Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Violenza contro le donne: in Senato le storie delle vite spezzate

Violenza contro le donne: in Senato le storie delle vite spezzateMilano, 22 nov. (askanews) – Una persona ai margini della società, il vicino di casa. L’identikit dell’autore di violenza sulle donne che emerge da un’indagine condotta da SWG per conto dell’associazione “Giornaliste Italiane”, mostra quanto sia distante la percezione del fenomeno tra uomini e donne. La rilevazione, condotta su un campione composto da 837 cittadini italiani maggiorenni dal 13 al 15 novembre, è stata presentata nel pomeriggio a Roma, in Senato, presenti la ministra per la famiglia e le pari opportunità, Eugenia Roccella, e la sottosegretaria al ministero dell’Interno, Wanda Ferro, l’occasione l’incontro “Maria Rosaria e le altre. Le vite spezzate dal non amore”, per fare il punto sul tema della violenza di genere pensato e voluto da “Giornaliste Italiane” in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.


La ricerca SWG parla chiaro: per i giovani maschi l’autore di violenza su una donna corrisponde alle caratteristiche del soggetto ai margine della società, con precedenti penali e problemi psichici; tra le giovani femmine assomiglia molto di più al vicino di casa. Dall’indagine emerge poi che la diffusione di stereotipi di genere tra gli Italiani è sempre più bassa, ma i maschi più giovani sembrano mostrare una netta insofferenza verso la parità che si esplicita in un atteggiamento generale di richiamo della centralità del ruolo maschile, anche all’interno di spazi storicamente più percepiti come al femminile. Rispetto alla violenza di genere l’atteggiamento di fondo degli italiani evidenzia da un lato la responsabilità piena e incontrovertibile – spiega SWG attribuita a chi la violenza la agisce, soprattutto se la vittima non è in condizioni di opporsi, dall’altro la necessità che una donna debba comunque sempre rimanere in guardia ed evitare situazioni che potenzialmente possano metterla in pericolo. E per 4 italiani su 10 alcune donne si mettono in pericolo da sole. Anche in questo caso l’opinione dei giovani uomini è decisamente più assolutoria nei confronti del genere maschile, mentre tra le giovani donne sono ritenute inaccettabili tutte le forme che ne limitano la libertà. E se per 8 Italiani su 10 una donna che ha subito violenza dovrebbe sempre presentare denuncia, questa certezza cala al 74% tra le giovani donne e al 63% tra i giovani uomini.


Sulla questione educativa, invece, l’accordo è decisamente più trasversale: i genitori e la scuola hanno la responsabilità di lavorare per trasmettere una corretta dimensione dei rapporti di genere. Come emerso nel corso dell’incontro le storie e i dati mostra come il tema della violenza di genere resti drammatico, segnato da storie di sangue e di dolore. Come la storia di Maria Rosaria Sessa, giornalista, uccisa 22 anni fa in Calabria per mano dell’ex compagno che è stata ripercorsa da Arcangelo Badolati, suo collega all’epoca. Un racconto commosso che non ha però lasciato alcuno spazio al ricordo sterile di una morte arrivata in un tempo lontano quando ancora la parola “femminicidio” non era nei pensieri di nessuno. E poi la vicenda di Linda Moberg. A raccontarla lei stessa, una sopravvissuta all’aggressione del marito. Un percorso drammatico delle sue giornate segnate dal disprezzo di quell’uomo, dalle botte. Linda ha avuto paura ma continua ad averne anche oggi e, per questo, ha chiesto a tutti di non lasciare le donne sole. E il ministro Eugenia Roccella ha voluto rassicurarla, spiegando che il Governo Meloni non intende lasciare sole le donne, e che lei non resterà sola, ricordando quanto fatto dall’Esecutivo in questi 2 anni, spiegando l’importanza della formazione e dell’informazione.


La sottosegretaria all’Interno, Wanda Ferro, ha assicurato l’attenzione al tema ponendo l’accento sulla necessità di approcciare al problema della violenza contro le donne anche dal punto di vista culturale. Due i momenti che hanno caratterizzato il pomeriggio dedicato alle donne: la storia di Maria Rosaria moderata da Emanuela Fiorentino (Mediaset) e raccontata dai giornalisti Arcangelo Badolati, Francesco Mannarino, la dottoressa Gabriella Marano criminologa dell’associazione Penelope. E poi la storia di Linda Moberg commentata dal giornalista Giuseppe Rinaldi, il direttore di Askanews, Gianni Todini e Mariavittoria Savini di Rainews 24, moderato dal giornalista Roberto Inciocchi (Agorà Rai).

Per un Natale di diritti: con Emergency primo posto diritto alla cura

Per un Natale di diritti: con Emergency primo posto diritto alla curaRoma, 21 nov. (askanews) – Al primo posto gli esseri umani. E il diritto alla cura di tutte e tutti, in Italia e nel mondo. Questo l’impegno di EMERGENCY da 30 anni, che oggi, in un periodo di emergenze globali, rilancia in maniera ancora più forte il suo “No alla guerra”: a Natale, per sostenere il lavoro dell’ong e dare una possibilità alla pace basta un piccolo gesto. Dal 24 novembre al 24 dicembre, nei negozi di EMERGENCY è possibile trovare tantissime idee regalo e sostenere così i suoi progetti in Italia e nel mondo. Dalle decorazioni natalizie e le tazze realizzate a mano dell’Uganda agli accessori cuciti e ricamati dalle donne afghane, dai cesti natalizi alle magliette dell’associazione firmate da artisti e disegnatori contemporanei: sono solo alcuni dei tantissimi prodotti che si possono acquistare sia online, sia in uno dei negozi di Natale EMERGENCY in 23 città italiane: Aosta, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Ferrara, Firenze, Genova, Livorno, Macerata, Mestre, Milano, Napoli, Padova, Pisa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Teramo, Torino e Venezia.


