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Vino, “Prima dell’Alta Langa 2024” sarà il 18 marzo al Regio di Torino

Vino, “Prima dell’Alta Langa 2024” sarà il 18 marzo al Regio di TorinoMilano, 19 gen. (askanews) – La “Prima dell’Alta Langa 2024” andrà in scena lunedì 18 marzo, dalle 10 alle 17.30, al Teatro Regio di Torino, teatro tra i più grandi d’Europa e una delle più celebri istituzioni lirico-sinfoniche del panorama nazionale, con cui il Consorzio Alta Langa ha stretto una partnership dalla scorsa estate.

Alla grande degustazione riservata agli operatori del settore, saranno presenti sessanta produttori di Alta Langa con oltre 150 etichette in assaggio. Ogni banco sarà assistito da un sommelier dedicato e sono previste due masterclass (a numero chiuso, su prenotazione) dedicata al potenziale di invecchiamento delle alte bollicine piemontesi. Si tratta della sesta edizione della manifestazione, che negli anni si è spostata in luoghi diversi ma sempre di grande impatto, l’ultimo dei quali è stata la Reggia di Venaria. “Anno dopo anno, edizione dopo edizione, l’evento del Consorzio Alta Langa cresce e si consolida, così come la nostra compagine: se nella prima edizione del 2018 i produttori presenti alla manifestazione erano 18, con circa 40 etichette in degustazione, l’anno scorso a Venaria eravamo in 60 aziende con 150 diversi vini” ha spiegato la presidente del Consorzio Alta Langa, Mariacristina Castelletta, sottolineando come questo evento “si conferma l”occasione per poter assaggiare un’ampissima selezione di alte bollicine piemontesi, incontrare i produttori ed entrare pienamente a contatto con lo spirito di una Denominazione in netto sviluppo, in Italia e non solo”.

Il Consorzio è nato nel 2001 e oggi conta più di 70 Case spumantiere e 90 viticoltori associati, che coltivano complessivamente 440,5 ettari di vigneto su un territorio collinare che abbraccia le province di Asti (178 ha), Cuneo (215 ha) e Alessandria (47,5 ha). La produzione si aggira sui 3,2 milioni di bottiglie, il 90% delle quali destinate al mercato interno e il 10% all’export. L’Alta Langa è prdotto con uve Pinot Nero e Chardonnay, può essere bianco o rosé, brut o pas dosé, deve fare almeno 30 mesi di affinamento sui lieviti ed è esclusivamente millesimato. Ha ottenuto la Doc nel 2002 e la Docg nel 2011, retroattiva al millesimo 2008.

Vino, un progetto di logistica sostenibile per le Colline del Prosecco

Vino, un progetto di logistica sostenibile per le Colline del ProseccoMilano, 19 gen. (askanews) – Un accordo di collaborazione tra la Regione Veneto e gli enti a vario titolo coinvolti per la gestione sostenibile della logistica nelle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene (Treviso), che coinvolga le numerose Cantine e aziende agricole presenti con l’obiettivo di sviluppare soluzioni sostenibili innovative per decongestionare il traffico dei mezzi pesanti che percorrono le frazioni e le borgate, ridurre le emissioni e preservare la bellezza e la vivibilità di questo territorio. Ad annunciarlo è stato il governatore Luca Zaia, spiegando che “anche a causa della morfologia unica del paesaggio, la viabilità all’interno dell’area non ha potuto avere l’evoluzione necessaria a supportare la mole di traffico generata dallo sviluppo economico del territorio”.

“In terre vocate alla coltivazione della vite e al turismo è fondamentale mettere in atto tutti gli strumenti per la tutela e la valorizzazione di questo meraviglioso luogo, ambito di produzione vinicola del Prosecco Docg nonché sito dichiarato Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco” ha sottolineato il presidente della Regione, precisando che “il servizio sarà attivato in forma sperimentale con capofila il Comune di Valdobbiadene, incaricato di individuare le Cantine e gli operatori logistici con i quali dare il via al progetto”. “Gli operatori effettueranno il ritiro e lo stoccaggio rapido delle merci presso alcune superfici dalle quali partirà la consegna alle Cantine durante alcune giornate predefinite” ha proseguito Zaia, aggiungendo che “contestualmente sarà attivato un portale per la gestione operativa per alcuni mesi per mappare frequenze e modalità di servizio. In caso di esito positivo della sperimentazione, il progetto sarà esteso a tutto il territorio. Un impegno – ha concluso – che sosteniamo fortemente per una gestione più sostenibile della logistica in un sito ambientale e culturale di straordinario valore, tra i luoghi più belli e caratteristici del Veneto”.

