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Vino, Valvirginio: 2 mln per rendere più green la cooperativa

Vino, Valvirginio: 2 mln per rendere più green la cooperativaMilano, 1 giu. (askanews) – La Cantina Sociale Colli Fiorentini è sul punto di concludere due importanti investimenti, dal valore complessivo di due milioni di euro, che serviranno per ottenere la riqualificazione dell’impianto di raccolta dell’uva e dell’impianto di frangitura, oltre allo smaltimento delle piastrelle di amianto presenti sui tetti. Lo ha comunicato la stessa realtà cooperativa toscana, che l’anno scorso ha festeggiato il 50esimo anniversario.

“Questo investimento è l’ultimo di una lunga serie che ci permette di crescere ancora puntando non solo sul miglioramento di alcuni impianti ormai datati, ma anche sul risparmio energetico, la riconversione ecologica e il riutilizzo dei beni” ha spiegato il presidente Ritano Baragli, aggiungendo che “tutto il settore sta attraversando una crisi profonda, causata dal lungo periodo di inflazione, ma proprio per questo vogliamo finanziare un investimento che si rende necessario anche per fronteggiare la crisi stessa”. “La riqualificazione degli impiantiprevede il potenziamento della ricezione del centro di raccolta, che passa da due a quattro zone di raccolta dell’uva” ha precisato il vicepresidente Fabrizio Ferretti, parlando di “un miglioramento necessario in quanto oggi ci arrivano 50mila quintali di uve, prevalentemente raccolte a macchina e non a mano”. Le modifiche al frantoio – conclude – prevedono invece la riduzione delle linee di frangitura, che passeranno da due a una sola, più moderna e efficace”.

L’azienda è anche al centro di un processo di riconversione ecologica: oltre all’impegno di smaltimento dell’amianto presente sui tetti delle infrastrutture, Valvirginio ha inaugurato già nel 2011 un impianto fotovoltaico per vinificare sfruttando fonti di energia rinnovabili. “Purtroppo – ha sottolineato Baragli – le direttive dell’Unione Europea prevedono l’utilizzo del fotovoltaico esclusivamente per l’autoconsumo, e questo ci danneggia in quanto la maggior parte del nostro lavoro avviene in tre mesi dell’anno in cui il sole non è sempre presente, ma siamo fiduciosi che sia riconosciuto l’impegno delle aziende nel adottare misure sostenibile che avvantaggiano l’intera comunità e che di conseguenza le norme possano cambiare”.

Cento vini di 45 Cantine a Moniga del Garda per “Valtènesi in Rosa”

Cento vini di 45 Cantine a Moniga del Garda per “Valtènesi in Rosa”Milano, 1 giu. (askanews) – Si è aperto oggi nella cornice medioevale del Castello di Moniga del Garda (Brescia), la seconda edizione di “Valtènesi in Rosa”, la vetrina dei vini rosé della riviera bresciana. Durante la manifestazione, promossa dal Consorzio Valtènesi e che si concluderà sabato 3 giugno, oltre alle 100 referenze presentate da più di 45 Cantine del territorio, sarà possibile degustare anche una selezione di rosé provenzali.

Il programma prevede anche degustazioni guidate da esperti sommelier e momenti di approfondimento tecnico su tutte le possibili sfumature di questo vino con il personale del Consorzio. Completa l’offerta un’area “food” con piatti tipici dell’Alto Garda e spuntini in abbinamento ai vini.

Vino, Lungarotti lancia la prima edizione di “Bolle a Torgiano”

Vino, Lungarotti lancia la prima edizione di “Bolle a Torgiano”Milano, 1 giu. (askanews) – Domenica 18 e lunedì 19 giugno debutta la prima edizione di “Bolle a Torgiano” (Perugia), evento organizzato dalla storica cantina umbra Lungarotti che metterà in degustazione otto champagne di alcuni produttori di nicchia che Lungarotti distribuisce in Italia, ma anche gli spumanti Metodo Classico prodotti dalla stessa azienda di Torgiano: “Brut Millesimato”, “Extra Brut Millesimato 60 mesi” e “Brut Rosé”

