assalto di forze di estrema destra alla sede del sindacato, avvenuto il 9 ottobre 2021. Freddezza, invece, quando Meloni ha parlato della delega fiscale approvata ieri sera dal Consiglio dei ministri. Una riforma, ha garantito, che “guarda con attenzione al lavoro”, con “importanti novità per i lavoratori dipendenti”. Tra gli altri punti che ha citato ci sono la “diminuzione progressiva delle aliquote Irpef”; la tassa piatta sugli incrementi di salario; l’abbassamento dell’Ires per chi assume. Una riforma, per la premier, che punta alla “crescita”, insieme a una politica industriale che, e su questo si è detta “d’accordo” con Landini, fino a oggi è mancata.
La conclusione è stata un’apertura al confronto. “Rivendicate senza sconto le vostre istanze, a volte saremo d’accordo, a volte no ma vi garantisco che quelle istanze troveranno un ascolto serio e privo di pregiudizio”, ha assicurato, salutata da un accenno di applauso delle prime file della platea cigiellina. Al termine il confronto è iniziato subito, in un faccia a faccia con Landini in una saletta a lato del palco. Quaranta minuti di colloquio “a 360 gradi” sui temi di attualità, viene riferito, tra due persone che si conoscono da tempo e che pur nelle “diversità” vogliono “discutere”. Lasciando il Palacongressi Meloni si è detta “soddisfatta” per un appuntamento (che alla vigilia era ritenuto non privo di ‘rischi’) a cui “era giusto e doveroso” partecipare.

Santanchè: ottimi segnali di ripresa dal turismo di montagna

Santanchè: ottimi segnali di ripresa dal turismo di montagnaMilano, 17 mar. (askanews) – “I dati stimati da Federalberghi-Confcommercio sul turismo legato alla settimana bianca sono molto incoraggianti e positivi per un settore che ha tanto sofferto per la crisi non solo legata al COVID ma anche al caro energia. Forti segnali di ripresa che testimoniano che il 2023 sarà l’anno del sorpasso sul 2019. Proprio oggi abbiamo pubblicato sul sito del ministero il nuovo bollettino ‘come va il turismo in Italia’ nel quale è emerso che nel corso di gennaio 2023, le presenze turistiche nelle varie regioni italiane hanno registrato risultati positivi, in netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, Lazio, Veneto e Campania hanno mostrato importanti recuperi in termini di affluenza turistica. Anche il dato di saturazione delle strutture ricettive online conferma il trend di crescita del settore turistico in tutta la penisola italiana. Stiamo lavorando nella direzione giusta anche se abbiamo ancora tanto lavoro da fare”. Lo ha detto il ministro del Turismo Daniela Santanchè commentando i dati di Federalberghi-Confcommercio sulla base di una ricerca commissionata ad Acs Marketing Solutions.

Ucraina,Urso: prepariamo condizioni sostenere ricostruzione Paese

Ucraina,Urso: prepariamo condizioni sostenere ricostruzione PaeseNapoli, 17 mar. (askanews) – “Noi siamo in prima linea nel sostegno umanitario all’Ucraina, nel sostegno alla difesa dell’Ucraina attraverso anche l’invio di armi da difesa, e nel raggiungere quanto prima la pace in Ucraina. Nel contempo prepariamo le condizioni per sostenere l’Ucraina e per realizzare la ricostruzione del Paese che diventerà il più grande asset di crescita europeo nei prossimi decenni”. A dirlo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, a margine del Festival Euromediterraneo dell’Economia in corso a Napoli.
“Abbiamo un meeting che si svolgerà il 26 aprile a Roma per il quale stiamo preparando i dossier a cominciare da quello che riguarda i corridoi logistici infrastrutturali e portuali per consentire all’Ucraina di esportare i propri prodotti sin da subito, – continua – anche via terra e per consentire ai prodotti che devono arrivare in Ucraina di poterlo fare nei tempi dovuti. In quel meeting perciò affronteremo il problema logistico infrastrutturale e portuale realizzando una grande piattaforma logistica italo ucraina in territorio ucraino al confine con Ungheria e Slovacchia che sarà la più grande piattaforma logistica terrestre dell’Ucraina per canalizzare proprio prodotti verso Europa”. “Nel frattempo ci hanno chiesto un aiuto per il ripristino delle macchine agricole già dalla prossima primavera. E poi cooperazione sulle materie prime, ma anche nel settore spaziale di cui siamo già partner commerciale. Possiamo e dobbiamo diventare anche partner industriale. Poniamo le premesse per fare da subito la migliore collaborazione per sostenere l’economia ucraina e dunque la resistenza ucraina e nel contempo preparare le premesse perché l’Italia e le sue imprese siano in prima linea quando ci sarà da realizzare la ricostruzione” conclude Urso.

