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Andrea Farinet rieletto presidente Fondazione Pubblicità Progresso

Andrea Farinet rieletto presidente Fondazione Pubblicità ProgressoRoma, 16 apr. (askanews) – La Fondazione Pubblicità Progresso annuncia la rielezione del Presidente Prof. Andrea Farinet, che guiderà l’ente per un nuovo mandato biennale.


Il Consiglio di Amministrazione, alla presenza dei soci promotori, ha espresso unanime fiducia nel presidente Farinet e soddisfazione – si legge in una nota – per il suo operato di questi anni, riconoscendo il valore della sua guida e l’impegno profuso nello sviluppo della comunicazione e dell’innovazione sociale in Italia. In questi anni Pubblicità Progresso ha saputo affrontare le nuove sfide della comunicazione sociale, in linea con la missione della Fondazione di contribuire al progresso civile attraverso campagne creative. Andrea Farinet, docente universitario e attivista sociale, protagonista di numerose iniziative per la responsabilità sociale ed ambientale. Continuerà a guidare la Fondazione in un percorso di innovazione e inclusione, rafforzando il ruolo di Pubblicità Progresso come punto di riferimento per la cultura civile, morale ed educativa del nostro Paese.


“È un onore poter rappresentare Pubblicità Progresso per i prossimi due anni nell’ambito del dibattito in corso nel nostro Paese”, ha dichiarato il presidente Farinet. “Ringrazio per la fiducia che mi è stata, ancora una volta, accordata. Per l’armonia e la massima collaborazione che hanno contraddistinto il lavoro con il Consiglio di Amministrazione della Fondazione. Insieme ai nostri soci e al nostro team, continueremo a lavorare con passione per diffondere messaggi positivi che possano migliorare la società e promuovere valori di condivisione, appartenenza e solidarietà”.

Ambiente, Greenpeace: corriamo verso precipizio ma non è troppo tardi

Ambiente, Greenpeace: corriamo verso precipizio ma non è troppo tardiMilano, 15 apr. (askanews) – “Ogni due secondi sulla Terra scompare l’equivalente di un campo di calcio fatto di foreste; ogni anno finisce in mare una quantità di plastica pari a 12 milioni di tonnellate, pericolo mortale per tartarughe, uccelli, pesci, balene e delfini. E – sempre ogni anno – oltre 45 mila persone nel mondo muoiono prematuramente per l’esposizione alle polveri sottili (PM2.5), le cui principali fonti sono il traffico veicolare, gli allevamenti intensivi e i sistemi di riscaldamento con combustibili fossili. Intanto, proprio nel 2024 è stata superata per la prima volta la soglia di 1,5 gradi di aumento delle temperature terrestri, limite considerato ‘di sicurezza’ da parte della comunità scientifica. Sono dati agghiaccianti, indicatori di una corsa verso l’autodistruzione, un macabro conteggio alla rovescia che allontana le speranze di preservare un Pianeta vivibile per gli esseri umani e gli altri suoi abitanti. Ma non è troppo tardi”: lo ricorda Greenpeace, che in oltre 50 anni di storia non ha mai smesso di lottare per il Pianeta.


“Da oltre mezzo secolo affrontiamo le emergenze ambientali con azioni dirette nonviolente e pacifiche, portando alla luce le minacce al nostro pianeta e facendo pressione sui governi e sulle aziende affinché adottino soluzioni concrete. – spiega Giuseppe Onufrio, Direttore di Greenpeace Italia – Abbiamo difeso le balene dallo sterminio, fermato i test nucleari, preservato l’Artico dallo sfruttamento. Finché ci sarà un ultimo pezzo di Terra in pericolo, non ci fermeremo. Ma abbiamo bisogno del sostegno di tutti nella lotta quotidiana per fermare questo macabro countdown”. Secondo l’associazione ambientalista, non ci sono dubbi: “In questa corsa contro il tempo, ogni secondo conta, perché ogni essere vivente conta. Ecco perché è fondamentale donare il 5×1000 a Greenpeace, un gesto semplice come una firma sulla dichiarazione dei redditi”.

