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Leclerc diventa gelatiere con la complicità di Martinetti e Grom

Leclerc diventa gelatiere con la complicità di Martinetti e GromMilano, 11 apr. (askanews) – Guido Martinetti e Federico Grom tornano a produrre gelato, questa volta ipocalorico e confezionato, insieme con il pilota di Formula Uno, Charles Leclerc, e il (suo) procuratore sportivo Nicolas Todt. Il progetto che li vede soci alla pari con il 25% ciascuno, si chiama “Lec” ed è ovviamente ambizioso: si parte sul mercato italiano con cinque gusti per poi sbarcare in Francia già questa estate e poi proseguire sui mercati europei, con l’obiettivo (molto concreto) di arrivare presto negli Stati Uniti.


“Charles corre veloce e noi vogliamo e dobbiamo stargli dietro” ha ironizzato Grom con askanews a margine della presentazione a Milano di questa start-up, spiegando che il progetto ha preso il via un paio di anni fa su input del 26enne campione monegasco oggi in forza alla Ferrari che, durante un pranzo tra amici, gli aveva rivelato il desiderio di aprire una gelateria a Montecarlo. Ma perché limitarsi ad un punto vendita quando si può pensare ad una propria linea di gelato su scala mondiale? Così, ceduta la catene di gelaterie Grom a Unilever nel 2015, Federico Grom (commerciale) e Guido Martinetti (prodotto) hanno ripreso il discorso sul gelato ma puntando su un prodotto dall’impronta “salutista” e dal gusto, sapore e consistenza molto più internazionale che italiano, che parte con la grande distribuzione (Esselunga, Iper Ali, Unes, Bennet, Despar Nord Est e Borello) e con barattoli da 460 ml ad un prezzo consigliato di 4,99 euro, dunque in fascia premium. “E’ un prodotto eccellente, realizzato con materie prime di alta qualità, ricco di fibre e proteine, innovativo a livello mondiale, che permette di concedersi una trasgressione a tavola o nel tempo libero senza sensi di colpa e nella consapevolezza del proprio benessere” sottolinea Martinetti, parlando di un gelato “adatto agli sportivi ma anche a chi è semplicemente attento alla sua salute e alla sua forma fisica, o ai bambini”.


“Il gelato è prodotto da un’industria specializzata, che risponde a dei requisiti contrattuali molto stretti che gli abbiamo dato, e io sono responsabile dell’acquisto di tutte le materie prime che vengono utilizzate e della creazione di ogni ricetta, e l’azienda deve attenersi fedelmente a tutte le mie indicazioni” ha spiegato Martinetti, sottolineando che “abbiamo deciso di riportare sul fronte della confezione le calorie totali di ogni barattolo, al massimo 399, e non quelle di una singola porzione, cosa inconsueta e non banale in Italia”. Molto cremoso, bilanciato e dunque non eccessivamente dolce, privo della sgradevole sensazione di gelo in bocca, “Lec” appare immediatamente più gustoso dei suoi competitor a basse calorie, pur essendo dichiaratamente concepito per incontrare il gusto di Paesi e pubblico diversi. Nella comunicazione l’italianità non viene sbandierata e rimane un concetto sotteso rispetto ai valori nutrizionali del gelato. “Rispetto alla media di tutti i gelati in vendita nei supermercati, la media dei cinque gusti – rimarca Grom – ha tra il 30% e il 40% in meno di calorie, e il ‘Caramel Tango’ arriva al 50-60% in meno sullo stesso gusto dei competitor”. Il claim è allora in inglese, “Why resist” (“perché resistere?”, ndr), così come lo sono i nomi dei cinque gusti iniziali che sono tutte creme: “Vanillove”, “Swirly Pistachi-oh!”, “Peanut Caramel Tango” e “Chocolate Crunch”. “L’idea di golosità appartiene principalmente alla sfera delle creme, che sono anche i gusti più apprezzati a livello internazionale, perché nel mondo il consumo di gelati alla frutta è veramente ridotto e dovendo partire con un numero di referenze relativamente limitato, abbiamo pensato che queste fosse il punto di incontro migliore tra golosità e bilanciamento degli ingredienti e valori nutrizionali” risponde ad askanews Martinetti, già al lavoro sui gusti per il 2025, con “alcuni che strizzeranno un po’ l’occhio alla frutta”, ma che dovranno passare il vaglio del socio e testimonial Leclerc che ha dato il nome a “Lec”.


