Bce, altolà colombe su rialzo tassi: non ripetere l’errore del 2011
Bce, altolà colombe su rialzo tassi: non ripetere l’errore del 2011Roma, 12 ott. (askanews) – Alla riunione di settembre del Consiglio direttivo della Bce, qualcuno, tra le “colombe”, ha messo in guardia dal fatto che aumentando ancora i tassi di interesse si rischiava di ripetere lo storico errore del 2011, quando la crisi dei debiti pubblici costrinse la banca centrale ad una rapida inversione di marcia rispetto alla manovra rialzista che aveva avviato. Questo inedito dettaglio – non era stato riferito dalla presidente Christine Lagarde nella conferenza stampa esplicativa – emerge dai verbali pubblicati oggi dall’istituzione, sulla riunione che si è svolta il 13 e 14 settembre.
In quella occasione è stato poi deciso a maggioranza di alzare ancora i tassi di 25 punti base, all’attuale 4,50%. Una componente minoritaria del Consiglio direttivo, coloro che solitamente vengono definiti “colombe” avrebbe preferito non operare questo ulteriore aumento. E una delle argomentazioni sollevate è stata appunto che “un ulteriore aumento dei tassi rischiava di ripetere la situazione che si era verificata nel 2011, quando si dovette invertire rapidamente la rotta rispetto agli aumenti dei tassi – riportano i verbali – di fronte alle conseguenze della crisi sui debiti pubblici”. Le colombe hanno inoltre sostenuto che se si poteva raggiungere il target di inflazione (2%) per la fine del 2025 tramite un tasso più basso, si aumentavano le probabilità di un “atterraggio morbido” dell’economia e che questo “sarebbe stato preferibile”.
Invece ha prevalso la tesi rialzista, sostenuta dai “falchi” e da una maggioranza di favorevoli che i verbali definiscono “solida”. Tra le varie argomentazioni usate, costoro hanno sostenuto che alzare ancora i tassi avrebbe dato “un forte segnale sulla determinazione del Consiglio di riportare l’inflazione al livello obiettivo in maniera tempestiva”. E che invece scegliere una pausa alla prima occasione in cui il rialzo dei tassi fosse più in bilico sarebbe stato interpretato come un “indebolimento della determinazione della Bce”, riportano ancora i verbali. Secondo questa componente maggioritaria, una pausa inoltre sarebbe stata interpretata come un segnale che il ciclo rialzista fosse finito. E che questo “avrebbe aumentato i rischi di rimbalzo dell’inflazione”. Al Consiglio direttivo della Bce partecipano i governatori di tutte le banche centrali dell’area euro, oltre al presidente, il vicepresidente e i componenti del comitato esecutivo della Bce stessa.