Dal 12 luglio al 14 agosto la terza edizione del “Garda Festival”

Dal 12 luglio al 14 agosto la terza edizione del “Garda Festival”Milano, 15 apr. (askanews) – Il “Garda Festival – Lake Garda International Music and Dance Festival” si appresta a celebrare la sua terza edizione: dal 12 luglio al 14 agosto 2025, alcune tra le più suggestive location sul Lago di Garda, tra cui Castelnuovo del Garda, Desenzano del Garda, Lazise, Peschiera del Garda, Sirmione e Villafranca di Verona, faranno da scenario a un viaggio artistico tra musica, danza, teatro e cinema, ospitando le esibizioni di affermate eccellenze e giovani talenti dai palcoscenici italiani ed internazionali. Tutti i dettagli della nuova edizione sono stati svelati nel corso della presentazione ufficiale, tenutasi questa mattina nella Pinacoteca di Brera a Milano.


Nato nel 2023 per volontà del Fondo Niccolò Piccinni, sotto la direzione artistica di Maximilien Seren-Piccinni, e sostenuto da importanti istituzioni nazionali, il Festival ha conosciuto una crescita esponenziale. L’edizione 2024 ha registrato oltre 1.500 spettatori e più di 80 artisti coinvolti. L’edizione 2025, con il patrocinio dalla Regione del Veneto, conferma anche quest’anno la sua vocazione inclusiva e innovativa: si passa dal Gala di Danza con i Primi Ballerini e Solisti della Scala di Milano al concerto di Patty Pravo, dalle più celebri colonne sonore della storia del cinema italiano con Ornella Muti ai successi pop reinterpretati in stile Bridgerton, fino ai viaggi musicali lungo la Penisola, alla corte degli imperatori d’Austria e persino in Cina. E ancora: gli omaggi a Pavarotti con il tenore Murat Karahan, le eroine del repertorio romantico con il soprano Ekaterina Bakanova, Vivaldi e Debussy, recital e altri concerti da camera. “Il Garda Festival rappresenta un ponte tra tradizione e innovazione, un luogo in cui le arti performative dialogano con la bellezza naturale e culturale”, afferma Maximilien Seren-Piccinni, presidente del Fondo Niccolò Piccinni e direttore Artistico del Festival, aggiungendo che “abbiamo immaginato questa terza edizione come un’esperienza totale, che non si limiti all’intrattenimento, ma che sappia stimolare l’anima, nutrire il pensiero e celebrare il legame indissolubile tra le arti e il territorio che le accoglie”.


Uno dei momenti più attesi sarà la cerimonia di consegna del “Premio Piccinni – For excellence in the performing arts”, in programma per il 27 luglio a Lazise. Istituito nel 1967 da Vittorio Piccinni, il premio, giunto alla sua 43esima edizione, viene conferito ogni anno dal Comité d’Honneur a una personalità che si è particolarmente distinta nel panorama internazionale delle arti performative. Quest’anno è stato assegnato al pianista croato Ivo Pogorelich, la cui visione artistica anticonvenzionale ha segnato profondamente la scena musicale mondiale negli ultimi quarant’anni. Durante il festival verrà inoltre conferito il Premio Cigno del Garda, un riconoscimento che intende omaggiare figure di rilievo per l’impegno dimostrato nella promozione dell’arte e della cultura. I vincitori della prima edizione nel 2024 sono stati Katia Ricciarelli, Fabio Armiliato e Fabio Testi, protagonisti che con la loro carriera hanno testimoniato l’importanza della dedizione artistica.

Testamento Solidale, 1 su 4 pensa a lascito per “restare per sempre”

Testamento Solidale, 1 su 4 pensa a lascito per “restare per sempre”Milano, 14 apr. (askanews) – In occasione del lancio della sua nuova campagna “Lascia che le cose belle continuino per sempre”, il Comitato Testamento Solidale diffonde i risultati della ricerca “La prima cosa bella: cosa rende bella la vita e cosa far durare per sempre”, condotta da AstraRicerche alla fine di marzo. Ne emerge la fotografia di un Italia che sogna un futuro di pace per tutti e di legami familiari, disponibile a lasciare traccia di sé non solo attraverso oggetti “della memoria”, come foto e lettere, ma anche attraverso un lascito solidale.


