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Bankitalia: aumento dazi Usa avrebbe pesante effetto su Pmi italiane

| Redazione StudioNews |

Bankitalia: aumento dazi Usa avrebbe pesante effetto su Pmi italianeRoma, 17 gen. (askanews) – Un inasprimento dei dazi commerciali da parte degli Stati Uniti “avrebbe effetti significativi sulle aziende italiane che esportano verso il mercato statunitense, soprattutto le piccole e le medie. In aggiunta agli effetti diretti, le restrizioni commerciali potrebbero colpire anche i produttori che, pur non esportando direttamente, forniscono input intermedi incorporati nei beni destinati agli Usa”. Lo afferma la Banca d’Italia, in una analisi contenuta nell’ultimo Bollettino economico.



“Peraltro, l’elevata incertezza sulle politiche commerciali – osserva lo studio – può costituire di per sé un freno consistente agli investimenti”. “Il nostro paese – dice Bankitalia – è significativamente esposto alle ripercussioni di incrementi dei dazi da parte degli Stati Uniti, che rappresentano la seconda destinazione, dopo la Germania, delle vendite estere di beni dell’Italia. L’incidenza del mercato di sbocco statunitense è pressoché raddoppiata dall’inizio dello scorso decennio, collocandosi all’11 per cento del totale delle esportazioni nel 2023 (63 miliardi di euro)”.


L’analisi giunge a pochi giorni dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, che ha ripetutamente manifestato l’intenzione di rimettere mano ai dazi commerciali. “Gli Stati Uniti costituiscono un mercato di destinazione per quasi un terzo delle aziende esportatrici italiane – osserva Bankitalia -. Poco più della metà delle vendite verso questo paese è realizzata da grandi imprese (con almeno 250 addetti), con un’esposizione media pari al 5 per cento del fatturato e al 15 per cento delle proprie esportazioni. Per le imprese piccole e medie il mercato americano risulta relativamente più rilevante (in media, circa il 7 per cento del fatturato e il 27 per cento delle esportazioni). A questa classe dimensionale – si legge – appartiene inoltre la quasi totalità degli esportatori caratterizzati da un’esposizione particolarmente elevata verso gli Stati Uniti”.