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ENEA, con fotovoltaico su 30% tetti ok fabbisogno elettrico residenziale

ENEA, con fotovoltaico su 30% tetti ok fabbisogno elettrico residenzialeRoma, 15 giu. (askanews) – Per soddisfare l’intero fabbisogno elettrico del settore residenziale nazionale servirebbe installare pannelli fotovoltaici sul 30% circa della superficie complessiva dei tetti degli edifici ad uso abitativo del nostro Paese, che equivale a quasi la totalità dell’area idonea all’installazione di questi dispositivi. È quanto ha calcolato l’ENEA nello studio pubblicato sulla rivista Energies che descrive il reale potenziale del fotovoltaico in Italia al 2030 e al 2050 impiegando solo le superfici di copertura di edifici esistenti, senza la necessità di ulteriore uso del suolo. “Nel nostro Paese gli edifici ad uso residenziale sono oltre 12 milioni con una superficie complessiva dei tetti di circa 1.490 km2, di cui solo 450 km2, pari appunto al 30% circa, potrebbero avere caratteristiche adeguate all’installazione di pannelli fotovoltaici”, spiega Nicolandrea Calabrese responsabile del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano e coautore dello studio insieme al ricercatore dello stesso laboratorio Domenico Palladino. Lo studio evidenzia come, ipotizzando di occupare interamente questa superficie ottimale (circa 450 km2), si potrebbero generare oltre 79 mila GWh di energia elettrica per una potenza complessiva installata di 72 GW. Anche se si riuscisse a occupare una superficie inferiore (indicativamente circa 310 km2), l’energia prodotta sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico del settore residenziale pari a un consumo medio annuo di circa 65,5 mila GWh. Tuttavia, gli scenari più ‘probabili’ evidenziati dallo studio ENEA dimostrano che la potenza fotovoltaica installata potrebbe essere solo pari a 6 GW, ovvero l’11,5% dell’obiettivo nazionale fissato in 52 GW di nuova capacità fotovoltaica al 2030 (due volte e mezzo la potenza registrata nel 2020). Al 2050, lo studio stima che la produzione di energia elettrica da fotovoltaico potrebbe coprire potenzialmente poco meno del 40% del fabbisogno nazionale, ma con significative differenze a livello regionale: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia dovrebbero avvicinarsi agli obiettivi nazionali anche seguendo scenari più cautelativi, mentre altre regioni necessiterebbero di scenari più spinti. “Per sostenere e promuovere il fotovoltaico sui tetti serve rimodulare gli incentivi o adottare nuove azioni su base regionale. Per questo abbiamo definito un nuovo indice che misura il potenziale fotovoltaico di ciascuna regione e che potrebbe essere di supporto ai decisori politici e agli enti locali per adottare strategie energetiche sempre più efficaci e specifiche per ogni singolo territorio”, sottolinea Domenico Palladino. A livello territoriale, lo studio ENEA ha calcolato che al 2050 nel Nord-ovest si potrebbe produrre oltre 5.500 GWh di energia elettrica con il fotovoltaico sui tetti, consentendo di soddisfare fino al 50% del fabbisogno residenziale. Nel Nord-est questa percentuale potrebbe superare il 50%, con una produzione complessiva di 7.100 GWh. Al Centro, la percentuale scenderebbe a circa il 40%, mentre nel Sud e nelle Isole la copertura del fabbisogno raggiungerebbe percentuali via via più basse. Nonostante il potenziale e la convenienza del fotovoltaico sulle coperture degli edifici, rimangono da affrontare sfide come la natura intermittente di questa fonte di energia e procedure amministrative che restano complesse, anche se di recente è stata varata una normativa che punta a ridurre la burocrazia e a promuovere nuove installazioni sui tetti di edifici esistenti, compresi quelli dei centri storici. “Negli ultimi anni sono stati realizzati molteplici interventi di efficientamento energetico del nostro patrimonio edilizio, ma molto rimane da fare: gli edifici residenziali sono responsabili ancora del 12% delle emissioni e del 30% del fabbisogno energetico complessivo del nostro Paese soprattutto a causa della climatizzazione e delle scarse prestazioni termiche dell’involucro edilizio”, concludono i due ricercatori ENEA.

