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La Conferenza mondiale sul turismo del vino a settembre in Armenia

La Conferenza mondiale sul turismo del vino a settembre in ArmeniaMilano, 23 apr. (askanews) – UN Tourism, l’organizzazione del turismo delle Nazioni Unite, ha annunciato le date della prossima “Conferenza mondiale sul turismo del vino 2024” che si svolgerà dall’11 al 13 settembre in Armenia.


L’ottava edizione della Conferenza riunirà una variegata gamma di partecipanti internazionali, tra cui rappresentanti di enti pubblici, organizzazioni per la gestione delle destinazioni (Dmo), organismi globali e intergovernativi, esperti del settore vinicolo e vari altri attori chiave provenienti da tutto il crescente per individuare tendenze emergenti e opportunità di sviluppo del settore dell’enoturismo. Con le sue antiche tradizioni vinicole, varietà di uve autoctone, terroir diversificati e un profondo legame culturale con il vino, l’Armenia è “l’host ideale per la Conferenza 2024, desiderosa di condividere la sua passione e la sua esperienza, mostrare il suo importante patrimonio vinicolo e favorire collaborazioni internazionali nel settore del turismo enogastronomico”. Tra le diverse esperienze emozionanti che attendono i partecipanti di questa conferenza, ci sarà l’opportunità di esplorare la caverna di Areni-1, dove è stata ritrovata la più antica Cantina al mondo, risalente a 6.100 anni fa.


“La conferenza, destinata ad attirare appassionati e professionisti del vino a livello mondiale, promette di essere una pietra miliare per il settore” ha dichiarato Sisian Boghossian, a capo della Commissione Turismo del ministero dell’Economia della Repubblica d’Armenia, aggiungendo che “non vediamo l’ora di dare il benvenuto a tutti in Armenia, dove i nostri paesaggi risuonano con le storie dei nostri vigneti e lo spirito dell’ospitalità scorre generosamente come i nostri migliori vini”.

Al via i festeggiamenti per i 50 anni del Museo del Vino di Torgiano

Al via i festeggiamenti per i 50 anni del Museo del Vino di TorgianoMilano, 23 apr. (askanews) – Era il 23 aprile del 1974 quando Giorgio Lungarotti, fondatore dell’omonima azienda vitivinicola, e sua moglie Maria Grazia Marchetti, storica dell’arte e archivista, inaugurarono il Museo del Vino di Torgiano. Cinque decenni dopo, la famiglia Lungarotti festeggia questo compleanno speciale con la mostra fotografica “Cinquanta anni del Museo del Vino a Torgiano – Muvit” che avvia una nutrita serie di eventi celebrativi che si susseguiranno durante l’anno.


La rassegna fotografica, che resterà aperta fino al 31 ottobre 2024, ripercorre i momenti più significativi di questo mezzo secolo di storia attraverso l’evoluzione delle collezioni, visite di personaggi illustri, mostre in sede e presenze nel mondo, convegni a tema, pubblicazioni: dieci lustri di divulgazione della cultura della vite e del vino, di ininterrotto impegno, aggiornamenti ed arricchimenti continui. Una storia a tappe raccontata attraverso fotografie, dislocate nelle sale museali, che testimoniano il processo di costante evoluzione del Muvit attraverso ampliamenti, acquisizioni, allestimenti. Definito dal New York Times “il migliore museo del vino in Italia”, il Muvit espone oltre tremila manufatti, tra reperti archeologici, contenitori vinari in ceramica di età medievale, rinascimentale, barocca e contemporanea, incisioni e disegni dal XV al XX secolo e altre testimonianze che documentano l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale.


“Avevamo scelto il 23 aprile, giorno di San Giorgio come data significativa per un ulteriore legame con il territorio, tra comunità e viticoltura, sacro e profano: la sera dei fuochi propiziatori accesi tra i vigneti, cristianizzazione di antica pratica pagana” ricorda Maria Grazia Marchetti Lungarotti, direttrice della Fondazione Lungarotti, aggiungendo che “venne ad inaugurarlo l’allora ministro della Pubblica Istruzione, Franco Maria Malfatti, e il museo prese vita ufficialmente”. Anche quest’anno, nella notte di San Giorgio, il rito dei falò tra le vigne si ripete e per l’occasione la Compagnia dei Tavernieri e Vignaioli di Torgiano rievocherà la sera del 23 aprile 1974 raccontando il ruolo del Muvit e della Fondazione Lungarotti nella riscoperta e rivitalizzazione di storia e tradizioni del territorio. Oltre alla mostra fotografica, fino al 28 aprile, il Museo ospita la mostra “Convivial vessels” che propone le opere in ceramica, ispirate al convivio, realizzate degli studenti della Franklin University Switzerland durante la settimana di simposio in residenza in Umbria organizzata in collaborazione con La Fratta Art House di Marsciano. A maggio, alla vigilia di Cantine Aperte e fino al 7 luglio, il museo accoglierà una insolita mostra grafica dedicata all’artista polacco Andrzej Kot (Lublino 1946-2015), presente con suoi ex libris nella raccolta del Muvit. Dall’11 luglio al 1 settembre i grandi acquerelli dell’artista inglese Richard di San Marzano faranno eco alle colorate ceramiche da vino dal XIII al XIX secolo, con “Vinum inundas”. A ottobre, all’albergo Le Tre Vaselle di Torgiano, si terrà un convegno di studi sul ruolo del Muvit e sull’importanza strategica del turismo museale nella promozione di un territorio, e nella tutela e difesa dell’ambiente.


