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Giubileo, mostra “Comunicare la speranza un’altra informazione è possibile”

Giubileo, mostra “Comunicare la speranza un’altra informazione è possibile”Roma, 17 gen. (askanews) – “Gli obiettivi del giornalismo sono due: proteggere la democrazia e aiutare le persone ad affrontare la quotidianità. Le inchieste sono importanti, ma anche la proposta di soluzioni a ciò che non funziona”. Questa splendida frase che riassume in poche parole il senso del giornalismo, specie in tempi in cui il quotidiano è così funestato da terribili eventi in ogni latitudine, è il mantra di Styli Charalambous, co-fondatore del sudafricano Daily Maverick, una testata avviata nel 2009 da una start-up di cinque persone (oggi diventate più di cento), che sta avendo un grande successo.


Ragionando su questi temi, nell’occasione dell’apertura dell’Anno Santo il cui motto recita “Pellegrini di speranza”, i giornalisti Francesco Antonioli e Gerolamo Fazzini, si sono interrogati su come il giornalismo, al di là della giusta denuncia, possa anche comunicare fiducia, attesa di un futuro migliore, e su cosa abbia da dire il Giubileo appena cominciato al mondo dei comunicatori e dei media. Da queste domande è nata l’idea della mostra “Comunicare la speranza. un’altra informazione è possibile”, un’iniziativa promossa dalla Società San Paolo e dalle Figlie di San Paolo con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione e del Dicastero per la Comunicazione, e affidata per la realizzazione all’agenzia Mediacor, sotto la regia di Paolo Pellegrini e Simona Borello. La mostra verrà esposta per la prima volta nell’ingresso dell’Aula Nervi in Vaticano il 25 gennaio prossimo, in occasione del Giubileo del Mondo della Comunicazione. Una seconda copia sarà da subito esposta presso la Basilica di Santa Maria Regina degli Apostoli, centro significativo per gli Istituti della Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo, per poi diventare itinerante nei mesi successivi (sarà anche possibile prenotarla per iniziative presso istituzioni, centri culturali, parrocchie e realtà associative). L’iniziativa vede anche il patrocinio di COPERCOM (Coordinamento delle Associazioni per la Comunicazione), FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana), FISC (Federazioni Italiana Settimanali Cattolici), associazione METER, UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) e WeCa (Associazione WebCattolici Italiani).


In 24 agili pannelli presentati con una grafica accattivante, la mostra lancia agli operatori della comunicazione, sulla scorta degli inviti di Papa Francesco, un forte appello alla corresponsabilità. La mostra – fruibile in più lingue, tramite un apposito QRcode – chiede a ciascuno di ripensare al proprio ruolo a servizio della collettività, così da rinsaldare la dimensione civile della professione del comunicatore, a maggior ragione se si rifà ai valori cristiani. I pannelli sono pieni di dati, notizie, storie, statistiche aggiornate. Tra i molti spunti interessanti che emergono scorrendoli, c’è quanto segnala il Digital News Report, lo studio più autorevole sull’andamento dei media e dell’informazione condotto annualmente dal Reuters Institute for the Study of Journalism. L’edizione 2024 ci restituisce un panorama in profonda trasformazione in cui si delineano alcuni trend: la sensazione in molti utenti di un eccesso di informazione, difficile da gestire; l’insistenza sulle bad news da parte dei media e un problema di credibilità degli operatori dell’informazione. Il tutto provoca l’inquietante fenomeno noto come “news avoidance” l’allontanamento dall’informazione da parte di un segmento crescente di pubblico, un dato che presenta preoccupanti ripercussioni in ordine alla qualità della democrazia.


