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Edilizia sostenibile, GBC Italia presenta il primo Impact Report

Edilizia sostenibile, GBC Italia presenta il primo Impact ReportRoma, 19 mag. (askanews) – Il prossimo 13 giugno Green Building Council Italia organizzerà presso la Sala del Refettorio – Biblioteca della Camera dei Deputati, in Palazzo San Macuto a Roma, alla presenza delle Istituzioni e della stampa nazionale, un evento dedicato alla presentazione del primo Impact Report dell’edilizia sostenibile certificata in Italia, in grado di valutare la misura dell’impatto generato dalle costruzioni sostenibili realizzate sul territorio nazionale.

In continuità con gli ambiziosi obiettivi di contrasto al cambiamento climatico contenuti nell’Accordo di Parigi del 2015, il cui raggiungimento richiede la tempestiva attuazione di politiche dedicate, GBC Italia ha curato questo documento in partnership con USGBC (United States Green Building Council), GBCI (Green Business Certification Inc.) e Arc Skoru. “L’impact Report di GBC Italia solleva finalmente un velo e ci rende consapevoli di un “nuovo Made in Italy”, quello dell’edilizia sostenibile, capace di guidarci verso una leadership internazionale già sperimentata in altri settori”. Queste le parole di Marco Mari, Presidente di GBC Italia, che prosegue: “Ne sono particolarmente orgoglioso, perché si tratta di un lavoro unico che ben rappresenta la visione strategica definita nell’ultimo triennio dalla nostra Associazione e che rende evidenti le tante capacità distintive degli attori della filiera edilizia e immobiliare italiana. Oggi più che mai abbiamo strumenti, tecnologie e competenze, ma per raggiungere gli sfidanti obiettivi che il contrasto ai cambiamenti climatici ci impone, dobbiamo tutti fare la nostra parte, affinché l’unica edilizia possibile sia una edilizia sostenibile”.

Qual è il reale impatto generato dalle costruzioni sostenibili in Italia? Con l’intento di rispondere a tale interrogativo, il documento è stato sviluppato attraverso la puntuale analisi di circa 20 milioni di mq di edifici registrati e certificati in Italia dal 2008, con i protocolli LEED-GBC per evidenziare il loro impatto su: localizzazione e sito sostenibile, energia ed emissioni, acqua, materiali ed economia circolare, comfort e salubrità, valenza storica. Possiamo immaginare questo asset immobiliare analizzato come una città di oltre trecentocinquantamila abitanti, costituita da soli edifici sostenibili, un primato che, secondo i dati fornito da US GBC, ci pone tra i primi dieci paesi al mondo e secondi in Europa.

L’analisi condotta è stata supportata dalla presentazione dei dati relativi a oltre 570 edifici certificati in Italia, per oltre 10 milioni di mq; 100 edifici che sono stati analizzati in relazione alla prestazione delle diverse aree tematiche; oltre 15 casi studio che mostrano le eccellenze di prestazione rispetto alle diverse aree tematiche; dati di mercato e scenari, elaborati in collaborazione con The European House – Ambrosetti per valutare la riduzione degli impatti attuali e futuri conseguenti all’adozione di protocolli energetico-ambientali nei processi di riqualificazione del patrimonio edilizio e più in generale dell’ambiente costruito. La presentazione dell’Impact Report, un documento unico nel suo genere, intende qualificarsi pertanto come un’importante occasione di riflessione per Istituzioni, decisori pubblici e privati e tutti gli attori della filiera sulla necessità di un’azione ampia, sinergica e concordata per rendere compiutamente sostenibile l’intero ciclo di vita degli edifici nel nostro Paese.

L’ingresso alla sala avverrà su invito, per tutti sarà possibile partecipare all’evento attraverso via webinar. È possibile registrarsi al seguente link: https://register.gotowebinar.com/register/1974889340622525280

Agricoltura, Lollobrigida: l’ape elemento cardine dell’ecosistema

Agricoltura, Lollobrigida: l’ape elemento cardine dell’ecosistemaRoma, 19 mag. (askanews) – E’ la prima e più elevata installazione di ape italiana in una sede istituzionale nazionale e farà parte del Progetto ApinCittà, ideato e gestito dalla Federazione Apicoltori Italiani. Si tratta del primo apiario della storia del ministero dell’Agricoltura, inaugurato stamani dal ministro Francesco Lollobrigida sulla terrazza del dicastero di via XX Settembre, curato proprio dalla Fai, la più autorevole organizzazione del settore apistico italiano, promossa e collegata a Confagricoltura.

