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Vino, Uiv: al Simei grande interesse per tecnologie per dealcolati

Vino, Uiv: al Simei grande interesse per tecnologie per dealcolatiMilano, 13 nov. (askanews) – “Negli States preferiamo chiamarli low sugar più che low alcol”. Il diverso sguardo, pragmatico e non ideologico come accade in Italia, sul tema dei vini dealcolati lo sintetizza Randy Ullom, enologo e vicepresidente del colosso californiano del vino Jackson Family Wines. Al Simei, la fiera milanese di Unione italiana vini (Uiv) leader mondiale nelle macchine per l’enologia e le bevande, le tecnologie per la dealcolizzazione sono quelle che stanno registrando maggior interesse.


Anche da parte dei 70 buyer statunitensi in rappresentanza delle principali imprese del vino a stelle e strisce: da Constellation Brands a Francis Ford Coppola fino appunto a Jackson Family, gigante con vigne negli Usa, Canada ma anche in Italia, Francia, Sud Africa, Cile e Australia. A fargli eco è David Crippen, director of winemaking di Bear Creek Winery, la sesta più grande azienda vinicola e vitivinicola a conduzione familiare degli Stati Uniti, a Simei proprio per studiare l’offerta di macchinari da dealcolazione. “Quasi tutte le attrezzature che abbiamo in cantina sono italiane – ha detto – e il salto di qualità che hanno fatto i vini tricolori negli ultimi 40 anni è probabilmente correlato anche a queste tecnologie”. Una tendenza produttiva “NoLo” (no e low alcol) che non a caso incontra al Simei un matching con l’offerta made in Italy, Paese leader nelle tecnologie per il vino che vuole rimanere della partita, nonostante il divieto alla dealcolazione ancora in vigore. È di ieri la presentazione ufficiale di “Libero”, forse una delle ultime innovazioni per la produzione su larga scala di dealcolati: un ciclo continuo in grado di togliere l’alcol al vino che Omnia Technologies ha chiamato così perché “in grado di far gustare il vino senza vincoli”.


“Da ieri in fiera – dicono dal gruppo italiano che conta 400 ingegneri e tecnici in 39 sedi produttive – riscontriamo un interesse senza precedenti, in particolare da Spagna, Grecia e Stati Uniti. Anche i produttori italiani esprimono curiosità, ma la loro condizione di stallo non gli permette di azzardarsi oltre”. Anche per Vason, da 50 anni nel campo dell’industria enologica, le giornate sono un via vai di spagnoli, argentini fino a indiani. “Il mercato c’è, in due anni l’interesse è lievitato – ha detto il presidente Albano Vason – certo sarebbe ben diverso se l’Italia potesse competere ad armi pari in vigna e in cantina”. A Milano vetrina su MMR (Master Mind Remove), un macchinario pensato per la dealcolazione anche per Cantine di piccole e medie dimensioni. Dalla domanda all’offerta, fino alla produzione tra i padiglioni del Simei a Milano il vino dealcolato è l’elefante nella stanza: “Lo scorso anno – ha detto il consigliere delegato di Mionetto, Alessio del Savio – grazie alla controllante tedesca Henkel abbiamo prodotto e venduto due milioni di bottiglie di spumante, quest’anno abbiamo raddoppiato e siamo a 4 milioni, tutte vendute soprattutto in Germania, negli Usa, nei Paesi nordici e nell’Est Europa”.

Merano WineFestival, Kocher: 7.000 visitatori, edizione bellissima

Merano WineFestival, Kocher: 7.000 visitatori, edizione bellissimaMilano, 13 nov. (askanews) – Settemila visitatori e 10mila presenze totali, più di mille espositori presenti tra “wine, food, spirits, beer”, oltre tremila vini in degustazione, 39 masterclass e un summit con sei talk. Sono i numeri della 33esima edizione del Merano WineFestival, cinque giornate all’insegna delle eccellenze enogastronomiche selezionate dalla guida “The WineHunter” di Helmuth Kocher che, dall’8 al 12 novembre, hanno richiamato nella cittadina altoatesina buyer provenienti da 25 Paesi diversi.


