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Presentato progetto nuovo Poliambulatorio di prossimità Padre Puglisi

Presentato progetto nuovo Poliambulatorio di prossimità Padre PuglisiRoma, 24 ott. (askanews) – Si è tenuta ieri, a Roma alla Camera dei Deputati, la presentazione del progetto del nuovo Poliambulatorio di prossimità Padre Pino Puglisi del quartiere Brancaccio a Palermo, in occasione del 30ennale del martirio di Beato Pino Puglisi, prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa che, già negli anni ’90, aveva saputo intercettare la necessità di attivare un centro di servizi che andasse incontro alle persone lasciate ai margini della società.

“Il primo dovere a Brancaccio è rimboccarsi le maniche”. Così amava ripetere Padre Pino Puglisi, prete simbolo della lotta alla mafia e all’emarginazione in uno dei quartieri più difficili di Palermo e fondatore del Centro Padre Nostro, che ancora oggi opera in città attraverso progetti di aiuto e accoglienza rivolti alla popolazione. Il nuovo Poliambulatorio di prossimità sorgerà proprio accanto al Centro, sito in via San Ciro a Palermo, nel cuore del Brancaccio. Alla presentazione sono intervenuti Paolo Trancassini, Questore della Camera dei Deputati, Maurizio Artale, Presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro, il dott. Massimo Salardino, AD di Maria Eleonora Hospital di Palermo che fa parte di GVM Care & Research, gruppo ospedaliero italiano che sostiene la realizzazione dell’opera, e l’arch. Christian Rocchi, cofondatore dello studio CHVL che ha firmato il progetto architettonico.

Il Poliambulatorio di prossimità Padre Pino Puglisi sorgerà all’interno di un immobile confiscato alla mafia, e la sua costruzione è resa possibile grazie al contributo di GVM Care & Research, Gruppo ospedaliero italiano presente a Palermo con Maria Eleonora Hospital, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il SSN e specializzato nella cura del cuore. Gli ambulatori, ad accesso gratuito per gli abitanti di Brancaccio, saranno dedicati alle patologie cardiovascolari (Cardiologia, Cardiochirurgia, Chirurgia Vascolare), all’Urologia, alla Ginecologia, alla Medicina Interna, all’Ortopedia, alla Dermatologia, all’Oculistica e alla Chirurgia Generale.

“Il progetto vede i suoi albori dopo una visita del presidente di GVM Care & Research Ettore Sansavini, che decise di affiancare il Centro nell’implementare i servizi, anche in ambito sanitario, a beneficio degli abitanti del quartiere Brancaccio – racconta Maurizio Artale, Presidente del Centro di accoglienza Padre Nostro -. Vedere con i propri occhi la realtà in cui vivono molte famiglie, che è di estrema povertà economica e culturale, e quello che il Centro Padre Nostro realizza a Brancaccio ha portato alla disponibilità ad aiutarci. Poter contare sulla disponibilità di un Gruppo sanitario che intercetti questi bisogni e dia loro una risposta qualificata significa offrire a queste persone l’opportunità non solo di uscire dall’isolamento sociale e culturale, ma anche di imparare a prendersi maggiormente cura della propria salute”. “Questo Poliambulatorio sarà una sorta di avamposto sanitario nel quartiere – spiega dott. Massimo Salardino, Amministratore Delegato di Maria Eleonora Hospital – Sarà uno spazio preposto allo sviluppo e alla promozione di percorsi formativi sull’igiene e la cura, un presidio sanitario permanente che va ad affiancarsi agli sportelli socio-psicologici presenti già da molti anni presso il Centro. Le dinamiche sociali di questo quartiere sono infatti particolari e rendere questo servizio di prossimità vicino a chi può averne bisogno aiuterà ad accendere una luce. In questo modo vogliamo contribuire concretamente a realizzare uno dei sogni di Padre Puglisi, quello di portare la salute tra la gente”.

“L’apertura di uno spazio gratuito, a servizio della comunità del quartiere Brancaccio di Palermo, rappresenta non solo un bellissimo esempio di riqualificazione sociale attraverso la restituzione ai cittadini di un immobile confiscato alla mafia ma soprattutto segna una prospettiva di rinascita e di speranza per tutto quel territorio e per la sua comunità. La malavita e la mafia approfittano dell’assenza dello Stato, della legalità e dei servizi: per questo è importante questa iniziativa in linea con l’impegno del Governo a ristabilire la supremazia dello Stato nei territori più difficili” dichiara il questore della Camera dei Deputati Paolo Trancassini. Brancaccio conta circa 600 famiglie, molte delle quali versano in condizioni di indigenza. Oltre alla mancanza di mezzi economici, la situazione di disagio culturale può portare le persone a sottovalutare l’importanza di prendersi cura di sé e della propria salute. Oltre a GVM Care & Research, hanno contribuito alla creazione del progetto e permetteranno la realizzazione dello stesso anche Fondazione EOS (Edison) e lo studio CHVL Architetti Associati.

Nasce poliambulatorio di prossimità intitolato a padre Puglisi

Nasce poliambulatorio di prossimità intitolato a padre PuglisiRoma, 23 ott. (askanews) – Nasce un poliambulatorio di prossimità intitolato a padre Pino Puglisi, nel quartiere Brancaccio a Palermo, in occasione del trentennale della brutale uccisione del beato Puglisi, prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa. Il Poliambulatorio offrirà ambulatori dedicati alle malattie cardiovascolari (cardiochirurgia, chirurgia vascolare), all’urologia, ginecologia, medicina interna, ortopedia, dermatologia, oculistica e chirurgia generale.