La mostra cerca di far luce sui motivi di disaffezione del pubblico verso le news e nel contempo punta a evidenziare altri modelli possibili di comunicazione positiva. Dà voce ai tanti esempi di figure di giornalisti e giornaliste del lontano e vicino passato, noti o meno, che si sono distinti come testimoni credibili, a volte a prezzo della vita, per la loro passione per la verità e per la ricerca instancabile della giustizia – da Walter Tobagi a Ilaria Alpi, da James Foley a Maria Ressa- così come a esperienze e figure in grado di esaltare un giornalismo costruttivo. Comunicatori che, al di là di appartenenze, fedi, orientamenti e provenienze geografiche, sono capaci di diffondere speranza grazie a un giornalismo orientato alla ricerca di soluzioni, non solo concentrato sulla denuncia di ciò che non funziona. “Per partecipare pienamente alla celebrazione del Giubileo del Mondo della Comunicazione – afferma l’equipe di lavoro della Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo – i nostri Istituti si sono uniti per realizzare alcune iniziative tra cui questa Mostra itinerante che intende mettere in evidenza l’attualità del tema del Giubileo – Pellegrini di Speranza -. È un nostro contributo per sottolineare l’importanza teologica e pratica della speranza nell’affrontare le crisi contemporanee. La Mostra itinerante cerca di dare risalto all’impegno di tanti che hanno vissuto i valori della professione giornalistica, anche a costo della vita, diventando agenti attivi di speranza, incarnando la misericordia e la giustizia nel loro importante servizio di informazione alla società e alimentandone la coscienza etica”.


Il percorso si conclude con la riscoperta della feconda eredità di don Giacomo Alberione e suor Tecla Merlo, fondatori e ispiratori profetici nel loro tempo, figure il cui messaggio merita di essere riletto e riproposto anche oggi. “L’impegno per una comunicazione di speranza – dichiarano i due giornalisti Francesco Antonioli e Gerolamo Fazzini autori dei testi – è una passione che supera il confine tra credenti e non credenti. È passione civica per la ricerca della verità, per la difesa convinta della democrazia: proprio per questo è un giornalismo in piedi, onesto, imparziale, capace di accompagnare al futuro perché in grado di distinguere con autorevolezza i fatti dai commenti. Con questa chiave di lettura abbiamo proposto alcuni testimoni del secolo scorso e del tempo presente che hanno provato a vivere e testimoniare questi valori». Le iniziative paoline del Giubileo continueranno a partire dal pomeriggio di sabato 25 gennaio alle ore 15.00 presso la Basilica di Santa Maria Regina degli Apostoli alla Montagnola, in uno dei panel ufficiali della giornata. Il convegno intitolato “Dalla competizione alla collaborazione: new media come vettori di speranza per i giovani in un mondo conflittuale”, si soffermerà in particolare sui nuovi media, sul loro futuro e sulla loro influenza nella società attuale. Moderati dal direttore di Famiglia Cristiana don Stefano Stimamiglio, si alterneranno a parlare il prof. Andrea Casavecchia del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre; Rosario Carello, Giornalista Rai; Franco Vaccari Fondatore e presidente di Rondine – Cittadella della Pace; Suor Bruna Fregni Consigliera generale delle Figlie di San Paolo; Ivano Zoppi Segretario generale di Fondazione Carolina e Orsola Vetri Giornalista di Famiglia Cristiana.

Emergenza freddo, Cri consegna coperte di Sheep Italia a senzatetto

Emergenza freddo, Cri consegna coperte di Sheep Italia a senzatettoMilano, 17 gen. (askanews) – Quest’anno sono 1.284 le coperte fatte a maglia o all’uncinetto in Italia e all’estero dai volontari di Sheep Italia e inviate a 16 Comitati della Croce Rossa Italiana su tutto il territorio nazionale per la distribuzione ai senzatetto. Dallo scorso novembre sono state distribuite a Roma, Palermo, Modena, Rimini, Padova, Genova, Bresso, Torino, Susa, Napoli Firenze, Empoli, Milano, durante i giri nei quali i volontari della Cri portano anche cure, sollievo e ascolto.


L’ultima distribuzione del progetto di collaborazione, che va avanti da ormai tre anni, avverrà questo sabato 18 gennaio a Bagno a Ripoli (Fi). Dal 2023, Cri e Sheep Italia collaborano per far sì che un po’ di calore possa arrivare alle persone meno fortunate che passano le notti all’aperto nelle nostre città. Le Unità di Strada della Cri si occupano di assistere, tutto l’anno, le persone senza dimora, ma è durante la stagione fredda, quando il termometro scende, che l’attività dei volontari della Croce Rossa per aiutare chi dorme all’addiaccio si intensifica.

Università Parma, seminario dedicato ad ambienti audiovisivi

Università Parma, seminario dedicato ad ambienti audiovisiviRoma, 16 gen. (askanews) – All’Università di Parma un evento dedicato agli ambienti audiovisivi. Si tratta del seminario Audiovisual environments: appunti per un lemmario, in programma per lunedì 20 e martedì 21 gennaio al CAPAS (Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo) dell’Ateneo.


