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Milano premia Gianandrea Noseda e la Filarmonica della Scala

Milano premia Gianandrea Noseda e la Filarmonica della ScalaRoma, 7 dic. (askanews) – Milano premia la grande musica nel giorno della prima del Teatro alla Scala. Il Maestro Gianandrea Noseda ha ricevuto infatti oggi dalle mani del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, l’attestato di Civica Benemerenza nell’ambito della cerimonia per la consegna degli Ambrogini d’Oro tenutasi la mattina al Teatro Dal Verme, conferito anche alla Fondazione Filarmonica della Scala.


Originario di Sesto San Giovanni e allievo del Conservatorio di Milano, Noseda era tornato a dirigere nella sua città lo scorso 15 settembre nell’ambito del Festival MITO proprio nella Sala Verdi, dove trent’anni fa aveva cominciato un percorso artistico che lo avrebbe portato a ottenere successi in tutto il mondo, da San Pietroburgo a Londra, da Zurigo a Washington. Nel corso del 2024 Noseda si è esibito a Milano anche al Teatro della Scala il 26 febbraio, alla testa della sua National Symphony Orchestra, e tornerà presto, il 17 febbraio 2025, per dirigere un concerto della Filarmonica della Scala, anch’essa premiata quest’oggi con l’attestato di Civica Benemerenza, consegnato dal Sindaco al Vicepresidente Damiano Cottalasso.


“Sono onorato per questo riconoscimento della Città di Milano – dichiara Gianandrea Noseda – e ancora di più perché a riceverlo quest’anno c’è anche la Filarmonica della Scala: un segno inequivocabile dell’importanza della cultura musicale più alta per la vita di Milano: un valore da sempre iscritto nel suo DNA”.

Milano, a Palazzo Reale mostra d’opere d’arte confiscate a malavita

Milano, a Palazzo Reale mostra d’opere d’arte confiscate a malavitaMilano, 2 dic. (askanews) – Da domani fino al 26 gennaio 2025, nelle sale di Palazzo Reale è aperta gratuitamente al pubblico la mostra “SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche”, che restituisce al pubblico una serie di opere d’arte contemporanea, tra dipinti, grafica e sculture di artisti quali Giorgio de altri, provenienti da confische fatte dalla pubblica autorità alla malavita organizzata. Un progetto di grande significato culturale e sociale che vuole sottolineare e riaffermare, soprattutto tra le giovani generazioni, il fondamentale valore della legalità.


L’esposizione è parte del progetto “Arte per la cultura della legalità”, a cura della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), del Comune di Milano e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in collaborazione con il Ministero dell’Interno. La rassegna milanese è la seconda tappa di un itinerario che si è aperto con l’anteprima al Museo Hendrick Christian Andersen a Roma, dal 16 ottobre al 21 novembre 2024, e che si chiuderà al Palazzo della Cultura a Reggio Calabria, dall’8 febbraio al 27 aprile 2025. Oltre a presentare un patrimonio culturale in buona parte rimasto inaccessibile alla collettività, l’iniziativa mette in risalto il ruolo e l’impegno delle istituzioni coinvolte nel lungo e virtuoso processo che è stato necessario per recuperarle – fra queste, il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale e la Guardia di Finanza – e per verificarne l’autenticità e l’interesse culturale.