Il nuovo Poliambulatorio di prossimità sorge accanto al Centro Padre Nostro, fondato dal prete simbolo della lotta alla mafia e all’emarginazione in uno dei quartieri più difficili di Palermo. Il Centro Padre Nostro ancora oggi opera in città attraverso progetti di aiuto e accoglienza rivolti alla popolazione. Alla presentazione sono intervenuti Paolo Trancassini, Questore Camera dei Deputati, Maurizio Artale, Presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro, Massimo Salardino, AD “Maria Eleonora Hospital” di Palermo che fa parte di GVM Care & Research, gruppo ospedaliero italiano che sostiene la realizzazione dell’opera, e l’arch. Christian Rocchi, cofondatore dello studio CHVL che ha firmato il progetto architettonico.

Il Poliambulatorio di prossimità Padre Pino Puglisi a Brancaccio, sarà costruito all’interno di un immobile confiscato alla mafia, grazie al contributo di GVM Care & Research, Gruppo ospedaliero presente a Palermo con Maria Eleonora Hospital, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il SSN e specializzato nella cura del cuore. “Il progetto vede i suoi albori dopo una visita del presidente di GVM Care & Research Ettore Sansavini, che decise di affiancare il Centro nell’implementare i servizi, anche in ambito sanitario, a beneficio degli abitanti del quartiere Brancaccio – racconta Maurizio Artale, Presidente del Centro di accoglienza Padre Nostro -. Vedere con i propri occhi la realtà in cui vivono molte famiglie, che è di estrema povertà economica e culturale, e quello che il Centro Padre Nostro realizza a Brancaccio ha portato alla disponibilità ad aiutarci. Poter contare sulla disponibilità di un Gruppo sanitario che intercetti questi bisogni e dia loro una risposta qualificata significa offrire a queste persone l’opportunità non solo di uscire dall’isolamento sociale e culturale, ma anche di imparare a prendersi maggiormente cura della propria salute”.

“GVM crede da sempre nella piena accessibilità e nella piena legittimità del diritto all’assistenza sanitaria a ogni persona, crede in una salute sostenibile e di prossimità, in condizioni di comfort e di sicurezza per tutti, a favore della comunità locale. Crediamo nel valore sociale della nostra missione, crediamo che l’impresa sia chiamata a creare valore da restituire al territorio e proprio a quella comunità in cui è innestata”, ha dichiarato Ettore Sansavini, Presidente di GVM Care & Research. “GVM Care & Research è impegnato in prima linea al fianco del Centro Padre Nostro – spiega dott. Massimo Salardino, Amministratore Delegato di Maria Eleonora Hospital -. Questo Poliambulatorio sarà una sorta di avamposto sanitario nel quartiere. Sarà uno spazio preposto allo sviluppo e alla promozione di percorsi formativi sull’igiene e la cura, un presidio sanitario permanente che va ad affiancarsi agli sportelli socio-psicologici presenti già da molti anni presso il Centro. Le dinamiche sociali di questo quartiere sono infatti particolari e rendere questo servizio di prossimità vicino a chi può averne bisogno aiuterà a sensibilizzare gli abitanti a prendersi cura della propria salute. In questo modo vogliamo contribuire concretamente a realizzare uno dei sogni di Padre Puglisi, quello di portare la salute tra la gente”.

Il Poliambulatorio di prossimità offrirà ambulatori dedicati alle malattie cardiovascolari (Cardiologia, Cardiochirurgia, Chirurgia Vascolare), all’Urologia, alla Ginecologia, alla Medicina Interna, all’Ortopedia, alla Dermatologia, all’Oculistica e alla Chirurgia Generale. Brancaccio conta circa 600 famiglie, molte delle quali versano in condizioni di indigenza. Oltre alla mancanza di mezzi economici, la situazione di disagio culturale può portare le persone a sottovalutare l’importanza di prendersi cura di sé e della propria salute. Oltre a GVM Care & Research, hanno contribuito alla creazione del progetto e permetteranno la realizzazione dello stesso anche Fondazione EOS (Edison) e lo studio CHVL Architetti Associati.

Gran Ballo della Venaria Reale scende in campo contro violenza su donne

Gran Ballo della Venaria Reale scende in campo contro violenza su donneRoma, 23 ott. (askanews) – Dall’Accademia Navale di Livorno è partita ufficialmente la XXVII edizione di “Vienna sul Lago”, l’evento di formazione, cultura e solidarietà che si conclude sabato 28 ottobre alla Reggia Sabauda denominato, il “Gran Ballo della Venaria Reale”.L’apertura dell’imponente portone della Galleria Grande della Reggia Sabauda, sulla XXVII edizione del Gran Ballo della Venaria Reale, sarà caratterizzata dal simbolo della Pace. Un ramo d’ulivo che le venti giovani Debuttanti terranno tra le mani accompagnate dagli Aspiranti Guardiamarina. Dalla città di San Francesco, Assisi, un forte segnale di partecipazione delle nuove generazioni che, durante la serata di charity, sabato 28 ottobre, dell’evento Vienna sul Lago, progetto di formazione, cultura e solidarietà, vuole lanciare quale auspicio per la Pace nei territori afflitti dalla guerra. Un inizio volutamente diverso, dove la suggestione di un sogno si sposa con un gesto concreto di condivisione al dolore dei loro coetanei, vittime della violenza dei conflitti che segnano tragicamente i nostri tempi. Una speranza condivisa dalla Marina Militare, partner della manifestazione oramai da venticinque anni, che vede protagonisti di Allievi della 3^ classe del corso “Aghenor” dell’Accademia Navale di Livorno, quest’anno al suo 142 anniversario dalla fondazione. “Vienna sul Lago”, è  un’iniziativa che, proprio grazie ai suoi obiettivi e ai progetti sociali realizzati durante tutta la sua storia, ha ottenuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti da parte della Presidenza della Repubblica italiana e della Presidenza della Repubblica austriaca e che praticamente da sempre gode dei patrocini della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero della Difesa, del Ministero della Cultura, della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, dell’Ambasciata d’ Austria in Italia e dell’Ambasciata d’ Austria presso la Santa Sede, della Città di Vienna. Da sempre la serata di charity mette al centro importanti temi sociali, oltre che guardare con attenzione ai problemi della società civile. Sabato 28 ottobre, le giovani Debuttanti indosseranno sotto gli splendidi abiti bianchi del noto stilista internazionale Carlo Pignatelli le “scarpette rosse” per rinnovare l’importante impegno che l’evento mette in campo a contrasto del fenomeno della violenza sulle donne. Una tematica, quella della “violenza di genere e della violenza assistita”, in cui SOS Villaggi dei Bambini è in prima linea e, per il secondo anno, ente beneficiario scelto dal Comitato Organizzatore Vienna sul Lago. Per contrastare questo fenomeno l’Organizzazione si impegna a fornire supporto alle donne vittime di violenza e ai loro figli, grazie al Programma “Mamma e Bambino”, attivo in tutti i Villaggi SOS presenti in Italia, che offre accoglienza e rafforzamento delle capacità genitoriali e mira a tutelare la relazione tra la mamma e il suo bambino. A favore di questo Programma dal 16 al 29 ottobre, SOS Villaggi dei Bambini lancerà la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “La violenza non è un gioco”.

