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Edilizia, Asacert accreditato presso Concrete Sustainability Council

Edilizia, Asacert accreditato presso Concrete Sustainability CouncilRoma, 23 giu. (askanews) – Un passo avanti verso la sostenibilità certificata della filiera edile. Asacert annuncia l’accreditamento presso il Concrete Sustainaility Council (CSC), diventando Ente di Certificazione accreditato per l’Italia. Asacert è un Organismo di Certificazione e Ispezione specializzato nel settore delle costruzioni, con più di 20 anni di presenza sul mercato e specifiche competenze settoriali, sottoposte a continui e costanti aggiornamenti in relazione alle nuove metodologie e tecniche di auditing, all’evoluzione della normativa di settore e all’introduzione di nuovi schemi di certificazione, con l’obiettivo di garantire valutazioni tecniche sempre affidabili e aggiornate. Il Concrete Sustainability Council (CSC), è un sistema globale di certificazione per il calcestruzzo proveniente da fonti responsabili, progettato per aiutare le aziende ad ottenere informazioni sul livello a cui le aziende di calcestruzzo, cemento e aggregati operano dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. La certificazione include l’intera catena di fornitura del calcestruzzo: produttori di cemento, fornitori di aggregati e produttori di calcestruzzo. L’obiettivo del CSC è dimostrare come gli operatori stiano minimizzando gli impatti attraverso un approvvigionamento responsabile, essere riconosciuti dai principali sistemi internazionali per la valutazione della sostenibilità degli edifici (BREEAM, DGNB, LEED, OGNI) e valutati finanziariamente nelle politiche pubbliche di appalti verdi. Il calcestruzzo resta il materiale da costruzione più utilizzato al mondo ed è senza dubbio il più durevole, basti pensare al Pantheon o al Colosseo, esempi senza tempo della sua solidità. Creando un sistema di certificazione, il CSC promuove e diffonde consapevolezza sul calcestruzzo come materiale da costruzione sostenibile, per un futuro sicuro, duraturo e resiliente. ASACERT, come Organismo di Certificazione accreditato, entra a far parte di una community di partner dell’industria del calcestruzzo europei, statunitensi, sudamericani e asiatici e avrà l’opportunità dialogare sui temi della sostenibilità con clienti e Comitato Tecnico, partecipare alle Tavole Rotonde degli Organismi di Certificazione e all’Assemblea Generale di CSC, sviluppando un’influenza mondiale nel settore. “Vogliamo essere un valore aggiunto per le aziende. In questo senso la sostenibilità, uno dei capisaldi dell’attività di ASACERT, è ancora una volta la nostra missione ispiratrice. Essere un Organismo di Certificazione per il CSC è un ulteriore passo verso l’affermarsi dei tre pilastri della sostenibilità  – Environmental, Social, Governance – in linea con i principi di sviluppo sostenibile riconosciuti dalla comunità internazionale. Siamo convinti che l’edilizia debba fare la sua parte per garantire un futuro di benessere per le persone e per il pianeta”, è il commento di Fabrizio Capaccioli AD di Asacert. “Nuove azioni a tutela dell’ambiente, secondo criteri e rating oggettivi e comuni, affidati al vaglio di enti terzi. Questo segnerà il passo, farà la differenza tra ciò che è stato fino a ieri e ciò che dovrà necessariamente essere da oggi in poi. L’adesione al Concrete Sustainability Council rappresenta un riconoscimento per ASACERT da parte di una delle organizzazioni più influenti ed accreditate su questi temi, oltre che un ampliamento dei servizi che siamo in grado di offrire al mercato italiano”, conclude Capaccioli. 

Tempo di condizionatori, i consigli Enea per un uso efficiente

Tempo di condizionatori, i consigli Enea per un uso efficienteRoma, 23 giu. (askanews) – Il caldo si fa sentire e i condizionatori rappresentano un modo per rinfrescare le abitazioni. Importante però – evidenzia l’Enea – usarli in modo efficiente per migliorare il comfort, risparmiare in bolletta e salvaguardare l’ambiente.

“Il climatizzatore è tra gli elettrodomestici che incide maggiormente sulla bolletta, per questo è fondamentale in primo luogo verificarne l’efficienza, controllando che i filtri siano in perfette condizioni d’uso. Infatti, oltre a batteri, muffe e pollini, nei filtri si accumulano polveri che, ostruendo il flusso dell’aria, rendono più difficoltoso e dispendioso raggiungere la temperatura richiesta”, raccomanda Nicolandrea Calabrese, responsabile Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano. “Senza la giusta manutenzione – aggiunge – tutti i climatizzatori tendono a lavorare sotto sforzo, consumando fino al 30% in più di energia elettrica rispetto ai parametri di fabbrica. Oltre ai consumi più alti, il climatizzatore non manutenuto subisce un’usura maggiore, con un rischio più elevato di danneggiamento e necessità di ricorrere a interventi di manutenzione straordinaria”. Di seguito alcuni accorgimenti suggeriti da Enea per ottenere benefici ambientali e risparmi fino al 7% sul totale della bolletta elettrica.