La “due-giorni”, a cura di Miriam De Rosa (Università Ca’ Foscari), Barbara Grespi (Università di Milano) e Jennifer Malvezzi (Università di Parma) con il patrocinio della Consulta Universitaria del Cinema, prenderà il via il 20 gennaio alle 10.30 nell’Aula Polifunzionale di vicolo Grossardi 4 con i saluti istituzionali di Sara Martin, Direttrice del CAPAS e di Paolo Russo, Coordinatore dell’Unità Arte, musica e spettacolo del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali (DUSIC). Oltre agli interventi di studiose e studiosi, l’evento vedrà la partecipazione di artisti che operano nel campo delle expanded arts, quali il duo artistico MASBEDO, Michele Sambin, Martina Reggiani (fuse*) e Joris Jaccarino (Bepart – The Public Imagination Movement).


Il seminario è organizzato nell’ambito del gruppo di lavoro “Cinema espanso e videoarte” della Consulta Universitaria di Cinema e si propone di rilanciare il concetto di expanded cinema (VanDerBeek 1966, Youngblood 1970) aggiornandolo alle pratiche contemporanee, verso un’esperienza audiovisiva intermediale ibrida e sfrangiata. Nell’ambito della “due-giorni”, il 20 gennaio alle 21 il Cinema d’Azeglio ospiterà la proiezione di Più della vita (Raffaella Rivi, 2019), introdotto dall’artista protagonista del film Michele Sambin e da Jennifer Malvezzi.

Gli italiani e le bevande: più acqua, meno zuccherate e alcolici

Gli italiani e le bevande: più acqua, meno zuccherate e alcoliciMilano, 16 gen. (askanews) – Un’indagine dell’Osservatorio Nestlé ha analizzato i comportamenti degli italiani in relazione al consumo di liquidi durante l’ultimo anno. Dai dati emergono importanti trend sui cambiamenti nelle abitudini legate all’idratazione e all’assunzione di diverse bevande che riflettono una tendenza globale verso un’idratazione maggiormente consapevole di tutte le generazioni.


Ma cosa beviamo di più? Soprattutto acqua, che si conferma la protagonista nell’idratazione, con un aumento di consumo dichiarato dal 57,4% degli intervistati. Questo trend è particolarmente marcato tra i giovani dai 18 ai 34 anni (59,3%) e tra le donne (58,8%). A livello regionale, le percentuali più alte si registrano al Sud Italia (65,9%), seguito dal Nord Est (60,9%). Bene anche tisane e infusi: le bevande calde beneficiano anch’esse del trend più salutistico degli italiani nell’ultimo anno, con un incremento di consumo segnalato del 24,3%. Questo trend è più evidente tra gli over 55 e curiosamente negli under 35. Succhi e spremute hanno visto un aumento del consumo per il 18,7% degli intervistati, con un trend particolarmente marcato tra le fasce d’età più giovani. A essere bevute meno sono invece le bevande zuccherate e gassate: il 39% degli intervistati dichiara di aver ridotto il consumo di bevande zuccherate, un segnale positivo verso scelte più salutari.


In calo anche le bevande energetiche: Il consumo di queste bevande è diminuito per il 22,5% degli italiani, sono soprattutto le donne ad aver ridotto questo tipo di bevande. La riduzione più drastica riguarda però i superalcolici, con un calo di consumo per il 43,7% degli intervistati. Anche vino e birra subiscono una contrazione, rispettivamente del 34% e del 29%. A distinguersi per una riduzione più marcata degli alcolici rispetto agli uomini sono le donne. I dati emersi dall’indagine, condotta su più di 1.000 persone, suggeriscono di vivere il Dry January come un’occasione per riflettere sulle proprie abitudini rispetto all’idratazione, e sull’importanza di compiere scelte consapevoli per il nostro benessere quotidiano con un’attenzione crescente verso scelte salutari.


“Sembrerebbe che gli italiani abbiano adottato abitudini più sane – ha commentato Giuseppe Fatati, direttore scientifico dell’Osservatorio Nestlé e presidente di Italian Obesity Network – e oltre all’aumento del consumo di frutta, verdura e legumi trovo positivo che si tenda a bere più acqua e tisane rispetto a qualche anno fa, piuttosto che bevande alcoliche o zuccherate”.