“Intervenire sulla violenza non solo fisica che si manifesta anche nelle quotidiane difficoltà per le donne di realizzare appunto i propri sogni, le proprie aspirazioni personali e professionali”, sottolinea il Presidente del Comitato Organizzatore Vienna sul Lago, il Notaio Claudio Limontini, che prosegue: ” Quest’anno qualcosa di diverso, di più tragico ha fatto irruzione nelle nostre vite: la guerra, la guerra dei missili e delle bombe, dei cannoni e dei carri armati. Ma la guerra parte da molto lontano, dalla incapacità di rispettare gli altri diversi da noi, dal bisogno di affermazione dell’individuo che mira ad annientare gli altri, dal proprio egoismo. E’ necessario pertanto iniziare ad accettare gli altri per come sono, per quello che fanno, per quello che hanno. Iniziare ad accettare che ci sono Uomini e Donne migliori di noi. Per questo oggi i nostri ragazzi portano un ramoscello di ulivo in mano da donare ad uno sconosciuto qualunque, nel corso della serata. Sono ulivi che arrivano da Assisi, dove il 27 ottobre 1986 si svolse lo straordinario incontro interreligioso voluto da San Giovanni Paolo II, grazie allo “spirito di Assisi” nella gran parte della terra furono sospesi i conflitti armati. Il nostro auspicio è quello di rilanciare dalla Reggia di Venaria, da questa bellezza, da questi giovani fortunati, lo “spirito di assisi”, ovvero il messaggio di Pace affinché questo diventi un valore universale capace di abbattere tutti i muri e reticolati”. Un altro importante appuntamento, lanciato nell’edizione 2018 dal Comitato Organizzatore che ha voluto rendere omaggio al Gen. Delio Costanzo – uno dei suoi principali fondatori, è quello del “Premio Costanzo”: un prestigioso riconoscimento che rende onore a Donne, Uomini e Istituzioni che, attraverso il loro operato nei singoli campi professionali, hanno reso un “nobile” servizio al Paese.

Marina Militare, conclusa campagna solidarietà 2023 di Nave Italia

Marina Militare, conclusa campagna solidarietà 2023 di Nave ItaliaRoma, 23 ott. (askanews) – Dopo oltre 2mila miglia di navigazione, si è conclusa la campagna di solidarietà 2023 di Nave Italia. Il brigantino dei fragili si prepara per la nuova stagione

Dopo 2.448 miglia e 1779 ore trascorse in mare, si è conclusa sabato 21 ottobre la campagna di solidarietà 2023 di Nave Italia, il brigantino a vele più grande del mondo proprietà di Fondazione Tender To Nave Italia e battente bandiera della Marina Militare. Le campagne sono svolte a favore di ragazzi e adulti con disabilità cognitive, deficit sensoriali, malattie genetiche, disagio psichico e sociale. Quest’anno l’iniziativa ha meritato l’adesione del Presidente della Repubblica. Poste Italiane ha inoltre dedicato un francobollo in tiratura speciale in concomitanza dei 30 anni dal varo della nave. Salpata dal porto di La Spezia il 18 aprile scorso, dopo aver toccato, in circa 6 mesi di navigazione, i porti italiani di Genova, Savona, Livorno, Civitavecchia, Olbia e Cagliari, Nave Italia ha portato a bordo 23 tra associazioni ed enti no profit del terzo settore provenienti da tutta Italia e una dal Sudafrica, per un totale di 247 partecipanti e 108 accompagnatori.

