Bankitalia, attività economica del Lazio +1,2% nel primo semestre
Bankitalia, attività economica del Lazio +1,2% nel primo semestreRoma, 10 nov. (askanews) – Nel primo semestre del 2023 l’attività economica nel Lazio è cresciuta dell’1,2 per cento, in misura inferiore a quanto registrato nello stesso periodo dello scorso anno e in linea con il dato nazionale. Lo riporta la Banca d’Italia nel suo rapporto annuale sull’economia del Lazio e in base al relativo Indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter).
L’espansione ha perso vigore per effetto dell’indebolimento della domanda interna, che ha riflesso l’inasprimento delle condizioni di accesso al credito e la perdita del potere d’acquisto delle famiglie dovuto all’inflazione. Contestualmente, spiega l’istituzione, si è verificata una diminuzione delle esportazioni, che hanno risentito anche della dinamica poco vivace del commercio internazionale. In un contesto di complessivo rallentamento, l’andamento dell’attività economica è risultato migliore nel settore dei servizi, trainato dai comparti che hanno beneficiato dell’incremento dei flussi turistici; alla crescita si è accompagnato un moderato aumento della spesa per investimenti.
Anche nelle costruzioni l’espansione è proseguita, prosegue Bankitalia, grazie allo stimolo proveniente dal rafforzamento degli investimenti pubblici. L’attività nel settore dell’industria, sebbene si siano attenuate le difficoltà legate all’approvvigionamento di beni intermedi, ha risentito di più della decelerazione dei consumi e della debolezza del commercio estero; gli investimenti hanno ristagnato. Tuttavia, il comparto della chimica, gomma e plastica ha mostrato un andamento più dinamico. Le aspettative per i prossimi mesi delle aziende dell’industria in senso stretto e dei servizi intervistate dalla Banca d’Italia sono sostanzialmente stabili; la spesa in beni capitali in entrambi i settori è considerata in lieve aumento. La situazione economica rimane nel complesso favorevole, si legge, con una quota elevata di imprese che prevede di chiudere in utile l’anno in corso; la liquidità a disposizione si è confermata abbondante.
Sempre nei primi sei mesi dell’anno l’andamento del mercato del lavoro nel Lazio è stato positivo: l’occupazione è cresciuta più che in Italia, superando i livelli precedenti la pandemia; la disoccupazione è diminuita. Sono aumentati sia i lavoratori dipendenti sia gli indipendenti; la crescita occupazionale è riconducibile principalmente ai servizi, che continuano a beneficiare dell’incremento dei flussi turistici. Il ricorso alle ore di Cassa integrazione guadagni si è ridotto, più che in Italia, riportandosi ai valori che caratterizzavano gli anni antecedenti l’emergenza sanitaria. La popolazione in età da lavoro è diminuita, ma la partecipazione al mercato del lavoro è aumentata; è di conseguenza cresciuto il tasso di attività. Passando ai consumi delle famiglie, secondo il rapporto nel 2023 dovrebbero aumentare, seppure in misura inferiore rispetto allo scorso anno; sulla dinamica incide il tasso d’inflazione ancora elevato, anche se in calo rispetto ai massimi del 2022 grazie alla riduzione dei prezzi dell’energia e del gas.
Intanto in un contesto di normalizzazione della politica monetaria, nel primo semestre del 2023 i prestiti al settore privato non finanziario sono diminuiti, risentendo di una riduzione della domanda di credito. Il calo è stato trainato dai finanziamenti alle imprese, per i quali si è osservato anche un irrigidimento dei criteri di offerta. Per il comparto produttivo il calo della domanda ha interessato sia la componente connessa con gli investimenti sia quella volta a coprire il capitale circolante. I finanziamenti alle famiglie hanno sensibilmente rallentato, soprattutto nella componente legata ai mutui per acquisto di abitazioni. Sia per le famiglie sia per le imprese è proseguito l’aumento del costo del credito. Nel primo semestre del 2023 la qualità del credito erogato alla clientela non ha mostrato effettivi segnali di peggioramento. Il tasso di deterioramento è rimasto su livelli inferiori a quelli del periodo precedente la pandemia. I depositi bancari sono sensibilmente diminuiti, a fronte di un aumento del valore dei titoli a custodia. Famiglie e imprese hanno ricomposto i loro portafogli a favore di titoli di Stato e obbligazioni. Su tale dinamica, conclude Bankitalia, ha inciso l’accresciuto rendimento associato a queste forme di investimento, in connessione con il rialzo dei tassi di interesse.