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Calice Prosecco su prima moneta serie Cultura gastronomica della Zecca

Calice Prosecco su prima moneta serie Cultura gastronomica della Zecca





Calice Prosecco su prima moneta serie Cultura gastronomica della Zecca




















Milano, 6 apr. (askanews) – Un calice di Prosecco abbinato alla Granseola appare sulla prima moneta del Veneto della serie “Cultura enogastronomica italiana” realizzata dal Poligrafico e dalla Zecca dello Stato. La moneta, che appartiene alla collezione numismatica 2023, è stata presentata alla 55esima edizione di Vinitaly che si è chiusa ieri a Veronafiere.

“Sono orgoglioso che sia stata scelto la nostra Denominazione per il nuovo conio dedicato al Veneto” ha commentato il presidente della Doc Prosecco, Stefano Zanette, spiegando che “si tratta di un riconoscimento al nostro sistema produttivo che, con l’impegno di oltre 10.300 viticoltori, 1.170 vinificatori e 364 case spumantistiche, ha costruito anno dopo anno un’eccellenza del Made in Italy apprezzata in tutto il mondo”. “Ora spetta a noi fare sì che questo risultato si preservi nel tempo – ha concluso – questo è il vero significato della ‘sostenibilità’”. La moneta è stata realizzata in cupronichel dall’artista incisore Marta Bonifacio e prodotta nelle officine della Zecca, e possiede un valore nominale di 5 euro. Ne sono disponibili 15mila pezzi in versione Fior di Conio.

È una moneta con elementi colorati che sul dritto presenta in primo piano un calice di Prosecco e un piatto con la Granseola, mentre sullo sfondo riporta una gondola, il Ponte di Rialto e una composizione di onde stilizzate. Sul rovescio, in alto, su uno sfondo decorato con stelle a otto punte, è stato evidenziato il Leone alato di Bassano del Grappa tratto dalla Cappella degli Scrovegni di Padova, secolare simbolo della regione Veneto, mentre in basso, a destra, un prospetto di Villa Almerico Capra detta la Rotonda di Palladio, ritratta come si presentava nel progetto originario.

Vino, Allegrini chiude 2022 a 30 mln (+20%) e costruisce nuova Cantina

Vino, Allegrini chiude 2022 a 30 mln (+20%) e costruisce nuova Cantina




Vino, Allegrini chiude 2022 a 30 mln (+20%) e costruisce nuova Cantina




















Milano, 6 apr. (askanews) – “L’anno scorso il nostro fatturato è stato abbondantemente sopra i 30 milioni di euro, con un +20% rispetto al 2021, nonostante, ad esempio, la scelta per motivi etici di non esportare più nulla sul mercato russo”. Alla 55esima edizione di Vinitaly appena conclusa a Veronafiere, la Cavaliere del lavoro Marilisa Allegrini, a capo dell’azienda vitivinicola di famiglia ha fatto il punto sullo stato di una delle più importanti e quotate Cantine italiane. “L’anno scorso abbiamo fatturato di più a fronte di volumi che si sono abbassati solo leggermente, non solo per effetto dell’inflazione ma perché i consumatori si stanno orientando sempre di più verso vini di qualità” ha precisato, sottolineando che “in questi anni abbiamo assistito ad una crescente e importante domanda dei nostri vini più prestigiosi che hanno una produzione più limitata e quindi un costo maggiore”. Tra questi ci sono la punta di diamante, “Fieramonte Amarone della Valpolicella Classico Riserva” (il cui millesimo 2015 ha ottenuto l’anno scorso 100 punti da Decanter), che dall’anno scorso è su “La Place de Bordeaux” insieme con l’altro vino iconico dell’azienda, il celebratissimo Igt “La Poja”. “Le vendite del nostro Amarone vanno molto bene – ha detto con una punta di orgoglio l’imprenditrice – l’intera produzione viene assegnata all’inizio di ogni anno e non abbiamo invenduto”.