“È stata un’edizione bellissima e siamo molto soddisfatti di com’è andata” ha dichiarato il patron Kocher, patron della manifestazione, spiegando che “abbiamo raggiunto i 7.000 ingressi, un dato in linea con gli anni passati, che segna il consolidamento del nostro successo verso un pubblico di qualità tra buyers, operatori di settore, giornalisti e la platea di appassionati e wine lovers, per un evento che genera un indotto di oltre 6 milioni di euro sul territorio meranese”. Oltre ai “The WineHunter Award Platinum”, massimo riconoscimento della guida assegnato a 86 prodotti, ai 5 “Honour Awards” e ai 7 “The WineHunter Stars”, il premio “Nel segno di Zierock” è andato ad Andreas Dichristin della Cantina altoatesina Tropfltalhof e il premio Godio allo chef Daniel Hintner del ristorante “Zur Rose”. Il tema di questa edizione, “Quo Vadis?”, è stato oggetto del summit “Respiro e grido della terra” con sei talk scientifici curati dall’International viticulture and enology society e la tavola rotonda “Abruzzo sostenibile, Molise green”.


Tra i diversi momenti che hanno caratterizzato l’edizione di quest’anno, le più spettacolari sono state la sciabolata di 33 magnum di Testarossa Oltrepò Pavese, e, nella giornata conclusiva, il “Catwalk Champagne & More” con 50 Maison di Champagne e 75 produttori italiani di Metodo Classico, con ulteriore sciabolata conclusiva di una magnum di Champagne P. Vallée di Vallepicciola, insieme con tutto il team del WineFestival.

Vino, Sartor: grande entusiasmo per “Wine in Moderation Day” 2024

Vino, Sartor: grande entusiasmo per “Wine in Moderation Day” 2024Milano, 13 nov. (askanews) – Oltre 200 post, più di 100 storie e migliaia di like sui social media, oltre a tanti articoli, post e discussioni che hanno amplificato il messaggio. Questo il bilancio della seconda edizione del “Wine in Moderation Day” con la campagna “The Greatest Wine? the one that you will remember” (Il vino migliore? Quello che ricorderai, ndr) che ha sottolineato ancora una volta l’importanza di un consumo responsabile e moderato di vino.


“Siamo davvero compiaciuti della risposta a questa seconda iniziativa: l’entusiasmo della comunità del vino, dei professionisti e dei consumatori conferma l’importanza del nostro messaggio: la moderazione e la responsabilità sono al centro della cultura del vino e dovrebbero essere sempre ricordate” ha commentato Sandro Sartor, presidente di Wine in Moderation, aggiungendo che “è stato stimolante vedere così tante persone provenienti da Paesi e settori diversi impegnarsi nella nostra campagna, e siamo entusiasti di continuare a costruire su questo successo negli anni a venire”. “Le iniziative sviluppate nelle diverse zone del mondo si sono rivelate estremamente interessanti e coinvolgenti, e come Consorzio siamo determinati a continuare su questa strada: nel 2025 presenteremo nuove proposte che mirino a rafforzare il nostro percorso, partendo in primis dalle comunità del territorio della nostra Denominazione” ha affermato Giancarlo Guidolin, presidente del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, spiegando che “crediamo fermamente che il confronto continuativo tra gli enti associati a Wine in Moderation sia sempre fonte di nuovi spunti e idee che potranno recare un impatto positivo e duraturo”.


Uno dei momenti salienti è stata una speciale tavola rotonda al Parlamento europeo patrocinata dall’Oiv, che ha riunito responsabili politici e stakeholder di tutta Europa e che ha visto gli interventi, tra gli altri, del professor Mladen Boban dell’Università di Spalato, che ha presentato le ultime scoperte scientifiche sul vino nell’ambito di uno stile di vita equilibrato, e di Aline Bouchez, Senior Strategic Planner di Buzzman, che ha analizzato come comunicare efficacemente la moderazione alle nuove generazioni. Il Wine in Moderation Day è organizzato dall’Associazione WiM per celebrare la cultura e la storia del vino, incoraggiando al contempo i consumatori a godere del vino in modo responsabile.


