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Vendemmia 2023 in Piemonte -14% ma cresce giro d’affari: 1.362 mln

Vendemmia 2023 in Piemonte -14% ma cresce giro d’affari: 1.362 mlnMilano, 29 gen. (askanews) – Con una produzione di 2,06 milioni di ettolitri contro i 2,26 milioni dell’anno precedente, la vendemmia 2023 in Piemonte ha fatto registrare un calo del 14%. I dati definitivi sono contenuti ne “L’Annata Vitivinicola in Piemonte 2023”, la pubblicazione annuale curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte, che è stata presentata il 29 gennaio a Torino. Annata definita “molto buona” dai tecnici, che hanno assegnato otto stelle su dieci ad Arneis, Favorita, Nascetta, Dolcetto, Grignolino, Nebbiolo Alto Piemonte, Chardonnay, e le otto stelle e mezzo a Cortese, Erbaluce, Moscato bianco, Timorasso, Barbera, Brachetto e Nebbiolo (Langhe).

Tre i picchi vicino all’eccellenza, con nove stelle a Freisa, Pelaverga Piccolo, Ruchè. Sette stelle e mezzo invece a Vespolina, Sauvignon Blanc e Pinot Nero. “Il carattere più apprezzabile del 2023 – scrivono i tecnici – potrebbe essere quello delle ‘ridimensionate’ potenze alcoliche anche più in sintonia con le nuove richieste di mercato”. In generale, si delineano prospettive di migliore equilibrio e lunghezza nei vini, oltre che di maggiore complessità. Il Piemonte si conferma come la seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato, con un giro d’affari per il comparto vinicolo che cresce a quota 1.362 milioni di euro rispetto ai 1.235 milioni del 2022. Il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, ha spiegato che per quanto riguarda l’export di vini Dop italiani (-0,3% a valore, -3,9% a volumi), quelli piemontesi sono andati meglio della media, con l’Asti spumante Dop che è cresciuto del 5,2% nei valori e leggermente calato nelle quantità esportate (-0,9%). I rossi fermi Dop piemontesi hanno invece subito una contrazione del 2,6% a valori, e del 5% a volumi, contro, rispettivamente, un calo del 5,6% e del 8,1% che ha interessato l’intera categoria dei rossi fermi. I principali cali hanno interessato il Canada, la Norvegia, la Germania e UK mentre si sono registrati aumenti in Francia e Svezia. L’esportazione riguarda complessivamente il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% finisce nei Paesi comunitari e il 30% in quelli extra Ue.

Per il primo anno, dal 2017, gli ettari vitati piemontesi sono in flessione: oggi sono 44.285 (contro i 45.823 del 2022), un numero che si avvicina alla superficie vitata del 2013, 44.169 ettari. La produzione di vini a Denominazione di origine (18 Docg e 41 Doc che coprono circa l’83% della produzione regionale) rappresenta il 94%, con 1,95 mln di ettolitri dichiarati nella vendemmia 2023. “È tempo di affrontare i problemi: la scarsità dell’acqua e le malattie, prima fra tutte la flavescenza dorata, che insieme abbassano le rese ad ettaro e quindi il reddito dei viticoltori: questo ci rende estremamente vulnerabili” ha affermato Giulio Porzio di Vignaioli Piemontesi (che associa 35 Cantine cooperative con circa ottomila soci), aggiungendo che “è ora di fare e non di professare, bisogna guardare al futuro e investire su nuove strategie per dare un domani alla viticoltura delle colline Unesco e di chi ci lavora”.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, ha evidenziato come la viticoltura e in genere l’agricoltura piemontese si trovino a fare i conti con il cambiamento climatico che è “fonte di grandissima preoccupazione”. “La conseguenza più immediata è il calo di produzione delle uve, a cui si aggiunge un’incertezza che arriva dai mercati internazionali” ha spiegato, aggiungendo che “è importante investire nella promozione delle eccellenze locali, come la cucina di qualità, i vini pregiati e le nostre bellezze paesaggistiche riconosciute dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità”.

