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Euregio, Elisa Bertò nuovo segretario generale

Euregio, Elisa Bertò nuovo segretario generaleRoma, 13 mag. (askanews) – Il Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino ha un nuovo segretario generale. Si tratta di Elisa Bertò, che finora svolgeva funzioni di coordinamento delle azioni comuni di carattere interregionale per la cooperazione territoriale nell’ambito dello stesso GECT, uno strumento dell’Unione Europea nato per agevolare obiettivi di coesione fra territori. Bertò succede a Marilena Defrancesco, che a breve concluderà il suo percorso lavorativo.

“Elisa Bertò – sottolinea il presidente dell’Euregio Maurizio Fugatti – risulta ad oggi la più giovane donna a rivestire il ruolo di segretario generale fra gli 84 GECT al momento costituiti in seno all’Unione Europea. A lei il compito di coordinare le attività dell’Euregio per i prossimi mesi fino al termine della presidenza trentina. Le facciamo i migliori auguri di buon lavoro. Al tempo stesso, a nome di tutto il Gect esprimo un sentito ringraziamento a Marilena Defrancesco, per la competenza, il sincero entusiasmo e la passione con le quali ha svolto il suo ruolo in questi anni. Un impegno che abbiamo apprezzato anche come dirigente del Servizio relazioni esterne della Provincia autonoma di Trento”. Elisa Bertò svolge attività di insegnamento presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento. Già ricercatrice presso l’Università di Pisa, la Leopold-Franzens-Universität di Innsbruck e la National University of Singapore, ha lavorato come responsabile dell’Officina dell’Autonomia presso la Fondazione Museo storico del Trentino ed è membro esperto del Comitato per il Cinquantenario del Secondo Statuto di Autonomia della Regione Trentino Alto Adige/Südtirol.

Pnrr, Trentino: in arrivo 39 milioni di euro per la fibra ottica

Pnrr, Trentino: in arrivo 39 milioni di euro per la fibra otticaRoma, 20 apr. (askanews) – Il Trentino lavora per garantire all’intero territorio la connettività ultraveloce. Ai cantieri per la realizzazione della rete pubblica ultra veloce nelle aree bianche (periferiche), affidata ad Open Fiber, si affiancheranno a brevi quelli del Piano Italia a 1 Giga, messo in campo da Infratel, grazie ai fondi del Pnrr, ed assegnato per la nostra provincia a Tim. Il progetto prevede un investimento pubblico di 39 milioni di euro che consentirà di raggiungere 23 mila civici nelle aree grigie con la fibra ottica fino a casa (Ftth): si tratta di abitati esclusi dall’operatività di Open Fiber, in particolare Comuni di medie dimensioni, e dove gli operatori di telecomunicazioni non hanno dato disponibilità ad intervenire con fondi propri. L’iniziativa è stata presentata nel pomeriggio di oggi al Consorzio dei Comuni Trentini da Achille Spinelli (assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro), Paride Gianmoena (presidente del Consorzio) ed ha visto la partecipazione dei responsabili Infratel Italia e Tim. “Il Trentino – ha sottolineato l’assessore Spinelli – presenta un’orografia articolata che rende complessa qualsiasi opera di infrastrutturazione. Il Piano Italia a 1 Giga consente di integrare e completare la copertura dell’intero territorio. Si tratta di un risultato importante che vedrà nel breve e medio periodo la nostra provincia connessa con la rete ultra veloce, tecnologicamente avanzata e pronta a utilizzare, ad esempio, i servizi digitali di nuova generazione che Provincia autonoma di Trento e Comuni stanno realizzando, sempre grazie alle risorse del Pnrr”. L’incontro è servito anche a presentare ai sindaci il Catasto dei Sottoservizi (Sinfi), ovvero la mappatura che permetterà di avere una precisa conoscenza del reticolo di servizi del sopra e sotto suolo (ad esempio, acqua, gas, rete elettrica e telefonica, fognature e cavidotti) e che le amministrazioni dovranno adottare.

