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”Guida Oro I Vini di Veronelli 2024″: ecco i 30 ‘Grandi esordi’

”Guida Oro I Vini di Veronelli 2024″: ecco i 30 ‘Grandi esordi’Milano, 15 nov. (askanews) – In occasione della presentazione in anteprima nazionale della “Guida Oro I Vini di Veronelli 2024”, che si terrà il prossimo 20 novembre alle 14,30 al “Paganini Congressi” di Parma, il Seminario Permanente Luigi Veronelli, che cura e pubblica il volume, ha reso noto i trenta “Grandi esordi”, i vini d’eccellenza che entrano nella pubblicazione annuale per la prima volta o che rientrano per assoluto merito dopo una lunga assenza.

Si tratta delle etichette di aziende affermate o di realtà emergenti, che al primo assaggio e alla prima apparizione sulla guida hanno raccolto l’entusiasmo dei curatori, meritandosi una valutazione di almeno 94 centesimi. Il Piemonte, con sette etichette, è primo nella classifica dei “Grandi esordi”, grazie a “Barbaresco Riserva Bricco di Neive Etichetta Storica 2016” di Dante Rivetti, “Barolo Bussia 2019” di Giuseppe Rinaldi, “Barolo Lazzarito Vigna La Delizia 2019” di Fontanafredda, “Barolo Riserva Bricco Voghera 2013” di Azelia, “Barolo Villero 2019” di Poderi Luigi Einaudi, “Spumante Brut Quarantatre Edizione Speciale 2000” e “Trecento Vino Rosso 2015” di Franco Martinetti. Segue con cinque vini la Toscana, con “Chianti Classico Gran Selezione Romitorio di Santedame 2019” di Ruffino, “G. Punto Costa Toscana Rosso 2021” di Duemani, “Parva Domus Cabernet Sauvignon Toscana 2020” e “Vallepicciola Rosso Toscana 2020” di Vallepicciola, e “Vin Santo del Chianti Classico Occhio di Pernice 2009” di Poggio Bonelli. Terza regione per numero è l’Alto-Adige, grazie a “Alto Adige Lagrein Riserva Kunst.Stück 2020” di Kaltern, “Alto Adige Merlot Cabernet Riserva Tres 2015” di Kurtatsch, “Alto Adige Pinot Nero Riserva Vigna Das Langefeld 2019” di Pfitscher, e “Alto Adige Pinot Noir Riserva Aton 2018” di Elena Walch. Tocca poi alla Campania con tre etichette: “A Ren’ ‘e Lav Piedirosso Campania s.a” di Agnanum, “Fiano di Avellino Riserva Erminia 2004” di Di Meo, e “Greco di Tufo Pietra Rosa 2020” di Di Prisco. L’Umbria si posizione al quinto posto con due vini: “Amelia Vin Santo 10 anni 2011” di La Palazzola, e “Montefalco Sagrantino Il Bisbetico Domato 2019” di Tabarrini. Gli altri “Grandi esordi” sono quelli di “Diciassettemaggio Ruzzese Liguria di Levante Passito Bianco 2020″di Cà du Ferrà, “Franciacorta Riserva Brut Nature Mia 2007” di Bersi Serlini, “Amarone della Valpolicella Classico Riserva 50 Years 2006” di Le Ragose, “Friuli Colli Orientali Pignolo Riserva 2010” di La Viarte, “Romagna Sangiovese Superiore Marzeno Riserva Vigna Montale 2019” di Cà di Sopra, “Frontone Pecorino Terre Aquilane 2020” di Cataldi Madonna, “Aglianico del Vulture Riserva Ròinos 100 Anni 2012” di Eubea, “Etna Rosso Pignatuni Vecchie Vigne 2020” di Famiglia Statella, e “Mandrolisai Superiore Angraris 2019” di Fradiles.

