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Firmato Protocollo Intesa per supporto psicologico operatori sanitari

Firmato Protocollo Intesa per supporto psicologico operatori sanitariRoma, 2 set. (askanews) – E’ stato siglato, nella sala riunioni di Azienda Zero Piemonte, il protocollo d’Intesa tra l’Associazione EMDR Italia (Eye Movement Desensibilization and Reprocessing) e l’Azienda Zero Piemonte per la realizzazione di un progetto mirato al supporto psicologico di operatori sanitari e volontari, a fronte di esposizione ad eventi critici durante il servizio.

L’accordo è stato firmato dall’Assessore Regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, dal Commissario di Azienda Zero Piemonte, Carlo Picco e dal Presidente dell’Associazione EMDR Italia, Isabel Fernandez. Isabel Fernandez Presidente Associazione EMDR Italia ha descritto il più che ventennale contributo dell’Associazione EMDR alla prevenzione e cura del trauma vicario, al supporto emotivo e alla promozione del benessere nei sanitari e nel mondo del soccorso. Stefania Sacchezin, Psicoterapeuta dell’Associazione EMDR Italia e Marco Pappalardo responsabile della Formazione di Azienda Zero Piemonte hanno presentato il progetto di supporto e ricerca rivolto a tutto il personale sanitario e volontari e tecnici del soccorso afferenti ad Azienda Zero.

Si tratta di un progetto innovativo che coinvolgerà un team iniziale di 10 psicologi dell’Associazione EMDR che progressivamente nei prossimi mesi sarà potenziato. Gli psicoterapeuti EMDR daranno supporto a tutte le Centrali Operative 118 del Piemonte, intervenendo a favore di tutti i sanitari e soccorritori nella prevenzione delle reazioni da stress. Da oggi l’Associazione EMDR e l’Azienda Zero si impegnano a collaborare al fine di rilevare, attraverso un attento monitoraggio degli interventi psicologici svolti, l’effettivo impatto del progetto sugli operatori, che avrà come obiettivi il benessere emotivo degli stessi la loro decompressione dagli eventi critici di servizio. Fondamentale sarà anche la gestione dei principali stress collegati all’esposizione, le reazioni peri-traumatiche e post-traumatiche favorendo processi di adattamento positivi orientati alla crescita del singolo e del gruppo di lavoro.

“E’ la prima volta che una Regione italiana firma un protocollo con l’Associazione EMDR per strutturare una collaborazione stabile. Siamo stati coinvolti grazie al ventennale contributo che l’Associazione EMDR ha sempre offerto in maniera umanitaria per la prevenzione e la cura del trauma vicario, al supporto emotivo e alla promozione del benessere nei sanitari e nel mondo del soccorso”, ha dichiarato la Presidente dell’Associazione EMDR Italia Isabel Fernandez. “Siamo orgogliosi di avviare anche in Piemonte il progetto di supporto psicologico per operatori sanitari e volontari esposti ad eventi critici durante il servizio”, afferma l’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi. “Una necessità che è sempre più evidente negli anni, a partire dalla pandemia Covid che ha messo a dura prova il Sistema Sanitario Nazionale”.

Malattie rare, arriva UNIAMO Academy: formazione da pazienti per pazienti

Malattie rare, arriva UNIAMO Academy: formazione da pazienti per pazientiRoma, 1 set. (askanews) – La Federazione Italiana Malattie Rare, dopo aver raccolto i bisogni e le aspettative dei soci delle Associazioni federate, riprende l’attività di formazione per pazienti e caregiver e lancia l’UNIAMO Academy.

