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MoU, Remtech Expo e GBC Italia insieme

MoU, Remtech Expo e GBC Italia insiemeRoma, 29 mag. (askanews) – Alla presenza di Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri Giuseppe Vadalà, commissario unico per la realizzazione degli interventi sulle discariche abusive, il General Manager di RemTech Expo Silvia Paparella nonchè Consigliere Delegato Ferrara Expo, e Fabrizio Capaccioli, Presidente di GBC Italia, hanno firmato un accordo strategico con l’obiettivo di valorizzare le buone pratiche e le eccellenze a livello nazionale ed internazionale mediante una serie di azioni congiunte.


Questi i 5 pilastri del Memorandum: Creare opportunità di dibattito pubblico/privato al fine di valorizzare le buone pratiche e le eccellenze a livello nazionale ed internazionale;


Direttiva Case Green. Riqualificare il parco immobiliare nazionale offre una grande opportunità di rilancio della filiera edilizia, che si conferma motore principale della crescita economica interna grazie all’impatto sull’indotto e in generale sull’intera economia, generando al contempo posti di lavoro non delocalizzabili. 275 miliardi di euro entro il 2030 per la transizione energetica Sostegno a politiche e regolamenti favorevoli all’edilizia sostenibile e al benessere occupazionale negli enti e nelle istituzioni governative.


Taranto. Progetti di rigenerazione e riqualificazione di intere aree, tra cui la diffusione di standard e i protocolli su salute, benessere e sostenibilità. Bonifiche. Cooperazione con la struttura del Commissario Unico di governo per la bonifica e messa in sicurezza delle discariche, con particolare riferimento per la realizzazione degli interventi successivi l’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale e quindi per la rigenerazione e il riutilizzo del territorio con scopi e finalita’ diversi di tipo sociale, turistico ricreativo e a favore degli impianti di energia rinnovabili.


“Con questo accordo di cooperazione – dichiara il General Manager di RemTech Expo Silvia Paparella – abbiamo l’ambizione di accelerare, in alcuni settori strategici per il paese, processi di intervento e rigenerazione dei territori inquinati e per qualche ragione sfruttati a lungo. Riqualificare un territorio significa gettare le basi per uno sviluppo equo e sostenibile che metta davvero al centro il benessere delle persone.” “Un’intesa in cui ci impegniamo a condividere e potenziare reciprocamente le conoscenze derivanti da attività di ricerca, sviluppo e innovazione, nonché a organizzare eventi di alto profilo per individuare le migliori soluzioni tecniche e metodologiche verso una transizione ecologica e digitale che sia guidata dalla valorizzazione del benessere del cittadino. – Il commento di Fabrizio Capaccioli, Presidente del Green Building Council Italia a margine della firma, che conclude – Attraverso gruppi di lavoro e iniziative congiunte, ci impegniamo a supportare il dibattito istituzionale nazionale e a sviluppare proposte operative per la riqualificazione dei territori e delle città italiane e valorizzando le eccellenze del nostro Paese.” Per raggiungere questi obiettivi “vogliamo dotarci di strumenti legislativi coerenti con gli obiettivi dell’accordo odierno, quindi industria e ricerca che si mettono insieme per contrastare i limiti oggettivi che l’Europa ci sta imponendo”. Così il Sottosegretario di Stato Alessandro Morelli che, citando le restrizioni imposte a suo giudizio all’Italia, cita come esempio “la direttiva Casa green”. “Obiettivi eccessivamente sfidanti – conclude Morelli – che invece l’Italia vuole raccogliere in un percorso di transizione”. L’accordo siglato oggi, segnala una nota, tra GBC e RemTech Expo di Ferrara ha il pregio di imprimere una importante accelerazione di conoscenza e attuazione al fine della rigenerazione dei territori in modo sostenibile. Questa missione dell’Arma dei Carabinieri che sta bonificando e mettendo in sicurezza 81 siti di discariche abusive si alimenta di questo Accordo in quanto consente di applicare nei nostri lavori protocolli rispettosi dell’Ambiente e in linea con livelli di sostenibilita’ piu’ adeguati – E’ quanto riferito dal Commissario unico di Governo per le bonifiche delle discariche abusive, Gen. Giuseppe Vadalà.

Il 5 giugno lancio della XIV edizione di Mediterraneo da remare

Il 5 giugno lancio della XIV edizione di Mediterraneo da remareRoma, 28 mag. (askanews) – Mediterraneo da remare, la campagna itinerante promossa dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Marevivo, in partnership con la Federazione Italiana Canoa e Kayak e con l’adesione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, con AlmavivA in qualità di campaign partner e con main partner Flexopack, taglia il traguardo della XIV edizione.


L’evento di lancio si terrà a Roma, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (via Santa Maria in Via, 37b), mercoledì 5 giugno, alle ore 11:00, in occasione della 52° Giornata Mondiale dell’Ambiente in partnership con Castalia, Marnavi e Idroambiente. Obiettivo della campagna è contrastare ogni forma di inquinamento dei mari e dei bacini idrografici, con particolare riferimento a quello da plastiche, e promuovere la transizione dai vecchi modelli turistici a un turismo sostenibile e responsabile sui litorali marini, fluviali e lacustri. Grazie al coinvolgimento di sportivi e giovani, intende peraltro disincentivare l’uso di natanti a motore a favore di quelli ecologici. Dal 2024 la campagna promuove il focus #NoLitter contro ogni forma di inquinamento dei mari e dei bacini idrografici, nel quadro delle azioni previste dall’UNEP/MAP, il Mediterranean Action Plan dell’United Nations Environment Programme, con cui la Fondazione UniVerde ha promosso varie iniziative contro il marine litter.


L’evento sarà aperto dagli interventi introduttivi di: Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde); Rosalba Giugni (Presidente di Marevivo) e Andrea Abodi (Ministro per lo Sport e i Giovani). Faranno seguito gli interventi di: Amm. I.C. Nicola Carlone (Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera); Alberto Tripi (Presidente di AlmavivA); Luciano Buonfiglio (Presidente della Federazione Italiana Canoa e Kayak – FICK); Donatella Bianchi (Conduttrice televisiva e Presidente del Parco e dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre); Jimmy Ghione (Inviato di Striscia la Notizia e testimonial della campagna #PlasticFree); Bruno Mascarenhas (Campione olimpico di canottaggio e testimonial della campagna #Mediterraneo da Remare). Seguirà la presentazione delle best practice per la tutela del mare, con gli interventi di: Alessandro Cibien (CEO di Flexopack); Massimiliano Evangelista (Sales Strategic Lead Ambiente e Territorio di AlmavivA); Stefano Casu (C.I.O. di Castalia); Francesco Aliberti (Docente presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consulente di Marnavi).


Modera l’evento Tessa Gelisio (Conduttrice e autrice televisiva e blogger). All’incontro parteciperanno canoisti e canottieri della Federazione Italiana Canoa e Kayak, con la quale è attivo un protocollo d’intesa per la promozione, insieme ai soggetti promotori della campagna, di iniziative a livello nazionale dedicate alla difesa del mare e la pratica dello sport della canoa.


Media partners dell’evento: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, SOSTerraOnlus, Rete #EcoDigital. La campagna itinerante Mediterraneo da remare, promossa dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Marevivo e con l’adesione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera nasce, nel 2011, da un’idea del Presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio, che da Ministro dell’Ambiente cambiò la denominazione del dicastero aggiungendovi la tutela del Mare. Supportata da atleti del canottaggio e della canoa, a partire dai campioni olimpici Bruno Mascarenhas e Daniele Scarpa e dal campione mondiale Livio La Padula, ha l’obiettivo di sensibilizzare la collettività alla tutela del Mare Nostrum e del suo delicato ecosistema da ogni forma di inquinamento mediante eventi e remate simboliche promossi su tutto il territorio nazionale anche coinvolgendo organizzazioni internazionali e i Paesi dell’area mediterranea. La campagna, inoltre, valorizza le strutture turistiche operanti sui litorali marini, lacustri e fluviali che mettono a disposizione dei propri clienti canoe o altri natanti ecologici, promuovendo così un turismo sostenibile e amico del Mediterraneo. Il tema “#AcquascooterFree”, sin dalla prima edizione, ha favorito l’adesione di centinaia di stabilimenti balneari in tutta Italia e, nel 2015, con l’appello “#NoTriv”, Mediterraneo da remare ha sostenuto la campagna referendaria contro le estrazioni petrolifere in mare. Dal 2017 al 2023 è stato promosso il focus “#PlasticFree” per sensibilizzare la collettività al contrasto dell’inquinamento da macro, micro e nanoplastiche che soffocano i nostri mari e oceani pervadendo l’intera catena alimentare.