Il calendario delle attività proseguirà con l’ampliamento della sezione dedicata agli Etruschi grazie a prestiti e depositi realizzati nell’ambito del progetto TraMusei, marchio della Fondazione Lungarotti che identifica una rete di sinergie tra diversi istituti museali. Concluderà l’anno la mostra di pittura contemporanea dell’artista irlandese Anne Donnelly in programma per novembre. A suggellare cinquanta anni di impegno nel promuovere la cultura del vino attraverso l’arte, sarà la pubblicazione, entro l’anno, di un volume sulla storia del museo, curato da Maria Grazia Marchetti Lungarotti, con autorevoli contributi, che andrà ad arricchire l’attività editoriale della Fondazione.

Vino, Consiglio Uiv: no ad un piano di espianti indiscriminati

Vino, Consiglio Uiv: no ad un piano di espianti indiscriminatiMilano, 23 apr. (askanews) – “La viticoltura porta vita. Salvare il vigneto significa ripopolare le zone: togliere il vigneto significa tornare all’abbandono, le aree interne del Paese ne sono un esempio vivente. Chiediamo quindi che un eventuale piano di abbandono dei vigneti possa essere considerato a condizione che siano esclusi i vigneti delle aree collinari e montane, così come quelli che hanno già beneficiato di aiuti alla ristrutturazione e riconversione”. Lo ha detto il presidente Lamberto Frescobaldi al Consiglio nazionale di Unione italiana (Uiv), ospitato oggi nello stabilimento del Gruppo Crealis Bodio Lomnago (Varese), che ha affrontato il tema delle estirpazioni per far fronte all’aumento delle giacenze.


“I premi per gli espianti garantiti dall’Europa una quindicina di anni fa – ha proseguito Frescobaldi -, oltre ad essere costati circa tre miliardi di euro e ad aver dato una risposta solo temporanea al problema della sovrapproduzione, hanno favorito un progressivo spostamento delle vigne in pianura, passata in poco più di 20 anni dal 30% al 50% del totale coltivato a vite in Italia”. L’associazione di settore che rappresenta più di 150mila viticoltori, secondo la posizione condivisa dal Consiglio, è contraria a utilizzare i fondi Pns per finanziare eventuali nuove sovvenzioni all’abbandono del vigneto e richiede in ogni caso di considerare il tema solo dopo che il ministero competente avrà elaborato un piano specifico.


Il Consiglio nazionale, che è iniziato ieri con una cena alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e che oggi ha concluso i lavori con il messaggio di saluto del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha poi fatto il punto sull’attualità del comparto, dall’Ocm promozione ai dealcolati e al tema vino e salute, a partire dalla discussione a Bruxelles sull’introduzione in Belgio di nuovi health warning, fino alle attività di “Wine in Moderation” (Wim) per la promozione di un consumo consapevole.

Birra Messina diventa Vivace: una lager al gusto dei limoni siciliani

Birra Messina diventa Vivace: una lager al gusto dei limoni sicilianiMilano, 23 apr. (askanews) – Ha debuttato a Milano in occasione della settimana del design, all’interno del Bar Meraviglia, ma la nuova arrivata in casa Birra Messina, la Vivace, punta all’estate per via del gusto agrumato dei limoni siciliani che la arricchiscono.


