Bce, il capo economista Lane: fari su contrattazioni salariali
Bce, il capo economista Lane: fari su contrattazioni salarialiRoma, 1 feb. (askanews) – Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea esaminerà attentamente gli esiti della tornata di contrattazioni salariali che si sta svolgendo in vari Paesi dell’area euro in questo primo trimestre dell’anno. E completata questa fase, nei dati che arriveranno ad aprile, cercherà quei segnali che diano “maggiore fiducia” sul fatto che l’inflazione sia incanalata su un percorso per tornare ai livelli obiettivo. Lo ha ribadito il capo economista della Bce, Philip Lane intervenuto oggi a Roma su politica monetaria e inflazione ad un evento organizzato dall’Istituto Einaudi per gli studi economici e finanziari assieme alla Banca d’Italia.
Lane non ha voluto sbilanciarsi a fare previsioni sulla tempistica del primo taglio dei tassi di interesse. Il tema resta sotto i riflettori, specialmente dopo che ieri il presidente della Federal Reserve, la banca centrale statunitense, Jay Powell ha il più possibile esplicitamente escluso che si possa procedere a un taglio dei riferimenti sul dollaro già a marzo. Un aspetto su cui Lane ha invece voluto rispondere è quello di rassicurare sul fatto che la Bce presta attenzione al fatto di non creare danni non necessari all’economia e che vuole evitare che l’inflazione finisca sotto il suo livello obiettivo.
Il capo economista ha rimarcato che nel 2021 l’istituzione ha deciso una revisione alla strategia con cui è stato ridefinito l’obiettivo di inflazione al “2% simmetrico”. E in base a questo “guardiamo con la stessa attenzione al rischio che l’inflazione finisca sotto” questa soglia, come a quello (attuale) che stia sopra. Questa settimana il capo economista del Fmi, Pierre-Olivier Gourinchas ha sostenuto che in questa fase la Fed dovrebbe stare più attenta ai rischi di rimbalzo dell’inflazione, mentre la Bce dovrebbe maggiormente focalizzarsi sul pericolo di un eccessivo indebolimento della crescita e di un calo del carovita al di sotto dei suoi valori obiettivo.
“Sì – ha riconosciuto Lane – dobbiamo fare in modo l’inflazione torni al target in maniera sostenibile”. Sul tema del Mar Rosso, gli attacchi dei guerriglieri Houthi dello Yemen alle navi in transito hanno causato un drastico calo del traffico marittimo nel Canale di Suez, e uno speculare aumento della rotta che doppia il Capo di Buona Speranza, ma finora, ha notato Lane, l’impatto su prezzi al consumo nell’area euro e sul petrolio è stato limitato.
Nello scenario previsionale di base la Bce si attende che quest’anno l’economia si orienti verso una moderata ripresa. Lane non ha voluto esprimersi sul sé, dopo i dati dopo del primo trimestre (crescita a zero) la previsione di crescita formulata lo scorso dicembre dai tecnici della Bce, di un più 0,8% del Pil dell’eurozona quest’anno, sia ormai eccessiva. Tuttavia ha riconosciuto che “c’è chiaramente un effetto trascinamento sul 2024”. Quindi con ogni probabilità, salvo sorprese positive, a marzo queste stime potrebbero essere ritoccate al ribasso. Lane ha anche ricordato che in base alle attese di dicembre l’inflazione media nell’area euro “è prevista al livello obiettivo attorno al 2025 e 2026”. E che quest’anno il processo disinflazionistico dovrebbe proseguire, ma più lentamente. All’intervento hanno assistito il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che partecipa come tutti i suoi pari dell’area euro al Consiglio direttivo della Bce, il direttore generale e presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, e il governatore emerito, Ignazio Visco.