Quest’anno sono 130 le proposte regalo di EMERGENCY che, per questo Natale, propone anche tanti gadget con il suo logo: dalla classica tazza rossa in ceramica fino al calendario 2025, e poi alcune novità davvero originali come la maglietta Artivists firmata da Laika, l’ombrello EMERGENCY e la tazza termica tazza termica Travel Tumbler di 24Bottles. Per offrire un aiuto a chi vive nei contesti difficili in Italia e nel mondo dove EMERGENCY è impegnata, nei negozi dell’ong si potranno acquistare le fodere per cuscini, borse o i tradizionali Suzani, ampi tessuti tribali totalmente ricamati a mano in Afghanistan o le decorazioni per l’albero di Natale fatte in Uganda dalla cooperativa Musizi Joy, create da chi abita negli slum di Kampala e, ancora, il portachiavi No War Factory realizzato con i metalli provenienti dai residui bellici disseminati nel Laos, Paese del Sud Est asiatico, l’area del mondo più bombardata della storia.


Ma sono tantissimi anche i prodotti provenienti o da realtà solidali che collaborano con la ong: come i saponi equosolidali prodotti dalle donne del Burkina Faso oppure gli accessori moda e i capi di Ionè che non provengono da filiere industriali ma sono tutti pezzi unici prodotti da laboratori artigianali in India che riutilizzano i sari indiani, spesso usati solo una volta. Anche a tavola è possibile assaporare un Natale solidale: grazie ai prodotti di Banda Biscotti di Verbania, dove i detenuti possono imparare come riprodurre i grandi classici della pasticceria italiana, mentre con la cooperativa sociale Frolla, biscottificio per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità, è possibile gustare biscotti dolci e salati e dare l’opportunità di un futuro a persone con difficoltà e ancora le ceste dolci e salate di Libero Mondo, con una selezione di prelibatezze.


E anche quest’anno sarà in vendita negli shop EMERGENCY anche il Panettone “Fatto per bene” di EMERGENCY, dal packaging esclusivo per i 30 anni di EMERGENCY, in collaborazione con le Tre Marie. Sarà proprio lui il protagonista del weekend del 6-7-8 dicembre quando sarà in vendita nelle piazze di tutta Italia con la shopper di EMERGENCY. EMERGENCY propone, infine, delle idee-regalo virtuali che sosterranno specifiche attività dell’associazione in Italia e nel mondo: con un contributo online si potranno regalare giubbotti-salvagente per la nave Life Support di EMERGENCY, una visita pediatrica in Sudan, il sostegno alla formazione di una donna in Afghanistan, una visita medica gratuita a un paziente nel Politruck, ambulatorio mobile in Italia.


Con l’acquisto dei regali solidali sarà possibile inviare ai propri cari gli auguri di Natale tramite una e-card: si contribuirà così a garantire concretamente il diritto alla cura gratuito, uguale e universale per tutti, alla lotta alla guerra e alla povertà.

Lascito solidale, “forma di dono che alimenta il legame sociale”

Lascito solidale, “forma di dono che alimenta il legame sociale”Roma, 21 nov. (askanews) – Alla vigilia del Giving Tuesday, la Giornata internazionale dedicata alla generosità, prima delle feste natalizie e della grande corsa agli acquisti, il Comitato Testamento Solidale propone una riflessione sul testamento solidale come forma di dono che alimenta il legame sociale.


Secondo gli ultimi dati del Comitato Testamento Solidale, 6,3 milioni di italiani hanno un’attitudine positiva verso il lascito solidale e mezzo milione di over 50 lo ha già predisposto, ma nel Belpaese resta forte la ritrosia verso l’idea di fare testamento, in generale. “Una forma di esorcizzazione del pensiero della morte, ma negli ultimi 10 anni l’opera di informazione del Comitato ha lasciato il segno. Il testamento solidale è un dono che alimenta e rafforza il legame sociale”, spiega l’antropologo Paolo Apolito, che sul tema ha collaborato con il Comitato in occasione della presentazione dell’ultima ricerca su “Valori, donazioni e lasciti solidali” realizzata da Walden Lab-Eumetra. Secondo la ricerca, condotta a giugno di quest’anno su un campione rappresentativo di italiani over 25, in Italia, fare testamento resta un tema lontano per la maggioranza. Tuttavia, la consapevolezza riguardo al lascito solidale è in aumento, con una crescita di 12 punti percentuali negli ultimi cinque anni. Attualmente, 6,3 milioni di italiani (ossia il 24% degli over 50) hanno un’attitudine positiva verso il lascito solidale.