In occasione della presentazione a Parma, le Cantine insignite dei premi “Sole” e “Migliori Assaggi”, riceveranno i riconoscimenti dalle mani dei curatori, Gigi Brozzoni, Marco Magnoli, Alessandra Piubello e Andrea Alpiche. Dalle 18 alle 21 è inoltre prevista una degustazione speciale aperta al pubblico dei capolavori enologici premiati: un’occasione preziosa per incontrare i vignaioli e per conoscere da vicino il mondo veronelliano. La guida, su cui sono recensiti 15.786 i vini di 1.944 produttori selezionati, sarà disponibile dal 21 novembre nelle librerie e sul sito del Seminario Veronelli, e l’acquisto del volume darà diritto a consultare in modo completo e gratuito l’app “I Vini di Veronelli 2024” sul proprio smartphone.

Consorzio Vini Montefalco: Michelin attesta qualità ristorazione umbra

Consorzio Vini Montefalco: Michelin attesta qualità ristorazione umbraMilano, 15 nov. (askanews) – “Un successo meritatissimo per la nostra regione che certifica l’alta qualità della ristorazione del nostro territorio e che rende ciascuno di noi straordinariamente fiero di appartenere ad un territorio eccezionale come quello umbro. Esprimiamo sincera gratitudine a chi quotidianamente in tutti i settori dell’agroalimentare e del turismo lavora con cura, attenzione e passione per raggiungere obiettivi di cui l’intero territorio beneficia”. Così il presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco, Giampaolo Tabarrini ha commentato le tre nuove stelle, le tre confermate e la stella verde, appena assegnate dalla Guida Michelin ai ristoratori umbri.

“L’Umbria vive una fase importante di posizionamento del proprio brand a livello soprattutto internazionale, confermata dai risultati che arrivano dalle più prestigiose guide enogastronomiche, da ogni parte del mondo” ha proseguito Tabarrini, aggiugendo che “è stato raggiunto un altro importantissimo traguardo e non possiamo che esserne tutti fieri e felici, consapevoli però che ogni traguardo serve a rimboccarsi di più le maniche per dare il proprio contributo, ognuno nel suo ruolo, per rendere sempre più forte l’immagine dell’Umbria nel mondo”.

Presentata a Milano “Vitae 2024”, la guida ai vini italiani dell’Ais

Presentata a Milano “Vitae 2024”, la guida ai vini italiani dell’AisMilano, 15 nov. (askanews) – E’ stata presentata a Milano “Vitae 2024”, la guida dell’Associazione italiana sommelier (Ais) che raccoglie le recensione di oltre 12mila vini di 2.354 Cantine italiane selezionate. “Abbiamo scelto il paesaggio come tema dell’edizione 2024 di Vitae: un’edizione importante poiché segna i primi dieci anni della nostra pubblicazione”, ha spiegato il presidente nazionale di Ais, Sandro Camilli, sottolineando che “abbiamo voluto invitare i nostri lettori a intraprendere un viaggio, fisico e sentimentale, nei tanti luoghi d’Italia dove un filare diventa sinonimo di bellezza e umanità. Non un invito astratto ma reale ha aggiunto Camilli – grazie agli appuntamenti di ‘Esperienze di Vitae’, il ciclo di presentazioni locali della nostra guida da quest’anno declinati anche in ottica interregionale, per offrire esperienze di degustazione ancora più ricche”.

