Boom turistico Giappone: dopo l’auto il secondo magnete di valuta
Boom turistico Giappone: dopo l’auto il secondo magnete di valutaRoma, 26 giu. (askanews) – Il turismo è diventato la seconda industria per afflusso di fondi dall’estero per l’economia giapponese, dopo l’auto. Lo segnala oggi il Nikkei, facendo notare che le entrate turistiche in Giappone sono quintuplicate nell’ultimo decennio.
Gli acquisti diretti nel mercato turistico interno da parte delle famiglie non residenti hanno totalizzato 7.200 miliardi di yen (42,1 miliardi di euro) annui in termini nominali per il primo trimestre del 2024, secondo i dati del governo. Prima del Covid-19, a dicembre 2019, erano a 4.600 miliardi di yen (26,9 miliardi di euro). Il turismo straniero gioca un ruolo sempre più importante nell’economia giapponese: dopo l’export di auto – 17.300 miliardi di yen (101,1 miliardi di euro) – nel 2023 è risultato avanti ai componenti elettronici, compresi i semiconduttori e all’acciaio, che erano secondo e terzo lo scorso anno.
La spesa trimestrale dei visitatori è aumentata di poco più del 60% nei cinque anni fino al primo trimestre di marzo, mentre le esportazioni annuali di automobili e acciaio sono aumentate ciascuna di circa il 45% tra il 2019 e il 2023, e i componenti elettronici sono cresciuti meno del 40% nello stesso periodo. Il numero di turisti stranieri mensili in Giappone ha superato i 3 milioni per la prima volta a marzo e ha mantenuto questo livello per tre mesi consecutivi, secondo i dati del governo.
La spesa in entrata è cresciuta del 38,8% in Giappone tra ottobre-dicembre 2019 e lo stesso trimestre del 2023, secondo il rapporto annuale del governo giapponese sul turismo. Per fare un paragone, lo stesso dato per la Spagna è stato del 30,7% e per l’Italia del 16,5%, mentre si sono registrati cali del 4,3% per gli Stati uniti e dell’1,6% a Singapore. La spesa per visitatore in Giappone è aumentata del 31% tra il 2019 e il 2023.
Uno degli elementi che è dietro questo boom turistico, tra l’altro, è anche la debolezza dello yen, che nel 2023 è stato del 30% più debole rispetto al 2019.