Assovini Sicilia: in nostre Cantine almeno una donna in ruoli strategici

Assovini Sicilia: in nostre Cantine almeno una donna in ruoli strategiciMilano, 29 gen. (askanews) – Nel 97% delle Cantine associate ad Assovini Sicilia c’è almeno una donna a rivestire ruoli strategici, il 59% rappresenta la propria Cantina, il 46% riveste ruoli di management nel settore del marketing e della promozione, e nel 25% dei casi occupa ruoli di direzione tecnica e controllo di qualità. La forte presenza femminile nella realtà del vino siciliano è uno dei dati più interessanti emersi da un sondaggio curato da P&G e dalla stessa associazione che conta cento aziende. Una presenza che diventa ancora più evidente se si pensa che il 58% delle aziende intervistate presenta almeno una figura under 35 in ruoli strategici di management, la maggior parte delle quali è donna.

Il 77% delle Cantine intervistate è rappresentato da aziende agricole (di cui il 74% sono a conduzione familiare) e il 7% da cooperative di viticoltori, che coltivano complessivamente 19.600 ettari distribuiti su tutto il territorio siciliano, dei quali il 34% in biologico (6.750 ha). Dalla ricerca diffusa dall’associazione risulta anche che il 34% delle Cantine ha una certificazione “SOStain”, il programma di sostenibilità per la vitivinicoltura siciliana promosso dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e da Assovini Sicilia, allo scopo di certificare la sostenibilità del settore vitivinicolo regionale. Il 75% delle aziende produce vini biologici e il 13% possiede la certificazione “carbon footprint”. “In un contesto dove cresce la sensibilità per la tutela dell’ambiente – sottolinea Assovini Sicilia – sono molteplici gli investimenti che riguardano azioni a sostegno della biodiversità (71% delle aziende), a realizzazione di impianti fotovoltaici (64%), la riduzione delle emissioni di gas effetto serra, insieme al risparmio idrico e la tutela e la conservazione del paesaggio (12%)”.   Dallo studio emerge inoltre che i soci della realtà presieduta da Mariangela Cambria, hanno scommesso sul binomio turismo e vino. Il 90% delle aziende ha una struttura adibita all’enoturismo per la degustazione in Cantina, il 32% di queste possiede una struttura ricettiva con posti letto e il 30% offre una proposta di ristorazione. Oltre il 51% offre inoltre dai corsi di cucina ai percorsi benessere, dal wine trekking ai tour che interagiscono con il paesaggio e la cultura dei luoghi. Inoltre l’associazione evidenzia che “quasi la totalità delle aziende, negli ultimi anni, ha investito in soluzioni gestionali che permettono un maggiore controllo di qualità sia in termini di produzione (56%) che di logistica (46%), un controllo in tempo reale dei vari processi aziendali, oltre ad un nuovo approccio dinamico e professionale verso la comunicazione digitale e l’e-commerce, favorendo il dialogo con potenziali clienti e la fidelizzazione di clienti ed appassionati in tutto il mondo, con il 72% delle aziende che ha investito in processi e strumenti digitali per il marketing”. Infine, il 29% delle aziende che ha partecipato al sondaggio, “ha attivato progetti grazie a partnership con varie università, istituti, enti e centri di ricerca, e sta conducendo una serie di sperimentazioni in vigna e studi che riguardano, oltre le varietà reliquia, l’analisi dei suoli, la genetica delle varietà impiantate, la valutazione dell’efficienza idrica di nuovi portainnesti di vite, il contrasto alla diffusione della cicalina con trappole cromotropiche, l’utilizzo di sistemi sempre più sostenibili per la lotta alla malattia delle piante. Il 16% ha intensificato la sperimentazione e la produzione di varietà reliquia che fino a qualche decennio fa sembravano essersi estinte”. Ricerca, investimenti e sperimentazione che riguardano oltre venti varietà reliquia, di cui quelle più utilizzate sono Vitrarolo (10%), Lucignola (7%) e Minnella Bianca (6%).