Le cose più belle della vita non sono cose, recita un celebre adagio: sembrano pensarlo anche gli italiani, che nella classifica di ciò che dà senso all’esistenza mettono sul podio la famiglia, seguita da amore e amicizia. Il più grande desiderio per le generazioni a venire è figlio dei tempi: la pace in tutto il mondo. Per proiettare un ricordo di sé e dei propri valori, per lasciare ai posteri una traccia di essi, quasi un intervistato su quattro pensa al lascito solidale che, a grande sorpresa non è solo nei pensieri dei “silver”. Sono alcune delle evidenze dell’indagine condotta a fine marzo, su un campione di oltre mille italiani tra i 25 e i 70 anni, da AstraRicerche per il Comitato Testamento Solidale, che con questa “fotografia” alla mano lancia la sua nuova campagna “Lascia che le cose belle continuino per sempre”, realizzata dall’agenzia Komma, con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato. La famiglia (77.3%), l’amore (66.2%) e l’amicizia (61.0%) sono le cose più belle della vita che danno davvero gioia e significato all’esistenza. Curiosità: l’importanza dell’amore decresce per il campione femminile con il crescere dell’età, per gli uomini – al contrario – cresce in modo significativo. La natura è il primo elemento non personale-relazionale in classifica: 48.0% e il ‘picco’ inaspettatamente non è presso i giovani ma presso gli uomini 55-70enni (55%). L’altruismo è indicato dal 38.7% ma cresce con l’aumentare dell’età: 46% presso i 55-70enni.


Tra gli auspici per il futuro, il più indicato (in una logica di risposta multipla) è un mondo più giusto, in cui tutti abbiano le stesse possibilità (54.5%), seguito dalla pace fra tutti i Paesi del mondo (51.8%). Ma quando viene chiesto di fare una scelta singola indicando il desiderio in assoluto più grande, la classifica cambia, quello nettamente più indicato è la pace fra tutti i Paesi del mondo (27.6%), che cresce dal 13% dei 25-34enni fino al 37% dei 55-70enni. A sorpresa, le persone fra i 55 e i 70 anni di età mostrano valori molto più elevati per quanto riguarda la pace (65%), un mondo più giusto in cui tutti abbiano le stesse possibilità (60%), il benessere per tutti (53%). C’è poi una differenza rilevante per quanto riguarda le aree geografiche: un mondo più giusto, in cui tutti abbiano le stesse possibilità è indicato dal 62% dei rispondenti del Centro e solo dal 50% di quelli del Nord. Spostandoci sul piano prettamente personale, sulle esperienze più appaganti nella propria vita, sul podio troviamo i momenti con la famiglia (59.2%), poi la nascita di figli o nipoti (51.8%) e soltanto al terzo posto i traguardi personali (50.2%). L’amore e le amicizie sono indicati molto meno della famiglia, entrambi poco sopra il 32%. I momenti con la famiglia sono maggiormente indicati nel Centro e nel Sud del Paese, mentre i traguardi personali sono sopra media nel Nord-Est. Notevole la percentuale di chi ritiene che fra le esperienze che hanno regalato più gioia nella propria vita ci sia l’aver dato supporto a qualcuno nel momento del bisogno, dato che supera nettamente quello dall’averlo ricevuto (44.9% vs 31.6%).


Quali sono gli aspetti della propria vita che si vorrebbe durassero per sempre? I legami affettivi, quelli di amicizia e d’amore, ottengono il 67.7% delle indicazioni, seguiti – a grande distanza – dal sentirsi una brava persona con il 45.5%. I legami affettivi crescono dal 58% nei 25-34enni fino al 72% nei 55-70enni; anche il sentirsi una brava persona cresce raggiungendo il suo massimo presso i 55-70enni (51%); come l’amore per la natura, che ha il suo picco presso i 55-70enni (41%). Al contrario, l’empatia, il cercare di essere vicino agli altri mostra il suo massimo valore presso i 25-34enni (46%). Indagando sull’aspetto di sé che si vorrebbe restasse anche dopo la propria morte, il 40.5% indica il continuare a vivere nel ricordo degli altri (donne 46%, 55-70enni: 43%). Il 35% sceglie i propri valori, gli ideali per cui ha vissuto (55-70enni: 39%). Il 24.5% indica, invece, il tramandare la memoria storica personale, i fatti e i momenti storici di cui è stato testimone (uomini 28%, 25-34enni 33% – molto interessante visto che è la generazione che per motivi anagrafici ha una memoria storica quantitativamente minore).