Prodotta a Massafra, in Puglia, nello stesso stabilimento in cui viene prodotta Birra Messina ricetta classica, la Vivace è una lager filtrata a bassa fermentazione, da 4,5 gradi alcol, dall’aspetto chiaro e brillante. Tra i suoi ingredienti, appunto, l’estratto di limone siciliano che la contraddistingue nel gusto e che ritroviamo nella sua immagine costruita mantenendo i decori tipici delle referenze della famiglia ma con un vetro verde della bottiglia che la rende distinguibile. E’ disponibile nei due formati in bottiglia e alla spina. Birra Messina, nata nel 1923 nell’omonima provincia siciliana, dal 1999 viene prodotta nel comune tarantino. Prima della Vivace, nel 2019, è arrivata sul mercato Cristalli di Sale, prodotta in parte a Massafra ed in parte a Messina, grazie a una partnership con Birrificio Messina, una cooperativa fondata da 15 mastri birrai a seguito della chiusura dello storico birrificio di via Bonino. L’accordo tra Heineken e i 15 soci della cooperativa prevede sia la produzione della nuova ricetta Birra Messina Cristalli di Sale, per la massima quantità compatibile con la capacità produttiva del birrificio partner sia la distribuzione delle birre attualmente prodotte dalla cooperativa attraverso la rete commerciale del gruppo Heineken.

Vino, dal 25 aprile al 1 maggio c’è “Trasimeno Rosé Festival”

Vino, dal 25 aprile al 1 maggio c’è “Trasimeno Rosé Festival”Milano, 23 apr. (askanews) – Il Consorzio Tutela Vini Doc Colli del Trasimeno è pronto per la quinta edizione del “Trasimeno Rosé Festival”, iniziativa volta a promuovere la cultura enologica locale all’interno della tradizionale “Festa del Tulipano”, manifestazione folkloristica manifestazione che da 54 anni attira a Castiglione del Lago (Perugia) migliaia di visitatori per celebrare insieme l’avvento della primavera.


Da giovedì 25 aprile a mercoledì 1 maggio le vie del borgo si riempiranno di colori e profumi, grazie alle sfilate dei carri allegorici rivestiti da oltre un milione di petali di tulipani, alle esibizioni musicali e danzanti e alla ricca proposta di specialità enogastronomiche locali. Le aziende del Consorzio Tutela Vini Doc Colli del Trasimeno presenteranno una selezione di vini rosati prodotti con l’uva autoctona Trasimeno Gamay e altri vitigni tipici dell’areale. Per l’intera durata della festa si potranno degustare i vini alla Terrazza del Rosé con vista lago, allestita sul poggio adiacente l’antica fortezza medievale Rocca del Leone. Alla Taverna della Festa del Tulipano sarà predisposta una carta vini dedicata, e nelle giornate delle sfilate (25, 28 e in notturna il 30 aprile) e in occasione del “Picnic al Poggio” del 1 maggio, verrà offerto a tutti i commensali della Taverna un calice di vino rosato da gustare insieme ai piatti locali, a partire dal pesce di lago. “La Festa del Tulipano è un evento culturale capace di coinvolgere persone del luogo e turisti in una magica atmosfera di condivisione” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Emanuele Bizzi, aggiungendo che “come produttori rinnoviamo con entusiasmo la nostra presenza perché occasioni come queste sono preziose per innalzare il livello qualitativo dell’offerta enoturistica sul territorio: il lago Trasimeno ha tutte le potenzialità per catalizzare turisti ed esploratori del gusto che come Consorzio siamo pronti ad accogliere e guidare”.


Grazie alla collaborazione con l’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, la “Festa del Tulipano” raccoglie maestrie e rappresentanti di diversi paesi italiani, riuniti in sfilata sul tema dell’anno “L’acqua nei borghi più belli d’Italia”: per il Piemonte sarà presente la comunità di Orta San Giulio, per la Lombardia Gardone Riviera, per il Lazio il territorio di Nemi e infine la cittadina medievale umbra di Bevagna.

Spirit, Grappa del Trentino a 72esima edizione “Trento Film Festival”

Spirit, Grappa del Trentino a 72esima edizione “Trento Film Festival”Milano, 23 apr. (askanews) – Anche la Grappa del Trentino sarà tra i protagonisti della 72esima edizione del “Trento Film Festival” (già “Festival della Montagna”) che si svolgerà dal 26 aprile al 5 maggio a Trento. Il 26 aprile, giornata di apertura, a Palazzo Roccabruna, sede delle eccellenze enologiche e non solo del territorio, si terrà dalle 18 alle 21.30 una degustazione di grappe e soprattutto di cocktail a base di grappa del Trentino accompagnata da musica live.