Edilizia sostenibile certificata in Italia: per Paese risparmio annuo di 189 milioni di euro

Edilizia sostenibile certificata in Italia: per Paese risparmio annuo di 189 milioni di euroRoma, 13 giu. (askanews) – L’impiego dei protocolli energetico ambientale, rating system, della famiglia LEED-GBC consente l’efficiente risoluzione delle significative criticità a livello di efficienza energetica e ambientale che qualificano il patrimonio edilizio italiano. L’edilizia sostenibile certificata, realizzata alla luce di questi strumenti, sarebbe pertanto in grado di ridurre non solo l’impatto ambientale negativo dell’intero settore del costruito, partecipando così fattivamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al raggiungimento degli impegni assunti dalle principali agende internazionali, ma sarebbe anche capace di generare esternalità positive per l’intera economia nazionale, con un risparmio annuo pari a 189 milioni di euro al 2030.

Questo è quanto dimostrato dall’Impact Report che Green Building Council Italia (GBC Italia) ha sviluppato grazie alla partnership con USGBC (United States Green Building Council), GBCI (Green Business Certification Inc.) e Arc Skoru, in collaborazione con The European House – Ambrosetti e grazie al supporto di numerose imprese della filiera edilizia ed immobiliare italiana. Il documento è stato presentato nella mattinata odierna a Roma alla presenza di rappresentanti ministeriali, delle istituzioni e amministrazioni nazionali e locali, degli esponenti delle primarie imprese e delle organizzazioni italiane. L’impact Report in termini sintetici evidenzia come lo stock di edifici certificati LEED-GBC al 2023 sia in grado di generare un risparmio annuo di 170.031 tonnellate di CO2 e di 1,3 miliardi di litri d’acqua, per un controvalore economico di 68 milioni di euro: questo è il valore annuo delle esternalità negative evitate al Paese. In aggiunta a questo, la costruzione e ristrutturazione degli edifici certificati ha permesso il risparmio di 324.880 tonnellate di rifiuti, evitando al Sistema Paese ulteriori 44 milioni di euro di esternalità. Per le specifiche d’area si rimanda alla Tabella 1, in allegato.

Dati gli attuali risultati raggiunti, guardando al futuro, il Report tratteggia uno scenario che evidenzia il ruolo fondamentale che i protocolli energetico ambientali LEED e GBC potrebbero avere per il nostro Paese. Secondo uno scenario in cui si assume che il trend di crescita delle nuove superfici certificate proseguirà costante in linea con quello del periodo 2016-2020, portando a una crescita quadratica del valore cumulato, gli edifici certificati tra il 2023 e il 2030 potranno generare un risparmio annuo di 474.672 tonnellate di CO2 e di 3,6 miliardi di litri d’acqua, evitando così al Paese 189 milioni di euro di esternalità negative ogni anno. Inoltre, i processi di costruzione e rigenerazione di questi immobili, grazie alle buone pratiche adottate, porteranno a minore generazione di rifiuti per 603.562 tonnellate, che avrebbero generato 81 milioni di euro di esternalità negative. Per le specifiche d’area si rimanda alla Tabella 2, in allegato.

Marco Mari – Presidente GBC Italia: “Green Building Council Italia sta lavorando al report nazionale di impatto dell’edilizia sostenibile certificata da circa un anno, una grande squadra che ha visto la Governance e lo Staff dell’Associazione impegnati al fianco di numerosi Soci e Partner nazionali e internazionali. Il risultato è un documento innovativo che ben rappresenta la visione strategica e operativa definita e perseguita nell’ultimo triennio. L’efficace utilizzo dei protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED-GBC ha permesso di perseguire e rendicontare risultati eccezionali posizionando il nostro Paese tra i primi dieci al mondo e, dai dati rilevati, emergono in modo inopinabile due certezze: la prima è che per essere efficaci sui processi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, non possiamo più incentivare per gli edifici logiche parziali e agire su singoli aspetti ambientali o energetici o sociali o culturali o economici, ma dobbiamo affrontarli assieme secondo un approccio olistico; la seconda è che accettando questa sfida possiamo valorizzare le tante eccellenze della nostra nazione, un nuovo Made in Italy. Sono particolarmente orgoglioso di questa opera che rappresenta il pensiero e l’azione di uomini e donne della nostra comunità negli ultimi quindici anni. Oggi più che mai abbiamo strumenti, tecnologie, competenze e dati necessari per una transizione giusta e necessaria, affinché l’unico ambiente costruito possibile sia un ambiente costruito sostenibile, per tutti”.