Minori, Sala: su diritti governo umilia la società civile

Minori, Sala: su diritti governo umilia la società civileMilano, 17 mar. (askanews) – Il governo Meloni sembra voler “stravincere”, come nel caso dello stop al riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, al punto da “voler umiliare” le istanze che “la società sta esprimendo”. Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, durante la conferenza stampa di presentazione del presidio per il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali che si terrà domani in piazza della Scala.
“Quello che noto in questo governo è la voglia di stravincere e passare sopra le istanze del Paese. Si possono fare molti esempi, il fatto di come stanno cercando di cambiare la legge per eleggere il sindaco superando il ballottaggio per un calcolo elettorale. Lo stravincere e il voler umiliare nella vita non va mai bene. Quello che il governo sta cercando di fare è umiliare chi la pensa in modo diverso. Come si fa a non sentire il bisogno di una parte significativa del paese? Chiedete ai giovani, che sono i futuri adulti italiani, cosa ne pensano. La società sta esprimendo dei bisogni e delle istanze, e la società non va umiliata nè ignorata. Su questo tema il governo si sta muovendo molto male”.

Vino: nel 2022 volumi vendita calati del 5,4% nella distribuzione moderna

Vino: nel 2022 volumi vendita calati del 5,4% nella distribuzione modernaMilano, 17 mar. (askanews) – Il 2022 è stato un anno difficile anche per il mercato del vino nella distribuzione moderna a causa degli aumenti di costo delle produzioni e dei prezzi al pubblico. Il 2023 potrebbe essere ancora un anno difficile per i volumi, a causa del pieno manifestarsi degli effetti legati al prezzo, ma potrebbe anche verificarsi un recupero nel secondo semestre, se l’inflazione calerà e se le promozioni diventeranno più incisive. Questo il quadro che verrà presentato in dettaglio dall’istituto di ricerca Circana (già Iri) a Vinitaly (a Verona dal 2 al 5 aprile), nel corso della 19esima tavola rotonda su vino e distribuzione moderna, organizzata da Veronafiere.
Dai dati generali delle vendite nell’anno 2022 emerge che a valore il calo in generale per il vino è stato dell’1,8% ma se si guarda a volume il calo sale al 5,4%. Per gli spumanti la contrazione a volume è stata del 4,7% che diventa uno 0,2% se si esclude il Prosecco. Calo a doppia cifra per i volumi di vino liquoroso, scesi del 12,6%. Performance negativa anche per i vini rossi arretrati di oltre un 7%.
Per quanto riguarda invece la classifica dei vini e degli spumanti più venduti a volume nella distribuzione moderna, sul podio troviamo il prosecco (Veneto e Friuli Venezia Giulia) con 46 milioni di litri venduti, il Chianti (Toscana) con 17 milioni di litri, il Lambrusco (Emilia Romagna) con quasi 17 milioni di litri. Si fanno notare le buone performance del Nero d’Avola (Sicilia) al 10imo posto con quasi 8 milioni di litri, il Pignoletto (Emilia Romagna) al 12esimo posto con sei milioni di litri, il Primitivo (Puglia) al 13esimo posto con quasi sei milioni di litri.
La classifica dei vini “emergenti”, cioè quelli col maggior tasso di crescita rispetto all’anno precedente, elaborata a valore, mostra invece sul podio: Ribolla (Friuli V.G.) con +12%; Muller Thurgau (Trentino Alto Adige) con +10%; Vermentino (Sardegna, Liguria, Toscana) con +9,9%. Da notare i buoni piazzamenti in questa speciale classifica di Vernaccia (Toscana), Orvieto (Umbria, Lazio), Nebbiolo (Piemonte, Lombardia).
“Lo scenario geo-politico e le conseguenze sui prezzi hanno generato effetti non marginali sulle vendite, che però hanno resistito evitando un tracollo – ha dichiarato Virgilio Romano, business insight director di Circana (già Iri) – La fine del Covid potrebbe dare più certezze a tutti. Nel corso della tavola rotonda presenteremo i dati dei primi mesi dell’anno, in modo da approfondire i primi segnali che vengono dai mercati e che potrebbero condizionare il 2023. Senza drammatici ulteriori aumenti dei prezzi, le Cantine e la Distribuzione potranno tornare a confrontarsi sulla base delle scelte aziendali e delle strategie di medio-lungo periodo”.
“Nel tempo è divenuta uno dei luoghi privilegiati del dialogo tra le cantine e le insegne distributive, spesso caratterizzato da posizioni lontane – ha sottolineato Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, a proposito della tavola rotonda promossa con Vinitaly – Per favorire l’incontro, in un periodo non facile per le vendite del vino, abbiamo anche rinnovato la formula, che consentirà ai rappresentanti dei produttori di porre direttamente domande ai distributori, in modo che il confronto sia sempre più costruttivo”.

