Bari, dopo la rottura nel campo largo la speranza “terzo uomo”
Bari, dopo la rottura nel campo largo la speranza “terzo uomo”Bari, 5 apr. (askanews) – Il Terzo uomo è il titolo di un noir del 1949 vincitore del Festival di Cannes, Totò terzo uomo uscì due anni dopo con intenti decisamente meno drammatici. La ricerca del “terzo uomo” da candidare alla poltrona di sindaco è al momento l’ultima speranza per il devastato “campo largo” del centrosinistra a Bari: resta da verificare se i prossimi sviluppi della trama piegheranno verso il noir o la parodia. Le primarie fra Vito Leccese, capo di gabinetto del sindaco uscente Antonio Decaro, e il “civico” di sinistra Michele Laforgia, sono saltate dopo che una nuova inchiesta giudiziaria per corruzione elettorale ha messo in luce pratiche di compravendita dei voti – tutte da provare sul piano giudiziario -che fanno riferimento a un’area interna al centrosinistra barese, tanto da costringere alle dimissioni immediate Anita Maurodinoia, l’assessora ai Trasporti della Regione presieduta da Michele Emiliano. Giovedì quindi il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha annunciato lo strappo, seguito dallo stesso Laforgia, che anzi ora rivendica lo stop: “Ho proposto a Vito Leccese di sospendere di comune accordo l’organizzazione delle primarie. L’ho fatto prima che il presidente Conte annunciasse l’analoga posizione del Movimento 5 stelle”.
Il leader del M5S riunisce a Bari nel pomeriggio i suoi per blindare la scelta di andare avanti fino alle elezioni dell’8 e 9 giugno con la candidatura di Laforgia, indipendentemente dalle opinioni degli “alleati”, virgolette d’obbligo. “Non accettiamo mancanze di rispetto e nessuno si può permettere di dire che il Movimento 5 stelle è sleale”, dice Conte smentendo le veline di fonte Pd che lo accusavano di essersi negato al telefono con la segretaria Elly Schlein. Feriti nell’onore, i Verdi rappresentati rivendicano la lunga storia politica e amministrativa di Leccese, “persona specchiata”, dice Angelo Bonelli, che però si colloca fra i pontieri e quindi non esclude il passo indietro del candidato del Pd (con un passato da parlamentare verde). “E’ una scelta che può fare solo Vito Leccese”, precisa il leader ecologista; scelta che comunque presuppone il contestuale ritiro di Laforgia. La ricerca del terzo uomo è la priorità assoluta per Bonelli e il suo socio in Alleanza Verdi Sinistra Nicola Fratoianni, anche lui segnalatosi fra quanti vorrebbero una ricucitura, chiedendo una assunzione di responsabilità ai due sfidanti che suona anche come un segno di cautela rispetto alla puntata massima fatta da Conte e Laforgia, che hanno chiesto il passo indietro del candidato del Pd: “A Bari – sottolinea invece il leader di Sinistra italiana – ci sono due ottimi candidati, Laforgia e l’altrettanto valido Leccese. A loro dico: incontratevi e parlate”. Fra i sostenitori della soluzione “terzo uomo” si arruola Goffredo Bettini, non così influente come ai tempi del governo Conte 2 ma pur sempre una voce di peso fra i dem: “Faccio un appello – dice – sia a Conte che al Pd per ritirare i rispettivi candidati”. Si fa sentire fra i dem Andrea Orlando: “Quello di Conte – accusa – è un tentativo un po’ furbetto di speculare su un passaggio che vede in difficoltà un alleato. Quello che voglio dire è questo però: oggi puoi anche fare una mossa che toglie un punto al Pd e lo mette un po in difficoltà a livello nazionale, domani sei quello che ha consegnato Bari alla destra e questo vale tanto per Conte che per Laforgia”. Anche Orlando caldeggia la soluzione di “cercare una terza figura” ma i suoi toni non sono graditi nell’entourage di Laforgia, dove si fa notare “la grande agitazione” che regna al Nazareno: di certo non un benvenuto da parte di una figura chiave. Senza una disponibilità al dialogo di Laforgia, però, la missione dei pontieri è destinata al fallimento. Nel centrosinistra barese c’è chi fa notare che la realtà civica che ha dato vita alla candidatura di Laforgia è in campo da tempo e non accetterà facilmente di essere messa da parte per disposizioni arrivate da Roma. Un alto dirigente Pd giura al cronista che “Leccese al primo turno di giugno vale almeno il 40 per cento” ed è probabile che nella manifestazione del pomeriggio a sostegno di Leccese, con Schlein, Emiliano, Decaro e Bonelli, i toni siano abbastanza in linea con queste previsioni ottimistiche. Ma poi i cacciatori del “terzo uomo” dovranno ricominciare il loro lavoro di tessitura, sperando che i fronti avversi non abbiano nel frattempo bruciato tutti i ponti.
A margine dello scontro si colloca l’ennesima polemica fra Matteo Renzi e Conte. Il primo accusa il secondo di essere una banderuola, il secondo con i cronisti si rifiuta di andare oltre un commento sprezzante: “La politica non può ridursi a burla o barzelletta”. Ma il leader di Iv gli chiede conto della presenza dei 5 stelle pugliesi nella giunta regionale di Emiliano toccata dallo scandalo. Un altro capitolo della fibrillazione che potrebbe ancora aprirsi, in teoria, nelle prossime settimane.