Enea, arriva l’algoritmo che traccia l’inquinamento dell’aria

Enea, arriva l’algoritmo che traccia l’inquinamento dell’ariaRoma, 23 mag. (askanews) – Arriva l’algoritmo in grado di tracciare l’inquinamento dell’aria per settore ed area geografica. Si chiama ORSA (On line Reactive Source Apportionment) ed è stato messo a punto dall’Enea per identificare la provenienza per settore e area geografica delle emissioni inquinanti, tenendo traccia dell’origine anche durante le trasformazioni chimico-fisiche in atmosfera. Grazie al supporto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e della società Arianet, l’algoritmo ORSA è già operativo nel sistema Enea di monitoraggio della qualità dell’aria MINNI, che fornisce previsioni giornaliere delle principali concentrazioni di gas e particolati negli strati più bassi dell’atmosfera (a tre giorni per l’Italia e a quattro per l’Europa).


“Questo strumento funziona come un vero e proprio sistema di tracciabilità che permette di ‘etichettare’ le emissioni per conoscere il ‘contributo’ specifico di ogni singola fonte alle concentrazioni di inquinanti in atmosfera”, spiega Gino Briganti del Laboratorio Enea di Inquinamento atmosferico, primo autore dello studio pubblicato su Atmosphere insieme ai colleghi Ilaria D’Elia, Mihaela Mircea e Antonio Piersanti. “È pensato in particolare per le amministrazioni locali – prosegue Briganti – che hanno il compito di preservare la qualità dell’aria e la salute dei cittadini attraverso politiche che vadano a incidere direttamente sulle fonti più inquinanti che comprendono il traffico stradale, il riscaldamento domestico, gli allevamenti, i fertilizzanti e l’industria. Ad esempio, Arpa Piemonte lo ha utilizzato per un suo studio”. Attualmente esistono i cosiddetti inventari delle emissioni, compilati per legge dalle agenzie ambientali, che catalogano e calcolano la quantità di massa di ogni sostanza inquinante che ha impatto su salute e ambiente (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, polveri, composti organici volatili, ammoniaca, metalli pesanti) emessa dalle diverse sorgenti. “Tuttavia, tale informazione non è sufficiente per capire ‘chi fa cosa e quanto’ in aria, perché lo spostamento delle masse d’aria e i processi chimici e fisici in atmosfera modificano le caratteristiche degli inquinanti a cui sono esposti l’uomo e l’ambiente”, spiega Antonio Piersanti, responsabile del Laboratorio Enea di Inquinamento Atmosferico.


Ad esempio, le polveri, trasportate e disperse dal vento, vanno incontro a deposizione sulle superfici e a risospensione successiva, a seconda delle loro dimensioni, che dipendono dal tipo di sorgente; l’ozono, un inquinante tipicamente estivo, non viene emesso direttamente da sorgenti naturali o antropiche, ma si genera in aria da reazioni chimiche che coinvolgono ossidi di azoto e composti organici volatili, cioè sostanze emesse da diverse attività antropiche e dalla vegetazione. “Il nostro algoritmo ha dimostrato di essere uno strumento adeguato per orientare la pianificazione delle politiche di qualità dell’aria, perché rileva la composizione ‘attuale’ e non ‘potenziale’ dell’atmosfera (come in altri metodi), mettendo in luce le principali sorgenti sulle quali agire; successivamente, occorrerà uno studio modellistico completo, con maggiori costi di calcolo, che vada a stimare direttamente gli effetti delle specifiche riduzioni delle emissioni considerate dalle politiche di qualità dell’aria in esame”, sottolinea Piersanti.


Una prima applicazione sperimentale su scala nazionale del metodo ORSA – si legge ancora nella notizia che apre il numero odierno del settimanale ENEAinform@ – ha già confermato che nei mesi invernali, in Italia, le maggiori concentrazioni di PM10 sono attribuibili al riscaldamento residenziale, specialmente nei centri abitati. Nella Pianura Padana, il traffico e l’agricoltura hanno un impatto rilevante sull’inquinamento dell’aria. Inoltre, ad esempio, in alcune località rurali della Lombardia, le concentrazioni estive di ozono sono prevalentemente originate in altre regioni oppure derivano da alti strati dell’atmosfera confermando che questo inquinante, particolarmente dannoso per la salute e l’ambiente, è originato da contributi non localizzati, ma proviene dal trasporto per centinaia di chilometri e dalla trasformazione chimica di altri inquinanti.

Case Green, indagine su regioni italiane: Valle d’Aosta in testa

Case Green, indagine su regioni italiane: Valle d’Aosta in testaRoma, 16 mag. (askanews) – La Valle d’Aosta è la prima regione d’Italia per case green, grazie a un punteggio di 8,4 su 10: è prima per l’elevato numero di attestati di prestazione energetica Ape (22,1 per cento) – superiore alla media italiana di 14,3 per cento di attestati – e per l’indice di consumo medio di energia rinnovabile (40,8 kWh/m 2 anno).


La classifica nazionale prende infatti in considerazione variabili come gli Ape green, che, come ricorda la guida di Acea Energia, deve contenere la classificazione energetica degli immobili, le emissioni di CO2 e gli indici di consumo medio di energia rinnovabile (EP gl,ren) e non rinnovabile (EP gl,nren). Il tema è caldo, lo scorso 12 aprile si è tenuta la votazione dell’Ecofin: il Consiglio dei ministri europei di Economia e Finanze ha dato il via libera alla direttiva sulla prestazione energetica degli immobili. L’obiettivo è ridurre in maniera netta il consumo energetico e le emissioni di gas inquinanti riconducibili a case e palazzi entro il 2035, con il fine ultimo di realizzare immobili a zero emissioni entro il 2050. Secondo i dati raccolti dal Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (Siape) la medaglia d’argento, invece, va al Trentino-Alto Adige con uno score di 7,9.


Al terzo posto troviamo Lombardia – seconda per numero di attestati di prestazione energetica (20,7 per cento) – e Basilicata – quarta per APE (18,6 per cento) e per l’impiego medio di energia rinnovabile (25,9 kWh/m 2 anno) -, che totalizzano entrambe un 7,6 su 10. Fuori dal podio Marche (6,4) e Friuli Venezia-Giulia (6), seguite a pari merito da Abruzzo (5,8) – caratterizzato da basse emissioni di CO 2 e da un uso ridotto di energie non rinnovabili – e Veneto (5,8) – penalizzato da un basso utilizzo di energia rinnovabile. La classifica prosegue poi con Piemonte (5,4) e Toscana (5). Al nono posto, entrambe con un punteggio di 4,9, Puglia e Umbria: la prima, grazie al rilascio di basse quantità di CO2; la seconda, per l’alto valore di consumo medio di energia rinnovabile. Chiude la top 10 la Sicilia (4,7), prima per emissioni ridotte di anidride carbonica. Tra le regioni meno virtuose, con margini di miglioramento, la Calabria (4,4), l’Emilia- Romagna (4,1) – prima per utilizzo di energia non rinnovabile con 240,7 kWh/m 2 anno, superiore alla media annuale italiana di 203,7 kWh/m 2 -, Molise (3,8) e Lazio (3,1), sulle quali pesa un numero estremamente ridotto di Ape green rilasciati.

Biodiversità, al via la seconda edizione del 3Bee Biodiversity Summit

Biodiversità, al via la seconda edizione del 3Bee Biodiversity SummitRoma, 15 mag. (askanews) – In vista della Giornata Mondiale della Biodiversità, 3Bee, leader nel settore nature tech, lancia la seconda edizione del Biodiversity Summit, il vertice annuale interamente dedicato alla biodiversità, con un focus sugli aspetti di monitoraggio, tutela e rigenerazione. Il Biodiversity Summit di 3Bee si terrà a Milano, nella meravigliosa cornice di Fondazione Riccardo Catella, in via Gaetano de Castillia 28, martedì 21 maggio. Un momento di incontro e dialogo tra i principali attori e professionisti impegnati nella protezione e tutela della biodiversità, con l’obiettivo di condividere conoscenze, esperienze, best practice e idee innovative in questo ambito, oltre a promuovere l’importanza della divulgazione sul tema con un approccio scientifico.