Attenzione alla corretta manutenzione – Come qualsiasi altro elettrodomestico, anche il condizionatore richiede una pulizia e una manutenzione minima per funzionare correttamente per molto più tempo. Inoltre, è importante controllare la tenuta del circuito del gas. Enea ricorda che la normativa prevede l’obbligo del libretto impianto e di controlli periodici per gli impianti con una potenza superiore a 10 kW per quelli invernali e a 12 kW per quelli estivi. Oltre all’aspetto energetico, è importante sottolineare che è nei filtri dell’aria e nelle ventole il luogo dove più di frequente si annidano muffe e batteri dannosi per la salute, tra i quali il batterio della legionella che può essere mortale. Attenzione alla classe energetica – La scelta del condizionatore rappresenta un requisito chiave per diminuire i consumi ed evitare brutte sorprese in bolletta. Indipendentemente dalla tecnologia, sono sempre da preferire i modelli in classe energetica superiore alla A, in quanto, oltre a una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, consumano molto di meno. Il consumo energetico annuo indicato sull’etichetta energetica è relativo a 1.400 ore di funzionamento in modalità riscaldamento e 350 in modalità raffrescamento, a cui è sommato il consumo di energia in altre modalità quali lo standby. Ad esempio, un modello in classe A+++ consumerà fino al 40% in meno di elettricità rispetto a uno di classe B.

Scegliere la tecnologia inverter – In un condizionatore con sistema di controllo inverter, la velocità di rotazione del compressore viene regolata costantemente e questo permette di avere prestazioni ottimali in qualsiasi condizioni di impiego, adeguando la potenza frigorifera e termica erogata all’effettiva necessità. Questi modelli, particolarmente funzionali quando si prevede di tenere accesa l’aria condizionata per molte ore di seguito, costano di più rispetto a quelli dotati di tecnologia on-off ma il consumo energetico e la rumorosità sono minori, a fronte di un maggior comfort all’interno degli ambienti serviti. Occhio agli incentivi – La legge di bilancio 2023 ha riconfermato anche per quest’anno l’agevolazione: per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2023, il “bonus condizionatore” permette di beneficiare di una detrazione fiscale del 50% oppure del 65% a seconda dell’intervento realizzato e della tipologia di apparecchiatura acquistata: detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di condizionatori effettuato nell’ambito di opere edilizie per ristrutturazione o manutenzione straordinaria; del 65% per l’acquisto di condizionatori a pompa di calore ad alta efficienza in sostituzione di uno di classe inferiore.

Attenzione alla posizione – In fase di installazione è importante collocare il climatizzatore nella parte alta della parete: l’aria fredda tende infatti a scendere e si mescolerà più facilmente con quella calda che invece tende a salire. Occorre evitare di posizionare il climatizzatore dietro divani o tende: l’effetto-barriera blocca la diffusione dell’aria fresca. Chiudere le persiane durante le ore più calde – È abitudine comune lasciare le persiane aperte anche quando non si è in casa, permettendo al calore di entrare attraverso gli infissi. Attivando il climatizzatore al rientro in casa, questo si trova a dover soddisfare un elevato fabbisogno di energia per raffrescare gli ambienti. Chiudere le persiane, abbassare le tapparelle o comunque schermare i serramenti nelle ore centrali delle giornate estive consente di ridurre gli apporti solari in ingresso all’abitazione e, conseguentemente, l’energia richiesta dai climatizzatori. Non raffreddare troppo l’ambiente e attenzione all’umidità – La normativa prevede che durante la stagione estiva la temperatura interna non deve scendere sotto i 24-26 gradi centigradi ma, il più delle volte, due o tre gradi in meno rispetto alla temperatura esterna sono già sufficienti. Spesso per scongiurare la sensazione di caldo opprimente può bastare l’attivazione della funzione “deumidificazione”, in quanto l’umidità presente nell’aria fa percepire una temperatura ben più elevata di quella reale. Ogni stanza ha bisogno del suo climatizzatore – Installare un condizionatore potente in corridoio sperando che rinfreschi l’intera abitazione è inutile: l’unico risultato sarà quello di prendersi un colpo di freddo ogni volta che si attraversa il corridoio andando da una stanza all’altra, in quanto sarà l’unico ambiente ad essere raffrescato. Non lasciare porte e finestre aperte – Il climatizzatore raffresca e deumidifica l’ambiente in cui è installato trasferendo il calore e l’umidità all’esterno. L’ingresso nella stanza di “nuova” aria calda obbliga l’apparecchiatura a compiere un lavoro supplementare per riportare la temperatura e l’umidità ai livelli richiesti, con un conseguente dispendio di energia. Coibentare i tubi del circuito refrigerante all’esterno dell’abitazione – Per evitare inutili dispersioni è necessario isolare termicamente i tubi del circuito refrigerante presenti all’esterno dell’abitazione. È inoltre opportuno assicurarsi che la parte esterna del climatizzatore non sia esposta al sole e alle intemperie. Usare il timer e la funzione ‘notte’ – Grazie a queste funzioni è possibile ridurre al minimo il tempo di accensione dell’apparecchio e aumentare il comfort. Inoltre, consentono di accendere e spegnere il climatizzatore anche a distanza e di tenerlo in funzione per il solo periodo di tempo in cui se ne ha realmente bisogno. La funzione “notte” o “sleep” regola, nelle ore notturne, la temperatura ambiente in modo da rispondere alla variazione della temperatura corporea. Fare un check-up alla propria casa – Chiedere a un tecnico di effettuare una diagnosi energetica dell’edificio è il primo passo utile per valutare lo stato dell’isolamento termico di pareti e finestre e l’efficienza degli impianti di climatizzazione. La diagnosi suggerirà gli interventi da realizzare valutandone il rapporto costi-benefici. Oltre ad abbattere i costi per la climatizzazione estiva degli ambienti anche fino al 40%, gli interventi sono ancora più convenienti se si usufruisce delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici.