L’Academy, che viene inaugurata da un ciclo di incontri su ricerca e sperimentazione, sarà arricchita di contenuti e temi, sviluppati con il supporto di relatori istituzionali, che possano coprire tutte le aree di interesse della comunità delle persone con malattia rara. Una “palestra” nella quale le associazioni dei pazienti potranno cominciare ad allenarsi per affrontare sfide via via più importanti: dal diventare membro o delegato del Consiglio di UNIAMO al rappresentare la propria associazione o l’intera Federazione in tavoli di lavoro, comitati etici, gruppi di discussione, eventi e convegni. La partecipazione pro-attiva dei pazienti e dei loro rappresentanti, infatti, sarà sempre più richiesta anche per la valutazione delle terapie (HTA), per la definizione e raccolta di PROMs, PREMs, e real world data. Il continuo cambiamento tecnologico e lo sviluppo di nuove terapie (geniche, digitali, innovative etc.), le sfide poste dalla condivisione dei dati per la ricerca e il confronto fra legislazioni spesso molto diverse, la comprensione di come i regolamenti europei influenzino i nostri percorsi paziente, la partecipazione ai processi decisionali sono scenari sempre più attuali, per i quali i rappresentanti dei pazienti devono essere preparati.

A fianco quindi dei corsi di formazione già esistenti, erogati da enti istituzionali, privati e non, UNIAMO vuole offrire l’opportunità di un percorso accessibile a tutti fatto dai pazienti per i pazienti, con l’ottica di far crescere la consapevolezza del loro ruolo prima ancora di fornire nozioni e competenze tecniche. Il primo corso, in partenza il prossimo 27 settembre, sarà dedicato alla ricerca, una priorità pubblica che impegna da anni governi e istituzioni di molti Paesi, Italia inclusa, come dimostra lo stanziamento di 50 milioni previsto dal PNRR, e che rappresenta la speranza per tutte le persone con malattia rara: lo sviluppo di una cura, di un trattamento trasformativo, di qualcosa che possa migliorare la qualità di vita.

Tutte le informazioni e le modalità di partecipazione su www.uniamo.org.

Covid, Ue autorizza vaccino adattato a nuove varianti

Covid, Ue autorizza vaccino adattato a nuove variantiRoma, 1 set. (askanews) – La Commissione europea ha autorizzato il vaccino anti COVID-19 Comirnaty, adattato nei confronti della variante XBB.1.5, sviluppato da BioNTech-Pfizer. Questo vaccino – nota la Commissione – segna un nuovo importante traguardo nella lotta contro la malattia: si tratta del terzo adattamento del vaccino per far fronte alle nuove varianti della Covid-19.

Il vaccino è autorizzato per gli adulti, i bambini e i neonati di oltre 6 mesi. In linea con le precedenti raccomandazioni dell’EMA e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), agli adulti e ai bambini di almeno 5 anni da vaccinare dovrebbe essere somministrata un’unica dose, indipendentemente dalla loro anamnesi vaccinale in relazione alla Covid-19. L’autorizzazione è stata rilasciata dopo una rigorosa valutazione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali nell’ambito del meccanismo di valutazione accelerata. La Commissione ha autorizzato questo vaccino adattato seguendo una procedura accelerata per consentire agli Stati membri di prepararsi in tempo utile alle rispettive campagne di vaccinazione autunno-invernali.

A Monticello Spa e Fit il Gran Premio di Monza si guarda a bordo vasca

A Monticello Spa e Fit il Gran Premio di Monza si guarda a bordo vascaRoma, 1 set. (askanews) – Per combattere la “nostalgia del rientro”, a settembre l’estate continua con tante attività relax, pacchetti fitness ed eventi speciali a Monticello Spa&Fit, il centro benessere alle porte di Milano, un’oasi immersa nella verde natura brianzola.

Da oggi al 3 settembre in occasione del Gran Premio di Monza 2023 e della partnership stretta con l’Autodromo Nazionale di Monza, Monticello Spa&Fit festeggia con una speciale esposizione in struttura del merchandising ufficiale dell’autodromo. Sarà inoltre possibile vedere la gara in diretta proprio a bordo vasca, per vivere tutte le emozioni della Formula 1 immersi nelle piscine del centro. Per i più appassionati, la partnership permette anche di usufruire di tariffe ridotte nelle reciproche strutture, come il 10% di sconto per Ingresso Relax Feriale e 4 ore Festivo a Monticello SPA&FIT e il 20% per la Tour Experience (con o senza Track) dal lunedì alla domenica e il 10% sul merchandising per l’Autodromo di Monza.