La presentazione ufficiale del volume di ben 1.326 pagine, che viene aggiornato ogni anno, si è tenuta alla “Listone Giordano Arena” nella centralissima via Santa Cecilia, luogo dalla forte valenza simbolica: negli anni Trenta l’edificio ospitò infatti il celebre ristorante “La Penna d’Oca” progettato da Giò Ponti e culla della cucina futurista, il cui Manifesto fu annunciato proprio qui il 15 novembre 1930: esattamente 93 anni fa. Nel corso della presentazione sono stati assegnati i 22 Tastevin Ais regionali, il premio che l’associazione conferisce a chi ha contribuito a imprimere una svolta produttiva al territorio di origine, a chi rappresenta un modello di riferimento di indiscusso valore nella rispettiva zona o a chi ha riportato sotto i riflettori vitigni dimenticati. Riconoscimento attribuito a Cantine grandi e piccole dell’intero Stivale, a partire dal “Sicilia Nero d’Avola Don Antonio Riserva 2020 di Morgante, fino al “Valle d’Aosta Chambave Muscat Flétri 2021” di La Vrille. “Le numerose eccellenze sono la consacrazione di alcuni grandi millesimi dell’ultimo lustro, con un 2019 memorabile, seguito a breve distanza dall’eccellente 2020” ha ricordato il referente nazionale Nicola Bonera, evidenziando che “non c’è luogo dello Stivale che non abbia esaltato queste vendemmie, con una serie di grandi rossi, quasi sempre frutto di singola vigna”.

L’ultima edizione vede tre nuove segnalazioni in guida. La prima è la “foglia”, che evidenzia le aziende che investono risorse o si distinguono per un dichiarato profilo sostenibile, il secondo è la “torre” che identifica la “virtus loci” per segnalare i siti di valore storico, artistico o ambientale in cui risiede l’azienda vinicola, o che l’azienda stessa rappresenta o testimonia: una novità quest’ultima che è stata illustrata dalla presidente dell’Associazione dei paesaggi rurali di interesse storico (Pris), Patrizia Lusi. Infine, il simbolo della “chiave” a rappresentare il vino “passepartout”, una referenza preziosa per le carte dei vini dei professionisti della ristorazione poiché si dimostra ampiamente versatile negli abbinamenti. La presentazione milanese si è conclusa con le citazioni delle 100 “Gemme”, i vini che hanno ottenuto il massimo del punteggio assoluto in guida, e la presentazione del fitto calendario di appuntamenti di “Esperienze di Vitae”, grazie al quale nei prossimi mesi sarà possibile in tutta Italia assaggiare le tante eccellenze segnalate.

Da Milano all’Onu Amarena Fabbri ambasciatrice gusto italiano nel mondo

Da Milano all’Onu Amarena Fabbri ambasciatrice gusto italiano nel mondoMilano, 15 nov. (askanews) – A rappresentare nel mondo il lato dolce della cucina italiana, candidata dall’Unesco a patrimonio dell’Umanità, c’è anche Amarena Fabbri: creata più di un secolo fa dall’azienda bolognese, l’Amarena Fabbri è tra i protagonisti di uno speciale “Gran Tour” che fino al 18 novembre unirà Europa, Stati Uniti e Asia nel segno dell’enogastronomia tricolore.

Il format Journey in Italy, dell’ideatrice Antonella Bondi, è stato sposato dall’Onu e ha lo scopo di far conoscere, come i celebri viaggi dell’800, i capisaldi della Dieta Mediterranea, il suo valore culturale ma anche i suoi riflessi positivi sull’economia, la salute e l’ambiente. “L’iniziativa – spiega la famiglia Fabbri – rappresenta un’opportunità per raccontare tutti i valori che stanno dietro ai nostri prodotti e al nostro modo di lavorare. Da più di un secolo cerchiamo infatti di portare in ogni preparazione i sapori genuini e autentici della buona tradizione italiana, con una particolare sensibilità agli aspetti di sostenibilità e di cultura”.

Tutte le tappe del Gran Tour sono organizzate in forma di simposio, nella tradizione greca e romana, che prevedeva un convivio di cibo e prelibatezze che serviva a raccogliere intorno alla tavola opinion leader e personaggi di rilievo coinvolgendoli in conversazioni di interesse generale. Ad aprire le danze l’evento organizzato presso il ristorante Il Foyer del Teatro alla Scala di Milano sul legame tra dieta tradizionale e sostenibilità. Appuntamento clou, giovedì 16 novembre, il simposio organizzato presso il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, che vedrà la presenza di 250 ospiti, tra cui 193 rappresentanti delle Nazioni Unite nel Mondo, il rappresentante permanente delle Nazioni Unite a New York, ambasciatore Maurizio Massari, il direttore Unesco a New York, Mr. Eliot Minchenberg, accademici, scienziati e giornalisti, oltre allo chef stellato Heinz Beck.