“Con la seconda edizione del Biodiversity Summit, vogliamo evidenziare il ruolo cruciale delle imprese nella tutela della biodiversità, focalizzando l’attenzione sull’importanza delle partnership scientifiche”, afferma Niccolò Calandri, CEO di 3Bee. “La rendicontazione di sostenibilità, in linea con gli standard internazionali, non può più prescindere da queste: l’adozione di tecnologie avanzate e di metriche scientifiche misurabili è fondamentale per implementare strategie ESG efficaci”. Per l’occasione, saranno presenti illustri relatori dal mondo delle istituzioni, della ricerca scientifica e delle aziende. Tra questi, dopo il benvenuto di Kelly Russell Catella, Direttore Generale Fondazione Riccardo Catella, interverrà per i saluti istituzionali Elena Grandi, Assessora al verde di Milano. Parteciperanno inoltre Maurizio Casiraghi, zoologo e prorettore alla didattica presso l’Università Bicocca di Milano; Mattia Battagion, Head of Sustainability in Will e Chora; Gianluca Grimalda, ricercatore e social scientist; Valeria Barbi, naturalista e politologa; Antonia Bruno, ricercatore in microbiologia presso l’Università Bicocca di Milano; Fill Pill, divulgatore scientifico e comico; e Alterales, visual thinker della sostenibilità, fumettista e attivista. Il 3Bee Biodiversity Summit sarà co-condotto da Ferdinando Cotugno, noto giornalista ambientale. Le personalità coinvolte si alterneranno tra momenti di speech e di dibattito, che anticiperanno la parte più pratica e interattiva dell’evento, per fornire ai partecipanti una panoramica sulla perdita di biodiversità, la crisi climatica e l’urgenza di agire per invertire la rotta.


“La biodiversità ha un ruolo cruciale nella lotta al cambiamento climatico, soprattutto nei centri urbani ove la presenza di alberi può portare grande sollievo ai molti fenomeni che si manifestano e tra i principali le isole di calore. – afferma Kelly Russell Catella, Direttore Generale Fondazione Riccardo Catella e Head of Sustainability & Communication COIMA – Siamo pertanto lieti di ospitare il Biodiversity Summit di 3Bee che porta attenzione su un tema di grande rilievo comune ai nostri valori e sempre più centrale per il futuro del pianeta”. “Il Comune di Milano sta investendo in tante diverse direzioni per aumentare e tutelare la biodiversità urbana e lo fa insieme a partner pubblici e privati che di volta in volta mettono a disposizione le proprie competenze e le proprie energie a sostegno dello scopo. – dichiara Elena Grandi, Assessora al Verde di Milano – Parlo dello sviluppo di oasi di biodiversità in diversi quartieri della città, di sperimentazioni di tratti di depavimentazioni in ogni municipio milanese, o di SUDS ovvero sistemi urbani di drenaggio sostenibile già posati in alcune aree adatte e che presto si moltiplicheranno, ma anche del progetto degli sfalci ridotti in 54 prati di Milano dove l’erba resterà più alta per favorire la tutela del suolo, degli ecosistemi e per mitigare le isole di calore.”


Sono previsti anche una serie di tavoli di lavoro tematici e workshop interattivi, che affronteranno il tema della tutela della biodiversità in settori come il real estate, le infrastrutture e l’agricoltura, ma anche il ruolo delle istituzioni finanziarie nella valorizzazione del capitale naturale e il ruolo del monitoraggio. I workshop interattivi saranno arricchiti da attività ludiche e giochi, pensati per facilitare l’apprendimento pratico di tematiche legate alla biodiversità: un approccio innovativo attraverso il quale i partecipanti potranno esplorare e mettere in pratica strategie specifiche nel loro settore, con un focus particolare sulla rendicontazione di biodiversità secondo gli standard GRI 101 e ESRS E4. In occasione del Biodiversity Summit 2024, 3Bee presenterà in anteprima Biodiversa, l’app gioco gratuita per il monitoraggio della biodiversità e la tutela degli ecosistemi che consente di identificare facilmente le piante e i fiori che si incontrano durante una passeggiata all’aria aperta sfruttando le tecnologie più avanzate di riconoscimento fotografico e machine learning. Un progetto di citizen science che ha l’obiettivo di creare un archivio cooperativo dedicato alla flora (e in una seconda fase alla fauna) in Europa, coinvolgendo gli utenti con sfide di catalogazione di specie, alcune delle quali rare o in via di estinzione. Biodiversa, disponibile a partire dal 5 giugno, promette di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la natura, offrendo anche opportunità per team building innovativi e sostenibili. Tramite l’app infatti, i collaboratori aziendali potranno partecipare a una missione di citizen science globale.


3Bee sperimenta da sempre nuovi linguaggi per comunicare la biodiversità, con l’obiettivo di raggiungere il pubblico più ampio possibile e sensibilizzare rispetto a importanti tematiche ambientali. Anche in occasione della seconda edizione del Biodiversity Summit, verranno esplorati approcci innovativi nella comunicazione delle principali questioni ambientali. Fill Pill, noto per il suo approccio unico alla divulgazione scientifica, proporrà un monologo di stand-up comedy focalizzato sugli stereotipi sulla natura e sulla nostra percezione della biodiversità. Non solo: Alterales, fumettista e attivista, disegnerà live per tutta la durata del Summit, con l’obiettivo di comporre il puzzle dei momenti più salienti dell’evento. Con la seconda edizione del Biodiversity Summit, 3Bee prosegue il suo percorso di divulgazione e sensibilizzazione nei confronti di cittadini, aziende ed istituzioni, invitandoli a prendere parte a un progetto collettivo in cui tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Il Summit evidenzia inoltre l’importanza dell’integrazione tra scienza e tecnologia per combattere la perdita di biodiversità e le conseguenze del cambiamento climatico. 3Bee, in linea con la sua mission, si propone di guidare una comunità globale sempre più informata e attiva nel campo del monitoraggio, della tutela e della rigenerazione della biodiversità.

Nasce prima banca dati per far germinare piante native Mediterraneo

Nasce prima banca dati per far germinare piante native MediterraneoRoma, 9 mag. (askanews) – É nata la prima banca dati – MedGermDB – che raccoglie le informazioni sulle condizioni sperimentali per far germinare i semi di oltre 300 piante native del Mediterraneo. Il lavoro coordinato dall’Università di Pisa ha come obiettivo la conservazione di questo fragile hotspot di biodiversità.


“Questo strumento ci consente di predire la germinazione di piante nel bacino Mediterraneo – racconta Angelino Carta, professore di Botanica sistematica nel dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa – la sua creazione è un passo fondamentale per comprendere il rischio di estinzione delle specie native e per prevenire gli inconvenienti che possono derivare dalla perdita di questo capitale naturale”. Le informazioni raccolte nella banca dati riguardano oltre 4500 esperimenti di germinazione, in parte ricavati da un’analisi sistematica della letteratura esistente, in parte frutto di esperimenti ad hoc condotti dal gruppo di Pisa. A livello generale, la germinazione delle piante mediterranee è favorita da temperature fresche e da un periodo di post-maturazione in ambiente secco prima della germinazione. Il database – informa Unipi – è consultabile liberamente mediante una applicazione che consente di visualizzare le informazioni disponili per ogni specie.


“In questi mesi stiamo calibrando i modelli per predire la rigenerazione delle piante da seme in uno scenario di cambiamenti climatici e identificare quelle più adatte al restauro di ecosistemi mediterranei”, aggiunge Diana Cruz, dottoranda presso il Dipartimento di Biologia che ha seguito tutte le fasi del lavoro. Lo studio su MedGermDB è stato pubblicato sulla rivista “Applied Vegetation Science”. Al progetto hanno partecipato Alessio Mo collaboratore presso il Dipartimento di Biologia ed alcuni esperti internazionali. MedGermDB è parte integrante dell’archivio globale di dati della germinazione che è stato lanciato un paio di anni fa da un team internazionale che include anche Angelino Carta.

Emissioni, Ispra: -21% dal 1990, ma livelli su negli ultimi 2 anni

Emissioni, Ispra: -21% dal 1990, ma livelli su negli ultimi 2 anniRoma, 9 mag. (askanews) – É in diminuzione il trend delle emissioni di gas serra che, grazie alla crescita negli ultimi anni della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e al passaggio all’uso di combustibili a minor contenuto di carbonio, nel 2022 segnano un -21% dal 1990.


