
Banche, Buch: da fusioni transfrontaliere Ue benefici e lati negativi
Banche, Buch: da fusioni transfrontaliere Ue benefici e lati negativiRoma, 10 apr. (askanews) – Le fusioni bancarie trans frontaliere in Europa offrono potenziali benefici, “consentendo alle banche di fare un miglior uso delle tecnologie più all’avanguardia, di sfruttare le economie di scala e di migliorare la diversificazione del rischio”. Tuttavia al tempo stesso “hanno anche dei lati negativi. Banche grandi e più complesse devono essere ben gestite, specialmente in tempi di accresciuti rischi geopolitici. Le banche devono avere buone governance e meccanismi di gestione del rischio in grado di intervenire su potenziali situazioni negative. Devono essere ben regolate e vigilate”. Lo ha affermato la presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch, nel suo discorso oggi alla scuola economica di Varsavia.
Buch è intervenuta in termini generali su un tema reso di stretta attualità da alcuni mesi dalle manovre dell’italiana UniCredit con l’obiettivo di una possibile aggregazione con la seconda banca della Germania, Commerzbank. Prima di questo caso, la versione ufficiale delle autorità Ue e anche della Germania era di chiaro sostegno alle fusioni trans frontaliere. Poi in Germania sono arrivate sfumature o aperte ostilità, specialmente nel panorama politico e sindacale.
La tedesca Buch, per parte sua, ha mostrato un certo equilibrismo su questo tema potenzialmente spinoso con i suoi connazionali, rilevando che “al momento l’Europa non sta sfruttando pienamente questi benefici” dalle aggregazioni transfrontaliere di banche. “I depositi trans frontalieri sono ridotti, fusioni e acquisizioni sono state limitate e i portafogli delle banche hanno una forte impronta sul mercato interno. Bisogna fare di più per rimuovere le barriere all’integrazione – ha detto – incluse quelle che derivano da differenze nelle normative Nazionali”. Secondo Buch “una regolamentazione, una vigilanza solida assicurano che la gestione delle banche agisca a beneficio di tutti i portatori di interesse, in particolare dei correntisti e dei contribuenti che potrebbero essere a rischio” se le banche dovessero fallire.
La vigilanza bancaria europea “fornisce le fondamenta per più integrazione e competizione in una maniera che non sacrifica la resilienza delle banche. Ma serve il supporto di altre aree di policy – ha concluso – per rimuovere le barriere rimanenti all’integrazione, mantenendo un solido quadro regolamentare”. (fonte immagine: ECB 2025).