“Ho sempre amato tantissimo il gelato ma crescendo ho dovuto ridurne sempre di più le quantità per riuscire a mantenere la linea, perché io seguo una dieta super equilibrata che è fondamentale per poter essere in forma sia dal punto di vista fisico che mentale per tutta la stagione di gare” dice Leclerc, sottolineando che “la mia vita è la Formula Uno e io voglio continuare a provare ad essere il miglior pilota possibile e questo bellissimo progetto non avrei potuto farlo senza dei soci come loro tre: abbiamo la stessa visione e sono molto contento del risultato ottenuto”. “L’idea di aprire una gelateria a Montecarlo al momento è accantonata, ma la vita è davvero sorprendente perché non avrei mai detto che io e Guido saremmo tornati ad occuparci di gelato” conclude sornione Grom, chiosando “ma si sa che le occasioni fanno l’uomo ladro, in questo caso goloso: quindi oggi nessun negozio ma il futuro può tornare a stupirci e quindi riserviamoci qualunque cosa per il domani”.

Vino, domenica 21 e 28 aprile le giornate clou del “Giro Nizza”

Vino, domenica 21 e 28 aprile le giornate clou del “Giro Nizza”Milano, 11 apr. (askanews) – Saranno domenica 21 e 28 aprile le giornate clou della dodicesima edizione del “Giro Nizza”, l’itinerario enogastronomico alla scoperta dei vigneti e delle Cantine produttrici del Nizza Docg, il vino prodotto in un territorio nel cuore del Piemonte che abbraccia 18 Comuni attorno a Nizza Monferrato.


La scelta di introdurre un doppio appuntamento, il “Giro Nizza” “dispari” seguito da quello “pari”, “riflette la volontà di accogliere un maggior numero di visitatori e di valorizzare al meglio la partecipazione dei produttori” hanno spiegato gli organizzatori, precisando che “l’evento apre le porte di 43 realtà, tra cui 41 produttori di Nizza Docg, le Distillerie Berta e la Canellese. “Il ‘Giro Nizza’ è più di una semplice degustazione, è un invito a vivere il territorio in tutte le sue sfaccettature, abbinando i grandi vini a prodotti tipici locali, in un perfetto equilibrio tra gusto e cultura” ha sottolineato Stefano Chiarlo, presidente dell’Associazione Produttori del Nizza, spiegando che “i produttori saranno lieti di guidare i visitatori alla scoperta dei segreti del Nizza e del Nizza Riserva Docg, in un’atmosfera di condivisione e conoscenza profonda del territorio e delle sue eccellenze”.


La manifestazione inizia già il 19 aprile, con l’”AperiNizza” al Foro Boario di Nizza Monferrato, un’occasione imperdibile per assaggiare, dalle 19 alle 22, i 41 Nizza Docg dei produttori partecipanti, accompagnati da prodotti tipici. Il 27 aprile è invece previsto il “GiroMerenda”, un percorso che tocca quattro luoghi emblematici dei 18 Comuni della Denominazione. Inoltre, la tradizione del “PreGiro” offre, prima e dopo l’evento principale, la possibilità di degustare i Nizza Docg in vinerie selezionate, “consolidando così un legame sempre più stretto tra produttori, appassionati e il territorio”. “Giro Nizza” è organizzato dalla Condotta Slow Food di Alessandria e Colline Nicesi, assieme all’Enoteca Regionale di Nizza Monferrato, ed è sostenuto dall’Associazione Produttori del Nizza, dal Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, dalla città di Nizza Monferrato e dalla Camera di Commercio di Alessandria e Asti.

Vino, per il Lessini Durello un Vinitaly tra bollicine, arte e natura

Vino, per il Lessini Durello un Vinitaly tra bollicine, arte e naturaMilano, 11 apr. (askanews) – Natura, arte, bollicine. Con queste tre parole il Consorzio tutela Vini Lessini Durello si presenta a Vinitaly, in scena a Verona dal 14 al 17 aprile. Lo spumante da vitigno autoctono, prodotto sui Monti Lessini, al confine tra la provincia di Verona e quella di Vicenza, sceglie un approccio conviviale per invitare appassionati e curiosi a scoprire il suo territorio, attraverso il Cammino dei Sette Vulcani, l’anima più vera e ancora poco conosciuta del comprensorio berico-scaligero, per poi preseguire con l’arte e la scultura ispirate ai paesaggi agricoli dove viene coltivata l’uva Durella.