”Vedere e gustare”, meditazione ignaziana in un disegno interiore

”Vedere e gustare”, meditazione ignaziana in un disegno interioreRoma, 16 gen. (askanews) – Dopo tre anni di fortunata collaborazione come attività del Festival del Disegno Fabriano, “Vedere e Gustare”, laboratorio di disegno dal vero e meditazione da domenica prossima diventa un progetto indipendente e continuativo con cinque appuntamenti fino a maggio, per seguire gli insegnamenti di Ignazio di Loyola e farsi ispirare nella meditazione e nel viaggio interiore dalla bellezza delle chiese gesuitiche e dal disegno, come esercizio di preghiera.


“Vedere e Gustare” è un progetto di Itinerari Ignaziani del CIS (Centro Ignaziano di Spiritualità) che con la collaborazione di Pietre Vive, e delle Rettorie delle chiese gesuitiche di Roma apre al pellegrino la possibilità di una sosta di meditazione e preghiera, in luoghi di bellezza spirituale come alcune chiese gesuitiche romane, (la chiesa del SS. Nome di Gesù, Sant’Ignazio, Sant’Andrea al Quirinale, Santo Stefano Rotondo) seguendo le indicazioni di un maestro del discernimento come sant’Ignazio di Loyola che sottolineava l’importanza del luogo e dell’esperienza corporea come aiuto, per dare inizio ad una preghiera interiore più viva mettendo in gioco i sensi: ascoltando, sentendo, vedendo e annusando ed essendo immersi in uno spazio di bellezza che parla dello Spirito. “Vedere e Gustare” rende l’esperienza della meditazione interiore più attiva, grazie alla bellezza artistica e architettonica delle chiese gesuitiche e al disegno personale che per ogni partecipante, diventa esercizio di preghiera e di esperienza corporea e spirituale.


“Dopo tante richieste, siamo riusciti a dare una continuità ed una indipendenza a questo progetto – spiega Francesca Giani, coordinatrice di Itinerari Ignaziani – e siamo entusiasti perché davvero i partecipanti alle precedenti edizioni, ci hanno mostrato molta gratitudine nelle condivisioni e ci siamo accorti che questo tipo di meditazione, utile per tutti – credenti e non credenti – è davvero attiva e feconda. Le persone che hanno partecipato sono state toccate dalla bellezza che trapela da queste chiese che sono un patrimonio culturale e artistico, oltre che spirituale, e in tanti ci hanno testimoniato che questa modalità di meditazione è stata intima e sorprendente. Per questo ci siamo impegnati a rendere il progetto autonomo e speriamo di poter dare ulteriore continuità per offrire questa diversa modalità di incontro con la meditazione spirituale e il Vangelo. L’importante non è il risultato, il disegno in sé, che è una pratica proposta a tutti, ma il fatto che il disegno costringe a osservare, a porsi in relazione a qualcosa e entrare in contatto con la propria interiorità e spiritualità. Le persone scelgono un soggetto, un luogo, suggerito per esempio dal nome di Gesù. Ci si ferma, si chiede una grazia, si contempla il tema, si fa il disegno e si conclude con un momento di condivisione libera. Sebbene con diversa modalità è proposta la stessa meditazione degli esercizi spirituali”. Negli Esercizi Spirituali Ignazio chiede all’esercitante di trovare un luogo adeguato dove svolgere la preghiera e di comporre con l’immaginazione e i sensi il luogo dove è ambientata la contemplazione. La composizione di luogo ha un’importanza fondamentale nel sentire, comprendere e gustare i misteri proposti e anche per assumere delle scelte. L’immaginazione, attraverso cui costruire scenari, e lo spazio stesso, in cui ci troviamo, hanno un valore spirituale che accompagna e aiuta a sanare l’animo di chi si pone in meditazione.