Foto di Giorgio Salvatori

Dal 12 al 14 aprile a Cremona torna il festival dedicato ai formaggi

Dal 12 al 14 aprile a Cremona torna il festival dedicato ai formaggiMilano, 28 gen. (askanews) – Si terrà dal 12 al 14 aprile a Cremona “Formaggi e sorrisi, cheese e friends festival 2024”, l’evento dedicato all’arte casearia italiana per appassionati e addetti ai lavori giunto alla quarta edizione.

Un ricco calendario di appuntamenti dedicati al grande pubblico di tutte le età, con spettacoli di animazione ed intrattenimento, show-cooking, laboratori esperienziali e disfide, sculture di formaggio, affiancati a momenti informativi e culturali, tra cui mostre, itinerari turistici, tavole rotonde, convegni, dimostrazioni dei metodi di arte casearia e didattica per grandi e piccini. Ampio spazio a degustazioni guidate non solo di formaggi: verranno, infatti, proposti anche prodotti per speciali abbinamenti come composte, marmellate, mostarde, aceti e mieli e tutte le prelibatezze gastronomiche che esaltano il connubio con questi latticini. Non può mancare il consueto appuntamento con il premio l’”Ambasciatore del gusto”, che verrà assegnato ad un personaggio noto che si è particolarmente distinto nel suo campo e abbia contribuito a promuovere l’immagine del formaggio a livello sia nazionale che internazionale, o che abbia un debole acclarato verso questo prodotto.

Vino, il 17 febbraio a Torino torna “Il Barolo a Palazzo Barolo”

Vino, il 17 febbraio a Torino torna “Il Barolo a Palazzo Barolo”Milano, 28 gen. (askanews) – Sabato 17 febbraio a Torino andrà in scena la terza edizione di “Il Barolo a Palazzo Barolo”: oltre venti produttori della Strada del Barolo offriranno agli appassionati una importante degustazione negli eleganti saloni al Piano Nobile di Palazzo Barolo, che fu la residenza degli ultimi Marchesi di Barolo, Carlo Tancredi Falletti e Giulia Colbert, alla cui lungimiranza e modernità è dovuta gran parte della fama e della fortuna del vino Barolo.

Si tratta di un viaggio alla scoperta del più celebre rosso piemontese condotto dagli stessi vigneron, che proporranno cru e annate differenti, accompagnate da assaggi di prodotti agroalimentari di aziende associate alla Strada del Barolo e grandi vini di Langa. L’evento sarà organizzato in due sessioni, dalle 15.30 alle 18.30, e dalle 19 e alle 22, precedute da due salotti-degustazione (alle 15.30 e alle 18) che avranno come protagonisti produttori e produttrici che, intervistati dalla giornalista Valentina Dirindin, affronteranno temi legati alla storia e all’attualità del Barolo e proporranno in degustazione un vino particolarmente rappresentativo delle loro Cantine, non presente nella degustazione principale. Nel primo salotto, dalle 15.30 alle 16.30, saranno presenti Francesca Vaira (G.D. Vajra) e Sara Moscone (Moscone F.lli). Nel secondo salotto, dalle 18 alle 19, Ernesto Abbona (Marchesi di Barolo) e Maurizio Rosso (Gigi Rosso).

Consorzio Conegliano Valdobbiadene presenta primo Rapporto sostenibilità

Consorzio Conegliano Valdobbiadene presenta primo Rapporto sostenibilitàMilano, 28 gen. (askanews) – Il 29 gennaio a Villa dei Cedri di Valdobbiadene (Treviso) il Consorzio Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg presenta il suo primo Rapporto di sostenibilità, il documento che raccoglie, analizza e approfondisce gli impatti economici, ambientali e sociali, positivi e negativi, collegati all’attività vitivinicola della Denominazione.

