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Bonaccini: trader fondamentali per garantire sicurezza alimentare

Bonaccini: trader fondamentali per garantire sicurezza alimentareRoma, 9 dic. (askanews) – Durante una recente audizione della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo, “è stato sottolineato l’importante ruolo dei trader nel garantire la sicurezza alimentare, grazie alla conoscenza dei mercati e al mantenimento delle riserve delle commodities agricole”. Lo ha detto Stefano Bonaccini, membro della Commissione del Parlamento Europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, sostenitore del dialogo strategico internazionale per proteggere il sistema agricolo nazionale, nel corso del convegno nazionale di Compag, la Federazione nazionale delle rivendite agrarie.



“Alcune politiche fin qui messe in campo a livello europeo non riescono – ha detto Bonaccini – a garantire un’equivalenza degli standard produttivi, soprattutto in termini di rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori, tra i nostri produttori e quelli di Paesi terzi. Da qui la richiesta alla Commissione UE di mettere in campo meccanismi di adeguamento in grado di tutelare la competitività del nostro settore agroalimentare, per evitare che la legittima ambizione ambientale causi una rilocalizzazione della produzione agricola in Paesi terzi, invece di trovare un equilibrio ambizioso tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica”, ha concluso. “Eppure il cambiamento è in atto da tempo – ha detto Fabio Manara, presidente di Compag – È cominciato quando abbiamo iniziato a parlare di sostenibilità: nei 5 anni appena trascorsi e nei 5 futuri i cambiamenti in agricoltura saranno pari a quelli degli ultimi 100 anni”.


Il sistema-Italia che vale 77,2 miliardi di euro di valore aggiunto, ovvero 4,2 punti di PIL, e che pare in salute, ma che in salute non è per via della sua elevata frammentazione, fatta di piccole e micro imprese che soffrono la mancanza di manodopera, che subiscono il rischio climatico e, non ultimo, che devono fare i conti con la bassa redditività produttiva: nella spesa del consumatore finale su 100 euro di prodotti agricoli freschi, solo 7 euro rappresentano il margine netto dell’azienda agricola, che diventano ancor meno nel caso di prodotti trasformati. A ciò si aggiunge il rallentamento dei pagamenti delle forniture (aumentate dell’83% le insolvenze giuridiche nel 2023 rispetto al 2022). “Dopo il Covid, è aumentata la richiesta di credito – spiega Edoardo Musarò, direttore Compag – Il settore agricolo si posiziona su livelli di rischio finanziario superiori rispetto alla media nazionale. Il debito finanziario lordo delle aziende agricole è sette volte superiore al margine operativo lordo”.