Dalle 11 alle 18 di domenica, sotto il porticato della Cantina, si terranno gli assaggi aperti al pubblico e saranno presenti i produttori delle aziende francesi “Guy Charbaut”, Alain Bailly, A. Viot & Fils e Minard & Filles che racconteranno le loro storie e la passione che li muove. Alle 13, su prenotazione, è previsto un brunch a buffet a base di pietanze della tradizione umbra proposte in abbinamento con le bolle. La giornata di lunedì sarà invece riservata agli operatori del mondo del vino che potranno partecipare ad una masterclass sui “Territori dello Champagne” che si terrà a partire dalle 11.30. Seguirà il pranzo con degustazione presso l’enoteca della Cantina e la visita guidata al Museo del vino di Torgiano. Lungarotti conta complessivamente 250 ettari di vigneti, dislocati tra la Tenuta di Torgiano (230 ha, certificata VIVA dal 2018) e quella di Montefalco (20 ha, certificata biologica dal 2014). Tra i pilastri dell’azienda, anche la valorizzazione dell’enoturismo di qualità e la promozione della cultura del vino, dell’olio e del patrimonio artistico attraverso il Museo del Vino (Muvit) e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (Moo) di Torgiano.

Plenaria Parlamento Ue approva riforma Dop e Igp con 95% di sì

Plenaria Parlamento Ue approva riforma Dop e Igp con 95% di sìMilano, 1 giu. (askanews) – Dopo l’unanimità ottenuta in commissione Agricoltura, la Plenaria del Parlamento europeo ha approvato con una maggioranza di oltre il 95% (603 voti a favore, 18 contrari e 8 astenuti) il nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Igp.

“La Plenaria conferma ad ampissima maggioranza le ambizioni della Commissione Agricoltura: un risultato che dimostra come quando si condividono obiettivi sostanziali, lasciando da parte istanze superficiali e di parte, è possibile raggiungere compromessi ambiziosi, nel solo interesse dei nostri agricoltori e produttori” ha commentato da Bruxelles il relatore della riforma, Paolo De Castro, rivendicando come la posizione del Parlamento “vuole far evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza bisogno di investire alcun fondo pubblico, rafforzando il ruolo dei consorzi, la protezione di Dop e Igp, e la trasparenza verso i consumatori”. “In particolare, introduciamo l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima” ha ricordato l’eurodeputato PD, aggiungendo che “non solo, su spinta dei nostri produttori di qualità, abbiamo potuto eliminare quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre indicazioni geografiche, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura del Prosek made in Croazia”. “Abbiamo chiarito una volta per tutte – ha evidenziato – come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp”.

I prodotti Dop e Igp “beneficeranno di protezione ex-officio anche online, mentre nel caso in cui vengano utilizzati come ingredienti, sarà necessaria un’autorizzazione scritta da parte dei rispettivi consorzi di tutela” continua il relatore della riforma, sottolineando “a beneficio dei quali proponiamo anche di semplificare le norme per la registrazione e la modifica dei disciplinari di produzione”. L’Europarlamento ha preso una posizione anche su uno dei punti più discussi del regolamento, e cioè il ruolo dell’Ufficio europeo della proprietà intellettuale, l’Euipo. “Con il testo adottato oggi, con cui andremo al negoziato con i ministri già la prossima settimana – ha precisato De Castro – chiariamo che l’Euipo dovrà avere un ruolo puramente consultivo e su questioni tecniche, mentre l’interlocutore principale dei produttori resterà la Direzione Generale agricoltura della Commissione Ue, consolidando il legame tra i marchi della qualità europea e lo sviluppo delle aree rurali”.

“Il testo nasce da uno dei pochi, se non l’unico atto legislativo discusso in questa legislatura – ha concluso l’europarlamentare Dem – a supporto di un settore agricolo e agro-alimentare più competitivo, sostenibile, integrato e in grado di creare valore aggiunto, a beneficio delle nostre aree rurali”.