Le oltre ottanta opere che compongono il percorso espositivo, ordinato secondo un criterio cronologico e tematico, provengono da due differenti procedimenti. Il primo è scaturito da due indagini incrociate, svolte dal R.O.S. dei Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, per una maxi-frode fiscale legata a una rete internazionale di riciclaggio. Il secondo, invece, è frutto di una confisca a carico di un soggetto pienamente inserito nel circuito della criminalità organizzata e stabilmente dedito ad attività economiche illecite. La mostra consente di ripercorrere gli sviluppi dell’arte dalla prima metà del Novecento fino ai primi anni Duemila, in particolare l’evoluzione dei linguaggi espressivi e delle correnti artistiche del tempo. Tra queste, il gruppo Novecento con Mario Sironi (“Composizione astratta – Scena urbana con carrozza”, “Moltiplicazione II”, prima metà del XX secolo), la Metafisica con autori quali Giorgio de Chirico (“Piazza d’Italia”, prima metà del XX secolo) e Carlo Carrà (“Capanno sulla riva”, 1955); la Transavanguardia di Sandro Chia (“Ossa fossa cassa”, 1990; “Cupido”, 1996), Enzo Cucchi (“Autostrada del Pensiero”, 1997) e Mimmo Paladino; e la Nuova scuola Romana con Bruno Ceccobelli, Piero Pizzi Cannella, Gianni Dessì, Nunzio Di Stefano; insieme a esperienze, quali l’astrattismo geometrico e informale, l’arte murale di Keith Haring (“Kh mural”, 1989), la land art di Christo e il genere del libro d’artista, come “Cantata Bluia Libro dore” di Pier Paolo Calzolari.


In mostra anche alcune opere scultoree: accanto al piccolo bronzo di Arnaldo Pomodoro (“Disco”, 1986/2003), artista di fama internazionale per l’arte monumentale pubblica, vengono proposte sperimentazioni più contemporanee, come i lavori di Michele Savini (“Anello”, 2008; “Coniglio”, 2009). Dopo le rassegne di Milano e Reggio Calabria, il primo gruppo di lavori, provenienti da una confisca divenuta definitiva nel 2018, sarà consegnato a diversi istituti museali del MiC selezionati dal Direttore generale Musei Massimo Osanna su tutto il territorio nazionale: a Milano (Pinacoteca di Brera – Palazzo Citterio), Roma (Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Museo delle Civiltà e Istituto centrale per la grafica), Napoli (Castel Sant’Elmo e Museo del Novecento) e Cosenza (Galleria nazionale di Cosenza).


Il secondo gruppo di 22 opere rimarrà a Reggio Calabria, presso il Palazzo della Cultura “P. Crupi”, dove, sin dal 2016, sono permanentemente esposte oltre cento opere d’arte, tutte facenti parte di una unica confisca effettuata dal Tribunale di Reggio Calabria nel 2015 e affidate dal Segretariato regionale del MiC per la Calabria alla Città Metropolitana.

ATM MANIFESTO, in mostra archivio storico dell’azienda di trasporti

ATM MANIFESTO, in mostra archivio storico dell’azienda di trasportiMilano, 22 nov. (askanews) – Con ATM MANIFESTO – Storie, Viaggi e Design, in programma da sabato 23 novembre a domenica 12 gennaio all’ADI Design Museum di piazza Compasso d’Oro, l’Azienda apre per la prima volta lo scrigno del suo Archivio Storico presentando in maniera esclusiva i preziosi materiali che raccontano il forte e reciproco legame fra Atm e la città di Milano.


La mostra ATM MANIFESTO, affidata alla curatela di Matteo Pirola, è un viaggio nel tempo lungo i binari delle campagne di comunicazione dell’Azienda che attraversano e intrepretano l’evoluzione del costume e della società, milanese e non solo. Narra il cambiamento dei linguaggi artistici e pubblicitari, oltre a presentare esclusivi documenti che raccontano simboli e momenti che hanno segnato la storia della mobilità cittadina, dall’iconico tram Carrelli all’inaugurazione della prima linea metropolitana M1 della città, la Rossa, 60 anni fa. All’esposizione hanno contribuito anche diversi archivi esterni che hanno fornito il loro prezioso materiale, come ad esempio la Fondazione Franco Albini e Bob Noorda / Noorda Design. La storia di Atm è particolarmente legata al luogo in cui si svolge la mostra, perché si trova al centro di un vero e proprio distretto tranviario. Infatti, l’ADI Design Museum sorge in un’area che a fine Ottocento era utilizzata come deposito di tram a cavallo e successivamente fu destinata agli impianti che fornivano ai tram l’energia elettrica. La piazza di accesso al museo è intitolata al Premio Compasso d’Oro, prestigioso riconoscimento del mondo del design che si aggiudicò nel 1964 il progetto della linea M1 della metropolitana, firmato da Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda.