Guardando alle cose belle di sé che si vorrebbero tramandare alle generazioni future, l’onestà, la trasparenza (50.2%) dominano nettamente la classifica, seguite a grande distanza dalla speranza, la capacità di guardare in modo positivo al futuro (31.0%). La generosità, l’altruismo, l’impegno per il prossimo si attestano al 24,3%. A livello geografico sono da evidenziare il non accettare le ingiustizie nel Nord-ovest (32%) e la generosità, l’altruismo nel Sud (28%). Per consegnare un ricordo di sé e dei propri valori quasi un intervistato su quattro pensa al lascito solidale (24.4%), con percentuali identiche tra uomini e donne; si nota tra i 25-34enni un picco sopra la media (30%), segno che il lascito solidale non è affatto un’idea “tardo-adulta”; l’item risulta poi perfettamente trasversale rispetto all’area geografica. Tra gli oggetti, vince nettamente l’album di fotografie (44.0%), poi una lettera scritta di proprio pugno (37.0%), un diario (23.3% – ma è ben il 33% presso i 25-34enni), un video messaggio (19.5%). “Ci fa piacere ma non ci sorprende sapere che 1 italiano su 4 pensi al lascito come a uno strumento per lasciare una traccia quando non ci saremo più. – dichiara Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro – Le nostre indagini hanno mostrato come la conoscenza del lascito solidale sia cresciuta di ben 12 punti percentuali in 5 anni: nel 2024 l’84% degli over 50 sa cosa sia un lascito testamentario a sostegno di cause benefiche e ne ha sentito parlare, erano il 72% nel 2020. Quasi 1 over 50 su 4 ha un orientamento positivo verso il lascito solidale, parliamo di 6,3 milioni gli italiani, e più di mezzo milione di individui ha già previsto un lascito nel proprio testamento. Percentuali che vogliamo far crescere ancora, con l’opera di informazione e sensibilizzazione che portiamo avanti da oltre dieci anni con il Comitato Testamento Solidale. La nuova campagna ‘Lascia che le cose belle continuino per sempre’ è un ulteriore passo per diffondere nel nostro Paese questo formidabile strumento di solidarietà”.

Il nuovo nuovo show inclusivo di “AbracaDown” arriva a Roma

Il nuovo nuovo show inclusivo di “AbracaDown” arriva a RomaMilano, 10 apr. (askanews) – Passo dopo passo i ragazzi di “AbracaDown” hanno conquistato le platee di tutta Italia e la loro storia fantastica si appresta a diventare un film dal titolo “E’ fatta! Il viaggio più normale che ci sia”. In attesa di assistere al primo road movie comico, che li vedrà sempre protagonisti, ecco un altro traguardo importante: l’arrivo del nuovo show nella prestigiosa location dell’Auditorium Parco della Musica di Roma il 15 aprile 2025 ore 21.00. Uno spettacolo rinnovato e ancora più magico, diretto dal suo ideatore Francesco Leardini, in versione musical ma con una serie di illusioni ed incantesimi avvolti da mistero e simpatia.


“AbracaDown” è diventato anche un progetto per le scuole e da tempo coinvolge i bambini delle elementari e delle medie per ribadire l’importanza di un mondo più inclusivo e contro ogni forma di pregiudizio. Abbattere le barriere è la mission di questo format che a breve si trasformerà anche in un libro per raccontare la passione, i sacrifici, la determinazione e le emozioni di chi ce l’ha fatta a dimostrare che non esistono limiti e tutto è possibile, nessuno escluso.

Arriva in libreria “L’Italia Vaticana” di Cesare Cataniti

Arriva in libreria “L’Italia Vaticana” di Cesare CatanitiMilano, 10 apr. (askanews) – Come è nata l’influenza della Chiesa nel nostro Paese? Arriva in libreria “L’Italia Vaticana”, nuova opera di Cesare Catananti, medico (è stato direttore generale del Policlinico “A. Gemelli” di Roma) e docente di Storia della Medicina che negli ultimi anni ha orientato il suo accurato lavoro di ricerca negli archivi vaticani, da poco aperti agli studiosi, su tematiche di Storia Contemporanea e di Storia della Chiesa.


