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Alessandro Marzadro entra nel board del Consorzio nazionale grappa

Alessandro Marzadro entra nel board del Consorzio nazionale grappaMilano, 14 mar. (askanews) – Sarà il presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, Alessandro Marzadro, a rappresentare il mondo produttivo della Provincia di Trento all’interno del Consorzio nazionale grappa (Cng) che pochi giorni fa ha rinnovato la gerenza, guidata dal riconfermato presidente Sebastiano Caffo. Alessandro Marzadro, dell’omonima distilleria, sarà uno dei consiglieri del Consorzio per i prossimi tre anni. Classe 1986, originario di Nogaredo (Trento), laureato in Scienze Gastronomiche all’Università di Pollenzo, è uno degli amministratori delegati della storica azienda.


“Un incarico importante che mi vedrà rappresentare i distillatori trentini in seno allo stesso tavolo dove siedono rappresentanti del mondo produttivo di tutta Italia – spiega Alessandro Marzadro – da un lato questo incarico vuole sottolineare l’importanza a livello italiano che ha la grappa del Trentino e tra l’altro in Consiglio siamo un’unica voce a differenza di altre regioni, a dimostrazione della compattezza e della coesione che distingue da sempre il nostro territorio; dall’altro siamo sicuri che come Istituto potremo portare una collaborazione virtuosa per raggiungere gli obiettivi del Consorzio”. L’obiettivo fondamentale che il Consorzio Nazionale Grappa sta perseguendo in questi giorni è la presentazione dell’istanza definitiva al Ministero per il riconoscimento ufficiale. A tal fine, il Consorzio ha fornito l’elenco aggiornato dei soci e dei litri di Grappa prodotti, dimostrando di rappresentare oltre il 75% dell’intera produzione nazionale, superando così ampiamente il requisito del 66% necessario per il riconoscimento. “A questo proposito la presenza del Trentino nel board rafforza il Consorzio stesso, perché il valore della tradizione trentina nella produzione della grappa è tutelato e promosso da un Istituto – aggiunge Marzadro – l’esperienza e l’attenzione alla qualità del prodotto, senza dimenticare la tradizione della grappa del Trentino sono un riferimento per tutto il settore a livello nazionale”.


Foto di Nicola Boi

Federvini: dazi su vini e spiriti insostenibili, a rischio intero settore

Federvini: dazi su vini e spiriti insostenibili, a rischio intero settoreMilano, 14 mar. (askanews) – Federvini esprime “grandissima preoccupazione per la prospettiva di dazi transatlantici su vini e spiriti a livelli che sarebbero evidentemente insostenibili e per una escalation tariffaria che avrebbe effetti dirompenti su entrambi i lati dell’Atlantico”. L’associazione confindustriale di produttori di vini, spiriti e aceti spiega che “i danni sarebbero ingenti e probabilmente irreparabili, coinvolgendo filiere produttive, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori, sia negli Stati Uniti sia in Europa”.


Federvini, in linea con le posizioni espresse dalle associazioni europee di settore, ribadisce “l’importanza di tenere vini e spiriti fuori da queste controversie commerciali che non riguardano il settore agroalimentare”. “Già in passato il comparto ha pagato a caro prezzo dazi imposti per motivi estranei al settore: non possiamo permettere che ciò si ripeta con effetti potenzialmente ancora più drammatici” prosegue l’associazione, ricordando che ” guardando alle sole esportazioni italiane verso gli Usa parliamo di un valore di circa 2 miliardi di euro all’anno”.


Federvini lancia dunque un appello alle istituzioni italiane, europee e statunitensi “affinché lavorino con urgenza a soluzioni condivise, scongiurando nuove misure restrittive e tutelando un commercio transatlantico che, nel tempo, ha generato benefici reciproci”.

