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Agroalimentare, presentati 7 nuovi Presìdi Slow Food della Puglia

Agroalimentare, presentati 7 nuovi Presìdi Slow Food della PugliaMilano, 21 dic. (askanews) – Sono stati presentati a Bari sette nuovi Presìdi della Puglia istituiti grazie alla sinergia fra l’assessorato alle Politiche Agricole della Regione e Slow Food regionale, nell’ambito del secondo step del progetto “Presidiamo la Puglia”, volto alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari locali.

Si tratta dell’Uva Baresana, Piselli tradizionali Salentini, Agrumi tradizionali di Palagiano, Cipolla rossa delle Saline di Margherita di Savoia, Suino Nero Pugliese, Carciofo della Terra dei Messapi e Pecora Gentile di Puglia, che si aggiungono ai cinque nati nella prima fase del progetto, portando a 12 i nuovi Presìdi Slow Food nella regione in due anni. Un risultato numericamente e qualitativamente importante se si considera che il Presìdio è il frutto di un’azione volta a tutelare le piccole produzioni di qualità e a rendere protagonisti dei territori di appartenenza i contadini, gli allevatori e i pescatori locali. “Si tratta di sette tasselli che sono identitari di un territorio, della cultura e della storia di tante comunità, elementi che rappresentano anche fortissimi attrattori turistici” ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, sottolineando che “quella di Slow Food non è solo un’azione strategica di promozione dei nostri prodotti, ma una vera e propria operazione culturale che può avere un ritorno straordinario anche da un punto di vista economico, per le imprese agricole, i produttori, per il comparto turistico-ricettivo”

“Con gli ultimi 12, salgono a 35 i Presìdi in Puglia” ha precisato il presidente di Slow Food Puglia, Marcello Longo, evidenziando che “sono numeri importanti che lasciano comprendere chiaramente quanto si stia lavorando per rendere la Puglia una regione sempre più biodiversa”. “La Puglia per Slow Food Italia è un punto di riferimento – ha aggiunto la Dg di Slow Food Italia, Serena Milano – in questa regione, la nostra associazione ha messo al centro dell’attenzione la biodiversità, lavorando al fianco di contadini, allevatori, pescatori, artigiani, per salvare una ricchezza straordinaria di varietà vegetali, razze autoctone, formaggi, dolci…”.

Si insedia Consorzio del Ficodindia dell’Etna: due donne ai vertici

Si insedia Consorzio del Ficodindia dell’Etna: due donne ai verticiMilano, 21 dic. (askanews) – Si è insediato il 20 dicembre il Consorzio di tutela del Ficodindia dell’Etna Dop, riconosciuto ufficialmente dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste il 30 novembre scorso. Ai vertici dell’ente consortile, il neo eletto Cda ha nominato due donne: la presidente Sarah Bua e la direttrice Rita Serafini.

“Il raggiungimento di questo importantissimo traguardo ci gratifica e incoraggia ad andare avanti nella strada intrapresa” ha dichiarato Bua, aggiungendo che “siamo certi che questo prodotto dalle incredibili caratteristiche possa dare grandi soddisfazioni in termini di visibilità ma anche di nuove possibilità per il territorio vocato”. “Ci siamo già messi al lavoro per confrontarci con tutti i soci sulle priorità operative da realizzare nel breve periodo – ha concluso la presidente – e l’agenda dei lavori è già molto piena”. Il Ficodinidia dell’Etna Dop, che nel 2003 ha ottenuto il riconoscimento di qualità europeo, è tra i trentasette prodotti agroalimentari a marchio Dop e Igp della Sicilia, la decima regione in Italia per valore generato dal comparto cibo Dop e Igp, un comparto che nel 2022 ha fatto registrare un incremento del 12,5% sul valore economico raggiungendo i 94 milioni di euro, registrando l’impiego di quasi settemila operatori.

“Da oggi, grazie al Consorzio e ad un’adeguata strategia, il Ficodinidia dell’Etna Dop potrà fare quello scatto ulteriore necessario a raggiungere maggiore visibilità e una crescente affermazione del prodotto sui mercati nazionali e internazionali” ha commentato Serafini, che è anche direttrice del Consorzio di tutela della Pesca di Leonforte Igp, ricordando che “l’ortofrutta è indubbiamente una delle espressioni più autentiche e nobili dell’agricoltura e sono lieta di contribuire con questo nuovo incarico alla valorizzazione che merita”.