Il Consorzio spiega che se il documento, “da una parte accoglie le indicazioni tracciate dall’Europa nell’ambito della salvaguardia dei distretti agroalimentari, dall’altra prosegue nella linea di continuità di scelte importanti come il divieto assoluto all’uso di erbicidi contenenti glifosati già a partire del 2019 (la più estesa zona omogenea in Europa a metterlo in atto), la crescita nella produzione di vini biologici o il recente progetto della Green Academy”. “Dopo aver affrontato con successo anni ricchi di sfide, dalla pandemia all’instabilità economico-politica, fino ai cambiamenti climatici, oggi possiamo dire di essere approdati a una nuova normalità che, tra le tante cose, impone una sensibilità e dei comportamenti affini ai valori dominanti nella società” ha spiegato la presidente del Consorzio, Elvira Bortolomiol, sottolineando che “da questa consapevolezza è nata l’esigenza di redigere il Rapporto di sostenibilità, con l’obiettivo di fotografare i numerosi passi avanti compiuti dalla Denominazione sul fronte della tutela del territorio e quindi fornirci i punti cardinali per individuare con la maggiore precisione possibile il percorso che ci aspetta come produttori e come parte di una comunità dinamica e attiva”.

“La Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg ha da tempo avviato un percorso virtuoso che mira a migliorare i modelli di produzione dell’uva e del vino in un’ottica di minimizzazione degli impatti ambientali e sociali, garantendo al tempo stesso livelli significativi di sostenibilità economica delle imprese” ha evidenziato Eugenio Pomarici del Centro interdipartimentale per la ricerca in viticoltura ed enologia (Cirve), aggiungendo che “questo impegno viene ora raccontato attraverso la redazione del Rapporto di sostenibilità, frutto di un dialogo con tutte le parti interessate (‘stakeholder engagement’) avviata dalla Denominazione a fine estate 2023, che ha consentito di strutturare il documento sulla base delle necessità di informazione e degli interessi delle persone che producono, vendono, consumano il Conegliano Valdobbiadene, o che vivono nel territorio dove questo viene prodotto”. Alla presentazione del Rapporto, che prenderà il via alle 15, sono attesi, tra gli altri, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il presidente della IX Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, e Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola.

Dal 15 al 17 marzo a Campo Tures c’è il “Festival del Formaggio”

Dal 15 al 17 marzo a Campo Tures c’è il “Festival del Formaggio”Milano, 27 gen. (askanews) – La 15esima edizione del “Festival del Formaggio” trasformerà, dal 15 al 17 marzo, Campo Tures (Bolzano) in un autentico paradiso per gli amanti dei prodotti caseari. L’evento celebra il mondo dei formaggi, riunendo addetti ai lavori e appassionati per condividere esperienze, conoscenze e tradizioni, con un ricco e variegato programma pensato per soddisfare la curiosità di grandi e piccoli.

Durante l’intero week-end, il Festival offre un programma di degustazione vario e di ottima qualità, unico nel suo genere con i Laboratori del Gusto. Relatori specializzati provenienti da tutta Europa, tra cui Luca Conti, Armando Gambera, Bettina Lindner, Marion Nussler, Dominik Flammer, Herbert Steiner e Andrea Bovo, guideranno gli ospiti attraverso il mondo del formaggio con laboratori pratici della durata di circa 45 minuti. Cucina dal vivo con la presenza di chef stellati, che si esibiranno in una cucina aperta al pubblico, permettendo agli spettatori di osservarli da vicino durante l’intero evento. La partecipazione coinvolgerà anche chef non stellati ma rinomati, così come gli addetti ai lavori, gli alunni delle scuole alberghiere di Merano e Brunico e la presenza quest’anno di Osteperler, un’accademia del formaggio norvegese. “L’obiettivo di valorizzare il lavoro dei produttori caseari locali e far emergere il Graukäse della Valle Aurina non è stato un percorso facile, ma le sfide iniziali hanno rappresentato uno stimolo costante per migliorarsi continuamente, ne sono la prova il presidio Slow Food nel 2004 e il prestigioso premio Gist Food Travel Award dell’anno scorso come miglior evento enogastronomico Italia” ha affermato Martin Pircher, fondatore e deus ex machina del Festival del Formaggio, sottolineando che “tra tanto impegno e passione, chi visita il nostro territorio scopre, attraverso il gusto dei nostri prodotti genuini, il frutto di un lavoro sincero e appassionato”.

Numerosi ristoranti e alberghi anche in questa edizione proporranno un menu a base di formaggio abbinato ai vini. Garantita inoltre la presenza degli osti provenienti da Campo Tures, Molini di Tures, Acereto e persino da Chienes in Val Pusteria. La manifestazione si svolgerà dalle 10 alle 19 in un’ampia area espositiva coperta e riscaldata di 1.200 metri quadrati nel centro della cittadina della Valle Aurina.