Nonostante l’andamento positivo, le emissioni di gas serra in Italia negli ultimi due anni continuano però a crescere e raggiungono nel 2022 un totale pari a 413 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (+0.4% rispetto al 2021). Determinante l’aumento costante del settore trasporti, le cui emissioni provengono per oltre il 90% dal trasporto stradale, che rispetto all’anno precedente segna un +5% e conferma un trend che non conosce pause e supera il 7% dal 1990, valore in controtendenza rispetto a quelli di tutti gli altri settori economici che al contrario registrano marcate riduzioni, ad eccezione dei rifiuti che rappresentano circa il 5% al totale nazionale. Sono i dati ufficiali dell’Ispra emersi dall’ultima edizione del Rapporto “Le emissioni di gas serra in Italia. Obiettivi di riduzione al 2030”, presentato questa mattina, con cui l’Ispra fornisce il quadro emissivo nazionale e una valutazione dell’andamento delle emissioni di gas serra.


Oltre ai trasporti (26% del totale nazionale), i settori della produzione di energia (23%), residenziale (18%) e dell’industria manufatturiera (13%) sono, nel periodo di riferimento, quelli che contribuiscono a circa la metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti. Anche per quanto riguarda gli obiettivi nazionali stabiliti dal regolamento Effort Sharing, (che prevede una riduzione del 43.7% rispetto al 2005 delle emissioni prodotte da trasporti, residenziale – riscaldamento degli edifici- agricoltura, rifiuti e industria non-Emission Trading System – ETS), la mancata diminuzione delle emissioni di trasporti e del residenziale ha portato a un progressivo avvicinamento dei livelli emissivi italiani ai tetti massimi consentiti, fino al loro superamento registrato sia nel 2021 (4,6 MtCO2 equivalente) che nel 2022 (5,5 MtCO2 eq).


Per i periodi precedenti, l’Italia ha sempre rispettato gli obiettivi di riduzione assegnati, sia per l’adozione di politiche e misure di mitigazione, sia per i diversi cicli di crisi economica del 2008 e del 2013 connessi alle dinamiche economiche globali. Le riduzioni di emissioni richieste per il periodo 2013-2020 sono state non solo raggiunte, – osserva l’Ispra – ma ampiamente superate (per il periodo in questione si calcola un “overachievement” totale in termini di riduzione di 190 MtCO2eq). Le stime preliminari del 2023, pur osservando un calo delle emissioni totali di circa 26 MtCO2eq (-6.2% del totale), segnano il superamento del limite consentito per lo stesso anno (12,9 MtCO2eq). Tale risultato è principalmente dovuto all’assenza di riduzione delle emissioni di gas serra provenienti dai trasporti stradali che, nonostante le direttive europee, procedono costanti sui livelli emissivi elevati del 2014 portando quindi al superamento del tetto massimo.

Globe Italia, WEC Italia e Politecnico di Torino alla Planet Week G7

Globe Italia, WEC Italia e Politecnico di Torino alla Planet Week G7Roma, 26 apr. (askanews) – Nell’ambito della Planet Week che accompagna i lavori del G7 a guida italiana di Torino, Globe Italia – Associazione Nazionale per il Clima e WEC Italia – Comitato Nazionale Italiano del World Energy Council Italia insieme al Politecnico di Torino – Energy Center hanno organizzato quest’oggi, negli spazi del Castello del Valentino del Politecnico di Torino, una giornata di lavori per presentare ai grandi della Terra quanto c’è di buono in Italia nell’economia circolare e nell’energia. Un appuntamento di alto livello con importanti ospiti, organizzato in due workshop autonomi ma legati su due temi entrambi votati alla sostenibilità. “L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che centra concretamente e tecnologicamente questa consapevolezza e questa richiesta puntando a estendere il ciclo di vita dei prodotti e contribuendo a ridurre la produzione di rifiuti. L’obiettivo è che sia possibile reintrodurre nel ciclo economico i materiali di cui sono composti, che potranno così generare nuovo valore. L’Italia, grazie al lavoro eccellente dei suoi consorzi di riciclo in primis quello del CONAI e del COREPLA, è una superpotenza in questa filiera dell’economia verde. Ed è pronta a diffondere questo modello anche ad aree vicinissime a noi. Penso all’Africa, dando sostanza al Piano Mattei” ha commentato in apertura lavori Matteo Favero, Presidente di Globe Italia. “Per accelerare la decarbonizzazione, in linea con le conclusioni della COP28, dobbiamo muoverci su tutti i fronti, in modo inclusivo e cogliendo tutte le opportunità tecnologiche di tutte le filiere. Non possiamo dimenticare nessun settore e dobbiamo trovare soluzioni innovative per non lasciare indietro nessuna regione del mondo, a partire dall’Africa. L’Italia conta su attori importantissimi a livello internazionale e ha sviluppato eccellenze tecnologiche e di business su tutte filiere dell’energia e dell’economia circolare. L’occasione del G7 Clima, Energia e Ambiente, guidato dall’Italia, rappresenta un’opportunità da non mancare per trovare soluzioni condivise per accelerare la transizione dei sistemi energetici in modo efficace, giusto e inclusivo” ha aggiunto Marco Margheri, Presidente Wec Italia. “Come Politecnico – Energy Center siamo orgogliosi di aver contribuito all’organizzazione di questo evento nella storica sede del Castello del Valentino. Il Politecnico di Torino è da tempo impegnato con attività di ricerca per rispondere alle grandi sfide del presente quali i cambiamenti climatici e l’utilizzo di materie prime critiche. Il nostro contributo mira non solo a favorire sviluppo tecnologico e innovazione, ma anche a portare sempre più all’attenzione dei decisori scenari attuali e futuri il più possibili basati su dati e analisi metodologicamente rigorosi. Riteniamo che la sinergia tra Accademia, Istituzioni e stakeholder sia fondamentale per sviluppare questi aspetti per un futuro più sostenibile”, hanno commentato Elena Baralis, Prorettore del Politecnico di Torino, e Romano Borchiellini, Referente del Rettore per l’Energy Center. “Oggi in tanti hanno compreso l’importanza della sostenibilità che prima era solo ambientale, mentre ora è anche economica e sociale. Anzi, quella sociale – ha sostenuto durante i lavori Nando Pagnoncelli Presidente Ipsos – risulta la più centrale”. “Negli ultimi anni si è infatti assistito ad una costante crescita dell’importanza che i cittadini attribuiscono al tema della sostenibilità, entrato ormai nella quotidianità delle persone. E non solo in quelli che un tempo venivano definiti Paesi Occidentali. Oramai pressoché globalmente i cittadini sono sempre più informati, più consapevoli e attivi, e quindi più disponibili a mettere in discussione abitudini consolidate, stili di vita e modelli di consumo ancorati al passato e nocivi per l’ecosistema”. Dai lavori è emerso quanto l’innovazione e la tecnologia giochino un ruolo cruciale nella transizione verso un futuro energetico sostenibile. Queste fonti di energia, come il sole, il vento e l’acqua, sono inesauribili e non producono emissioni nocive. E pongono un quesito al regolatore, al legislatore, all’imprenditore sulle scelte sostenibili. Interrogando politica, finanza e comunità. In questi ambiti economia circolare, energia, tecnologia, il nostro Paese ha molto da dire e può farlo in un’occasione speciale come il G7 a guida italiana. Gli organizzatori augurano quindi un buon lavoro al G7 confermando il proprio supporto alle istituzioni in questi giorni di lavori fondamentali per il futuro del Pianeta e ricordando l’auspicio espresso dal Presidente Mattarella, nel suo recente viaggio in Kenya, verso un nuovo umanesimo che ponga al centro l’uomo e la sua aspirazione a vivere in società più eque, inclusive e sostenibili.

Bioplastiche compostabili e raccolta differenziata virtuosa, convegno a Roma

Bioplastiche compostabili e raccolta differenziata virtuosa, convegno a RomaRoma, 23 apr. (askanews) – L’uso delle bioplastiche compostabili in agricoltura permette di realizzare processi produttivi molto più sostenibili, rispettosi dell’ambiente e rappresentano la migliore alternativa alla plastica tradizionale, derivante dai combustibili fossili, di cui una quota non trascurabile e a lungo contaminante permane nel terreno, sotto forma di micro e nanoplastiche, con effetti negativi sulla salute umana se ingerite attraverso il cibo. Anche la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ne raccomanda la sostituzione con materiali biodegradabili a base biologica, progettati specificatamente per degradarsi ed essere incorporati nel terreno dopo il raccolto. Le bioplastiche compostabili sono materiali efficienti e tecnologicamente maturi. Il loro utilizzo presente e futuro permette di migliorare l’equilibrio tra i benefici ambientali e la necessità di affrontare con coscienza il fenomeno dell’inquinamento da plastiche, promuovendo al contempo la giusta transizione dal modello di economia lineare a quello circolare ‘zero waste’ con grandi vantaggi per le pratiche agricole e le economie rurali, rendendo le colture sicure.


