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Vino, Campo alla Sughera acquista altri 3,3 ettari a Bolgheri

Vino, Campo alla Sughera acquista altri 3,3 ettari a BolgheriMilano, 10 apr. (askanews) – Campo alla Sughera, Cantina della famiglia tedesca Knauf che sorge tra Bolgheri e Castagneto Carducci (Livorno), ha acquisito sulla via Bolgherese un nuovo terreno di 3,3 ettari, di cui uno già vitato a Bolgheri Doc, che si aggiungono ai 18 ettari già in produzione. Lo ha comunicato la stessa azienda, spiegando che l’obiettivo “non è solo quello di incrementare la produzione ma anche di migliorare la qualità dei vini”.


“Il terreno, con esposizione Sud Ovest, si trova a pochi chilometri di distanza da Campo alla Sughera, non lontano dall’abitato di Castagneto Carducci” racconta Francesco Gagliardi, responsabile enologico di Campo alla Sughera, sottolineando che “la breve distanza dalle colline che sovrastano la via bolgherese fa sì che sia presente nel suolo una buona componente di matrice alluvionale ricca di ciottoli e sabbie fini. Nei prossimi mesi – precisa – provvederemo a lavorare, fertilizzare e livellare questo terreno che poi pianteremo a partire dal prossimo anno”. Per quanto riguarda invece l’ettaro già in produzione, Gagliardi spiega che “è vitato dai primi anni Duemila con Merlot, Cabernet Sauvignon e una piccola parte di Vermentino, con un suolo con buone percentuali di argilla, in aggiunta a ciottoli e ghiaia”, e che qui “si riscontrano invece buone percentuali di argilla, in aggiunta a ciottoli e ghiaia”. A inizio 2022 l’azienda aveva già acquisito due ettari, di cui 1,5 erano stati coltivati a Cabernet Sauvignon l’anno scorso, per incrementare la produzione del “Bolgheri Superiore Arnione”, vino icona della tenuta.


“L’acquisto di nuovi ettari è un segno forte dell’impegno della famiglia Knauf per far crescere Campo alla Sughera in modo costante” dichiara il winery director, Tommaso Alessandri, evidenziando che “l’investimento arriva a seguito di un importante risultato economico ottenuto negli ultimi quattro anni, durante i quali l’azienda è cresciuta in doppia cifra in ogni anno, perseguendo con successo una rigorosa politica di riposizionamento”.

Fisar a Vinitaly e a Verona con cinque wine talk e varie degustazioni

Fisar a Vinitaly e a Verona con cinque wine talk e varie degustazioniMilano, 10 apr. (askanews) – Territorio, cambiamento climatico e cultura: queste le parole chiave con cui la Federazione italiana sommelier albergatori e ristoratori (Fisar), si presenta a Vinitaly 2024 e a “Vinitaly and the City”, con una squadra di 140 sommelier che presteranno servizio in fiera e tra piazza dei Signori, il Cortile di Mercato Vecchio, il Cortile del Tribunale e la Torre dei Lamberti, per gestire i banchi d’assaggio, le degustazioni, le masterclass e gli eventi che animeranno il cuore della città vecchia.


Alle 21 di sabato 13 aprile, nel Palco Loggia Fra Giocondo in piazza dei Signori, la Federazione organizza l’incontro gratuito e aperto al pubblico “Intelligenza al naturale, combattere il cambiamento climatico dalla vigna al bicchiere”, presentato da Andrea Amadei. Sul palco Vittorio Garda (enologo e produttore Giovani Vignaioli Canavesi) e Andrea Faustini (enologo e responsabile scientifico del team agronomico Cavit), che saranno introdotti da Roberto Donadini e Cristina Tabacchi, rispettivamente presidente nazionale Fisar e delegata Fisar Verona. Il 14 aprile Fisar promuove alle 16.30 il “wine talk” gratuito e aperto al pubblico “Il futuro vino secondo Scienza”, in cui il celebre agronomo Attilio Scienza darà il proprio punto di vista sullo stato del mondo del vino in Italia (padiglione 12, stand G5). “Il ruolo del sommelier non è più solo relegato al servizio al tavolo o al banco e alla selezione dei vini per una carta, ma ormai siamo divulgatori a tutto tondo e il nostro compito è quello di diffondere con sempre più consapevolezza la cultura enologica” ha spiegato il presidente Donadini, aggiungendo che “Vinitaly rappresenta una delle vetrine principali per il vino italiano nel mondo e per Fisar essere protagonisti sia in fiera che in città con così tanti appuntamenti e personale in servizio non può che essere una conferma della bontà del lavoro che stiamo facendo”.