Agenda 2030 e il diritto all’acqua delle Isole minori

Agenda 2030 e il diritto all’acqua delle Isole minoriRoma, 23 giu. (askanews) – Anche le tecnologie della dissalazione evolvono. L’approvvigionamento idrico sicuro e sostenibile dei dissalatori mobili marini consente di tutelare gli ecosistemi delle isole minori e anche di risparmiare. Questi i principali punti di confronto che verranno approfonditi al convegno “Agenda 2030 e il diritto all’acqua delle Isole minori. Le alternative sostenibili per un rifornimento idrico di qualità e amico del mare” realizzato da Fondazione UniVerde e Marevivo in collaborazione con la Città Metropolitana di Roma Capitale e con il patrocinio di ANCIM – Associazione Nazionale Comuni Isole Minori, che si svolgerà martedì 27 giugno, ore 10:30, presso Sala Di Liegro di Palazzo Valentini in Roma (Via IV Novembre 119/A) e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale.

L’evento, promosso con la media partnership di Radio Radicale, Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, SOS Terra, rappresenta un’occasione di confronto con il nuovo Governo e Parlamento per valutare scenari alternativi all’utilizzo dei dissalatori a terra sulle isole minori, in particolare concentrando l’attenzione sui dissalatori mobili come innovativa risposta, efficace e sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economica, alla domanda idrica delle isole minori, anche nei periodi di alta stagione o in caso di emergenza. Dopo il saluto di benvenuto di Pierluigi Sanna (Vicesindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale) seguiranno le introduzioni a cura di Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde) e Carmen Di Penta (Direttore Generale Marevivo). Sarà proiettato il video del dissalatore mobile marino realizzato da Marnavi.

Alla relazione introduttiva di Giuseppe Nerio Carugno (Segretario Generale della Fondazione UniVerde) faranno seguito gli interventi di: Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica), Federico Cafiero de Raho (Vicepresidente Commissione “Giustizia”, Camera dei Deputati), Patty L’Abbate (Vicepresidente Commissione “Ambiente, territorio e lavori pubblici”, Camera dei Deputati), Giuseppe Cavuoti (Dirigente Struttura di Missione per le politiche del mare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri), Gian Piera Usai (Segretaria Nazionale ANCIM), Luca Lucentini (Direttore Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque, Istituto Superiore di Sanità), Francesco Aliberti (Professore Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Napoli Federico II), Roberto Danovaro (Professore ordinario presso l’Università Politecnica delle Marche), Danila Iacovelli (Docente Cattedra Unesco, Polimi – Sede di Mantova e Ricercatrice in Diritto amministrativo presso il Politecnico di Milano). Modera Alessio Falconio (Direttore di Radio Radicale). All’iniziativa sono invitati i Sindaci dei Comuni delle Isole Minori.