Grazie a fonti d’archivio vaticane da poco accessibili, il libro analizza, per il periodo 1943-1958, forme e modi con cui si realizzò un’indiscussa egemonia cattolica sulla nascente repubblica, documentando le pressioni della Santa Sede sulla Dc che governava il Paese e a cui chiedeva di allinearsi al suo disegno religioso e politico. Con la liberazione, nell’aprile del ’45, dall’occupazione nazista e dal fascismo, si avviò per il nostro Paese il percorso di ricostruzione post bellica che avrebbe portato all’Italia democratica e repubblicana, così come oggi la conosciamo. Un percorso, irto e complesso, in cui la Santa Sede svolse un ruolo davvero speciale e non del tutto noto, sostenendo con la forza della sua diplomazia e nelle forme dovute le istanze di un Paese che aveva voglia di riscattarsi dalle macerie della guerra.


La peculiarità dell’azione vaticana si caratterizzò inoltre per la visione religiosa di Pio XII secondo cui solo una “società compiutamente cristiana” avrebbe potuto salvaguardare il mondo da future guerre e totalitarismi. E l’Italia, di cui era Primate, rappresentava la sede ideale per realizzare quel disegno. E la cosa non gli appariva impossibile, avendo la piena compliance dei politici cattolici che nelle file della Democrazia Cristiana avrebbero a lungo governato l’Italia. E così in alcuni passaggi chiave della vita repubblicana, a cominciare dall’elaborazione della Carta Costituzionale, la presenza vaticana negli affari italiani fu davvero molto attiva. Eccessiva per alcuni che intravedevano un rischio di scivolamento verso la Stato clericale. E la cosa non poteva non determinare conflitti e tensioni anche all’interno dello stesso mondo cattolico. Cum Petro non voleva dire Sub Petro.Utilizzando fonti d’archivio inedite, e da poco tempo disponibili agli studiosi, l’autore racconta passo passo quella stagione, entrando nelle pieghe di tante vicende e offrendoci un quadro interessante, istruttivo e persino curioso. “La ricostruzione di Catananti ci restituisce la storia di una ‘sponda’ del Tevere nella sua interazione con l’altra ‘sponda’, quella dell’Italia repubblicana. L’Autore racconta questa vicenda, che talvolta appare quasi un romanzo, anche con aspetti che oggi ci appaiono un po’ risibili: non lo fa per denunciare le ingerenze, ma non intende neppure difendere un tipo di rapporti tra Chiesa e Stato che, ormai, appartiene al passato…”, si legge nella prefazione di Andrea Riccardi.

”Parola ai padri”, partita da Rimini sfida nuovo modello genitoriale

”Parola ai padri”, partita da Rimini sfida nuovo modello genitorialeRoma, 8 apr. (askanews) – Grande successo per “Parola ai padri”, il primo evento a Rimini dedicato alla paternità contemporanea. Un appuntamento innovativo che ha riunito esperti, personaggi pubblici e un’audience attenta per affrontare le sfide della paternità moderna.


L’iniziativa ha potuto contare sul supporto di importanti sponsor, quali Edison, Generali Italia, Fastweb + Vodafone, Lavazza Group e il sostegno di una realtà fortemente focalizzata sui temi sociali e in particolare sull’infanzia come Terre des Hommes Onlus. Il progetto, di cui l’evento è stato il kick-off, nasce per dare voce a una figura in trasformazione: il padre di oggi, sospeso tra un modello tradizionale sempre meno centrale e una nuova genitorialità tutta da esplorare. Un ruolo che cambia e che richiede confronto, strumenti e una narrazione più autentica, lontana da stereotipi e giudizi. Un confronto necessario sulla paternità, “Parola ai padri” ha rappresentato un’opportunità unica di dibattito, con l’obiettivo di dare voce ai padri e alle loro esperienze, superando stereotipi e promuovendo un nuovo modello di genitorialità. Ogni panel ha visto il confronto tra un esperto di infanzia e adolescenza (psicologi, sociologi, pedagogisti) e un personaggio pubblico capace di interpretare il rapporto padre-figlio in modo innovativo.