Alluvione, Enoteca Emilia Romagna: viti a rischio peronospora e oidio

Alluvione, Enoteca Emilia Romagna: viti a rischio peronospora e oidioMilano, 1 giu. (askanews) – “È importante in questo momento monitorare le vigne in modo da limitare i danni causati da questo disastro climatico. Enoteca Regionale c’è e anche la Regione e l’assessorato all’Agricoltura”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Enoteca regionale dell’Emilia Romagna, Davide Frascari, in merito ai pesantissimi danni causati dall’alluvione al comparto agricolo e, in particolare, alle aree vitate dell’area romagnola, dove la produzione è a rischio. In aggiunta alle violente piogge, l’innalzamento delle temperature sta infatti favorendo lo sviluppo di peronospora e oidio, complice la mancata somministrazione dei trattamenti fitosanitari.

“Siamo in contatto costante con la popolazione locale per sostenere coloro che hanno dovuto affrontare questa calamità naturale e non ci limitiamo alle parole ma vogliamo offrire un aiuto concreto a chi ha perso tutto” ha aggiunto il presidente dell’Enoteca regionale, che la scorsa settimana ha devoluto alimenti e beni di prima necessità alle aree colpite dalla tragedia in collaborazione con l’associazione “No sprechi Odv” di Imola. Inoltre, l’Enoteca ha reso noto che “è stato avviato un dialogo con Emil Banca, tra le prime banche di credito cooperativo nazionale per volumi e soci che opera sul nostro territorio. Una collaborazione “nata per agevolare il credito alle aziende agricole tramite finanziamenti su misura, anticipi di liquidità, agevolazione dei tassi e dei tempi di erogazione del credito”. “Siamo consapevoli che ci vorranno molte risorse per ripristinare la situazione pre-alluvione – prosegue Frascari – e speriamo pertanto che questo dialogo con Emil Banca possa concretizzarsi in tempi brevi per permettere alle aziende colpite di accedere al credito e di ripartire”. L’associazione non rimane ferma neanche sul fronte della promozione “in un’ottica di resilienza e rilancio”. Il 21 giugno sarà a Parigi, grazie al Consorzio del Lambrusco, per festeggiare i 50 anni della denominazione e dal 25 al 27 giugno parteciperà al “Fancy Food” di New York, dove, in occasione della settimana dedicata alla cucina dell’Emilia Romagna, promuoverà i vini del territorio. Confermata inoltre a partire da luglio, “Tramonto DiVino”, la manifestazione enogastronomica itinerante dedicata ai migliori prodotti regionali.

Champagne, a novembre Comte de Montaigne apre nuova sede a Milano

Champagne, a novembre Comte de Montaigne apre nuova sede a MilanoMilano, 31 mag. (askanews) – Novità in vista per Comte de Montaigne, giovane brand di champagne della storica maison di Celles-sur-Orces nell’Aube, nella Francia Nord Orientale. A novembre di quest’anno verrà inaugurata a Milano la sua nuova sede, un migliaio di metri quadrati con un’ampia “residence” polifunzionale dedicata all’accoglienza di clienti e ospiti. Lo ha annunciato in un’intervista ad askanews, il presidente e ceo, Stéphane Revol. Al momento la location è ancora top secret: “I nostri architetti sono al lavoro, sarà un luogo che rispecchierà la mia visione dello stile aziendale” spiega il manager, precisando che “non sarà un ufficio: una volta aperta la porta, si entrerà direttamente nella Maison, un ambiente totalmente impregnato di champagne”. Parallelamente all’investimento a Milano, Revol punta anche a sviluppare “l’hospitality nella nostra bellissima proprietà nell’Aube, dove, a parte un paio di altre Cantine, non c’è offerta in questo senso”.