Consorzio Prosecco Doc: già superate 612 mln di bottiglie prodotte

Consorzio Prosecco Doc: già superate 612 mln di bottiglie prodotteMilano, 21 dic. (askanews) – “E’ già stato superato il traguardo delle 612 milioni di bottiglie, con una produzione che, alla fine dell’anno, dovrebbe assestarsi in termini di volume poco al disotto dell’anno precedente (635 mln di bottiglie) ma con una crescita sensibile a valore, a beneficio dell’intera filiera produttiva e del territorio”. Lo annuncia il Consorzio di tutela del Prosecco Doc parlando di dati “confortanti” nonostante lo scenario tutt’altro che semplice.

“Attenzione costante alla qualità dei nostri vini e alla sostenibilità delle nostre attività hanno premiato il nostro lavoro anche in questo periodo particolarmente complesso a livello globale” commenta il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, aggiungendo che “ricerca e analisi, tutela della Denominazione e promozione della stessa costituiscono gli assi che guidano la nostra azione a difesa e valorizzazione delle nostre produzioni. Ma sono soprattutto qualità e sostenibilità – conclude il presidente – a guidare il nostro impegno e quello dei nostri associati, allo scopo di offrire un vino sempre migliore ai tanti che nel mondo scelgono il Prosecco Doc”. “Il Consorzio – sottolinea il direttore, Luca Giavi – sta valutando alcune modifiche del Disciplinare che consentiranno alla Denominazione di poter esprimere al meglio, nell’etichetta di ciascuna bottiglia, le caratteristiche del territorio e degli operatori, garantendo maggiore consapevolezza a beneficio dei consumatori”.

Nel corso del 2023, ricorda il Consorzio, l’area di ricerca, viticoltura e sostenibilità ha avviato il progetto “Prosecco Sostenibile”, è stato realizzato il “Protocollo Viticolo Prosecco” per il miglioramento continuo nella gestione viticola, ed è stato sviluppato un sistema digitale che connette aziende, Cantine e Consorzio, “consentendo di legare i registri di campagna ai calcolatori di impronta carbonica ed idrica”. Tra i progetti ancora in corso, c’è quello della zonazione della Denominazione in un’ottica di cambiamento climatico e la validazione di strategie di difesa della vite”. In merito all’attività di protezione della Denominazione, il Consorzio ricorda la recente vittoria sull’Australian Grape and Wine Inc, a Singapore , dove è stato stabilito in maniera definitiva che Prosecco è una IG. L’ente consortile ha inoltre trasmesso oltre 200 diffide per contrastare utilizzi della Doc per identificare prodotti diversi dal vino, attraverso più di 50mila verifiche sia sui punti di vendita sia online.

Per quanto riguarda infine l’attività di promozione, il Consorzio precisa che sono stati “ben 415 gli eventi organizzati nel corso dell’anno in 36 diversi Paesi obiettivo”, che hanno coinvolto 110 aziende. Tra i nuovi mercati di intervento del 2023: Vietnam, Corea del Sud e Nuova Zelanda, che negli ultimi anni hanno registrato in significativo aumento della quota import del Prosecco.

Il premio Ismaa 2023 al presidente di Confagricoltura, Giansanti

Il premio Ismaa 2023 al presidente di Confagricoltura, GiansantiMilano, 20 dic. (askanews) – Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha ricevuto il 20 dicembre a Roma il Premio Ismaa 2023 “Mediterraneo nel mondo”, per “il suo impegno a favore delle imprese agricole in un’ottica di crescita e internazionalizzazione”. A consegnargli la targa è stato il sottosegretario agli Affari esteri, Maria Tripodi.

Il presidente dell’Istituto Mediterraneo per l’Asia e l’Africa, Maurizio Barnaba, ha evidenziato nella motivazione anche l’impegno costante di Giansanti in Europa in qualità di vicepresidente del Copa. La cerimonia è avvenuta nella Sala Serpieri di Palazzo della Valle, alla presenza di numerose personalità del mondo politico italiano e internazionale. Il riconoscimento 2023 di Ismaa, la cui mission è sostenere e accompagnare la crescita delle sinergie economiche, politiche e culturali dell’Italia con i Paesi del Mediterraneo, dell’Asia e dell’Africa, è andato anche a Federica Favi, ambasciatrice d’Italia a Bruxelles, e ad Alessandro Terzulli, chief economist di Sace.