Fabrizio Capaccioli – Vicepresidente GBC Italia e AD di ASACERT: “Essere un’associazione che promuovere la cultura della sostenibilità e l’innovazione nella filiera edile ed immobiliare sono state le priorità d’azione di GBC Italia in questo triennio. Le attività di ricerca, le survey e le iniziative strategiche svolte, ci hanno permesso di accumulare un knowhow prezioso che vogliamo diffondere su tutto il territorio nazionale. Il Primo Impact Report di GBC Italia permette di avere una visione d’insieme dell’impegno profuso e, soprattutto, di misurare i risultati ottenuti, in termini di benefici per tutti i nostri stakeholder. Sinteticamente, emerge che lo stock di edifici certificati LEED- GBC, al 2023, genera un risparmio annuo di 170.031 tonnellate di CO2 e di 1,3 miliardi di litri d’acqua, per un controvalore economico di 68 milioni di euro, a cui si aggiungono i dati che riguardano la costruzione/ristrutturazione degli edifici certificati, che permettono un risparmio di 324.880 tonnellate di rifiuti, evitando ulteriori 44 milioni di euro di esternalità. Con prospettive crescenti nella visione prospettica 2023-2030. Dal mondo della rigenerazione urbana c’è, dunque, da aspettarsi molto in termini di miglioramento delle performance e di qualità della vita per i cittadini, a cui il GBC Italia guarda costantemente”. Edoardo Rixi – Viceministro alle Infrastrutture e dei Trasporti: “Anche a seguito di quelli che sono gli obiettivi indicati dall’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni, per noi è fondamentale creare un’edilizia di qualità, dare una capacità al sistema abitativo italiano di avere un miglioramento sia del risparmio energetico, sia degli stessi materiali di costruzione che siano ecocompatibili e sostenibili nel lungo periodo. Crediamo che l’esperienza generata da tutti i vari progetti pilota che si sono creati sulla certificazione dell’edilizia sostenibile possa essere uno strumento che possa contaminare nel tempo tutto il sistema edile nazionale, per consentirci di sviluppare delle misure per incentivare queste operazioni sulle nuove costruzioni, ma anche sulla rigenerazione urbana”.

Edilizia sostenibile certificata: per Italia risparmio 189 mln l’anno

Edilizia sostenibile certificata: per Italia risparmio 189 mln l’annoRoma, 13 giu. (askanews) – L’impiego dei protocolli energetico ambientale, rating system, della famiglia LEED-GBC consente l’efficiente risoluzione delle significative criticità a livello di efficienza energetica e ambientale che qualificano il patrimonio edilizio italiano. L’edilizia sostenibile certificata, realizzata alla luce di questi strumenti, sarebbe pertanto in grado di ridurre non solo l’impatto ambientale negativo dell’intero settore del costruito, partecipando così fattivamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al raggiungimento degli impegni assunti dalle principali agende internazionali, ma sarebbe anche capace di generare esternalità positive per l’intera economia nazionale, con un risparmio annuo pari a 189 milioni di euro al 2030.