Il 5 e 6 settembre porte aperte ai più piccoli (dai 3 anni in su) grazie Family SPA di Monticello SPA&FIT, uno speciale ingresso che offre alle famiglie con bambini speciali momenti di attività e intrattenimento, una sfiziosa merenda e un menù dedicato al Bistrò. Il 15 settembre è la volta del quarto appuntamento di “Star&Fire Night”, il suggestivo concerto in acqua dell’eclettico violinista Pierpaolo Foti. Il primo violino triestino delizierà il pubblico con due show e proporrà un repertorio che varierà dalle melodie più classiche alle sonorità più pop, disco e moderne, accompagnato da spettacolari ed emozionanti esibizioni.

Dal 18 al 23 settembre avrà luogo la Monticello Fitness Open Week, una settimana in cui l’area fitness sarà aperta anche ai non abbonati che avranno modo di utilizzare i servizi della struttura e provare la palestra sia nella sua offerta della sala che nei corsi su prenotazione. Lunedì 18 settembre la Monticello Fitness Open Week sarà inaugurata con un deejay set in sala attrezzi dalle ore 17:30 alle 21:30. Il 30 settembre, torna a grande richiesta il secondo appuntamento del “Cinema sotto le Stelle”, format che ha riscosso grande successo, dove benessere e cinema si fondono per regalare una serata da Oscar. Verranno proiettati tre spezzoni di celebri pellicole, “Top Gun”, “Grease” e “Dirty Dancing”, che saranno intervallati da tre speciali cerimonie Aufguss tematizzate in base ai film, per un’esperienza benessere multimediale da togliere il fiato.

Ricco il programma anche per le cerimonie di benessere (più di venti al giorno), due delle quali sono incluse gratuitamente nel biglietto di ingresso alla SPA (a scelta tra quelle disponibili durante la giornata). Ancora disponibile per tutto il mese di settembre la cerimonia Ice Skin che consiste in gettate di vapore in Sauna, arricchite dall’utilizzo di oli essenziali alla menta piperita, con auto-applicazione di ghiaccio per tonificare la pelle e provare la speciale sensazione di un brivido caldo.

Alzheimer, 4 casi su 10 potrebbero essere evitati o ritardati

Alzheimer, 4 casi su 10 potrebbero essere evitati o ritardatiRoma, 1 set. (askanews) – Fino al 40% dei casi di demenza previsti a livello globale entro il 2050 potrebbero essere ritardati o addirittura evitati intervenendo sui principali fattori di rischio. È quanto emerge da una ricerca della Lancet Commission: in Italia – dove le persone con demenza oggi sono 1.480.000 – significherebbe fermare o rallentare l’insorgere di questa condizione in più di 900.000 persone, sulle oltre 2.300.000 che si stima vivranno con la demenza entro la stessa data.

In occasione dell’inizio del XII Mese Mondiale Alzheimer, Federazione Alzheimer Italia si fa quindi portavoce nel nostro Paese dell’appello che il suo partner internazionale ADI – Alzheimer’s Disease International lancia ai governi di tutto il mondo affinché finanzino urgentemente la ricerca sui principali fattori di rischio per la demenza e le strategie di contrasto alla loro diffusione, mettendo in atto piani di sensibilizzazione e di supporto per la popolazione. La disponibilità di una cura efficace per tutti è infatti ancora lontana, e il contrasto alle possibili cause rimane l’unico strumento di prevenzione che può fare la differenza. “L’Italia, aderendo nel 2017 al Piano di azione globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla risposta di salute pubblica alla demenza, si è impegnata a dare priorità alla riduzione del rischio”, afferma Katia Pinto, presidente della Federazione Alzheimer Italia. “Un aspetto che non è sufficientemente considerato nel nostro Piano Nazionale Demenze, che oltretutto potrebbe a breve rimanere di nuovo senza fondi: lo stanziamento economico previsto con la legge di Bilancio del 2021 si esaurirà infatti nei prossimi mesi. Per questo chiediamo con forza al Governo di garantire nuovi fondi al Piano, così da permettere di proseguire il lavoro già iniziato e implementare inoltre iniziative efficaci di prevenzione. Non è mai troppo presto e non è mai troppo tardi per ridurre il rischio di demenza”, conclude.