Nato a Marsiglia 40 anni fa, Revol, che da oltre dieci anni vive principalmente a Milano dove si è sposato e ha due figli, spiega che l’azienda di famiglia oggi conta su 40 ettari, il 60% dei quali vitati a Pinot Nero e il rimanente quasi interamente a Chardonnay. “Data la nostra costante crescita, l’anno scorso abbiamo comprato parecchia uva da diversi vigneron dell’Aube e continueremo a farlo” continua il ceo, spiegando che le bottiglie prodotte sono complessivamente un milione l’anno, di cui però solo mezzo milione vengono vendute con l’etichetta Comte de Montaigne, lanciata 15 anni fa. La Maison, che affonda le sue radici nel Medioevo, dal Dopoguerra era infatti solita produrre e imbottigliare champagne per conto terzi, fino a quando ha deciso di dare vita a due proprie linee. La prima è dedicata alla vendita ai privati di uno champagne “base”, con una lavorazione complessiva di 18 mesi, che cuba circa 300mila bottiglie l’anno, e la seconda è appunto il brand di punta Comte de Montaigne. Questo offre un Brut e un Extra Brut (70% Pinot Noir e 30% Chardonnay), un Rosé (100% Pinot Noir), un Blanc de Blancs che fanno 55mesi di invecchiamento (di cui 48 sui lieviti), e una Cuvée Spéciale (100% Pinot Noir) che invecchia per 67 mesi, di cui 12 in botti di legno. A questi si aggiunge la preziosa edizione limitata “Généalogie”, una selezione dei millesimi delle migliori vendemmie degli ultimi decenni, di cui sono attualmente in commercio l’annata 2008 e la 2012. Ma ricerca e sperimentazione non si fermano, rivela il manager, che annuncia: “Stiamo facendo dei test sui ‘vintage’ e stiamo sperimentando anche le anfore”. “Siamo riconosciuti come una Maison premium perché pensiamo prima al vino e poi al mercato” dice soddisfatto Revol, evidenziando che “il nostro stile è la golosità: è uno champagne gourmand, complesso ed elegante caratterizzato da una bolla molto fine”. Nel 2022 la celebre bollicina francese ha registrato un successo straordinario, superando per la prima volta i sei miliardi di euro di fatturato complessivo (+ 4,3% sul 2021), con 326 milioni di bottiglie vendute (+1,6%) e una quota dell’export salita a poco più del 57% contro il 45% di dieci anni fa, e con l’Italia diventata uno dei mercati di riferimento. Un’onda che fa ben sperare anche il manager francese che ha spiegato che “quest’anno prevediamo per la nostra filiale italiana aperta nel 2012 un fatturato di 5,5 milioni di euro, che saliranno a 8 nel 2024 e a 12 nel 2026”. Sul posizionamento (molto alto) di Comte de Montaigne, Revol ha le idee chiare, sottolineando la vocazione della Maison per il “bon vivre” e l’attenzione per l’”hospitalité esclusiva” che, in questi anni, si è concretizzata in diverse collaborazioni e partnership con le catene alberghiere di lusso Aman e St. Regis, nonché marchi del calibro di Dolce & Gabbana haute couture, Cartier e Hermes.

“Facciamo una vendemmia parcella per parcella su 40 ettari, poi abbiamo i silos con il ‘vin claire’ con due persone dedicate, che per tre mesi riassumono i loro assaggi in più di tremila note gustative che il nostro enologo, Philippe Narcy, analizza per la delicata fase di ‘assemblage’ che darà al nostro champagne l’identità della Maison. Quindi ‘tirage’ e la presa di spuma, l’affinamento per 48 mesi sui lieviti al buio silenzioso della Cantina, il ‘remuage’ e la cruciale fase del ‘dégorgement’, che io chiamo l’operazione a cuore aperto, a cui non può che seguire (dopo il ‘dosage’ e la tappatura) un periodo di un mese di ‘convalescenza’. Quindi non resta che il cosiddetto ‘habillage’, la vestizione della bottiglia con il copricapsula e la doppia etichetta, e la spedizione per farlo arrivare sulle tavole più importanti del mondo”. Oggi circa il 70% dello champagne Comte de Montaigne viene infatti venduto in una trentina di Paesi, principalmente in Europa, Asia e Stati Uniti. “Nonostante la vendemmia anticipata – precisa Revol che monitora con attenzione gli effetti del cambiamento climatico – l’anno scorso abbiamo avuto un’annata davvero eccezionale con una grandissima qualità e un’ottima quantità”. Uno standard sempre più elevato che sta facendo emergere il vigneto e i 64 Cru della Cote des Bar, la principale zona vitivinicola dell’Aube, Dipartimento per troppo tempo ritenuto marginale per lo champagne, di cui è stato storicamente un serbatoio di mosti e uve. Ancora oggi le Cantine sono poche e la maggior parte dei vigneron sono conferitori, eppure, c’è stato un tempo in cui il suo capoluogo, Troyes, è stato il centro principale dell’intera Champagne, e nella sua chiesa di Sainte-Madeleine costruita nel 1.120, una preziosa vetrata ritrae Thibaud IV, Comte de Champagne, che consegna al cardinale una barbatella di uva Chardonnay portata dalla Terra Santa via Cipro.