Foto di Canio Romaniello

Vino, vignaioli Fivi coltivano in media 10 ha e il 71% esporta

Vino, vignaioli Fivi coltivano in media 10 ha e il 71% esportaMilano, 13 nov. (askanews) – Aziende di medio-piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare, radicate sul territorio, con poco più di 10 ettari di vigneto di superficie media coltivata, 75 tonnellate di uva auto-prodotta per una produzione media annua di 38mila bottiglie, che hanno un prezzo medio più che doppio rispetto alla media italiana (7,7 euro contro 3,6). E’ questa la fotografia scattata da un’indagine di Nomisma Wine Monitor sugli oltre 1.700 produttori associati alla Federazione italiana dei vignaioli indipendenti (Fivi), che è stata presentata oggi a Roma.


“Una delle principali esternalità positive collegate al modello socioeconomico dei Vignaioli Indipendenti Italiani è dato dal fatto che l’81% dei vigneti coltivati da questi produttori si trova in collina e in montagna, rispetto al 60% della media italiana, vale a dire in quelle aree interne sempre più soggette a spopolamento e a rischio idrogeologico. Zone dove, per altro, l’uva da vino rappresenta una delle poche produzioni agricole ancora in grado di dare reddito a chi la coltiva” ha spiegato il responsabile Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, ricordando che “in questo modello di impresa la vitivinicoltura esprime risvolti positivi anche a livello sociale dato che il 30% dei lavoratori è impiegato a tempo indeterminato (contro il 10% della media italiana in agricoltura), il 28% è di origine straniera (rispetto al 19%) e il 33% è donna (a fronte del 26%). Nonostante l’Italia rappresenti il mercato di elezione dei produttori Fivi (con l’horeca come canale principale), il 71% di questi “vignerons” esporta anche all’estero, e un altro 23% ha intenzione di farlo nei prossimi anni. E se gli Stati Uniti rappresentano oggi il principale mercato estero di sbocco, presto anche altri mercati extra-Ue diventeranno sempre più strategici, in particolare nell’area asiatica. Per quanto riguarda i fondi OCM, “a causa delle restrizioni e dei vincoli burocratici che disincentivano l’accesso da parte delle piccole aziende, solo il 14% dei soci Fivi ha potuto beneficiare negli ultimi due anni dei fondi destinati alla promozione”.


Sul fronte sostenibilità, risulta che negli ultimi due anni il 71% delle aziende intervistate ha realizzato azioni finalizzate alla sostenibilità ambientale (dall’utilizzo di packaging sostenibile al contenimento dei consumi di acqua e delle emissioni), mentre un altro 24% lo farà nei prossimi due. Una impresa su due, invece, produce vini in modo biologico e un 20% è certificato sostenibile. L’80% delle aziende associate offre servizi per gli enoturisti (il 46% dei quali sono stranieri), in particolare visite guidate con degustazioni, un’attività che rappresenta il 23% del fatturato complessivo, contro una media nazionale del 18%. In merito alle tante sfide che (anche) i vignaioli indipendenti hanno davanti, dallo studio risulta che quasi uno sue due sottolinea come le più difficili riguardino la gestione dei costi e l’efficienza dell’organizzazione aziendale, così come l’evoluzione dei consumi e l’inasprimento della concorrenza, in particolare di quei vini più economici (spesso anche di minor livello qualitativo) che in momenti di congiuntura negativa, come quella attuale, rischiano di penalizzare i prodotti di qualità.