“Quello di quest’anno sarà un Vinitaly molto ricco di contenuti, pensato proprio per raggiungere prima di tutto gli appassionati in maniera informale e diretta” spiega la presidente del Consorzio del Lessini Durello, Diletta Tonello, aggiungendo che “presenteremo prima di tutto la nostra zona di produzione come un territorio da vivere, a cominciare proprio dal Cammino dei sette vulcani: itinerario alla portata di tutti per cogliere scorci inediti di queste colline. Poi torneremo a parlare di arte con lo scultore Giuliano Negretto, perché siamo convinti che le nostre bollicine siano perfette per brindare alla bellezza – ha proseguito Tonello – e infine non mancheranno momenti dedicati ad accrescere la conoscenza del Lessini Durello, abbinate alle tipicità della cucina veronese e vicentina”. Il Cammino dei Sette Vulcani è composto da sei tappe per un totale di 95 km che si snodano lungo sei Comuni, tra strade secondarie, mulattiere e sentieri, dalla Val di Chiampo alla Val d’Alpone, fino alla Val d’llasi. Un bellissimo itinerario ai piedi di vulcani spenti: i monti Calvarina, Madarosa, Guarda, Purga di Bolca, Purga di Durlo, Belloca e, a chiusura del bellissimo anello, i basalti colonnari in centro al Paese di San Giovanni Ilarione. Il cammino sarà presentato il 14 aprile alle 16 (pad 5 G6) da Giamberto Bochese, presidente della Strada del vino Lessini Durello, e dalla guida Giovanni Confente.


Il 16 aprile alle 11 (pad 5 G6) l’artista vicentino “calorista”, Giuliano Negretto, racconterà la sua arte ispirata proprio al comprensorio produttivo del Lessini Durello, tra biodiversità, paesaggio e coltivazione della vite, nel corso di una conversazione con Silvano Nicolato, vicepresidente del Consorzio. Sempre martedì ma alle 16, le bollicine del Lessini Durello, saranno protagoniste di una degustazione guidata dal sommelier e ambasciatore della Denominazione, Massimo Zardo, che racconterà l’anima vulcanica di questo spumante declinato nella doppia versione Charmat e Metodo Classico. In abbinamento piccoli assaggi: dalla soppressa vicentina al formaggio Monte Veronese per chiudere con il baccalà mantecato su crostini.

Vino, Imt a Vinitaly con 79 aziende marchigiane, convegni e tasting

Vino, Imt a Vinitaly con 79 aziende marchigiane, convegni e tastingMilano, 11 apr. (askanews) – Dopo la maratona fieristica da Parigi a Dusseldorf, l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) sarà alla 56esima edizione di Vinitaly con 79 aziende rappresentate, di cui 38 in collettiva Marche e 41 con stand propri, e il consueto maxi-stand terrazzato nel cuore del padiglione 7 (C6-C7-C8-C9).


A fare da apripista nella cornice di “OperaWine” (sabato 13 aprile alle Gallerie Mercatali), saranno un Verdicchio di Matelica e due Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore, le tre etichette delle 131 selezionate da “Wine Spectator” per fare da ambasciatori dell’eccellenza made in Italy. E proprio il confronto tra “Jesi e Matelica: le anime del Verdicchio” sarà ancora una volta al centro della degustazione guidata proposta da Imt, che lunedì 15 aprile alle 10 (Sala Raffaello Pad. 7 – C9) vedrà Cristina Mercuri dirigere un tasting di 12 vini della fascia premium di queste Dop, dopo gli interventi del presidente Imt, Michele Bernetti e dell’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini. Stessa regia ma focus sulle altre 12 Denominazioni tutelate dall’Istituto nella degustazione prevista per martedì 16 alle 10 che accenderà i riflettori su “I Magnifici 16: in viaggio tra vini e vitigni autoctoni delle Marche”. Lo stesso giorno è in programma anche un tasting guidato dalla produttrice Eleonora Marconi, promosso dal Consorzio per far conoscere i vini delle Cantine socie presenti nella collettiva regionale a buyer esteri dell’Europa centrale, selezionati in collaborazione con Italian Trade Agency, con un incoming da Austria, Paesi Bassi e Francia.