Un’altra novità riguarda un’importante crescita sul mercato interno. “Fino a sei-sette anni fa il mercato italiano rappresentava poco più del 5% delle nostre vendite, mentre adesso raggiunge circa il 30%, e questo senza registrare cali nell’export” ha spiegato la presidente, evidenziando “che il mix di prodotti, Valpolicella, Bolgheri (Poggio al Tesoro), Montalcino (Poggio San Polo) e le tre aziende di nicchia della Borgogna che importiamo da qualche anno, ci ha aiutato molto a capillarizzare la nostra distribuzione nell’alto di gamma in Italia”. A conferma di un buona redditività, in questi ultimi anni Allegrini ha fatto diversi investimenti, gli ultimi dei quali hanno riguardato l’acquisto di una campagna nella zona di Verona Est, mentre nel 2018 era toccato ad una proprietà di 40 ettari nella zona del Lugana, oggi completamenti vitati. Ma non basta, perché gli investimenti coinvolgono anche l’attività di accoglienza, già sperimentata con successo a “Villa Della Torre”, gioiello del Rinascimento a Fumane (Verona). Nel 2023 prenderà infatti il via la costruzione della nuova cantina: “Sorgerà vicina all’edificio storico – ha spiegato – sull’ex campo sportivo che circonda la proprietà, ci vorranno due-tre anni ma da lì la filosofia aziendale sarà ancor più focalizzata sull’ospitalità”. A Vinitaly, insieme con Marilisa rimasta l’ultima rappresentante della sesta generazione Allegrini dopo la scomparsa l’anno scorso a 65 anni del fratello enologo Franco (fautore del Centro di appassimento “Terre di Fumane”), era presente al completo anche la settimana generazione: Silvia, figlia di Walter; Francesco, Giovanni e Matteo, figli di Franco; e Carlotta e Caterina figlie di Marilisa. “Sono inseriti in azienda e pian piano, come avevamo fatto a suo tempo io e i miei fratelli, entreranno nei vari ambiti aziendali, ognuno secondo le proprie attitudini e passioni” ha spiegato la presidente, ricordando che “chi entra deve condividere la filosofia e gli obiettivi”. “E’ la storia – ha chiosato – bisogna guardare al passato per anticipare il futuro, e questo è uno degli aspetti più sfidanti per tantissime aziende italiane”. Al passaggio generazionale, ancor più delicato in un’azienda famigliare di queste dimensioni e articolazioni, si aggiunge l’ingresso in azienda di una serie di professionalità, sia tecniche che manageriali.

Infine, in merito all’eventuale interesse di altre realtà ad entrare nella governance di Allegrini, la signora dell’Amarone ha spiegato che “tutte le aziende della Valpolicella che fanno qualità e hanno un prezzo medio-alto delle bottiglie sono molto appetite, ma per noi i valori della famiglia sono più importanti: quindi l’interesse c’è ma non da parte nostra”.

Vino, Vindome torna a Bordeaux per “La semaine des Primeurs 2022″

Vino, Vindome torna a Bordeaux per “La semaine des Primeurs 2022″




Vino, Vindome torna a Bordeaux per “La semaine des Primeurs 2022”




















Milano, 6 apr. (askanews) – Vindome, l’app dedicata all’investimento in vini pregiati, torna a Bordeaux per “La semaine des Primeurs 2022″, uno degli appuntamenti imprescindibili del calendario enologico mondiale e il momento migliore per investire in vino. In programma dal 24 al 27 aprile nella città simbolo della celebre regione vinicola francese, la settimana accoglie 130 Chateaux dell’”Union des Grands Crus de Bordeaux”, che presenteranno le loro etichette ad esperti del settore e sommelier chiamati a giudicare i vini della Vendemmia 2022 e attribuirgli il rating con i quali verranno commercializzati da inizio maggio.

“Sono entusiasta del lancio della terza stagione di En Primeur sulla nostra piattaforma” ha dichiarato la fondatrice e ceo di Vindome, Ingrid Brodin, spiegando che “nonostante una vendemmia molto difficile nel 2021, abbiamo raddoppiato le nostre vendite durante la stagione En Primeur nel 2022 e quest’anno prevediamo di raddoppiare le cifre del 2022 forti anche dell’ottimo riscontro dei nostri utenti, alcuni dei quali hanno già confermato i propri budget che variano tra 10mila e 350mila euro per cliente”. Nel suo comunicato, Vindome ha inoltre spiegato di essere partner da oltre due anni di Saturnalia, “il servizio creato dalla start-up italiana Ticinum Aerospace e supportato dall’Agenzia Spaziale Europea, che grazie a un complesso sistema di analisi che incrocia dati satellitari, intelligenza artificiale e rilevazioni meteorologiche, elabora mappe 2D e 3D dei territori del vino e raccoglie dati oggettivi e attendibili sulla qualità e il valore dei vini più rinomati”.