Photo credits: Arcangelo Piai

Ambasciatori del gusto: sei nuove aziende entrano nel club dei partner

Ambasciatori del gusto: sei nuove aziende entrano nel club dei partnerMilano, 18 gen. (askanews) – L’associazione italiana Ambasciatori del gusto inizia il nuovo anno con una crescita del proprio club dei partner, la rete di aziende che sceglie di affiancare l’ente nel suo percorso di salvaguardia e valorizzazione della cultura enogastronomica e agroalimentare italiana nel mondo. Electrolux Professional, Essse caffè, Molino Dallagiovanna, Gioiella Latticini, Piazza Effepi, Silikomart le new entry che vanno ad aggiungersi alle altre quattordici realtà imprenditoriali.

“La nostra Associazione cresce di giorno in giorno. Nel 2023 abbiamo accolto oltre cinquanta nuovi associati e molti altri sono in valutazione per l’ingresso – dichiara Alessandro Gilmozzi, Presidente dell’Associazione – Constatare che il nostro operato è sempre più apprezzato e ricercato anche dai principali attori della filiera di cui rappresentiamo il fulcro è motivo di profondo orgoglio nonché uno stimolo concreto a proseguire su questa strada. È la conferma che il ‘fare squadra’ non è solo possibile bensì necessario e funzionale. Per questo abbiamo adottato una nuova e differente visione, multidisciplinare e collettiva. Questo è AdG, una bellissima squadra e sempre più forte”. A conferma della dinamicità dell’ente e della sua capacità di dialogare con le aziende gli Ambasciatori del gusto affiancheranno i partner Moretti Forni ed Essse caffè durante tutta la loro permanenza al Sigep 2024. “Siamo da sempre convinti della grande opportunità di mettere a fattor comune il know how imprenditoriale, la passione per i prodotti, l’amore per i territori – commenta Gianluca De Cristofaro, direttore generale di AdG – Il risultato è una progettualità continua che ha sempre come finalità la valorizzazione, la promozione del made in Italy e la crescita di un gruppo che collabora con spirito sinergico”.

Vino, Consorzio Asti Docg a Sigep con Accademia maestri pasticceri

Vino, Consorzio Asti Docg a Sigep con Accademia maestri pasticceriMilano, 18 gen. (askanews) – Dal 20 al 24 gennaio il Consorzio Asti Docg torna nel quartiere fieristico di Rimini in occasione della 45esima edizione di Sigep, il salone internazionale della pasticceria, panificazione artigianale e caffè. Per tutta la durata della manifestazione l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti, oltre ad essere serviti in purezza, affiancheranno le creazioni dolci e salate dei maestri pasticcieri italiani all’interno dello spazio allestito dall’Ampi. Inoltre, l’Asti Spumante sarà anche nei calici dell’”Ampi Sound”, l’aperitivo quotidiano di fine giornata firmato dall’Accademia.

Si consolida così la partnership tra l’ente consortile piemontese e l’Accademia dei maestri pasticceri italiani (Ampi), che conferma ancora una volta l’abbinamento tra le bollicine aromatiche più antiche d’Italia e le produzioni artigianali di alta pasticceria.

Vino, da 2 a 4 febbraio a Verona “Amarone Opera Prima” con annata 2019

Vino, da 2 a 4 febbraio a Verona “Amarone Opera Prima” con annata 2019Milano, 18 gen. (askanews) – “Amarone Opera Prima”, la preview delle annate del Consorzio vini Valpolicella, taglia il traguardo della ventesima edizione e, per la presentazione del millesimo 2019 di 70 aziende, punta i riflettori sul futuro del re dei rossi veneti tra nuove tendenze di consumo, cambiamenti climatici e metamorfosi dei mercati. La tre giorni, in programma a Verona nel seicentesco Palazzo della Gran Guardia dal 2 al 4 febbraio, apre così il calendario delle anteprime del vino in Italia.

A fare da prologo all’evento, venerdì 2 febbraio, saranno due masterclass riservate e sui invito alla stampa di settore nazionale ed estera: “Amarone, the next big thing in wine collecting?” guidata da JC Viens, e “Amarone: the new wave” condotta da Filippo Bartolotta. In entrambi gli appuntamenti, in degustazione una selezione di annate di Amarone per evidenziare l’attitudine di uno dei fine wine italiani più famosi al mondo a diventare asset di investimento per i collezionisti e per raccontarne l’evoluzione produttiva. Il cartellone di “Amarone Opera Prima” entra nel vivo sabato 3 febbraio con l’avvio ufficiale della manifestazione che prevede in apertura, alle 11 il talk dal titolo “Clima, produzione e mercati: la Valpolicella alla prova del cambiamento”. A riflettere su un combinato disposto di forte attualità, che vede il Consorzio vini Valpolicella fare da apripista a un confronto che coinvolge tutto il settore, saranno il presidente Christian Marchesini, il vicepresidente Andrea Lonardi, il responsabile Osservatorio del vino di Uiv, Carlo Flamini, e Maurizio Ugliano, docente di Enologia dell’Università di Verona, con la moderazione del direttore di Telenuovo, Andrea Andreoli.