Questo è quanto dimostrato dall’Impact Report che Green Building Council Italia (GBC Italia) ha sviluppato grazie alla partnership con USGBC (United States Green Building Council), GBCI (Green Business Certification Inc.) e Arc Skoru, in collaborazione con The European House – Ambrosetti e grazie al supporto di numerose imprese della filiera edilizia ed immobiliare italiana. Il documento è stato presentato nella mattinata odierna a Roma alla presenza di rappresentanti ministeriali, delle istituzioni e amministrazioni nazionali e locali, degli esponenti delle primarie imprese e delle organizzazioni italiane. I rating system LEED e GBC costituiscono indispensabili strumenti di progettazione e di misurazione delle performance del “sistema edificio”, sempre più rilevanti all’interno del settore del costruito anche in ottica ESG. Si caratterizzano, infatti, in modo inedito per una visione olistica, che abbraccia tutti gli aspetti energetico-ambientali di un immobile lungo l’intero ciclo di vita dello stesso – dalla progettazione, alla scelta dei materiali di costruzione e alla relativa messa in opera, sino anche alla manutenzione e demolizione dell’edificio. Si tratta di strumenti entrati nel mercato italiano da oltre quindici anni, di cui oggi, per la prima volta, GBC Italia giunge a misurare l’effettiva e la potenziale capacità di contribuire allo sviluppo sostenibile delle nostre economie. Quanto emerge da questo primo Rapporto, in sintesi, è che i benefici associati alla diffu­sione dei protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED-GBC sono notevoli, così come dimostrato dalla misurazione, anche economica, delle esternalità positive generate dall’impiego di questi strumenti. Un’analisi condotta considerando due orizzonti temporali: viene valutato l’impatto al 2023 generato dagli oltre 19 milioni di mq di edifici registrati e certificati in Italia dal 2008 con i protocolli della famiglia LEED-GBC (possiamo immaginarla come la riduzione di impatto dovuta a una città di oltre trecentocinquantamila abitanti, costituita solo da edifici sostenibili, con impatti misurati e certificati) e vengono poi stimati gli impatti nel prossimo decennio, con l’orizzonte temporale al 2030, che gli edifici certificati saranno in grado di apportare al Sistema Paese, seguendo gli attuali tassi di crescita.

Per meglio comprendere il senso dei contenuti che l’Impact Report porta alla luce è fondamentale sottolineare che secondo i dati diffusi dall’ONU, a livello globale, il settore delle costruzioni, con le relative filiere edilizia e immobiliare, non è soltanto il più grande in termini economici, ma anche in termini di utilizzo di risorse e impatti sull’ambiente: gli edifici sono responsabili per circa il 36% dell’emissione di gas nocivi, del 40% del consumo energetico e di oltre un terzo delle emissioni di CO2. All’interno del contesto italiano il settore edilizio ed immobiliare gioca un ruolo di prim’ordine, come dimostrato dal relativo dimensionamento: nel 2021 si contano 66,5 milioni di unità immobiliari, un dato in crescita del 10,5% rispetto al 2010, a cui si aggiunge circa un 12% di unità immobiliari c.d. “non censibili” (beni di utilità comune a più unità immobiliari, che non producono un reddito proprio), che porta il totale per il 2021 a 77 milioni di immobili prevalentemente costituito da abitazioni residenziali, che rappresentano il 53,2% del totale. Si tratta però di uno stock immobiliare ad elevata anzianità e basse performance in termini di efficienza energetica: in Italia, 2,1 milioni di edifici residenziali – pari al 17% del totale dello stock residenziale – si trovavano, infatti, in cattivo stato di conservazione. Il 74% del totale è stato costruito prima degli anni ’80 e addirittura prima degli anni ’60. Questo, contestualizzato nel quadro degli obiettivi del Green Deal europeo e dei piani di finanziamento sviluppati a livello nazionale e comunitario, fa ipotizzare che, nei prossimi anni, proseguiranno gli investimenti in efficientamento energetico, rigenerazione, manutenzione e riqualificazione del costruito. Uno scenario in linea con quanto registrato nell’ultimo periodo, che ha visto una ripresa per l’intero settore. Secondo l’ultimo osservatorio congiunturale ANCE (ottobre 2022), infatti, nel 2022 gli investimenti in costruzioni (al netto dei costi per il trasferimento di proprietà) ammontavano, a livello nazionale, a 176 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente, si stima un ulteriore e significativo incremento del +15,4% in valori correnti (+12,1% in termini reali). Nel 2022, gli investimenti in abitazioni sono stati pari a 87,4 miliardi di euro, mostrando un aumento del +21,7% in termini nominali (+18,1% in termini reali) rispetto al 2021. Guardando al futuro del nostro Paese, la strada di sviluppo si definisce in modo obbligato in chiave sempre più sostenibile per l’intero settore del costruito: l’Italia dispone di un ingente patrimonio immobiliare, ma anche delle competenze professionali e delle risorse necessarie per la relativa transizione sostenibile. I protocolli energetico-ambientali sono la chiave per rendere tutto questo realtà, garantendo la realizzazione e rigenerazione di edifici e città pienamente sostenibili, ponendo al centro il benessere della persona e in equilibrio con gli ecosistemi naturali.