Come ricorda Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro, “il Comitato Testamento Solidale negli ultimi undici anni ha accompagnato l’opinione pubblica in un percorso di conoscenza e consapevolezza sul lascito solidale, di cui oggi vediamo i frutti. Siamo consapevoli che il lascito solidale continua ad essere scelto solo da una minoranza di italiani. Tanti italiani in più rispetto al passato, però, ora sanno che esiste questa forma di solidarietà. Il lavoro da compiere è ancora tanto, il nostro impegno continua”. (foto: Danilo Garcia Di Meo)

Lega del Filo d’Oro, da 60 anni a fianco di chi non vede e non sente

Lega del Filo d’Oro, da 60 anni a fianco di chi non vede e non senteRoma, 19 nov. (askanews) – È un filo prezioso quello che unisce le persone sordocieche con il mondo esterno. Un filo che, dal 1964, grazie al sostegno di tanti, si è rafforzato nel tempo, delineando un percorso costellato di importanti progetti realizzati, animato dalla passione e soprattutto dal coraggio di vedere e ascoltare ‘oltre” ciò che è possibile, per dare voce ai bisogni di chi non vede e non sente, migliorare la loro qualità di vita e promuovere maggiore inclusione all’interno della società. In questi sessant’anni di attività al fianco di chi non vede e non sente, la Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Ente Filantropico ha investito sulla crescita capillare a livello territoriale con l’obiettivo di fornire risposte concrete ai bisogni di utenti e famiglie, fino ad essere oggi presente in 11 regioni italiane con i suoi Centri Residenziali, Centri Diurni, Servizi e Sedi Territoriali, triplicando il numero di utenti seguiti negli ultimi vent’anni e seguendo oggi oltre 1.200 utenti, che hanno beneficiato di uno o più servizi nelle diverse modalità, garantendo loro interventi diagnostici, educativo-riabilitativi e socio-educativi, raggiungendo nel 2023 il numero più alto mai registrato.


È questo l’impegno dell’Ente, che per celebrare il suo sessantesimo anniversario, ha promosso questa mattina un evento speciale al Teatro Abàrico di Roma: un momento emozionante per ripercorrere la storia dell’Ente e ringraziare tutti coloro che hanno reso questo traguardo possibile, in particolare i suoi sostenitori, volgendo lo sguardo verso i futuri obiettivi da raggiungere. L’evento è stato l’occasione per presentare in anteprima la nuova campagna ’60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme”, firmata dall’agenzia Arkage, e ha visto la partecipazione dei testimonial e amici storici Renzo Arbore e Neri Marcorè, con l’intervento del Presidente Rossano Bartoli e le testimonianze di uno dei sostenitori che hanno contribuito alla campagna e della mamma di uno dei suoi piccoli protagonisti. ‘La Lega del Filo d’Oro si impegna da 60 anni a garantire una migliore qualità della vita alle persone sordocieche e alle loro famiglie, e questo è possibile principalmente grazie ai nostri sostenitori, che scelgono di condividere con noi una missione che va oltre l’assistenza: è un progetto di dignità, inclusione e speranza. A loro va la nostra profonda gratitudine e l’invito a continuare questo cammino al nostro fianco’, dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Lega del filo d’Oro ETS: ‘Per la Lega del Filo d’Oro, ogni traguardo raggiunto non è un punto d’arrivo ma uno slancio verso il futuro. È chi sostiene la nostra missione a darci la forza per realizzare nuovi progetti capaci di rispondere ai bisogni complessi dei nostri utenti. Oggi vogliamo dire loro un grazie sincero e riaffermare l’importanza del loro prezioso contributo, affinché nessuno debba affrontare il buio e il silenzio da solo. Ci tengo a ringraziare sentitamente anche tutte le famiglie che ripongono quotidianamente fiducia nel nostro operato, il personale e i volontari dell’Ente, e i nostri testimonial storici, Renzo Arbore e Neri Marcorè, che ci sono vicini da tantissimi anni’.


A supportare l’impegno della Fondazione, i due testimonial storici, che negli anni hanno prestato il volto a numerose campagne di raccolta fondi per sensibilizzare gli italiani sulla difficile condizione vissuta dalle persone sordocieche, che affrontano ogni giorno la sfida di andare oltre il buio e il silenzio. ‘Sessant’anni sono una prova di dedizione e tenacia, ma anche di una visione condivisa da tante persone che, con la loro generosità, hanno permesso alla Lega del Filo d’Oro di diventare una luce per chi non vede e non sente’, dice Renzo Arbore, testimonial della Lega del Filo d’Oro dal 1989: ‘Per me è un privilegio essere parte di questa famiglia, perché ciò che rende speciale la Lega del Filo d’Oro è la sua capacità di connettere le persone e trasformare i contributi in sogni tangibili. Essere testimone di questa missione mi riempie di orgoglio, e sono sicuro che, con l’aiuto di chi ci sostiene, riusciremo a dare speranza e supporto a chi ogni giorno convive con una disabilità complessa come la sordocecità”.


Per Neri Marcorè, testimonial della Lega del Filo d’Oro dal 2014, ‘la Lega del Filo d’Oro mi ha insegnato a guardare e ascoltare oltre, a credere che la solidarietà possa davvero cambiare il destino delle persone. È una storia fatta di volti, di famiglie, di bambini, giovani e adulti con sordocecità, ma anche di professionisti e sostenitori che, con il loro impegno, hanno trasformato la speranza in realtà. Oggi è questo il messaggio che vogliamo portare avanti. Sono onorato di sostenere da dieci anni l’impegno della Fondazione, è un percorso che tocca il cuore e ogni anno rinnova la sua capacità di coinvolgere e di ispirare. La campagna che abbiamo presentato oggi è un messaggio di fiducia e di vicinanza, ma anche una testimonianza di quanto il supporto dei nostri sostenitori sia fondamentale. Spero che sempre più persone decidano di unirsi a noi, perché solo insieme possiamo davvero fare la differenza’. L’IMPORTANZA DEI SOSTENITORI – I sostenitori hanno un ruolo fondamentale per la Lega del Filo d’Oro: nel corso del 2023, le donazioni dei sostenitori privati hanno contribuito alla copertura dell’85% delle spese sostenute dall’Ente, confermando la netta e crescente prevalenza dei contributi privati rispetto a quelli pubblici. Complessivamente, la raccolta fondi nel 2023 è aumentata del 24% rispetto all’anno precedente. Solo così la ‘Lega” riesce a garantire agli utenti un trattamento personalizzato che arriva a dedicare da 1 a 2,4 dipendenti per ogni ospite, in modo da offrire un percorso riabilitativo efficace a seconda del grado di disabilità. Per questa ragione oggi la raccolta fondi ha un ruolo fondamentale per la vita e lo sviluppo della Fondazione.