A seguire “Amarone Opera Prima: sipario con Vittorio Grigolo”: un “vis-à-vis” con uno dei più giovani e talentuosi tenori del panorama lirico mondiale e, dal 2013, anno del suo debutto in Arena, protagonista del Festival lirico della città scaligera. Alle 12.30 i settanta produttori della Valpolicella apriranno i banchi di assaggio per la stampa e dalle 16.30 alle 19 anche agli appassionati. Domenica 4 febbraio, l’evento è invece dedicato interamente al pubblico (dalle 10 alle 17) e si chiuderà con il party “Winenot X Amarone Opera Prima” promosso in collaborazione con l’associazione Winenot e il Gruppo giovani del Consorzio vini Valpolicella (dalle 18 alle 23).

Vino, Cotarella (Assoenologi): Rivella è stato un pioniere illuminato

Vino, Cotarella (Assoenologi): Rivella è stato un pioniere illuminatoMilano, 17 gen. (askanews) – “Ezio Rivella è stato il presidente per eccellenza di Assoenologi. È stato uno dei protagonisti assoluti dell’enologia italiana, in particolare negli anni ’70, ’80 e ’90 del secolo scorso, quando il nostro settore era ancora alla ricerca di un’identità e di una posizione. Se esiste l’enologia moderna ed evoluta, motivo principale del rinascimento dei vini italiani, lo dobbiamo in larga parte a Ezio, un autentico pioniere del mondo del vino. Capace di interpretare la professione con doti manageriali e imprenditoriali. Così come se oggi Assoenologi è l’associazione che tutti conosciamo, lo dobbiamo anche al suo ultradecennale impegno alla guida degli enologi ed enotecnici italiani, avvenuto a cavallo tra la metà degli anni ’70 e ’80. Ci lascia un grande professionista, un amico e soprattutto un grande uomo”. Così il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, ha ricordato la scomparsa del collega, scomparso la notte scorsa.

Rivella aveva ricoperto la carica di presidente di Assoenologi dal 1975 al 1986.

Vino, Radica: Rivella ha fatto grande il vino italiano nel mondo

Vino, Radica: Rivella ha fatto grande il vino italiano nel mondoMilano, 17 gen. (askanews) – “Un enologo, un manager, un precursore, un professionista che ha fatto grande il vino italiano nel mondo. Ha contributo in maniera rilevante a qualificare il vino italiano e a far conoscere questo che oggi è il simbolo del Made in Italy, un comparto che crea economia, valore sociale, turismo e qualità, valorizzando le denominazioni di origine e facendo anche acquisire consapevolezza delle potenzialità del comparto. A titolo personale e a nome delle Città del Vino, ricordiamo con stima e affetto una figura di primo piano dell’enologia italiana”. Questo il commento di Angelo Radica, presidente dell’Associazione nazionale Città del Vino, sulla scomparsa la notte scorsa del celebre enologo.

Vino, Busi: addio a Ezio Rivella, ambasciatore del vino nel mondo

Vino, Busi: addio a Ezio Rivella, ambasciatore del vino nel mondoMilano, 17 gen. (askanews) – “Esprimiamo il nostro più sentito cordoglio per la scomparsa di Ezio Rivella, ‘ambasciatore’ del vino ed in particolar modo del Brunello di Montalcino nel mondo”.Lo ha detto il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, dopo la morte del primo enologo-manager del vino italiano, scomparso la notte scorsa.

“E’ stato un imprenditore innovativo e lungimirante – ha concluso – che ha rivoluzionato il mondo del vino e contribuito a far diventare le etichette italiane sinonimo di prestigio e qualità”.

Stefanini: nascita Piwi Italia momento storico per viticoltura Italia

Stefanini: nascita Piwi Italia momento storico per viticoltura ItaliaMilano, 17 gen. (askanews) – “Gli obiettivi della nuova associazione sono ampliare la conoscenza delle varietà resistenti e fare pressione, anche a livello politico, affinché altre Regioni le autorizzino nel rispetto delle peculiarità regionali. Sicuramente l’impiego di varietà resistenti rende la pratica agronomica più sostenibile dato che le resistenze sono di tipo naturale. Quello che cerchiamo di sviluppare a livello scientifico è una maggiore variabilità”. Lo ha affermato Marco Stefanini, neo presidente di Piwi Italia che si è appena costituita in associazione e che raggruppa gli oltre 250 produttori di varietà resistenti del territorio nazionale.