Sul fronte dei convegni, il 15 aprile alle 14.15, Michele Bernetti parteciperà al convegno “Radici profonde, visioni future: l’evoluzione del vino marchigiano”, che vedrà la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore Antonini e del presidente del Consorzio vini piceni, Simone Capecci. Il “Futuro delle Denominazioni: sottozone o Uga?” è invece il tema dell0’incontro in calendario mercoledì 17 aprile alle 10 che vedrà dialogare il docente di Viticultura, Attilio Scienza, Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine (Slow Food Editore) e il presidente Bernetti. I vini marchigiani saranno inoltre presenti con un banco di assaggio anche nel Cortile Mercato Vecchio nell’ambito di “Vinitaly and the City”, il fuori salone dedicato ai winelover in programma nel centro storico di Verona dal 12 al 15 aprile.


L’Istituto marchigiano di tutela vini associa oltre 500 aziende per 16 Denominazioni di origine.

Vino, Collis Veneto Wine Group ottiene 4 certificazioni Equalitas

Vino, Collis Veneto Wine Group ottiene 4 certificazioni EqualitasMilano, 11 apr. (askanews) – Collis Veneto Wine Group ha ottenuto quattro certificazioni per le buone pratiche di sostenibilità secondo lo Standard SOPD Equalitas, come certificato dall’ente Valoritalia.


Il Gruppo Collis ha ottenuto la certificazione “Organizzazione Sostenibile” che testimonia la capacità nell’adozione di buoni sistemi di gestione della sostenibilità in ambito sociale, ambientale ed economico. Una certificazione che è stata riconosciuta anche alla neonata società Collis Heritage Spa, per la lavorazione e l’imbottigliamento di vini fermi, frizzanti e spumanti, nonché condizionamento di vini fermi e controllo del processo di vini Amarone della Valpolicella Docg nella sede di Negrar di Valpolicella (Verona). Altre certificazioni di “Prodotto Sostenibile” vanno ai vini del Gruppo atti a divenire Prosecco Doc, Pinot Grigio delle Venezie Doc, Valpolicella Doc, Amarone della Valpolicella Docg, Ripasso della Valpolicella Doc e loro Denominazioni di ricaduta. Quest’ultimo riconoscimento vede un particolare primato “in quanto mai nella storia di Equalitas è stato interrogato un così alto numero di aziende presenti in filiera con ben 299 aziende coinvolte per la certificazione per il Prodotto Sostenibile del vino atto a divenire Prosecco Doc”. “Siamo molto soddisfatti, la nostra forza risiede proprio nella cooperazione tra le aziende del Gruppo e la capacità del controllo delle intere filiere” ha commentato l’Ad di Collis, Pierluigi Guarise, sottolineando che “la sostenibilità è da sempre motore del Gruppo che riserva un occhio attento al rispetto delle persone e dell’ambiente, adottando pratiche agricole sostenibili, dal risparmio idrico alla gestione dei rifiuti. Stiamo lavorando – ha concluso – affinché tutto ciò che perseguiamo a livello green sia condiviso e comunicato nel migliore dei modi: certificazioni quali Equalitas vanno in questa direzione e coinvolgono l’intera filiera a fare bene”.


Società agricola consortile nata nel 2008 dall’integrazione di Cantina di Colognola ai Colli e di Cantine dei Colli Berici, cooperative che rappresentano 2.000 soci fra le province di Verona, Vicenza e Padova, il gruppo Collis è tra le prime dieci società vitivinicole italiane con i suoi 6.000 ettari vitati, cinque Cantine, tre siti dedicati alla produzione e all’imbottigliamento e 32 wine shops in Italia.

La Cia a Vinitaly con “Italia di vino in vino e l’enoteca bio”

La Cia a Vinitaly con “Italia di vino in vino e l’enoteca bio”Milano, 10 apr. (askanews) – “L’Italia di vino in vino e l’enoteca bio”: così la Confederazione italiana agricoltori (Cia) lancia la sua partecipazione alla 56esima edizione del Vinitaly (pad. 10 stand C3), in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile.