Moderati da figure del mondo della comunicazione ed esperti dell’educazione e dell’apprendimento, i panel hanno approfondito tematiche cruciali, tra cui la conciliazione tra lavoro e famiglia, il ruolo paterno nei percorsi educativi, le sfide della paternità separata e l’evoluzione della figura paterna nella società contemporanea. A conclusione di ogni incontro, un momento di dibattito ha dato spazio alle domande del pubblico presente e a quello connesso tramite i canali social dell’iniziativa. Ne è nato un dialogo approfondito tra i protagonisti della giornata, personalità di spicco come Luca Trapanese, conosciuto per aver adottato una bambina affetta dalla sindrome di down, Chiara Saraceno, sociologa esperta di welfare e famiglia, e Matteo Bussola, scrittore e fumettista noto per il suo racconto della paternità. Hanno contribuito alla discussione anche il divulgatore Matteo Saudino, l’economista Azzurra Rinaldi, la giornalista Mariangela Pira, la filosofa Maura Gancitano, il pedagogista Daniele Novara e altre figure di riferimento nel panorama culturale e sociale.


Ad aggiungere ulteriori elementi di discussione è stata la presentazione della ricerca di NeosVoc, dibattuta dalla CEO Alice Melpignano, che ha analizzato le sfide e le trasformazioni della figura paterna. Il report ha individuato cinque macro-profili di padri, quali il “tradizionale”, il “coinvolto”, l’”equilibrista”, il “riflessivo” e il “padre in riorganizzazione”, evidenziando i dilemmi e le difficoltà vissute dagli uomini nella genitorialità. Dati significativi sono emersi riguardo alla percezione sociale della paternità: il 90% dei padri ritiene che essere padre oggi sia più complesso rispetto alle generazioni precedenti, mentre il 75% evidenzia la necessità di maggiore flessibilità lavorativa per poter essere più presenti nella vita dei figli. Tuttavia, solo il 20% ha accesso a strumenti adeguati come congedi retribuiti e smart working.


L’evento ha ribadito, quindi, l’urgenza di un nuovo modello di paternità, un cambiamento culturale e strutturale che riconosca il ruolo dei padri alla pari di quello delle madri, abbattendo gli stereotipi e promuovendo una maggiore equità nelle responsabilità genitoriali. La grande partecipazione e il coinvolgimento attivo del pubblico hanno confermato il bisogno di occasioni di confronto su questo tema. L’incontro ha rappresentato solo il primo passo di un percorso di consapevolezza e trasformazione della figura paterna, con l’auspicio di un futuro in cui ogni padre possa sentirsi valorizzato e supportato nel suo ruolo. Carlo Crudele, padre del progetto, dichiara: “La paternità di oggi è una sfida e un’opportunità: eventi come Parola ai padri sono fondamentali per ridefinire il ruolo paterno, superando gli stereotipi e creando nuovi spazi di dialogo. Dobbiamo ascoltare i padri, perché nel loro racconto c’è il futuro della genitorialità. Questo progetto non è solo un momento di confronto, ma un punto di partenza per attivare le istituzioni e la società tutta, affinché il ruolo paterno venga riconosciuto e sostenuto con strumenti concreti e politiche adeguate”. L’evento, organizzato da Carlo Crudele in collaborazione con Adria Congrex e Golin Italy, è stato sostenuto da Generali Italia, Edison, Lavazza Group, Fastweb + Vodafone.

SEI Ventures in crowdfunding per rilanciare i centri minori

SEI Ventures in crowdfunding per rilanciare i centri minoriRoma, 4 apr. (askanews) – Raccogliere oltre 80 mila euro in 48 ore è un grande attestato di fiducia. SEI Ventures, startup innovativa impegnata nella valorizzazione delle aree interne italiane, ci è riuscita, superando di slancio l’obiettivo minimo della sua seconda campagna di equity crowdfunding, fissato a 50 mila euro. Il progetto è online su WeAreStarting e punta ora al traguardo di 300 mila euro per aprire un nuovo Innovation Hub nel cuore del Veneto, a Bassano del Grappa.


Aree interne e centri minori Città come Roma, Milano e Bologna, negli ultimi anni hanno visto un costante aumento della popolazione, mentre dal 2001 ad oggi, oltre 200 comuni italiani sono scomparsi.