Questo il focus del convegno “Bioplastiche compostabili: una risorsa per l’agricoltura, un vantaggio per l’ambiente” – promosso da Fondazione UniVerde in collaborazione con Re.N.Is.A. – Rete Nazionale Istituti Agrari e con la main partnership di Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile – che si è svolto oggi alla Sala dei Consigli Superiori – Parlamentino Cavour presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale. Media partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente. L’evento è stato aperto dal saluto di benvenuto di Marco Lupo (Capo Dipartimento della sovranità alimentare e dell’ippica, Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) che si è complimentato con gli organizzatori del convegno, “una giornata volta a informare e formare studentesse e studenti degli Istituti Agrari a cui teniamo molto. Le bioplastiche compostabili sono un chiaro esempio di come attraverso l’innovazione tecnologica si possano conciliare le esigenze delle imprese e la tutela ambientale generando un circuito virtuoso”, ricordando che già in qualità di Direttore del Ministero dell’Ambiente ha collaborato alla stesura del protocollo d’intesa per la promozione della filiera della chimica verde italiana, “l’industria chimica ha dimostrato lungimiranza nell’investire e nel credere in questo settore di cui oggi il nostro Paese è leader”.


I lavori sono stati introdotti dalle relazioni di: Francesco Paolo La Mantia (Professore emerito in Tecnologia dei Polimeri presso l’Università degli Studi di Palermo e Coordinatore dell’unità di ricerca presso il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali – INSTM) che ha evidenziato: “Le bioplastiche compostabili sono polimeri che si biodegradano dando luogo, oltre che a CO2 ed acqua, anche ad un emendante del terreno noto col nome di compost. Questi polimeri risolvono il problema del fine vita dei manufatti in materie plastiche ed essendo provenienti da fonti naturali non sono dannose per l’ambiente in quanto non rilasciano gas serra antropogenici come le plastiche provenienti dal petrolio. Per queste loro caratteristiche sono particolarmente utili in agricoltura in particolare come film per la pacciamatura, sono manufatti con vita breve e, alla fine del loro uso, forniscono carbonio al terreno”.


Domenico Ronga (Professore associato in Agronomia e Coltivazioni Erbacee presso il DIFARMA dell’Università degli Studi di Salerno) ha illustrato: “Razionalizzare l’uso dei materiali plastici in agricoltura e annullare la produzione del rifiuto, sono alcuni degli obiettivi che perseguiamo con il mio gruppo di ricerca, presso i laboratori e i campi sperimentali dei Corsi di Agraria del DIFARMA dell’Università degli Studi di Salerno. In modo particolare da diversi anni lavoriamo sull’impiego di teli pacciamanti biodegradabili in suolo nei diversi sistemi di coltivazione, sia integrato che biologico, come anche sulla valorizzazione dei fertilizzanti organici. In una prova, condotta per tre anni e in diverse località, su pomodoro da industria, coltivato con metodo biologico, si sono confrontati teli pacciamanti con diverse percentuali di materiale ottenuto da matrici rinnovabile GM free e biodegradabili in suolo in conformità con lo standard europeo EN 17033. Alla fine del triennio abbiamo registrato una maggiore resa commerciale, + 20 tonnellate ad ettaro di bacche mature, che ha influito direttamente sulla produzione lorda vendibile del pomodoro, risultando superiore di alcune migliaia di euro in quasi tutti i campi prova, con una differenza media del triennio di circa 3.000 euro ad ettaro a favore dei pomodori coltivati con l’impiego dei teli pacciamanti biodegradabili in suolo. Inoltre, i volumi irrigui apportati nei campi prova, grazie all’impiego dei teli pacciamanti biodegradabili in suolo ha consentito un risparmio idrico pari al 7% come media di tutte le località e annate. I risultati di queste prove dimostrano che l’utilizzo della pacciamatura biodegradabile in suolo nella coltivazione del pomodoro da industria in biologico, rappresenta un valido mezzo tecnico per gestire alcune problematiche anche legate ai cambiamenti climatici, come il controllo delle infestanti e del fabbisogno irriguo, oltre a consentire un aumento della produzione lorda vendibile. Altre prove sono in corso, sempre con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità delle produzioni agricole”. Hanno fatto seguito gli interventi:


Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “La difesa degli ecosistemi dall’inquinamento da plastiche è da anni una priorità planetaria. La dispersione in particolare di microplastiche nell’ambiente, con la presenza anche nel corpo umano dimostrata scientificamente da recenti studi, rende indispensabile ogni azione utile a ridurne l’uso e soprattutto l’inquinamento che producono. Le bioplastiche di origine vegetale sono da anni un’innovazione tecnologica riconosciuta come eccellenza italiana. Devono anch’esse essere raccolte in modo differenziato per entrare appieno in un circuito di economia circolare. Occorre favorire in molti campi, e in special modo dove resiste la necessità del monouso, la transizione verso materiali di origine biologica, più rispettosi della natura. È una questione di buon senso e di rispetto per la salute e l’ambiente, che mette al centro dell’attenzione la necessità di affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile in agricoltura. Per promuovere un sistema agroindustriale pienamente sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale occorre fare sistema tra Istituzioni, aziende, filiere, associazioni e rappresentanze a vantaggio della protezione dell’ambiente, delle colture e della qualità dei prodotti agricoli”. Gianfrancesco D’Andrea (Dirigente scolastico dell’Istituto Omnicompresivo ‘Alvito’ – FR e Vicepresidente Re.N.Is.A. – Lazio) ha portato i saluti di Patrizia Marini (Presidente nazionale Re.N.Is.A.) e ha sottolineato: “La lotta alle plastiche e l’obiettivo di una agricoltura che sia davvero sostenibile sono due priorità imprescindibili per la Rete Nazionale degli Istituti Agrari: dobbiamo puntare su nuove generazioni di professionisti dell’ambiente a trecentosessanta gradi, che siano consapevoli e attenti, che abbiano la giusta visione del futuro coniugando sostenibilità e innovazione. Il mondo della scuola, in particolar modo il settore degli Istituti tecnici e professionali agrari, vive già da tempo il senso di questa grande sfida all’interno delle proprie aziende agrarie, in sinergia con il mondo scientifico e imprenditoriale, in ogni regione d’Italia”. La filiera italiana delle bioplastiche compostabili sostiene l’innovazione e la transizione del settore primario verso l’utilizzo di materiali a base biologica che permettono di realizzare pratiche circolari a vantaggiano dei terreni agricoli poiché forniscono nutrienti e minerali ai suoli quando vengono naturalmente compostati. Senza dimenticare le opzioni offerte da preziose materie prime (tra cui, residui della frazione organica, sottoprodotti agroalimentari e recupero della biomassa agricola) cui dare degna valorizzazione. Carmine Pagnozzi (Direttore Generale Consorzio Biorepack): “Nelle nostre case abbiamo una vera e propria miniera di preziose risorse da reimmettere nella nostra economia invece di sprecarle destinandole a termovalorizzazione o discarica. La frazione organica dei rifiuti (Forsu) e gli imballaggi compostabili non fanno eccezione: tale componente rappresenta quasi il 40% del totale dei rifiuti prodotti. Gestirla correttamente significa quindi ottimizzare l’intero ciclo dei rifiuti e disporre di grandi quantità di compost con il quale riportare fertilità ai terreni agricoli. L’Italia, dotandosi per prima a livello europeo di un consorzio destinato a gestire il fine vita delle bioplastiche compostabili, ha mostrato particolare lungimiranza: esse da un lato facilitano la raccolta della Forsu, stimolando le buone pratiche di raccolta da parte dei cittadini. Dall’altra, aumentano la quantità di materiali compostabili e quindi il compost prodotto”. Con il coordinamento di Valerio Rossi Albertini (Fisico, divulgatore scientifico e primo ricercatore CNR), sono inoltre intervenuti: Patty L’Abbate (Vicepresidente Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, Camera dei Deputati): “L’utilizzo delle bioplastiche nella nostra economia porta a risolvere una serie di problemi e a raggiungere obiettivi richiesti a livello europeo, come la raccolta differenziata dell’umido obbligatoria dal 2022, che deve essere di qualità. Va dunque eliminata la percentuale di plastica e questo può essere ottenuto considerando imballi e materiale monouso in bioplastica, anche contrastando la vendita di prodotti contraffatti privi delle caratteristiche di biodegradabilità richieste dalle norme di settore. Un rifiuto organico di qualità crea un compost di qualità adatto a migliorare la fertilità del suolo. Le bioplastiche sono ottenute da materia prima vegetale e non comportano l’utilizzo di petrolio e gas naturale utilizzati per la produzione della normale plastica: decarbonizziamo ed evitiamo di aumentare la quantità di rifiuti di plastica con grande pericolo per gli ecosistemi. Cambiare abitudini è necessario, virare verso prodotti e materie prime a basso impatto ambientale come le bioplastiche è un passo importante per la transizione verso un modello economico circolare, il raggiungimento degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e la neutralità climatica al 2050 sottoscritta nella strategia Green New Deal”. Alessandro Caramiello (Componente Commissione Agricoltura, Camera dei Deputati): “È nostro dovere sostenere con fermezza l’adozione delle bioplastiche compostabili nell’agricoltura quale soluzione chiave per promuovere processi produttivi sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Parliamo di una valida alternativa alle tradizionali plastiche derivate dai combustibili fossili, le quali possono persistere per lungo tempo nell’ambiente sotto forma di micro e nanoplastiche, con conseguenze dannose sulla salute umana. Le bioplastiche compostabili, invece, offrono un chiaro vantaggio nella nostra transizione verso un’economia circolare e orientata al zero waste, con l’obiettivo di favorire la salvaguardia dell’ambiente e contribuire a potenziare le pratiche agricole e le economie rurali, garantendo un equilibrio ottimale tra i benefici ambientali e la necessità di ridurre l’inquinamento da plastica. Per questo motivo, anche in qualità di capogruppo M5S in Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati, osservo con estrema attenzione l’importanza delle bioplastiche compostabili quale strumento fondamentale per affrontare in modo consapevole la sfida dell’inquinamento da plastica, promuovendo un futuro più sostenibile e prospero per tutti”. Luca Bianconi (Presidente Assobioplastiche), in un videomessaggio, ha evidenziato che solo il 28% del rifiuto plastico agricolo viene riciclato sottolineando invece gli enormi vantaggi offerti dall’impiego delle bioplastiche in agricoltura, connesse tra loro da uno stretto legame. L’associazione, insieme a FederBio, ha avviato nel 2019 una sperimentazione triennale per l’utilizzo di film biodegradabili per la pacciamatura, ad alta percentuale di rinnovabilità e conformi allo standard europeo, nella coltivazione biologica del pomodoro. La sperimentazione, a cui ha partecipato anche l’Università degli Studi di Salerno, ne ha mostrato l’assoluta efficacia. In particolare, preservano la produttività e migliorano la qualità del raccolto, senza ostacolarne la raccolta meccanizzata: “Tali film biodegradabili sono stati sottoposti a rigorosi test e vengono oggi impiegati su diverse colture orticole, presentando rese superiori rispetto a terreni non pacciamati. Un modello preso ad esempio anche dal Ministero dell’Agricoltura del Cile con cui Assobioplastiche ha firmato un memorandum”. Debora Fino (Presidente Re Soil Foundation): “I bioprodotti, dei quali le bioplastiche compostabili sono una componente molto importante, costituiscono un ampio e innovativo campo di applicazioni che non rilasciano microplastiche persistenti nell’ambiente e aiutano a restituire carbonio organico al suolo in ottica di bioeconomia circolare, migliorando la salute dei terreni agricoli e degli ecosistemi. Incentivarne l’utilizzo significa dare un contributo importante nello sforzo, tutt’oggi sottovalutato, di curare i suoli agricoli degradati. È importante ricordare che il 68% dei terreni agricoli ha perso più del 60% del carbonio organico originariamente presente in essi. Il nostro futuro dipende dalle scelte che facciamo oggi. Investire nei bioprodotti e nelle bioplastiche compostabili rappresenta un significativo contributo verso uno sviluppo che rispetti l’ambiente e le generazioni future”. Cinzia Coduti (Consulente legale Area Ambiente e Territorio di Coldiretti): “L’impiego delle plastiche compostabili in agricoltura consente di individuare una soluzione efficace e sempre più diffusa tra gli imprenditori agricoli non soltanto come manufatti direttamente utilizzati in campo, ma anche come materiale da impiegare per ottenere un fertilizzante in grado di migliorare l’apporto di sostanza organica nei suoli, arrestando la perdita di biodiversità e gli effetti dei cambiamenti climatici. Occorre garantire una corretta gestione dei rifiuti organici ed una raccolta differenziata di qualità per ottenere un compost tracciabile e idoneo ad assicurare, nel percorso della transizione ecologica, benefici ambientali effettivi a sostegno dell’attività degli imprenditori agricoli nella costruzione di filiere alimentari sane e sostenibili, nel rispetto dei principi dell’economia circolare e della bioeconomia”. Maurizio Desantis (Collaboratore del Consorzio Italiano Compostatori – CIC): “La raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Italia ha raggiunto quantità considerevoli di oltre 19 milioni di tonnellate, di cui oltre il 38% è costituito da frazione umida e verde. Questa grande quantità di rifiuti organici può essere trattata attraverso un processo di compostaggio che ne permette la trasformazione in compost con il suo successivo utilizzo in agricoltura anche biologica. Il compost, però, prima del suo utilizzo, deve rispondere ad alcuni criteri definiti dalla normativa vigente che ne permetta la fine della qualifica di rifiuto diventando fertilizzante. Affinché ciò possa avvenire è necessario che il materiale di partenza sia ‘pulito’ soprattutto da plastiche ed altri materiali non compostabili. L’utilizzo di plastiche biodegradabili e manufatti compostabili risulta, pertanto, indispensabile per il raggiungimento di obiettivi di riutilizzo del prodotto come previsto dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea nell’ambito del pacchetto dell’Economia Circolare”. La plastica convenzionale contamina la terra che usiamo per coltivare il cibo. Le bioplastiche compostabili, realizzate con materie prime rinnovabili, sono un’alternativa ecologica e innovativa che permette la gestione circolare dei terreni e supporta le attività agricole. Il convegno, che ha visto la presenza di studentesse e studenti di diversi Istituti d’Istruzione Superiore della Regione Lazio vocati alla formazione di nuovi professionisti del settore primario – Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni e IIS Domizia Lucilla di Roma e l’Istituto Tecnico Agrario di Alvito, in provincia di Frosinone – è stato una interessante occasione di confronto tra la filiera delle bioplastiche compostabili e il settore agricolo. Alla luce dell’importanza che le bioplastiche rivestono nel fungere da tramite verso l’urgente progressivo abbandono della plastica tradizionale, il dibattito si è anche posto l’obiettivo di superare la generale disinformazione e impreparazione sul perché è importante effettuare una corretta raccolta differenziata dei rifiuti organici e sul perché insieme a loro vanno conferiti anche gli imballaggi in bioplastica compostabile certificati, per far sì che una preziosa risorsa non venga considerata uno scarto ma valorizzata in agricoltura per i tanti vantaggi che ne deriverebbero per l’ambiente, secondo i più sani principi dell’economia circolare.

”Obiettivo Terra 2024″: vince Brigida Viggiano

”Obiettivo Terra 2024″: vince Brigida ViggianoRoma, 22 apr. (askanews) – È Brigida Viggiano la vincitrice della 15a edizione di “Obiettivo Terra” 2024, il concorso fotografico nazionale dedicato alla difesa e alla valorizzazione del patrimonio ambientale, del paesaggio, dei borghi, delle peculiarità e delle tradizioni enogastronomiche, agricole, artigianali, storico-culturali e sociali delle Aree protette d’Italia, promosso dalla Fondazione UniVerde e dalla Società Geografica Italiana, con la main partnership di Haiki+, subholding di Innovatec S.p.A., quotata all’Euronext Growth Milan, Gruppo che da oltre 60 anni è leader nel settore della clean technology, e Bluarancio quale digital partner, per celebrare la 55esima Giornata Mondiale della Madre Terra che si festeggia oggi in tutto il mondo. La foto vincitrice del Primo premio “Mother Earth Day” ritrae l’istantanea di una violenta tempesta, emblema dei sempre più frequenti eventi estremi causati dalla crisi climatica, immortalata sul litorale della Riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro (Basilicata).