Le aziende associate saranno protagoniste di un fitto calendario di degustazioni nella “tasting area” dello spazio confederale, dove verrà allestita anche una mostra permanente dei vini delle aziende biologiche targate Anabio-Cia, in una vera e propria enoteca dedicata. Oltre ai percorsi del gusto sono previsti anche talk e approfondimenti. Nello stand Cia spazio anche alla formazione in agricoltura con l’evento Foragri il 14 aprile alle 16.30, e con “I vini biologici… un racconto diVino”, un ciclo di incontri organizzati da Anabio per tutta la durata del Salone. “Nonostante i cambiamenti climatici che pesano sulla produzione, l’inflazione che incide sulla spesa, le politiche Ue restrittive, il vino resta un settore fondamentale per il Made in Italy” ha affermato il presidente nazionale Cristiano Fini, parlando di “un capitale economico, sociale e culturale da 30 miliardi, indotto compreso, che va tutelato e protetto da attacchi e tesi allarmistiche. Questo Vinitaly – ha concluso – è l’occasione per fare ancora più squadra, valorizzando e promuovendo le etichette dei nostri agricoltori sui mercati e tra i consumatori”. Fini parteciperà all’inaugurazione del Salone il 14 aprile, e il giorno seguente interverrà al convegno della filiera del vino con il ministro Francesco Lollobrigida. Infine il 16, poi, presenzierà alle 10.30 alla conferenza stampa di Enpaia.

Vino, al via “BuyWine Toscana”: 241 Cantine e 200 buyer da 41 Paesi

Vino, al via “BuyWine Toscana”: 241 Cantine e 200 buyer da 41 PaesiMilano, 10 apr. (askanews) – Si è aperta oggi a Firenze l’edizione 2024 del “BuyWine Toscana”, la vetrina internazionale “B to B” del vino Made in Tuscany, promossa da Regione Toscana assieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana. Alla Fortezza da Basso si sono date appuntamento 241 Cantine, di cui 177 certificate bio, con oltre 1.500 etichette in assaggio e 3.700 degustazioni in programma. Le aziende rappresentano 50 Denominazioni, tra cui dominano le Igt Toscana, Chianti Classico e Maremma Toscana. Firenze e Siena sono le province maggiormente presenti, rispettivamente con 77 e 75 produttori, seguite da Grosseto (40), Arezzo (23), Livorno (9), Pisa (7), Prato e Lucca (4), e infine Massa e Pistoia con una Cantina a testa.


Alla due giorni sono attesi quasi 200 buyer provenienti da 41 Paesi, tra cui Cina, Giappone, Taiwan, Hong Kong, Singapore, Corea del Sud, Thailandia, Vietnam, India, Brasile, Argentina, Colombia, Messico, Perù, Cile, Stati Uniti, Canada, Scandinavia. “Pur in un’annata faticosa sul fronte della quantità, la qualità del vino toscano è indubbia e possiamo giocarcela con i più grandi produttori d’Europa e del mondo” ha sottolineato la vicepresidente della Regione Toscana e assessora all’Agricoltura, Stefania Saccardi, che ha tagliato il nastro con il presidente della Camera di Commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi, al segretario generale della Camera di Commercio di Firenze, Giuseppe Salvini, al direttore di Fondazione Sistema Toscana, Francesco Palumbo e Massimo Manetti presidente di PromoFirenze. “BuyWine è un evento di successo finalizzato a incrementare il business dei nostri produttori ed è una vetrina importante anche per piccole e medie aziende di qualità, che hanno così l’opportunità di farsi conoscere nei mercati” ha aggiunto l’assessora, sottolineando che “tra i seller toscani ben 177 sono aziende biologiche e questo dimostra quanto la Toscana stia lavorando e investendo su una viticoltura sempre più compatibile con l’ambiente. Abbiamo circa il 38% dei produttori di vino che sono produttori biologici – ha concluso – e questo è importante anche per i mercati esteri, sempre più attenti alla sostenibilità ambientale”.