Stephane Revol crede nel terroir di questa culla dello champagne, ama le vigne dove è cresciuto, le colline, i villaggi, ed è convinto della potenzialità di un vino che i “cugini” della Marna, i “negociant” di Epernay e Reims, hanno impedito per secoli che si producesse nell’Aube. E in questa sua visione, fatta di “cuore, autencità e ‘bon vivre’”, spicca la voglia di comunicare e promuovere la storia della Maison e del suo territorio. Tutti i colori, le sfumature e le forme di Comte de Montaigne sono stati immortalati dal fotografo palermitano Giò Martorana in un prezioso “coffee table book” intitolato “Généalogie”.

Vino, Cantina Bellenda: da settembre useremo bottiglie più leggere

Vino, Cantina Bellenda: da settembre useremo bottiglie più leggereMilano, 31 mag. (askanews) – Da settembre tutte le bottiglie di vetro della Cantina veneta Bellenda saranno più leggere di circa 100 grammi. Lo ha annunciato la stessa azienda di Vittorio Veneto (Treviso) di proprietà della famiglia Cosmo, parlando di una scelta operata per ridurre l’impatto ambientale.

L’annuncio è stato fatto in occasione della presentazione del restyling della linea di spumanti realizzati con il Metodo Martinotti: “San Fermo” (Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg Brut), “Miraval” (Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg Extra Dry) e Prosecco Rosé Brut. Le nuove etichette, con una grafica con trame in rilievo di disegni veneziani, sono stampate su carta di cellulosa naturale certificata FSC proveniente da sole fonti sostenibili. “Con questo restyling puntiamo da un lato ad enfatizzare le bellezze del territorio in cui nascono e crescono i nostri vigneti, e dall’altro a eliminare progressivamente l’utilizzo di materiali sintetici nelle etichette” ha dichiarato il titolare di Bellenda, Umberto Cosmo, sottolineando che “che nel prossimo futuro questo interesserà dapprima i vini ‘col fondo’, e successivamente anche i nostri Metodo Classico”.

Consorzio Doc Prosecco: 100 turisti giapponesi in visita a Cantine

Consorzio Doc Prosecco: 100 turisti giapponesi in visita a CantineMilano, 31 mag. (askanews) – Grazie ad un accordo di collaborazione tra il Consorzio di tutela della Doc Prosecco e l’agenzia di viaggio nipponica Hankyu Travel International, tra giugno e luglio un primo gruppo di cento turisti giapponesi si recherà nel Trevigiano per visitare alcune Cantine e i luoghi di produzione del Prosecco Doc.

Nel gennaio scorso, il Consorzio aveva ospitato una delegazione inviata dall’agenzia giapponese (fondata nel 1948, l’anno scorso ha fatturato 1,2 miliardi di euro con 2.540 dipendenti) accompagnandola alla scoperta dei luoghi più emblematici e accattivanti dei territori della Denominazione Prosecco DOC, tra cui diverse cantine. Quello in arrivo nei prossimi due mesi è il primo di un serie gruppi che visiteranno questa zona, dopo un’irrinunciabile tappa a Venezia. “Siamo orgogliosi dell’interesse dimostrato sia dagli operatori turistici giapponesi che dagli stessi turisti” ha affermato il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, aggiungendo che “è in programma l’arrivo di altri tre importanti tour operator provenienti dal Sol Levante, che presto effettueranno nuovi sopralluoghi nelle nostre zone, con l’obiettivo di includere Treviso e le cantine del territorio della Doc Prosecco nei futuri itinerari turistici, a partire già dalla fine di quest’anno”.

Addio a Emilio Rigamonti, il re della bresaola

Addio a Emilio Rigamonti, il re della bresaolaMilano, 31 mag. (askanews) – E’ morto questa mattina a Sondrio all’età di 92 anni Emilio Rigamonti, considerato il re della bresaola valtellinese. Fu lui insieme al fratello Giovanni, alla fine degli anni ’50 ad aprire il primo stabilimento produttivo, oggi sede della società, a Montagna in Valtellina, prendendo in mano le redini dell’attività di macelleria avviata dal padre nel 1913. Oggi Rigamonti è del colosso brasiliano della carne Jbs. Emilio Rigamonti ha contribuito a rendere la Bresaola della Valtellina Igp un prodotto conosciuto e consumato in tutto il mondo, avendo ricoperto per primo il ruolo di presidente nel 1998 del Consorzio di tutela della Bresaola Igp.