A Veronafiere è prevista anche la presenza di “Fisar in rosa”, il progetto che valorizza la componente femminile della federazione, con la rassegna “Parole nel Calice”: tre incontri con degustazione con autrici e autori di libri sul mondo del vino con i quali dialogare dei temi che costituiscono i pilastri della missione del movimento. Si comincia il 15 aprile alle 11.30 nello stand A3 della Hall 10 con Angelo Peretti che presenterà il suo ultimo libro “Esercizi spirituali per bevitori di vino” (Edizioni Ampelos)”. Alle 16 del 15 aprile nella sala degustazione del Consorzio Vini d’Abruzzo, Maria Luisa Alberico parlerà del suo libro “Vino è Donna” (Edizioni Pedrini), e infine, il 16 aprile alle 11.30, i produttori Giulia e Luigi Cataldi Madonna presenteranno il loro volume “Il vino è rosa” (Edizioni Topic) nella sala degustazione del Consorzio Vini d’Abruzzo.

Vino, a Vinitaly un ciclo di masterclass di Coravin sulle “bollicine”

Vino, a Vinitaly un ciclo di masterclass di Coravin sulle “bollicine”Milano, 10 apr. (askanews) – “Coravin – Dare to Compare” è il titolo del ciclo di masterclass dedicati alla “bollicine” organizzato a Vinitaly 2024 dall’azienda statunitense proprietaria del sistema di mescita per versare il vino senza rimuovere il tappo dalla bottiglia, in collaborazione con Cantina Social.


Per tre giorni, da domenica 14 a martedì 16 aprile a Veronafiere, è prevista una serie di degustazioni di una selezione di etichette pregiate offerte da Ceretto, il “Cremant d’Alsace Brut” di Domaine Neumeyer e gli “Champagne Cottet-Dubreuil” e “Nominé Renard Blanc De Noirs”, con le quali “verrà testata l’efficacia di Coravin Sparkling nella conservazione dei vini spumanti”. “L’idea – ha spiegato Marcello Magaldi, senior regional sales manager di Coravin – è quella di focalizzare l’attenzione sul dispositivo Sparkling, l’asso nella manica di tutti i wine lovers che vogliono gustare un calice di bollicine senza impegno e, soprattutto, che non intendono precludersi la possibilità di bere vini molto rari, dal momento che il sistema di preservazione ne garantisce il mantenimento per mesi e addirittura anni dopo l’apertura della bottiglia”.


L’azienda ha precisato che chi aderirà all’iniziativa “avrà la possibilità di partecipare a un breve quiz e usufruire di particolari agevolazioni per l’acquisto di prodotti Coravin sul sito”. Per partecipare a una delle masterclass in programma è possibile prenotarsi sul sito di Coravin oppure scansionare un QR code presente allo stand B6 del Padiglione F dell’azienda.

Vino Nobile di Montepulciano a Vinitaly con masterclass sulle “Pievi”

Vino Nobile di Montepulciano a Vinitaly con masterclass sulle “Pievi”Milano, 10 apr. (askanews) – Allo stand del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano a Vinitaly (pad. 9 della Toscana, stand D12 – D13) saranno in degustazione le etichette delle aziende presenti in forma diretta, mentre al banco d’assaggio si troveranno la quasi totalità delle etichette della prima Docg d’Italia.


Lunedì 15 aprile, alle 10.30 (Sala B Pad. 10 piano I) si terrà la masterclass “Vino Nobile di Montepulciano: è la storia che fa la differenza”, condotta dai giornalisti Stefania Vinciguerra e Gianni Fabrizio per raccontare il progetto delle dodici Pievi che sta arrivando a compimento e che con il 2025 vedrà uscire in commercio la prima annata. “La nostra è una Denominazione che cresce e che cambia rotta – ha messo in risalto il presidente del Consorzio, Andrea Rossi – con un mercato italiano che negli ultimi anni ha riconquistato ampie fette”.