BuyWine si dimostra di anno in anno più performante come dimostrano i dati della survey, che ha coinvolto circa la metà dei seller e il 60% dei buyer della scorsa edizione. Dalla ricerca emerge, infatti, che il 72,5% delle trattative avviate durante BuyWine 2023 è andato avanti nei mesi successivi, portando a un accordo commerciale nel 62,8% dei casi. Inoltre, il 90,3% dei buyer intervistati ha affermato di aver mantenuto i contatti con le aziende incontrate e il 95,7% di aver apprezzato molto i prodotti (giudizi tra buono, molto buono e ottimo su una scala di cinque opzioni. “Oggi i buyer cercano sempre più spesso vini in grado di rispondere ai trend emergenti – ha evidenziato la Regione Toscana – quali ad esempio la predilezione per una produzione bio, proveniente da aziende sostenibili, requisito considerato di grande valore dalle nuove generazioni, mentre tra le persone più mature, con alta capacità di spesa e buona conoscenza del vino, si afferma la ricerca di prodotti di fascia alta ed esclusiva, di non facile reperibilità sui mercati di riferimento”. Conclusa la maratona di degustazioni in Fortezza da Basso, alcuni buyer parteciperanno a dei “wine tour” sulle origini della vinificazione. Tra mare e montagna quelli organizzati dalla Camera di Commercio della Toscana Nord Ovest: “La viticoltura eroica. Il vino e la montagna” e “La costa dei vini. Il vermentino”. I consorzi di Chianti Classico e Chianti Rufina proporranno invece masterclass ed esperienze sul proprio territorio, mentre il Consorzio del vino di Suvereto e Val di Cornia condurrà gli operatori internazionali in un tour alla scoperta del loro suggestivo territorio.


Foto di Ilaria Costanzo

Ass. Vignaioli Colline di Riparbella esordisce a Verona il 16 aprile

Ass. Vignaioli Colline di Riparbella esordisce a Verona il 16 aprileMilano, 10 apr. (askanews) – Sarà martedì 16 aprile in una Verona in pieno fermento Vinitaly, la prima uscita ufficiale dell’Associazione Vignaioli delle Colline di Riparbella.


L’occasione è il festival itinerante “God Save The Wine” che si terrà al Due Torri Hotel: a partire dalle 20 le otto Cantine dell’Alta Maremma pisana incontreranno appassionati, operatori e giornalisti in un banco d’assaggio con le loro etichette. “E’ il primo evento – ha sottolineato il presidente dell’Associazione, Flavio Nuti, amministratore del Podere la Regola – che vede la nostra associazione uscire in pubblico per raccontarsi attraverso i vini delle aziende che l’hanno costituita con l’obiettivo mettere in atto un’azione collettiva efficace di promozione e comunicazione del territorio e delle produzioni di qualità delle aziende vitivinicole ubicate nelle colline del Comune di Riparbella e zone limitrofe”. Cinque le aziende dell’Associazione che saranno presenti anche alla 56esima edizione di Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile. Si tratta de La Regola (pad. 9 stand B2), Duemani (pad. 4 stand C07), Caiarossa (pad. 9 stand D16), Colline Albelle (pad. 9 stand C13-3), Tenuta Pakravan-Papi (pad. 9 stand D14).


L’Associazione Vignaioli delle Colline di Riparbella è nata nel marzo scorso grazie alle otto aziende (Podere La Regola, Duemani, Tenuta Pakravan Papi, Colline Albelle, Tenuta Prima Pietra, Urlari, Caiarossa e La Cava) che insieme rappresentano oltre 150 ettari di vigneti, con una produzione complessiva che sfiora le 500mila bottiglie.

Vino, Regione Marche: a Vinitaly 107 Cantine, 20 Dop e una Igp

Vino, Regione Marche: a Vinitaly 107 Cantine, 20 Dop e una IgpMilano, 10 apr. (askanews) – Regione Marche torna a Vinitaly con 107 Cantine, 49 delle quali presenti nella collettiva organizzata dalla Regione, con oltre 200 etichette in degustazione libera nella tradizionale “Terrazza Marche”, all’interno dell’area espositiva di oltre mille metri quadrati sempre nel padiglione 7 (Stand C6-C7-C8-C9).


A Vinitaly le Marche organizzeranno nel proprio quartier generale al padiglione sette incontri, degustazioni guidate e approfondimenti, tra cui un focus sulla tradizione enologica regionale e sul valore del “made in Marche” del vino, nel convegno “Radici profonde, visioni future: l’evoluzione del vino marchigiano”. In programma alle 14.15 del 15 aprile (Sala Raffaello) vedrà la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore Antonini. Riflettori accesi anche su “Le varietà resistenti e la sostenibilità ambientale: la sperimentazione nelle Marche”, in programma lunedì 15 alle 12.30, promosso dal Consorzio Vini Piceni. Mercoledì 17 alle 10, focus sul “Futuro delle denominazioni: sottozone o Uga?”, promosso da IMT con l’intervento, fra gli altri, del professor Attilio Scienza. Con 20 Dop e una Igp, il vigneto marchigiano rappresenta uno dei principali hub sostenibili in Italia, con una superficie a biologico di quasi 7.700 ettari, che incide a livello regionale per il 42,7% della Sau coltivata a vigneto (seconda regione in Italia), e con la provincia di Ascoli Piceno e Fermo che, con 3.849 ettari “organic” su 8.305 complessivi, supera il 46,3% in termini di incidenza dei vigneti biologici. “Sostenibilità ed enoturismo – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini – sono i driver di sviluppo sui quali punta la Regione per promuovere il territorio e le eccellenze enogastronomiche regionali a partire dal vino, elemento identitario e traino per l’export agroalimentare marchigiano”.