“La grappa è forse il prodotto più rappresentativo del nostro territorio di montagna e da qualche anno vogliamo celebrarla in una delle vetrine forse più appropriate, il festival dedicato proprio al territorio montano” ha spiegato il presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, Alessandro Marzadro, aggiungendo “continuiamo a farlo parlando naturalmente attraverso i nostri prodotti, ma anche in una chiave più futurista che è quella di inserire la grappa come ingrediente principale di cocktail di qualità, in questo caso realizzati dal celebre Leo Veronesi”. Il Trento Film Festival, manifestazione internazionale dedicata ai temi della montagna, dell’avventura e dell’esplorazione, prevede proiezioni, presentazioni letterarie, laboratori per bambini e serate alpinistiche in diversi luoghi della città.


Fondato nel 1960, l’Istituto di tutela della Grappa del Trentino conta oggi 24 soci che rappresentano la quasi totalità della produzione trentina, circa 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl), vale a dire circa 2,5 milioni di bottiglie equivalenti, distillando 13mila tonnellate di buccia d’uva. Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve bianche e aromatiche (60% del totale) e il restante 40% da uve a bacca rossa. Foto di Daniele Mosna

Vinitaly, Maccario: abbiamo registrato un diffuso sentimento positivo

Vinitaly, Maccario: abbiamo registrato un diffuso sentimento positivoMilano, 22 apr. (askanews) – “Ancora una volta Vinitaly dimostra di rappresentare un palcoscenico importante: i nostri produttori si sono presentati con entusiasmo a questo appuntamento, che ha visto un’affluenza assolutamente considerevole di pubblico che ha potuto apprezzare i vini delle nostre Denominazioni. In generale abbiamo registrato un sentimento di positività diffuso a dimostrazione che l’Italia del vino vuole affrontare con forza le sfide che abbiamo di fronte”. Lo ha detto il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Vitaliano Maccario commentando la partecipazione alla 56esima edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati che si è concluso nei giorni scorsi a Veronafiere


Durante le quattro giornate della fiera, il Consorzio è stato impegnato in un fitto calendario di appuntamenti volti a celebrare e promuovere la qualità e l’identità unica del vino del Monferrato, a cui hanno preso parte oltre a Maccario, anche i presidenti Stefano Chiarlo (Associazione Produttori del Nizza) e Daniele Comba (Associazione Noi di Costigliole), oltre al governatore del Piemonte, Alberto Cirio e all’assessore regionale, Marco Protopapa. L’ente consortile ha presentato il progetto grafico che ha per protagoniste le nuove etichette dei vini delle diverse Docg, “caratterizzate da un’identità cromatica unica e un design che incorpora un’impronta digitale stilizzata, a simboleggiare l’unicità e la diversità del patrimonio vitivinicolo del territorio”. “Attraverso queste nuove etichette, intendiamo raccontare la storia e l’identità propria di ogni Docg, celebrando il nostro motto, ‘Uniti nella diversità’” ha spiegato Maccario, evidenziando che “questo restyling non solo rafforza l’immagine delle nostre Docg ma anche esalta l’eleganza, la qualità superiore, e la forte identità territoriale che i nostri vini rappresentano”.


La celebrazione dei dieci anni della Docg Nizza è stata un altro momento saliente che ha caratterizzato le quattro giornate della kermesse. “L’ascesa di questa Docg – ha ricordato il Consorzio – è un fenomeno di assoluto rilievo nel panorama vinicolo italiano, segnata da un incremento delle vendite del 27% rispetto al 2022 e una produzione che ha superato il milione di bottiglie nel solo anno corrente”.

Vino, Consorzio Chianti: 23 aprile al via “Chianti Lovers Asian Tour”

Vino, Consorzio Chianti: 23 aprile al via “Chianti Lovers Asian Tour”Milano, 22 apr. (askanews) – Il Consorzio Vino Chianti prosegue la sua campagna promozionale e torna nuovamente in Oriente, dove il made in Italy gode ancora di un’ottima considerazione e il pubblico degli eno-appassionati continua a crescere. Due le tappe della prima parte del “Chianti lovers Asian Tour 2024”: il 23 aprile a Tokyo in Giappone, e il 25 a Seul in Corea del Sud, con due workshop dedicati al Chianti con al seguito una delegazione di aziende associate “che esalteranno peculiarità e diversità di zone, stili e tradizioni toscane”.


La prima tappa si terrà al Meiji Kinenkan, “luogo di grande valore culturale e politico del Giappone”, e vedrà la presentazione di un’inedita masterclass “trasversale” articolata su tre annate diverse declinate su tutte le categorie di produzione: Annata, Superiore e Riserva. Una degustazione completa che sarà condotta dal noto giornalista locale Isao Miyajima assieme al wine ambassador del Consorzio, Luca Alves. Giovedì 25 aprile segnerà il ritorno del Chianti a Seul, “con un programma delineato su costumi e tradizioni coreane” che farà da cornice ad un seminario sul Chianti Superiore, che consisterà in una verticale di più annate guidata dalla wine educator coreana In Soon Lee.