Nel corso della campagna, sono stati ospitati enti diversi, tutti affiancati dal personale della Fondazione che ne cura i progetti, dalla genesi alla realizzazione. A bordo si vive e si opera fianco a fianco, attorniati dal mare e dal vento. Tutti, indistintamente, ciascuno con un ruolo preciso, marinai, ragazzi, accompagnatori. Si diventa tutti parte di uno stesso equipaggio, senza distinzioni tra chi sale a bordo per una settimana e chi ne fa parte in pianta stabile. Questo, e l’esposizione dei beneficiari a stimoli emotivamente molto forti, sempre in una cornice di massima sicurezza, è il segreto del “metodo Nave Italia” che, sotto la guida del personale scientifico della Fondazione e dell’equipaggio della Marina Militare, si è rivelato particolarmente efficace nel consentire a piccoli gruppi di persone in difficoltà di mettersi alla prova e sfruttare a pieno le proprie potenzialità, superando tutti quei pregiudizi che li accompagnano nella quotidianità. “Ci siamo sentiti dire – afferma il Direttore Scientifico Paolo Cornaglia Ferraris – ‘Impossibile che un non vedente possa navigare su un veliero senza correre rischi’. ‘Irragionevole che un autistico sia improvvisamente inserito in spazi nuovi con persone che non conosce’. ‘Un ragazzo con grave epilessia non può nuotare in acqua alta’. ‘Un ultraottantenne con diagnosi di demenza senile non può adattrsi a cabine piccole e scale ripide’. Buon senso – dicono – pregiudizi ragionevoli, largamente condivisi. Eppure, da 16 anni persone che vivono disabilità e disagio salgono su Nave Italia per ritrovare energie personali nascoste, liberarsi di preconcetti, uscire dalla prigione in cui vivono a causa del pregiudizio sociale. Chi pensava si trattasse di un sogno, s’è stupito di come la nostra squadra di psicologi, educatori, medici e pedagogisti, uniti ad un formidabile equipaggio di professionisti della Marina Militare Italiana, riuscisse ad offrire a tutti la libertà di una straordinaria avventura sul mare. Uno strumento unico, un metodo riabilitativo collaudato da anni di esperienza e provata efficacia: un brigantino è diventato il luogo dove il ‘Metodo Nave Italia’ rivela la propria forza, per la sua capacità di porre ogni persona di fronte ad un ‘cambio di rotta’. Non saranno mai più prigionieri del proprio disagio. Salendo a bordo, vivono un’avventura emozionante, coinvolgente, gioiosa, che li conduce ad una vita diversa da quella precedente, segnata da limiti che troppi credevano invalicabili”.

Si tratta di una grande opportunità per tutte quelle realtà – enti non profit, scuole, ospedali, ma anche servizi sociali, aziende pubbliche o private – che promuovano azioni inclusive vero i propri beneficiari e le loro famiglie e che, grazie alla Fondazione Tender to Nave Italia, possono offrire loro l’esperienza di vivere un’esperienza educativa e formativa a stretto contatto con l’equipaggio della Marina Militare e lo staff della Fondazione. Fondazione Tender To Nave Italia ETS, ente senza scopo di lucro fondato nel 2007, promuove numerosi progetti di solidarietà a favore di Associazioni non profit, Onlus, Scuole, Ospedali, Servizi sociali, Aziende pubbliche o private che sostengono azioni inclusive verso i propri assistiti e le loro famiglie. Mission della fondazione è combattere ogni forma di pregiudizio sulle disabilità e sul disagio sociale, abbattendo il muro dell’indifferenza e ponendosi al fianco di persone fragili che, a causa di quel pregiudizio, rischiano di finire ai margini della comunità. Gli strumenti della Fondazione sono progetti educativi e riabilitativi che vengono realizzati a bordo di un brigantino a vela battente bandiera della Marina Militare, Nave Italia, seguendo una metodologia specifica: i protagonisti a bordo sono bambini, adolescenti e adulti con disabilità, disagio psichico o disagio sociale e famigliare, che hanno ogni giorno grandi ostacoli da affrontare e che a bordo riconquistano la fiducia in sé stessi, attraverso un’esperienza che unisce prossimità e gerarchia. Dal 2007 Nave Italia ha imbarcato 7.355 persone tra passeggeri speciali, operatori e volontari dedicati e ha realizzato 359 progetti cresciuti in questi anni, per numero e qualità, fornendo ai beneficiari percorsi formativi e riabilitativi unici.

Il 26 ottobre i primi 10 anni di Solutions Journalism Network

Il 26 ottobre i primi 10 anni di Solutions Journalism NetworkRoma, 23 ott. (askanews) – Raccontare le soluzioni invece di focalizzare l’attenzione solo sui problemi. Il solutions journalism è un approccio all’informazione che si avvicina al giornalismo d’inchiesta e che sceglie l’approfondimento piuttosto che la velocità di narrazione. Il prossimo 26 ottobre, informa una nota, si celebrano i 10 anni del Solutions Journalism Network, organizzazione non profit che si occupa di divulgare il giornalismo delle soluzioni su scala mondiale. La nascita di questa corrente dell’informazione risale all’inizio di questo secolo quando, la stampa afroamericana degli Stati Uniti ha iniziato a raccontare le storie di chi riusciva a risolvere i problemi delle comunità afroamericane. Negli stessi anni, la Fundación Gabo a Cartagena, in Colombia (all’epoca chiamata Fundación para el Nuevo Periodismo Interaméricano), stava già esplorando il giornalismo delle soluzioni e aiutando i giornalisti a praticarlo.

La svolta è arrivata nel 2010 quando Tina Rosenberg e David Bornstein hanno inaugurato la rubrica “Fixes” sul New York Times. L’appuntamento settimanale dei due giornalisti esaminava le risposte innovative o di successo ai problemi sociali mettendo in luce cosa separasse il successo dal fallimento. Da questa esperienza e dall’idea di voler avviare un’organizzazione per identificare, legittimare e diffondere l’idea, è nato il Solutions Journalism Network: era il 2013 quando a David e Tina si è unita la giornalista Courtney Martin per dar vita a questo progetto. Ancora oggi il network americano, che ha sede a New York City, è attivo con l’obiettivo di trasformare il giornalismo in tutto il mondo, alimentando un approccio all’informazione che sia di aiuto e sostegno alla società fornendo informazioni complete, equilibrate e utili. Il team è oggi formato da 45 professionisti che operano da diversi Paesi del mondo. In Italia, il Solutions Journalism Network, collabora con il Constructive Network fondato nel 2019 dai giornalisti Assunta Corbo, Vito Verrastro, Andrea Paternostro, Isa Grassano, Marco Merola, Mariangela Campo e Angela Di Maggio. Si tratta di un network di professionisti che si occupa di fare formazione e divulgare i principi del giornalismo costruttivo e delle soluzioni. “Ho scoperto il solutions journalism nel 2013 quando ho realizzato che volevo perseguire un tipo di giornalismo di qualità, rispettoso del pubblico e delle storie – afferma Assunta Corbo, co-founder Constructive Network, Lede Fellow e Trainer Certificata del Solutions Journalism Network – per diversi anni ho studiato approfonditamente, condotto ricerche e partecipato a confronti con coloro che lo praticavano. Ho iniziato ad adottare questo approccio mentre lavoravo con importanti pubblicazioni nazionali. In quel periodo, il giornalismo delle soluzioni non era conosciuto in Italia. È stato allora che ho pensato di fondare il Constructive Network che oggi propone formazioni ai singoli professionisti, ma anche agli Ordini dei Giornalisti Regionali e alle Università per fare in modo che sempre più professionisti abbraccino questo approccio. Siamo partiti in 7 e oggi siamo circa 200 giornalisti italiani distribuiti su territorio nazionale ed europeo”.