In “Top 100” Wine Spectator 24 vini italiani, Chianti Classico super

In “Top 100” Wine Spectator 24 vini italiani, Chianti Classico superMilano, 14 nov. (askanews) – Sono 24 i vini italiani che compaiono nella “Top 100” 2023 della nota rivista specializzata statunitense “Wine Spectator”. Un numero in crescita rispetto allo scorso anno, quando i nostri vini erano stati venti. A dominare, con sette etichette, è il Chianti Classico, seguito dal Piemonte.

Oltre ai già annunciati “Brunello di Montalcino 2018” al primo posto, il “Taurasi Radici Riserva 2016” di Mastroberardino al quinto e il “Chianti Classico Marchese Antinori Riserva 2020” al settimo, troviamo “Castello di Bossi Chianti Classico Gran Selezione 2019” (11esimo), “Fattoria di Fèlsina Chianti Classico Berardenga Riserva 2020” (22esimo), “Tenuta di Arceno Chianti Classico Riserva 2020” (24esimo) e “G.D. Vajra Barolo Bricco delle Viole 2019” (26esimo). A seguire “Dei Vino Nobile di Montepulciano 2019” (34esimo), “Pico Maccario Barbera d’Asti Lavignone 2021” (36esimo), “Giuseppe Cortese Barbaresco 2019” (39esimo), “Castello di Querceto Chianti Classico 2020” (42esimo), “Poggerino Chianti Classico 2021″ (45esimo) e Ratti Barbera d’Asti Battaglione 2021” (47esimo).

Alla 51esima posizione compare l’unica bollicina in classifica, il “Mionetto Brut Valdobbiadene Prosecco Superiore”, seguito al 54esima da “Michele Chiarlo Nizza Cipressi 2019”, alla 59esima da “Cecchi Chianti Classico Storia di Famiglia 2021”, alla 63esima da “Nino Negri Valtellina Superiore Inferno Ca’ Guicciardi 2019” e al 67esimo da “Bisci Verdicchio di Matelica 2021”. Gli ultimi vini italiani in classifica sono “Abbazia di Novacella Kerner Alto Adige Valle Isarco 2022” (70esimo), “Poggio San Polo Rosso di Montalcino 2020” (72esimo), “Catabbo Tintilia del Molise Colle Cervino 2019” (75esimo), “Paolo Scavino Barolo 2019” (78esimo), “Isole & Olena Toscana Cepparello 2020” (80esimo) e “Morgante Nero d’Avola Sicilia 2020” (83esimo).

Dal 1988, ogni anno, i redattori di Wine Spectator esaminano i vini recensiti negli ultimi 12 mesi e realizzano la “Top 100”, dove quest’anno metà delle aziende presenti non erano mai comparse in classifica.

Vino, 66mila euro da Hong Kong per ultimo lotto di Barolo en primeur

Vino, 66mila euro da Hong Kong per ultimo lotto di Barolo en primeurMilano, 14 nov. (askanews) – E’ stato battuto a 66mila euro il dodicesimo e ultimo lotto dell’asta solidale “Barolo en primeur”. Con l’offerta di un anonimo donatore di Hong Kong, arrivata durante l’Asta mondiale del tartufo bianco d’Alba che si è tenuta sempre al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo), la terza edizione della gara di generosità incentrata sul prezioso vino della Langhe ha chiuso con una raccolta record di 877mila euro che saranno devoluti a favore di progetti no-profit in Italia e all’estero.