In Italia ci sono circa 4.000 centri abitati classificati come aree interne. Qui vivono oltre 13 milioni di persone spesso senza accesso a sanità, istruzione, trasporti e internet. Una condizione che costringe giovani e professionisti a emigrare verso le grandi città o all’estero. Eppure, è proprio da qui che può partire una rinascita sostenibile del Paese. E SEI Ventures è la prova di come questo sia possibile. Dopo il successo dei primi due centri in Campania — ad Avellino e Benevento — SEI Ventures rilancia il suo modello in una delle province più dinamiche del Nord Italia, portando con sé un ecosistema collaudato, fatto di co-working, progetti di innovazione con le PMI e investimenti in startup locali.


“Molti dei problemi strutturali delle aree interne, primo fra tutti la fuga dei giovani, sono spesso conseguenza di un tessuto imprenditoriale fragile e poco stimolante, con servizi inadeguati per chi vuole innovare o fare impresa. Creare spazi aperti e accessibili, dove far nascere progetti e collaborazioni, è un modo concreto per innescare un cambiamento duraturo”, spiega Vincenzo Vitale, CEO e co-founder di SEI Ventures. Un passo concreto verso il futuro


Prova tangibile della coerenza con cui SEI Ventures sta portando avanti il proprio progetto di crescita è l’acquisto, già avvenuto, di un immobile nel comune di Bassano del Grappa, destinato a diventare il terzo hub dell’azienda. L’obiettivo è replicare il modello già attivo nelle sedi campane, offrendo un punto di riferimento per imprenditori, giovani talenti e innovatori anche nel Nord-Est italiano. “Abbiamo creato un modello che funziona, perché è pensato per rispondere ai bisogni reali delle comunità locali”, afferma Vitale. “In 4 anni abbiamo incubato oltre 60 startup, formato più di 600 giovani e investito direttamente in progetti imprenditoriali nati nei nostri hub. Ma soprattutto, abbiamo dimostrato che i centri minori possono essere luoghi di innovazione, non solo di tradizione”. Un’opportunità per tutte le aree interne Il nome SEI è acronimo di Sostenibilità, Etica e Innovazione: tre parole chiave che guidano ogni fase dell’insediamento sul territorio. Si parte dalla selezione dell’area, si passa all’apertura dell’hub in collaborazione con realtà locali, per arrivare infine all’applicazione di un modello operativo incentrato su Open Innovation, co-progettazione e sviluppo imprenditoriale. La campagna di equity crowdfunding in corso su WeAreStarting servirà a far crescere l’azienda grazie anche alla realizzazione del nuovo hub di Bassano del Grappa. Tuttavia, “Sostenere SEI Ventures non deve essere un investimento visto nella mera ottica del profitto, quanto nella volontà di entrare a far parte di una community di imprenditori illuminati, uniti dalla volontà di contribuire concretamente allo sviluppo economico e sociale dei territori meno privilegiati del Paese”, ha spiegato Vitale. Una scelta etica, sostenibile e ad alto impatto. Da segnalare che la società prevede di offrire ai propri investitori il beneficio fiscale al 65% almeno fino all’11 aprile 2025 e fino al raggiungimento di una raccolta di 100.000€.

Inps: inaugurata a Palazzo Piacentini a Milano mostra “Contemporanea”

Inps: inaugurata a Palazzo Piacentini a Milano mostra “Contemporanea”Milano, 4 apr. (askanews) – L’INPS ha inaugurato ieri a Milano la mostra collettiva internazionale “Contemporanea, per un’arte responsabile”, prima tappa di un ambizioso progetto di welfare culturale volto a rendere l’arte e la cultura un bene accessibile a tutti i cittadini.


L’esposizione, ospitata nella storica sede di Palazzo Piacentini (Direzione regionale e metropolitana INPS di Milano) è curata da Annalisa Bianco e Valerio Dehò e sarà visitabile gratuitamente dal 3 al 13 aprile, durante la Milano Art Week e in concomitanza con Miart Art Fair 2025. Nelle suggestive sale del Palazzo trovano spazio le opere di artisti internazionali del calibro di Raimondo Galeano, Roberto Pugliese, Hyon Soo Kim, Arthur Duff, Marta Longa e del collettivo Universal Everything. Attraverso tecniche innovative e linguaggi eterogenei, le opere dialogano con il tema dell’edizione 2025 di Miart, “Among friends”, esplorando l’arte come veicolo di comunicazione sociale e intergenerazionale.