Vino, 80 Cantine calabresi per la prima volta insieme a Vinitaly

Vino, 80 Cantine calabresi per la prima volta insieme a VinitalyMilano, 10 apr. (askanews) – Ottanta Cantine calabresi riunite per la prima volta insieme in unico spazio espositivo di 1.400 mq: succede al padiglione 12 di Vinitaly 2024, in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile. Gli eventi con i vini calabresi si aprono in realtà venerdì 12 aprile alle 21.15 in piazza dei Signori con il “Sarafine Live Set” nell’ambito di “Vinitaly in the City”, e continuano sabato 13 con le degustazioni di passiti e di olii extravergini, guidate dal critico gastronomico Paolo Massobrio.


Dal 14 aprile il programma di appuntamenti prosegue in fiera, curato dalla Regione Calabria e dall’Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (Arsac), in collaborazione con i Consorzi di Tutela Vini e il Consorzio Olio di Calabria Igp. Alle 10.30 di domenica si tiene “Il Cirò secondo Luca”, un viaggio nella storica Denominazione del Cirò con Luca Gardini, seguito alle 12 con una speciale degustazione in più annate di due vini con le “Verticali di Verticale”, a cura di Matteo Gallello e Jacopo Cossater. Alle 14 è previsto il convegno “Dove tutto è cominciato – Enotria, Magna Grecia e Vinitaly: le radici del futuro”, con la partecipazione del governatore Roberto Occhiuto, dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, e con Federico Bricolo, Maurizio Danese e Raul Barbieri rispettivamente presidente, Ad e direttore commerciale di Veronafiere, il direttore dei Musei di Calabria e Parco Archeologico di Sibari e Crotone, Filippo Demma, e i giornalisti Massimo Tigani Sava e Andrea Radic. Tra i principali impegni dei giorni successivi, i dialoghi in musica e parole con il cantautore Dario Brunori e i giornalisti Tommaso Labate e Massimo Cervelli (15 aprile alle 14.45); e l’incontro promosso da Fivi Calabria tra vignaioli e istituzioni regionali (17 aprile alle 10.30) per discutere del disegno di legge che prevede il riconoscimento della figura dell’agricoltore custode del territorio.


La Calabria sarà presente anche a “Sol”, l’International Olive Oil Trade Show che si tiene in parallelo a Vinitaly, forte dei suoi 193mila ettari di uliveti, una superficie bio pari al 36% di quella utilizzata, 42 cultivar, 1.660 frantoi, tre Dop e una Igp. Fra gli appuntamenti, vanno segnalati l’incontro sul ruolo dell’olio extravergine d’oliva nella lotta ai tumori (14 aprile alle 15) e la presentazione (martedì 16 alle 11) del Piano olivicolo Calabria a cura del Crea.

Consorzio Vini Valpolicella a Vinitaly con collettiva di 22 aziende

Consorzio Vini Valpolicella a Vinitaly con collettiva di 22 aziendeMilano, 10 apr. (askanews) – Con una collettiva di 22 aziende espositrici e oltre 50 aderenti alle degustazioni al banco mescita, il Consorzio Tutela Vini Valpolicella si presenta a Vinitaly 2024 (Pad.8, H2-H3-H4) con un programma di eventi centrato sulla qualità dei vini della principale Denominazione “rossa” del Veneto “che guarda al futuro grazie al coinvolgimento della nuova generazione di produttori”.


In palinsesto dal 14 al 17 aprile, anche alcuni focus tematici come quello dedicato ai “Distretti del cibo veneti: grazie alla nuova legge regionale prospettive e opportunità anche per il mondo del vino”. “Con questo convegno intendiamo esplorare le implicazioni della recente legislazione regionale in riferimento alle prospettive di sviluppo per il settore vinicolo in un contesto di valorizzazione dell’enogastronomia del nostro territorio” ha spiegato il presidente del consorzio, Christian Marchesini, aggiungendo che “inoltre, con il calendario delle degustazioni a Vinitaly vogliamo esprimere la versatilità dei nostri vini, che raggiungono ogni anno 87 Paesi del mondo e muovono un giro d’affari di oltre 600 milioni di euro”. A Vinitaly, il Gruppo Giovani della Valpolicella sarà invece protagonista di un tasting guidato in collaborazione con il Prosecco Docg, con l’obiettivo di evidenziare le peculiarità e le qualità dei vini delle due Denominazioni interpretati dalle nuove generazioni. Previste anche degustazioni tematiche con l’Associazione italiana sommelier (Ais) e l’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino (Onav).