Sono 12 i principali fattori di rischio comprovati per la demenza: l’inattività fisica, il fumo, l’eccessivo consumo di alcol, le lesioni alla testa, i contatti sociali poco frequenti, l’obesità, l’ipertensione, il diabete, la depressione, i disturbi dell’udito, insieme a scarsi livelli di istruzione e all’esposizione all’inquinamento atmosferico. I singoli individui possono certamente attuare cambiamenti nello stile di vita per ridurre o rallentare la possibilità di sviluppare la demenza, ma sono i governi ad avere la fondamentale responsabilità di rendere la riduzione del rischio un elemento centrale dei piani nazionali per la demenza. “L’urgenza del coinvolgimento delle istituzioni in risposta all’aumento dei casi di demenza è chiara – continua Katia Pinto – Servono campagne di sensibilizzazione e informazione, ma anche iniziative per combattere alla radice i fattori di rischio. Iniziative che possono e devono integrarsi con quelle messe in campo per raggiungere altri obiettivi che riguardano il benessere di tutta la popolazione, come la riduzione del fumo e dei tassi di obesità, la lotta all’inquinamento, la garanzia di accesso all’istruzione per tutti o la tutela della salute mentale”.

Senza dimenticare un altro fondamentale compito di governi e istituzioni, ovvero garantire a tutte le persone con demenza l’accesso alle cure e all’assistenza di cui hanno bisogno: anche un corretto supporto post diagnostico può fare la differenza per rallentare l’avanzamento della malattia. “Investire nella riduzione del rischio è un punto chiave, in assenza di un trattamento o di una cura, per prevenire il maggior numero possibile di casi di demenza – conclude Paola Barbarino, Ceo di Alzheimer’s Disease International – Dobbiamo garantire che i cittadini in tutto il mondo siano consapevoli di quali sono le strategie attuabili, a tutte le età, e abbiano accesso alle informazioni, ai consigli e ai servizi di supporto necessari”.

Salute, 5 ricercatori Telethon premiati per le scienze della vita

Salute, 5 ricercatori Telethon premiati per le scienze della vitaRoma, 1 set. (askanews) – Una nuova conferma dell’eccellenza dei ricercatori Telethon arriva dagli esiti del primo bando del Fondo italiano per la scienza, lanciato nel 2021 dal Ministero dell’Università e della Ricerca con uno stanziamento di 50 milioni di euro. Tra i 17 progetti di ricerca selezionati nell’ambito delle scienze della vita, infatti, ben cinque sono anche ricercatori della Fondazione.

Il Fondo, finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, è dichiaratamente modellato sui cosiddetti ERC, i finanziamenti del Consiglio europeo della ricerca dedicati in particolare alla ricerca di base. Come i bandi europei, anche quelli del FIS sono rivolti a scienziati in varie fasi della loro carriera e appartenenti ai diversi ambiti di ricerca, dall’ingegneria alle scienze della vita. Alla selezione per il primo bando hanno partecipato quasi 2000 progetti di ricerca, tra i quali ne sono stati selezionati per tutti gli ambiti 47, con un finanziamento di circa un milione di euro ciascuno. Per le scienze della vita sono stati premiati 17 progetti di ricerca presentati da ricercatori di vari ospedali, centri di ricerca e università italiani. Tre di loro sono anche affiliati agli istituti di ricerca di Fondazione Telethon: Luigi Naldini, professore dell’Università Vita-Salute del San Raffaele e direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) di Milano; Antonella De Matteis, professore all’Università Federico II di Napoli e responsabile del gruppo di ricerca in biologia cellulare e meccanismi di malattia dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina (Tigem) di Pozzuoli, e Mario Squadrito, ricercatore dell’Ospedale San Raffaele e project leader nell’Unità di ricerca sulla terapia genica mirata contro il cancro di SR-Tiget.