“Modelli di finanziamento della produzione, transizione ecologica, passaggi generazionali, sono sfide enormi che anche come Federazione abbiamo il dovere di studiare a fondo” ha commentato il presidente della Fivi, Lorenzo Cesconi, aggiungendo che “alla politica, in Europa e in Italia, chiediamo semplificazione, snellimento burocratico, innovazione normativa a favore della micro, piccola e media impresa, e soprattutto una strategia chiara nella politica vitivinicola, che deve sempre di più essere orientata alla sostenibilità di produzione, alla qualità e non alla quantità, alla creazione di valore”. “Colgo in questa ricerca tanti spunti utili a formulare istanze da portare alle istituzioni europee, in primis la necessità di rendere accessibili a tutti i vignaioli, anche i più piccoli, ogni misura di sostegno, come ad esempio gli aiuti alla promozione Paesi terzi” ha affermato Matilde Poggi, presidente della Confederazione europea vignaioli indipendenti (Cevi), spiegando che “abbiamo colto dal Commissario designato Hansen la necessita per il settore di un impegno verso la sostenibilità: le aziende dei vignaioli indipendenti sono in linea con le richieste ma occorre una semplificazione anche nel sistema delle certificazioni, spesso troppo onerose per aziende di queste dimensioni”.

Vino, il 14 novembre al via “Benvenuto Brunello”: presenti 126 Cantine

Vino, il 14 novembre al via “Benvenuto Brunello”: presenti 126 CantineMilano, 13 nov. (askanews) – Conto alla rovescia per la 33esima edizione di “Benvenuto Brunello”, l’anteprima dedicata al principe dei rossi toscani del Consorzio del vino Brunello di Montalcino che da giovedì 14 a lunedì 18 novembre porterà a Montalcino giornalisti, buyer, operatori e wine lover dall’Italia e dal mondo. A battesimo nei calici, il Brunello 2020, la Riserva 2019 oltre al Rosso di Montalcino 2023 e gli altri due vini della denominazione, il Moscadello e il Sant’Antimo.


Con 126 Cantine e oltre 500 etichette pronte all’assaggio, ad alzare il sipario sulle degustazioni gli oltre cento giornalisti e critici italiani ed esteri che giovedì 14 e venerdì 15 novembre faranno roteare i calici al Chiostro di Sant’Agostino del borgo toscano. Il programma prosegue sabato 16 novembre al Teatro degli Astrusi con il focus condotto dal vicedirettore del Corriere della Sera, Luciano Ferraro, dal titolo “Quale futuro per i Consorzi del vino” (alle 10.30) e che vede la partecipazione dei presidenti Albiera Antinori (Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia), Sergio Germano (Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani), Giovanni Manetti (Chianti Classico), Christian Marchesini (Valpolicella) e il vicepresidente Graziano Nicosia (Etna). A seguire, la valutazione dell’annata 2020 che entrerà in commercio da gennaio 2025, l’assegnazione del premio “Leccio d’Oro” e il tradizionale svelamento della mattonella firmata quest’anno dal pluripremiato regista Ferzan Ozpetek, presente a Montalcino. In contemporanea, al Chiostro si torna alle origini con l’apertura anche al pubblico dei banchi di assaggio con i produttori. I “walk around tasting” con le cantine continueranno poi domenica 17 e lunedì 18 novembre. A “Benvenuto Brunello” quest’anno spazio anche alle masterclass: il primo appuntamento, fissato per sabato 16 novembre, è condotto Daniele Cernilli (DoctorWine), seguito, domenica 17 novembre, dal focus guidato dal MW Andrea Lonardi. In chiusura, lunedì 18 novembre, il tasting, riservato a ristorazione stellata e alta hotellerie, a cura di Francesco Saverio Russo.

Vino, in Italia i maggiori consumatori sono i “boomer” senza figli

Vino, in Italia i maggiori consumatori sono i “boomer” senza figliMilano, 12 nov. (askanews) – Over 55, senza più figli a carico in casa e, spesso, (6 volte su 10) con un reddito sopra la media nazionale. Un universo, rileva un’analisi presentata dall’Osservatorio Unione italiana vini (Uiv) e da NIQ Italia, di 11,3 milioni di famiglie tricolori che è al tempo stesso l’identikit del consumatore casalingo di vino lungo lo Stivale con il 59% della spesa totale della categoria nella grande distribuzione e italiana. Lo studio “I nuovi consumatori italiani di vino e bevande” è stato presentato oggi al Simei alla Fiera di Rho-Pero (Milano) alla presenza, tra gli altri, di Lamberto Frescobaldi e dal consigliere delegato del gruppo Mionetto, Alessio Del Savio.