ENEA, con fotovoltaico su 30% tetti ok fabbisogno elettrico residenziale

ENEA, con fotovoltaico su 30% tetti ok fabbisogno elettrico residenzialeRoma, 15 giu. (askanews) – Per soddisfare l’intero fabbisogno elettrico del settore residenziale nazionale servirebbe installare pannelli fotovoltaici sul 30% circa della superficie complessiva dei tetti degli edifici ad uso abitativo del nostro Paese, che equivale a quasi la totalità dell’area idonea all’installazione di questi dispositivi. È quanto ha calcolato l’ENEA nello studio pubblicato sulla rivista Energies che descrive il reale potenziale del fotovoltaico in Italia al 2030 e al 2050 impiegando solo le superfici di copertura di edifici esistenti, senza la necessità di ulteriore uso del suolo. “Nel nostro Paese gli edifici ad uso residenziale sono oltre 12 milioni con una superficie complessiva dei tetti di circa 1.490 km2, di cui solo 450 km2, pari appunto al 30% circa, potrebbero avere caratteristiche adeguate all’installazione di pannelli fotovoltaici”, spiega Nicolandrea Calabrese responsabile del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano e coautore dello studio insieme al ricercatore dello stesso laboratorio Domenico Palladino. Lo studio evidenzia come, ipotizzando di occupare interamente questa superficie ottimale (circa 450 km2), si potrebbero generare oltre 79 mila GWh di energia elettrica per una potenza complessiva installata di 72 GW. Anche se si riuscisse a occupare una superficie inferiore (indicativamente circa 310 km2), l’energia prodotta sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico del settore residenziale pari a un consumo medio annuo di circa 65,5 mila GWh. Tuttavia, gli scenari più ‘probabili’ evidenziati dallo studio ENEA dimostrano che la potenza fotovoltaica installata potrebbe essere solo pari a 6 GW, ovvero l’11,5% dell’obiettivo nazionale fissato in 52 GW di nuova capacità fotovoltaica al 2030 (due volte e mezzo la potenza registrata nel 2020). Al 2050, lo studio stima che la produzione di energia elettrica da fotovoltaico potrebbe coprire potenzialmente poco meno del 40% del fabbisogno nazionale, ma con significative differenze a livello regionale: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia dovrebbero avvicinarsi agli obiettivi nazionali anche seguendo scenari più cautelativi, mentre altre regioni necessiterebbero di scenari più spinti. “Per sostenere e promuovere il fotovoltaico sui tetti serve rimodulare gli incentivi o adottare nuove azioni su base regionale. Per questo abbiamo definito un nuovo indice che misura il potenziale fotovoltaico di ciascuna regione e che potrebbe essere di supporto ai decisori politici e agli enti locali per adottare strategie energetiche sempre più efficaci e specifiche per ogni singolo territorio”, sottolinea Domenico Palladino. A livello territoriale, lo studio ENEA ha calcolato che al 2050 nel Nord-ovest si potrebbe produrre oltre 5.500 GWh di energia elettrica con il fotovoltaico sui tetti, consentendo di soddisfare fino al 50% del fabbisogno residenziale. Nel Nord-est questa percentuale potrebbe superare il 50%, con una produzione complessiva di 7.100 GWh. Al Centro, la percentuale scenderebbe a circa il 40%, mentre nel Sud e nelle Isole la copertura del fabbisogno raggiungerebbe percentuali via via più basse. Nonostante il potenziale e la convenienza del fotovoltaico sulle coperture degli edifici, rimangono da affrontare sfide come la natura intermittente di questa fonte di energia e procedure amministrative che restano complesse, anche se di recente è stata varata una normativa che punta a ridurre la burocrazia e a promuovere nuove installazioni sui tetti di edifici esistenti, compresi quelli dei centri storici. “Negli ultimi anni sono stati realizzati molteplici interventi di efficientamento energetico del nostro patrimonio edilizio, ma molto rimane da fare: gli edifici residenziali sono responsabili ancora del 12% delle emissioni e del 30% del fabbisogno energetico complessivo del nostro Paese soprattutto a causa della climatizzazione e delle scarse prestazioni termiche dell’involucro edilizio”, concludono i due ricercatori ENEA.

Edilizia sostenibile certificata in Italia: per Paese risparmio annuo di 189 milioni di euro

Edilizia sostenibile certificata in Italia: per Paese risparmio annuo di 189 milioni di euroRoma, 13 giu. (askanews) – L’impiego dei protocolli energetico ambientale, rating system, della famiglia LEED-GBC consente l’efficiente risoluzione delle significative criticità a livello di efficienza energetica e ambientale che qualificano il patrimonio edilizio italiano. L’edilizia sostenibile certificata, realizzata alla luce di questi strumenti, sarebbe pertanto in grado di ridurre non solo l’impatto ambientale negativo dell’intero settore del costruito, partecipando così fattivamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al raggiungimento degli impegni assunti dalle principali agende internazionali, ma sarebbe anche capace di generare esternalità positive per l’intera economia nazionale, con un risparmio annuo pari a 189 milioni di euro al 2030.

Questo è quanto dimostrato dall’Impact Report che Green Building Council Italia (GBC Italia) ha sviluppato grazie alla partnership con USGBC (United States Green Building Council), GBCI (Green Business Certification Inc.) e Arc Skoru, in collaborazione con The European House – Ambrosetti e grazie al supporto di numerose imprese della filiera edilizia ed immobiliare italiana. Il documento è stato presentato nella mattinata odierna a Roma alla presenza di rappresentanti ministeriali, delle istituzioni e amministrazioni nazionali e locali, degli esponenti delle primarie imprese e delle organizzazioni italiane. L’impact Report in termini sintetici evidenzia come lo stock di edifici certificati LEED-GBC al 2023 sia in grado di generare un risparmio annuo di 170.031 tonnellate di CO2 e di 1,3 miliardi di litri d’acqua, per un controvalore economico di 68 milioni di euro: questo è il valore annuo delle esternalità negative evitate al Paese. In aggiunta a questo, la costruzione e ristrutturazione degli edifici certificati ha permesso il risparmio di 324.880 tonnellate di rifiuti, evitando al Sistema Paese ulteriori 44 milioni di euro di esternalità. Per le specifiche d’area si rimanda alla Tabella 1, in allegato.