JJ4, Rocchi (Enpa): da Fugatti atteggiamento aggressivo e crudele

JJ4, Rocchi (Enpa): da Fugatti atteggiamento aggressivo e crudeleRoma, 18 apr. (askanews) – “Salviamo JJ4 dall’uccisione e da chi la vuole morta a ogni costo, persino contro il parere della mamma del runner ucciso”. Questo l’appello che la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, lancia al termine della conferenza stampa del presidente della PAT Maurizio Fugatti. Nel corso della diretta, spiega, “Fugatti non solo ha confermato il proprio desiderio di vendetta nei confronti dell’animale, ignorando così le parole pronunciate nei giorni scorsi dalla madre di Andrea Papi, ma si è trincerato dietro un atteggiamento omissivo e arrogante”. «Gli italiani vogliono sapere come sta JJ4. Perché Fugatti ha evitato di fornire informazioni e dettagli sia sulla cattura dell’orsa, che peraltro era in compagnia dei suoi cuccioli, sia sulle condizioni di salute dopo la deportazione nel Casteller?», commenta Rocchi che sottolinea un altro punto sul quale Fugatti è stato particolarmente elusivo: «Se la zona frequentata stabilmente da JJ4 e dai suoi cuccioli era nota fin dal 2020 perché – prosegue Rocchi – non sono state adottate le misure di prevenzione, compresa la chiusura delle zone a maggior presenza di mamme con cuccioli, che pure sono previste dal Pacobace?». Peraltro, sottolinea Rocchi, “proprio la presenza dei cuccioli, due dei quali catturati insieme con la mamma e poi rilasciati, potrebbe essere all’origine dei comportamenti difensivi dell’animale. Uccidere JJ4 non serve a nessuno. Lo stesso ISPRA nelle sue comunicazioni sulla vicenda non ha fatto riferimento all’uccisione del plantigrado ma a una generica “rimozione”. E “rimozione” significa anche affidare l’orsa a un santuario o a un centro di recupero”.

«Uccidere JJ4 – conclude Rocchi – serve solo a Maurizio Fugatti che contro gli orsi combatte da anni una sua personalissima guerra, oggi anche elettorale. Il presidente della PAT stia pur certo che Enpa, che già è ricorsa alla magistratura, continuerà ad utilizzare ogni strumento a disposizione per salvare gli orsi del Trentino dalla deportazione e dalle uccisioni».

Tragedia Caldes, Trentino: ridurre il numero degli orsi

Tragedia Caldes, Trentino: ridurre il numero degli orsi




Tragedia Caldes, Trentino: ridurre il numero degli orsi




















Roma, 8 apr. (askanews) – Gli amministratori locali della Val di Sole sono uniti: il numero degli orsi che frequentano le montagne del Trentino va fortemente ridotto. I sindaci hanno condiviso la linea assunta dalla Giunta provinciale, dopo la morte del giovane runner nei boschi di Caldes, nel corso dell’incontro di questa mattina ospitata nella sede della Comunità Val di Sole con il presidente Maurizio Fugatti, il vice e assessore all’ambiente Mario Tonina e il dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna Raffaele De Col con i dirigenti dei Servizi foreste e faunistico, Giovanni Giovannini e Sergio Tonolli.

“I cittadini chiedono risposte concrete, che le autorità sono chiamate a dare”, hanno detto i sindaci, con in testa il primo cittadino di Caldes, Antonio Maini e il presidente della Comunità Val di Sole, Lorenzo Cicolini. Il presidente Fugatti ha illustrato le misure previste: con ordinanza contenibile e urgente è stata stabilito l’abbattimento dell’orso che ha causato la morte del 26enne di Caldes, alla quale seguiranno altre ordinanze per la rimozione dei tre esemplari problematici MJ5, JJ4 e M62. Gli orsi da abbattere sono dunque potenzialmente 4, qualora dalle indagini genetiche a cura della Fonazione Edmund Mach emergesse che il plantigrado che ha aggredito il runner non sia già classificato come pericoloso. Intanto prosegue il presidio intensivo da parte del Corpo forestale trentino del fronte compreso tra Mostizzolo e la Val Meledrio: il personale effettua anche una attività di informazione verso le persone intendono usufruire della rete stradale e sentieristica. “Fin dall’inizio di questa tragedia abbiamo trovato una grande unaità del territorio e dei suoi rappresentanti, che con senso di responsabilità istituzionale hanno dimostrato la volontà di affrontare congiuntamente la questione in merito alle soluzioni operative”, ha spiegato il presidente Fugatti al termine dell’incontro. Il vicepresidente Tonina ha evidenziato come “dobbiamo distinguerci per razionalità e responsabilità rispetto alle esigenze della popolazione. L’Amministrazione dimostra in questo modo la giusta fermezza di fronte alla presenza di animali problematici: il progetto così com’è, oggi non sta più in piedi e va rivisto in maniera radicale”. Il come lo ha spiegato il presidente della Provincia: “La presenza di oltre un centinaio di esemplari sul territorio Trentino non è sostenibile. Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità. Non importa come”, ha detto Fugatti. Lo studio di fattibilità del Progetto Life Ursus per la reintroduzione negli orsi in Trentino tra il 1999 e il 2002, curato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, aveva accertato l’idoneità ambientale per ospitare una popolazione vitale di plantigradi (40-60 orsi), che costituiva l’obiettivo finale del progetto. L’areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, mentre la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente in Trentino si sposta all’interno di un’area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell’intero territorio provinciale) e fortemente antropizzata.