A pochi passi dalla piazza, in via Messina, c’è lo storico deposito tranviario di Atm dei primi del Novecento mentre di fronte si trova la Fabbrica del Vapore, edificio che conserva ancora oggi nei fregi richiami ai tram, in quanto sede della Carminati Toselli & C., dove sono state costruite le prime vetture Carrelli Milano 1928. ATM MANIFESTO regala la possibilità di ripercorrere la storia delle campagne informative, comportamentali e di sensibilizzazione, che rivelano un’Azienda in costante dialogo con la città e al centro dei grandi temi sociali e di attualità. Oltre all’importante selezione di manifesti, la mostra espone altri oggetti del patrimonio storico iconografico dell’Azienda, restituito alla fruizione collettiva dopo un importante lavoro di recupero e conservazione: dai biglietti ai materiali promozionali, dalla documentazione tecnica e amministrativa alle immagini dell’imponente fondo fotografico, dichiarato Bene Culturale di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia.


Le diverse sezioni dell’esposizione propongono una lettura da differenti angolature. “Sui binari del rispetto” esplora le campagne di sensibilizzazione sociale con i consigli e i messaggi sulle buone maniere. “Creatività in movimento” celebra le collaborazioni con scuole, studenti e grandi artisti e creativi del calibro di Bruno Munari, Emilio Tadini, Chin Hsiao, Enrico Baj, Mimmo Rotella. Dai laboratori didattici con le scuole primarie a cura di Munari, ad esempio, nacquero le iniziative “DECORIAMOIBUS” del 1987 e “DECORIAMOITRAM” del 1988. La sezione “In città con ogni mezzo” propone le campagne con le quali l’Azienda ha sempre promosso a tutta la città una mobilità alternativa, dai parcheggi al servizio di sharing BikeMi. “Non un semplice tram” celebra invece uno dei simboli della città di Milano, il tram Carrelli, conosciuto in tutto il mondo ed entrato proprio quest’anno nella collezione permanente del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia. “Valori a bordo” ricorda le campagne e le iniziative con cui Atm ha da sempre messo in primo piano il rispetto e l’attenzione verso le persone della comunità in cui opera, dal suo personale ai passeggeri che ogni giorno utilizzano i mezzi di trasporto per spostarsi in città. La sezione “Oltre Milano” racconta il ruolo internazionale dell’Azienda che a Copenaghen gestisce dal 2008 l’intera rete metropolitana e a Salonicco, dal 2023, è responsabile della nuova metropolitana, la prima a guida automatica di tutta la Grecia, che verrà inaugurata nei prossimi giorni. E poi ancora la genesi e gli sviluppi del logo Atm, un approfondimento su Attilio, mascotte e prototipo del Tranviere Milanese, e un’ampia area dedicata al sessantesimo compleanno della M1, con foto storiche sui cantieri che hanno rivoluzionato la città e sui treni in uso. Esposti anche alcuni materiali inediti provenienti dalla Fondazione Franco Albini e dallo studio Bob Noorda / Noorda Design sul progetto degli allestimenti e della segnaletica metropolitana. L’iniziativa si inserisce nel calendario della XXIII Settimana della Cultura d’Impresa, promossa da Confindustria e in collaborazione con Museimpresa, di cui Atm con il suo Archivio Storico è entrata a far parte quest’anno.

Nasce “Krisis”, l’online per una nuova prospettiva su crisi globali

Nasce “Krisis”, l’online per una nuova prospettiva su crisi globaliMilano, 16 nov. (askanews) – È online “Krisis”, una rivista online italiana dedicata all’analisi delle dinamiche politiche globali, con un focus sulle crisi internazionali che “stanno ridefinendo l’ordine mondiale”. Fondata da Elisabetta Burba, giornalista d’inchiesta con un’esperienza ultratrentennale in media italiani e internazionali, nonché docente presso l’Università Statale degli Studi di Milano, Krisis si propone di “offrire un’informazione basata sull’evidenza dei fatti, sui retroterra storici e sui dati oggettivi, libera da pregiudizi e tifoserie. In un’epoca di cambiamenti epocali, la rivista mira a fornire un punto di vista equilibrato e analitico, privilegiando il rigore intellettuale e la pluralità delle opinioni”.