Il solutions journalism è una forma di narrazione molto rigorosa che si concentra su come le persone stanno cercando di risolvere i problemi che riguardano la nostra società e sui risultati che stanno ottenendo. Una buona storia di soluzione si basa su quattro pilastri: “Riporta una risposta a un problema e come funziona questa risposta. “Cerca prove disponibili di successo o fallimento, poiché le buone intenzioni non sono sufficienti. “Cerca di scoprire importanti intuizioni, non solo ispirazioni. “Racconta anche i limiti delle soluzioni proposte senza celebrare. Si chiede: cosa non funziona? “Non stiamo parlando di un giornalismo positivo a tutti i costi – aggiunge Corbo – perché è importante offrire sempre un contesto di riferimento e avere chiaro il problema che apre le porte alle soluzioni. Altro elemento fondamentale è che ci siano dati concreti che possano testimoniare perché le soluzioni funzionano. Per questo si tratta di un giornalismo lento e di approfondimento: non viaggia ai ritmi delle breaking news ma preferisce aspettare e proporre una narrazione più completa. Lo slogan che viene utilizzato dal Solutions Journalism Network e che noi sposiamo è: “l’intera parte della storia”. Non solo il positivo, non solo il negativo”.

La crescita esponenziale di questo approccio all’informazione si può misurare con i risultati delle ricerche in Google. Nel 2015 alla ricerca dei termini “solutions journalism” corrispondevano circa 2mila risposte che sono salite a 8mila nel 2019, a 343mila nel 2021 e a oltre un milione oggi. Nel Solutions Story Tracker, la collezione di storie di giornalismo delle soluzioni provenienti da testate di tutto il mondo, sono presenti più di 15.300 articoli prodotti da 8.700 giornalisti e 1.900 testate, in 15 diverse lingue. I giornalisti provengono da 89 paesi ma le storie raccontate appartengono allo scenario di 191 paesi. “Nel Solutions Story Tracker sono inseriti anche alcuni articoli pubblicati su www.news48.it , la testata giornalistica indipendente e non profit che abbiamo fondato con il Constructive Network a marzo 2021 grazie a un grant ricevuto dal Solutions Journalism Network – aggiunge Corbo – le firme del magazine sono i giornalisti che aderiscono al network italiano e che hanno seguito un percorso formativo”.

Lo scorso giugno è uscito in Italia il libro “Inversione A U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società” scritto da Assunta Corbo e Mariagrazia Villa, presidentessa del Comitato Etico del Constructive Network. Il volume, edito da Do It Human Editore, è un manuale e saggio che racconta la storia del solutions journalism e suggerisce metodologie e strumenti da mettere in pratica come professionisti dell’informazione. Si propone anche come punto di riferimento per le persone che desiderano comprendere come informarsi in modo costruttivo. Il libro verrà presentato il prossimo 27 ottobre alle ore 17 a Milano, presso Ècate Caffè Libreria in Via Pomponazzi 9E.

Su Rai3 il Women for Women againts Violence Camomilla Award

Su Rai3 il Women for Women againts Violence Camomilla AwardRoma, 23 ott. (askanews) – Il 27 ottobre su Rai3 alle 23.15 andrà in onda il “Women for Women” con la conduzione di Beppe Convertini e Arianna Ciampoli.

Il “Women for Women against Violence Camomilla Award”, per la regia di Antonio Centomani, sarà dedicato alla rinascita delle donne ferite da una violenza o da un tumore al seno che non smettono mai di combattere. Convertini è uno dei conduttori di UnoMattina in Famiglia su Rai1 ed è reduce questo fine settimana da ascolti record, con il 22.9 di share; è da sempre attento alle tematiche sociali, come quelle a tutela delle donne. Ha accolto con entusiasmo e la sua proverbiale eleganza la conduzione di questo programma, che andrà in onda il 27 ottobre alle 23.15 su Rai3, dall’Auditorium del Massimo di Roma, una kermesse tv pensata dalle donne per le donne organizzato dall’Associazione Consorzio Umanitas per promuovere il contrasto alla violenza di genere e il benessere delle donne che lottano contro il tumore al seno. L’evento ha la triplice finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle criticità, valorizzare le iniziative sui due temi e raccogliere fondi per le associazioni impegnate nelle attività di sostegno. Saranno tanti i racconti toccanti, presentati dai due conduttori, che porteranno in tv, con delicatezza e attenzione, tante testimonianze, come quella della “mamma” di Miss Italia, Patrizia Mirigliani, nel suo monologo “Io quell’intruso lo conosco bene”, Nicolò Maja, giovane orfano del femminicidio, con la lettera alla mamma Giulia e alla sorella Stefania, affidata e letta dall’autore e cantante Niccolò Agliardi.

E poi ancora la storia di Antonietta Tuccillo, una combattente che ha trasformato la malattia in creatività diventando una stilista e per l’occasione ha affidato la sua storia all’attrice Giorgia Trasselli, Carolina Marconi, che ha lanciato il tema dell’oblio oncologico, Filomena Lamberti, sfregiata con l’acido dal marito e tanti altri guest e ospiti musicali, che hanno accettato l’invito a questo programma che ha come obiettivo la sensibilizzazione di problematiche che affliggono la nostra società. Tanti i nomi che riceveranno il “Camomilla Award”, come il giornalista Massimo Bernardini, la giornalista sportiva Greta Beccaglia, Samantha De Grenet, Daniele Angelo Giarratano e Gianfranco Natelli dell’Arma dei Carabinieri, il direttore del Messaggero Massimo Martinelli, Silvia Mezzanotte e la trasmissione Le Iene con Nina Palmieri e Filippo Roma.

