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Bassorilievo di Daniele Milvio a ingresso nuova torre della Scala

Bassorilievo di Daniele Milvio a ingresso nuova torre della ScalaMilano, 11 dic. (askanews) – Al Teatro alla Scala è stato annunciato questa mattina il vincitore del concorso per l’opera d’arte che troverà posto all’ingresso della nuova torre progettata da Mario Botta in via Verdi, 3. La commissione, composta dall’Architetto Mario Botta, dagli artisti Maurizio Cattelan e Marzia Migliora, dalla dottoressa Sara Gnagnetti per la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano e presieduta dal Direttore della Comunicazione del Teatro alla Scala Paolo Besana ha scelto il progetto presentato dall’artista Daniele Milvio, assegnando due menzioni speciali ai progetti presentati dagli artisti Arcangelo Sassolino e Nico Vascellari.



L’opera prescelta, un bassorilievo in bronzo fuso a cera persa delle dimensioni di 102x319x18 cm dal titolo “Sipario”, ha saputo coniugare valori di qualità artistica, aderenza al tema proposto, coerenza con il contesto architettonico, durabilità e inserimento nel contesto urbano. “L’opera di Daniele Milvio non è solo una reinterpretazione di un simbolo della Scala – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – ma un gesto che lega la memoria storica della città al suo presente in continua evoluzione. Collocare un sipario in bronzo all’ingresso della nuova torre progettata da Mario Botta significa trasformare uno spazio architettonico in un luogo che racconta, che accoglie e che invita a riscoprire il valore della cultura nella vita urbana. Milano conferma così la sua vocazione a essere una città dove arte e architettura si intrecciano per dare nuova forma alla bellezza condivisa”.


Il concorso era stato indetto da Aria (Azienda Regionale per l’Innovazione e gli acquisti) nel febbraio 2024 in ottemperanza alla Legge 717/49 che prevede la realizzazione di opere d’arte negli edifici pubblici di nuova costruzione e contemplava l’ideazione, la progettazione, la realizzazione e l’installazione di un’opera d’arte avente carattere durevole, da inserire nella facciata della nuova palazzina, accanto all’ingresso. Il bando specifica che l’opera deve essere inedita ed espressione di un progetto artistico volto a sviluppare il tema posto a base del concorso “Musica e Architettura”. All’artista era richiesto di predisporre una proposta artistica nella forma ritenuta più idonea, ma in dialogo con il progetto architettonico della Nuova Palazzina, prevedendo l’adozione di forme e motivi adatti al contesto e tenendo conto dell’ambito previsto per la sua collocazione. Le tecniche e i materiali per la realizzazione dell’opera erano a discrezione dagli artisti, purché assicurate le caratteristiche di staticità, stabilità, durata nel tempo, idoneità al contesto di riferimento, semplicità ed economicità di manutenzione, sicurezza degli utenti.


Nelle parole dell’artista, Daniele Milvio, “Sipario” rappresenta “le caratteristiche morfologiche di una porzione di sipario della Scala, per la precisione la parte centrale, in corrispondenza dell’apertura. Le proporzioni sono quelle reali, la porzione in oggetto rispetta le dimensioni massime dell’opera, il bronzo e la fusione e cera persa sono particolarmente adatti alla resa dei tessuti, delle ricchezze verticali tipiche dei sipari, dei loro ricami, della loro plasticità. Il sipario risulterà leggermente socchiuso. Riflettendo sul tema del concorso ho pensato di approfondire la mia conoscenza dell’architettura scenica, affidandomi ai testi di Giacomo Torelli e Bruno Mello. Ho ragionato sulla struttura del sipario e sulle sue mutazioni nel tempo, approfondendone tanto gli aspetti funzionali quanto quelli simbolici. Il sipario della Scala è un oggetto di incredibile duttilità, una quantità di scelte stilistiche possono essere mediate dalle sue molte possibilità di movimentazione, imprimendogli una vitalità che lo allontana dal campo degli esseri inanimati. Ho deciso di dedicarmi e di illustrare il momento esatto in cui il sipario, ancora chiuso, si intitola la funzione di separazione tra due mondi, due mondi che troveranno motivi di familiarità durante lo svolgimento, e che finiranno col coincidere, ma che ancora in quel momento hanno una conoscenza mediata l’uno dell’altro”. Il bando prevede l’installazione dell’opera realizzata in 180 giorni. La prima fase della realizzazione sarà proprio il rilievo in loco delle dimensioni e caratteristiche del sipario reale, per una resa il più possibile fedele dell’oggetto originale.