L’obiettivo di Krisis è “informare in modo approfondito e senza schieramenti ideologici. In un mondo sempre più complesso, dove nuovi attori come la Cina e l’alleanza dei BRICS sfidano l’egemonia storica dell’Occidente, Krisis si impegna a presentare una panoramica chiara e documentata delle crisi geopolitiche”. Per sintetizzare la filosofia editoriale di Krisis viene utilizzata una citazione di Albert Camus: “È nostro dovere non stare dalla parte dei carnefici”. Con collaboratori di prestigio, compresi molti italiani residenti all’estero e ben addentro alle dinamiche dei singoli Paesi, Krisis si avvale della “collaborazione di un comitato etico-scientifico composto da figure di spicco nel mondo accademico, diplomatico, giornalistico e religioso (dal giornalista di guerra Fausto Biloslavo all’ambasciatore Lamberto Zannier). Fra le firme della rivista, lo storico dell’America settentrionale Gian Giacomo Migone e lo storico della Cina Guido Samarani, oltre a voci di fama internazionale come l’economista Jeffrey Sachs e il ‘cacciatore di nazisti’ Efraim Zuroff. Grazie a questi esperti con background culturali e professionali diversi, Krisis garantisce una pluralità di prospettive, senza imporre verità assolute”.


La testata si ispira al termine greco che significa tra l’altro “valutazione” e “capacità di giudizio”. Questa scelta di campo è un richiamo alla necessità di una riflessione critica e approfondita. In un mondo sempre più polarizzato, Krisis vuole distinguersi per un’informazione basata sui fatti e su un’analisi rigorosa e indipendente, che rifugga da logiche di parte o semplificazioni ideologiche. In quest’ottica, la rivista si prefigge di essere un punto d’incontro bipartisan che favorisca il dibattito informato e il pensiero critico. Krisis si propone di affrontare le crisi geopolitiche in modo interdisciplinare, approfondendo non solo gli eventi, ma anche i loro contesti storici, sociali ed economici. Grazie al suo approccio olistico, la rivista considera le singole notizie come tessere di un mosaico inteso a rivelare le dinamiche del Grande gioco che ha come posta il nuovo ordine globale. In altre parole, Krisis ambisce a diventare uno strumento per orientarsi in quest’epoca di chiaroscuri, in cui le vecchie certezze vacillano e le nuove realtà faticano a emergere. Perché, come prefigurava Antonio Gramsci, è in queste fasi di transizione che “nascono i mostri”. La rivista è già online su www.krisis.info e presente sui principali social network.

Milano, in mostra a Palazzo Marino Madonna di S.Simone del Barocci

Milano, in mostra a Palazzo Marino Madonna di S.Simone del BarocciMilano, 9 nov. (askanews) – Torna dal 4 dicembre la grande mostra di Natale a Palazzo Marino, l’appuntamento ormai tradizionale con la grande arte italiana e internazionale che ogni anno regala ai milanesi un’esposizione straordinaria, gratuita e allestita in Sala Alessi, il grande e storico salone di rappresentanza del Comune di Milano. Per tutte le feste e fino al 12 gennaio 2025, i milanesi e i sempre più numerosi turisti potranno ammirare un grande capolavoro del Rinascimento italiano ed europeo, “La Madonna con il bambino e i santi Simone e Giuda”, nota come “La Madonna di San Simone”, di Federico Barocci, una grande pala d’altare proveniente dalla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.


Realizzata dal grande pittore urbinate tra il 1566 e il 1567, la pala monumentale (realizzata in olio su tela e su carta, cm 283×190) è stata una dei protagonisti della grande retrospettiva dedicata a Barocci al Palazzo Ducale di Urbino, dal 19 giugno al 6 ottobre scorso, e costituisce uno dei capolavori della Collezione della Galleria Nazionale delle Marche. Federico Fiori detto Barocci (Urbino, 1533 – 1612) è erede diretto del classicismo di Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520) e la sua opera chiude idealmente la grande stagione rinascimentale e, allo stesso tempo, quella altrettanto straordinaria del ducato di Montefeltro, dominata artisticamente da nomi che hanno fatto la storia dell’arte come Piero della Francesca e Donato Bramante.