Lega del Filo d’Oro: sordociechi rischiano di rimanere invisibili

Lega del Filo d’Oro: sordociechi rischiano di rimanere invisibiliMilano, 22 ott. (askanews) – Pari opportunità, un futuro privo di barriere, accessibile in egual misura in tutta Europa, in cui il pieno riconoscimento dei propri diritti venga attuato garantendo un’inclusione reale: chiedono questo le persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, oltre un milione e 400mila in Europa (lo 0,3% della popolazione residente, il 2,5% per gli anziani) e oltre 360mila in Italia (lo 0,7% della popolazione). Una fascia di popolazione spesso invisibile, agli stessi governi, che rischia di essere confinata nell’isolamento imposto dalla propria disabilità a causa dell’assenza di efficaci processi di analisi dei bisogni specifici di queste persone, delle barriere e delle disuguaglianze che sono costrette ad affrontare.

Per la loro complessa condizione, queste persone hanno limitato accesso all’istruzione, con conseguenti minime possibilità di lavoro e sono quindi a rischio povertà. In particolare, se si guarda al contesto italiano, il 73% sono donne e, per la quasi totalità, hanno oltre 65 anni di età (92%). Tra queste, il 43,1% vive da solo e la maggioranza ha solo la licenza elementare (84,4%). Fattori che incidono sulla condizione economica, che colloca il 17,2% di questa fascia di popolazione al di sotto del 1° quintile di reddito e il 27,5% tra il 1° e il 2° quintile. Rispetto alla condizione professionale, l’11,1 dichiara di essere inabile al lavoro. Inoltre, tra gli over 65 (241mila persone), oltre 7 persone su 10 (73,9%) presentano difficoltà gravi nelle attività domestiche e nelle attività di cura personale. Rispetto a quest’ultime, quasi la metà (48,7%) denuncia la mancanza di aiuto. Percentuale che sale al 54,2% tra chi dichiara di avere difficoltà importanti nelle attività domestiche. Oggi la più grande paura è quella di essere lasciate sole, nuovamente invisibili di fronte a una crisi di dimensioni globali, che rischia di far percorrere passi indietro rispetto ai diritti faticosamente conquistati. Per questo, in occasione della Giornata Europea della sordocecità, la Lega del Filo d’Oro riaccende l’attenzione su questa disabilità specifica e complessa, portando avanti il proprio impegno affinché in Italia l’iter per la revisione e la piena applicazione della legge 107/2010 sul riconoscimento della sordocecità non si fermi. “Negli ultimi venti anni, risultati importanti sono arrivati tanto in Europa, con la risoluzione del Parlamento Europeo che riconosce la sordocecità quale disabilità specifica unica, sia sul piano internazionale, con la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con disabilità. Risultati che hanno prodotto conseguenze dirette sulla legislazione italiana, con la legge-delega 227/2021 per la riforma della materia della disabilità, e con la legge 107/10, che riconosce la sordocecità nell’ordinamento nazionale – spiega Francesco Mercurio, Presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Fondazione Lega del Filo d’Oro – Ciononostante, i problemi sono ben lontani dall’essere risolti”.

Gran ballo viennese di Roma, il 28 ottobre evento benefico

Gran ballo viennese di Roma, il 28 ottobre evento beneficoRoma, 21 ott. (askanews) – Se una favola potesse prender vita, il Gran Ballo Viennese di Roma ne sarebbe senza dubbio la rappresentazione più reale. L’orchestra dal vivo che suona il valzer, gli abiti fiabeschi, la sala da Ballo del maestoso St. Regis Rome, ma soprattutto l’emozione unica delle giovani principesse e dei loro cavalieri. Sono questi gli elementi di una fiaba senza tempo che prenderanno corpo sabato 28 ottobre quando la Ritz Ballroom del St. Regis Rome, prima sala da ballo di Roma, farà da palcoscenico alla XV edizione del Gran Ballo Viennese di Roma.

La serata sarà condotta da Marianna Taormina, la giovane siciliana che nel 2018 ha indossato la fascia di Miss Sorriso e l’anno seguente ha rappresentato l’Italia al celebre Opernball di Vienna. Quest’anno il Charity Ball sosterrà una realtà associativa che condivide il suo spirito: essere un appuntamento dedicato all’universo femminile, si tratta dell’Associazione “Frida – Donne che sostengono donne”. Frida nasce nel 2008 dalla forza e dalla volontà di un gruppo di donne con specializzazioni differenti, opera in collaborazione con le istituzioni per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere, fornisce accoglienza e sostegno a donne vittime di violenza e realizza azioni di sensibilizzazione e formazione sulle tematiche di genere.