Frescobaldi (Uiv): dazi al 200% su vino Ue? Da Usa minaccia da 4,9 mld

Frescobaldi (Uiv): dazi al 200% su vino Ue? Da Usa minaccia da 4,9 mldMilano, 13 mar. (askanews) – “L’escalation delle guerre commerciali genera situazioni grottesche in cui a perdere sono tutti. Siamo al sonno della ragione che genera mostri, speriamo in un pronto risveglio da questo incubo, perché il vino è il simbolo dell’amicizia tra i due popoli”. Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, ha commentato la dichiarazione del presidente Trump in merito all’intenzione di comminare dazi al 200% per i vini europei in risposta ai dazi Ue sul whisky.


“Con i dazi al 200%, a cui non vogliamo credere almeno quanto non crediamo ai mostri, l’Ue perderebbe circa 4,9 miliardi di euro di export, ovvero il monte totale delle esportazioni dirette oltreoceano. Ma a perdere sarebbe anche tutta l’industria del wine&food americana, perché per ogni euro di vino d’importazione acquistato se ne generano 4,5 in favore dell’economia statunitense”. L’Italia, secondo l’Osservatorio Uiv, lo scorso anno ha spedito negli Usa il 24% del totale export globale per un controvalore di 1,93 miliardi di euro (+10% sul 2023) che si azzererebbe completamente nel caso di dazi al 200%.

Vino, l’ottava edizione di “Champagne Experience” sarà a BolognaFiere

Vino, l’ottava edizione di “Champagne Experience” sarà a BolognaFiereMilano, 13 mar. (askanews) – Una nuova location, un’immagine rinnovata, un sito web ancora più efficiente ma gli stessi contenuti di grande livello che l’hanno resa la manifestazione di riferimento per tutti gli operatori e gli appassionati di champagne presenti in Italia. Sarà BolognaFiere ad ospitare domenica 5 e lunedì 6 ottobre 2025 l’VIII edizione di “Champagne Experience”, l’evento organizzato da Excellence Società italiana distributori e importatori (Sidi), realtà che riunisce ventuno tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini e distillati d’eccellenza.


“‘Champagne Experience’ è cresciuta costantemente nel corso degli anni, diventando un evento imprescindibile per il settore Ho.Re.Ca. e per tutti gli appassionati in Italia” ha affermato Luca Cuzziol, presidente di Excellence Sidi, spiegando che “se Modena è stata una sede accogliente per le prime sette edizioni, la crescente affluenza di operatori, provenienti non solo da tutta Italia ma anche dall’estero, ci ha spinto a cercare un luogo ancora più strutturato e facilmente raggiungibile”. “Siamo orgogliosi di ospitare ‘Champagne Experience’ a Bologna, manifestazione di grande prestigio e in grande crescita, che a Bologna può trovare gli spazi necessari per un’ulteriore espansione” ha commentato Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, aggiungendo che “con l’ingresso di ‘Champagne Experience’ nel nostro calendario Bologna rafforza il suo posizionamento negli eventi dedicati al vino di grandissima qualità”.


Per due giorni, il padiglione 15 di BolognaFiere, diventerà il palcoscenico per poter approfondire la conoscenza del mondo dello champagne grazie alla ormai consueta presenza di centinaia di etichette in degustazione di storiche Maison e piccoli Vigneron. Anche la suddivisione espositiva dei vini, in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne (Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Cote des Blancs, Aube), oltre alle “Maison classiche” riunite in una specifica area, è confermata e troverà a Bologna uno spazio ancora più accogliente e ideale per consentire una perfetta visita della manifestazione. “Le oltre seimila presenze dell’ultima edizione modenese certificano la presenza di una platea sempre più numerosa e qualificata pronta a dedicare attenzione e tempo alla conoscenza e all’approfondimento dello champagne” aggiunge Pietro Pellegrini, vicepresidente di Excellence Sidi, sottolineando che “la decisione di spostare la manifestazione a Bologna rappresenta un passo importante nel piano di sviluppo non solo di Champagne Experience, ma anche delle attività di Excellence SIDI, presenti e future”.


Anche quest’anno la manifestazione sarà arricchita da un programma di masterclass condotte da giornalisti e divulgatori esperti che offriranno l’opportunità di approfondire la conoscenza dello champagne. La biglietteria aprirà lunedì 17 marzo e come ogni anno, sarà possibile acquistare in prevendita il biglietto per un giorno o l’abbonamento per due giorni, a condizioni agevolate nel primo periodo.