Il ricavato dell’offerta della dodicesima barrique è andato a “Mother’s Choice Foundation”, ente che opera ad Hong Kong dal 1987 a favore dei bambini orfani e delle giovani madri in difficoltà. Questo ultimo lotto fa così salire a quota 2.371.800 euro il totale dei fondi raccolti nelle prime tre edizioni di “Barolo en primeur”. Il 27 ottobre scorso il direttore di Christies Italia, Cristiano De Lorenzo, aveva battuto i primi 11 lotti, a cui erano associate altrettante barriques di Barolo Vigna Gustava della vendemmia 2022 da 225 litri, che daranno vita ognuna a 270 bottiglie, le “Barrique del Presidente” da 550 litri, e 10 lotti comunali formati da 1.336 bottiglie di Barolo e Barbaresco della vendemmia 2022 donati da 95 produttori del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, riuniti sotto il nome del Comune di produzione. In tutto 1.034 bottiglie da 0,75 litri, 242 magnum e 60 Jeroboam, per un totale di 1.318,5 litri.

La prossima edizione della manifestazione prenderà il via nell’ottobre 2024.

Vino, la missione di promozione di Vinitaly fa rotta sui Balcani

Vino, la missione di promozione di Vinitaly fa rotta sui BalcaniMilano, 14 nov. (askanews) – Fa rotta sui Balcani la missione di promozione del vino italiano di Vinitaly e Ice Agenzia, che da giovedì 16 a domenica 19 novembre approda a Belgrado (Serbia) per la seconda edizione di “Wine Vision by Open Balkan”, prima e più grande fiera enologica nel Sud Est Europa che lo scorso anno ha ospitato 350 cantine provenienti da 20 Paesi e più di 30mila visitatori da 40 nazioni. Qui gli oltre mille mq di “Area Italia” diventerà il punto di ritrovo per buyer, professionisti e opinion maker di settore, interessati a conoscere e approfondire non solo le proposte delle 50 aziende della collettiva italiana, ma anche contatti, strategie e opportunità commerciali per il vino made in Italy.

“Dopo il successo della partecipazione della delegazione ‘Open Balkan’ allo scorso Vinitaly, vogliamo continuare a presidiare e sviluppare il business del vino nei Balcani e nell’Est Europa, un mercato dove il vino italiano è riuscito lo scorso anno a sorpassare la Francia in quantità e valori, divenendo il principale fornitore Ue” ha spiegato l’Ad di Veronafiere, Maurizio Danese, parlando di “un primo risultato importante e da capitalizzare attraverso un’azione mirata sia di posizionamento e penetrazione, ma anche attivando il reclutamento e lavorando sugli incoming in vista di Vinitaly 2024”. “Sono Paesi ancora a forte sviluppo, dove l’attenzione per l’Italia sta crescendo, il made in Italy è molto apprezzato ed il vino è uno dei prodotti strategici” ha affermato il presidente di Ice, Matteo Zoppas, sottolineando che “non c’è un ristorante internazionale di livello che non abbia una importante carta dei vini italiani e ciò testimonia come l’Italia anche su questo sia un riferimento nel mondo”.

Alla manifestazione serba sono previste quattro masterclass con più di 30 vini selezionati in degustazione e con focus dedicati al Veneto, a Piemonte e Lombardia, a Veneto e Friuli-Venezia Giulia e al Centro e Sud Italia. All’inaugurazione di “Area Italia”, giovedì 16 novembre, sono attesi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il direttore della sede Ice di Belgrado, Antonio Ventresca, il direttore commerciale di Veronafiere, Raul Barbieri con l’Ad Danese. Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, nei primi sei mesi 2023 le vendite di vino italiano nell’area dell’Est Europa (Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia Del Nord, Moldavia, Montenegro, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Turchia), insieme con l’Austria, hanno registrato un aumento del 16,5%, per un controvalore nel semestre di 243 milioni di euro. Una crescita in controtendenza rispetto alle performance globali del settore nella prima metà dell’anno (-0,4%), che conferma la leadership italiana nell’area considerata.