Spazio, Juice: l’Università di Trento a bordo con il radar Rime

Spazio, Juice: l’Università di Trento a bordo con il radar Rime




Spazio, Juice: l’Università di Trento a bordo con il radar Rime – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – Tutto è pronto a Kourou in Guyana francese per il lancio con il razzo Ariane 5 della sonda Juice (JUpiter ICy moon Explorer) con destinazione Giove. Salvo imprevisti meteorologici o intoppi dell’ultimo minuto, la missione dell’Agenzia spaziale europea (Esa) decollerà giovedì prossimo, 13 aprile, alle 14.15 ora italiana per dirigersi verso le lune ghiacciate Ganimede, Europa e Callisto. Prima tra le grandi missioni dell’ESA del programma Cosmic Vision, Juice, con dieci strumenti internazionali a bordo, studierà le condizioni necessarie per la formazione dei pianeti, per la comparsa della vita e come funziona il sistema solare.

La sonda impiegherà più di sette anni per raggiungere la destinazione. A partire dal 2031 le osservazioni dureranno almeno tre anni. Durante questo periodo Juice si muoverà nel sistema gioviano seguendo un profilo di missione complesso che porterà la sonda a studiare il gigante gassoso Giove e a esplorare le lune galileiane Europa e Callisto, per terminare il suo viaggio nello spazio in orbita circolare attorno a Ganimede. A bordo di Juice – una sonda dalla stazza di ben 5,3 tonnellate con 85 metri quadrati di pannelli solari – c’è un pezzo di ricerca e di tecnologia tutta italiana. Tre dei 10 strumenti che saranno impiegati nelle missioni scientifiche di studio della conformazione e dell’atmosfera gioviana sono infatti a guida italiana: il radar Rime (Radar for Icy Moon Exploration), la camera Janus e lo strumento di Radio Scienza 3GM. A questi si aggiunge la forte partecipazione italiana, coordinata dall’Agenzia spaziale italiana ASI, nello spettrometro Majis (Moons and Jupiter Imaging Spectrometer) guidato dall’agenzia spaziale francese (Cnes).

Il lancio di Juice sarà trasmesso in diretta dall’Esa e dall’Asi e anche l’Università di Trento per l’occasione sta organizzando un evento live aperto al pubblico, a partire dalle 13.30 nell’aula 101 del Polo Ferrari uno a Povo, a cui prenderà parte una rappresentanza delle istituzioni del territorio. L’ateneo è infatti coinvolto direttamente nella missione: il radar spaziale Rime è stato ideato e studiato da un team di scienziati internazionali sotto la guida di Lorenzo Bruzzone, principal investigator dello strumento e professore del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento, dove è responsabile del Laboratorio di Telerilevamento (Remote Sensing Laboratory). Un contributo importante nell’elaborazione automatica dei dati acquisiti dal radar spaziale viene dall’Unità di ricerca Remote Sensing for Digital Earth della Fondazione Bruno Kessler (centro di ricerca Digital Society) guidata dalla ricercatrice Francesca Bovolo.

Rime – informa Unitn – è in grado di riprendere “immagini” molto particolari della sotto-superficie che, oltre a essere di fondamentale importanza per studiare la geologia del sottosuolo e la geofisica delle lune ghiacciate, possono evidenziare l’eventuale presenza di acqua negli strati sottosuperficiali di Ganimede e di Europa. L’identificazione di acqua costituirebbe una scoperta di eccezionale rilevanza, visto che l’acqua è una delle variabili fondamentali per ipotizzare la presenza di forme di vita elementari sulle lune ghiacciate. La misurazione avverrà dallo spazio, a centinaia di chilometri di distanza. Il radar è progettato per penetrare la superficie ghiacciata dei satelliti galileiani fin alla profondità di nove chilometri con una risoluzione verticale fino a trenta metri. I dati scientifici che Rime raccoglierà saranno condivisi anche con il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa che partecipa al coordinamento della missione insieme all’Università di Trento. Rime è stato progettato e costruito in Italia nei laboratori dell’industria Thales Alenia Space, con alcuni sottosistemi forniti dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa che partecipa al finanziamento dello strumento (il co-principal investigator è il professor Jeffrey Plaut). Il gruppo di lavoro di Rime, oltre a ricercatori dell’Università di Trento e della Fondazione Bruno Kessler, comprende alcuni dei più prestigiosi enti di ricerca italiani, europei e statunitensi del settore.