Consorzio Montecucco ha svelato a Vinitaly il suo nuovo logo

Consorzio Montecucco ha svelato a Vinitaly il suo nuovo logo




Consorzio Montecucco ha svelato a Vinitaly il suo nuovo logo – askanews.it




















Milano, 6 apr. (askanews) – Il Consorzio Tutela Vini Montecucco (Grosseto) ha svelato in anteprima assoluta a Vinitaly 2023, che si concluso ieri a Veronafiere, il suo nuovo logo che per la prima volta ha accompagnato l’identità visita dello spazio espositivo e di tutti i materiali informativi consortili.

A rinnovare il logo, nel maggio 2022, sono stati chiamati 13 studenti del Master in Graphic Design dello IED di Firenze e, dopo diverse fasi di selezione, la commissione interna al Consorzio ha proclamato vincitrice la studentessa indiana Damini Rathore. Il logo di sua ideazione evoca la topografia della regione del Montecucco, con sette linee a rappresentare gli altrettanti comuni che lo compongono, abbinandola ad un carattere contemporaneo, che “dimostra la volontà del Consorzio di guardare avanti pur mantenendosi fedele alle proprie radici e ai principi che lo hanno reso celebre a livello internazionale”. “Siamo davvero soddisfatti del nuovo logo e sorpresi dagli infiniti spunti creativi che tutti gli studenti del contest ci hanno fornito nel corso di questi mesi” ha spiegato Patrizia Chiari, titolare di tenuta L’Impostino e consigliere di riferimento dell’iniziativa in seno al CdA del Consorzio Montecucco, sottolineando “è straordinario come Damini sia riuscita a dare un’immagine fresca e moderna a una tradizione secolare quale la nostra: con il suo lavoro ha saputo racchiudere la storia del Montecucco in un’identità visiva ricercata e al tempo stesso al passo con i tempi”.

Per festeggiare i 25 anni della Denominazione d’origine, il Consorzio Montecucco ha organizzato a Vinitaly un’importante degustazione di vecchie annate condotta dal wine expert Filippo Bartolotta.

Mazzali: vino è biglietto da visita, Lombardia protagonista enoturismo

Mazzali: vino è biglietto da visita, Lombardia protagonista enoturismo




Mazzali: vino è biglietto da visita, Lombardia protagonista enoturismo – askanews.it



















Milano, 6 apr. (askanews) – “Il vino è un prodotto del territorio e quindi anche un ‘biglietto da visita’ per i turisti, nazionali e esteri. Lo sa bene la Lombardia, che è protagonista nell’enoturismo” spiega Barbara Mazzali, assessora al Turismo, Marketing territoriali e Moda di Regione Lombardia, commentando i numeri di Vinitaly 2023, il Salone internazionale dei vini e distillati che ha chiuso i battenti ieri alla Fiera di Verona, con all’attivo 93mila presenze complessive.

“Dai vini della Franciacorta, come Chardonnay, Erbamat e Pinot Bianco, all’Oltrepò Pavese, prima zona in Italia per la produzione di Pinot Nero, fino alla Valtellina, con il Grumello e lo Sforzato, i percorsi enogastronomici offrono un turismo che mescola bellezza naturalistica, arte e tradizioni, anche della tavola, che la Lombardia continua a valorizzare”, sottolinea ancora Mazzali, citando la legge regionaledel 2008 e il regolamento attuativodel 2020 che hanno normato a livello lombardo l’attività enoturistica. “Si tratta di disposizioni che permettono alle aziende vitivinicole lombarde di regolamentare le loro attività di accoglienza proponendo particolari percorsi esperienziali e turistici, incentivando e valorizzando, da un lato le produzioni agricole e, dall’altro, il mercato dei viaggi” ha proseguito l’assessora, aggiungendo “come ha detto la premier Giorgia Meloni durante la sua visita al Vinitaly, sostenere un settore fondamentale come il settore vinicolo è ‘un dovere’, che la Lombardia sta adempiendo”. “E’ inoltre ottimo – ha concluso – in un’ottica di alta formazione delle ‘maestranze’, in questo caso enoturistiche, il percorso del disegno di legge sulla creazione del ‘Liceo del Made in Italy’, che prevede lo studio di dinamiche del commercio internazionale, la difesa dei prodotti italiani e una solida preparazione anche su enogastronomia, arte e moda”.