Ricordando che nel Registro nazionale delle varietà di vite sono iscritte circa 600 varietà di Vitis vinifera, e 36 varietà resistenti, Stefanini, responsabile dell’Unità di genetica e miglioramento genetico della vite presso il Centro di ricerca ed innovazione della Fondazione Edmund Mach, sottolineando che “la nostra attività di ricerca avrà lo scopo di mettere a disposizione dei viticoltori un numero sempre maggiore di varietà resistenti per poter valorizzare al meglio il proprio territorio con quelle più adatte”. Parlando della nascita ufficiale dell’associazione, il presidente ha parlato di “un momento storico per la viticoltura italiana”, ricordando che l’Italia ha avuto un percorso diverso dagli altri Stati europei perché l’impiego delle varietà resistenti nei vigneti non sono state autorizzate a livello nazionale. “L’Italia ha delegato le regioni e alcune, come il Veneto, si sono subito adoperate per mettere a dimora questi vigneti” ha precisato Piwi Italia, aggiungendo che poi sono arrivati il Trentino, l’Alto Adige, la Lombardia, il Friuli-Venezia Giulia, il Piemonte (le Regioni fondatrici insieme al Veneto), l’Emilia Romagna, le Marche, l’Abruzzo, il Lazio e la Campania. In termini di numeri il Veneto è la regione che la fa da padrone seguita dal Friuli-Venezia Giulia, con la metà delle varietà autorizzate.

L’associazione ha precisato che “la viticoltura, sebbene rappresenti solamente il 3% della superficie agricola europea, utilizza il 65% di tutti i fungicidi impiegati in agricoltura, ovvero 68 mila tonnellate/anno”. “La diffusione massiccia di agenti patogeni, arginati da pesanti interventi chimici per non compromettere i raccolti, cozza oggi sempre di più con la nuova concezione socio-economica di transizione ecologica, di salubrità e di salvaguardia degli ambienti e quindi in questo contesto fare viticoltura convenzionale diventa sempre più complicato” ha proseguito Piwi Italia, chiosando “da qui la nostro mission: la ricerca di varietà nuove, diverse e resistenti per garantire un futuro sostenibile e sano alle attività agricole come chiave di volta per il rispetto del vigneto, di coloro che vi operano e del vino che verrà”.

Vino, Piwi Italia si è costituita ufficialmente in associazione

Vino, Piwi Italia si è costituita ufficialmente in associazioneMilano, 17 gen. (askanews) – Piwi Italia, nata con lo scopo di promuovere vitigni resistenti alle malattie fungine e produrre vini sempre meno impattanti, diventa ufficialmente un’associazione. Dopo la firma dello statuto durante l’evento nazionale Vini Piwi all’Hotel Carlton on the Gran Canal di Venezia, il 12 gennaio scorso l’atto costitutivo dell’associazione è stato registrato all’Agenzia delle Entrate. Lo ha reso noto la stessa associazione, spiegando che la sede sarà presso la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento) e la prima assemblea si terrà in primavera.

Il neo presidente è Marco Stefanini, responsabile dell’Unità di genetica e miglioramento genetico della vite del Centro di Ricerca e innovazione della Fondazione Mach, mentre il vicepresidente è Riccardo Velasco, direttore del Centro di ricerca in viticoltura ed enologia di Conegliano (Treviso). “Le due nomine rappresentano il trait d’union tra due tra i più importanti istituti di ricerca presenti nel nostro Paese e questo binomio rafforza la mission di Piwi Italia in quanto la ricerca per il miglioramento genetico, inserendo i geni della resistenza nelle varietà di vite da vino, apre nuovi e importanti scenari per la viticoltura italiana” ha sottolineato l’assocazione in una nota, aggiungendo che “i soci fondatori sono i presidenti delle associazioni Piwi regionali oggi esistenti: Daniele Piccinin dell’Azienda agricola Le Carline di Pramaggiore (Venezia) per il Veneto, Thomas Niedermayr della tenuta Hof Gandberg di Appiano sulla Strada del Vino per l’Alto Adige (Bolzano), Antonio Gottardi della Cantina La-Vis e Valle di Cembra per il Trentino, Stefano Gri della Cantina Trezero di Valvasone (Pordenone) per il Friuli Venezia Giulia, Alessandro Sala di Nove Lune di Cenate Sopra (Bergamo) per la Lombardia e PierGuido Ceste dell’omonima azienda di Govone (Cuneo) per il Piemonte. Le viti Piwi (“pilzwiderstandsfähig” in tedesco) sono incroci naturali tra vinifere europee e altre vitis di origini americane e/o asiatiche portatrici dei geni della resistenza e quindi “sono piante in grado di difendersi da sole dalle principali malattie della vite”.