Chi sono le partecipanti al Gran Ballo Viennese di Roma? Tenaci, determinate, curiose della vita e di sé stesse, ma soprattutto libere “sognatrici” in grado di sfidare il mondo e le sue convenzioni. Questo l’identikit delle ragazze, di età compresa tra i 16 e i 25 anni provenienti da tutta Italia, pronte a volteggiare sulle note dei più famosi Valzer di Strauss e accompagnate dai loro cavalieri, appartenenti al 1° Reggimento Granatieri di Sardegna, dell’Esercito Italiano. L’appuntamento da fiaba, tra i più attesi della stagione autunnale, è l’apice di un “format esperienziale” creato nel 2007 da Elvia Venosa e oggi trasformato in una realtà associativa consolidata: Associazione di Promozione Sociale (APS) Gran Ballo Viennese di Roma. Una realtà nata dal desiderio di raccontare l’esperienza di circa mille tra ragazze e ragazzi che hanno partecipato in questi anni al Ballo, con l’obiettivo di offrire un’alternativa alle nuove generazioni che non si riconoscono nei modelli sociali predominanti prendendo ad esempio la settimana di preparazione che precede l’evento stesso. Nonostante l’incessante battage mediatico, a cui assistiamo quotidianamente, su temi legati al gender gap, all’inclusione, al bullismo, troppo spesso proprio le giovanissime che incontriamo hanno gravi difficoltà a far sentire la propria voce. Essere fuori dal coro resta la cosa più difficile, non aderire ai canoni estetici e comportamentali proposti dalla società comporta “l’esclusione”, l’emarginazione sociale che in giovane età ha dei costi altissimi. Credere in valori come romanticismo, gentilezza, corteggiamento, rispetto reciproco, altruismo, condivisione può far sentire questi ragazzi mosche bianche. Lo scopo dell’Associazione è creare per queste ragazze e per i loro cavalieri dei momenti di incontro, delle occasioni speciali, anche attraverso il ballo di coppia, in cui incontrarsi, conoscersi e riconoscersi, fare amicizia nel modo più semplice e naturale possibile.

L’evento non si limita esclusivamente alla serata di Gala, ma come ogni anno, sarà preceduto da una settimana impegnativa e ricca di emozioni durante la quale per le partecipanti si alterneranno: lezioni di Bon Ton, svolte dall’Accademia Italiana di Galateo, ma anche di Make-up, con Pablo Gil Cagnè. Accompagnate dai rispettivi cavalieri, le ragazze, seguiranno lezioni di Valzer curate dal Maestro Fabio Mollica che, sin dalla prima edizione, si fa garante di coreografie da sogno. Grande novità di questa edizione l’importante collaborazione con la Sensual Dance Fit, il primo programma di danza e motivazione ideato dalla ballerina, coach internazionale ed imprenditrice Carolyn Smith e dedicato a tutte le donne, senza distinzioni: un progetto concepito per aiutarle a ritrovare la propria sensualità e femminilità attraverso semplici passi di ballo e movimenti di fitness. Grazie a questa collaborazione le ragazze parteciperanno ad una lezione creata appositamente per loro con l’insegnante certificata SDF – Serena Stagni. Gli ospiti, presenti alla serata di Gala, avranno la possibilità di immergersi nelle magiche atmosfere dei balli viennesi e danzare sulle note di un repertorio eseguito da un’orchestra dal vivo. Una serata unica, un crescendo di emozioni, che conquisterà ogni singolo spettatore. Il Charity Ball più glamour della Capitale è realizzato con il Patrocinio della Città di Vienna, dell’Ambasciata d’Austria in Italia e del Ministero della Difesa Austriaca.

A Milano la 18esima edizione dell’asta “Scatti per bene”

A Milano la 18esima edizione dell’asta “Scatti per bene”Milano, 20 ott. (askanews) – “Scatti per bene”, appuntamento solidale dedicato alla fotografia d’autore che chiama a raccolta filantropi, appassionati e collezionisti, è arrivato alla 18esima edizione. L’evento è promosso ed organizzato dall’Associazione CAF sotto la direzione artistica di Denis Curti, in collaborazione con Still e Aste Bolaffi ed il supporto di Fondazione BPM, General Finance e Scalo Milano Outlet & More.

“Nel caso di questa iniziativa benefica ideata e promossa dall’Associazione CAF, quest’anno alla sua diciottesima edizione – ha detto Denis Curti – il concetto di memoria collettiva si fonde con l’espressività individuale e riesce a trasformare un evento in tradizione. Si tratta di una vera e propria sintesi eterogenea di immagini pensate e costruite, capaci di arrivare a tutti in modo diretto, stabilendo così i presupposti per un’occasione di “confronto” edificante. Qui i fotografi sono i protagonisti effettivi di un’azione di solidarietà, un atto di unificazione che, immediatamente, diventa emozione vissuta e condivisa”. 72 i lotti che verranno battuti all’asta da Filippo Lotti, nuovo DG di Aste Bolaffi e affezionato protagonista di questo evento sin dalle sue primissime edizioni. Sarà un’asta solidale, priva di commissioni, nella quale i partecipanti, attraverso il loro piccolo o grande contributo, avranno la possibilità di essere parte di un importante progetto di aiuto a favore dell’infanzia.

“Come più volte è capitato nella storia di questa manifestazione, anche numerosi artisti ‘non fotografi’ hanno voluto offrire alla nostra Associazione le proprie opere d’arte per contribuire al “per bene” di questo straordinario evento dal grande valore artistico e solidale – ha spiegato Emanuela Angelini, responsabile Comunicazione e raccolta fondi dell’Associazione CAF -. Così, anche quest’anno, con grande gioia abbiamo accolto e selezionato per il nostro catalogo di Scatti per Bene sei opere non fotografiche, e abbiamo dedicato loro una sezione speciale, come speciale è l’amicizia che lega ciascuno degli autori alla nostra Associazione. Potrete ammirare due disegni del grande maestro della drammaturgia italiana Dario Fo che amava immortalare su carta i personaggi mitici delle sue rappresentazioni teatrali, uno dei suggestivi libri scultura di Lorenzo e Simona Perrone, un omaggio pop alla coppia Fo-Rame realizzato da Bianca Lodola in occasione del novantesimo compleanno di Franca Rame, una strabordante tela e un vibrante dipinto dai riflessi metallici, rispettivamente opera di Max Marra e Matteo Montani”. L’asta si terrà il 6 novembre alle 19 in Triennale a Milano.