Gli alveari avranno una finalità di impollinazione, biomonitoraggio e mappatura della biodiversità di un ampio quadrante della Capitale: un’iniziativa che vuole celebrare, dandole continuità e concretezza, la Giornata mondiale delle Api, proclamata dall’Onu nel 2018 e che ricorre ogni 20 maggio. Il ministro Francesco Lollobrigida ha spiegato: “Volevamo che in questo ministero fosse inserito un elemento che fa percepire come la natura ci dia l’esempio. L’ape pur vivendo poco, 30 giorni, a parte l’ape regina che vive molto di più, produce miele miele sin dal primo giorno, vive in comunità, produce cera, è operosa e sente il senso della appartenenza. Tutti elementi che caratterizzano questo insetto come un esempio. Dobbiamo valorizzare anche la qualità italiana. C’è una tipicità che dobbiamo difendere e tutelare come anche altre nazioni stanno facendo. Credo che quello inaugurato oggi è il primo impianto di questa natura, in Europa, installato su un ministero. E’ un segnale importante. Sperando che altri ci seguano”.

L’ape mellifera italiana è un fondamentale fattore di produttività del cibo necessario al Pianeta: la presenza di alveari sul territorio genera in Italia 2 miliardi di euro di valore della produzione agroalimentare, cui si deve aggiungere l’apporto ecosistemico che le api garantiscono alla biodiversità, stimato in 150 miliardi di euro. Il ministro lollobrigida ha poi spiegato: “Senza le api probabilmente come spesso ci viene ricordato ci estingueremo tutti. E’ un elemento cardine per l’ecosistema. E’ evidente che qualcuno ogni tanto vuole mettere in correlazione l’esistenza dell’ape con la cancellazione di alcuni prodotti. Ma se sparissero le produzioni agricole probabilmente seguirebbero la stessa sorte. Entro poco tempo”.

Maltempo E-R, Cnr: evento estremo, fino a 200 mm pioggia in 24 ore

Maltempo E-R, Cnr: evento estremo, fino a 200 mm pioggia in 24 oreRoma, 17 mag. (askanews) – L’analisi dei dati di pioggia oraria disponibili dai pluviometri della rete fiduciaria del Dipartimento di Protezione Civile ha evidenziato picchi di pioggia fino a 200 mm nelle ultime 24 ore, le cui massime intensità sono state rilevate nella fascia tra Monghidoro, Civitella di Romagna e Castrocaro Terme. L’indice di rarità degli eventi pluviometrici elaborato dal CNR-IRPI sulla base dei dati di pioggia degli ultimi 20 anni, pone quest’ultimo evento dell’Emilia Romagna tra quelli classificabili come “eventi estremi”. Anche se con valori di pioggia areale tendenzialmente inferiori, ma localmente intensi, tale evento si estende fino alle Marche, testimoniando il suo carattere di eccezionalità anche dal punto di vista della sua estensione spaziale.

É quanto osserva l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia (Cnr-Irpi) che ha analizzato i dati di pioggia oraria disponibili dai pluviometri della rete fiduciaria del Dipartimento di Protezione Civile, evidenziando un “indice di rarità” sulla base dei dati di pioggia degli ultimi 20 anni che pone quest’ultimo evento tra quelli classificabili come “eventi estremi”. Ancora una volta, sotto una costante pressione meteo-climatica, il nostro territorio ci dimostra la sua fragilità, riportando l’attenzione alle gravi problematiche connesse al dissesto geo-idrologico. L’evento pluviometrico che nelle ultime 48 ore ha scaricato ingenti quantità di pioggia in Emilia Romagna ha causato numerose frane ed esondazioni in diverse località nel tratto appenninico tra Bologna e Cesena, estendendosi fino al settore più settentrionale della regione Marche.