Da Unionfood e Sisa premio dedicato al nutrizionista Andrea Ghiselli

Da Unionfood e Sisa premio dedicato al nutrizionista Andrea GhiselliMilano, 13 mar. (askanews) – Unione italiana food, in collaborazione con la Società italiana di scienze dell’alimentazione (Sisa) ha istituito il “Premio Andrea Ghiselli”, dedicato alla memoria del nutrizionista scomparso un anno fa. Il premio, del valore di 3.000 euro, è destinato a giovani ricercatori under 40 che si sono distinti nel campo della nutrizione e dell’alimentazione.


“Andrea Ghiselli ha rappresentato un ponte fondamentale tra il mondo della ricerca e quello dell’alimentazione quotidiana – sottolinea Mario Piccialuti, direttore generale di Unione italiana food – La sua attività di divulgazione ha saputo raccontare agli italiani che cosa significa una sana alimentazione e ha contribuito all’impegno congiunto del mondo scientifico e produttivo per migliorare gli stili di vita alimentari del Paese. Questo premio vuole essere un piccolo tributo al suo straordinario impegno e un investimento sui giovani che intendono lavorare per la ricerca nutrizionale in Italia”. Il premio verrà assegnato durante il congresso nazionale della Sisa e oltre al riconoscimento economico, prevede per il vincitore l’iscrizione gratuita alla Sisa per il primo anno e al Convegno Nazionale. Le candidature dovranno essere inviate per via telematica e la commissione di valutazione, composta dal Consiglio direttivo Sisa, comunicherà i risultati entro il 30 dicembre 2025


“Andrea Ghiselli è stato sempre una figura di riferimento per i giovani ricercatori che si sono avvicinati al mondo scientifico inerente all’alimentazione e alla nutrizione – ricorda Silvia Migliaccio, attuale presidente della Società italiana di scienze dell’alimentazione – È stato presidente della nostra Società, che ha tra i suoi obiettivi anche quello di promuovere una corretta informazione ed educazione alimentare. E in questo ambito si è impegnato, informando e divulgando in maniera seria e puntuale, ma sempre con un pizzico di ironia che lo ha fatto apprezzare anche dal grande pubblico, i corretti principi di un’alimentazione sana e sostenibile”. Il premio, che avrà cadenza biennale, è rivolto a laureati magistrali in diverse discipline scientifiche, tra cui biologia, nutrizione umana, tecnologie alimentari, biotecnologia, management in scienze enogastronomiche, farmacia e ctf, chimica, medicina e chirurgia. Le aree di ricerca includono nutrizione e alimentazione umana, nutrizione sostenibile e ambiente, alimenti funzionali e prevenzione, nutrigenomica e nutrigenetica. Andrea Ghiselli è stato una figura di spicco dell’Istituto nazionale della nutrizione, poi divenuto Crea, Centro di ricerca alimenti e nutrizione. Già presidente della Sisa, negli anni ha anche presieduto la commissione di revisione delle “Linee guida per una sana Alimentazione”, documento fondamentale per le politiche nutrizionali italiane e punto di riferimento dell’industria alimentare italiana.

Porte aperte in Barilla: nel 2024 hanno partecipato 4.000 visitatori

Porte aperte in Barilla: nel 2024 hanno partecipato 4.000 visitatoriMilano, 13 mar. (askanews) – Sono stati oltre 4.000 i visitatori nella sede e negli impianti produttivi Barilla a Parma come parte del programma Porte Aperte nel 2024, un’iniziativa gratuita che permette a scolaresche, associazioni, enti e privati di visitare e scoprire gratuitamente i processi produttivi e la storia aziendale.