Dati gli attuali risultati raggiunti, guardando al futuro, il Report tratteggia uno scenario che evidenzia il ruolo fondamentale che i protocolli energetico ambientali LEED e GBC potrebbero avere per il nostro Paese. Secondo uno scenario in cui si assume che il trend di crescita delle nuove superfici certificate proseguirà costante in linea con quello del periodo 2016-2020, portando a una crescita quadratica del valore cumulato, gli edifici certificati tra il 2023 e il 2030 potranno generare un risparmio annuo di 474.672 tonnellate di CO2 e di 3,6 miliardi di litri d’acqua, evitando così al Paese 189 milioni di euro di esternalità negative ogni anno. Inoltre, i processi di costruzione e rigenerazione di questi immobili, grazie alle buone pratiche adottate, porteranno a minore generazione di rifiuti per 603.562 tonnellate, che avrebbero generato 81 milioni di euro di esternalità negative. Per le specifiche d’area si rimanda alla Tabella 2, in allegato.

Marco Mari – Presidente GBC Italia: “Green Building Council Italia sta lavorando al report nazionale di impatto dell’edilizia sostenibile certificata da circa un anno, una grande squadra che ha visto la Governance e lo Staff dell’Associazione impegnati al fianco di numerosi Soci e Partner nazionali e internazionali. Il risultato è un documento innovativo che ben rappresenta la visione strategica e operativa definita e perseguita nell’ultimo triennio. L’efficace utilizzo dei protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED-GBC ha permesso di perseguire e rendicontare risultati eccezionali posizionando il nostro Paese tra i primi dieci al mondo e, dai dati rilevati, emergono in modo inopinabile due certezze: la prima è che per essere efficaci sui processi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, non possiamo più incentivare per gli edifici logiche parziali e agire su singoli aspetti ambientali o energetici o sociali o culturali o economici, ma dobbiamo affrontarli assieme secondo un approccio olistico; la seconda è che accettando questa sfida possiamo valorizzare le tante eccellenze della nostra nazione, un nuovo Made in Italy. Sono particolarmente orgoglioso di questa opera che rappresenta il pensiero e l’azione di uomini e donne della nostra comunità negli ultimi quindici anni. Oggi più che mai abbiamo strumenti, tecnologie, competenze e dati necessari per una transizione giusta e necessaria, affinché l’unico ambiente costruito possibile sia un ambiente costruito sostenibile, per tutti”.

Fabrizio Capaccioli – Vicepresidente GBC Italia e AD di ASACERT: “Essere un’associazione che promuovere la cultura della sostenibilità e l’innovazione nella filiera edile ed immobiliare sono state le priorità d’azione di GBC Italia in questo triennio. Le attività di ricerca, le survey e le iniziative strategiche svolte, ci hanno permesso di accumulare un knowhow prezioso che vogliamo diffondere su tutto il territorio nazionale. Il Primo Impact Report di GBC Italia permette di avere una visione d’insieme dell’impegno profuso e, soprattutto, di misurare i risultati ottenuti, in termini di benefici per tutti i nostri stakeholder. Sinteticamente, emerge che lo stock di edifici certificati LEED- GBC, al 2023, genera un risparmio annuo di 170.031 tonnellate di CO2 e di 1,3 miliardi di litri d’acqua, per un controvalore economico di 68 milioni di euro, a cui si aggiungono i dati che riguardano la costruzione/ristrutturazione degli edifici certificati, che permettono un risparmio di 324.880 tonnellate di rifiuti, evitando ulteriori 44 milioni di euro di esternalità. Con prospettive crescenti nella visione prospettica 2023-2030. Dal mondo della rigenerazione urbana c’è, dunque, da aspettarsi molto in termini di miglioramento delle performance e di qualità della vita per i cittadini, a cui il GBC Italia guarda costantemente”. Edoardo Rixi – Viceministro alle Infrastrutture e dei Trasporti: “Anche a seguito di quelli che sono gli obiettivi indicati dall’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni, per noi è fondamentale creare un’edilizia di qualità, dare una capacità al sistema abitativo italiano di avere un miglioramento sia del risparmio energetico, sia degli stessi materiali di costruzione che siano ecocompatibili e sostenibili nel lungo periodo. Crediamo che l’esperienza generata da tutti i vari progetti pilota che si sono creati sulla certificazione dell’edilizia sostenibile possa essere uno strumento che possa contaminare nel tempo tutto il sistema edile nazionale, per consentirci di sviluppare delle misure per incentivare queste operazioni sulle nuove costruzioni, ma anche sulla rigenerazione urbana”.

Edilizia sostenibile certificata: per Italia risparmio 189 mln l’anno

Edilizia sostenibile certificata: per Italia risparmio 189 mln l’annoRoma, 13 giu. (askanews) – L’impiego dei protocolli energetico ambientale, rating system, della famiglia LEED-GBC consente l’efficiente risoluzione delle significative criticità a livello di efficienza energetica e ambientale che qualificano il patrimonio edilizio italiano. L’edilizia sostenibile certificata, realizzata alla luce di questi strumenti, sarebbe pertanto in grado di ridurre non solo l’impatto ambientale negativo dell’intero settore del costruito, partecipando così fattivamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al raggiungimento degli impegni assunti dalle principali agende internazionali, ma sarebbe anche capace di generare esternalità positive per l’intera economia nazionale, con un risparmio annuo pari a 189 milioni di euro al 2030.