Questo evento estremo segue quello registrato appena due settimane fa nella stessa area dell’Emilia Romagna, già responsabile di fenomeni di franamento diffuso nelle aree collinari e montane e di estese esondazioni e rotture d’argine lungo i principali fiumi dell’area. In questi territori, caratterizzati da un’elevata predisposizione al dissesto in ragione della loro conformazione geologica e geomorfologica, lo scenario di pioggia attuale – evidenzia Cnr-Irpi – è tra quelli più favorevoli all’occorrenza di fenomeni franosi diffusi. Le piogge delle scorse settimane hanno lasciato il suolo in condizioni di saturazione già molto elevata, condizione sfavorevole sulla quale si sono poi impostate le nuove piogge estremamente intense ed arealmente diffuse. In tale contesto, come già peraltro mostrato dai fenomeni franosi già registrati nelle ultime ore, la probabilità di innesco di altre frane – conclude l’Istituto – è estremamente elevata e tenderà ad aumentare se le piogge intense continueranno.

Siccità, geologo Violo (CNG): garantire gestione integrata risorse idriche

Siccità, geologo Violo (CNG): garantire gestione integrata risorse idricheRoma, 9 mag. (askanews) – “Nel condividere la necessità di accelerare il processo di adattamento agli effetti indotti dai cambiamenti climatici e di rilancio economico e sociale del territorio nazionale, rilevo la contestuale necessità di massimizzare i benefici di una gestione sostenibile delle acque, sia superficiali sia sotterranee, considerato che il sistema di governance è chiamato – tra mille difficoltà operative ed istituzionali – ad attuare riforme in linea con normative europee in continua evoluzione. La Cabina di regia, nell’individuazione e nella “ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione per far fronte nel breve termine alla crisi idrica, individuando quelli che possono essere realizzati da parte del Commissario”, ed il Commissario straordinario, nello svolgimento dei funzioni conferitegli, sono chiamati, in particolare, a garantire la gestione integrata delle risorse idriche, riconoscendo la funzione strategica non solo delle acque superficiali (sulle quali sono incentrate le considerazioni e le misure suggerite dal decreto in esame), ma anche e soprattutto di quelle sotterranee sia in fase ordinaria sia nell’attuale stato emergenziale”. È quanto ha dichiarato Arcangelo Francesco Violo, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, in audizione in commissione al Senato sul decreto siccità.

“Solo, così, l’ambizioso programma di contrasto della scarsità idrica e di potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche potrà assumere un ruolo decisivo nell’elaborazione di strategie e progetti innovativi”, ha aggiunto.

Da ENEA mappa 3D per calcolare potenziale del fotovoltaico in città

Da ENEA mappa 3D per calcolare potenziale del fotovoltaico in cittàRoma, 9 mag. (askanews) – I ricercatori del Centro ENEA di Portici (Napoli), in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II, hanno messo a punto una mappa catastale tridimensionale ad alta risoluzione interrogabile con l’app map viewer per calcolare il potenziale di energia fotovoltaica installabile su tetti e ogni altra superficie urbana idonea.

“Si tratta di uno strumento GIS (Geographic information System) che consente di valutare in maniera accurata il potenziale di energia fotovoltaica producibile in città, tenendo conto di geometria degli edifici, aree verdi, inquinamento dell’aria e attività antropiche”, spiega Grazia Fattoruso, ricercatrice ENEA del Laboratorio Sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e sensoristiche e responsabile del progetto. “Il suo utilizzo – prosegue – può supportare le amministrazioni locali e regionali nella pianificazione e nella gestione energetica basata sulle rinnovabili, nel raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica che vede le città protagoniste in iniziative per fronteggiare il problema della povertà energetica”. Questo “catasto solare” – si legge nella notizia pubblicata sull’ultimo numero in italiano del settimanale ENEAinform@ – è stato realizzato attraverso mappe 3D delle città che mettono in evidenza il verde urbano e la geometria degli edifici, identificando la reale “area tetto” disponibile per l’installazione di pannelli fotovoltaici. Inoltre, ENEA ha messo a punto un metodo per valutare la riduzione della radiazione solare causata dall’inquinamento da polveri sottili, permettendo di calcolare l’effettiva radiazione solare disponibile, in considerazione anche dell’orientamento dei tetti, dell’ombreggiamento degli edifici e della vegetazione circostante.