LA CAMPAGNA ’60 ANNI NON SI FESTEGGIANO, SI FANNO. INSIEME” – La nuova campagna dedicata al 60° anniversario della Lega del Filo d’Oro intende ringraziare tutti i suoi sostenitori, senza i quali questo traguardo non sarebbe stato possibile. Insieme a loro, come protagonisti, ci sono anche i piccoli e giovani utenti seguiti ogni giorno con passione e dedizione dai professionisti della Fondazione. Perché la storia della Lega del Filo d’Oro è fatta di migliaia di storie che si sono intrecciate nel corso di questi 60 anni e la campagna intende celebrare un anniversario che non guarda al passato, ma al presente e al futuro, raccontando ciò che si può continuare a fare, tutti insieme, unendo le storie di chi dona e di chi riceve per andare oltre il buio e il silenzio. Ad amplificare il messaggio di solidarietà, ancora una volta, ci sono Renzo Arbore e Neri Marcorè, amici e storici testimonial. La campagna porta con sé un messaggio potente di speranza e collaborazione, celebrando le storie di chi ha creduto e crede nella missione della Fondazione: un cammino collettivo e condiviso, in cui ogni gesto di solidarietà si trasforma in un sostegno concreto e quotidiano. L’IMPEGNO PER IL PIENO RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI – La Lega del Filo d’Oro è inoltre impegnata a dare voce alle istanze di chi non vede e non sente, promuovendo il pieno riconoscimento dei loro diritti presso le Istituzioni. In Italia la legge 107/2010 riconosce la sordocecità come una disabilità unica e specifica, ma necessita di essere rivista per una sua piena applicazione. Recentemente è stato approvato un disegno di legge molto importante per tutte le persone sordocieche, che riconosce la sordocecità come disabilità unica, senza discriminazioni tra persone con stesse condizioni sviluppate in età differenti. Questo passo significativo fa guardare al futuro con maggiore speranza e getta le basi per una società più inclusiva e rispettosa. A marzo la Fondazione ha presentato alla Camera dei Deputati il Manifesto delle persone sordocieche per chiedere alle Istituzioni un maggior impegno affinché ogni persona sordocieca venga riconosciuta e sostenuta, ovunque e sempre, con accesso a cure, interpreti e strumenti che possano davvero fare la differenza nella vita di tutti i giorni. L’inclusione scolastica, la mobilità autonoma, la possibilità di lavorare e di abitare in spazi pensati per le esigenze specifiche di chi non vede e non sente non sono solo diritti, ma passi fondamentali verso una società in cui nessuno resti indietro. Creare un mondo più accessibile, anche nei luoghi di sport e cultura, significa abbracciare la diversità e abbattere ogni barriera. La Fondazione crede fermamente che con il sostegno di tutti si possano superare le sfide attuali per creare una società più equa e accessibile.

Deliveroo con Croce Rossa Italiana, donati oltre un milione di pasti

Deliveroo con Croce Rossa Italiana, donati oltre un milione di pastiRoma, 18 nov. (askanews) – È giunta al quarto anno la collaborazione tra Deliveroo Italy e la Croce Rossa Italiana e ha raggiunto un importante risultato: grazie alla generosità dei clienti di Deliveroo e alle donazioni dirette della piattaforma, sono stati donati oltre 1 milione di pasti alle persone bisognose.


Il progetto – che rientra nell’ambito dell’iniziativa globale “Full Life” per il supporto ai territori e alle comunità nelle quali la piattaforma opera – ha l’obiettivo di affiancare la CRI in alcuni progetti finalizzati al contrasto della povertà alimentare, al supporto alle persone e alle famiglie più in difficoltà. La partnership – si legge in una nota – ha visto la partecipazione attiva dei dipendenti di Deliveroo, impegnati in questi giorni nel confezionamento di pacchi di alimenti e di beni di prima necessità che i Comitati territoriali della Croce Rossa Italiana destineranno alle famiglie bisognose. I volontari vengono dapprima coinvolti in una breve formazione da parte della CRI sulle attività condotte dal Comitato e, successivamente, prendono parte alle attività.


Alla base della collaborazione tra la Croce Rossa Italiana e Deliveroo c’è un sistema di donazione innovativo sviluppato dalla piattaforma che permette di arrotondare l’importo dei propri ordini e donare la differenza direttamente alla CRI. In questo modo, la generosità di tanti clienti che hanno donato piccole somme ha permesso di raccogliere i fondi necessari a donare oltre un milione di pasti. “Sono molto felice della partecipazione e del consenso che ha avuto in azienda questa iniziativa. L’entusiasmo e l’impegno concreto di tanti colleghi ci ha permesso di fare qualcosa di grande, qualcosa che ha aiutato chi ne ha bisogno sul territorio in cui operiamo. È un onore per noi collaborare da quattro anni con la Croce Rossa italiana, mettendo a loro disposizione la nostra tecnologia, risorse economiche, le ore di lavoro dei nostri dipendenti e finanziando i corsi di primo soccorso per i rider”, afferma Matteo Sarzana, General manager di Deliveroo in Italia.