Definito dal Vasari “giovane di grande aspettazione”, fin da subito Barocci viene presentato come il nuovo Sanzio, tornato a riportare la gloria alla città ducale; ma, mentre Raffaello imbocca giovanissimo la via per Roma, Federico Barocci a trent’anni, dopo importanti soggiorni e commissioni a Roma, compie la scelta, inconsueta all’epoca, di restare nella sua città natale, lontana dai grandi centri culturali. Ciò nonostante, Barocci diviene interlocutore di papi, sovrani e imperatori, anche grazie alla mediazione del suo signore e amico, il duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere. Diventa anche uno dei pittori prediletti da Federico Borromeo, cardinale e arcivescovo di Milano dal 1595, la cui passione per l’arte lo portò a rivolgersi a numerosi artisti stranieri per arricchire la sua collezione, contribuendo a fare di Milano una città inclusiva e aperta all’arte internazionale: ecco perché acquistò all’inizio del Seicento una splendida “Natività” di Barocci, che si può ammirare oggi alla Pinacoteca Ambrosiana. Il percorso artistico di Federico Barocci viene definito, attraverso quasi sei decenni di attività, dalle sue pale d’altare. Per il periodo storico, il numero delle pale realizzate da Barocci è “assolutamente eccezionale”, considerando anche il fatto che esse rappresentano la stragrande maggioranza della sua produzione artistica. Barocci ha in realtà eseguito anche affreschi, opere religiose, alcuni splendidi ritratti e un unico dipinto profano, ma è la trentina di pale d’altare a definire il profilo del suo lavoro.

Un Picasso a Milano: “Sguardi dalla Torre” per PwC Italia

Un Picasso a Milano: “Sguardi dalla Torre” per PwC ItaliaMilano, 31 ott. (askanews) – Torna “Sguardi dalla Torre”, l’iniziativa di PwC Italia dedicata all’arte e alla cultura. Grazie all’avvio di un percorso di collaborazione con la Pinacoteca di Brera,la Torre PwC – Piazza tre Torri, City Life, Milano – apre di nuovo le porte al pubblico ospitando all’ultimo piano un’opera di Pablo Picasso.


L’iniziativa si colloca nell’ambito delle attività del progetto “PwC per la cultura”, attraverso il quale PwC vuole contribuire alla crescita socio-culturale del Paese, creando occasioni di condivisione del patrimonio artistico italiano sia all’interno dell’organizzazione sia all’esterno, verso le comunità territoriali nelle quali opera. PwC in Italia conta oltre 9.000 professionisti, con un’età media di circa 30 anni, che offrono alle imprese servizi fiscali, legali, di revisione e di consulenza e ha intrapreso da tempo un percorso di valorizzazione del patrimonio artistico-culturale del nostro Paese, con l’obiettivo di parlare alle nuove generazioni. La partecipazione a “Sguardi dalla Torre – Picasso” permetterà ai visitatori di immergersi nell’arte abbinando una vista dall’altezza di 130 metri sulla città di Milano, all’interno dell’opera d’arte architettonica disegnata dall’architetto Daniel Libeskind. Un’iniziativa gratuita previa prenotazione al link pwc.com/it/picasso. Accedendo alla piattaforma dedicata, sarà possibile selezionare giorno e fascia oraria nei due weekend del 9-10 novembre e 16-17 novembre 2024 dalle 9.30 alle 19.30.