Il progetto del professor Naldini (finanziato con 1,5 milioni di euro) punta a sviluppare nuovi strumenti di editing genetico delle cellule staminali del sangue in grado di superare i limiti attuali delle strategie di terapia genica disponibili. Il dott. Squadrito (finanziato con 970 mila euro) si occuperà invece di mettere a punto nuovi modelli preclinici di metastasi del fegato, per studiarle meglio e sviluppare nuovi possibili approcci terapeutici basati su strumenti di ingegneria genetica. Un ottimo esempio di come conoscenze e competenze acquisite attraverso la ricerca sulle malattie genetiche rare – in questo caso relative a strumenti genetici – possano essere utilizzate in ambiti di ricerca differenti. Lo stesso vale per il progetto di Antonella De Matteis, che dall’inizio della pandemia di COVID-19 si è avvalsa delle sue competenze di biologia cellulare per capire meglio in che modo il virus SARS-CoV-2 si replichi all’interno della cellula ospite. Il suo gruppo ha già ottenuto informazioni molto rilevanti in questo senso, ma, con un finanziamento di 1,2 milioni di euro, il nuovo progetto permetterà di affinare ulteriormente queste conoscenze, fondamentali per poter sviluppare contromisure efficaci. Non solo: tra i finanziati FIS ci sono anche due ricercatori che hanno attualmente in corso anche uno dei finanziamenti extramurali di Fondazione Telethon. Si tratta di Luca Scorrano, professore dell’Università degli Studi di Padova, e di Francesca Lavatelli, ricercatrice dell’Università degli Studi di Pavia. Il progetto di Scorrano (1,5 milioni di euro di finanziamento) approfondirà lo studio dei punti di contatto tra i mitocondri, le “centrali energetiche” della cellula, e altri organelli cellulari, acquisendo conoscenze che permetteranno di capire meglio come funzionano le nostre cellule sia in condizioni fisiologiche sia in caso di malattia. Quello di Lavatelli, finanziato per 840 mila euro, riguarderà invece la caratterizzazione delle alterazioni di una particolare classe di proteine (le catene leggere degli anticorpi) che possono portare ad accumuli patologici delle proteine stesse, rendendosi responsabili di una patologia appartenente al gruppo di malattie rare chiamate amiloidosi.

Fondazione Telethon ETS è una delle principali charity biomediche italiane, nata nel 1990 per iniziativa di un gruppo di pazienti affetti da distrofia muscolare. La sua missione è di arrivare alla cura delle malattie genetiche rare grazie a una ricerca scientifica di eccellenza, selezionata secondo le migliori prassi condivise a livello internazionale. Attraverso un metodo unico nel panorama italiano, segue l’intera “filiera della ricerca” occupandosi della raccolta fondi, della selezione e del finanziamento dei progetti e dell’attività stessa di ricerca portata avanti nei centri e nei laboratori della Fondazione. Telethon inoltre sviluppa collaborazioni con istituzioni sanitarie pubbliche e industrie farmaceutiche per tradurre i risultati della ricerca in terapie accessibili ai pazienti. Dalla sua fondazione ha investito in ricerca 660,3 milioni di euro, ha finanziato 2.960 progetti con 1.720 ricercatori coinvolti e 630 malattie studiate. Ad oggi grazie a Fondazione Telethon è stata resa disponibile la prima terapia genica con cellule staminali al mondo, nata grazie alla collaborazione con l’industria farmaceutica. Strimvelis, questo il nome commerciale della terapia, è destinata al trattamento dell’ADA-SCID, una grave immunodeficienza che compromette le difese dell’organismo fin dalla nascita. Un’altra terapia genica frutto della ricerca Telethon resa disponibile è quella per una grave malattia neurodegenerativa, la leucodistrofia metacromatica, dal nome commerciale di Libmeldy. Questo approccio terapeutico è in fase avanzata di sperimentazione clinica per un’altra immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich. Altre malattie su cui la terapia genica messa a punto dai ricercatori Telethon è stata valutata nei pazienti sono la beta talassemia e due malattie metaboliche dell’infanzia, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 e di tipo 1. Inoltre, all’interno degli istituti Telethon è in fase avanzata di studio o di sviluppo una strategia terapeutica mirata anche per altre malattie genetiche, come per esempio l’emofilia o diversi difetti ereditari della vista. Parallelamente, continua in tutti i laboratori finanziati da Telethon lo studio dei meccanismi di base e di potenziali approcci terapeutici per patologie ancora senza risposta.