Guerra Israele-Hamas, messaggio Papa Francesco casa abramitica sia veicolo pace

Guerra Israele-Hamas, messaggio Papa Francesco casa abramitica sia veicolo paceRoma, 20 ott. (askanews) – “Nessuno può uccidere indisturbato, qualsiasi motivo lo animi. Niente giustifica l’odio fratricida. Non vi sono ideali che possono giustificare il massacro di esseri umani, seppur rivolti a fini sublimi. La vita è un dono di Dio. E’ una verità che non può essere compresa dai terroristi, perché offuscati dalla ‘non verità’ rigida, schematica e perentoria, mai pronta al confronto. Assistiamo nuovamente allo sterminio di vite innocenti nei luoghi in cui è nato e vissuto Gesù, in cui Egli ha predicato l’Amore. Una nuova strage di vite innocenti. La storia si ripete? No, è l’odio fratricida che si rinnova e semina morte. Il pianto di Dio accompagna il pianto di coloro che vedono morire i propri affetti per il folle egoismo legato alla sete di affermazione politica e, pertanto, per il potere che ne scaturisce. Il fondamentalismo dimostra che è vivo, che vuole governare la vita del popolo islamico. Non accetta confronti con altre concezioni della vita e della religione, non ascolta la voce di nessuno. L’Islam aspira fortemente a dimostrare di non essere fondamentalista ed afferma vigorosamente di essere aperto al dialogo”. Lo dichiara Biagio Maimone, Corrispondente dall’Italia per il quotidiano America Oggi e Direttore della Comunicazione dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui Presidente è Monsignor Gaid Yoannis Lahzi, già Segretario di personale di Sua Santità Papa Francesco.

Maimone aggiunge: “Una parte dell’islam rimarca di voler essere fondamentalista, non aperto al confronto con altre religioni, con altre filosfie della vita, con chi vuole un mondo governato dall’amore e non dalla viòlenza, con chi vuole un mondo governato dallo stato di diritto e non dalla legge che nega la libertà di pensiero, che nega il valore della persona e i suoi diritti fondamentali. Scende la notte sulle terre afflitte e spaventate di Israele e della Palestina, ritorna la barbarie. Non c’è pace sotto gli ulivi. In qualità di membro dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo ho avuto modo di seguire, sotto il profilo giornalistico, l’impegno del Documento ‘Sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’ e la realizzazione della Casa della Famiglia Abramitica a cui esso ha dato vita, che mi ha consentito di verificare come realmente e fattivamente Papa Francesco sia il ‘Papa della Pace’. Il Documento sulla ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’, sottoscritto da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb , il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, ha sancito un’alleanza tra tre religioni il cui Dio è unico, che sono la religione islamica sunnita, la religione ebraica e la religione cattolica. E’ sorta la Casa della Famiglia Abramitica in seguito a tale sottoscrizione, che può dirsi un suo frutto prezioso, che racchiude in un unico sito una Moschea, una Chiesa e una Sinagoga, edificate per vivere accanto, nel rispetto reciproco delle proprie differenze religiose. Essa dimostra come tre religioni diverse, pur mantenendo il loro credo religioso e, pertanto, la propria identità, possano vivere su un unico spazio, ossia su un unico territorio, facendo del dialogo il fulcro della loro coesistenza pacifica. La Casa della Famiglia Abramitica rappresenta un simbolo di pace, con cui Papa Francesco ha voluto dimostrare al mondo intero la coesistenza pacifica delle differenze, le quali hanno la possibilità di interagire, in modo costruttivo, attraverso il dialogo. La Casa della Famiglia Abramitica insegna, altresì, che i territori le cui differenze saranno valorizzate e valorizzabili mediante il dialogo incessante, aprono orizzonti insospettabili per il miglioramento della condizione umana, sociale e politica dei popoli, in quanto pervasi dalla pace e dal l’armonia. Lo strazio del popolo di Isreale e del popolo palestinese, colpiti dal fondamentalismo di Hamas, non impedirà al Documento ‘Sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune’ di diffondere il suo messaggio per le strade del mondo. Non si lascerà certo scoraggiare da chi non sa amare. Odiano il dialogo coloro che hanno fatto del fondamentalismo religioso la ragione della propria affermazione politica. Ma soprattutto essi non hanno compreso cosa significa la parola ‘essere umano’. Nel cuore della persona pulsa un’anima che lo fa essere una creatura divina. In nome di Dio non si può uccidere la sua creatura. I fondamentalisti dimostrano di rinnegare la più sublime verità divina. Essi dimostrano di credere unicamente solo nel potere fine a se stesso. Il Cattolicesimo e il Cristianesimo insegnano che il dialogo costruisce accordi che non moriranno mai perché condivisi pienamente in quanto guidati dal principio dell’amore fraterno. L’idea di sottomettere attraverso la violenza è radicata nelle menti di coloro che sono accecati dall’odio fratricida, dal desiderio di sopraffazione. Il fine non giustifica il mezzo. La logica della violenza ha dominato la storia umana e continua a dominarla”. Fino a quando si chiede Maimone?

“E’ noto che i dittatori sono soggetti al tribunale della storia. La storia è foriera di verità e giustizia. Siamo di nuovo di fronte a molteplici conflitti che non creeranno certo ordine, ma solo disordine, in quanto sorretti dalla menzogna e dall’istinto di morte. Dare attuazione concreta all’anelito alla libertà non può significare in alcun modo uccidere la libertà degli altri, ma significa far ricorso agli strumenti del dialogo che le menti veramente evolute sono in grado di realizzare. La libertà è figlia della verità e non della crudeltà che il cieco fondamentalismo fa vivere, chiuso nel buio del pregiudizio. Gli insegnamenti del Cristianesimo e del pacifismo costituiscono il vero cammino da percorrere per ridare dignità ai popoli ai quali essa non è riconosciuta. Nella terra in cui è nato Gesù deve rinascere la pace attraverso l’instaurazione di una relazione fondata sulla fratellanza umana, come chiede, con umiltà e con accorato vigore, il Documento Sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune”.