In agenda anche le degustazioni di Amarone e Recioto della Valpolicella abbinati al sigaro toscano, e incontri tematici sulla freschezza del Valpolicella Doc con cicchetti veneti, sull’abbinamento del Valpolicella Superiore con il formaggio Asiago, e sull’accostamento dell’Amarone con il cioccolato di Modica. Infine il riconoscimento al presidente Marchesini da parte dell’Unione italiana cuochi.

Vino, “Vermentino Grand Prix”: ecco la ‘top ten’ che sarà a Vinitaly

Vino, “Vermentino Grand Prix”: ecco la ‘top ten’ che sarà a VinitalyMilano, 9 apr. (askanews) – “Prelius 2023” di Castelprile, “Melacce 2023” di Collemassari, “Chicca 2022” di Guido F. Fendi, “Cirene 2023” di Podere Cirene, “Lépido 2023” di Podere Poggio Bestiale, “Unné 2020” di Poggio Levante, “Campo Maccione 2023” di Rocca delle Macie, “Upupa 2022” di Tenute Bruni, “Marmato 2023” di Terre dell’Etruria, e “Cobalto 2021 Vermentino Superiore” di Val delle Rose. Questa la “top ten” (in ordine alfabetico per Cantina) della quinta edizione del “Vermentino Grand Prix”, l’evento organizzato l’8 aprile a Castiglione della Pescaia (Grosseto) dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana per celebrare il Vermentino, uno dei vitigni più rappresentativi della regione.


“Come sappiamo oltre il 30% dei vini della Doc Maremma Toscana sono ottenuti con il vitigno Vermentino, in larghissima parte presentato in purezza, il che fa della Maremma l’enclave più importante della regione per la produzione di vini bianchi” ricorda Francesco Mazzei, alla guida del Consorzio da quasi sei anni e da sempre convinto che questo vitigno sia uno dei più importanti marcatori della Denominazione. “Il Vermentino è un vitigno di mare che in Maremma trova il suo habitat naturale, con personalità espressive diverse in funzione del terreno, dell’altitudine e della distanza dalla costa” aggiunge Mazzei, sottolineando “di credere fortemente che possa aspirare al confronto con i grandi vini bianchi e rossi del mondo grazie alla sua personalità complessa”. Come nelle scorse edizioni, i vini, tutti Maremma Toscana DOC Vermentino, avevano una presenza minima del vitigno all’85%, in maggior parte ottenuti in purezza e solo in pochi casi con aggiunta di altre varietà come Viognier, Sauvignon o Trebbiano. La Giuria era composta da rappresentanti di ristoranti stellati della Maremma, titolari di enoteche, delegati di associazioni e tecnici del settore, tra cui Mario Bonamici, che organizza il Concorso internazionale e quello nazionale del Vermentino a Cagliari. I vini da esaminare sono stati 73, quindi in aumento rispetto all’edizione 2023 quando furono 60 e, di questi, oltre la metà provenivano dall’annata 2023, circa il 35% erano dell’annata 2022, e un 10% rappresentavano vini del 2019, 2020 e 2021. Presenti anche tipologie più particolari come quelle elaborate in ovetto, in cemento, anfora, cocciopesto oppure, seppur minoritarie, in legno, e vini della nuova menzione “Superiore”. La “top ten” 2024 ha rispecchiato la distribuzione dei campioni esaminati, con sei vermentini su dieci provenienti dall’annata più recente e gli altri quattro dalle annate 2022, 2021 e 2020, e uno di questi con la menzione Superiore.


“Il Vermentino si conferma certamente un vitigno di grande carattere e in continua crescita sul nostro territorio tanto che in Maremma si trovano il 50% degli ettari coltivati in Toscana con questa varietà” spiega il direttore del Consorzio, Luca Pollini, evidenziando che “degli oltre 970 ettari presenti sul nostro territorio, quasi il 60% ha meno di 13 anni e oltre il 40% non arriva a otto anni, quindi si tratta di impianti relativamente giovani. Una varietà affascinante non solo nella sua versione giovane e fresca – conclude – ma anche nella sua evoluzione più complessa dove ha rilevato un’ottima struttura e longevità”. La “top ten” selezionata durante il Vermentino Grand Prix 2024 sarà per la prima volta in degustazione in occasione della 56esima edizione di Vinitaly, allo Stand del Consorzio (padiglione 9, stand B16). Assieme ai vini vincitori, al banco consortile ci saranno 76 vini di 41 diverse aziende per offrire una panoramica della Denominazione. In particolare, si potranno conoscere i bianchi, a partire dai numerosi Vermentino e Vermentino Superiore all’Ansonica fino al Trebbiano e agli internazionali Chardonnay e Sauvignon. Ci saranno anche i rosati a base Sangiovese e i rossi, cominciando con gli autoctoni Ciliegiolo, Alicante e Sangiovese, ai blend in stile Supertuscan fino agli internazionali Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah e Petit Verdot, in purezza o in taglio bordolese.