In Italia un milione di ettari di boschi è sostenibile

In Italia un milione di ettari di boschi è sostenibileMilano, 17 mar. (askanews) – Quasi un milione di ettari di boschi e foreste è gestito in modo sostenibile in Italia: lo rileva il rapporto 2023 di PEFC, l’ente promotore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale, presentato in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste (21 marzo).
Precisamenre salgono a 925.609,96 gli ettari di superficie certificata PEFC. Aumentano anche le aziende di trasformazione di legno e carta certificate e tra i risultati evidenziati nel rapporto spiccano anche le prime certificazioni di Servizi Ecosistemici per il benessere forestale. Cresce quindi l’attenzione all’ambiente naturale e al bosco e con questo l’interesse delle aziende a garantire il materiale di origine forestale.
“L’aumento dei costi dell’energia e delle difficoltà di approvvigionamento dovute prima alla pandemia e poi alla guerra in Ucraina, hanno creato attenzione all’ambiente naturale bosco e al prodotto naturale legno: la certificazione in Italia cresce, dimostrando l’interesse anche da parte delle aziende a scegliere di dare garanzie sul materiale di origine forestale”, spiega Francesco Dellagiacoma, Presidente PEFC Italia. “Inoltre, nonostante la sospensione delle importazioni dalla Russia e Bielorussia avvenuta nell’ultimo anno (sono 30 milioni gli ettari certificati PEFC in Russia e Bielorussia che non possono attualmente fornire materiale certificato perché dichiarato legname di guerra e quindi ‘fonte controversa’), il sistema PEFC si conferma come lo standard con la maggiore superficie forestale certificata al mondo. Le foreste, con l’assorbimento di CO2 sono una strategia contro il cambiamento climatico; ma formate da piante che vivono ben oltre 100 anni, sono anche a rischio per il cambiamento climatico: sulle Alpi qualche milione di piante sono state portate a morte dal bostrico, un piccolo coleottero che attacca l’abete rosso debilitato a seguito di Vaia”.
A livello territoriale, il Trentino Alto-Adige si conferma quindi capofila per superficie forestale certificata più estesa con 556.147,9 ettari, considerando quelli curati dal Bauernbund – Unione Agricoltori di Bolzano, le aree gestite dal Consorzio dei Comuni Trentini e dalla Magnifica Comunità di Fiemme nella provincia di Trento. Al secondo posto il Friuli Venezia Giulia, con 95.163,98 ettari, di cui la maggior parte gestiti da UNCEM FVG, mentre al terzo il Veneto con 76.294,005 ettari. Tra le regioni in crescita spiccano l’Emilia Romagna e la Toscana che hanno registrato un salto in avanti con il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che ha ottenuto la certificazione per la gestione forestale sostenibile e responsabile e la verifica dei Servizi Ecosistemici biodiversità, servizi turistico-ricreazionali e carbonio forestale. Sempre in Toscana, l’Unione dei Comuni Montani del Casentino ha certificato 5.764,57 ettari. Nelle Marche invece sono stati certificati 9.208,25 ettari di boschi.

