Bce rallenta il rialzo dei tassi (+25 pb) ma la stretta non è finita
Bce rallenta il rialzo dei tassi (+25 pb) ma la stretta non è finitaRoma, 4 mag. (askanews) – La Banca centrale europea ha proseguito la sua manovra di rialzo dei tassi di interesse ma operando una decelerazione, con un aumento da 25 punti base che porta il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento al 3,75%, massimo da ottobre 2007. Nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, la presidente Christine Lagarde ha voluto tuttavia precisare che non è stata decisa alcuna pausa e che “c’è ancora della strada da fare”.
Inoltre, il direttorio Bce ha annunciato l’intenzione di impartire una discreta accelerazione alla manovra di riduzione degli stock di titoli, prevalentemente pubblici, accumulati con il programma App negli anni passati. Da luglio, se si confermerà l’orientamento attuale, Bce e Eurosistema delle banche centrali azzereranno tutte le operazioni di rinnovo dei titoli che giungeranno a maturazione. Questo significherebbe che complessivamente sul 2023 le consistenze dell’App risulterebbero ridotte di circa 209 miliardi di euro, a fronte di un ammontare totale che dopo due mesi di riduzione limitata assomma a 3.217 miliardi.
Il rialzo dei tassi operato oggi segue un primo aumento da 50 punti base nel luglio di un anno fa, 2 aumenti da 75 punti base a settembre e novembre e 3 ulteriori incrementi (a dicembre, febbraio e marzo) da 50 punti base. Il tasso sulle operazioni marginali sale al 4%, quello sui depositi parcheggiati dalle banche commerciali presso la stessa istituzione sale al 3,25%. La decisione, in linea con le attese prevalenti, giunge mentre la dinamica del credito bancario nell’eurozona ha mostrato nuovi segnali di rallentamento. E mentre l’inflazione, che resta elevata e pari al 7% nell’eurozona (a fronte di un obiettivo della Bce che la vorrebbe al 2%) potrebbe segnare ulteriori calmieramenti nei mesi a venire, anche in base agli sviluppi dei prezzi alla produzione e dell’energia.
Nel Consiglio “tutti i governatori sono determinati a combattere l’inflazione, sono tutti concordi che l’aumento dei tassi (di oggi) era necessario, che non stiamo facendo una pausa sui rialzi, questo è molto chiaro, e che ci sta altra strada da fare”, ha riferito Lagarde. Invece c’è stata quella che ha definito “varietà di vedute” sulla mole del rialzo da operare, e implicitamente sulla strada rimanente: “alcuni dicevano che forse 50 punti base era appropriato, altri 25 punti base, mentre non ho sentito nessuno dire che zero (cioè che non alzare i tassi-ndr) fosse appropriato”.
Poi c’è la questione della accelerazione sula riduzione degli stock di titoli del piano App. La Bce ha avviato da marzo una manovra riduzione “passiva”, perché non vende bond ma si limita a non rinnovare una parte dei titoli che scadono. Inizialmente ha deciso di effettuare queste operazioni ad un ritmo prefissato a 15 miliardi di euro al mese. Oggi ha annunciato che è orientata a non effettuare alcun rinnovo a partire da luglio: significa che da quel mese le consistenze dell’App si ridurranno esattamente nella misura in cui giungeranno a maturazione (a scadenza) i titoli detenuti, mediamente per 25 miliardi di euro al mese. Lagarde ha riferito che finora queste operazioni si sono svolte senza particolari problemi e che non si ravvisano particolari impedimenti a azzerare i rinnovi. Ha negato che si tratti di un “compromesso”, uno scambio rispetto alla decelerazione sul rialzo dei tassi. E ha anche sottolineato che sull’altro programma di acquisti, il Pepp viene mantenuto l’orientamento a proseguire integralmente i rinnovi fino tutto il 2024, con piena “flessibilità” sulle emissioni di quali Paesi eventualmente privilegiare a fronte di spinte di mercato ingistificate dai fondamentali economici (è di fatto un meccanismo antispread che la Bce tiene pronto all’uso).
La Bce ha anche fornito una tabella proprio sulle previste scadenze di titoli nel piano. Tra luglio e dicembre dovrebbero giungere a maturazione Bond per 148,704 miliardi di euro. A cui vanno aggiunti i 60 miliardi di riduzione dei primi quattro mesi (marzo-giugno), con cui si arriva al totale di 208,704 miliardi di riduzione dello stock nel 2023. A fine aprile, dopo i primi due mesi di riduzione controllata, l’ammontare totale di bond sul piano App risultava pari a 3.216,5 miliardi di euro.
Lagarde ha anche affermato che se la riduzione avvenisse unicamente in maniera passiva ci vorrebbero fino a 15 anni per azzerare le consistenze dell’App. (di Roberto Vozzi).