“Secondo recenti studi, sono più di 5 milioni le persone in Italia che vivono in condizioni di povertà alimentare. L’impossibilità di accedere ad alimenti sicuri e in quantità sufficiente da poter avere un adeguato sostentamento, incide negativamente sulla qualità delle loro vite e sulla loro salute. Quotidianamente i Comitati della CRI su tutto il territorio svolgono iniziative di contrasto a questo fenomeno. Siamo lieti che partner come Deliveroo stiano supportando il nostro impegno nella lotta alla povertà alimentare che vuol dire, soprattutto, aiutare tante persone, alleviarne le sofferenze. Perché non avere un accesso garantito al cibo non è né può essere considerata una colpa”, ha aggiunto Debora Diodati, Vicepresidente della CRI. Nel corso dell’anno, inoltre, si sono svolti su base territoriale i corsi di primo soccorso per i rider che, su base volontaria, hanno permesso di acquisire competenze specifiche per la loro sicurezza e per poter essere parte attiva, in caso di bisogno.


Le iniziative di responsabilità sociale di Deliveroo proseguiranno anche nel corso del prossimo anno, per raggiungere e aiutare sempre più persone, insieme alla Croce Rossa Italiana.

Solidarietà, il riso che dona sorriso al Mozambico

Solidarietà, il riso che dona sorriso al MozambicoRoma, 18 nov. (askanews) – Mentre il Mozambico sta vivendo una situazione complicata in seguito alle recenti elezioni, arriva da Roma un messaggio di grande solidarietà. Il 19 novembre si terrà la serata di lancio della partnership tra l’azienda agricola Terre dei Padri e le organizzazioni umanitarie Mary’s Meals e Mozacome. A fare da cornice una splendida location sull’Isola Tiberina dove i graditi ospiti della serata degusteranno il Riso che Dona Sorriso, grazie al contributo degli Chef Fabio Bongianni e Claudio Favale.


Si tratta di un autentico esempio di cooperazione tra due organizzazioni umanitarie in prima linea con progetti semplici e concreti, supportate da un’azienda familiare che ha deciso di abbracciare la loro missione. Terre dei Padri immetterà sul mercato speciali confezioni di Riso da un 1Kg devolvendo 1 euro (equivalente di 9 pasti scolastici) destinati ai bambini delle scuole del Mozambico. Mary’s Meals opera per garantire ai bambini più bisognosi delle scuole primarie salute e educazione, Mozacome opera per aiutare le donne delle comunità rurali attraverso progetti di agricoltura sostenibile, due azioni complementari che permettono in modo tangibile di creare sviluppo e benessere a breve e a lungo termine. “Con questa operazione solidale contribuiamo e diamo la possibilità ai nostri clienti di contribuire al benessere di chi ha meno di noi e ne siamo fieri” spiega Luisa Corbetta socia dell’azienda Terre dei Padri. “Costa solo 11 centesimi fornire un pasto a un bambino nelle scuole sostenute dai nostri progetti. Grazie a quel pasto ogni bambino potrà continuare a studiare e avere un futuro migliore” continua Silvia Tolve, Direttrice del Fundraising di Mary’s Meals Italia.


“L’Empowerment femminile è essenziale per migliorare l’educazione infantile, e noi lo incoraggiamo permettendo alle donne capofamiglia di essere indipendenti economicamente” conclude Sónia Paulo Mavunja, Presidente di Mozacome. La serata di lancio del 19 Novembre sarà solo l’inizio di una partnership vincente che donerà sorriso a tanti bambini e alle loro famiglie.

Disagi psicologici, ne soffrono 2,7 mln di ragazzi fra i 10 e i 20 anni

Disagi psicologici, ne soffrono 2,7 mln di ragazzi fra i 10 e i 20 anniRoma, 12 nov. (askanews) – Isolamento, difficoltà nel relazionarsi, apatia e attacchi di panico; questi sono solo alcuni dei disagi che, secondo l’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Bilendi, colpiscono oltre 2,7 milioni di giovani con età compresa tra i 10 e i 20 anni. Eppure, quasi una famiglia su due sceglie di non ricorrere a cure specialistiche adeguate, spesso anche per ragioni di natura economica.


L’indagine – realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale* – ha evidenziato come i disagi giovanili siano un fenomeno che colpisce ormai una fetta ampissima della popolazione: dalla pandemia ad oggi ben 4 ragazzi su 10 con età compresa tra i 10 e i 20 anni hanno manifestato una o più problematiche di natura psicologica. Una vera e propria impennata di casi. Analizzando più da vicino le fasce anagrafiche, emerge che sebbene i disagi si comincino a manifestare in maniera evidente sin dai 10 anni di età, i più colpiti da questi problemi sono i ragazzi con età compresa tra i 15 e i 17 anni (46,3%) e quelli nella fascia 13-14 anni (44,6%).


I disagi più diffusi Isolamento nella propria stanza (20,3%, pari a più di 1,2 milioni di ragazzi), difficoltà nelle relazioni con i coetanei (17,1%) e diverse forme di apatia (11,7%), come detto, sono risultati essere i problemi psicologici più diffusi tra i giovani con età compresa tra i 10 e i 20 anni. Ma la lista è purtroppo lunga. Continuando a leggere i dati dell’indagine si scopre che, ad esempio, il 9,4% dei ragazzi, pari a circa 588.000 individui, soffre di attacchi di panico (percentuale che cresce fino a sfiorare l’11% tra i 18-20enni), mentre sono quasi 530.000 (8,5%) quelli che manifestano disturbi alimentari (fenomeno particolarmente diffuso nella fascia 13-17 anni). La depressione colpisce 335.000 ragazzi (con un’incidenza che arriva addirittura al 7% tra i giovani con età 18-20 anni), mentre sono almeno 94.000 i giovani che fanno abuso di alcol o usano sostanze stupefacenti; sebbene si tratta di un comportamento diffuso maggiormente nella fascia 18-20 anni, preoccupa vedere come questo fenomeno inizi a manifestarsi già a partire dai 10-12 anni.