Ogni appuntamento di “Vedere e Gustare” in una chiesa gesuitica, inizia con una breve introduzione a cura di Pietre vive per la conoscenza storico, artistica teologica e spirituale della chiesa. Poi il gesuita Diego Pelaez SJ di Itinerari Ignaziani proporre la meditazione personale secondo la trasposizione del metodo degli esercizi spirituali nel disegno dal vero come meditazione per poi regalare tutto il tempo al disegno senza limiti di tecnica, con la finalità di porre il partecipante in contatto con la propria interiorità. Il momento finale dopo il disegno come esercizio di meditazione, è quello della libera condivisione di ciò che è emerso. Il primo appuntamento di “Vedere e Gustare” è in programma domenica 19 gennaio presso la chiesa del SS. Nome di Gesù in piazza del Gesù a Roma dalle ore 16,30 alle 18,30. Per partecipare è indispensabile la prenotazione scrivendo a info.itinerari.ignaziani@gmail.com


Gli altri appuntamenti sono previsti per il 1 febbraio, il 16 marzo a Santo Stefano Rotondo , il 13 aprile a Santo Stefano Rotondo e il 31 maggio alla chiesa del SS. Nome di Gesù.

Torino, da Intesa Sanpaolo raccolta fondi per Collegio Valentino

Torino, da Intesa Sanpaolo raccolta fondi per Collegio ValentinoMilano, 15 gen. (askanews) – Sono partiti in questi giorni i lavori per l’ampliamento della Sezione Valentino del Collegio Einaudi. L’intervento di riqualificazione è un ulteriore tassello all’importante progetto della Fondazione Collegio Universitario Einaudi, volto a ingrandire e rendere ancora più efficienti, moderne e confortevoli le proprie 5 sedi torinesi, al fine di ospitare e supportare nella formazione un numero sempre maggiore di studenti meritevoli, che scelgono Torino per intraprendere la propria carriera universitaria.


Tra i sostenitori anche Intesa Sanpaolo con il progetto “Spazio al merito”, selezionato nell’ambito del Programma Formula della Banca, in collaborazione con CESVI. Sulla piattaforma di crowdfunding ForFunding è stata attivata una raccolta fondi aperta a tutti, con l’obiettivo di raccogliere 100.000 euro entro il 30 aprile per contribuire alla riqualificazione degli spazi. In particolare, saranno finanziate sei nuove camere per un totale di 12 posti di studio e una sala studio, che verrà denominata “Ala Formula”. Stefano Cappellari, direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo, spiega: “Il Progetto Formula rappresenta un modello virtuoso di collaborazione tra profit e non profit, dimostrando come unire le forze possa generare valore concreto per il territorio in modo mirato ed efficace. Questo approccio promuove solidarietà e senso di comunità, offrendo a tutti la possibilità di partecipare, anche con piccole donazioni, e di fare la differenza. Gli effetti sono tangibili: solo in Piemonte il programma Formula ha sostenuto fino ad oggi 20 progetti, per un totale di oltre 2 milioni di euro raccolti”.

Roma, no vax assaltano bar che ospita evento con Roberto Speranza

Roma, no vax assaltano bar che ospita evento con Roberto SperanzaRoma, 15 gen. (askanews) – Studio 26, bar del centro di Roma, è stato preso d’assalto da ignoti ‘no vax’ nella notte. All’apertura, i titolari hanno trovato il muro e la serranda imbrattata con la vernice rossa e scritte che prendono di mira Roberto Speranza. “Colpevole di strage”, si legge.


L’ex ministro della salute – si ricorda – la sera di oggi 15 gennaio, è ospite del locale per un evento organizzato dall’associazione ‘La Giovane Roma’. Nelle scritte, Speranza è definito “boia” e “assassino”, mentre i ragazzi dell’associazione sono accusati di “complicità” con l’ex ministro. Federico Lobuono, presidente dell’associazione, afferma: “Siamo stati etichettati come complici di un assassinio. Un atto spregevole che non ci intimidisce e anzi rende l’incontro di questa sera con l’ex ministro Speranza ancora più doveroso, per garantire sempre un confronto libero e costruttivo. Non abbiamo paura”, continua Lobuono, che rilancia con un “ci vediamo stasera”.