Giornata Oceani: Federica Pellegrini libera tartaruga marina

Giornata Oceani: Federica Pellegrini libera tartaruga marinaRoma, 8 giu. (askanews) – Dalla cattura accidentale da parte di un peschereccio, al soccorso e alle cure mediche fino alla liberazione in mare. È una storia a lieto fine quella della tartaruga “Libera” che è stata liberata al largo del comune di Mattinata (FG) in Puglia. Una liberazione speciale perché a riportare in mare l’esemplare di Caretta caretta, salvato dai pescatori e curato presso il Centro di recupero e soccorso gestito da Legambiente, è stata la nuotatrice olimpionica Federica Pellegrini.

Pellegrini, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, ha deciso di sposare la causa della campagna Tartalove di Legambiente, adottando una delle tartarughe ospiti nel Centro di RecuperoTartarughe Marine (Crtm) di Manfredonia (FG). Dopo la visita al Centro per conoscere la “sua” tartaruga, Federica, a bordo di un gommone e accompagnata dagli operatori del Crtm e del Circolo Velico Gargano, si è allontanata dal porto per raggiungere una zona tranquilla dove liberare la tartaruga.

La campionessa è poi entrata in acqua per accompagnare Libera dal gommone alle onde del mare, nuotando per qualche momento insieme a lei. Una scena emozionante, che ha visto protagoniste due creature acquatiche nel condividere un momento unico per entrambe. “Ho adottato Libera e ne sono felice. Liberare in mare la mia tartaruga marina, grazie alla campagna di Legambiente “TartaLove”, è un’esperienza che invito tutti a provare. Un gesto, semplice ed emozionante, per prenderci cura di questo ambiente magnifico”, ha dichiarato Federica.

Tartalove è una campagna di raccolta fondi avviata da Legambiente per la salvaguardia della Caretta caretta nel mar Mediterraneo. Si tratta di una specie in pericolo perché fortemente minacciata dalla pesca professionale, dal traffico nautico, dall’inquinamento e dai rifiuti plastici che sempre più spesso vengono ingeriti da questi animali che li scambiano per le prede di cui si nutrono. Sono almeno 130.000 le tartarughe marine in pericolo di vita ogni anno nel Mediterraneo. E almeno 40.000 quelle che muoiono a causa delle catture accidentali, dei rifiuti ingeriti e per traumi causati dal traffico nautico. Legambiente è da anni impegnata nella salvaguardia delle tartarughe marine attraverso un’azione integrata che prevede attività di recupero, cura, informazione e sensibilizzazione, affinché tutti possano prendere parte al cambiamento. Negli ultimi 10 anni, grazie alla campagna e ai Centri di Recupero e Primo Soccorso, sono stati salvati oltre 2000 esemplari.

Tigotà abbatte le emissioni: risparmiate 1035 tonnellate di CO2

Tigotà abbatte le emissioni: risparmiate 1035 tonnellate di CO2Roma, 8 giu. (askanews) – Tigotà, brand che opera a livello nazionale, specializzato nella vendita di prodotti di cosmesi, cura della persona e della casa, ha reso noti i dati raccolti in oltre un anno di approccio innovativo rispetto al risparmio energetico nei 687 store di proprietà.