Questo è quanto dimostrato dall’Impact Report che Green Building Council Italia (GBC Italia) ha sviluppato grazie alla partnership con USGBC (United States Green Building Council), GBCI (Green Business Certification Inc.) e Arc Skoru, in collaborazione con The European House – Ambrosetti e grazie al supporto di numerose imprese della filiera edilizia ed immobiliare italiana. Il documento è stato presentato nella mattinata odierna a Roma alla presenza di rappresentanti ministeriali, delle istituzioni e amministrazioni nazionali e locali, degli esponenti delle primarie imprese e delle organizzazioni italiane. I rating system LEED e GBC costituiscono indispensabili strumenti di progettazione e di misurazione delle performance del “sistema edificio”, sempre più rilevanti all’interno del settore del costruito anche in ottica ESG. Si caratterizzano, infatti, in modo inedito per una visione olistica, che abbraccia tutti gli aspetti energetico-ambientali di un immobile lungo l’intero ciclo di vita dello stesso – dalla progettazione, alla scelta dei materiali di costruzione e alla relativa messa in opera, sino anche alla manutenzione e demolizione dell’edificio. Si tratta di strumenti entrati nel mercato italiano da oltre quindici anni, di cui oggi, per la prima volta, GBC Italia giunge a misurare l’effettiva e la potenziale capacità di contribuire allo sviluppo sostenibile delle nostre economie. Quanto emerge da questo primo Rapporto, in sintesi, è che i benefici associati alla diffu­sione dei protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED-GBC sono notevoli, così come dimostrato dalla misurazione, anche economica, delle esternalità positive generate dall’impiego di questi strumenti. Un’analisi condotta considerando due orizzonti temporali: viene valutato l’impatto al 2023 generato dagli oltre 19 milioni di mq di edifici registrati e certificati in Italia dal 2008 con i protocolli della famiglia LEED-GBC (possiamo immaginarla come la riduzione di impatto dovuta a una città di oltre trecentocinquantamila abitanti, costituita solo da edifici sostenibili, con impatti misurati e certificati) e vengono poi stimati gli impatti nel prossimo decennio, con l’orizzonte temporale al 2030, che gli edifici certificati saranno in grado di apportare al Sistema Paese, seguendo gli attuali tassi di crescita.

Per meglio comprendere il senso dei contenuti che l’Impact Report porta alla luce è fondamentale sottolineare che secondo i dati diffusi dall’ONU, a livello globale, il settore delle costruzioni, con le relative filiere edilizia e immobiliare, non è soltanto il più grande in termini economici, ma anche in termini di utilizzo di risorse e impatti sull’ambiente: gli edifici sono responsabili per circa il 36% dell’emissione di gas nocivi, del 40% del consumo energetico e di oltre un terzo delle emissioni di CO2. All’interno del contesto italiano il settore edilizio ed immobiliare gioca un ruolo di prim’ordine, come dimostrato dal relativo dimensionamento: nel 2021 si contano 66,5 milioni di unità immobiliari, un dato in crescita del 10,5% rispetto al 2010, a cui si aggiunge circa un 12% di unità immobiliari c.d. “non censibili” (beni di utilità comune a più unità immobiliari, che non producono un reddito proprio), che porta il totale per il 2021 a 77 milioni di immobili prevalentemente costituito da abitazioni residenziali, che rappresentano il 53,2% del totale. Si tratta però di uno stock immobiliare ad elevata anzianità e basse performance in termini di efficienza energetica: in Italia, 2,1 milioni di edifici residenziali – pari al 17% del totale dello stock residenziale – si trovavano, infatti, in cattivo stato di conservazione. Il 74% del totale è stato costruito prima degli anni ’80 e addirittura prima degli anni ’60. Questo, contestualizzato nel quadro degli obiettivi del Green Deal europeo e dei piani di finanziamento sviluppati a livello nazionale e comunitario, fa ipotizzare che, nei prossimi anni, proseguiranno gli investimenti in efficientamento energetico, rigenerazione, manutenzione e riqualificazione del costruito. Uno scenario in linea con quanto registrato nell’ultimo periodo, che ha visto una ripresa per l’intero settore. Secondo l’ultimo osservatorio congiunturale ANCE (ottobre 2022), infatti, nel 2022 gli investimenti in costruzioni (al netto dei costi per il trasferimento di proprietà) ammontavano, a livello nazionale, a 176 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente, si stima un ulteriore e significativo incremento del +15,4% in valori correnti (+12,1% in termini reali). Nel 2022, gli investimenti in abitazioni sono stati pari a 87,4 miliardi di euro, mostrando un aumento del +21,7% in termini nominali (+18,1% in termini reali) rispetto al 2021. Guardando al futuro del nostro Paese, la strada di sviluppo si definisce in modo obbligato in chiave sempre più sostenibile per l’intero settore del costruito: l’Italia dispone di un ingente patrimonio immobiliare, ma anche delle competenze professionali e delle risorse necessarie per la relativa transizione sostenibile. I protocolli energetico-ambientali sono la chiave per rendere tutto questo realtà, garantendo la realizzazione e rigenerazione di edifici e città pienamente sostenibili, ponendo al centro il benessere della persona e in equilibrio con gli ecosistemi naturali.