Protagonisti di una spesa enologica pari a 1,83 mld di euro l’anno, questi “boomer” (con una coda di GenX), lasciano quasi le briciole agli altri 2 grandi cluster individuati: le famiglie con figli (7,8 milioni) non arrivano al 24% della spesa complessiva, mentre le famiglie under 55 senza figli a carico si fermano a meno del 18%. “Assistiamo ad una tendenza che si va affermando la prima tribù è in crescita sempre più evidente, le altre invece faticano, in particolare i segmenti a basso reddito” ha rilevato Eleonora Formisano di NIQ Italia, parlando di “una polarizzazione dei consumi di vino basata su discriminanti divenute strutturali come l’età e la disponibilità economica”. Ed è proprio la spesa media annuale che fa la differenza ed evidenzia la fatica degli italiani che, in generale per alleviarne il senso dell’esborso, hanno aumentato la frequenza d’acquisto (+3,3%) ma diminuito i consumi di vino (-2%). E che in particolare vedono le famiglie con figli spendere per gli acquisti di bevande in media 5 volte meno rispetto alle coppie over 55.Secondo il panel interrogato da NIQ Italia per la fiera di Uiv dedicata alle tecnologie per l’imbottigliamento, oggi sono di più i consumatori di spumanti (63,4%) rispetto a quelli di vino fermo (61%). Un sorpasso fino ad ora impensabile, se si considera che i fermi e frizzanti costituiscono da sempre l’ossatura del vigneto Italia con circa i 4/5 della produzione. Uno specchio dei tempi che si riflette anche nelle mutate occasioni di utilizzo: oggi l’aperitivo è diventato, ai danni dei pasti, il dominus del consumo di alcolici non solo per i giovani GenZ o Millennials ma è passato in cima alle abitudini anche tra i 45-54enni (aperitivo e pasti entrambi al 31%) e si avvicina sempre più a conquistare lo scettro tra gli over 55. Una tendenza cocktail, infine, che si evidenzia plasticamente nell’affermazione di come il 37% dei suoi consumatori (non solo giovani) ne scelga la tipologia in base alla fotogenicità social. “Stiamo assistendo ad una rivoluzione dei consumi che per diversi motivi sta riscontrando una forte accelerazione” ha commentato il responsabile dell’Osservatorio Uiv, Carlo Flamini, aggiungendo che “serve mettersi in gioco per attivare il ricambio generazionale: nei prossimi vent’anni ci saranno nel mondo 400 milioni di giovani consumatori, con cui il vino potrà e dovrà dialogare per fare parte dell’esperienza, non solo di esserla”.


 

Vino, il 17 novembre una giornata con il Serprino dei Colli Euganei

Vino, il 17 novembre una giornata con il Serprino dei Colli EuganeiMilano, 12 nov. (askanews) – Domenica 17 novembre, dalle 10 alle 18, il salone del Centro Convegni dell’Abbazia di Praglia, nel territorio comunale di Teolo (Padova), accoglie “Vulcanico Serprino”, la più grande degustazione sin qui organizzata di Serprino dei Colli Euganei, ospitata in uno dei luoghi simbolo del territorio padovano. Saranno presenti con i loro stand una ventina di aziende con oltre trenta referenze in grado di offrire un ampio panorama delle tipiche bollicine euganee, sia in versione frizzante, sia nella più rara tipologia spumante, inclusa, in alcuni casi, un’anteprima delle primissime bottiglie della vendemmia 2024. L’evento è organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Euganei, nell’ambito delle iniziative previste dal piano strategico di rilancio del Serprino dei Colli Euganei.


