Banche, Srep eurozona stabile, Bce alza lievemente requisito Cet1
Banche, Srep eurozona stabile, Bce alza lievemente requisito Cet1Roma, 19 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha completato il processo annuale di revisione e valutazione del sistema bancario sull’area euro (Srep, o Supervisory Revue and Evaluation Process) che mostra un punteggio stabile rispetto allo scorso anno. Questa procedura viene utilizzata dall’istituzione per determinare i requisiti patrimoniali prudenziali supplementari, marginalmente aumentati, e stabilire eventuali misure specifiche per rimediare a carenze delle banche.
Con un comunicato, la Bce spiega che il settore bancario dell’area euro ha continuato a mostrarsi resiliente quest’anno e che in media gli istituti di credito hanno mantenuto solide posizioni patrimoniali e di liquidità, “ben al di sopra dei livelli regolamentari. La redditività delle banche è tornata a livelli che non si vedevano da un decennio – prosegue l’analisi – rafforzando la loro capacità di affrontare shock esterni, come dimostrato da tre test test Ue”. Tuttavia secondo la Bce la debolezza delle prospettive economiche e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento restano un elemento di rischio per le banche. Il rapido aumento dei tassi di interesse ha aiutato al sostenere la redditività ma questo effetto “andrà diminuendo mentre trasferiscono tassi più alti ai depositi” (cosa che in realtà non sembra così rapida, almeno sui depositi a vista).
Al tempo stesso, secondo l’istituzione gli alti tassi hanno contribuito ad aumentare i rischi su credito e sulla valutazione di attivi e liquidità. Il risultato della valutazione Srep è rimasto stabile al 2,6 punti, con il 70% delle banche che hanno mostrato lo stesso punteggio dello scorso anno, il 14% livelli più bassi, prosegue la Bce, e il 15% livelli più elevati. Sulla base di queste valutazioni i livelli di patrimoniali specifici per istituto sul Coefficiente patrimoniale Cet1 da Pillar II sono stati aumentati lievemente all’1,2% degli attivi ponderati per il rischio, rispetto all’1,1% dello scorso anno.