Il comparto marchigiano conta circa 11mila aziende agricole che coltivano complessivamente circa 18mila ettari di vigneto, per una produzione media annuale di oltre 880mila ettolitri di vino nell’ultimo quadriennio, crollata nel 2023 a poco più di 518mila ettolitri a causa del cambiamento climatico e della violenza della peronospera. Fra il 2020-21 e il 2023-24 la Regione ha stanziato complessivamente 22,7 mln di euro per ristrutturazione e riconversione vigneti, investimenti in cantina e nei punti vendita, e promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi. Dopo il boom del 2022 (+24,9% sull’anno precedente), nel 2023 le esportazioni di vino marchigiano hanno registrato una flessione dell’11,5%, portando i valori al di sotto dei 66,4 mln di euro. I primi quattro mercati di destinazione sono Stati Uniti, Germania, Svezia e Svizzera. Dal 12 al 15 aprile le Marche saranno presenti anche nel Cortile del Mercato Vecchio a Verona, con una degustazione di vini dei Consorzi Imt e Vini Piceni, nell’ambito di “Vinitaly and the City”, manifestazione che vedrà anche un momento istituzionale con un brindisi in programma domenica 14 aprile alle18.30, al quale parteciperà anche l’assessore Antonini.

Vino, Campo alla Sughera acquista altri 3,3 ettari a Bolgheri

Vino, Campo alla Sughera acquista altri 3,3 ettari a BolgheriMilano, 10 apr. (askanews) – Campo alla Sughera, Cantina della famiglia tedesca Knauf che sorge tra Bolgheri e Castagneto Carducci (Livorno), ha acquisito sulla via Bolgherese un nuovo terreno di 3,3 ettari, di cui uno già vitato a Bolgheri Doc, che si aggiungono ai 18 ettari già in produzione. Lo ha comunicato la stessa azienda, spiegando che l’obiettivo “non è solo quello di incrementare la produzione ma anche di migliorare la qualità dei vini”.


“Il terreno, con esposizione Sud Ovest, si trova a pochi chilometri di distanza da Campo alla Sughera, non lontano dall’abitato di Castagneto Carducci” racconta Francesco Gagliardi, responsabile enologico di Campo alla Sughera, sottolineando che “la breve distanza dalle colline che sovrastano la via bolgherese fa sì che sia presente nel suolo una buona componente di matrice alluvionale ricca di ciottoli e sabbie fini. Nei prossimi mesi – precisa – provvederemo a lavorare, fertilizzare e livellare questo terreno che poi pianteremo a partire dal prossimo anno”. Per quanto riguarda invece l’ettaro già in produzione, Gagliardi spiega che “è vitato dai primi anni Duemila con Merlot, Cabernet Sauvignon e una piccola parte di Vermentino, con un suolo con buone percentuali di argilla, in aggiunta a ciottoli e ghiaia”, e che qui “si riscontrano invece buone percentuali di argilla, in aggiunta a ciottoli e ghiaia”. A inizio 2022 l’azienda aveva già acquisito due ettari, di cui 1,5 erano stati coltivati a Cabernet Sauvignon l’anno scorso, per incrementare la produzione del “Bolgheri Superiore Arnione”, vino icona della tenuta.


“L’acquisto di nuovi ettari è un segno forte dell’impegno della famiglia Knauf per far crescere Campo alla Sughera in modo costante” dichiara il winery director, Tommaso Alessandri, evidenziando che “l’investimento arriva a seguito di un importante risultato economico ottenuto negli ultimi quattro anni, durante i quali l’azienda è cresciuta in doppia cifra in ogni anno, perseguendo con successo una rigorosa politica di riposizionamento”.