“All’Abbazia di Praglia, la cui comunità monastica ringrazio per la squisita disponibilità, il pubblico avrà modo di avvicinare le diverse sfaccettature del Serprino dei Colli Euganei” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Gianluca Carraro, aggiungendo che “questo vino è l’unico veneto a Denominazione di origine specializzato nella tipologia frizzante, stante che la versione spumante rappresenta da noi una quota minima della produzione, a differenza di quanto avviene invece in altri territori della nostra regione, dove lo spumante è del tutto prevalente, talora con numeri da capogiro”. “La nostra produzione di Serprino è intorno appena al milione di bottiglie, anche se il potenziale rappresentato dai vigneti esistenti sui Colli Euganei ci consentirebbe quanto meno di quadruplicare i volumi” ha spiegato Carraro, precisando che “arrivare a imbottigliare tutto il nostro potenziale vorrebbe dire offrire una concreta possibilità di remunerazione per il lavoro assiduo e appassionato dei nostri viticoltori, che coltivano un’uva locale, autoctona, che rappresenta uno dei gioielli della biodiversità dei Colli Euganei e preservano, con il loro lavoro, anche un territorio prezioso, giustamente riconosciuto come Parco Regionale e come Patrimonio MAB Unesco”.

Vino, Consorzio Doc Bivongi: un successo nostra partecipazione al MWF

Vino, Consorzio Doc Bivongi: un successo nostra partecipazione al MWFMilano, 12 nov. (askanews) – “Siamo orgogliosi di rappresentare i nostri vini a Merano Wine Festival, un evento che ci permette di mettere in luce la qualità e la tradizione dei nostri prodotti. La nostra partecipazione è stata un successo, dimostrando l’eccellenza dei vini Doc Bivongi e la dedizione del Consorzio alla promozione e valorizzazione dei suoi prodotti. I nostri vini sono pronti a conquistare nuovi mercati”. Lo ha detto la presidente Adele Anna Lavorata, presidente del Consorzio di tutela e valorizzazione delle viti e del vino Doc Bivongi.


L’ente consortile calabrese ha espresso grande soddisfazione per il riconoscimento ricevuto dai visitatori e dai professionisti del settore alla manifestazione altoatesina, che ha offerto l’opportunità di confrontarsi con altri produttori di vino di alta qualità e di ampliare la propria rete di contatti nel settore”. “Partecipare a questi importanti eventi – ha concluso Adele Anna Lavorata – ci consente di far conoscere, ai tanti visitatori, un’altra area vitivinicola della Calabria che è situata all’estremo Nord della provincia di Reggio Calabria, sul versante orientale della catena delle Serre, nella bassa valle del torrente Stilaro. Siamo felici di rappresentare il nostro territorio”.

Vino, Consorzio del Sannio vara progetto “Sannio sustainability”

Vino, Consorzio del Sannio vara progetto “Sannio sustainability”Milano, 11 nov. (askanews) – Il Sannio Consorzio Tutela Vini vara “Sannio sustainability” un nuovo progetto di ricerca e sviluppo “che aspira a creare un modello di sviluppo territoriale che sia replicabile, mettendo al centro la sostenibilità come strumento per preservare le risorse del Sannio e stimolare nuove opportunità economiche”. Il progetto servirà anche a rispondere ai requisiti dei nuovi Disciplinari, in fase di modifica, che includono la possibilità di rivendicare e certificare a Dop e Igp, soltanto le produzioni che rispondano ai requisiti della produzione integrata (SQNPI) e/o certificazione di sostenibilità.