Via Settimana Nazionale della Prevenzione Oncologica

Via Settimana Nazionale della Prevenzione OncologicaRoma, 17 mar. (askanews) – Prende il via domani, sabato 18 marzo, la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica, l’appuntamento promosso dalla LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori in sinergia con il Ministero della Salute che ha l’intento di diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di adottare un corretto stile di vita per vincere i tumori. Fino al 26 marzo le associazioni provinciali della LILT, distribuite in tutta Italia, saranno impegnate a informare, dialogare e diffondere messaggi positivi per incentivare scelte di vita salutari e virtuose, come l’adozione di un regime alimentare sano ed equilibrato, la pratica di una regolare attività fisica e l’astensione dal fumo. Semplici comportamenti che permetterebbero di evitare oltre un terzo dei tumori. Durante la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica sarà inoltre possibile effettuare, previa prenotazione al numero verde SOS LILT 800 998877, visite di controllo presso i 397 centri prevenzione e le 106 associazioni provinciali LILT in tutta Italia.
La campagna, che quest’anno ha il volto dello chef stellato Giorgio Locatelli, è stata lanciata questa mattina alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci, il quale ha tenuto a ribadire l’impegno del governo e la collaborazione con la LILT nel promuovere la prevenzione oncologica: «La prevenzione oncologica – ha dichiarato il Ministro Schillaci – è un tema al quale fin dall’inizio del mio mandato in questo Dicastero ho dato particolare risalto e attenzione. Con la LILT c’è una sinergia proficua nella battaglia contro le neoplasie, attraverso la promozione della prevenzione primaria, secondaria e terziaria. La prevenzione è centrale nel Piano Oncologico Nazionale che abbiamo approvato di recente e centrali sono le campagne informative, come quelle sugli screening oncologici che abbiamo avviato lo scorso mese da Sanremo. Incoraggiare stili di vita corretti è un impegno comune che oggi va ribadito fortemente, perché una corretta prevenzione primaria può evitare in Italia l’insorgenza di circa 90 mila nuovi casi di cancro ogni anno. Siamo impegnati a portare l’educazione ai corretti stili di vita nelle scuole primarie e secondarie, progetto al quale stiamo lavorando in collaborazione con gli altri Dicasteri interessati. È proprio dalle scuole e dai più giovani che bisogna iniziare, per trasmettere loro la cultura della prevenzione e far capire sin da piccoli quanto è importante avere cura della propria salute».
“Come on ragazzi, muovetevi!” è l’esortazione dello chef Locatelli nella campagna 2023, un invito inteso sia come sprone per praticare attività fisica, ma anche a muoversi verso la direzione di stili di vita sani: «Sono convinto che una dieta sana sia fondamentale per la prevenzione. Lancio quindi un appello al Ministro Schillaci e al presidente Schittulli a continuare questo percorso di educazione sanitaria nelle scuole. Insegnare ai bambini cosa mangiare e quali sono le proprietà dei vari alimenti è una cosa importantissima. La cucina italiana è spesso associata alla Dieta Mediterranea, quindi a una dieta sana ed equilibrata; il nostro impegno è quello di continuare a insistere su questo punto di forza, che ci viene riconosciuto anche all’estero» commenta lo chef Giorgio Locatelli, in collegamento da Londra.
Il concept della campagna SNPO 2023 punta sull’importanza della responsabilità di ognuno di noi nelle scelte quotidiane. Queste infatti, se orientate dalla corretta informazione e dalla giusta consapevolezza, potrebbero essere determinanti per vivere una quotidianità attenta e attiva, caratterizzata da un cambio di abitudini che va nella direzione della salute e dalla prevenzione.
«Ogni giorno 1.071 italiani ricevono una diagnosi di cancro e i decessi quotidiani in Italia per tumore sono 476. Solo con la riduzione dei fattori di rischio, attraverso quindi una corretta prevenzione primaria, potremmo avere il 40% in meno di casi di cancro. È ormai risaputo che la lotta contro il cancro inizia dalle decisioni quotidiane di ciascuno di noi, in particolare da ciò che scegliamo di mettere in tavola ogni giorno. Grazie alla notorietà del testimonial di quest’anno, lo chef Locatelli, ci auspichiamo che il messaggio del valore della prevenzione arrivi a più italiani possibili. Ancora oggi non tutti sanno che le errate abitudini alimentari sono responsabili di 3 casi di tumore su 10. Lo scopo della Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica è proprio quello di informare e sensibilizzare sulle singole responsabilità, e possibilità, che abbiamo per tenere lontano il rischio di tumori. Ad esempio, per ridurre la probabilità di sviluppare patologie oncologiche, optiamo per un’alimentazione sana e varia, ispirata alla Dieta Mediterranea, con cereali integrali, frutta, verdura, legumi e le dosi raccomandate di olio extravergine di oliva», questo l’intervento del presidente della LILT nazionale Francesco Schittulli.