“Il Chianti torna in terre e mercati storicamente appassionati dal nostro vino” ha affermato il presidente del Consorzio, Giovanni Busi, sottolineando che “tanto in Giappone quanto in Corea del Sud, il pubblico degli eno-appassionati continua qualitativamente a crescere, e il Chianti è una delle massime espressioni del made in Italy”.

Vino, “Vigne Resilience”: a Napoli una vigna per giovani delle periferie

Vino, “Vigne Resilience”: a Napoli una vigna per giovani delle periferieMilano, 22 apr. (askanews) – Una vigna didattica per promuovere nuove forme d’integrazione e di formazione per i ragazzi delle periferie di Napoli e, allo stesso tempo, la valorizzazione di un’area dismessa, dal profondo valore storico e archeologico. È questo lo spirito del progetto “Vigna Resilience”, realizzato dalla Cantina RadiciVive in sinergia con il Comune di Napoli, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il comune di Napoli e oggetto di un master della facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli.


“Vigna Resilience” (“nome che evoca la capacità delle comunità locali di adattarsi e riadattarsi costantemente ai cambiamenti, forgiando ogni volta meccanismi sociali virtuosi di convivenza col territorio”) ha coinvolto le scuole “Russo”, “72esimo Palasciano”, “Russolillo”, “Cigno” e “Risorgimento”. Gli alunni sono stati impegnati in un vero e proprio programma di formazione che ha permesso agli studenti di conoscere e approfondire tutti gli aspetti del settore viticolo ed enologico e che ha toccato diversi temi, tra cui l’importanza del legame con il proprio territorio, la storia del vino e dei Campi Flegrei, fino alla realizzazione di una bottiglia di vino “con la “personalità di ciascuna scuola”, nata dalla vigna situata intorno al mausoleo romano di Pianura, antistante la Cantina RadiciVive. L’obiettivo è quello di creare una etichetta frutto del lavoro congiunto che aiuterà a finanziare nuovi progetti di sensibilizzazione nelle scuole statali. Un progetto virtuoso avviato nel marzo 2020, in piena emergenza Covid, che rappresenta “un esempio concreto di recupero ambientale al servizio della collettività”, e che sarà presentato il 30 aprile presso la Cantina RadiciVive in via Nelson Mandela nel capoluogo campano. La presentazione, con la presenza della soprintendente Rosalia D’Apice, sarà “il coronamento di tutto il lavoro svolto con i ragazzi, che in questa occasione vestiranno i panni di mini-guide per tutti gli ospiti presenti”. Contestualmente sarà presentato il completamento dei lavori di restauro del mausoleo romano condotti dalla Soprintendenza e dalla ditta Izzo Restauri.

Vino, Giuliani è “Miglior sommelier” per “Le Guide Ristoranti 2024″

Vino, Giuliani è “Miglior sommelier” per “Le Guide Ristoranti 2024″Milano, 22 apr. (askanews) – Il 30enne ferrarese Isacco Giuliani è stato nominato “Miglior sommelier” da “Le Guide Ristoranti 2024” di Identità Golose. In forza al ristorante “Makorè” di Ferrara dall’estate 2022, Giuliani si è guadagnato questo riconoscimento, a poco più di un anno dal suo arrivo nel team.


Diplomato alla scuola alberghiera, è sommelier Ais dal 2018. Il suo percorso professionale lo ha visto crescere in vari locali della città estense, dove ha approfondito la conoscenza non solo del vino, ma anche del mondo della birra e della mixology, prima di dedicarsi completamente al mondo della sommellerie. Nel locale di via Palestro è responsabile della cantina e propone una carta dei vini dalla forte impronta territoriale, con particolare attenzione ai piccoli produttori locali. Con una selezione prevalentemente italiana ma 2con tocchi internazionali, la carta esalta i sapori dei piatti dello chef Denny Lodi Rizzini, ponendo un’attenzione speciale al panorama enologico emiliano-romagnolo”. Non mancano vini biologici e biodinamici che si affiancano alle grandi etichette che hanno fatto la storia in Italia e in Francia. Tra le ultime novità introdotte, il servizio del tè in pairing con i piatti.


Giuliani è stato nominato ambasciatore del Sagrantino nel 2022 e del Lambrusco nel 2019, e a conquistato il terzo posto al Master del Sangiovese a Vinitaly 2022.