Lo ha annunciato lo stesso ente consortile, spiegando che “Sannio sustainability” nasce in considerazione del fatto che gli impatti delle attività agricole vanno oltre i confini dei campi coltivati, poiché riguardano il benessere dei lavoratori e la salute dei consumatori, il coinvolgimento delle comunità locali, la valorizzazione del territorio circostante e la conservazione delle risorse naturali. Per questo il programma comprenderà un Disciplinare “composto da requisiti minimi che uniscono aspetti che vanno dalla misurazione della ‘water footprint’ e della ‘carbon footprint’, al controllo del peso della bottiglia, dalla conservazione della biodiversità floristica e faunistica alla valorizzazione del capitale umano e territoriale, dal risparmio energetico alla salute dei consumatori”. Fra gli obiettivi rientrano anche lo sviluppo e l’implemento di un Sistema per la sostenibilità del Sannio “in conformità agli standard più virtuosi, con l’intento di giungere alla sostenibilità di Denominazione (almeno il 40% dei vigneti rivendicati) e di creare le condizioni per le aziende favorendo una successiva certificazione di processo e di prodotto”. Il tutto “per sperimentare la fattiva realizzazione della sostenibilità di Denominazione, creare un modello di sistema per il Consorzio Sannio e per le aziende e realizzare degli strumenti operativi per il funzionamento del sistema”. Due le strategie impiegate: la prima, attraverso un progetto pilota con cinque aziende finanziato dall’ente, e la seconda, con il trasferimento degli output del progetto alla base produttiva, sempre con il Consorzio a coordinare e supportare le aziende nel percorso di sostenibilità e nella comunicazione del bilancio di sostenibilità.


I risultati attesi vanno dalla riduzione dell’impatto ambientale grazie all’adozione di pratiche agricole ecocompatibili e tecnologie verdi, alla crescita dell’economia locale” con un aumento della redditività delle attività agricole con benefici per l’intera comunità del Sannio”. A questi si aggiungono “la creazione di posti di lavoro per i giovani e l’incremento della consapevolezza ambientale e l’aumento del turismo con pacchetti e percorsi di turismo esperienziale che rispettino i principi della sostenibilità”.

Vino, esce in libreria “Manuale di autodifesa per astemi” di Peretti

Vino, esce in libreria “Manuale di autodifesa per astemi” di PerettiMilano, 10 nov. (askanews) – Dopo il successo del libro “Esercizi spirituali per bevitori di vino”, che gli è valso il riconoscimento di autore dell’anno da parte del premio internazionale “Wine Travel Awards” e il conferimento del premio Michele D’Innella dalla guida “Vinibuoni d’Italia” e dal Touring Club Italiano, Angelo Peretti torna a occuparsi di vino da una prospettiva radicalmente diversa: quella degli astemi. È infatti in libreria dal 4 novembre il suo “Manuale di autodifesa per astemi” che, con la copertina disegnata da Elisa Costa per lo studio Labeldesign, inaugura la nuova collana Pamphlet di Edizioni Ampelos.


In Italia, chi non beve vino o altri alcolici, pur rappresentando il 45% della popolazione, viene additato come un’anomalia. Di conseguenza, è fatto oggetto di svariati pregiudizi e di piccole o grandi vessazioni, spesso apparentemente veniali, ma non per questo meno fastidiose: dal “non sai cosa ti perdi”, alla pretesa ingiustificata che si debba brindare solo con qualcosa di alcolico, passando dalla presunzione di gravidanza per le donne che non bevono, fino alla spogliazione dei calici di cristallo dal posto a tavola. Giocando le carte dell’ironia, della leggerezza di scrittura e di una militanza giornalistica più che trentennale nel settore del vino, nelle ottanta pagine del suo pamphlet, Peretti sfata gli assurdi e incancreniti luoghi comuni sulla cui base i bevitori di alcolici assillano, più o meno involontariamente, gli astemi. I ventuno capitoli del volumetto prendono le mosse di volta in volta da aneddoti, da ricerche scientifiche, da canzoni, da testi classici o da scritti di narratori moderni. Ne nasce un “Manuale di autodifesa per astemi” che mira da un lato a sostenere le ragioni dei non bevitori e dall’altro ad aiutare i bevitori di vino e i gestori di locali pubblici a prestare maggiori attenzioni ai diritti e alle aspettative dei commensali astemi, nell’intento di migliorare le reciproche relazioni personali, la qualità del servizio e il piacere di una serata conviviale.