Operatori sanità pubblica chiedono a Ue adozione urgente del Nutriscore

Operatori sanità pubblica chiedono a Ue adozione urgente del NutriscoreMilano, 17 mar. (askanews) – La European public health association, che rappresenta gli operatori sanitari del settore pubblico europeo, è scesa in campo a favore del Nutriscore (l’etichetta a semaforo), una delle quattro soluzioni per l’etichetta fronte pacco, sulle quali entro fine 2022 avrebbe dovuto esprimersi la Commissione europea. A fronte del rinvio di una proposta da parte della Commissione, l’organizzazione che riunisce associazioni e istituti della sanità pubblica in Europa, lancia un vero e proprio allarme: “Eupha è preoccupata per il fatto che il termine inizialmente annunciato dalla Commissione sia ormai scaduto e non sembra esserci alcuna indicazione formale sulla data in cui la proposta sarà pubblicata – si legge in una nota – Dei quattro schemi di etichette fronte pacco considerati nella valutazione d’impatto iniziale, il Nutriscore è l’unico che soddisfa i criteri scelti, in quanto è semplice, graduato e codificato a colori”.
Le quattro opzioni in campo sono il nutriscore francese, un “indicatore graduato” che assegna un voto complessivo agli alimenti visualizzati attraverso i colori del semaforo; i semafori inglesi, che esprimono una valutazione separata per calorie, zuccheri, sale e grassi saturi, il KeyHole dei Paesi nordici, che viene assegnato agli alimenti più salutari e infine la batteria italiana NutrInform, che fornisce informazioni sulle quantità di sale, grassi, grassi saturi e zuccheri negli alimenti e indica l’incidenza di una porzione di prodotto sul fabbisogno giornaliero.
“Nel maggio 2020, la Commissione europea ha pubblicato la sua strategia Farm to Fork, in cui si è impegnata a proporre un’etichettatura nutrizionale obbligatoria armonizzata sulla parte anteriore della confezione per consentire ai consumatori di fare scelte alimentari informate, sane e sostenibili entro il quarto trimestre del 2022” sottolinea Eupha in una nota schierandosi decisamente a favore della proposta francese del nutriscore: “La sua efficacia in termini di capacità di attrarre l’attenzione dei consumatori, essere percepita favorevolmente, essere ben compresa e avere un impatto sulla qualità nutrizionale degli acquisti è chiara. Dato il peso delle malattie croniche, è urgente un’azione preventiva”. “L’Eupha chiede pertanto alla Commissione di portare avanti le revisioni che si è impegnata a introdurre proponendo una legislazione urgente che richieda l’etichettatura obbligatoria degli alimenti con il Nutriscore in tutta l’Unione europea”..