I visitatori hanno avuto l’opportunità di immergersi in un percorso esperienziale che unisce cultura e innovazione: dalla collezione Barilla d’arte moderna all’archivio storico, fino all’esplorazione dello stabilimento di Pedrignano (Parma). L’iniziativa, nel segno dell’accessibilità per tutti, ha registrato numeri significativi nel 2024, con più di 200 gruppi partecipanti alle visite guidate, per un totale di oltre 4.000 persone. Inoltre, Barilla ha partecipato e continuerà a partecipare attivamente a Imprese Aperte Parma, offrendo occasioni di visita sia per i privati che per gli studenti dell’ITS Academy (Istituti tecnologici superiori) e dell’Università di Parma. Le sessioni dedicate si svolgeranno a giugno e novembre, offrendo agli studenti l’opportunità di comprendere da vicino le dinamiche della filiera alimentare. I feedback raccolti dai partecipanti nel 2024 confermano il valore dell’esperienza, con un indice di gradimento del 97%. Anche l’edizione 2025 dell’iniziativa Porte aperte si annuncia di successo, con tutte le visite già prenotate fino a dicembre. Per chi non si è assicurato un posto, è possibile visitare il Museo della Pasta, inaugurato grazie al contributo del gruppo Barilla, nella stessa sede del Museo del Pomodoro, ovvero la corte agricola medievale di Giarola in provincia di Parma. Per chi, invece, si trova in città nei fine settimana è possibile visitare la “Bottega Barilla”, lo storico negozio dove è iniziata la storia dell’azienda.

Vino, nel 2024 il fatturato dell’enoturismo è cresciuto del 24%

Vino, nel 2024 il fatturato dell’enoturismo è cresciuto del 24%Milano, 12 mar. (askanews) – Si è svolta a Palazzo Giustiniani a Roma la presentazione della prima indagine del Movimento Turismo del Vino (Mtv) e del Centro studi enoturismo e oleoturismo (Ceseo) dell’Università Lumsa, il nuovo osservatorio inaugurato proprio in questa occasione. L’evento, moderato da Massimiliano Ossini, ha visto la partecipazione di Anna Isabella Squarzina (presidente Corso Laurea Mediazione Linguistica e Culturale della Lumsa), Donatella Cinelli Colombini (direttrice del Ceseo), Violante Gardini Cinelli Colombini (presidente nazionale Mtv), Antonello Maruotti (docente di Statistica Università Lumsa), Francesco Bonini (rettore della Lumsa) e Dario Stefàno (presidente Ceseo).


“Quando parliamo di enoturismo ci riferiamo ad un settore in costante crescita, con incremento annuo del 13% su scala mondiale e che trova nell’Italia la possibilità della sua massima espressione a livello globale” ha affermato Stefàno, spiegando che “questo protagonismo necessita però di un supporto qualificato di analisi, di un punto di ricerca e di indagine come pretende e intende essere il Ceseo, che tracci linee guida capaci di essere una bussola verso una crescita sostenibile e possibilmente omogenea dei territori e dei loro attori. Uno stimolo per le politiche di governo – ha aggiunto – e, al contempo, un driver per approntare programmi formativi, capaci di restituire figure e competenze quanto mai necessarie per il settore”. L’indagine è stata sviluppata su un campione rappresentativo di 237 Cantine socie del Mtv, la prima realtà ad aderire al Ceseo. Il 53% del campione ha registrato un aumento del fatturato e, tra questi, per 1 su 4 (24%), la crescita è stata addirittura a doppia cifra. Nonostante questo, il settore sembra minacciato da un costante aumento dei costi segnalato dall’81% delle Cantine: incrementi che erodono i margini di guadagno e che in molti casi risultano particolarmente significativi (il 29% registra una crescita compresa tra il 5% e il 10%, il 16% riporta un incremento tra il 10% e il 25%, e un significativo 8% dichiara un aumento superiore al 25%.). Uno scenario particolarmente critico soprattutto per le aziende di piccole dimensioni che rappresentano gran parte del campione (il 64% micro-imprese, 31% piccole imprese). Va ricordato inoltre che solo il 9% delle cantine supera i 2 mln annui di fatturato.