Vino, il 6 e 7 maggio a San Benedetto Po torna “Lambrusco a Palazzo”

Vino, il 6 e 7 maggio a San Benedetto Po torna “Lambrusco a Palazzo”




Vino, il 6 e 7 maggio a San Benedetto Po torna “Lambrusco a Palazzo” – askanews.it




















Milano, 6 apr. (askanews) – Il 6 e 7 maggio prossimi nella splendida cornice dell’Abbazia di Polirone a San Benedetto Po (Mantova), torna “Lambrusco a Palazzo”. Giunto all’ottava edizione, questo fine settimana è dedicato a tutte le declinazioni di questo vino rosso con le bolle e al suo territorio: le provincie di Modena, Mantova, Reggio Emilia e Parma.

Il complesso monastico dell’XI secolo accoglierà 180 etichette di Lambrusco in tutte le sue sfumature e sfaccettature, in una festa pensata sia per professionisti esperti che per appassionati. L’evento è promosso dall’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino (Onav) di Mantova e da “La strada dei vini e sapori mantovani”, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po, un sodalizio che unisce in un abbraccio cibo e vino della zona del mantovano, modenese, reggiano e parmense. Durante l’evento sarà possibile assaggiare una specialità gastronomica d’eccellenza a cura della Pro Loco Teofilo Folengo: il salame cotto sotto la cenere. L’edizione del 2023 di “Lambrusco a Palazzo” avrà anche un’area chiamata “Indigeno” allestita nella sala del Capitolino, dedicata all’assaggio di Lambruschi bio prodotti con lieviti spontanei autoctoni, provenienti dalle quattro province. Si tratta di Lambruschi ancestrali, strettamente legati ai processi naturali di fermentazione.

Etichette Irlanda, Cesconi: vino è diverso da altre bevande alcoliche

Etichette Irlanda, Cesconi: vino è diverso da altre bevande alcoliche




Etichette Irlanda, Cesconi: vino è diverso da altre bevande alcoliche – askanews.it




















Milano, 6 apr. (askanews) – “Il vino nasce dalla fermentazione del mosto: è un prodotto naturale che non deriva da una ricetta ma nasce in un determinato luogo in un determinato momento. E’ un prodotto unico e non riproducibile, che educa il consumatore a indagare sulla sua origine e sulla sua qualità intrinseca, e a valutare attraverso il vino il valore del luogo di provenienza. Per questo va trattato in modo diverso dalle altre bevande alcoliche, e va tutelato il lavoro di chi lo produce con attenzione alla qualità e al territorio perché dove non ci sono i Vignaioli, perlopiù c’è l’abbandono e il degrado territoriale”. Questo il pensiero del presidente della Federazione dei vignaioli indipendenti (Fivi), Lorenzo Cesconi, in merito all’iniziativa dell’Irlanda di apporre delle avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche, vini compresi.

Nel corso di un incontro a Vinitaly 2023, che si concluso ieri a Veronafiere, la Fivi ha ribadito la necessità di garantire trasparenza ai consumatori e regole chiare e semplici per le aziende vitivinicole. “I vignaioli richiedono delle regole armonizzate su tutto il territorio europeo – ha sottolineato Cesconi – per permettere anche alle aziende più piccole di godere realmente dei benefici del mercato unico”.

