Cà Rovere: Metodo Classico dei Colli Berici vuole raddoppiare produzione
Cà Rovere: Metodo Classico dei Colli Berici vuole raddoppiare produzioneMilano, 7 mag. (askanews) – Raddoppiare la produzione nel giro di un paio d’anni: è l’obiettivo che si è data Cà Rovere, “il Metodo Classico dei Colli Berici”, che punta ad arrivare a 100mila bottiglie l’anno. Obiettivo a cui contribuirà anche il Pinot Nero, oggi sperimentato per la bollicina rosé, che dovrebbe dar vita, tra il 2025 e il 2026, ad un “blanc de noir” che diventerebbe così l’ottava etichetta degli spumanti dell’azienda agricola della famiglia Biasin con sede ad Alonte (Vicenza). L’annuncio è stato fatto il 6 maggio nel corso dell’inaugurazione della nuova terrazza panoramica con vista sui vigneti e sull’intera vallata che cento milioni di anni fa era ricoperta dal mare.
Realizzata in ferro corten e vetro, la terrazza panoramica è frutto di un progetto di tre anni curato dall’architetto Patrice Schaer e sarà aperta al pubblico a partire dal 10 maggio. “E’ nata con l’obiettivo di accogliere fino a cento persone per rendere ancora più viva la Cantina” ha affermato Marcella Biasin, responsabile marketing, commerciale e accoglienza, spiegando che “il design è elegante e essenziale come i nostri vini: una location suggestiva ideale per aperitivi e eventi per tutti i nostri ospiti che desiderano condividere momenti importanti”. “Siamo inoltre al lavoro per creare un wine resort per fare dell’hospitality una nuova attività di business, una struttura con una dozzina di camere che verrà aperta al pubblico nei prossimi mesi e si troverà a pochi passi dalla Cantina” ha aggiunto Biasin, evidenziando che l’intenzione della famiglia è quella di sfruttare la posizione strategica della Cantina, che si trova a metà strada tra Vicenza e Verona e a poca distanza dal Lago di Garda, attraverso un progetto di agriturismo che offra anche esperienze come, ad esempio, lo yoga tra i vigneti. Realtà vitivinicola fondata negli anni Ottanta da Bruno Biasin, Cà Rovere oggi vede protagonisti non solo i soci fondatori Ugo con il fratello Sisto e la sorella Alessia, ma anche la terza generazione della famiglia, composta oltre che dalla 29enne Marcella, anche dai suoi due cugini: il 27enne agronomo Matteo, e il 24enne enotecnico Marco, impegnati rispettivamente in vigna e in Cantina con la supervisione dell’enologo trentino Walter Weber. “In campagna non usiamo chimica di sintesi” sottolinea Biasin, evidenziando che in Cantina è in corso la sperimentazione di un serbatorio di gres porcellanato, e di un drone che vigila sulla salute delle vigne.
Delle attuali 50mila bottiglie prodotte, circa seimila sono di vini fermi (le cuvee “Sisto Bianco” e “Sisto Rosso”, e un passito di Garganga in purezza) e le altre di Metodo Classico a base Chardonnay e Garganega tutte millesimate, la cui prima sboccatura risale al 1995. Su tutti gli spumanti spicca per complessità ed eleganza la “Cuvee del Fondatore” di cui è attualmente sul mercato il millesimo 2013. Gli ettari aziendali vitati sono complessivamente 30, ma sono poco più di sei quelli le cui uve (Chardonnay, Garganega, Pinot Nero e Merlot) finiscono in bottiglia: la maggior parte infatti vengono vendute ad altre aziende. Nel 2023 il fatturato è stato di circa 500mila euro frutto del solo mercato locale e nazionale, principalmente nel canale horeca.