Presenti inoltre, con una propria postazione, una collettiva di produttori di sette aziende: Fattoria Il Casalone, Giovanni Valentini, La Chimera d’Albegna, La Cura, Le Lupinaie, Valdonica e Castello di Monastero. Foto di Marco Marroni

Vino, una famiglia e tre aziende: nasce il marchio Marilisa Allegrini

Vino, una famiglia e tre aziende: nasce il marchio Marilisa AllegriniMilano, 9 apr. (askanews) – Villa Della Torre a Fumane (Verona), Poggio Al Tesoro a Bolgheri (Livorno), San Polo a Montalcino (Siena): tre Cantine, anzi Tenute, in tre dei territori più vocati e più famosi (e anche tra i più suggestivi) del vino italiano, che da oggi sono rappresentate da un unico, nuovo, marchio: “Marilisa Allegrini”, caratteri d’oro su un bel blu profondo. Quarantatre anni passati a fare grande, insieme con i suoi due fratelli oggi scomparsiqa, l’azienda che fu di suo padre, fino a qualche mese fa quando i suoi nipoti hanno acquisito la maggioranza delle quote.


“Quando mio papà mi propose di entrare in azienda io gli dissi che non ci pensavo nemmeno e lui ci rimase malissimo, poi lo feci nel 1981 e nel 1983 ne sono diventata il Ceo di fatto e ho portato il fatturato da 200 milioni di lire agli oltre 30 milioni di euro del 2023” ricorda la 70enne imprenditrice veronese, che della Cantina di Fumane diventata uno dei simboli dell’Amarone nel mondo, è stata l’anima e il volto soprattutto sui mercati internazionali. Glielo ha riconosciuto la rivista statunitense “Wine Spectator” nel 2017 dedicandole la copertina (prima donna italiana), e lo ha sancito tre anni più tardi Sergio Mattarella nominandola Cavaliere del Lavoro. Insomma il brand c’era già, così come le tre magnifiche Tenute volute, cercate e acquisite tra il 2001 e il 2022 con i loro 105 ettari di vigneti complessivi: la dimora cinquecentesca veronese con 15 ettari in Valpolicella e 10 in Lugana oggi eletta ad headquarter del Gruppo, la proprietà bolgherese di cento ettari, di cui 64 vitati, e quella a Pedernovi sulla collina di San Polo, 22 ettari complessivi e 16 vitati, otto dei quali riservati al Brunello. Un dialogo tra territori e tradizioni diverse, per raccontare al mondo il patrimonio vinicolo e culturale italiano: “Farlo insieme alle mie figlie, con il loro sguardo rivolto al futuro e la loro energia, è un sogno che si avvera” afferma commossa ma orgogliosa Marilisa Allegrini che, chiuso un capitolo, ne riapre immediatamente un altro. Nuovo e forse ancora più “intimo”, proprio perché da scrivere insieme con le figlie Carlotta, 32 anni, Caterina di 35 e il loro papà, Giancarlo Mastella. Lei presidente, gli altri vicepresidenti (nonché brand ambassador Carlotta, e direttrice marketing e comunicazione Caterina) così da far fuori fin da subito anche il delicato tema del passaggio generazionale.