Colpisce, infine, vedere come si diventi bulli molto presto e, addirittura, circa 40.000 bambini abbiano iniziato ad avere atteggiamenti di violenza verso altri prima ancora di aver compiuto i 12 anni. Famiglie, cure e costi Fa riflettere vedere che, a fronte di una situazione di disagio, quasi 1 famiglia su 2 (42%) abbia scelto di non fare ricorso ad un medico specializzato per affrontare la situazione. Tra questi, il 70% dei genitori intervistati ha detto di aver preso la decisione perché “riteneva non necessario l’intervento di un medico”; il 12,5%, invece, ha dichiarato di non poterselo permettere economicamente, dato equivalente a 133mila ragazzi non curati per questa ragione.


Ma nell’1,7% dei casi la famiglia ha preferito tenere la problematica confinata tra le mure domestiche perché non voleva si sapesse in giro del disagio vissuto dal figlio. Rivolgersi ad uno specialista ha costi che non sempre è facile affrontare; tra gli intervistati che hanno fatto ricorso all’aiuto di un medico, il 33,4% ha optato per la sanità privata, con una spesa media pari a 1.826 euro. Cifre importanti che nell’80% dei casi sono state sostenute con risparmi personali, mentre il 7,7% dei rispondenti ha detto di aver chiesto un prestito ad una società di credito. Marginale l’intervento delle assicurazioni private, usate solo dal 4,4% delle famiglie. “In generale, la copertura assicurativa per questo tipo di spese è ancora molto rara. Nella maggior parte dei casi il rimborso avviene solamente per sedute di psicoterapia a seguito di grave infortunio o invalidità”, chiariscono gli esperti di Facile.it “C’è sempre e comunque necessità di una prescrizione medica, che certifichi un disturbo (es. anoressia). Senza di questo, non è mai possibile farsi rimborsare. Va valutato caso per caso se la polizza, sia essa una sanitaria individuale o un fondo a cui contribuisce il proprio datore di lavoro, tuteli il sottoscrittore. Tutti, comunque, possono chiaramente ricorrere ad un prestito personale in maniera tale da non dover rinunciare per ragioni economiche ad un aiuto fondamentale per la serenità psicologica dei propri figli”.

A Elisabetta Belloni il riconoscimento di “Alumna Luiss 2024″

A Elisabetta Belloni il riconoscimento di “Alumna Luiss 2024″Roma, 11 nov. (askanews) – Il Consiglio di Amministrazione della Luiss Guido Carli conferirà il titolo di “Alumna Luiss 2024” all’Ambasciatore Elisabetta Belloni, Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), il prossimo 21 novembre, nel corso della tradizionale cerimonia dedicata al laureato dell’anno.


“Sono onorata di ricevere questo riconoscimento dalla mia Alma Mater”, ha dichiarato Elisabetta Belloni, proseguendo: “La Luiss è stata per me un ambiente formativo di grande ispirazione che ha contribuito a consolidare la dedizione e il rigore grazie ai quali ho scelto l’impegno istituzionale, che porto avanti ogni giorno con orgoglio e con il massimo senso di responsabilità. Dedico questo riconoscimento alle nuove generazioni di studentesse, studenti, laureate e laureati Luiss che, sono sicura, sapranno portare avanti con successo gli stessi valori”. Laureata con lode in Scienze Politiche alla Luiss nel 1982, con una tesi in “Tecnica del negoziato internazionale” sulla conflittualità nell’area del Golfo Persico, Belloni vanta una carriera diplomatica di rilievo iniziata nel 1985 alla Farnesina, presso la Direzione Affari Politici. Dopo vari incarichi all’estero tra il 1986 e il 1999, rientra in Italia dove ricopre ruoli istituzionali di crescente importanza all’interno della Farnesina. Dal 2002 al 2004 è Capo della Segreteria del Sottosegretario agli Esteri, poi alla guida dell’Unità di Crisi. Dal 2008 al 2012 è Direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo e, tra il 2013 e il 2015, Direttore generale per le Risorse e l’Innovazione. Promossa Ambasciatore di grado nel 2014, l’anno successivo assume l’incarico di Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Dal 2016 al 2021 è Segretario Generale della Farnesina e, dal 2021, Direttore generale del DIS, prima donna in un ruolo di massima rilevanza nel coordinamento della sicurezza nazionale. Nel marzo 2024 è stata, inoltre, nominata sherpa per il G7 e il G20.


“Impegno, merito e contributo alla comunità. Sono le qualità che caratterizzano il percorso di Elisabetta Belloni sin dagli anni universitari e che l’hanno accompagnata in una lunga carriera, durante la quale ha più volte infranto il cosiddetto ‘soffitto di cristallo’: come prima donna Segretario Generale della Farnesina e, ora, alla guida del DIS” ha commentato il Presidente Luiss, Luigi Gubitosi: “In ogni fase del suo percorso, ha messo la propria professionalità al servizio dello Stato con lealtà e senso delle Istituzioni. Questo riconoscimento è un modo per ringraziarla a nome di tutta la comunità Luiss, di cui interpreta perfettamente i valori”. Per Daniele Pelli, Presidente del Luiss Alumni Network (LAN), “nel corso della sua prestigiosa carriera, l’Ambasciatore Belloni ha contribuito a generare un impatto significativo sul panorama politico e istituzionale italiano e internazionale, rappresentando un modello di eccellenza che siamo certi potrà ispirare tanti studenti e studentesse che aspirano a un futuro nella diplomazia, così come i laureati e le laureate Luiss che si stanno affacciando su questo importante percorso”.