L’iniziativa si inserisce nel più ampio percorso di welfare culturale promosso dall’INPS, che considera la cultura un diritto fondamentale, al pari del lavoro e dell’assistenza. “Una società che tutela e promuove la cultura è una società più coesa e consapevole. Con Contemporanea confermiamo il nostro impegno nel coniugare il sostegno previdenziale e assistenziale con una visione di welfare generativo, capace di creare benessere e nuovo valore per le persone e per il Paese”, ha dichiarato Gabriele Fava, Presidente INPS.


Progettato negli anni Trenta dal celebre architetto Marcello Piacentini, lo storico palazzo dell’INPS apre così le sue porte alla contemporaneità, offrendo ai visitatori un’occasione unica per riscoprire spazi solitamente inaccessibili. La prenotazione può essere effettuata attraverso la pagina dedicata alla mostra sul portale dell’INPS, dalla quale si può scaricare anche la locandina.

PwC Italia e Brera insieme per restauro del “Cenacolo” di Rubens

PwC Italia e Brera insieme per restauro del “Cenacolo” di RubensMilano, 4 apr. (askanews) – Dopo aver portato un Picasso all’ultimo piano della Torre PwC prosegue la collaborazione tra Pinacoteca di Brera e PwC Italia, firmataria del Patto per Brera, che ha scelto di sostenere i lavori di restauro dell’opera “Cenacolo” del pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, appartenente alla collezione permanente del mseo diretto da Angelo Crespi. Un’attività che rientra nell’ambito di “PwC per la cultura”, il progetto attraverso il quale PwC desidera contribuire alla crescita socio-culturale del Paese, creando occasioni di condivisione del patrimonio artistico italiano sia all’interno dell’organizzazione sia all’esterno, verso le comunità territoriali nelle quali opera.


Il dipinto – parte di un retablo (un polittico monumentale), commissionato da Catherine Lescuyer in memoria del padre, poi collocato sull’altare della cappella del Santissimo Sacramento della chiesa di San Rambaud a Malines, in Belgio, nel 1631 – sarà restaurato a vista e quindi senza sottrarlo ai visitatori della Pinacoteca di Brera che così potranno continuare a godere dell’opera, seguendo dal vivo l’attività di restauro. Il lavoro di restauro svolto da un team composto da restauratori, storici dell’arte e scienziati guidati da Andrea Carini, responsabile del laboratorio di restauro della Pinacoteca di Brera, consisterà in una prima fase conoscitiva in cui si cerca di aumentare il più possibile la conoscenza dell’oggetto anche con l’uso della diagnostica per immagini, che svela gli strati sottostanti, i disegni iniziali e quindi le prime fasi della pittura, poi modificati nello sviluppo finale dell’opera; seguirà la fase della pulitura, nel corso della quale vengono assottigliate le sostanze soprammesse che impediscono una corretta lettura dell’immagine. Infine l’ultima fase, quella del ritocco pittorico nei punti in cui non c’è più il colore originale, al fine di reintegrarli con materiali compatibili e reversibili.


“Contribuire al recupero di parti del nostro immenso patrimonio culturale – ha commentato Giovanni Andrea Toselli, presidente e amministratore delegato di PwC Italia – è alla base del progetto ‘PwC per la cultura’. Proseguire il percorso di collaborazione con la Pinacoteca di Brera sostenendo il restauro di un’opera così importante ci rende quindi particolarmente orgogliosi. Vogliamo continuare a rendere concreto il nostro impegno in ambito culturale nei confronti delle comunità in cui operiamo e da cui traiamo valore”. “Sono davvero felice della collaborazione con PwC – ha aggiunto Angelo Crespi -. Ringrazio il presidente Andrea Toselli che è stato il primo, tra i nostri stakeholder, a firmare il Patto per Brera impegnandosi a sostenerne le linee strategiche. Il supporto al nostro laboratorio trasparente di restauro e al restauro di un capolavoro di Rubens dimostra ulteriormente l’impegno del progetto culturale di PwC che ha introiettato i valori della responsabilità sociale nei riguardi del patrimonio artistico. Patrimonio artistico che non è solo un generatore di senso e bellezza ma soprattutto un giacimento di identità per l’Italia e Milano e che trova nella Pinacoteca di Brera una delle sue massime espressioni”.