Alla vincitrice è stato consegnato il primo premio di € 1.000 (euro mille), è stata donata dai soggetti promotori la targa ricordo e, al fortunato scatto, sarà dedicata la copertina del volume “Obiettivo Terra 2024: l’Italia amata dagli italiani”, oltre all’onore di veder la foto vincitrice esposta al pubblico in gigantografia, fino al 5 maggio, sulla facciata di Palazzo Valentini, sede della Città metropolitana di Roma Capitale, insieme alla foto vincitrice della Menzione speciale “Obiettivo Mare”, scattata da Chiara Scrigner, che ritrae un uovo di seppia (Sepia officinalis) nelle acque della Riserva naturale delle Falesie di Duino (Friuli-Venezia Giulia). Le foto vincitrici del contest, com’è consuetudine, saranno associate ai mesi del calendario 2025 e saranno riportate nella pubblicazione che verrà dedicata alla 15a edizione di “Obiettivo Terra”.


La Cerimonia di premiazione, trasmessa in diretta streaming da Palazzo Valentini è stata aperta dal saluto di benvenuto di Sabrina Alfonsi (Assessora all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti di Roma Capitale) che ha evidenziato: “Un concorso che giunge alla 15esima edizione significa che ha colto nel segno. Obiettivo Terra valorizza le nostre bellezze naturali e, allo stesso tempo, aiuta a migliorare la percezione di queste bellezze, ad entrare in sintonia con l’ambiente con l’atteggiamento giusto, in un rapporto one health. L’essere umano deve fare un passo indietro e la natura un passo avanti”. Hanno fatto seguito gli interventi dei rappresentanti dei soggetti promotori:


Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “In 15 anni il concorso Obiettivo Terra ha unito a raccolta migliaia di amanti della natura che con le loro foto hanno collaborato a diffondere conoscenza e rispetto di quello scrigno di biodiversità che sono le Aree protette. Dobbiamo guardare a un’Italia più ecologica e digitale e, per puntare concretamente verso tale obiettivo, l’innovazione tecnologica deve essere considerata con tutte le sue potenzialità, anche e soprattutto in tema di monitoraggio ambientale. La difesa delle nostre Aree protette è più che mai fondamentale: fattori critici come deforestazione, cementificazione, inquinamento e urbanizzazione hanno portato non solo alla frammentazione degli habitat ma anche alla perdita di importanti livelli di biodiversità. Abbiamo il dovere di preservare le bellezze del nostro Belpaese, e il concorso Obiettivo Terra ce lo ricorda ogni anno attraverso la carrellata di meravigliose istantanee da ogni angolo della penisola. A due anni dalla modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione, che hanno introdotto la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi, della biodiversità e degli animali tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, servono leggi e ogni iniziativa utile che rafforzi la tutela dei nostri patrimoni naturali oltre all’esigenza di adeguare il PNRR al nuovo dettato costituzionale con i valori della transizione EcoDigital che va accelerata”. Massimiliano Tabusi (Vicepresidente della Società Geografica Italiana): “L’epoca che viviamo è immersa nelle immagini come mai nessun’altra prima. La quantità di stimoli che ogni persona riceve ogni giorno, sotto forma di rappresentazioni, è probabilmente pari a quella di un anno intero per qualche generazione fa. Anche per questo è sempre più importante la qualità delle immagini, non solo dal punto di vista estetico e tecnico, ma anche e soprattutto per quello che riguarda il contesto in cui l’immagine si situa. Ogni fotografia ‘contiene’ un territorio, un’idea di luogo, uno o più viaggi, molte dimensioni del paesaggio (evocando non solo quello che si vede, ma anche suoni, odori, sensazioni), e lo sa bene chi si occupa di geografia: da sempre geografe e geografi usano le immagini per trasmettere ‘idee di luogo’. Tradizione nella tradizione, Obiettivo Terra contribuisce in modo speciale a questa ‘missione geografica’, focalizzando gli obiettivi (è il caso di dire) sulle Aree protette del Paese. Una missione importante e sempre più necessaria per supportare la consapevolezza per la qualità, dei luoghi e delle rappresentazioni”.