Attualmente solo il 38% delle Cantine turistiche ha personale con competenze specifiche sulla “wine hospitality”, nelle altre spesso è lo stesso titolare a ricevere i visitatori (63%). Dall’indagine emerge, inoltre, che il paesaggio è una delle principali attrattive sia per le iniziative proposte (il 33% delle cantine organizza pic-nic in vigna, il 30% passeggiate in vigna), ma anche a livello ambientale (il 43% delle aziende è bio, il 38% rispetta gli standard di agricoltura sostenibile), con il 26% delle Cantine che metta a disposizione stazioni di ricarica per auto elettriche. L’offerta delle Cantine di Mtv si caratterizza per una notevole varietà di esperienze, il 65% delle aziende si concentra su un numero limitato di esperienze (fino a 4), mentre il restante 35% diversifica maggiormente, offrendo da 5 a 18 attività differenti, da quelle più tradizionali a iniziative più esclusive. L’87% offre prodotti tipici del territorio durante la degustazione, il 25% organizza cene con il produttore e il 20% corsi di cucina. Il 38% del campione organizza esperienze formative, tra queste parte dedicate ai più piccoli. Ampia la forbice dei costi delle “wine experience”, che partono dai 15 euro per arrivare a 150, con una media di 25 euro. Inoltre la ricerca evidenzia come sia maggiormente efficace l’accoglienza turistica nei week end con oltre metà delle Cantine ormai aperte anche la domenica, e l’85% visitabili tutto l’anno, mentre il 68% accetta i visitatori anche senza appuntamento.


Per quanto concerne i canali di comunicazione, il sito web risulta essere uno strumento indispensabile, sebbene non sia ancora impiegato al meglio in termini di visibilità e fidelizzazione (il 42% delle Cantine registra meno di mille visite al mese e il 15% non monitora con regolarità il numero di accessi). Situazione analoga per la mailing list dove il 42% delle Cantine invia comunicazioni mensili, mentre il 33% almeno tre volte l’anno. Dallo studio è evidente che l’elemento chiave della strategia di promozione sono i social media: Facebook resta il social più diffuso (97%) insieme con Instagram (96%)mentre Linkedin si attesta al 37% e Tik Tok si ferma al 7%. Solo il 20% delle aziende dichiara di utilizzare strumenti di IA, di queste, oltre il 70% li impiega nella comunicazione digitale, il 63% in attività di marketing, il 35% nella gestione delle prenotazioni, mentre solo l’8% nei processi produttivi. “Lo studio – ha detto Violante Gardini Cinelli Colombini – permetterà di sviluppare corsi di formazione per le Cantine turistiche, supportare i presidenti regionali con dati aggiornati e affidabili sul settore, incentivare i soci Mtv a migliorare la propria offerta consolidando il ruolo leader nell’enoturismo italiano”.

Dazi, Federvini: vini e spiriti vengano esclusi da misure ritorsive

Dazi, Federvini: vini e spiriti vengano esclusi da misure ritorsiveMilano, 12 mar. (askanews) – Federvini, la principale associazione italiana dei produttori di vini e spiriti, si unisce alle associazioni europee rappresentanti, rispettivamente, i produttori di vino (Ceev) e di spiriti (spiritsEurope), nell’appello alle Istituzioni europee affinché vini e spiriti vengano esclusi da misure ritorsive che non hanno alcuna attinenza con le controversie commerciali in atto.


“L’applicazione di dazi che arriverebbero fino al 50% su prodotti quali il whiskey statunitense rischierebbe di inasprire ulteriormente le tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti, mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro e danneggiando intere filiere produttive e distributive su entrambe le sponde dell’Atlantico” spiega Federvini, auspicando che le Istituzioni europee e statunitensi trovino un accordo che escluda vini e spiriti dall’ambito delle contromisure tariffarie “preservando una relazione commerciale che ha dimostrato, nel tempo, di generare benefici reciproci e un forte interscambio economico”. “Il settore dei liquori e cordiali italiani ha già subito, tra il 2019 ed il 2021, gli effetti dirompenti dei dazi Usa” dichiara la presidente Micaela Pallini, aggiungendo che “oggi, memori di quanto accaduto, è ancora più importante unire le forze per intensificare il dialogo con gli Stati Uniti e proteggere la competitività delle rispettive produzioni, evitando che vini e spiriti vengano usati come pedine in dispute commerciali che hanno ben poco a che vedere con le nostre filiere. Il dialogo e la collaborazione tra Europa e Stati Uniti – conclude – sono una chiave dalla quale non si può prescindere se si vuole guardare a un futuro di crescita condivisa”.

