Benanti: algoritmi hanno potere, dare a società civile il controllo
Benanti: algoritmi hanno potere, dare a società civile il controlloRimini, 22 ago. (askanews) – Bisogna “restituire alla società civile il potere di controllo su chi determina quello che tutti i giorni accade nella nostra vita. Interrogarsi sul potere dietro gli algoritmi e sul potere degli algoritmi stessi è fare azione di cittadinanza”. Lo ha detto ad askanews padre Paolo Benanti, docente alla Pontificia università Gregoriana ed esperto di bioetica, a margine di un incontro al Meeting di Rimini.
“Interrogarsi sul potere degli algoritmi – ha detto padre Benanti – vuol dire innanzitutto chiedersi quante delle nostre esperienze di tutti i giorni sono mediate da degli strumenti invisibili, ma efficacissimi, come gli algoritmi informatici. Se una volta per leggere le notizie io andavo fisicamente in edicola, davo i miei soldi all’edicolante e prendevo il giornale, sapevo che le notizie mi venivano raccontate secondo un’opinione e un orientamento che era quella dell’editore del giornale stesso. Oggi le leggo sul mio telefonino, facendo lo scroll, e improvvisamente non solo come le notizie mi appaiono ma a volte anche i titoli che vengono composti apposta per quello che uno strumento informatico come l’algoritmo capisce di me. Allora che la visione che ho del mondo mi viene mediata da questo strumento”. “La domanda ‘qual è il potere degli algoritmi?’ è solo una parte della domanda interessante”, secondo l’esperto di bioetica, perché “se l’algoritmo è così efficace e così quotidiano dobbiamo chiederci qual è il potere che c’è dietro questo algoritmo. Siamo come trattati da un guanto di velluto che ci organizza la nostra vita tutti i giorni, ma a volte non vediamo la mano che c’è dentro il guanto”.
Quindi, ha concluso Benanti “si tratta di dare alla società civile e restituire alla comunità il potere di controllo su chi determina quello che tutti i giorni accade nella nostra vita. Interrogarsi sul potere dietro gli algoritmi e sul potere degli algoritmi stessi è fare azione di cittadinanza”.