Consorzio Chianti Classico: nel 2023 incetta di premi e attenzioni

Consorzio Chianti Classico: nel 2023 incetta di premi e attenzioniMilano, 20 dic. (askanews) – “Sono sempre di più i nostri produttori che hanno ricevuto riconoscimenti importanti. Per usare una metafora sportiva, vince la squadra, in questo caso in maglia Gallo Nero”. Così il Consorzio Vino Chianti Classico sintetizza il successo ottenuto quest’anno dalla critica enologica, con il Chianti Classico che si è affermato come una delle Denominazioni più premiate, con punte di eccellenza da punteggio massimo.

In una nota, l’ente consortile ha ricordato che nella Top 100 di Wine Spectator, la Denominazione è la più presente al mondo con ben sette referenze, aggiungendo che sono 164 i vini che la rivista statunitense ha recensito “con punteggi spesso altissimi” nel suo report annuale sulla Toscana. La testata Wine Advocate, nel 2023 ha invece focalizzato la sua attenzione sull’Uga Lamole, con Antonio Galloni che ha incluso ben 22 vini con punteggio pari o superiore ai 95 punti nelle tre tipologie di Chianti Classico, e che si è espresso in maniera entusiasta sulla vendemmia 2021. James Suckling, che ha firmato il primo 100/100 a vino Gallo Nero quattro anni fa, ha invece pubblicato nel corso dell’anno oltre 400 recensioni di vini Gallo Nero, la cui quasi totalità supera i 90 punti. Sempre in tema 100/100, ci sono stati due vini premiati con il massimo punteggio, il “Chianti Classico Gran Selezione 2019” di Monteraponi a opera della celebre critica americana Kerin O’Keefe, e l’altro in terra italica, il “Chianti Classico Gran Selezione il Poggio 2018” di Castello di Monsanto da parte del critico Luca Gardini, curatore della Guida de L’Espresso.

Per quanto riguarda la critica italiana, emerge un altro record per il Chianti Classico: con 25 “Tre Bicchieri”, prima denominazione d’Italia ex aequo con il Barolo. La palma toscana va alla denominazione Chianti Classico anche secondo Doctor Wine, alias Daniele Cernilli. Articoli importanti sono usciti inoltre su Decanter e sulla Revue du Vin de France, mentre “si è allargata la rosa dei critici interessati al Chianti Classico”, con Sarah Heller MW per Club Oenologique, e Audrey Frick per l’omonima testata on line di Jeb Dunnuck.

”Un Guizzo di Salute” fa tappa all’Istituto alberghiero di Spoleto

”Un Guizzo di Salute” fa tappa all’Istituto alberghiero di SpoletoRoma, 20 dic. (askanews) – Far conoscere le caratteristiche nutrizionali dei pesci meno noti, spesso poco conosciute dal consumatore finale e anche dall’operatore del settore, ed evidenziare l’importanza dell’inserimento dei prodotti ittici nell’alimentazione settimanale, per una dieta sana, equilibrata e gustosa. Sono questi gli obiettivi del progetto “Un Guizzo di Salute” predisposto dal ministero della Salute in collaborazione con Assoittica Italia e che è stato presentato presso l’IPSEOASC Alberghiero “Giancarlo De Carolis” di Spoleto.

Il progetto ha visto il coinvolgimento di numerosi istituti alberghieri, distribuiti su tutto il territorio nazionale, che hanno proposto ricette utilizzando specie ittiche meno note, semplici da cucinare a casa e con un elevato apporto nutrizionale. Nel corso della giornata, gli esperti del settore si sono confrontanti sul tema sotto il cappello del ministero della Salute, che ha contribuito a valorizzare ancora di più l’apporto nutrizionale che tutti i prodotti ittici in diverso modo possono apportare ad una equilibrata alimentazione, nell’ottica della prevenzione delle malattie cronico-degenerative. Tra i relatori Roberta Galassi (Dirigente Scolastico), Cristina Tonelli (Presidente- Rete Nazionale degli Istituiti Alberghieri dell’Ittico) Vincenzo Caputo (Direttore Generale – Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche), Salvatore Macrì (Dirigente -Servizio Prevenzione, Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare – Regione Umbria) e Ugo della Marta (Direttore Generale – Direzione Generale per la Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione – Ministero della Salute), come si legge in una nota.