Pasqua Vini: 100 anni di crescita, nel 2024 fatturato a 63,5 mln, +6%

Pasqua Vini: 100 anni di crescita, nel 2024 fatturato a 63,5 mln, +6%Milano, 12 mar. (askanews) – Pasqua Vini celebra il suo centenario chiudendo il 2024 con un fatturato consolidato di 63,5 milioni di euro (in crescita del 6% rispetto al 2023) e aumenta la propria quota di export, che passa dall’87,6% al 90,2%, presidiando 71 mercati nel mondo.


Nel 2014, sotto l’impulso di una nuova governance e l’ingresso in azienda della terza generazione della famiglia Pasqua, la Cantina ha avviato un profondo rinnovamento. Sostenuta da importanti investimenti dentro e fuori il vigneto, il raddoppio del fatturato degli ultimi 10 anni è riconducibile al consolidamento del know how acquisito, all’impegno di adattare il proprio business ai singoli mercati attraverso strategie mirate e verticali e alla premiumizzazione delle linee in portafoglio, culminata nella nascita delle “Icons” che oggi rappresentano la spinta innovatrice di Pasqua. Le brillanti performance nel mercato statunitense registrano una crescita di quasi il 40%, grazie anche a nuove partnership commerciali. “Festeggiare il nostro centenario con i risultati brillanti del Nord America ci rende particolarmente orgogliosi” ha detto Alessandro Pasqua, presidente di Pasqua Americas, rimarcando che “stiamo lavorando per costruire un posizionamento unico e distintivo nel panorama enologico mondiale, grazie alla capacità non solo di proporre visioni nuove ma sempre fedeli alla nostra storia, ma anche di intercettare i cambiamenti dei trend di consumo. Conoscere le esigenze del mercato e i desideri dei consumatori, senza intermediari e attraverso il nostro team presente sui mercati – ha concluso – ci ha premiato ed è un elemento determinante del successo della nostra strategia commerciale”.


Le celebrazioni dei cento anni compiuti dalla Cantina, sono state presentate oggi in conferenza stampa al Pac, il Padiglione d’arte contemporanea di Milano, a testimonianza dell’interesse e del legame dell’azienda che, che negli ultimi otto anni, ha alimentato molteplici conversazioni intorno al brand, attraverso diverse discipline artistiche e collaborazioni con una trentina di artisti. In occasione del prestigioso compleanno il il dialogo tra Pasqua e l’arte si struttura in un progetto complesso di collaborazioni sia editoriali sia artistiche che, da Verona, coinvolgerà numerosi mercati, a partire dal Regno Unito dove è stato rinnovato l’accordo di partnership per la realizzazione di un’installazione con Saatchi Gallery. L’azienda ha poi pubblicato con Rizzoli, il volume “Ode al futuro”, che raccoglie le opere d’arte con cui cinque artisti, lo statunitense Michael Mapes, la portoghese Sofia Crespo e gli italiani Gaia Alari, Enzo e Giuseppe Ragazzini, hanno interpretato altrettanti vini del brand: “Famiglia Pasqua”, “Mai Dire Mai”, “11 Minutes”, “Hey French”, “Terre di Cariano” e “Cecilia Beretta”. Cinque approcci diversi con la direzione di Marco Cisaria (Foll.ia) e con i testi dello scrittore, sceneggiatore e regista Filippo Bologna. Opere realizzate su commissione appositamente per questo anniversario che si trasformeranno in un “percorso installativo” che sarà presentato a Vinitaly, dove sarà aperto gratuitamente al pubblico. Con questo ultimo progetto, salgono a circa 6 milioni di euro gli investimenti complessivi a sostegno dell’arte, dal 2018 a oggi. “La nostra azienda ha sempre spinto il proprio sguardo oltre le convenzioni, e le celebrazioni che abbiamo in programma per questo secolo di vita ne sono la testimonianza” hanno dichiarato Umberto Pasqua e Riccardo Pasqua, rispettivamente presidente e Ad di Pasqua Vini, spiegando che “il progetto ‘Ode al futuro’ rappresenta un ponte ideale tra il nostro ieri, le cui radici affondano in saperi artigianali e conoscenza profonda del terroir, e il nostro domani, in cui vogliamo continuare a essere un laboratorio di sperimentazione dove immaginare e creare. È nel nostro Dna”.