Vino, Cda Consorzio approva modifiche a Disciplinari Barolo e Barbaresco

Vino, Cda Consorzio approva modifiche a Disciplinari Barolo e BarbarescoMilano, 26 gen. (askanews) – Limitazione della zona di imbottigliamento, interscambiabilità e reciprocità tra le zone per la vinificazione e l’imbottigliamento, eliminazione del divieto di impiantare vigneti di Nebbiolo nei versanti collinari esposti al Nord, aggiunta delle menzioni comunali per la Denominazione Barbaresco, e la possibilità di utilizzo di formati superiori a 6 litri. Sono le proposte di modifica dei Disciplinari Barolo e Barbaresco approvate dal Cda del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, presentate nei giorni scorsi al mondo produttivo “per sentire le opinioni in merito e confrontarsi con le idee dei produttori”.

Lo ha reso noto lo stesso Consorzio, sottolineando che “su questi punti di modifica saranno solamente i produttori a prendere una decisione in merito, attraverso gli strumenti che la Legge dà disponibili, ovvero la raccolta firme con il 66% della superficie totale dei vigneti oggetto di dichiarazione produttiva e il 51% della produzione imbottigliata nell’ultimo biennio”. Per quanto riguarda la limitazione della zona di imbottigliamento per Barolo e Barbaresco si tratta per l’ente consortile della “misura più urgente, che si rende necessaria proprio per la salvaguardia delle Denominazioni da un punto di vista tecnico e commerciale”. “I Disciplinari essendo stati redatti negli anni Sessanta non ponevano infatti limitazioni all’imbottigliamento, come la stragrande maggioranza delle Denominazioni italiane, in quanto era impensabile all’epoca trasportare il vino a lunghe distanze, mentre ora tale possiblità è ipoteticamente consentita in tutto il mondo” ha spiegato il Consorzio precisando “che questa è l’unica misura caldeggiata, per la sua importanza con connotati di urgenza e necessità”.

La modifica dell’interscambiabilità e reciprocità tra le zone Barolo e Barbaresco per la vinificazione e imbottigliamento “qualora venisse approvata, consentirebbe di poter vinificare ed imbottigliare il Barolo nell’area di produzione del Barbaresco, e nell’area di produzione del Barolo di poter vinificare ed imbottigliare il Barbaresco, con l’esclusione dei territori siti nella parte sinistra del fiume Tanaro” ha evidenziato il Consorzio, sottolineando che “la zona di produzione delle uve rimane invariata per le due Denominazioni, come prevista dal 1966”. In merito alla terza importante modifica, la possibilità di impiantare vigneti di Nebbiolo atti a Barolo o Barbaresco nei versanti collinari esposti a Nord, il Consorzio ha puntualizzato che si tratta di una modifica pensata “in funzione delle condizioni climatiche che stiamo sperimentando e per fronteggiarne gli effetti, così da iniziare a ipotizzare soluzioni e adattamenti a problematiche che sono sotto l’occhio di tutti”. “Si precisa che la superficie vitata di Barolo e Barbaresco è attualmente contingentata da bandi che regolano l’iscrizione alla Denominazione e pertanto – ha rimarcato il Consorzio – l’eventuale eliminazione dell’esclusione del versante Nord non implicherà in nessun modo l’aumento di tale superficie, ma fornirà solamente una possibilità agronomica in più per i produttori”.

Di minore impatto, le ultime due modifiche al Disciplinare sottoposte ai produttori, la richiesta di introdurre le menzioni comunali per la Denominazione Barbaresco, così come già previsto per il Barolo, e la possibilità di utilizzo di formati fino a 18 litri non solo a scopo promozionale ma anche per la vendita.

Demeter Italia partecipa a Biofach con 10 aziende in stand con BFDI

Demeter Italia partecipa a Biofach con 10 aziende in stand con BFDIMilano, 26 gen. (askanews) – Per il quarto anno, Demeter Italia, l”associazione che riunisce produttori, trasformatori e distributori di prodotti agricoli e alimentari biodinamici, parteciperà a Biofach, la fiera dedicata all’alimentazione biologica che si tiene a Norimberga (Germania) dal 13 al 16 febbraio.