Come sempre Marilisa Allegrini ha le idee chiarissime e alla presentazione a Milano della nuova realtà, annuncia l’intenzione di raddoppiare il fatturato nei prossimi cinque anni, arrivando nel 2028 a 20 milioni di euro. Obiettivo da raggiungere alzando il posizionamento delle referenze toscane, portando la produzione a 850mila bottiglie (550mila di Poggio al Tesoro, 250mila di San Polo e 200mila, dalle attuali 40mila, di Villa della Torre) grazie a nuovi ettari di vigneto da mettere in produzione e ad altri da acquisire, a nuovi Cru, e sviluppando anche in Toscana un’hospitality di lusso sul modello di quando già avviene a Villa della Torre. Il nuovo marchio corporate è stato disegnato da NSG Design e sarà sulle etichette dei vini Villa Della Torre a partire da Amarone 2020, Valpolicella 2021 e Lugana 2022. La firma di Marilisa Allegrini, già presente sulle bottiglie di Poggio Al Tesoro, caratterizzerà anche quelle di San Polo. Per sottolineare l’unicità di ogni singola Cantina è stata confermata la squadra di tre enologi: Tobia Cenzato per Villa Della Torre, Riccardo Fratton per San Polo e Christian Coco per Poggio Al Tesoro, con gli ultimi due supportati da Luca D’Attoma. La distribuzione italiana dei vini di Villa Della Torre rimarrà in carico a Pellegrini Distribuzione, mentre quella dei vini toscani verrà gestita internamente. Per l’estero, attualmente rappresentato da 62 Paesi e dove il Gruppo vuole ampliare la propria presenza, è stata siglata un’alleanza con Edoardo Freddi International.


Il gruppo Marilisa Allegrini farà il suo debutto ufficiale alla 56esima edizione di Vinitaly (padiglione 9, area C10) in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile.

Vini lombardi sbarcano a Vinitaly forti di un export record nel 2023

Vini lombardi sbarcano a Vinitaly forti di un export record nel 2023Milano, 9 apr. (askanews) – Nel 2023 l’export di vini lombardi ha registrato un nuovo record storico toccando quota 327 milioni di euro, il +3,1% a valore sull’anno precedente, contro il -0,8% registrato dalla produzione nazionale. Nell’ultimo decennio inoltre, la superficie vitata coltivata a biologico in Lombardia è più che quadruplicata, passando dai 941 ettari del 2012 ai 4.231 del 2022, pari al 18% dell’intera superficie vitata regionale. E’ questo il biglietto da visita con cui la produzione enologica lombarda si presenta a Vinitaly, la cui 56esima edizione andrà in scena a Veronafiere dal 14 al 17 aprile. Produttori, consorzi, associazioni e istituzioni si riuniranno come da tradizione al secondo piano del PalaExpo, all’interno degli spazi espositivi finanziati e realizzati in accordo di programma da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia. Nei 3.300 metri quadrati di spazio saranno presenti oltre 150 realtà, per un totale di oltre mille etichette in degustazione.


“I vini di Lombardia sono i migliori testimoni del saper fare delle nostre aziende e puntano sempre di più su un’offerta orientata alla qualità, come confermato anche nell’ultima vendemmia che si è chiusa con una produzione pari a 154 milioni di bottiglie potenziali (+9,2% rispetto al 2022), l’89% delle quali riconducibile alle cinque Docg, 21 Doc e 15 Igt lombarde, contro una media nazionale del 77%” ha spiegato il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, parlando di “un’identità forte, che anche quest’anno farà del Padiglione Lombardia a Vinitaly una meta obbligata per gli appassionati e gli addetti ai lavori, che apprezzano un patrimonio vitivinicolo unico per varietà e tipicità, presente a Verona con la consapevolezza dei risultati raggiunti, ma anche con la voglia e le capacità di crescere ancora”. Questo anche grazie all’impegno in ricerca e innovazione: dall’intelligenza artificiale per monitorare l’andamento della maturazione delle uve in vigna (con i sensori che rilevano grado zuccherino e acidità), all’impiego di droni per valutare la situazione nelle singole parcelle. Dalla microirrigazione delle viti, all’utilizzo delle immagini satellitari per valutare la qualità delle uve ancor prima della vendemmia. Dallo studio dei vitigni resistenti ai funghi, con il monitoraggio del loro comportamento con l’obiettivo di definire i protocolli di vinificazione più adatti alle diverse varietà, alla sperimentazione di pratiche sostenibili per rafforzare la resilienza climatica in vigneto.