Vino, Terenzi fa incetta di premi e si prepara a festeggiare 20 anni

Vino, Terenzi fa incetta di premi e si prepara a festeggiare 20 anniMilano, 14 nov. (askanews) – La Cantina Terenzi di Scansano (Grosseto) nel 2024 compirà vent’anni e si prepara a festeggiare questo anniversario con un’operazione di rebranding affidata all’agenzia milanese “Robilant & Associati”.”Rinnovare la nostra immagine ha lo scopo di valorizzare al meglio il nostro lavoro e di promuovere l’espressione più autentica di una ‘Maremma di charme’, lontata dall’immagine stereotipata di questo lembo meridionale di Toscana” spiegano Federico, Balbino e Francesca Romana Terenzi che guidano l’azienda, sottolineando che “vogliamo raccontare Terenzi e la Maremma attraverso una comunicazione più efficace sui canali digitali e un’ospitalità rinnovata, grazie a una serie di investimenti, con molte esperienze inedite dedicate a turisti e wine lovers”.

Nel frattempo, il loro “Vermentino Balbinus 2021” è appena entrato nella guida “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” del Corriere della Sera, curata da Luciano Ferraro e James Suckling. “Siamo orgogliosi di questa presenza – ha commentato Federico Terenzi – anche perché si evidenzia la nostra vocazione bianchista nell’ambito di una produzione in cui, naturalmente, i rossi rimangono protagonisti”. Un riconoscimento questo che si aggiunge a quello del volume “Vini d’Italia 2024” del Gambero Rosso, che per la dodicesima volta consecutiva ha assegnato i “Tre Bicchieri” al “Morellino di Scansano Doc Riserva Madrechiesa 2020”. Non solo: il “Morellino di Scansano Docg Riserva Purosangue 2021” è stato inserito tra i “Top 300” e ha ottenuto la “Corona” di “Vinibuoni d’Italia 2024” del Touring Club Italiano, e il “Petit Manseng Passito Costa Toscana 2020” ha avuto le “Tre Stelle Oro” della “Guida Veronelli”. Inoltre, il “Vermentino Balbinus 2021” si era già guadagnato quest’anno il Bollino “Vermentino Grand Prix Top 10” della Doc Maremma Toscana edizione 2023. Terenzi oggi può contare su 170 ettari, di cui 60 vitati e 14 di ulivi secolari, e su una consolidata offerta di ospitalità enoturisca. La storia della Tenuta ha inizio nei primi anni Novanta, quando Florio Terenzi lascia Milano e acquista un casale nei pressi di Scansano con 7 ettari di uliveto e uno di vigneto, e avvia negli anni la produzione di vino e olio extravergine d’oliva Igp Toscana. Nel 2001 viene fondata l’azienda e nel 2004 viene realizzata la Cantina.

Consorzio vini Venezia: degustazione con visita a Villa Reichsteiner

Consorzio vini Venezia: degustazione con visita a Villa ReichsteinerMilano, 14 nov. (askanews) – Domenica 19 novembre a Villa Reichsteiner a Piavon di Oderzo (Treviso) si terrà il terzo appuntamento di “La Villa, il Vino e Venezia: un viaggio alla scoperta dei territori della Serenissima” organizzato dal Consorzio Vini Venezia insieme con l’Associazione Ville Venete.

La manifestazione nasce per far conoscere il vino e il suo legame con le ville a giornalisti, operatori del settore, e appassionati, coniugando la storia e la bellezza e la storia delle ville con degustazioni guidate dei vini delle Doc Piave, Lison Pramaggiore, Venezia, e delle Docg Malanotte e Lison, nonché vini provenienti da vitigni autoctoni come Lison, Raboso, Refosco dal peduncolo rosso e Incrocio Manzoni. “I primi due appuntamenti nelle prestigiose Villa Tiepolo Passi a Carbonera (Treviso) e Villa Widmann Rezzonico Foscari a Mira (Venezia) si sono chiusi vedendo la partecipazione di un nutrito numero di partecipanti” ha spiegato il direttore del Consorzio Vini Venezia, Stefano Quaggio, sottolineando che “abbiamo visto un pubblico di appassionati giovane molto interessato a questo nuovo format che lega il patrimonio culturale e artistico delle Ville e la sua tradizione con la produzione e la storia del vino. Ci auguriamo – ha concluso Quaggio – che l’ultimo appuntamento di domenica 19 novembre presso Villa Rechsteiner possa portare un contributo al territorio, dando così appuntamento a tutti all’edizione 2024”.