Il catasto solare è stato già sperimentato a Portici, dove si è stimato che l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti potenzialmente idonei consentirebbe di produrre circa 500 GWh/anno. “Conoscendo il potenziale fotovoltaico dell’intera città e in particolare di ogni sua superfice utilizzabile, è possibile individuare le aree più idonee alla produzione di energia rinnovabile come pure quelle a maggior rischio di povertà energetica per fattori socio-economici, favorendo la nascita di comunità energetiche” conclude Fattoruso.

ENEA ha già proposto di mettere a sistema la formazione di comunità energetiche con strategie contro la povertà energetica per la mobilità sostenibile, utilizzando parte dell’energia rinnovabile da fotovoltaico prodotta su scala urbana dalle comunità, per ricaricare mezzi elettrici. Nell’ambito dei piani di sviluppo urbano, questo sistema GIS può anche supportare lo sviluppo dell’iniziativa New European Bauhaus, lanciata nel 2021 dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per coniugare la lotta al cambiamento climatico con design e arte.

Ambiente, “Ecofuturo Festival” e la tecnologia degli ecodragaggi

Ambiente, “Ecofuturo Festival” e la tecnologia degli ecodragaggiRoma, 2 mag. (askanews) – Martedì 2 maggio a Roma presso il Senato della Repubblica, Sala Caduti di Nassirya, si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione della proposta Ecofuturo Festival e “Bacini puliti” – Operazione anti siccità, su iniziativa del senatore Antonio Trevisi.

“Ho ospitato questa conferenza stampa perché credo che la politica si debba fare carico di tutte queste innovazione tecnologiche che possono risolvere problemi all’ordine del giorno, come siccità e cambiamenti climatici”, afferma ai microfoni di TeleAmbiente il senatore Trevisi. La proposta è quella di un immediato avvio dello svuotamento dei bacini e dei laghi italiani da sabbie e limi che oggi li stanno occupando per oltre il 50% della loro portata, grazie alla definitiva certificazione e verifica della tecnologia degli ecodragaggi. Presente al Senato anche Davide Benedetti, amministratore delegato Decomar, azienda che ha brevettato il sistema.

La tecnologia sarà illustrata in uno dei 50 panel della 10ª Edizione di Ecofuturo Festival che si svolgerà dal 3 al 6 maggio 2023 alla Città dell’Altra Economia nel quartiere Testaccio di Roma, aperta e gratuita per tutti. “Gli ecodragaggi possono consentire ai nostri bacini di aumentare la capacità di raccolta idrica e fornire l’acqua sia potabile che per uso agricolo nei momenti di siccità. – aggiunge il senatore Trevisi – L’Italia è ricca di eco innovazioni e bisogna dettare dei disegni di legge a supporto in modo da usare al meglio i fondi disponibili e dare un futuro migliore alle generazioni che verranno”.

Presente alla conferenza stampa anche l’ex Assessora alla Transizione ecologica della Regione Lazio, Roberta Lombardi. “Noi abbiamo tanti importanti bacini che servono anche per la produzione di energia elettrica. C’è un sistema legislativo un po’ lacunoso da aggiornare, tanto che l’Europa ce l’aveva chiesto. – ha dichiarato l’ex assessora Lombardi a TeleAmbiente – Ecco perché è importante che una tecnologia come quella degli ecodragaggi venga conosciuta dagli attuali amministratori della Regione Lazio quindi spero che vengano ad Ecofuturo in questi giorni”. “Si tratta di tecnologie mature, sperimentate e attuative, basta solo averne voglia. Se noi riuscissimo a dirottare alcuni fondi, che già ci sono, su queste tecnologie, non ci sarebbero problemi per portare avanti queste soluzioni virtuose”, afferma il professor dell’Università di Firenze Giuliano Gabbani, intervenuto nel corso della conferenza stampa.

E a ribadirlo è Fabio Roggiolani, cofondatore Ecofuturo Festival: “Noi abbiamo soluzioni potente e risolutive, bisogna che la gente si appassioni anche a cose più complicate. Non è facile perché siamo stati allevati a pane e fossili. Oggi dobbiamo essere allevati a pane e rinnovabili e non aver paura delle innovazioni. Questo è quello che noi riusciamo a fare con Ecofuturo”.

