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Bce-Bei-Ue-Eurogruppo: completare l’Unione dei mercati dei capitali

Bce-Bei-Ue-Eurogruppo: completare l’Unione dei mercati dei capitaliRoma, 9 mar. (askanews) – L’Europa “deve accelerare la transizione verde e digitale”, e a questo scopo “dobbiamo completare l’unione dei mercati dei capitali per fornire finanziamenti efficaci”. E’ l’appello lanciato congiuntamente dai cinque presidenti di istituzioni o organismi Ue: Christine Lagarde della Bce, Werner Hoer della Bei, Charles Michel, del Consiglio europeo, Ursula von der Leyen, della Commissione europea e Paschal Donohoe, dell’Eurogruppo.
“L’Unione europea è determinata ad accelerare la sua transizione verde e digitale. Le decisioni che adottiamo oggi faranno sentire i loro effetti sulle generazioni future. È nostra responsabilità collettiva prendere le decisioni giuste. La creazione di industrie a zero emissioni nette, il rafforzamento della competitività tecnologica e la diversificazione delle catene di approvvigionamento – scrivono in un articolo – saranno essenziali per mantenere la prosperità e la sovranità strategica dell’Europa nei decenni a venire”.
“Il fabbisogno di finanziamento è enorme e la quota maggiore dovrà provenire da capitali privati. Il ruolo degli investimenti pubblici è quello di fornire orientamenti strategici e incentivare l’apporto massiccio di capitali privati anche, ma non solo, attraverso il coinvolgimento del gruppo Banca europea per gli investimenti e delle banche di promozione nazionali. Procediamo con eccessiva lentezza sull’unione dei mercati dei capitali – avvertono i 5 presidenti Ue -. Sin dalla sua creazione trent’anni or sono, il mercato unico sostiene la prosperità dell’Europa eliminando gli ostacoli agli scambi all’interno dell’Unione e attirando investimenti esteri. E l’Unione economica e monetaria è stata un ulteriore motore dell’integrazione dei mercati. Tuttavia, da troppo tempo procediamo con eccessiva lentezza su un elemento costitutivo essenziale: l’unione dei mercati dei capitali”.
“Attualmente le banche europee forniscono il grosso dei finanziamenti agli investimenti. Ma, da sole, non possono aiutare l’Ue a vincere la gara globale a chi investe di più, soprattutto rispetto agli Stati Uniti. I prestiti bancari e i mercati obbligazionari rappresentano rispettivamente il 75% e il 25% dei prestiti alle imprese nell’Ue, mentre negli Stati Uniti vale il contrario”, rileva l’articolo congiunto.
“Le nostre start-up e scale-up sono alla ricerca di capitali. Le imprese, in particolare le Pmi, hanno difficoltà a trovare i finanziamenti pazienti e rischiosi di cui hanno bisogno per investire nella transizione verde e digitale. Ad esempio, la capitalizzazione del mercato azionario dell’Ue è pari a meno della metà di quella degli Stati Uniti, in percentuale del Pil, ed è anche inferiore a quella di Giappone, Cina e Regno Unito. Eppure – rimarcano i 5 presidenti Ue – gli europei risparmiano molto di più degli americani”.
“Spetta a noi fare in modo che le imprese europee abbiano le opportunità di finanziamento che cercano, qui, nell’Ue. Abbiamo bisogno di un’unione dei mercati dei capitali che convogli gli ingenti risparmi dell’Europa verso i motori della crescita di domani. Dobbiamo superare l’attuale mosaico di quadri nazionali – prosegue l’articolo – e in alcuni casi l’insufficiente sviluppo dei mercati dei capitali, per sfruttarne appieno il potenziale. L’Ue ne uscirà rafforzata in quanto destinazione di investimento e l’euro sarà una valuta ancora più attraente”.
“L’Ue ha già compiuto alcuni passi decisivi nella creazione di un mercato unico dei capitali. Dobbiamo tuttavia intensificare i nostri sforzi e accrescere le nostre ambizioni per rimuovere i restanti ostacoli al finanziamento transfrontaliero e consentire una più profonda armonizzazione. Occorrono tra l’altro norme più allineate in materia di insolvenza, informazioni finanziarie più facilmente accessibili, un accesso semplificato ai mercati dei capitali, in particolare per le imprese più piccole, solide infrastrutture di mercato e una vigilanza più integrata dei mercati dei capitali”.
“L’approfondimento dell’unione dei mercati dei capitali richiede uno sforzo collettivo, che coinvolga i responsabili delle politiche e i partecipanti al mercato in tutta l’Unione. Richiede una forte volontà politica e un forte senso di titolarità a tutti i livelli di governo. Richiede che il Parlamento europeo e gli Stati membri in sede di Consiglio concludano con urgenza i negoziati sui testi legislativi fondamentali. Richiede coraggio e apertura al cambiamento. Siamo determinati a conseguire progressi. Il fattore tempo è determinante. Negli ultimi due decenni abbiamo compiuto notevoli passi avanti verso l’integrazione finanziaria dell’Europa, ma è giunto il momento di mostrare maggiore ambizione. Un’autentica unione dei mercati dei capitali è a portata di mano. I prossimi decenni vedranno la più grande trasformazione industriale dei nostri tempi. Ne dipenderà la nostra competitività a lungo termine. Facciamo in modo di disporre del capitale necessario per realizzarla”.
L’articolo è stato pubblicato come editoriale in vari quotidiani e siti Internet europei.