Giocattolo Sospeso: oltre 50mila giochi raccolti e distribuiti

Giocattolo Sospeso: oltre 50mila giochi raccolti e distribuitiMilano, 14 gen. (askanews) – La quarta edizione di Giocattolo Sospeso, l’iniziativa benefica promossa da Assogiocattoli e sostenuta dalla campagna istituzionale Gioco per Sempre, che da anni si pone l’obiettivo di diffondere la cultura del gioco e celebrarne l’universalità, sì è conclusa con numeri che i promotori definiscono “straordinari” e con “una partecipazione senza precedenti”. Grazie ai 530 punti vendita che hanno aderito all’iniziativa, fanno sapere da Assogiocattoli, sono stati raccolti oltre 50mila giocattoli, dimostrando quanto il gioco possa essere un potente strumento di solidarietà e condivisione, capace di unire grandi e piccoli in un gesto di generosità collettiva. Un risultato straordinario ottenuto grazie a una partecipazione capillare in tutto il territorio nazionale, tra negozi specializzati, supermercati, ipermercati e altre attività, e al coinvolgimento diretto di ben 126 enti benefici: da Fondazione ABIO Italia ETS a Croce Rossa Italiana, da Caritas a Mission Bambini e molti altri.


Ben radicate a livello locale, tutte le associazioni benefiche coinvolte hanno svolto un ruolo fondamentale nel rafforzare l’interesse degli italiani che, potendo offrire il proprio contributo a realtà conosciute e vicine a loro, hanno avvertito la solidarietà in maniera ancora più concreta e hanno quindi deciso di partecipare attivamente, trasformando gesti individuali in un movimento collettivo capace di generare un impatto tangibile. Associazioni, reparti pediatrici, ospedali, case-famiglia, fondazioni, confraternite, parrocchie e comunità per minori hanno collaborato in modo sinergico per distribuire i giocattoli ai bambini e alle famiglie in difficoltà, raggiungendo 334 città in 20 regioni, arrivando a toccare persino la Repubblica di San Marino. Anche il mondo dello sport, in particolare quello del calcio, ha contribuito con entusiasmo alla causa. Il famoso difensore della Nazionale Brasiliana e della Juventus, Gleison Bremer, pochi giorni prima di Natale ha annunciato la sua adesione al progetto, acquistando e lasciando giocattoli “in sospeso” presso uno dei punti vendita aderenti, consegnandoli poi di persona all’Ospedale Regina Margherita di Torino.


“Siamo estremamente soddisfatti dei risultati straordinari raggiunti con la quarta edizione di Giocattolo Sospeso. Un successo frutto della collaborazione tra le realtà di volontariato e le comunità locali, che si sono mobilitate con grande generosità e impegno. Siamo davvero felici di vedere come ogni anno l’iniziativa cresca e si consolidi, confermando – come sosteniamo da sempre – che il gioco è un diritto inalienabile di tutti i bambini” ha confermato Gianfranco Ranieri, presidente di Assogiocattoli. Una crescita esponenziale che permette ad Assogiocattoli di rinnovare con entusiasmo l’appuntamento con Giocattolo Sospeso al 2025: come di consueto, si parte dal 20 novembre, in occasione della Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Il gioco continua a essere riconosciuto non solo come un diritto universale dei bambini, ma anche come un simbolo di speranza, inclusione e solidarietà che unisce persone e comunità, superando e azzerando ogni differenza. Per diffondere ulteriormente il progetto, è online il sito ufficiale giocattolosospeso.it che raccoglie tutte le informazioni sull’iniziativa, un vero punto di riferimento per la promozione e il coordinamento delle future edizioni.

Lega del Filo D’Oro, al via la campagna di sensibilizzazione

Lega del Filo D’Oro, al via la campagna di sensibilizzazioneRoma, 13 gen. (askanews) – Cosa significa essere persone sordocieche nel nostro Paese? È una domanda che merita una riflessione profonda, perché chi non vede e non sente vive immerso in un mondo fatto di buio e silenzio. Questo implica aver bisogno di un supporto costante, perché altrimenti si rimane esclusi, anche dalle attività quotidiane e più importanti. Una persona con sordocecità, ad esempio, non può andare in ospedale senza essere accompagnata da un interprete, i bambini o i ragazzi non possono frequentare la scuola senza programmi adeguati, gli adulti non possono accedere al mondo del lavoro, senza politiche realmente inclusive. Vite sospese che rischiano di essere confinate ai margini da barriere e disuguaglianze, che una società equa dovrebbe abbattere, come ricorda l’Agenda 2030 dell’ONU, secondo cui nessuno deve essere lasciato indietro.


