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Blue Economy, Zambito Marsala (Intesa Sanpaolo): nuove opportunità di lavoro

Blue Economy, Zambito Marsala (Intesa Sanpaolo): nuove opportunità di lavoroRoma, 23 giu. (askanews) – Quanto pesa il mare nella progettazione economica e sociale del futuro del Paese? Secondo il report di Unioncamere 150 miliardi di euro, il terzo posto a livello europeo per ricchezza prodotta, dopo Spagna e Germania, Secondo il X Rapporto nazionale, realizzato nel 2022 dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne per conto di Informare, l’Economia del Mare rappresenta più di 220mila imprese e quasi un milione di occupati. Dati significativi. Ancora di più se si guarda il quadro europeo. Il report UE 2022 sulla Blue Economy dice che il prodotto interno lordo stimato è 14.015 miliardi di euro e l’occupazione a 193,6 milioni di persone nel 2019. Il contributo dei settori consolidati della Blue Economy all’economia Ue nel 2019 è stato dell’1,5 % in termini di valore aggiunto lordo e 2,3 % in termini di occupazione.

Dati significativi ma che sono solo una premessa… “La Blue Economy ha il potenziale per creare un impatto significativo anche per l’occupabilità nelle regioni costiere e marine – afferma Elisa Zambito Marsala – Head of Social Development and University Relations di Intesa Sanpaolo – grazie alla nascita di nuove opportunità di lavoro legate agli Oceani, al Mare ed allo sviluppo sostenibile. La conservazione e l’utilizzo “circolare” degli ecosistemi marini, infatti è in grado di generare una crescita economica duratura nel tempo, in contrapposizione al modello di sfruttamento “lineare”. Ma quali sono i comparti economici di riferimento che definisco la Blue Economy? Come evidenziato nel report della fondazione One Ocean il tema Blue economy include un ampio range di settori: energie rinnovabili, acquacoltura, turismo e tecnologie marine. Con l’espansione di questi settori sarà possibile creare nuove opportunità di lavoro, da posizioni entry level, fino a ruoli altamente specializzati, contribuendo a incrementare in modo significativo l’occupabilità nelle comunità costiere e marine.

“La Blue Economy offre al nostro Paese, anche per la sua conformazione geografica unica al centro del mediterraneo – aggiunge Elisa Zambito Marsala – importanti spazi di occupabilità attraverso la rigenerazione di industry che ci rappresentano nel mondo (la pesca, l’agricoltura…), che hanno bisogno di innesti trasformativi, anche in termini di competenze e tecnologie, oltre che di nuovi business funzionali alla transizione sostenibile”. Come sfruttare questa enorme risorsa? Scelte delegate alla politica, alla creazione di infrastrutture adeguate e alle progettazioni di sistema ma anche (soprattutto?) alla valorizzazione del capitale umano e delle competenze, e quindi le garanzie di occupabilità. Non è un caso che l’Unione europea abbia scelto proprio le competenze come tema portante per il 2023. L’obiettivo è invertire una serie di trend negativi del mercato del lavoro, che impediscono all’Europa di competere ad armi pari con i player occidentali e orientali. Ed ecco il ruolo di Intesa Sanpaolo: “Le competenze sono al centro della strategia per l’Occupabilità della banca – dice Elisa Zambito Marsala – competenze ad ampio raggio, ovviamente: quelle digitali di base, quelle tecniche, l’innovazione, le nuove tecnologie, la sostenibilità e le soft skills, come problem solving, abilità sociali ed emotive, capacità imprenditoriali, che rimangono chiave per il cambiamento. Studiamo questi trend per anticipare i fenomeni e grazie alla formazione e all’aggiornamento delle competenze, aiutiamo i giovani, ma non solo, a rimanere competitivi sul mercato del lavoro. Li rendiamo “resilienti” rispetto a un mercato delle professioni in continua evoluzione”.

Il vero grande nodo da sciogliere, e non solo in Italia: I tre quarti delle imprese europee dichiarano di avere difficoltà a trovare lavoratori con le competenze necessarie. Solo il 37% della forza lavoro impiegata intraprende regolarmente attività di formazione; una persona attiva su 3 non dispone delle competenze digitali di base. “Questi indicatori spiegano il mismatch tra domanda e offerta di lavoro – afferma il manager – i gap di competitività delle imprese e la difficoltà nel portare a scala progetti industriali potenzialmente vincenti”. Un segnale importante da lanciare alle giovani generazioni che a quanto pare non sono attratte dalle carriere marine e quindi le imprese non riescono a trovare la forza lavoro, le competenze e i profili richiesti. Tutto questo mentre l’UE lamenta fino a 14 milioni di giovani persone che non sono in istruzione, lavoro o formazione (NEET) tra i 15 e i 29 anni e milioni più persone che rischiano di diventare NEET a causa dell’abbandono scolastico precoce, delle difficoltà di inserimento nel mondo del mercato del lavoro. Dal mare può arrivare un contributo importante alla soluzione di questo problema. Ed ecco il progetto One Ocean Foundation – Intesa Sanpaolo: “Coinvolgeremo soggetti privati, istituzioni, università, come la Bocconi, uno dei nostri principali partner accademici, ed enti no-profit che ci consentano di creare – conclude Elisa Zambito Marsala – azioni di sistema che generano un valore sociale con impatto scalabile e sostenibile nel tempo. La collaborazione con One Ocean Foundation ha tra i suoi obiettivi anche l’education per rendere i giovani più consapevoli sul tema della Blue Economy, attraverso eventi e percorsi di formazione”.