L’azienda, che a giugno 2022 aveva avviato una sperimentazione abbassando il 30% dell’illuminazione in favore della luce naturale nella metà degli store, ha oggi reso strutturale l’operazione, riducendo considerevolmente le emissioni di CO2 nell’ambiente. Oltre all’utilizzo attento della luce, attraverso il suo spegnimento in predeterminate fasce orarie per sfruttare l’illuminazione naturale, la società ha introdotto un più attento utilizzo degli impianti di climatizzazione attraverso la regolazione dei tempi di accensione e della temperatura.

L’operazione nel suo complesso ha portato a un abbattimento di 1035 tonnellate di CO2, un risultato importante considerando che l’Italia produce 355 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno e che ogni singolo italiano ne emette 5,5 tonnellate l’anno. “Quella di ridurre l’illuminazione artificiale in favore dell’illuminazione naturale è una scelta che guarda con concretezza al consumo responsabile delle risorse – afferma Tiziano Gottardo, presidente di Tigotà -. La sperimentazione e il successivo passaggio alla fase di applicazione strutturale dell’iniziativa ci hanno consentito di sensibilizzare internamente i nostri collaboratori e collaboratrici sulla propria impronta ecologica”.

Oltre alle politiche relative al consumo responsabile delle risorse, la società ha anche efficientato il sistema di illuminazione dei negozi grazie al progetto di relamping, che ha visto l’azienda impegnata nella sostituzione di oltre 100mila lampadine di vecchia generazione con led meno impattanti dal punto di vista energetico nei punti vendita presenti su tutto il territorio nazionale. Per ogni intervento di relamping è stato possibile abbattere di circa il 50% il consumo di elettricità, con un controvalore stimato in termini di emissioni pari a 500 tonnellate di CO2 risparmiate all’anno. “I 5000 collaboratori e collaboratrici che lavorano con noi hanno accolto con grande entusiasmo tutte le indicazioni relative all’abbassamento delle luci, segnale che ci fa capire che siamo in un momento di grandi cambiamenti sul fronte delle politiche ambientali, dove ognuno è oggi chiamato a intervenire con azioni semplici ma tangibili”.

Ambiente, Luzi (CC): deforestazione corre. -10 mln ettari ogni anno

Ambiente, Luzi (CC): deforestazione corre. -10 mln ettari ogni anno


Ambiente, Luzi (CC): deforestazione corre. -10 mln ettari ogni anno


Ambiente, Luzi (CC): deforestazione corre. -10 mln ettari ogni anno





















1686046203 Ambiente Luzi CC deforestazione corre 10 mln ettari ogni anno

Roma, 6 giu. (askanews) – “Purtroppo, a fronte di un limitato aumento delle superfici boscate che si è verificato a causa dell’abbandono dei campi coltivati o a seguito di alcune operazioni di rimboschimento, la deforestazione mondiale corre a ritmi troppo elevati, rilasciando continuamente e in tempi ristretti grandi quantità di anidride carbonica con grave impatto sulla biodiversità. Il mondo sta perdendo 10 milioni di ettari di foresta ogni anno a causa della deforestazione, più o meno quanto la superficie dell’Islanda”. Lo ha ricordato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi, in occasione del Convegno Forest Factor in corso a Roma.

“È vero che in Europa, e in particolare in Italia – ha osservato -, la superficie forestale continua invece a crescere e negli ultimi 30 anni è aumentata del 20 per cento soprattutto nelle aree marginali. Questa “avanzata” impone riflessioni e soprattutto azioni tese a un ripensamento complessivo della gestione territoriale in una visione integrata uomo-piante-animali. Il bosco non è solo un grande laboratorio di trasformazione e stoccaggio della CO2, ma è innanzitutto la casa della biodiversità, di habitat complessi e il rifugio di molte specie animali, alcune delle quali sono, nel nostro Paese, in notevole espansione. Un incontro, a volte “scontro”, tra uomo e animali che si consideravano ormai quasi scomparsi come il lupo, l’orso e i grandi ungulati. È inoltre nelle aree urbane e periurbane che deve concentrarsi l’attenzione attraverso un’oculata opera di riforestazione che esalti la funzione multifattoriale dei boschi, oltre al citato assorbimento di anidride carbonica. Il Green Deal, la più ambiziosa manovra politica europea, passa attraverso gli alberi e la loro protezione”, ha detto.