Giornata Oceani: Federica Pellegrini libera tartaruga marina

Giornata Oceani: Federica Pellegrini libera tartaruga marinaRoma, 8 giu. (askanews) – Dalla cattura accidentale da parte di un peschereccio, al soccorso e alle cure mediche fino alla liberazione in mare. È una storia a lieto fine quella della tartaruga “Libera” che è stata liberata al largo del comune di Mattinata (FG) in Puglia. Una liberazione speciale perché a riportare in mare l’esemplare di Caretta caretta, salvato dai pescatori e curato presso il Centro di recupero e soccorso gestito da Legambiente, è stata la nuotatrice olimpionica Federica Pellegrini.

Pellegrini, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, ha deciso di sposare la causa della campagna Tartalove di Legambiente, adottando una delle tartarughe ospiti nel Centro di RecuperoTartarughe Marine (Crtm) di Manfredonia (FG). Dopo la visita al Centro per conoscere la “sua” tartaruga, Federica, a bordo di un gommone e accompagnata dagli operatori del Crtm e del Circolo Velico Gargano, si è allontanata dal porto per raggiungere una zona tranquilla dove liberare la tartaruga.

La campionessa è poi entrata in acqua per accompagnare Libera dal gommone alle onde del mare, nuotando per qualche momento insieme a lei. Una scena emozionante, che ha visto protagoniste due creature acquatiche nel condividere un momento unico per entrambe. “Ho adottato Libera e ne sono felice. Liberare in mare la mia tartaruga marina, grazie alla campagna di Legambiente “TartaLove”, è un’esperienza che invito tutti a provare. Un gesto, semplice ed emozionante, per prenderci cura di questo ambiente magnifico”, ha dichiarato Federica.

Tartalove è una campagna di raccolta fondi avviata da Legambiente per la salvaguardia della Caretta caretta nel mar Mediterraneo. Si tratta di una specie in pericolo perché fortemente minacciata dalla pesca professionale, dal traffico nautico, dall’inquinamento e dai rifiuti plastici che sempre più spesso vengono ingeriti da questi animali che li scambiano per le prede di cui si nutrono. Sono almeno 130.000 le tartarughe marine in pericolo di vita ogni anno nel Mediterraneo. E almeno 40.000 quelle che muoiono a causa delle catture accidentali, dei rifiuti ingeriti e per traumi causati dal traffico nautico. Legambiente è da anni impegnata nella salvaguardia delle tartarughe marine attraverso un’azione integrata che prevede attività di recupero, cura, informazione e sensibilizzazione, affinché tutti possano prendere parte al cambiamento. Negli ultimi 10 anni, grazie alla campagna e ai Centri di Recupero e Primo Soccorso, sono stati salvati oltre 2000 esemplari.

Tigotà abbatte le emissioni: risparmiate 1035 tonnellate di CO2

Tigotà abbatte le emissioni: risparmiate 1035 tonnellate di CO2Roma, 8 giu. (askanews) – Tigotà, brand che opera a livello nazionale, specializzato nella vendita di prodotti di cosmesi, cura della persona e della casa, ha reso noti i dati raccolti in oltre un anno di approccio innovativo rispetto al risparmio energetico nei 687 store di proprietà.

L’azienda, che a giugno 2022 aveva avviato una sperimentazione abbassando il 30% dell’illuminazione in favore della luce naturale nella metà degli store, ha oggi reso strutturale l’operazione, riducendo considerevolmente le emissioni di CO2 nell’ambiente. Oltre all’utilizzo attento della luce, attraverso il suo spegnimento in predeterminate fasce orarie per sfruttare l’illuminazione naturale, la società ha introdotto un più attento utilizzo degli impianti di climatizzazione attraverso la regolazione dei tempi di accensione e della temperatura.

L’operazione nel suo complesso ha portato a un abbattimento di 1035 tonnellate di CO2, un risultato importante considerando che l’Italia produce 355 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno e che ogni singolo italiano ne emette 5,5 tonnellate l’anno. “Quella di ridurre l’illuminazione artificiale in favore dell’illuminazione naturale è una scelta che guarda con concretezza al consumo responsabile delle risorse – afferma Tiziano Gottardo, presidente di Tigotà -. La sperimentazione e il successivo passaggio alla fase di applicazione strutturale dell’iniziativa ci hanno consentito di sensibilizzare internamente i nostri collaboratori e collaboratrici sulla propria impronta ecologica”.