I lavori sono stati poi guidati da Roberto Copparoni – Ufficio 5 – Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del ministero della Salute, che ha presentato l’accordo di collaborazione tra ministero della Salute e Assoittica Italia. È stato poi presentato il progetto “Un Guizzo di Salute”, con l’illustrazione di Nunzia Liguori – Ufficio 5 della direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del ministero della Salute. Altra fase dell’intensa giornata è stat dedicata agli aspetti nutrizionali dei prodotti ittici: i Claim Nutrizionali dalle Biologhe Nutrizioniste di Assoittica Italia, Arianna Felicetti e Maria Pintavalle, i prodotti ittici nella campagna di comunicazione sulla Iodio profilassi da Maristella Fardella – SIAN – ASL di Catania ed infine la filiera ittica al servizio del consumatore finale moderno da Giuseppe Palma, segretario generale Assoittica Italia.

Lo Show Cooking degli studenti dell’Istituto alberghiero “Giancarlo De Carolis”, interamente con pietanze a base di specie ittiche, ha concluso la giornata che ha reso possibile all’interno di un istituto alberghiero l’incontro di una corretta alimentazione e di un adeguata informazione al consumatore finale.

Compagnia dei Caraibi: il manager Paolo Castagno nominato Cfo

Compagnia dei Caraibi: il manager Paolo Castagno nominato CfoMilano, 20 dic. (askanews) – Paolo Castagno è stato nominato Chief financial officer (Cfo) di Compagnia dei Caraibi. A dare la notizia dell’incarico, operativo dall’8 gennaio 2024, è stata la stessa azienda torinese attiva nell’importazione, sviluppo, brand building e distribuzione di distillati, vini e soft drink di fascia da premium a ultra-premium di tutto il mondo, nonché di birre craft italiane.

Torinese, classe 1965, Castagno ha lavorato per diversi gruppi internazionali nel settore manifatturiero, e nel settore dei servizi per STAR7.

Consorzio Asti Docg: in queste Feste consumate 30 mln di bottiglie

Consorzio Asti Docg: in queste Feste consumate 30 mln di bottiglieMilano, 20 dic. (askanews) – Saranno circa 30 milioni, il 30% del totale produttivo di quest’anno, le bottiglie di Asti Spumante e Moscato d’Asti stappate tra Natale e Capodanno 2023. Di queste, nove su dieci sbarcheranno sulle tavole di tutto il mondo, mentre in Italia pandoro e panettone saranno accompagnati dalla Denominazione spumantistica più antica del Belpaese, con oltre tre milioni di bottiglie consumate. E’ la stima fatta dal Consorzio Asti Docg, che spiega che il 10% verranno bevute in Italia, mentre il 90% saranno consumate all’estero.

Nell’Est Europa, in particolare Russia, Ucraina, Polonia, Lettonia, Lituania, si concentra il 30% del mercato, stessa quota dell’Europa Occidentale, dove oltre all’Italia, rimane alto il gradimento del Regno Unito (6% della domanda complessiva) ma anche di Germania e Austria. Gli Stati Uniti si confermano invece destinazione preferita per un altro 25% di un mercato mosso soprattutto dalla domanda di Moscato d’Asti. Tra i Paesi extraeuropei, il Consorzio segnala gli emergenti latino-americani, a partire da Perù e Messico, e l’Asia, “oggi a tutti gli effetti area sempre più strategica”. “In Italia e nel mondo i nostri vini sono da sempre sinonimo di famiglia, feste e brindisi soprattutto casalinghi” ha commentato il presidente del Consorzio, Lorenzo Barbero, parlando di “una tradizione che si rinnova da oltre un secolo per due prodotti oggi quanto mai contemporanei, la cui versatilità si presta per la mixology e, al tempo stesso, a una bassa gradazione sempre più richiesta dal mercato. Non è un caso – ha concluso – se per il Natale 2023, con il nostro bartender Giorgio Facchinetti, abbiamo lanciato il cocktail ‘Christmas Vibe’, a base di Moscato d’Asti, anice stellato, scorza d’arancia e soda ai frutti rossi con cannella”.

Il Moscato Bianco che dà vita alla Denominazione è coltivato in 51 Comuni della provincia di Alessandria, Asti e Cuneo. A oggi le aziende consorziate sono 1.013, divise tra 50 case spumantistiche, 778 aziende viticole, 153 aziende vitivinicole, 17 aziende vinificatrici e 15 cantine cooperative. Il 90% della produzione complessiva viene esportata.