Biodiversità degli ambienti glaciali: al via progetto europeo

Biodiversità degli ambienti glaciali: al via progetto europeoRoma, 28 apr. (askanews) – Il ritiro dei ghiacciai è una delle manifestazioni più evidenti degli effetti dei cambiamenti climatici. Nonostante ai più possano sembrare degli ambienti privi di vita, le ricerche svolte – soprattutto negli ultimi vent’anni – hanno mostrato come questi siano a tutti gli effetti habitat in grado di sostenere una biodiversità unica. La così detta “biodiversità glaciale” è costituita da batteri, alghe, muschi, piante, invertebrati e vertebrati che vivono in questi ambienti che consideriamo “estremi”.

Questi organismi hanno sorprendenti adattamenti morfologici e fisiologici, che li rendono specializzati a vivere in prossimità o a contatto col ghiaccio a tal punto da renderli sentinelle dei cambiamenti climatici. Molte specie sono addirittura endemiche, ovvero esclusive di singoli ghiacciai o gruppo montuosi. Risulta quindi prioritario fornire un primo inquadramento relativo lo stato della conoscenza della biodiversità glaciale nonché un’approfondita conoscenza delle relazioni che si instaurano tra le specie e l’ambiente in cui vivono. La biodiversità glaciale è patrimonio naturalistico di ogni nazione che ha, sul proprio territorio, dei ghiacciai. È proprio in questo contesto che si inserisce il progetto europeo PrioritICE “Vanishing habitats: conservation priorities for glacier-related biodiversity threatened by climate change”, coordinato dall’Università degli Studi di Milano che si avvale della collaborazione del MUSE-Museo delle Scienze di Trento, in Italia, e di altri tre partner stranieri: University of Lausanne – Switzerland, Laboratoire d’Ecologie Alpine – France, Adam Mickiewicz University – Poland.

Ciascun partner – informa la Statale – metterà a disposizione la propria competenza decennale relativa lo studio della biodiversità glaciale. “Per esempio l’Università degli Studi di Milano combinerà metodologie all’avanguardia come l’analisi del DNA ambientale presente sul ghiacciaio e nei suoli di recente deglaciazione, con analisi più tradizionali sulla distribuzione delle piante e degli animali” spiega Francesco Ficetola, zoologo dell’Università Statale di Milano e coordinatore di PrioritICE. “Il MUSE supporterà il progetto con la competenza relativa l’ecologia degli ambienti glaciali e le comunità di insetti e ragni criofili, ovvero amanti del freddo e del ghiaccio” commenta Mauro Gobbi, referente del progetto per il MUSE-Museo delle Scienze di Trento. Obiettivo primario sarà quello di creare il primo database relativo la biodiversità glaciale, non solo come base per l’analisi dei dati, ma come strumento conoscitivo degli organismi che vivono in questo ambiente, col fine di fungere da memoria storica di una biodiversità che è destinata a scomparire. In aggiunta, si cercheranno di capire i processi che agiscono sulla biodiversità e le relazioni ecologiche tra le specie. Infine, saranno identificate le aree a massima priorità dal punto di vista conservazionistico, fornendo strategie gestionali funzionali a valorizzare e proteggere più efficacemente le aree glaciali e la rispettiva biodiversità.

Gli apparati glaciali oggetto di indagine sono collocati principalmente sui gruppi montuosi Alpini, tra cui per il territorio italiano, il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Gruppo Ortles-Cevedale, il Gruppo Adamello-Presanella, le Dolomiti, ecc., con particolare attenzione ai ghiacciai di piccoli dimensioni, quindi prossimi all’estinzione. La collaborazione di partner europei di Francia, Svizzera e Polonia permetterà per la prima volta di coprire ghiacciai di tutto l’arco alpino. Numerosi enti locali nazionali ed internazionali saranno coinvolti sia per attività di ricerca che di diffusione dei risultati. Infatti questo progetto vuole sia definire delle azioni concrete per migliorare la conservazione di questi ambienti, che sensibilizzare la popolazione nei confronti della perdita di biodiversità e del cambiamento del paesaggio d’alta quota in seguito alla riduzione e scomparsa dei ghiacciai.