Il riconoscimento di “Alumnus dell’Anno” viene assegnato a ex allievi Luiss che si siano distinti per meriti professionali e contributi significativi, selezionati tra oltre 60mila Alumni in tutto il mondo. Il Luiss Alumni Network è presente in Europa, America, Asia e Medio Oriente e offre ai laureati dell’Ateneo intitolato a Guido Carli, una rete di confronto e crescita, ispirata a valori di apertura e innovazione. Negli anni scorsi, il titolo è stato attribuito a: Vincenzo Manes (2023), Marcella Panucci (2022), Patrizia Micucci (2021), Fabio Panetta (2019), Riccardo Zacconi (2018), Marco Morelli (2017), Luca Maestri (2016) e Carlo Messina (2015).

Gli italiani e le scelte quotidiane: 60% fatica a dire no a parenti e amici

Gli italiani e le scelte quotidiane: 60% fatica a dire no a parenti e amiciMilano, 10 nov. (askanews) – Dire “sì” oppure “no” non sempre è facile, anche quando si tratta di prendere decisioni semplici nella vita quotidiana. E per capire cosa fare e come vivere al meglio la situazione l’80,3% degli italiani tende a ragionare molto invece di seguire l’istinto (25,8%). Addirittura otto su 10 dicono “sì” anche se vorrebbero dire “no” (e per il 27,5% è molto frequente), principalmente per mantenere buone relazioni (58,7%) o evitare scontri in dinamiche di gruppo (47,2%). Non solo: contrariamente al sentire comune, risulta più difficile dire “no” alle persone care (60,7%), che ai superiori, ai capi, agli insegnanti (31,7%). A descrivere la capacità degli italiani di scegliere nelle grandi, quanto nelle piccole decisioni, è Astraricerche per Nescafé, in occasione della nuova campagna “Say YES to CappucciNO” che promuove il concetto di pausa per cui vale la pena dire “no” a qualcuno o qualcosa, concedendosi lo spazio personale per rivalutare le proprie priorità.


I “sì” detti al posto dei “no”, che avrebbero voluto dire, per più di uno su cinque (22,8% degli italiani) suscitano emozioni positive come soddisfazione e orgoglio. Questo perché pensano che un “sì” indesiderato sia segno di intelligenza relazionale (50,4%), o almeno di apertura mentale nell’accettare di fare qualcosa che a prima impressione sembra negativa (46,6%) o non interessante. Inoltre, tre italiani su quattro (72,1%) affermano di avere bisogno di un momento di pausa come occasione imprescindibile per rigenerarsi. La pausa è spesso vissuta come momento di gioia solitaria anche se gli altri stanno facendo qualcosa di interessante (jomo, gioia di non esserci) per l’82,7% degli intervistati. Si tratta di una forma di disconnessione dalle relazioni intesa come distacco dal mondo digitale e di social networking (73,5%) o dalle uscite con amici, familiari, conoscenti (69,5%). Ma non c’è solo la “jomo”: in misura minore (49,1%) c’è anche “fomo”, il timore di perdersi qualcosa che altri fanno: i più giovani (15-29anni) sono nettamente sopra la media (64%) rispetto ai 30-39enni (55%) ma soprattutto rispetto ai 50-65enni (solo 40%). “Nel mondo contemporaneo iperconnesso e iperdenso di stimoli emerge fortemente il bisogno di avere momenti tutti per sé, che sul piano emozionale si traducono in un senso di gioia – afferma Patrizia Martello, esperta di culture di consumo e docente di ricerca sociale in Iuav a Venezia e Naba a Milano – La jomo, che significa proprio la gioia di non esserci, sta diventando più forte della paura di disconnessione dagli altri e perdita delle cose interessanti che stanno facendo, (fomo) che invece ha caratterizzato tutta la prima ondata vertiginosa della nascita e sviluppo dei social. Questo trend che sposta i pesi da fomo a jomo vale più con i maturi che con i giovani perché non è facile trovare un equilibrio di benessere personale tra esserci abbastanza senza esserci troppo, tra il flusso costante della vita social e il qui e ora: non è solo una questione di età, ma anche un tema generazionale.” Il ruolo della pausa è fondamentale per ‘staccare’ dai continui contatti (82,6% almeno a volte, 40,6% spesso o molto spesso) ed è rimedio perfetto per ricaricare le batterie (87,1%); la prima scelta è gustare la propria bevanda preferita (43,1%) come il cappuccino, la seconda camminare (soprattutto per i meno giovani) e la terza fare piccole azioni rilassanti (soprattutto per le donne). E a proposito del cappuccino un italiano su due (50,1%) lo gusta non solo come routine quotidiana ma come “premio” e “momento di relax” dopo aver detto no a qualcuno o qualcosa. “Abbiamo voluto esplorare la complessità delle decisioni quotidiane degli italiani, tra il desiderio di dire ‘no’ e la tendenza generale a dire ‘sì’ per mantenere relazioni armoniose – afferma Diletta Golfieri marketing manager di Nescafé – Da questo quadro, il cappuccino emerge come un attimo di pausa e conforto. Il rifugio ideale per chi, anche solo per un istante, desidera mettere al centro sé stesso, ricaricandosi con un momento di relax e piacere ed è proprio questo aspetto che abbiamo voluto mettere al centro della nostra comunicazione”. A supporto del bisogno di dire “no” voluti e desiderati, Nescafé lancia la sua nuova campagna “Say YES to CappucciNo”, che con uno spot televisivo racconta attraverso diversi soggetti, il concetto di pausa per cui vale la pena dire “no” a qualcuno, prendendosi lo spazio personale di rivalutare le proprie priorità e prendere la decisione attiva di dire “sì” a ciò che conta.