Vino, Aivv: Report? Per parlare di enologia si interpellino i tecnici

Vino, Aivv: Report? Per parlare di enologia si interpellino i tecniciMilano, 20 dic. (askanews) – “Va bene fare informazione, ma quando questa diventa una mistificazione della realtà è lesiva per tutti: non si può far parlare di tecniche di vinificazione una persona che come qualifica ha ‘esperto di vino’ senza comunque poter far spiegare certe tecniche da chi ha le conoscenze scientifiche per farlo” Lo ha affermato Vincenzo Gerbi, vicepresidente dell’Accademia italiana della vite e del vino (Aivv), commentando il servizio dedicato alle frodi nella vinificazione della trasmissione Report, andato in onda il 17 dicembre scorso.

“Le teorie fatte dire al sedicente ‘esperto di vino’ sono tra loro discordanti e prive di fondamento, a partire per esempio dalla disacidificazione con la bentonite, o confondere l’uso di additivi con quello di coadiuvanti, queste sono affermazioni del tutto errate che denotano l’incompetenza dell’interlocutore nel merito” prosegue Gerbi, che è docente di enologia all’Università di Torino, aggiungendo che “inoltre il settore è stato liquidato con argomentazioni a livello di chiacchiere da bar su temi invece importanti e delicati, su pratiche per altro lecite e rese tali da regolamenti europei senza ricordare, per altro, che l’Italia è il Paese che a livello enologico ha le regole più restrittive a livello internazionale, come il divieto dell’uso del saccarosio per l’arricchimento dei mosti, possibile solo con mosto d’uva concentrato e rettificato (MCR)”. “Il sistema Dop-Igp nel vino, come nell’agroalimentare è una garanzia per produttori e consumatori” continua il vicepresidente dell’Aivv, concludendo “in Italia abbiamo uno dei sistemi di controllo e repressione delle frodi più proficuo e interventi come quello proposto dal programma della Rai sono la dimostrazione che se i controlli funzionano e i pochissimi che non stanno alle regole vengono smascherati”.

Vino, Imt: per Montepulciano serve lavorare insieme su linea comune

Vino, Imt: per Montepulciano serve lavorare insieme su linea comuneMilano, 19 dic. (askanews) – Il 18 dicembre alla commissione Agricoltura della Camera si è tenuta un’audizione dedicata al dossier Montepulciano, in presenza dei rappresentanti di Abruzzo, Marche, Molise e Puglia. All’esame, la possibilità, data anche dalla bozza di Decreto etichettatura e dalle direttive comunitarie, di inserire in retroetichetta il nome del vitigno, osteggiata dall’Abruzzo ma reclamata dalle organizzazioni di produttori di altre regioni italiane.

Per il presidente dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), Michele Bernetti, intervenuto all’audit presieduto dal presidente Comagri, Mirco Carloni, “sarebbe scorretto se ogni territorio si riservasse un vitigno, impedendo agli altri produttori una comunicazione trasparente nei confronti dei consumatori”. “Lo è ancora di più per un vitigno come il Montepulciano, che in Italia conta 35mila ettari coltivati di cui 2.900 solo nelle Marche” ha proseguito Bernetti, sottolineando che “l’impasse su un decreto che riforma in maniera importante diversi aspetti del nostro settore è evidente: serve uno sforzo di responsabilità da parte di tutti gli attori in gioco per trovare una linea comune, in grado di sbloccare con urgenza la situazione”. “Per questo – ha concluso Bernetti – esprimiamo la nostra disponibilità ai colleghi abruzzesi ma anche a tutte le altre regioni interessate, per lavorare assieme verso un percorso comune”. Per l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini, intervenuto in videoconferenza “si paventa la possibilità che si possa sostituire Montepulciano con il sinonimo Cordisco, un’ipotesi che va contro il nostro interesse ma anche contro il principio di un decreto etichettatura fortemente orientato sulla trasparenza verso l’utente”. Secondo l’Istituto marchigiano di tutela vini, l’ipotesi abruzzese di inserire in etichetta il sinonimo Cordisco (anziché Montepulciano) risulta penalizzante per le Dop Rosso Piceno e Rosso Conero, quest’ultima costituita prima di quelle abruzzesi, che hanno contenuti obbligatori di uva Montepulciano in percentuali prossime al 100%”.