Bonifiche, Paparella (Remtech Expo): restituire dignità e benessere

Bonifiche, Paparella (Remtech Expo): restituire dignità e benessereRoma, 27 apr. (askanews) – “Mai come questi anni la tutela dell’ambiente e della rigenerazione dei territori sono importanti per l’uomo, per l’ambiente ma soprattutto sono importanti per la politica e per la loro agenda sia a livello nazionale che internazionale. Possiamo dire che in alcuni momenti storici la presenza dell’uomo ha generato delle impronte e delle criticità ambientali oggi evidenti a tutti. Da queste criticità dobbiamo essere bravi a ricavarne delle opportunità di rilancio e di rigenerazione, per quei territori che per troppo tempo sono stati sfruttati per meri esercizi contabili. Abbiamo gli strumenti per invertire la rotta verso in economia Green, rispettosa dell’ambiente e che sia in grado di promuovere benessere tra le persone”. Lo ha detto Silvia Paparella General Manager RemTech Expo e Ad Ferrara Expo intervenuta al convegno “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Next Generation EU ed il Just Transition Fund come opportunità per recuperare aree industriali compromesse e territori” promosso dall’ufficio del parlamento europeo in Italia.

Concorso fotografico “Obiettivo Terra”: vince Franco Tulli

Concorso fotografico “Obiettivo Terra”: vince Franco TulliRoma, 21 apr. (askanews) – È Franco Tulli il vincitore della XIV edizione di “Obiettivo Terra” 2023, il concorso fotografico dedicato alla difesa e alla valorizzazione del patrimonio ambientale, del paesaggio, dei borghi, delle peculiarità e delle tradizioni enogastronomiche, agricole, artigianali, storico-culturali e sociali delle Aree protette d’Italia, promosso dalla Fondazione UniVerde e dalla Società Geografica Italiana, con la main partnership di Cobat e Bluarancio quale digital partner, per celebrare la 54esima Giornata Mondiale della Terra, che si festeggerà domani, 22 aprile, in tutto il mondo. La foto vincitrice ritrae un meraviglioso esemplare di stella gorgone immortalata sui fondali dell’isola di Marettimo, nelle acque dell’Area marina protetta Isole Egadi (Sicilia).

Al vincitore il primo premio di mille euro, la targa e la copertina del volume “Obiettivo Terra 2023: l’Italia amata dagli italiani”, oltre all’onore di veder la foto esposta al pubblico in gigantografia, fino al 2 maggio, sulla facciata di Palazzetto Mattei, sede della Società Geografica Italiana a Roma. Le foto vincitrici, com’è consuetudine, saranno associate ai mesi del calendario 2024 e saranno riportate nella pubblicazione che verrà dedicata alla 14a edizione di “Obiettivo Terra”. La cerimonia di premiazione, trasmessa in diretta phygital con collegamento da Palazzetto Mattei in Villa Celimontana è stata aperta dai rappresentanti dei soggetti promotori. Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “Le Aree protette italiane assicurano un contributo importantissimo al turismo sostenibile e, in particolare, sono centrali nell’azione di contrasto dello spopolamento delle aree interne e del cambiamento climatico. Proprio com’è nello spirito di Obiettivo Terra, occorre sviluppare una maggiore attenzione agli ecosistemi e alla necessità di tutela delle bellezze del nostro Paese. In queste 14 edizioni, il concorso si è arricchito di migliaia di splendide foto, di tante collaborazioni con rilevanti realtà del nostro Paese; uno stimolo affinché la nostra meravigliosa rete di biodiversità, la più importante d’Europa, sia rigorosamente protetta e valorizzata. Questo bisogno di natura deve trovare nelle Aree protette una capacità di risposta e una gestione sostenibile di tutte le attività, a partire da quelle turistiche”. Rossella Belluso, Segretario Generale della Società Geografica Italiana: “Come ogni anno da molti anni, Obiettivo Terra ci richiama, in maniera garbata ed esteticamente affascinante, a considerare le stupefacenti caratteristiche degli ambienti che definiamo naturali. Le immagini proposte, e tanto più quelle premiate, rappresentano un campione estremamente significativo in questo senso. Ma anche nel senso di continuare a sollecitare la ricerca, la domanda e la vigilanza democratica su quanto le dinamiche spontanee propongono ai sensi e all’intelletto degli umani, alle possibilità di interazione corretta e rispettosa tra umano e non-umano, in vista della realizzazione di una giustizia ambientale effettiva per tutti, e non solo enunciata”. Gianluca Cencia, Amministratore Delegato di Haiki+, sub-holding del Gruppo Innovatec dedicata all’economia circolare: “È un onore celebrare la 54a Giornata Mondiale della Terra insieme ad Obiettivo Terra, attraverso le immagini straordinarie dei paesaggi italiani, immortalate per mezzo di sguardi attenti, curiosi e rispettosi del mondo naturale. È con lo stesso spirito che Cobat, da oltre 30 anni, si occupa di economia circolare con l’obiettivo di preservare quegli ecosistemi che in alcuni di questi scatti emergono con eccezionale forza. Approccio e obiettivi che Cobat condivide con Haiki+, subholding del Gruppo Innovatec, di cui è entrata a far parte dal 2021”.