La Bresaola Valtellina Igp: una “destinazione” da scoprire in bici

La Bresaola Valtellina Igp: una “destinazione” da scoprire in biciMilano, 31 mag. (askanews) – Scoprire la Valtellina in sella a una bici proponendo percorsi e tappe enogastronomiche che promuovano i prodotti del territorio, uno su tutti la bresaola Valtellina Igp. Quest’anno la campagna “Destinazione Bresaola” torna con una mini-guida per 10 percorsi da fare in sella alle due ruote nel territorio dove nasce questa Igp, con altrettante soste nei risto-bike aderenti al circuito. Un ulteriore rafforzamento del legame col territorio anche “in vista del Olimpiadi del 2026 – ha ricordato il presidente del Consorzio di tutela, Mario Moro – una grande opportunità per far conoscere i prodotti locali e il turismo che si può fare in valle”.

La scelta di una guida dedicata ai cicloturisti non è casuale: questa estate si stima che 4 milioni di italiani avranno una bicicletta come compagna di viaggio. Nella sola Valtellina, tappa fissa del Giro d’Italia, sono stati stimati in arrivo 3 milioni e mezzo di turisti (italiani e non) e circa la metà viene proprio per i percorsi dedicati alle due ruote (Consorzio Turistico Valtellina). Un momento d’oro per il cicloturismo confermato anche dalla ricerca Doxa “Bresaola della Valtellina Igp, icona del territorio e driver del cicloturismo in valle”, commissionata dal Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina, su un campione nazionale di 500 cicloturisti. Oltre un cicloturista su due (58%) in Italia, ritiene che ci sia un vero boom del cicloturismo e il 45% ha visto aumentare i servizi a disposizione (strutture ricettive, percorsi, parcheggi, app dedicate, ecc). Tra gli aspetti più apprezzati di questa passione in ascesa, per il 61% c’è il privilegio di essere immersi nella natura e, quasi a pari merito (50%) la possibilità di restare in forma anche in vacanza. Ma quali sono i requisiti per scegliere una destinazione “cycle friendly”? La bellezza del contesto si piazza al primo posto con il 57% delle risposte, seguito dall’offerta di strutture ricettive adatte (51%), la completezza dei percorsi dedicati con vari livelli di difficoltà (42%) e la ricchezza gastronomica che soddisfa sia il palato che le esigenze nutrizionali di chi va in bici (22%).

Elementi che si ritrovano in Valtellina: oltre un cicloturista su cinque (23%) è già stato in bici in Valtellina (il dato sale al 37% tra i giovani), mentre quasi nove intervistati su 10 (87%) prevedono di andare (o tornarci), contro il 70% che non ci è stato ma vorrebbe andarci. I tre motivi principali per scegliere la Valtellina come meta turistica? Bellezza del territorio (61%), panorama naturalistico (56%) e possibilità di escursioni (48%). Sul fronte nutrizionale il 74% dei ciclisti ritiene il salume un alleato nella dieta dello sportivo e di chi ama tenersi in forma. Tra i motivi di questa scelta, il fatto che sia proteica (60%), light (49%), digeribile e può essere consumata prima di uno sforzo fisico (39%), oltre a essere pratica (35%). Proprio per questo la mini-guida contiene soste nei RistoBike aderenti al circuito dove rifocillarsi con altrettanti panini che hanno come protagonista la bresaola della Valtellina IGP. I percorsi (distribuiti su tutto il territorio, 2 per ciascuno dei 5 mandamenti) e i RistoBike (bar, paninerie, ristoranti, bistrot, situati all’inizio, in mezzo o alla fine del percorso, coerenti con le esigenze del cicloturista) sono stati selezionati da Luca Calcagno, esperto di biking e di territorio, con la supervisione di Valtellina Turismo, la realtà principale in ambito turistico sul territorio.