Salute, Sicob: 6 milioni di italiani soffrono di obesità

Salute, Sicob: 6 milioni di italiani soffrono di obesitàMilano, 31 ago. (askanews) – “In Italia il 10% della popolazione, vale a dire 6 milioni di persone, soffre di obesità. Di queste il 10% (600 mila persone) ha un’indicazione al trattamento chirurgico secondo le più recenti linee guida Italiane ed Internazionali, ma nel nostro Paese annualmente si eseguono non più di 20-30.000 interventi di chirurgia bariatrica; questo fa capire quanta differenza ci sia tra la potenziale domanda e l’offerta e quanto sia grande il desiderio di recupero della propria salute da parte dei potenziali pazienti”. Così Mario Musella, presidente del congresso Sicob (Società Italiana Chirurgia Obesità e professore ordinario di chirurgia generale all’Università Federico II di Napoli, intervenendo al XXVI congresso mondiale di chirurgia dell’obesità dell’International Federation for the Surgery of Obesity and Metabolic Disorders in corso nel capoluogo partenopeo. “Al Congresso – ha sottolineato ancora Musella – vi è stata una interazione totale tra psichiatri, nutrizionisti, endoscopisti, internisti, endocrinologi e chirurghi, vale a dire gli specialisti che prendono in carico il paziente”.

“Questo congresso che focalizza la sua attenzione sull’obesità è molto importante non solo per il tema trattato ma anche per la sua valenza internazionale – prosegue Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli -. Ormai l’obesità è una malattia sociale ed è una delle emergenze cronico degenerative del nostro tempo ed è quindi importantissimo che una Scuola di medicina se ne occupi e testimoni delle eccellenze sia in ambio formativo che scientifico”. “La dimostrazione di questo sono i numeri da record – aggiunge il presidente del Congresso, Luigi Angrisani, professore associato in Chirurgia Generale del Dipartimento di Sanità Pubblica all’Università Federico II di Napoli – con oltre 3 mila iscritti, rappresentanti di 153 paesi del mondo, che hanno seguito un programma scientifico molto impegnativo, con la prima vera discussione sulle nuove linee guida per la chirurgia bariatrica. Inoltre vi è stato un grande confronto sulle procedure e tecniche chirurgiche più recenti, oltre che di approfondimento sui vantaggi della chirurgia robotica, oggi sottoutilizzata nella chirurgia bariatrica, ma che in futuro potrebbe rivoluzionare il lavoro del chirurgo in sala operatoria e il recupero dei pazienti. Tutto questo all’insegna della multisciplinarietà: oltre ai chirurghi, all’evento parteciperanno anesteissti, internisti, gastroenterologi, endoscopisti, psichiatri, psicologi, nutrizionisti, cardiologi, pneumologi, endocrinologi e diabetologi”.