Proprio in collaborazione con Cobat, Main Partner del concorso, è stata attribuita anche la Menzione speciale “Parchi dall’alto”. A vincerla, la foto scattata da Davide Ferretti nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (Marche, Lazio, Abruzzo) che ritrae una splendida veduta delle creste rocciose dal Monte Camicia, nel regno dei camosci. Gian Marco Centinaio, Vice Presidente del Senato della Repubblica, intervenuto in collegamento video, ha sottolineato: “Il paesaggio è una delle più grandi ricchezze del nostro Paese, un’eredità che abbiamo il dovere di trasmettere alle prossime generazioni. Tutela e valorizzazione del territorio devono procedere di pari passo, in nome di uno sviluppo sostenibile che sia insieme volano di ricchezza e occupazione, agente di cambiamento nelle scelte in materia di agricoltura, energia, mobilità ed economia circolare e strumento di contrasto al dissesto idrogeologico e agli effetti del cambiamento climatico”.

Vannia Gava, Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in un messaggio video, si è complimentata con i promotori del concorso “Obiettivo Terra”, un’iniziativa capace di “attenzionare e valorizzare il nostro patrimonio ambientale”, sottolineando: “Al G7 Clima, Energia e Ambiente abbiamo discusso l’importanza di assumere iniziative comune e globali per salvaguardare il Pianeta da cambiamento climatico, perdita biodiversità e inquinamento. Sono temi di cui dobbiamo cogliere l’urgenza e l’Italia farà di tutto per supportare la crescita sostenibile delle popolazioni e delle economie”. Sono inoltre intervenuti: Alessandra Maiorino (Componente della Commissione permanente Affari Costituzionali, Senato della Repubblica); Gen. C.d’A. Antonio Pietro Marzo (Comandante Unità forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri); Valerio Novelli (Consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza, Regione Lazio); Alessandro Onorato (Assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda, Comune di Roma); Capitano di Vascello, Francesco Tomas (Capo Reparto Ambientale Marino, Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera).

L’edizione 2023 di “Obiettivo Terra” ha ricevuto il patrocinio morale di: Senato della Repubblica; Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Città Metropolitana di Roma Capitale; Roma Capitale; Prefettura di Roma e di tutti i Parchi nazionali d’Italia. Alla diretta phygital, in presenza e in collegamento, hanno inoltre preso parte rappresentanti delle Istituzioni, delle associazioni ambientaliste e dei partners del concorso, alcuni componenti della Giuria di esperti, nonché presidenti, direttori e rappresentanti delle realtà partners del contest “Obiettivo Terra” 2023 e con la partecipazione di autori e autrici delle foto vincitrici e dirigenti delle Aree protette immortalate tra cui: Daniele Buschiazzo (Presidente Parco naturale regionale del Beigua); Giovanni Cannata (Presidente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise); Salvatore Livreri Console (Direttore dell’Area Marina Protetta Isole Egadi); Vittorio Gazale (Direttore Parco nazionale dell’Asinara); Maurizio Gubbiotti (Presidente Ente regionale Roma Natura); Aida Morelli (Presidente Parco Delta del Po Emilia Romagna); Tommaso Navarra (Presidente Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga); Mario Ungaro (Presidente Parco Regionale Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane). L’evento è stato moderato da Gianni Todini (Direttore Askanews).