Oltre alle politiche relative al consumo responsabile delle risorse, la società ha anche efficientato il sistema di illuminazione dei negozi grazie al progetto di relamping, che ha visto l’azienda impegnata nella sostituzione di oltre 100mila lampadine di vecchia generazione con led meno impattanti dal punto di vista energetico nei punti vendita presenti su tutto il territorio nazionale. Per ogni intervento di relamping è stato possibile abbattere di circa il 50% il consumo di elettricità, con un controvalore stimato in termini di emissioni pari a 500 tonnellate di CO2 risparmiate all’anno. “I 5000 collaboratori e collaboratrici che lavorano con noi hanno accolto con grande entusiasmo tutte le indicazioni relative all’abbassamento delle luci, segnale che ci fa capire che siamo in un momento di grandi cambiamenti sul fronte delle politiche ambientali, dove ognuno è oggi chiamato a intervenire con azioni semplici ma tangibili”.

Ambiente, Luzi (CC): deforestazione corre. -10 mln ettari ogni anno

Ambiente, Luzi (CC): deforestazione corre. -10 mln ettari ogni anno


Ambiente, Luzi (CC): deforestazione corre. -10 mln ettari ogni anno


Ambiente, Luzi (CC): deforestazione corre. -10 mln ettari ogni anno





















1686046203 Ambiente Luzi CC deforestazione corre 10 mln ettari ogni anno

Roma, 6 giu. (askanews) – “Purtroppo, a fronte di un limitato aumento delle superfici boscate che si è verificato a causa dell’abbandono dei campi coltivati o a seguito di alcune operazioni di rimboschimento, la deforestazione mondiale corre a ritmi troppo elevati, rilasciando continuamente e in tempi ristretti grandi quantità di anidride carbonica con grave impatto sulla biodiversità. Il mondo sta perdendo 10 milioni di ettari di foresta ogni anno a causa della deforestazione, più o meno quanto la superficie dell’Islanda”. Lo ha ricordato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi, in occasione del Convegno Forest Factor in corso a Roma.

“È vero che in Europa, e in particolare in Italia – ha osservato -, la superficie forestale continua invece a crescere e negli ultimi 30 anni è aumentata del 20 per cento soprattutto nelle aree marginali. Questa “avanzata” impone riflessioni e soprattutto azioni tese a un ripensamento complessivo della gestione territoriale in una visione integrata uomo-piante-animali. Il bosco non è solo un grande laboratorio di trasformazione e stoccaggio della CO2, ma è innanzitutto la casa della biodiversità, di habitat complessi e il rifugio di molte specie animali, alcune delle quali sono, nel nostro Paese, in notevole espansione. Un incontro, a volte “scontro”, tra uomo e animali che si consideravano ormai quasi scomparsi come il lupo, l’orso e i grandi ungulati. È inoltre nelle aree urbane e periurbane che deve concentrarsi l’attenzione attraverso un’oculata opera di riforestazione che esalti la funzione multifattoriale dei boschi, oltre al citato assorbimento di anidride carbonica. Il Green Deal, la più ambiziosa manovra politica europea, passa attraverso gli alberi e la loro protezione”, ha detto.

Pichetto: battaglia climatica si combatte qui e adesso

Pichetto: battaglia climatica si combatte qui e adesso


Pichetto: battaglia climatica si combatte qui e adesso


Pichetto: battaglia climatica si combatte qui e adesso





















1686046022 Pichetto battaglia climatica si combatte qui e adesso

Roma, 6 giu. (askanews) – “Per difendere il nostro patrimonio forestale abbiamo bisogno di fare perno sui nostri obiettivi climatici. Perché il clima impazzito di questi ultimi tempi ci dice che l’adattamento e la resilienza dei nostri sistemi è prioritaria. Abbiamo visto la terribile alluvione in Emilia-Romagna, come anche i consistenti periodi di siccità che hanno ridotto i fiumi a rivoli e il Po in secca: due esempi, opposti tra loro per le conseguenze ma vicinissimi nello spazio e nel tempo. Due fatti che ci dicono una cosa molto chiara: la battaglia climatica si combatte qui e adesso, non in un tempo futuro da qualche parte remota del Pianeta”. Così il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin,intervenendo alla Conferenza internazionale “The Forest factor”, organizzata dall’Arma dei Carabinieri in corso a Roma, all’Università degli Studi Roma Tre. “Il Piano di Adattamento non sarà la soluzione a tutti i problemi – ha sottolineato – ma rappresenta lo strumento di pianificazione di cui abbiamo bisogno e che porteremo a termine a breve, dopo essere stato per tanto tempo chiuso in un cassetto. La novità più recente è però l’accordo raggiunto alla Cop15 di Montreal sulla Biodiversità. Quel target di efficace conservazione e gestione del 30% delle aree terrestri, marine e costiere, nonché delle acque interne, entro il 2030, costituisce un obiettivo che l’Italia ha sostenuto in tutti i consessi internazionali. Un’intesa che fa ben sperare: ora la sfida è costruire un percorso che capitalizzi esperienze, capacità e risorse economiche, affermando il valore della biodiversità su tutti i piani. Dell’importanza di questo percorso è convinto anche il G7, che in Giappone ha confermato quegli obiettivi, individuando nella perdita di biodiversità una delle tre crisi globali assieme a cambiamento climatico e inquinamento, da combattere in maniera contemporanea e con mezzi sempre più efficaci”.