Da 60 anni, la Fondazione Lega del Filo d’Oro ETS – Ente Filantropico è impegnata a dare voce alle istanze di chi non vede e non sente e delle loro famiglie, promuovendo l’autonomia, l’inclusione sociale e il pieno riconoscimento dei loro diritti, con l’obiettivo di costruire un futuro più inclusivo, privo di barriere, in cui ognuno possa autodeterminarsi e vivere una vita dignitosa e autonoma. Con il Manifesto delle Persone Sordocieche – presentato lo scorso marzo alla Camera dei deputati – che parte dalla richiesta di aggiornamento della Legge 107/2010 al fine di riconoscere tutte le persone che siano contemporaneamente cieche e sorde, a prescindere dall’età in cui sviluppano tali disabilità, la Lega del Filo d’Oro pone l’attenzione su alcuni temi centrali per promuovere un reale cambiamento, chiedendo alle Istituzioni un maggior impegno affinché ogni persona sordocieca venga riconosciuta e sostenuta, ovunque e sempre, con accesso a cure, interpreti e strumenti che possano davvero fare la differenza nella vita di tutti i giorni.


“Il ‘Manifesto delle persone sordocieche’ rappresenta una visione collettiva: è il sogno di una società che abbraccia ogni individuo e celebra la diversità come una ricchezza. – ha dichiarato Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro – Da 60 anni il lavoro della Lega del Filo d’Oro è animato dalla passione e soprattutto dal coraggio di vedere e ascoltare “oltre” ciò che è possibile, per dare voce ai bisogni delle persone sordocieche e delle loro famiglie, fornire risposte concrete per migliorare la loro qualità di vita e promuovere maggiore inclusione. Tutti insieme possiamo contribuire a un reale cambiamento, impegnandoci a costruire un mondo più equo e accessibile, dove nessuno sia lasciato indietro”. L’inclusione scolastica, la mobilità autonoma, la possibilità di lavorare e di abitare in spazi pensati per le esigenze specifiche di chi non vede e non sente non sono solo diritti, ma passi fondamentali verso una società in cui nessuno venga lasciato indietro. Creare un mondo più accessibile, anche nei luoghi di sport e cultura, significa abbracciare la diversità e abbattere ogni barriera: la Lega del Filo d’Oro crede fermamente che con il sostegno di tutti si possano superare le sfide attuali per creare una società più equa e accessibile, capace di riconoscere il potenziale delle persone sordocieche come una risorsa preziosa per l’intera collettività.


DARE VOCE AI BISOGNI DELLE FAMIGLIE, PER GARANTIRE ACCESSO A SERVIZI ADEGUATI – Le famiglie delle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale affrontano quotidianamente sfide difficili, che richiedono un coraggio straordinario per garantire il benessere dei propri cari. Spesso, nella vita di tutti i giorni, si trovano a dover far fronte a bisogni complessi, senza ricevere il supporto necessario o adeguato, costrette a navigare in un sistema che non sempre risponde alle loro reali esigenze. I familiari chiedono che sia garantito il diritto alla cura attraverso una collaborazione efficace tra tutti gli attori coinvolti (Stato, Regioni, Aziende e Comuni), valorizzando la centralità della persona. Sottolineano la necessità di abbattere le barriere burocratiche che ostacolano l’accesso alla Lega del Filo d’Oro come struttura di riferimento, spesso priva di alternative. Chiedono, infine, che vengano eliminati i vincoli territoriali che impediscono di rivolgersi a strutture specialistiche fuori regione, garantendo così la libertà di scegliere i servizi più adeguati e specializzati per rispondere a bisogni complessi dei loro figli.