Piante-animali-uomo: così microplastiche contaminano il nostro cibo

Piante-animali-uomo: così microplastiche contaminano il nostro ciboRoma, 20 apr. (askanews) – Uno studio ENEA-Cnr pubblicato sulla rivista internazionale Water ha descritto una parte del percorso delle microplastiche “dall’acqua al piatto”, dimostrando come questo contaminante si trasferisca dall’acqua dolce alle radici delle piante acquatiche e, quindi, ai crostacei che se ne cibano, con danni al patrimonio genetico di questi ultimi e, a lungo termine, per l’intero ecosistema.

Il team ENEA, insieme ai ricercatori dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Cnr coordinati da Massimo Zacchini, ha valutato in laboratorio gli effetti di microparticelle di polietilene (PE), tra le più comuni materie plastiche disperse nell’ambiente, su organismi d’acqua dolce, vegetali e animali. In particolare, le specie utilizzate sono state la Spirodela polyrhiza, la cosiddetta lenticchia d’acqua, una piccola pianta acquatica galleggiante, e l’Echinogammarus veneris, un crostaceo d’acqua dolce simile a un gamberetto, che è poi l’alimento base di pesci come le trote. Le piantine sono state immerse in acqua contaminata da microplastiche di circa 50 micrometri – più piccole del diametro di un capello – e dopo 24 ore trasferite nella vasca dei gamberetti. I risultati – si legge nella notizia pubblicata sull’edizione odierna del settimanale ENEAinform@ – hanno dimostrato che le piante, durante l’esposizione, oltre a una lieve riduzione del contenuto di clorofilla, hanno accumulato un elevato quantitativo di microplastiche sulle radici di cui i crostacei si cibano, ingerendone in media circa 8 particelle per esemplare. Inoltre, è stato possibile anche dimostrare come le microplastiche, una volta ingerite dai crostacei, vengano sminuzzate e “restituite” all’ambiente sotto forma di escrementi, che possono rientrare nella catena alimentare, cosiddetta “del detrito”, in maniera potenzialmente più pericolosa di quella di partenza.

“Questo studio mostra chiaramente, all’interno di un sistema controllato di laboratorio, i meccanismi attraverso i quali le microplastiche entrano e si trasferiscono all’interno della catena alimentare”, sottolinea Valentina Iannilli, ricercatrice ENEA del Laboratorio Biodiversità e servizi ecosistemici. “Le piantine, infatti, hanno avuto il ruolo di ‘raccogliere’ e ‘trasferire’ queste particelle ai crostacei, fonte di cibo per i pesci che a loro volta accumulano microplastiche anche nei muscoli, che sono poi le parti che noi mangiamo”. Infine, sono stati valutati gli effetti diretti delle microplastiche sul DNA dei crostacei, per comprendere se queste particelle potessero indurre anche genotossicità, ovvero danni a livello del materiale genetico. Dopo solo 24 ore, è stato possibile osservare come gli individui “trattati” con le microplastiche presentino un livello di frammentazione del DNA significativamente superiore rispetto a quelli non trattati, dimostrando come queste particelle siano effettivamente in grado di indurre un danno al DNA nelle cellule degli organismi studiati.

“Questo significa che le microplastiche non sono, come spesso è riportato, materiale inerte che non interagisce con le funzioni degli organismi, ma che, invece, si ‘muovono’ lungo la catena alimentare con effetti diretti anche sull’integrità del patrimonio genetico e di conseguenza potenziali a lungo termine su popolazioni, comunità e interi ecosistemi”, aggiunge Valentina Iannilli. “Un risultato – conclude – che deve far riflettere sulla pericolosità del rilascio nell’ambiente di queste particelle microscopiche derivate dalle attività antropiche, anche in considerazione della loro diffusione in tutte le matrici ambientali quali acqua, suolo, aria, ghiacci dell’Artico fino ai sistemi agricoli”.