“La collaborazione fra PwC Italia e un’istituzione come la Pinacoteca di Brera ci onora e conferma il riconoscimento che viene tributato al nostro impegno in campo culturale. Una collaborazione che auspichiamo proseguirà nel tempo, secondo un modello di sostegno che ormai è parte del DNA di PwC Italia. Investire in cultura significa, per noi, partecipare in maniera attiva alla crescita socio-culturale del Paese ed essere coerenti con la nostra visione basata sulla centralità delle persone e sull’importanza di restituire valore alle comunità in cui operiamo, mettendo in campo risorse e competenze che da sempre caratterizzano il nostro lavoro” commenta Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia che aggiunge “Quest’anno l’iniziativa sarà arricchita da un allestimento immersivo al fine di offrire anche a chi ha già avuto modo di partecipare alla prima edizione un’esperienza completamente diversa”. “Sono felice di questa collaborazione con PwC e con il Presidente Andrea Toselli che, con grande lungimiranza, è stato uno dei primi firmatari del Patto per Brera, una sorta di advisory board in cui sono riuniti dieci stakeholder che mi sosterranno nella progettazione delle linee strategiche della Grande Brera. Il Patto per Brera riguarda in modo specifico tutte le attività della Pinacoteca che vanno sotto la sigla “ESG”, e sono convinto che i temi della sostenibilità e dell’inclusione possano incrociare la propensione sociale e culturale delle grandi aziende, quale è PwC. L’esposizione nella Torre di PwC, inoltre, va nella direzione di una maggior valorizzazione del nostro patrimonio, soprattutto come nel caso dell’opera di Picasso che per molti anni non è stata visibile al pubblico. In questo senso, ripariamo un vulnus, di fatto aprendo i nostri depositi ai visitatori” commenta Angelo Crespi Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense.


L’opera di Picasso che sarà esposta nei due weekend di apertura al pubblico è “La loge (Le balcon)”, un elemento della scenografia realizzata nel 1921 da Pablo Picasso per lo spettacolo teatrale “Cuadro Flamenco” proposto dall’impresario Sergej Djagilev, fondatore dei Ballets Russes, la compagnia di danza che agli inizi del Novecento proponeva con successo eventi teatrali che univano il meglio delle avanguardie contemporanee in campo musicale, poetico e artistico. La scenografia realizzata dall’artista spagnolo, uno dei più grandi maestri dell’arte del XX secolo, rappresenta un teatro nel teatro dipinto con palchetti, sipario e quinte. Un’architettura teatrale francesizzante, in stile Secondo Impero, con decorazioni in stucco bianco e oro, cortine rosso porpora e due livelli di palchetti al lato del proscenio che Picasso popola di spettatori. I due balconcini di sinistra ospitano coppie in abiti eleganti, quello di destra due figure femminili. L’opera “La loge (Le balcon)”, acquisita dalla Pinacoteca di Brera nel 1976 ed esposta per soli pochi mesi nel 2015 a valle di un intervento di restauro, è un frammento della scenografia che, per ragioni economiche, Djagilev stesso nel 1926 fa tagliare, per isolare e rivendere i dettagli figurativi più significativi, ciascuno con la firma autentica di Picasso.

Progetto di riqualificazione ex Scuderie Milano, area da 16mila metri q.