L’11 novembre in Campidoglio cerimonia consegna Premio Anima 2024

L’11 novembre in Campidoglio cerimonia consegna Premio Anima 2024Milano, 8 nov. (askanews) – Il prossimo 11 novembre a Roma alle ore 18, presso la Terrazza Caffarelli in Campidoglio, si terrà la XXIII edizione del Premio Anima, organizzato da Anima per il sociale nei valori d’impresa, la non profit promossa da Unindustria. Il Premio è ideato per sensibilizzare imprese e opinione pubblica alla crescita di una coscienza etica, dando voce, attraverso l’arte e la cultura, ai valori della responsabilità e della sostenibilità.


Nel complesso e turbolento scenario geo-politico internazionale, caratterizzato da conflitti e crisi umanitarie, il Premio Anima vuole evidenziare l’importanza di valori universali e prioritari come la solidarietà, l’inclusione sociale e la sostenibilità, puntando l’attenzione su tematiche sempre più stringenti e attuali: dai conflitti in corso in molte parti del mondo all’immigrazione, dalla violenza domestica e di genere alla crisi climatica e alla valorizzazione delle diversità. Sette le categorie premiate: Cinema, Fotografia, Giornalismo, Letteratura, Musica, Teatro e Premio Speciale. La giuria,che assegnerà i riconoscimenti ad artisti e intellettuali che attraverso le loro opere promuovono un’attenzione alle tematiche sociali, è presieduta da Luigi Abete e composta da: Giovanni Anversa, Simona Baldassarre, Camilla Baresani, Giuseppe Biazzo, Anna Boccaccio, Maite Carpio Bulgari, Antonio Calabrò, Antonio Calbi, Claudia Cattani, Gianluca Comin, Innocenzo Cipolletta, Paolo Conti, Laura Delli Colli, Anselma Dell’Olio, Silvia Fellegara, Isabella Ferretti, Sabrina Florio, Pepi Marchetti Franchi, Angela Gargani, Miguel Gotor, Giampaolo Letta, Annamaria Malato, Giovanna Melandri, Myrta Merlino, Michele Mirabella, Oscar Pizzo, Maria Teresa Rosito, Mirella Serri, Luisa Todini, Marina Valensise.


La valutazione e la scelta delle candidature è frutto del lavoro di selezione portato avanti nel corso dell’anno dal Comitato Tecnico, presieduto da Sabrina Florio e composto da Anna Boccaccio, Antonio Calbi, Laura Delli Colli, Isabella Ferretti, Annamaria Malato, Maria Teresa Rosito, Mirella Serri. Alla cerimonia interverranno il Presidente del Premio Anima e della Fondazione Bnl Luigi Abete, il Presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo, la Presidente di Anima Sabrina Florio, l’Assessore alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile della Regione Lazio Simona Baldassarre, l’Assessore alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità di Roma Capitale Monica Lucarelli, l’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Massimiliano Smeriglio, la Presidente di Bnl Bnp Paribas Claudia Cattani.


Nato nel 2002, il Premio Anima è unico nel panorama nazionale e nelle passate edizioni è stato già assegnato ad artisti quali Gianni Morandi, Mimmo Calopresti, Gianni Amelio, Fabio Concato, Antonio Albanese, Silvio Soldini, Kim Rossi Stuart, Paola Cortellesi, Ron, Lella Costa, Alessandro Gassman, Claudio Baglioni, Paolo e Vittorio Taviani, Niccolò Fabi, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Pippo Delbono, Monica Maggioni, Neri Marcorè e Luca Barbarossa, Paolo Virzì, Ezio Bosso, Ludovico Einaudi, Melania Mazzucco, Daniele Silvestri, Stefano Boeri, Diego Bianchi, Giovanna Botteri, Alessandro Preziosi, Andrea Vianello, Pierfrancesco Favino, Mario Martone e Matteo Garrone. La cerimonia sarà presentata dal giornalista RAI Giovanni Anversa. Ai vincitori verrà consegnata un’opera il cui progetto è stato donato dall’Arch. Augusta Fabbri Galletti. L’idea del disegno si ispira alla simbologia legata al concetto di anima sedimentato nella memoria collettiva. Un’ala di farfalla stilizzata si delimita su una superficie verticale tramite la sua assenza, il vuoto proietta la luce su un corrispettivo sagomato e con un gioco di segni ed ombre ricompone l’immagine di una farfalla immateriale che al variare della luce cambia la sua posizione, è in movimento ma è solo un’illusione. La crisalide rappresenta l’uomo con le sue infinite potenzialità, il premio Anima ne è la dimostrazione e valorizza tutto questo.


La cerimonia si svolge con il patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale, Rai per la Sostenibilità ESG e con il contributo di Unindustria. Sono sponsor: Bnl Bnp Paribas, D-Hub Studios, Enel, FiberCop. Media Partner: Askanews.