Dazi, Uiv: rischio per 98% dei vini italiani. Solo 2% è in fascia lusso

Dazi, Uiv: rischio per 98% dei vini italiani. Solo 2% è in fascia lussoMilano, 12 mar. (askanews) – Il danno per il vino italiano con l’ipotesi dazi al 25% potrebbe essere di circa 470 milioni di euro solo per gli effetti diretti della domanda Usa, senza contare quelli indiretti sull’export globale che spostano il conto a quasi un miliardo di euro. Unione italiana vini (Uiv) ribadisce le preoccupazioni in un’analisi del suo Osservatorio sugli impatti delle nuove tariffe annunciate dall’Amministrazione Trump per l’agricoltura europea, e ritiene pericoloso l’assunto che i nostri vini, in quanto “italiani e di lusso”, non corrano rischi di ridimensionamento da parte della domanda a stelle e strisce.


Secondo Uiv, almeno l’80% del vino italiano rischia infatti un vero e proprio salto nel buio: è quello che costituisce l’ossatura delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti e che cuba ben 2,9 mln di ettolitri (su un totale di 3,6 milioni). Quasi 350 mln di bottiglie di vino tricolore che sono concentrate nelle fasce “popular”, equivalenti a un prezzo franco cantina di 4,18 euro/litro e che al dettaglio si trasformano in media, dopo trasporto, dazi, ricarichi alla distribuzione, in una fascia di prezzo che non supera i 13 dollari la bottiglia. Su un’altra dimensione viaggiano i vini “luxury”, che riguardano però una quota del 2% sul totale export a volume (8% del valore) e che possono tutto sommato essere meno soggetti a riduzioni di acquisto. “Il vino italiano negli Usa, che vale circa 2 miliardi di euro con una quota del 24% sul totale mondo delle nostre spedizioni, è composto da prodotti fortemente identitari che unitamente a un vincente rapporto qualità-prezzo hanno contribuito al successo del made in Italy enologico” ha ricordato il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi, aggiungendo che “la spina dorsale, al netto dei vini bandiera, è questa e rappresenta primariamente un posizionamento di fascia media, con possibili fluttuazioni di prezzo dettate dai dazi che espongono l’offerta a possibili migrazioni della domanda. Secondo Uiv – ha proseguito Frescobaldi – è molto importante poter agire con un ‘piano di contingenza’ basato su tre livelli: il primo, negoziale, volto a non inserire il vino nelle reciproche liste di prodotti soggetti a barriere commerciali; il secondo, comunitario, che metta a punto misure compensatorie e di promozione; il terzo è nazionale e dovrà inevitabilmente affrontare il tema del contenimento produttivo”.


Secondo l’Osservatorio Uiv, i dati ufficiali dicono che la media di prezzo export verso gli Usa è di 5,35 euro per litro per il vino italiano, solo il 30% dei “popular” è tutto sommato allineato (5,26 euro), mentre oltre la metà è ben sotto soglia (3,53 euro). Tariffe supplementari del 25%, non gestite in equità tra le controparti, finirebbero per sbalzare questi vini sulla fascia immediatamente superiore, la “premium”. In pratica il grosso delle produzioni tricolori: dal Pinot Grigio al Prosecco, dal Chianti al Lambrusco, dal Moscato d’Asti ai vini siciliani, a quelli della stragrande maggioranza delle regioni italiane. Il segmento “premium” che oggi vale il 17% volume del totale export (con prezzo medio franco cantina di 8,80 euro/litro e ‘price point’ al dettaglio variabile da 13 fino a 30 dollari la bottiglia), non sarebbe ovviamente in grado di assorbire travasi “epocali” di referenze provenienti dal basso.