Progetto di riqualificazione ex Scuderie Milano, area da 16mila metri q.Milano, 20 ott. (askanews) – De Montel – Terme Milano è uno dei più importanti interventi di riqualificazione conservativa della città, e regalerà tra pochi mesi a Milano il più grande parco termale naturale urbano. Le Scuderie riapriranno al pubblico con più di 16mila metri quadri di struttura, di cui di 6mila al coperto e 10mila tra corte e aree verdi attrezzate, interamente dedicati al relax e al benessere. Progettate negli anni ’20 dal famoso architetto Vietti Violi per volontà della nobile famiglia di banchieri de Montel e costruite in soli tre anni, erano uno dei gioielli Liberty della città, uno degli emblemi di San Siro all’epoca dominato del grande ippodromo e tra le più rinomate scuderie d’Italia nelle quali risiedevano purosangue come Macherio, Ortello e Orsenigo e i reggimenti della Regia Cavalleria. Non lontano, di fronte, sarà costruito poi il noto stadio calcistico. Uno stile architettonico non esente da suggestioni eclettiche, che ha visto anche la probabile partecipazione del Portaluppi. Caratterizzata da un profilo austero, augusto, nobile come si conviene a un luogo che ospitava i migliori purosangue dell’epoca, troneggiavano sui prati col prospetto principale elevato nella vela con il grande orologio centrale. A partire dal Secondo dopoguerra vissero un inesorabile declino fino al totale abbandono e degrado negli anni ’70 e divennero preda di una folta vegetazione, un fantasma svuotato di contenuto e dilaniato dal disordine. Dopo 50 anni, sarà dunque riportato alla luce, con una nuova destinazione aperta a tutti i cittadini, un capolavoro architettonico pressoché sconosciuto. L’idea di riconvertire l’area, di restaurarne gli edifici e di creare un polo termale era nata oltre dieci anni fa, nel 2007, quando venne ripristinata la storica sorgente di acqua termale a 396 metri di profondità e si iniziò a immaginare un futuro balneoterapeutico. La svolta e il conseguente nuovo destino della struttura si concretizzano grazie all’idea del Comune di Milano di inserire le scuderie De Montel nella prima edizione di “Reinventing cities”, bando internazionale lanciato nel 2017 insieme alla rete di metropoli green C40, che unisce le 100 città influenti a livello globale impegnate a combattere il cambiamento climatico per la trasformazione e la rigenerazione urbana di siti inutilizzati e in stato di degrado, che ha premiato la proposta di riqualificazione e di riconversione delle scuderie De Montel. Il recupero del complesso e di rifunzionalizzazione di tutta l’area, progettato da un team di aziende coordinato dallo Studio Marzorati e da J+S, è stato reso possibile grazie all’investimento del fondo


Infrastrutture per la Crescita – ESG (IPC) di Azimut Libera Impresa SGR (Gruppo Azimut) – con un impegno di oltre 50 milioni di euro – in partnership con il gruppo Terme & SPA Italia, che riunisce alcuni dei più importanti siti termali e SPA su tutto il territorio nazionale, tra cui Terme di Saturnia, tempio di relax e benessere immerso nella maremma toscana. La nuova destinazione a Terme degli spazi interni è inserita nella cornice di un meticoloso restauro filologico, svolto sotto il controllo costante della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio che ha restituito la splendida immagine integrale della struttura lavorando con le tecniche più avanzate di restauro. L’obiettivo è quello di contribuire attivamente allo sviluppo sostenibile della zona, arricchendo il tessuto sociale ed economico circostante. Ogni azione progettata è stata pensata per generare un impatto positivo e duraturo che promuova la crescita collettiva e il benessere della città. Un principio che guida tutte le iniziative, presenti e future, assicurando un’evoluzione in totale armonia con le esigenze della comunità e con la vocazione del territorio stesso. Green, a basse emissioni di C02 e ad alta efficienza energetica.

A Milano l’artista cinese Wang Yigang e i suoi colori

A Milano l’artista cinese Wang Yigang e i suoi coloriMilano, 15 ott. (askanews) – Torna in Italia l’artista cinese Wang Yigang. Lattuada Gallery presentea la sua mostra personale “The Praise of Color”, in programma dal 24 ottobre al 24 novembre 2024, nella sede di Via Senato 15. Wang Yigang, tra i più noti artisti contemporanei cinesi, ha costruito una carriera internazionale, con mostre in gallerie e musei a Parigi, New York, Berlino, Singapore e Pechino.


“The Praise of Color” segna un’altra tappa del suo percorso artistico, presentando una selezione accurata di opere che documentano la continua evoluzione del suo linguaggio pittorico negli ultimi dieci anni. Il suo lavoro, sviluppato nel suo studio nella provincia di Liaoning, riflette una ricerca che va oltre le barriere geografiche e culturali. In un contesto isolato, Wang esplora una pittura che fonde la tradizione cinese con influenze occidentali, trovando un equilibrio tra astrazione e materia. La mostra mette in risalto il ruolo centrale del colore, caratterizzato da tonalità vivaci che superano i limiti fisici della tela. “Come finestre che collegano il dentro e il fuori di ognuno di noi, le opere di Wang Yigang possono finalmente essere percepite lungo lo sviluppo del tempo, ora singolarmente, ora collegate in successione, come un inarrestabile caleidoscopio degli stati emotivi”, ha scritto lo storico dell’arte Andrea Del Guercio. Le opere esposte rivelano il metodo dell’artista, che sovrappone strati di pigmento per creare composizioni complesse e dinamiche. Questo processo riflette la continua trasformazione del lavoro, con distruzioni e ricostruzioni che danno vita a opere in costante evoluzione. Oltre a esplorare la gestualità e la materia, Wang affronta temi universali, proponendo una riflessione sui dialoghi tra Oriente e Occidente, tra tradizione e modernità.