“L’obesità ha tra le sue complicanze in prima battuta le problematiche cardiovascolari – aggiunge Pasquale Perrone Filardi, presidente Società Italiana di Cardiologia (Sic) -. Quindi purtroppo non solo lo scompenso cardiaco, ma anche il rischio di ictus e infarto. Oggi sappiamo con certezza che curare l’obesità con le nuove terapie farmacologiche e con la chirurgia bariatrica significa ridurre le complicanze al cuore e anche quelle oncologiche. Questi interventi, se effettuati secondo i parametri previsti dalle linee guida, riducono moltissimo le conseguenze dell’obesità”. “Come Scuola di Medicina dell’Università Federico II – conclude la prof.ssa Triassi – diamo atto ai professori Musella e Angrisani del lavoro eccellente svolto e siamo lieti che un appuntamento così rilevante si svolga a Napoli dando così lustro alla medicina napoletana e alla nostra Scuola che ha così l’opportunità di mettere in evidenza le proprie eccellenze impegnate sul fronte della diagnosi, della ricerca e della cura dell’obesità”.

Obesità, Bernini: ricerca italiana fondamentale per il futuro

Obesità, Bernini: ricerca italiana fondamentale per il futuroMilano, 31 ago. (askanews) – “L’obesità non è solo una malattia ma anche un fattore di rischio che può e deve essere contenuto ed evitato con una combinazione di innovazione, tecnologia e ricerca scientifica. Un campo in cui gli italiani, e la scuola napoletana, sono rappresentanti straordinari a livello mondiale”. Lo ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, intervenendo a Napoli al XXVI congresso mondiale di chirurgia dell’obesità dell’International Federation for the Surgery of Obesity and Metabolic Disorders.

“Non a caso – ha aggiunto Bernini – il Ministero dell’Università e della ricerca ha come priorità assoluta l’impegno per gli studenti, che sono la forza umana della ricerca e il nostro futuro. Noi, infatti, ci definiamo un ‘Hub’ che produce futuro. E il futuro è anche e soprattutto nella ricerca per la salute della popolazione. Per la legge di bilancio l’obiettivo del Mur è di rafforzare le borse di studio e di dottorato di ricerca. E di introdurne altre per l’Erasmus italiano, il nuovo progetto che partirà da quest’anno accademico e che consentirà agli studenti di passare da una università a un’altra, da Nord a Sud, e viceversa, per completare la loro offerta formativa in base alla specificità delle singole facoltà. Naturalmente questa sarà anche una legge di bilancio molto legata a temi del contenimento del disagio sociale, capace di raggiungere i luoghi del bisogno, con le giuste allocazioni delle risorse”.

Salute, Iapb: integratore alimentare venduto come rimedio cecità

Salute, Iapb: integratore alimentare venduto come rimedio cecitàRoma, 21 ago. (askanews) – “Nella settimana di ferragosto abbiamo notato sul web una pagina internet che associa in modo del tutto falso il nome di Iapb, insieme ad altri non meglio precisati centri di ricerca, rispetto allo sviluppo di un integratore alimentare, presentato come rimedio per curare una vasta gamma di patologie oculari, molte delle quali particolarmente gravi”. La denuncia è dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità – Iapb Italia onlus, istituzione che collabora con l’Organizzazione mondiale della sanità, vigilata dal ministero della salute, impegnata da molti anni nella tutela della vista di tutte le fasce della popolazione, attraverso la promozione di innumerevoli azioni di prevenzione della cecità e di riabilitazione visiva, tramite programmi di educazione sanitaria, divulgazione scientifica e corretta informazione sulle malattie degli occhi.

