Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Back to Italy: come far rientrare i cervelli in fuga

Back to Italy: come far rientrare i cervelli in fugaRoma, 18 mar. (askanews) – Solo a gennaio 2024, secondo Unioncamere, sono 250mila i posti di lavoro vacanti senza copertura. Numeri importanti che evidenziano l’ormai annoso problema della mancanza di manodopera. Da qui, l’idea di un gruppo di imprenditori che lavora per far rientrare nel nostro Paese le competenze necessarie utili alle aziende. “Si tratta di un tema di vitale importanza per il nostro Paese -spiega in una nota Gerardo Sine, Ceo di Fenix – e, proprio per questo, stiamo per lanciare ‘Back to Italy’, una innovativa piattaforma tech che rivoluzionerà il mercato, attraendo i migliori talenti italiani che oggi risiedono all’estero. Si tratta, quindi, di far rientrare in Italia i ‘cervelli in fuga’”.



Chi infatti decidesse, avendone i requisiti, di fare questa scelta avrebbe la possibilità di veder tassare solo il 50% del reddito ivi prodotto per i primi cinque anni e, nel caso di figli a carico, il beneficio salirebbe al 60%. “Un’agevolazione -ricorda Gerardo Sine- valida per 5 anni più ulteriori 5 anni in presenza di un figlio. Si tratta di una misura molto favorevole che sta riscuotendo grande successo. Lavoriamo oltre 200 pratiche ogni anno e il nostro lavoro è, come si dice in questi casi, a 360 gradi. Curiamo non solo l’aspetto lavorativo ma ci occupiamo anche di tutte le necessità che sorgono dovendo spostarsi da un altro Paese, molto spesso da un altro continente. Parlo dunque degli aspetti fiscali e legali ma anche di aspetti più pratici come, ad esempio, la ricerca dell’abitazione dove andare a vivere”. L’obiettivo centrale del progetto “Back to Italy” è realizzare un’architettura informatica interattiva e multifunzionale che permetta il matching tra le aziende del territorio nazionale in cerca di determinate figure professionali mancanti e italiani residenti all’estero con intenzioni di risiedere in Italia, il tutto attraverso l’ausilio di sistemi e algoritmi complessi che superino i classici limiti di un semplice matching ontologico.


“Per fare ciò – prosegue Sine – non è solo necessario generare il collegamento tra azienda e utente, ma è necessario creare le condizioni utili al perseguimento dell’obiettivo, integrando i servizi per una corretta integrazione come: la certificazione delle competenze, i corsi di formazione, le soluzioni immobiliari, le pratiche legali, l’assicurazione e altro ancora”. Il risultato di questa architettura, rassicurano dall’azienda, sarà un sistema integrato formato da una piattaforma di frontend con funzioni di data mining e una di backend con funzioni gestionali. La piattaforma inoltre favorirà la diffusione del know-how e delle best practice al fine di capitalizzare e amplificare i risultati ed esperienze apprese da tutti i soggetti del network che si verrà a comporre. La creazione di sinergie con il mondo pubblico – privato e la valorizzazione economica del know-how e della rete, sono volti a generare valore e a garantire il proseguimento delle attività del progetto con una visibilità nazionale, europea ed internazionale.


Il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione, poi, rendono il progetto quanto mai attuale: “Si stima -afferma ancora Gerardo Sine- che nel 2050 le persone con più di 65 anni rappresenteranno, nel nostro Paese, un numero pari all’incirca al 35% del totale. Vogliamo contrastare il costante declino demografico del nostro Paese perché, ogni anno, si registrano più morti che nascite tanto è vero che le nascite nel 2021 sono scese sotto la soglia di 400 mila, una cifra record, in negativo, dall’Unità d’Italia”. “Back to Italy” avrà anche lo scopo di offrire servizi essenziali per favorire il rientro e di certificare le competenze degli utenti. “Il progetto -conclude Sine- vuole migliorare l’impatto della cosiddetta immigrazione di ritorno e, più in generale, lo sviluppo del tessuto produttivo nazionale. La nuova piattaforma, insomma, offrirà figure professionali qualificate alle grandi aziende, alle Pmi e, perché no, alle start up. Crescerà così il livello del sistema Italia e ci saranno ricadute significative anche sul piano sociale. E’ arrivato il momento di ripartire e invertire queste tendenze negative”.