A differenza delle edizioni passate, durante le quali Demeter Italia era presente alla manifestazione con un proprio stand, quest’anno la postazione sarà condivisa con la Biodynamic Federation Demeter International (BFDI), adiacente a quella di Demeter Germania. Unificare gli spazi espositivi consentirà al comparto di proporsi in modo coeso a livello internazionale nell’anno della celebrazione dei 100 anni della biodinamica, nata nel 1924 dalla filosofia di Rudolf Steiner. Dieci le aziende italiane presenti nello spazio espositivo di Demeter Italia: Biolatina Coop. Agr. Biodinamica, Econatura group, Ortofrutta Terre di Ecor Soc.Cons.Agr. a r.l., Gruppo Tarulli OP, Olearia Vinicola Orsogna, Agricola Forte s.s., Acetaia Guerzoni srl, Bio Sikelia Soc. Cons. Agr. R.L., Albio srl, Parlapiano Demetrio. Come nelle edizioni passate, verrà previsto un servizio di catering, che consentirà ai visitatori di assaggiare i piatti biodinamici con gli ingredienti dei produttori co-espositori di Demeter.

Tra diverse attività che si terranno al Biofach Congress, sono programmati i seminari “Donne come pioniere della sostenibilità” con Helmy Abouleish, presidente di BFDI e Ceo di Sekem, l’agricoltrice tedesca Sophie Kraul, e l’enologo italiano Gianluca Bergianti, moderati da Alexander Gerber di Demeter Germania; e “Cento anni di agricoltura biodinamica – Un’ispirazione verso sistemi alimentari sostenibili”, a cui parteciperanno Laura Patino di ABD Columbia, Naglaa Ahmed di Sekem, l’agricoltrice e consulente tedesca Ruth Laakmann, , e Clara Behr nel ruolo di moderatrice. Nell’ultima edizione, a Biofach hanno partecipato oltre 37mila visitatori e più di duemila espositori provenienti da oltre 90 Paesi.

Vino, nel 2024 il Gavi festeggia 50 anni dal riconoscimento della Doc

Vino, nel 2024 il Gavi festeggia 50 anni dal riconoscimento della DocMilano, 26 gen. (askanews) – Il Gavi festeggia quest’anno i 50 anni dal riconoscimento della Doc: era infatti il 1974 quando il Cortese di Gavi veniva annoverato tra le Denominazioni di origine controllata. “E’ un anniversario importante, un traguardo storico che premia il lungo percorso, l’impegno e la dedizione dei produttori che insieme hanno costruito la reputazione di un vino oggi presente in oltre 100 Paesi nel mondo” ha commentato Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio Tutela del Gavi che dal 1993 vigila sulla Denominazione divenuta Docg cinque anni più tardi, nel 1998.

Gli oltre 1.600 ettari di Cortese compresi negli undici Comuni della provincia di Alessandria costituiscono l’enclave quasi totale della produzione nazionale di Cortese, vitigno che in questo territorio, l’angolo più orientale del Sud del Piemonte al confine con la Liguria, ha trovato la sua massima espressione: il Gavi, Cortese in purezza. Dalla sua nascita, la Denominazione ha conosciuto una crescita costante, in particolare negli ultimi 20 anni: +58% di superficie vitata (allora gli ettari erano 1.021), +75% di bottiglie prodotte, da 8 a 14 milioni, con oltre l’85% della produzione destinata all’export. Nel 2023 il Gavi ha venduto complessivamente oltre 14 milioni di bottiglie. “Il mercato sta premiando i vini bianchi e questo ci consente di performare bene nonostante la contrazione dei consumi e l’aumento delle accise nel nostro primo mercato (UK)” ha proseguito Montobbio, spiegando che “quest’anno, a livello consortile, continueremo a realizzare attività orientate al consolidamento del valore del Gavi nei mercati in cui siamo già presenti, proseguendo i progetti di promozione nazionale e internazionale già avviati lo scorso anno”.