Il 13 aprile, durante e dopo l’evento – informa Unitn – sarà possibile una breve visita al nuovo laboratorio Science Operation Center del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione UniTrento, da cui verranno gestite alcune operazioni cruciali per il successo delle rilevazioni, già pochi giorni dopo il lancio. (Tutte le informazioni sull’evento e la prenotazione del posto sono disponibili su https://www.unitn.it/juice)

Innovazione, il ‘modello Trentino’ approda nella Silicon Valley

Innovazione, il ‘modello Trentino’ approda nella Silicon Valley


Innovazione, il ‘modello Trentino’ approda nella Silicon Valley – askanews.it



Innovazione, il ‘modello Trentino’ approda nella Silicon Valley – askanews.it


















Roma, 22 mar. (askanews) – Il Trentino è protagonista nella Silicon Valley. La Provincia autonoma di Trento – unica Amministrazione pubblica italiana – è stata infatti scelta dalla Commissione europea come esempio virtuoso di innovazione e porta la propria esperienza in questi giorni a San Francisco, nell’ambito degli European Innovation Days. Qui è intervenuto un delegato dell’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, Achille Spinelli, chiamato a unirsi alla delegazione costituita da oltre 40 importanti aziende e startup innovative, rettori e sindaci europei, impegnati a promuovere l’ecosistema europeo dell’innovazione e gli obiettivi della Nuova agenda europea per l’innovazione.

“Siamo lieti di essere stati invitati dalla Commissione europea per presentare oltreoceano l’innovazione trentina” commenta l’assessore Spinelli, che evidenzia come si tratti di “un grande passo avanti per il Trentino, vocato ad attrarre talenti e aumentare gli investimenti sul territorio, soprattutto in ambito tecnologico. Ancora una volta il nostro sistema della ricerca e dell’innovazione mostra gli importanti risultati ottenuti da uno sforzo coeso, approdando nella Silicon Valley per confrontarsi con alti profili istituzionali e imprenditoriali europei e internazionali. Prendono così forma gli obiettivi della Carta di Rovereto, che vedono in iniziative come questa un modo per contaminare positivamente il territorio, rinforzare le reti e far crescere il nostro territorio”. Il delegato dell’assessore – il sostituto direttore dell’ufficio programmazione del sistema di ricerca e innovazione, Valentina Perrotta – sta prendendo parte a un ricco programma che coinvolge un’ampia varietà di parti interessate in una serie di appuntamenti, che spaziano dalle tavole rotonde agli incontri istituzionali, fino alla prima EU Innovation Agora, un evento che punta a scoprire il futuro dell’innovazione europea, per comprendere come essere coinvolti attraverso la Nuova agenda europea per l’innovazione.

Terra di innovazione, il Trentino investe sui talenti e sull’avanzamento tecnologico in settori chiave per la crescita economica e sociale europea, tra cui l’energia sostenibile, la salute e la biodiversità. Un impegno che si muove nella direzione degli obiettivi verdi e digitali dell’agenda europea e si concretizza – tra gli altri – attraverso lo sviluppo dei poli tematici di innovazione e la realizzazione di progetti innovativi di rilievo che, grazie a questa iniziativa istituzionale, verranno promosse a livello europeo e internazionale. Si pensi, ad esempio, al progetto Trentino DataMine, che mira alla creazione di un data center innovativo, localizzato nelle gallerie della Miniera San Romedio, in Val di Non, per accelerare l’adozione delle tecnologie digitali innovative emergenti e sostenere il processo di trasformazione digitale in Trentino. Si aggiungono, poi, il recente bando pubblico lanciato nell’ambito dei finanziamenti Pnrr per la creazione di una Hydrogen Valley in aree industriali dismesse, e il progetto Bandiera, che mira a rendere la Pubblica amministrazione più digitale e più efficiente, attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. Inoltre, Trento è coinvolta anche negli Important Projects of Common European Interest (Ipcei), in particolare Ipcei EuBatIn – European Battery Innovation e Ipcei Hydrogen, anch’esse iniziative promosse all’interno della Nuova agenda europea per l’innovazione.

Per questo, la Commissaria europea per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, Mariya Gabriel, ha invitato la Provincia a fare parte anche della Coalition of the Willing, gruppo costituito nel luglio 2022 che riunisce, tra gli altri, istituzioni regionali e locali, imprese e università per dare voce all’innovazione europea.