Cesconi: vino è prodotto rurale nato come parte della dieta quotidiana

Cesconi: vino è prodotto rurale nato come parte della dieta quotidiana




Cesconi: vino è prodotto rurale nato come parte della dieta quotidiana – askanews.it



















Milano, 6 apr. (askanews) – “Il vino è un prodotto rurale, che nasce come parte della dieta quotidiana: forse bisognerebbe ritornare a quella dimensione e a quella semplicità, per educare a un consumo responsabile e limitare l’abuso. I vini dei vignaioli sono per loro natura strumenti validissimi per definire un modello di consumo consapevole: quando si beve un vino di vignaiolo, si è portati a conoscere un pezzo di territorio e di storia italiana, oltre alla cultura e alla personalità del produttore, e questa attenzione prevale inevitabilmente sulla ricerca dell’ebbrezza fine a se stessa. Chi ama il vino dei vignaioli vuole sapere cosa beve e lo fa in modo curioso, attento e responsabile”. Lo ha detto il presidente della Federazione dei vignaioli indipendenti (Fivi), Lorenzo Cesconi, che nel corso di un incontro a Vinitaly 2023, che si concluso ieri a Veronafiere, ha ribadito il valore del vino e della viticoltura, del suo radicamento sul territorio, del suo fondamentale apporto alla definizione del paesaggio storico italiano, patrimonio incommensurabile del nostro Paese.

Alla 55esima edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati di Verona, sono stati 200 i vignaioli presenti nell’area della Fivi.

Federvini: non demonizzare alcolici ma educare al consumo responsabile

Federvini: non demonizzare alcolici ma educare al consumo responsabile




Federvini: non demonizzare alcolici ma educare al consumo responsabile – askanews.it




















Milano, 5 apr. (askanews) – “Occorre scongiurare l’introduzione di messaggi allarmistici in etichetta, con conseguenze reputazionali e commerciali nei confronti de nostri prodotti, ambasciatori dell’Italia nel mondo. Ci aspettiamo che il Parlamento Europeo comprenda che esiste un’alternativa alla demonizzazione delle bevande alcoliche, ovvero l’educazione al consumo responsabile”. Lo ha detto la presidente di Federvini, Micaela Pallini, che durante la 55esima edizione di Vinitaly che si è chiuso oggi a Veronafiere, ha partecipato a diversi incontri sul tema vino e salute, tra cui un evento di “Wine in moderation” (Wim), iniziativa di sensibilizzazione al consumo moderato lanciata nel 2008 dal settore vinicolo europeo.

Federvini a Vinitaly: evitare la standardizzazione degli imballaggi

Federvini a Vinitaly: evitare la standardizzazione degli imballaggi




Federvini a Vinitaly: evitare la standardizzazione degli imballaggi – askanews.it




















Milano, 5 apr. (askanews) – “In questa edizione del Vinitaly sono state tante le tematiche che ci hanno visti uniti come comparto a tutela del made in Italy, a partire dalla normativa sugli imballaggi dell’Unione Europea, per la quale auspichiamo che il Governo e i deputati impegnati al Parlamento europeo si mobilitino per evitare la standardizzazione degli imballaggi, a prescindere dal prodotto e dal rapporto tra quest’ultimo e il packaging” Lo ha spiegato la presidente di Federvini, Micaela Pallini, che ha partecipato ad alcuni, importanti, appuntamenti di approfondimento e dibattitodurante la 55esima edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati che si è chiuso oggi a Veronafiere.

Secondo Federvini l’omologazione degli imballaggi, così come la priorità assegnata al riuso piuttosto che al riciclo, i tassi di obbligatori di riciclo, gli obiettivi di riutilizzo e i divieti di produzione di alcune tipologie di imballi che emergono dalla proposta di riforma della legislazione che regola gli imballaggi nei Paesi dell’Ue, “rappresentano indirizzi di modifica che rischiano di minare le principali filiere produttive italiane, dall’agroalimentare al turismo”. In particolare la normativa in discussione in sede europea “mostra di penalizzare senza giustificazione valida gli sforzi compiuti dalle imprese del settore vitivinicolo verso l’efficientamento energetico e ambientale, ignorando la valenza identitaria che gli imballaggi ricoprono per prodotti quali vini, spiriti ed aceti”. Per l’associazione che riunisce i principali produttori e importatori di vini, liquori, acquaviti ed aceti “questa normativa andrebbe accompagnata da evidenze scientifiche che tengano conto sia del reale impatto ambientale del riuso rispetto al riciclo, sia del ruolo fondamentale che il packaging in vetro gioca in termini di qualità organolettiche del vino e della sicurezza alimentare stessa del prodotto”.