Nell’ottica della sostenibilità e per far fronte al cambiamento climatico, il Consorzio, che conta 180 soci per un fatturato totale di circa 65 milioni di euro, ha avviato un progetto di analisi agronomica e meteorologica con lo scopo di improntare la viticoltura ad un’agricoltura di precisione, attraverso la realizzazione di una rete di stazioni meteo per raccogliere dati sull’ambiente di coltivazione, conoscerne meglio le caratteristiche e monitorare l’andamento climatico. “Il vitigno Cortese, anche nel corso dell’ultima vendemmia così come in quella precedente, ha dimostrato una eccezionale capacità di adattamento – ha sottolineato l’agrotecnico del Consorzio, Davide Ferrarese – come se l’insediamento secolare di questo vitigno nella zona avesse fornito all’uva la memoria genetica per affrontare anche situazioni estreme”.

Vino, il 30 gennaio riparte il “Valpolicella education program”

Vino, il 30 gennaio riparte il “Valpolicella education program”Milano, 26 gen. (askanews) – Riparte martedì 30 gennaio il Valpolicella education program, il corso di studio e approfondimento sui vini e il territorio della Dop veronese organizzato dall’omonimo Consorzio di tutela e pensato per formare professionisti di alto profilo che lavorano nel settore enologico in tutto il mondo. A sedere sui banchi di scuola e d’assaggio per l’edizione 2024 saranno 17 aspiranti “Valpolicella wine specialist” da 12 Paesi (Argentina, Australia, Brasile, Bulgaria, Canada, Danimarca, Giappone, Kazakistan, Regno Unito, Russia, Singapore e Stati Uniti), tutti con un curriculum formativo certificato da autorità del mondo del vino come Master Of Wine, Master Sommelier, WSET (Diploma o Livello 3) o Vinitaly Academy.

“Ripartiamo con la nostra offerta formativa che ci ha consentito fino a qui di formare 51 Valpolicella wine specialist in venti Paesi in tutto il mondo, un avamposto fondamentale per la diffusione dei nostri vini sui mercati” ha commentato il presidente del Consorzio vini Valpolicella, Christian Marchesini, sottolineando che “si tratta di una proposta unica nello scenario consortile italiano, una formula di incoming altamente specializzato e incentrato sulla conoscenza e la formazione, asset fondamentali nella nostra strategia di promozione che non a caso apre proprio il calendario degli appuntamenti nella settimana dedicata ad Amarone Opera Prima”. Il corso, che prevede due giornate di studio con sei moduli per 12 ore complessive di approfondimento prima dell’esame finale, si svolgerà quest’anno con un nuovo format itinerante in tre aziende in aree diverse della Valpolicella. Si parte in Valpantena, da Costa Arènte, dove gli aspiranti ambasciatori della Doc seguiranno con Maurizio Ugliano, docente di enologia del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, il focus su “The wines of Valpolicella. Winemaking peculiarities and compositional characteristics”. A questo seguiranno il seminario sui Disciplinari tenuto dall’enologo del Consorzio, Alberto Brunelli, e l’approfondimento sul mercato dei vini della Dop curato dal responsabile dell’Osservatorio del vino di Unione italiana vini, Carlo Flamini. Chiude la giornata l’avvocato Paolo Veronesi, esperto nella tutela della proprietà intellettuale sui prodotti “food and beverage”, che interverrà a proposito di “Rules on the names of wines. Labelling, Appellations of Origin, trademarks and protection consortia”.

Il programma riprenderà poi mercoledì mattina (31 gennaio) dalla storica Cantina Santi, nella zona Est della Valpolicella, con “Valpolicella genetic and environmental resources”, a cura di Giambattista Tornielli e Marianna Fasoli del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona. Spazio alla degustazione nel pomeriggio, con il “Tasting Valpolicella” guidato dal wine expert e storyteller Filippo Bartolotta, che concluderà la parte formativa. Gli studenti si trasferiranno poi in Valpolicella Classica, da Monteci, dove potranno sostenere l’esame finale e rilassarsi poi con una visita in Cantina.