Le tre visite guidate alla Villa a cui seguirà la degustazione guidata dei vini del territorio, della durata di un’ora ciascuna, prenderanno il via alle 9.30, alle 11.30 e alle 15.

Vino, a Emidio Pepe il “Premio Leonildo Pieropan” della Fivi

Vino, a Emidio Pepe il “Premio Leonildo Pieropan” della FiviMilano, 13 nov. (askanews) – E’ Emidio Pepe, vignaiolo classe 1932 e titolare dell’omonima Cantina di Torano Nuovo (Teramo), il vincitore della nona edizione del Premio “Leonildo Pieropan” promosso dalla Federazione dei vignaioli indipendenti (Fivi).

Questa la motivazione con la quale la Fivi ha voluto premiare lo storico socio abruzzese: “Emidio Pepe è l’Abruzzo. C’è chi lo definisce ‘Mr. Montepulciano’ e mai soprannome fu così appropriato. Nel 1964 fonda la sua azienda e comincia la produzione dei suoi vini, quando in Abruzzo non esistevano ancora le Denominazioni: lui e altri vignaioli si misero d’impegno e diedero il loro contributo per plasmare la viticoltura abruzzese, nella consapevolezza che i risultati migliori si ottengono unendo le forze, e che il successo di ogni vignaiolo è legato indissolubilmente al successo del proprio territorio. Quando nel mondo non c’era spazio che per vitigni e vini di grande blasone, Emidio Pepe ha preso la sua valigia e i suoi vini, mettendosi in gioco in prima persona, senza l’aiuto di nessuno se non delle sue forze, diventando così un modello che da generazioni tanti vignaioli abruzzesi cercano di seguire, traendo ispirazione dal suo esempio. E se, nonostante le difficoltà, ancora oggi qualcuno decide di fare questo mestiere, pensando che il vino sia il frutto della vite e di una vita dedicata al lavoro, ci risulta ancora più facile capire che l’esempio di vignaioli come Emidio Pepe continua a dare i suoi frutti”. L’annuncio del vincitore arriva a poco più di dieci giorni dall’apertura del 12esimo “Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti” che si terrà BolognaFiere da sabato 25 a lunedì 27 novembre. E proprio il 27 novembre, in occasione dell’assemblea degli associati Fivi, avverrà la consegna ufficiale del premio.

Tra le diverse novità del Mercato nella nuova sede di Bologna, c’è anche un nuovo riconoscimento, il “Premio Vignaiolo come noi”, attribuito a un uomo o a una donna del mondo della cultura, del giornalismo, dell’economia o dello spettacolo “che interpreta il proprio lavoro mettendo al centro i valori di qualità, originalità, professionalità e l’amore per le cose fatte bene, eseguite con passione e cura artigiana”. Quest’anno il premio è andato al cantante e musicista Stefano Belisari in arte Elio, che sarà presente al taglio del nastro della manifestazione. Questa la motivazione del riconoscimento: “C’è la campagna nel passato familiare di quasi tutti gli italiani. Ma non tutti gli italiani lo riconoscono e lo sanno apprezzare. Stefano Belisari, per tutti Elio, ha riannodato i fili delle sue radici contadine e, pur rimanendo a vivere in città, ha trovato nella campagna marchigiana un luogo dove esprimere un altro lato del suo caleidoscopico talento. E dopo averlo dimostrato per tutta la sua carriera in studio di registrazione, sul palco dei palazzetti o dei teatri, alla radio, in televisione, anche questo suo piccolo ritorno alla terra lo conferma: bisogna amare profondamente il proprio mestiere, e dedicarsi ad esso con passione e cura, per fare cose belle e farle amare”.