Per questo la Fondazione sottolinea con forza l’importanza di garantire l’accesso alle prestazioni sanitarie fuori Regione per tutte le persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale che abbiano l’esigenza di ricevere cure specialistiche. In questo modo, nessuna famiglia dovrà mai sentirsi abbandonata nell’affrontare queste sfide. RICONOSCERE LE PERSONE SORDOCIECHE COME UNA RISORSA PREZIOSA PER LA SOCIETÀ – Ogni persona sordocieca ha un potenziale straordinario da valorizzare e, con il giusto supporto, può contribuire in modo significativo al progresso della comunità. Tuttavia, ostacoli culturali, pratici e strutturali continuano a limitare l’accesso a istruzione e lavoro, privando la società di un’enorme risorsa. Per la Fondazione ogni individuo ha il diritto di realizzare i propri sogni, per questo si impegna a promuovere politiche concrete per l’inclusione scolastica, formando insegnanti e volontari all’uso di strumenti di comunicazione fondamentali come il Braille, la LIS, i sistemi di comunicazione tattili, Haptic e le tecniche più adatte alle esigenze della singola persona. Sul fronte dell’inclusione lavorativa, la “Lega” chiede incentivi mirati e programmi specifici, affinché le persone sordocieche possano accedere a contesti lavorativi realmente inclusivi e privi di barriere. Inoltre, per garantire a chi non vede e non sente una vita piena, fatta di relazioni e inclusione, l’Ente promuove, grazie al supporto dei suoi preziosi volontari e ad iniziative organizzate dai suoi Centri e Sedi Territoriali presenti in tutta Italia, attività di sollievo, ludiche e ricreative, che hanno l’obiettivo di accompagnare chi non vede e non sente fuori dal buio e dal silenzio. L’ACCESSIBILITÀ COME PRESUPPOSTO PER L’AUTONOMIA E L’AUTODETERMINAZIONE – L’autonomia è una conquista essenziale per il benessere e la dignità di ogni individuo. Ma per le persone sordocieche, le barriere architettoniche, sensoriali e tecnologiche rappresentano ostacoli enormi, che limitano gravemente la loro indipendenza. La Lega del Filo d’Oro è impegnata in attività di sensibilizzazione volte a promuovere: la mobilità autonoma delle persone sordocieche, anche attraverso l’adeguata formazione del personale di assistenza per la comunicazione nel sistema di trasporto pubblico; l’accessibilità dei siti web istituzionali (e non) per le persone con disabilità uditive e visive; e l’accesso allo sport e alla cultura delle persone sordocieche e con disabilità psicosensoriali attraverso l’abbattimento delle barriere fisiche, sensoriali e cognitive. Per la Fondazione, l’accessibilità è un diritto fondamentale. Da oltre 45 anni, il Centro di Ricerca di Osimo sviluppa tecnologie assistive per rimuovere ostacoli e produrre facilitazioni nel complesso rapporto delle persone con disabilità plurime con l’ambiente circostante. Inoltre, la formazione è centrale: il personale è il motore che consente all’Ente di perseguire la sua missione, costruendo relazioni significative con le persone sordocieche e le loro famiglie. Per trasmettere il proprio know-how anche all’esterno, la “Lega” promuove attività formative con altri Enti per sensibilizzare gli operatori pubblici e sanitari sulla sordocecità e sui sistemi di comunicazione adottati da chi vive questa condizione.

Papa: minori più grande giacimento di speranza e di amore

Papa: minori più grande giacimento di speranza e di amoreMilano, 8 gen. (askanews) – Dopo avere annunciato a novembre scorso che il prossimo 3 febbraio si svolgerà in Vaticano un summit mondiale dedicato ai diritti dei bambini, Papa Francesco è tornato oggi con forza a parlare della drammaticità della condizione dei bambini nel mondo. Lo ha fatto stamani, durante la catechesi dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI, evidenziando l’urgenza delle questioni sociali del lavoro minorile, degli abusi, dello sfruttamento e delle guerre. “Non bruciare il più grande giacimento di speranza e di amore” è l’appello lanciato dal Santo Padre.


Francesco ha sottolineato inoltre come, nonostante l’avanzamento della tecnologia, l’umanità non abbia ancora affrontato adeguatamente il problema dell’infanzia umiliata “da un’economia che non rispetta la vita”. “Chi si riconosce figlio di Dio – ha detto – e specialmente chi è inviato a portare agli altri la buona novella del Vangelo, non può restare indifferente; non può accettare che sorelline e fratellini, invece di essere amati e protetti, siano derubati della loro infanzia, dei loro sogni”. Padre Enzo Fortunato, presidente del pontificio comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini, ha sottolineato in una nota: “Facciamo nostro l’appello di Papa Francesco impegnandoci nel salvaguardare ‘il più grande giacimento di speranza e amore’. Il tema che il Papa ha proposto nella sua urgenza e drammaticità sarà oggetto del summit convocato dallo stesso Pontefice il prossimo 3 febbraio. Uno dei focus legato proprio allo sfruttamento dei bambini” ha ricordato.


L’incontro del 3 febbraio, a cui prenderanno parte esponenti del panorama politico internazionale, avrà come titolo “Amiamoli e Proteggiamoli” e si terrà nella Sala del Concistoro, alla presenza di Papa Francesco.