Pichetto: battaglia climatica si combatte qui e adesso

Pichetto: battaglia climatica si combatte qui e adesso


Pichetto: battaglia climatica si combatte qui e adesso


Pichetto: battaglia climatica si combatte qui e adesso





















1686046022 Pichetto battaglia climatica si combatte qui e adesso

Roma, 6 giu. (askanews) – “Per difendere il nostro patrimonio forestale abbiamo bisogno di fare perno sui nostri obiettivi climatici. Perché il clima impazzito di questi ultimi tempi ci dice che l’adattamento e la resilienza dei nostri sistemi è prioritaria. Abbiamo visto la terribile alluvione in Emilia-Romagna, come anche i consistenti periodi di siccità che hanno ridotto i fiumi a rivoli e il Po in secca: due esempi, opposti tra loro per le conseguenze ma vicinissimi nello spazio e nel tempo. Due fatti che ci dicono una cosa molto chiara: la battaglia climatica si combatte qui e adesso, non in un tempo futuro da qualche parte remota del Pianeta”. Così il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin,intervenendo alla Conferenza internazionale “The Forest factor”, organizzata dall’Arma dei Carabinieri in corso a Roma, all’Università degli Studi Roma Tre. “Il Piano di Adattamento non sarà la soluzione a tutti i problemi – ha sottolineato – ma rappresenta lo strumento di pianificazione di cui abbiamo bisogno e che porteremo a termine a breve, dopo essere stato per tanto tempo chiuso in un cassetto. La novità più recente è però l’accordo raggiunto alla Cop15 di Montreal sulla Biodiversità. Quel target di efficace conservazione e gestione del 30% delle aree terrestri, marine e costiere, nonché delle acque interne, entro il 2030, costituisce un obiettivo che l’Italia ha sostenuto in tutti i consessi internazionali. Un’intesa che fa ben sperare: ora la sfida è costruire un percorso che capitalizzi esperienze, capacità e risorse economiche, affermando il valore della biodiversità su tutti i piani. Dell’importanza di questo percorso è convinto anche il G7, che in Giappone ha confermato quegli obiettivi, individuando nella perdita di biodiversità una delle tre crisi globali assieme a cambiamento climatico e inquinamento, da combattere in maniera contemporanea e con mezzi sempre più efficaci”.

Ambiente, Pichetto: tutela in Costituzione sfida per Parlamento e Governo

Ambiente, Pichetto: tutela in Costituzione sfida per Parlamento e Governo


Ambiente, Pichetto: tutela in Costituzione sfida per Parlamento e Governo


Ambiente, Pichetto: tutela in Costituzione sfida per Parlamento e Governo





















1686044402 Ambiente Pichetto tutela in Costituzione sfida per Parlamento e Governo

Roma, 6 giu. (askanews) – “La grande novità degli ultimi mesi è l’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e l’indicazione che la legge dello Stato deve disciplinare “i modi e le forme della tutela degli animali””. Lo ha ricordato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo al Convegno the Forest Factor in corso a Roma. “Il nuovo dettato Costituzionale – ha sottolineato -è una sfida per il Parlamento che lo deve attuare, e per il Governo che deve agire in linea con nuovi i principi indicati nella Carta. Sulla stessa linea va il nuovo principio comunitario “DNSH – Do No Significant Harm”, cioè di non arrecare danno significativo all’Ambiente. Ci muoviamo, insomma, nel solco di una sensibilità accresciuta e di storici riconoscimenti istituzionali e costituzionali alla tutela dell’ambiente, come elemento imprescindibile nel quadro dei diritti e dei doveri dei cittadini”.