Giornata mondiale della Felicità, indagine sul mondo del lavoro

Giornata mondiale della Felicità, indagine sul mondo del lavoroMilano, 17 mar. (askanews) – In occasione della Giornata mondiale della Felicità, Glickon, azienda italiana che opera nel settore del mercato software dell’HR tech per medie e grandi aziende, ha lanciato una survey che parte da una domanda: nell’arco della nostra vita trascorriamo oltre 90mila ore lavorando. Ma, in questo tanto tempo che trascorriamo a lavoro, siamo davvero felici?
Si parte da un presupposto: la relazione tra lavoro e felicità è necessaria per l’80% degli intervistati e per la quasi totalità (97%), essere felici, rende anche più produttivi. E poi, ci sono altri dati rassicuranti: ben oltre il 66% si dichiara contento della posizione che occupa. Per il 34% – quella posizione -, rappresenta effettivamente ciò che sognava di fare, mentre il 37% si è adattato, ma si ritiene comunque soddisfatto e sereno.
Parliamo di dati rassicuranti perché, se rapportati allo scenario di questo mercato – sempre più coinvolto da grandi fenomeni sociali, culturali ed economici come Great Resignation, Quite Quitting, Hope Fatigue, etc. – risultano essere molto positivi e incoraggianti. Non c’è quindi da stupirsi se il 46% affermi di essere disposto a cambiare il proprio lavoro, in nome della felicità, anche se dovesse rinunciare a qualcosa in termini economici o di benefit. Troverebbe così spiegazione il 65% che ha ammesso di aver vissuto “con felicità” le proprie dimissioni o il proprio licenziamento. Ma attenzione, seppur il detto “I soldi non fanno la felicità” risulti ancora valido, lo stipendio resta un parametro di felicità importante per il 62% dei partecipanti.
Cosa ci rende però davvero felici del nostro lavoro? In cima a tutto le relazioni con i colleghi e l’ambiente lavorativo (30%), seguite dalle attività specifiche di cui ci si occupa (28%), e da flessibilità, benefit e stipendio (23%). Infine, la valorizzazione del talento e l’attenzione verso il proprio percorso di crescita (19%). Quic’è ampio margine di miglioramento, soprattutto oggi, che è in atto una vera e propria corsa ai talenti: le aziende dovranno essere sempre più attente non solo ad acquisire, ma anche a saper trattenere. Invece, come cambiano i fattori di felicità tra le varie generazioni? Per la Generazione Z e i Millennial, ad esempio, la qualità delle relazioni e la sostenibilità del tempo delle persone è più importante (16%) rispetto alla Generazione X e ai Boomer (12%). Così come la trasparenza e l’etica della realtà per cui si lavora (15% vs 12%). Contrariamente per gli over 40 il benessere psico-fisico (25% vs 20%) risulta essere un elemento più importante insieme alla valorizzazione economica e i benefit (19% vs 17%). Quasi cross-generazionali invece: crescita e sviluppo personale (24% per under 40 vs 22% over 40), che per dato risulta essere il valore di maggior rilievo, e condivisione dei valori del brand o società per cui si lavora (6%).
“Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare nemmeno un giorno della tua vita” resta il mantra del 67% degli intervistati, ma alla domanda “Riesci ad avere un buon work-life-balance tanto da renderti felice e serena/o?” Il panel si divide quasi a metà con una leggera maggioranza verso il “NO” (51%). Glickon ha quindi chiesto a Monica Bormetti, psicologa del lavoro che si occupa di formazione e coaching su work-life balance e benessere digitale, 5 consigli per essere più felici o ritrovare la propria felicità partendo da noi stessi: fare dipendere la felicità dal tuo “centro” e non dalle condizioni esterne; coltivare gli ormoni della felicità con relazioni positive; individuare piccoli rituali di benessere per favorire il work-life balance; imparare a trovare “il bello” nelle attività che svolgi e infine accogliere nel proprio percorso professionale le opportunità inaspettate.