Banche, De Guindos (Bce) vuole fusioni Ue e bacchetta su depositi
Banche, De Guindos (Bce) vuole fusioni Ue e bacchetta su depositiRoma, 29 nov. (askanews) – Richiamo alle banche a impegnarsi in manovre di consolidamento su scala europea e bacchettata sui mancati aumenti dei tassi sui depositi. Secondo il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos nell’area euro “ci sono molte banche”, e per questo sarebbe auspicabile “un movimento di consolidamento”, soprattutto a livello pan europeo per “aiutare a trovare una soluzione”. In una intervista a Der Standard e La Libre Belgique, il numero due della Bce avverte: “la vera domanda da porsi riguarda il modello di attività tradizionale delle banche. Bisogna trovare nuovi fonti di ricavi e il numero di sportelli deve essere ridotto”.
“Presumo che gli investitori si defilino dalle banche perché il livello di redditività non risponde alle loro aspettative. Penso – prosegue – che dovrebbe esserci un approfondimento del movimento di consolidamento transfrontaliero”, peraltro supervisionato da un’autorità di vigilanza unica nell’ambito di un quadro di politica monetaria unica. Quanto ai mancati aumenti dei tassi sui depositi bancari non vincolati, che nonostante l’aumento dei tassi di riferimento da 450 punti base nei mesi passati restano poco sopra lo zero in molti Paesi “la nostra posizione è molto chiara – dice De Guindos -: se i tassi della Bce aumentano non è che questo deve traduris unicamente sui prestiti, ma anche sui depositi. Penso effettivamente che le banche dovrebbero riflettere la risalita dei tassi. La nostra politica monetaria non punta unicamente a rendere i prestiti più cari. Un aumento dei tassi sul risparmio consente di rendere il risparmio più attraente e di ridurre simultaneamente il potenziale di consumo. E quello che vogliamo – ricorda – è diminuire la domanda aggregata e in questo modo frenare l’inflazione”.
“Penso che le banche rinviano un po’ il rialzo ma un giorno o l’altro i tassi più elevati sui depositi diventeranno una realtà”, aggiunge. Infine, sulla frenata del mercato immobiliare e la contrazione che in particolare ha investito l’immobiliare commerciale “il calo è forte ma l’esposizione delle banche a questo settore è relativamente limitata. Sono soprattutto gli attori non bancari come fondi immobiliari che sono più toccati. Ma il sistema finanziario è fortemente interconnesso – riconosce -. Le banche sono esposte indirettamente, tramite dei prestiti ai fondi di investimento. Cosa che ci obbliga a avere un approccio olistico”.