Luzi (CC): foreste cruciali per pianeta ma continuiamo a depredarle

Luzi (CC): foreste cruciali per pianeta ma continuiamo a depredarle


Luzi (CC): foreste cruciali per pianeta ma continuiamo a depredarle


Luzi (CC): foreste cruciali per pianeta ma continuiamo a depredarle





















1686042362 Luzi CC foreste cruciali per pianeta ma continuiamo a depredarle

Roma, 6 giu. (askanews) – “Le foreste, pur giocando un ruolo cruciale nella lotta alla povertà e nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile grazie ai loro impagabili benefici ecologici, economici e sociali, sono sempre al centro di pericoli derivanti da incendi, parassiti, siccità e disboscamento. Esse costituiscono anche una barriera naturale alla diffusione delle malattie trasmesse dagli animali agli esseri umani. Il protrarsi della deforestazione sta riducendo questa difesa ed oltre il 30% delle nuove malattie segnalate dal 1960 ad oggi sono da attribuirsi a cambiamenti nell’uso del suolo, inclusa la deforestazione. I nostri boschi sono anche farmacie naturali. Delle oltre 60.000 specie di alberi presenti nel mondo tantissime hanno valore medicinale. Eppure continuiamo a depredarle”. Lo ha sottolineato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi, in occasione della Conferenza internazionale “The Forest Factor” aperta a Roma.

“Uomini e animali insieme – ha ricordato – rappresentano solo lo 0,3 per cento della vita. L’85,5 per cento è rappresentatodalle piante. Esse popolano il pianeta da molto prima di noi. Spesso lo dimentichiamo. Tutta la nostra evoluzione è avvenuta in un ambiente verde. Nell’era dell’Antropocene abbiamo però abbattuto un terzo di tutta la popolazione arborea”. E “gli alberi sono i più importanti assorbitori di anidride carbonica”. “Il Green Deal, la più ambiziosa manovra politica europea, passa attraverso gli alberi e la loro protezione – ha osservato -. L’Arma dei Carabinieri, soprattutto attraverso il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari, è custode del nostro meraviglioso patrimonio boschivo e delle specie che lo abitano,tramite una complessa azione combinata: monitoraggio e controllo del territorio, prevenzione e repressione degli illeciti connessi, studi e ricerca ededucazione alla legalità ambientale. La presenza capillare di circa 1.000 presidi della specialità forestale, costituisce un insostituibile elemento di prossimità ambientale, di interfaccia tra uomo e natura, tra produzione e conservazione sotto il segno della legalità e di aiuto alle comunità”.

Giornata ambiente, Consiglio Geologi: azzerare consumo di suolo

Giornata ambiente, Consiglio Geologi: azzerare consumo di suoloRoma, 5 giu. (askanews) – Oggi, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, il Consiglio Nazionale dei Geologi lancia l’ennesimo grido di aiuto.

“Stiamo vivendo un’epoca dove i cambiamenti climatici sono diventati parte integrante dell’ambiente che ci circonda, rendendolo sempre più fragile e vulnerabile, e dove il territorio subisce una costante e continua cementificazione riducendo drasticamente le aree di biodiversità, soprattutto nelle aree a rischio dove dovremmo avere un consumo di suolo pari a zero. Questa giornata ha come obiettivo quello di “rendere cosciente tutta l’umanità dell’importanza vitale che ha l’ambiente che ci circonda”, facendo sì che le persone diventino parte attiva per uno sviluppo equo e sostenibile della società e dell’ambiente stesso – si legge in una nota del CNG -. Bisogna accrescere la consapevolezza di oguno di noi, partendo da azioni concrete e necessarie, alleggerendo il notevole impatto che l’uomo ha sull’ambiente. Celebrare la giornata modiale dell’ambiente vuole anche dire dunque azzerare il consumo di suolo, mettere in campo azioni di prevenzione e monitoraggio del territorio e attuare la strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, realizzando urgentemente le azioni contenute nel Piano nazionale di adattamento (PNACC). Il 2022 secondo l’Istat è l’anno nel quale i cambiamenti climatici sono risultati al primo posto tra le preoccupazioni degli italiani: se questo è vero, che si risponda a questa preoccupazione con un serio ed audace piano di adattamento ai cambiamenti del clima”.