Camilla Colucci (Vicepresidente Innovatec Group, in rappresentanza di Haiki+): “Il nostro Gruppo, con Haiki+, sostiene orgogliosamente l’iniziativa di Obiettivo Terra che celebra non solo la bellezza dei nostri luoghi naturali, ma solleva anche importanti questioni ambientali. Queste fotografie sono testimonianze tangibili delle conseguenze dei nostri atti sull’ecosistema e ci ricordano di compiere azioni concrete e responsabili per contribuire alla creazione di un futuro davvero sostenibile per le prossime generazioni. La fotografia, con la sua capacità di catturare istanti e narrazioni visive specifiche, si rivela un mezzo potente per sensibilizzare e muovere le coscienze verso la salvaguardia del nostro Pianeta. Ogni scatto non è solo una rappresentazione visiva, ma porta con sé un messaggio profondo, una storia da raccontare sullo stato attuale del nostro ambiente e sulle sfide che dobbiamo affrontare”. Proprio in collaborazione con Haiki+, Main partner del concorso, è stata attribuita anche la Menzione speciale “Parchi dall’alto”. A vincerla, la foto scattata da Tiago Marques che ritrae i magnifici giochi di luci e colori nelle vasche della Riserva naturale Saline di Trapani e Paceco (Sicilia). Sono intervenuti: Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), in un messaggio video, si è complimentato con i promotori del concorso “Obiettivo Terra” sottolineando: “La Giornata della Terra ci aiuta a ricordare il legame tra i nostri territori, i paesaggi e i popoli con la natura. Questo contest fotografico offre l’opportunità di lasciare una traccia per il futuro, raccontando la storia delle nostre città in cambiamento e il modo in cui ci stiamo adattando al cambiamento climatico”. Andrea Abodi (Ministro per lo Sport e i Giovani): “Ogni occasione è buona per perseguire l’obiettivo e ogni giorno diventa speciale quando l’obiettivo è in pericolo. Questo credo sia il senso di Obiettivo Terra nell’ambito della Giornata Mondiale ad essa dedicata. Ci ritroviamo, insieme, in una giornata ricca di contenuti e di contributi, per sottolineare l’esigenza di perseguire con maggiore sintonia e armonia l’obiettivo di contribuire al miglioramento della qualità della vita delle persone, di noi tutti, e dell’ambiente che ci ospita. Questo il richiamo affascinante e responsabilizzante delle categorie di questo premio che, con grande merito degli organizzatori, rende la fotografia l’effetto fermo e stabile, anche nella mente, di ciò che l’occhio umano osserva e, troppo spesso, sembra dimenticare. L’Italia è un inestimabile patrimonio di patrimoni che dobbiamo preservare e valorizzare, ogni giorno, ben oltre questo”. Sono inoltre intervenuti: Alessandra Priante (Presidente ENIT); Amm. I.C. (CP) Nicola Carlone (Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera); Gen. C.A. Andrea Rispoli (Comandante delle Unità forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri); Rosalba Giugni (Presidente di Marevivo); Simona Roveda (Co-fondatrice e direttrice editoriale di LifeGate); Stefano Maiandi (Presidente di FIABA onlus). Alla Cerimonia di premiazione sono inoltre intervenuti, in presenza e in collegamento, rappresentanti delle Istituzioni, delle associazioni ambientaliste e dei partners del concorso, componenti della Giuria di esperti, autori e autrici delle foto vincitrici, nonché dirigenti delle Aree protette immortalate, tra cui: Donatella Bianchi (Presidente del Parco nazionale e Area marina protetta delle Cinque Terre); Giuseppe Bonanno (Direttore Forest Stewardship Council® – FSC® Italia); Luciano Buonfiglio (Presidente federale, Federazione Italiana Canoa e Kayak); Tristano Dello Ioio (Presidente del Parco regionale dei Monti Lattari); Pietro Fattori (Responsabile comunicazione della Fondazione FS Italiane); Umberto Forte (Direttore dell’Associazione ‘I Borghi più belli d’Italia’); Igor Gabrovec (Sindaco del Comune di Duino – Aurisina, Ente gestore della Riserva naturale delle Falesie di Duino); Piermario Giordano (Presidente del Parco naturale Alpi Marittime); Alfonso Grillo (Commissario straordinario del Parco naturale delle Serre); Giovanni Laudani (Direttore Parco dell’Etna); Marianna Morabito (Consigliere nazionale SIGEA, Società Italiana di Geologia Ambientale – APS); Letizia Palmisano (Giornalista ambientale, social media e influencer strategist); Antonina Silvana Piacentino (Direttrice della Riserva naturale Saline di Trapani e Paceco); Dina Ravera (Presidente Destination Italia); Saul Ripamonti (Co-fondatore network Pixcube.it); Giuseppe Roma (Vicepresidente Touring Club Italiano); Edoardo Sassi (Giornalista del Corriere della Sera); Andrea Spaterna (Presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini); Francesco Sturlese (Sindaco del Comune di Porto Venere); Daniele Taffon (Responsabile ambiente e multifunzionalità, Fondazione Campagna Amica); Ennio Vigne (Presidente del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi); Andrea Zagato (CEO di InflueXpert). L’evento è stato moderato da Gianni Todini (Direttore di Askanews). Oltre ai premi ai partecipanti, è stato attribuito il Premio “Parco Inclusivo” 2024, in collaborazione con FIABA Onlus e Federparchi, all’Area marina protetta e riserva naturale dello Stato di Torre Guaceto (Puglia). L’Ente si è distinto per il suo impegno ad attuare il principio solidale di “mettere la persona al centro” senza discriminarne la condizione: “La bellezza delle Aree marine e il totale utilizzo da parte delle persone tutte, ad oggi ancora è un miraggio – si legge nella motivazione del Premio – Le stesse sono precluse da barriere superabili e la spiaggia di Punta Penna Grossa ne è un esempio”. Il riconoscimento, che premia le iniziative a favore dell’accessibilità e della fruibilità per le persone con disabilità e a ridotta mobilità, è stato consegnato da Stefano Maiandi (Presidente di FIABA onlus) a Rocky Malatesta (Presidente dell’Area premiata e Vicepresidente di Federparchi). Sono inoltre state attribuite 11 tra Menzioni e Menzioni speciali, la cui decretazione è stata affidata direttamente ai partners di ogni categoria, e due premi extra concorso. MENZIONI “Alberi e foreste” (in collaborazione con il Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri) Vince: Antonio ALEO Oggetto foto: Suggestive sfumature degli alberi, di oro e di rosso, si riflettono sullo specchio d’acqua, nel Parco naturale delle Serre (Calabria). “Animali” (in collaborazione con Federparchi) Vince: Fabio SAVINI Oggetto foto: Rana che sorveglia le lunghe filature di uova deposte sott’acqua, nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna (Emilia-Romagna, Toscana). “Area costiera” (in collaborazione con il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera) Vince: Marco CARLETTI Oggetto foto: Caldo tramonto sulla Chiesa di San Pietro con riflessi sul braccio di mare, nel Parco naturale regionale di Porto Venere (Liguria). “Fiumi e laghi” (in collaborazione con Federazione Italiana Canoa e Kayak) Vince: Mauro TRONTO Oggetto foto: Torrente con la sua acqua cristallina e alberi dai colori autunnali, nel Parco naturale Alpe Veglia e Alpe Devero (Piemonte). “Paesaggio agricolo” (in collaborazione con Fondazione Campagna Amica) Vince: Gianmarco CAIOLA Oggetto foto: Tornare alla terra. La raccolta del pistacchio di Bronte nel Parco dell’Etna (Sicilia). “Patrimonio geologico e geodiversità” (in collaborazione con SIGEA, Società Italiana di Geologia Ambientale – APS) Vince: Nicola GRANDE Oggetto foto: Incantevole panorama alpino con le sue peculiari componenti geologiche, nel Parco naturale Alpi Marittime (Piemonte). “Turismo sostenibile” (in collaborazione con il Touring Club Italiano) Vince: Simonetta CAPECCI Oggetto foto: Pedalando in un quadro di Monet nella piana di Castelluccio di Norcia, nel Parco nazionale dei Monti Sibillini (Umbria, Marche). MENZIONI SPECIALI “Borghi” (alla più bella foto di un borgo situato all’interno di un’Area protetta italiana, in collaborazione con l’Associazione “I Borghi più belli d’Italia”) Vince: Valeria TOMASULO Oggetto foto: Particolare dell’incantevole borgo di Positano nella cornice della splendida Costiera amalfitana, incastonata nel Parco regionale dei Monti Lattari (Campania). “Obiettivo Mare” (alla migliore foto subacquea scattata in un’area marina protetta, in collaborazione con l’associazione ambientalista Marevivo) Vince: Chiara SCRIGNER Oggetto foto: Life drop: uovo di Sepia officinalis nelle acque della Riserva naturale delle Falesie di Duino (Friuli-Venezia Giulia). “Parchi dall’alto” (in collaborazione con Haiki+). Vince: Tiago MARQUES Oggetto foto: Magnifici giochi di luci e colori nelle vasche della Riserva naturale Saline di Trapani e Paceco (Sicilia). “Stories” (in collaborazione con InflueXpert). Vince: Lorenzo TOMBOLINI Oggetto foto: Incantevole veduta del borgo di Vernazza, “sospesa sul mare” nel Parco nazionale e Area marina protetta delle Cinque Terre (Liguria). PREMI EXTRA CONCORSO Premio “Pixcube” ad Andrea Cavedon, autore della fotografia seconda classificata “il canto d’amore di un cervo che si staglia sulla luna”, scattata nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi (Veneto): un buono voucher speciale messo in palio dal network Pixcube.it per un viaggio-workshop-reportage a scelta tra i molti e prossimi eventi che si terranno nei parchi naturali d’Italia. Weekend per due persone presso l’Agriturismo “Il Podere di Assisi” (PG), offerto da Terranostra Umbria, a Gianmarco Caiola, autore dello scatto vincitore della Menzione “Paesaggio Agricolo” (in collaborazione con Fondazione Campagna Amica). L’agriturismo fa parte della rete di Campagna Amica: mercati a Km0, delle aziende agricole, degli agriturismi e delle fattorie che sostengono l’agricoltura sostenibile e il cibo di qualità. Inoltre, grazie alla rinnovata collaborazione con Pianeta Foresty, che fin dalle primissime edizioni del contest ha favorito la piantumazione di nuovi alberi, anche quest’anno i concorrenti avranno l’occasione di contribuire al rimboschimento di alcune aree italiane attraverso i kit Foresty raccontati da Fabrizio Caniglia (Responsabile del progetto Pianeta Foresty) in un videomessaggio. L’edizione 2024 di “Obiettivo Terra” ha ricevuto il patrocinio di: Senato della Repubblica; Camera dei Deputati; Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste; Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Ministro per lo Sport e i Giovani; Città Metropolitana di Roma Capitale; Comune di Roma e di tutti i Parchi nazionali d’Italia. Event Partners: Earth Day Italia; ANBI; Forest Stewardship Council® (FSC®) Italia; FIABA Onlus; SOS Terra Onlus; Pianeta Foresty; @racne; Pixcube. Media partners: Askanews; Italpress; TeleAmbiente; LifeGate; Opera2030; Trekking.it; Eco in Città. I NUMERI DI “OBIETTIVO TERRA” 2024. 969 le foto candidate quest’anno alla 15a edizione del concorso e pervenute da tutta Italia, e di cui oltre la metà (57%) di cui oltre la metà (61%) pervenute da fotoamatori compresi nella fascia di età tra 35 e 64 anni, mentre circa il 30% candidate da under 35. Di queste, ben 934 (96%) sono risultate conformi al regolamento e dunque ammesse (le non ammesse sono 35 pari al 4%). Ogni partecipante ha avuto la possibilità di presentare al contest una sola foto a colori di cui: Parchi nazionali (298 foto, pari al 32% delle foto ammesse), Parchi regionali (411 foto, pari al 44%), Aree marine protette (57 foto, pari al 6%), Riserve statali (37 foto, pari al 4%) e Riserve regionali (131 foto, pari al 14%). In questa edizione del contest, il Parco Nazionale più fotografato è il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (Marche, Lazio, Abruzzo) con 37 foto; il Parco regionale più rappresentato è quello del Delta del Po Emilia-Romagna (Emilia-Romagna) con 23 foto, l’Area marina protetta più fotografata è invece quella della Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre (Sardegna) con 6 foto e, infine, la Riserva più rappresentata negli scatti dei concorrenti è la Riserva naturale Isole dello Stagnone di Marsala (Sicilia) con 9 foto. Delle 11 aree protette d’Italia premiate a “Obiettivo Terra” 2024, ben 6 hanno ricevuto per la prima volta un riconoscimento e sono: Riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro (Basilicata), immortalata nella foto vincitore di questa edizione; Parco naturale regionale di Porto Venere (Liguria); Parco naturale Alpe Veglia e Alpe Devero, e Parco naturale Alpi Marittime (Piemonte); Riserva naturale delle Falesie di Duino (Friuli-Venezia Giulia); Riserva naturale Saline di Trapani e Paceco (Sicilia). In totale, nelle 15 edizioni di “Obiettivo Terra”, fin qui disputate, sono state candidate oltre 17.000 fotografie.