“Anche quest’anno il mondo del vino lombardo arriva a Vinitaly forte di un successo sempre più riconosciuto in Italia e nel mondo, come dimostra il nuovo record dell’export e la crescita su mercati storici come quelli di Germania (+6%), Francia (+14%) e Spagna (+8,2%), così come in altri Paesi che sempre di più apprezzano le nostre etichette” ha aggiunto l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, spiegando che si tratta di “una tendenza positiva e non scontata in questo particolare periodo economico, che premia l’impegno dei produttori e la loro capacità di investire in ricerca, innovazione e sostenibilità lungo tutta la filiera. Un valore aggiunto che i mercati riconoscono sempre di più”. Sono circa tremila le aziende del comparto vitivinicolo lombardo, un quarto delle quali a guida femminile. “Negli ultimi dieci anni l’occupazione nel settore ha mantenuto un trend in crescita arrivando a 6.381 addetti nel 2023, anche grazie al progressivo apprezzamento sui mercati esteri dei nostri vini” ha evidenziato il presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio, ricordando che “la Lombardia è poi capofila in Italia quando si guarda all’adozione di nuove tecnologie e ricerca per migliorare la qualità delle produzioni, ridurre l’impronta carbonica e ottimizzare l’utilizzo delle risorse: la vitivinicoltura è uno degli ambiti in cui le sinergie tra mondo delle imprese, istituzioni e università trovano la loro massima espressione”.


Nel Padiglione Lombardia sarà presente anche quest’anno Ascovilo, l’Aassociazione che raggruppa 13 Consorzi vitivinicoli lombardi con uno spazio lounge per B2B e stampa e con una proposta culturale dedicata ai vini di Lombardia nella Sala polivalente (Stand D14). “Ascovilo è nata nel 1977 e mai come oggi necessaria per dare al vino regionale una immagine coordinata” ha detto la presidente, Giovanna Prandini, aggiungendo che “il mercato ci chiede di comunicare e rafforzare gli elementi di distintività delle nostre produzioni: questo è l’obiettivo che perseguiamo insieme valorizzando le piccole e grandi produzioni”. Gli enti consortili presenti nel Padiglione Lombardia a Vinitaly 2024 sono: Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Ente Vini Bresciani, Consorzio Franciacorta, Consorzio Tutela Moscato di Scanzo, Consorzio Volontario Vino Doc San Colombano, Consorzio Montenetto, Consorzio Vini Igt Terre Lariane, Consorzio Vini Mantovani, Consorzio Tutela Lugana Doc, Consorzio Tutela Valcalepio, Consorzio Tutela Vini di Valtellina, Consorzio Valtènesi Riviera del Garda Classico e Produttori San Martino della Battaglia Doc, Consorzio Botticino Doc e Consorzio Tutela Igt Valcamonica.

Vino, Santa Tresa a Vinitaly con novità “Siccàri” e seconda annata “O”

Vino, Santa Tresa a Vinitaly con novità “Siccàri” e seconda annata “O”Milano, 9 apr. (askanews) – La Cantina Santa Tresa di Vittoria (Ragusa) porta a Vinitaly (Padiglione 2, stand B 15) una nuova, interessante, etichetta che nasce da uve in appassimento. Si chiama “Siccàri” ed è l’ultima creazione del produttore trentino Stefano Girelli che con la sorella Marina ha eletto la Sicilia sua terra d’adozione con due realtà: Santa Tresa e Azienda Agricola Cortese, totalmente votate alla produzione di vini biologici.


Il processo di naturale, parziale, disidratazione delle uve per ottenere una maggiore concentrazione dei colori, degli aromi e dei sapori è una tradizione siciliana antichissima e che qui viene usata su una parte delle uve sia in pianta che con i grappoli posti sui graticci, in diversa percentuale a seconda delle condizioni climatiche. “Siccàri” (circa 75% di Nero d’Avola e 25% di varietà autoctone siciliane a bacca rossa) non è l’unico vino di Santa Tresa a raccontare la storia enologica della Sicilia: alla 56esima edizione del Salone dei vini e dei distillati in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile, la Cantina presenta anche la seconda annata di “O”, nato dal recupero del “vitigno reliquia” Orisi, frutto della libera impollinazione tra Sangiovese e Montonico Bianco. Si tratta di un autoctono siciliano scomparso e riportato alla luce grazie ad un interessante quanto ambizioso progetto sperimentale della Regione Sicilia, gestito dal vivaio regionale “Federico Paulsen” di Marsala, dove è raccolto tutto il germoplasma viticolo dell’isola.