Il presidente dello Iapb, Mario Babuto, sottolinea: “Respingiamo con forza e sdegno il tentativo di usare in modo strumentale il nome di Iapb e mistificare il suo ruolo istituzionale, al solo fine di ad avvalorare l’efficacia di un prodotto commerciale e accreditarne le capacità terapeutiche con l’unico scopo di invogliare i cittadini ad acquistarlo”. Poi si aggiunge: “Iapb Italia non partecipa a nessuno studio per lo sviluppo di farmaci, tanto meno promuove l’impiego di medicinali e trattamenti per la cura delle malattie degli occhi, in quanto avulso dalla propria missione istituzionale di promozione e divulgazione della salute visiva e di contrasto alla cecità. Considereremo in questi giorni l’opportunità di adire le vie legali per proteggere l’immagine dell’Agenzia e soprattutto per evitare che il proprio coinvolgimento possa indurre i cittadini ad avvalorare l’acquisto di prodotti commerciali non prescritti da medici oculisti per la cura di malattie oculari”. Il presidente Barbuto quindi invita gli utenti del web e non solo “a segnalare eventuali abusi e false informazioni e raccomanda di verificare sempre alla fonte le notizie, ricordando che diagnosi e terapie per la tutela della vista sono sempre il risultato di regolari visite oculistiche”. Nel messaggio diffuso in reate viene promesso di fatto una guarigione miracolosa “da una serie di gravi malattie degli occhi”. Insomma “si sa che le fake news sono sempre in agguato e non dànno tregua, neanche nella settimana di ferragosto. Esse sono particolarmente insidiose e pericolose soprattutto quando fanno leva sulla sofferenza delle persone affette da una malattia, per suscitare in loro grandi speranze e spingerle a cercare rimedi anche laddove non ve ne sono pur di giungere alla guarigione o almeno a un miglioramento della propria condizione di vita e a un calo delle sofferenze fisiche e morali”.

Covid, Andreoni (Simit): in Italia salgono casi. Quasi 10 morti al giorno

Covid, Andreoni (Simit): in Italia salgono casi. Quasi 10 morti al giornoRoma, 17 ago. (askanews) – “L’attuale stato epidemiologico internazionale mostra la circolazione di nuove varianti di Omicron che stanno determinando un aumento dei casi in diversi Paesi, che richiede pertanto la massima attenzione per valutare l’andamento futuro. In Italia si sta verificando un incremento del numero dei casi e persistono circa dieci decessi ogni giorno, cifra tutt’altro che trascurabile. Ci troviamo pertanto di fronte a una situazione epidemiologica complessa, in quanto i soggetti ultrasessantenni hanno un’immunità ridotta dovuta al fatto che hanno eseguito l’ultimo richiamo vaccinale più di sei mesi fa. È auspicabile che la vaccinazione autunnale venga fatta con i diversi vaccini oggi disponibili, sia quelli a mRna che quelli proteici adiuvati”. Lo sottolinea Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Per questo gli infettivologi Simit accolgono con soddisfazione le indicazioni date dalla Direzione Generale per la Prevenzione del Ministero della Salute che raccolgono nella maggior parte quelle rilevate nel documento congiunto realizzato dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e dalla Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica.

Con la circolare del 14 agosto, infatti, la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute ha varato le indicazioni preliminari per la campagna di vaccinazione autunnale e invernale contro il Covid-19. Un impegno volto a proteggere soprattutto i soggetti fragili, che possono essere ancora esposti agli effetti più gravi del SARS-CoV. In particolare, è previsto l’avvio di una campagna nazionale di vaccinazione anti COVID-19 con l’utilizzo di una nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici (formulazione aggiornata monovalente XBB 1.5), la cui approvazione da parte di EMA e AIFA è prevista per fine estate/inizio autunno e di cui si prevede la disponibilità di dosi a partire dal mese di ottobre. L’obiettivo è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di COVID-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. A questi gruppi di persone e in generale ai soggetti più fragili (che include anche, tra gli altri, operatori sanitari, malati cronici, pazienti immunodepressi) è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. La vaccinazione è consigliata anche a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità. Relativamente alle tempistiche di somministrazione, si prevede la possibilità di somministrazione della dose di richiamo a distanza di almeno 3 mesi dall’ultima dose o dalla diagnosi di infezione da SARS-CoV-2. Eccetto alcuni casi, sarà possibile anche la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri vaccini (come quello antinfluenzale).