Spiegano Flavio e Leonardo Lattuada, curatori della mostra: “The Praise of Color offre un’opportunità unica per entrare in contatto diretto con il lavoro di un artista che continua a ridefinire i parametri dell’arte contemporanea, invitando lo spettatore a un viaggio sensoriale che va oltre la superficie della tela, aprendo nuove prospettive sull’uso del colore e della materia”.

Sul Lago di Como Plinio, Ortelio e il Rinascimento geografico

Sul Lago di Como Plinio, Ortelio e il Rinascimento geograficoMilano, 4 ott. (askanews) – In occasione delle celebrazioni del bimillenario pliniano, il Museo del Paesaggio del Lago di Como, in località Tremezzo, presenta dal 5 ottobre al 3 novembre la mostra “Un Nuovo Orizzonte: Plinio, Ortelio e il Rinascimento geografico”, a cura di Massimiliano Mondelli e Francesco Trippini.


Organizzata dal Comune di Tremezzina, da Accademia Pliniana e dall’Associazione Roberto Almagià e patrocinata dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio, l’esposizione affronta, attraverso la produzione del cartografo e geografo fiammingo Abramo Ortelio (Abraham Ortel, Anversa 1527-1598), il debito contratto dalle nuove conoscenze geografiche del Rinascimento con la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Plinio, con i 37 libri del suo trattato, aveva creato nel I Sec d. C. un’enciclopedia universale capace di influenzare profondamente persino intellettuali del XIV, XV e XVI secolo. Fra questi, Petrarca, Boccaccio e, più tardi, Ortelio stesso, che cercò di riannodare il dialogo tra antichi e moderni, innovando gli studi geografici attraverso una quanto più approfondita consapevolezza storica.


Ortelio, ricordato per aver creato il primo atlante moderno della storia, Theatrum Orbis Terrarum (1570), e il primo atlante storico, Parergon (1579), si nutrì costantemente della lezione pliniana, e nelle sue opere si riscontra la stessa visione universalistica ed ecumenica che aveva caratterizzato Plinio. Forte è l’approccio umanistico-rinascimentale, in cui la conoscenza del passato è fondamentale per comprendere il presente e immaginare il futuro, e la geografia non è solo rappresentazione accurata del mondo, ma strumento per comprendere la storia e il destino dell’umanità, espressione di un ideale di armonia universale, nonché esortazione a regnanti e politici a perseguire la pace.


La prefazione del Theatrum Orbis Terrarum contiene un concetto chiave che evidenzia questa visione: la geografia è definita “oculus historiae”, cioè l’occhio della storia, un’espressione che sottolinea l’indissolubile legame tra queste due discipline nel pensiero rinascimentale. La storia e la geografia, secondo Ortelio, sono dunque strumenti fondamentali per comprendere il passato e costruire il futuro. Il Parergon, immaginato inizialmente come compendio dell’opera principale, offriva uno sguardo più dettagliato sulla geografia dell’antichità, rafforzando ulteriormente questo legame. Esposte al Museo del Paesaggio del Lago di Como 25 straordinarie carte originali mai esposte del Paregron più 2 del Theatrum realizzate da Ortelio per restituire un orizzonte geografico del mondo antico il più preciso possibile, oltre ad alcune grandi tempere di Antonio Coppola presentate nell’aprile del 1893 a Napoli per l’esposizione “Pompei vivente. Pompei di diciotto secoli fa, Pompei attuale” in occasione della visita di Umberto I e Margherita di Savoia.


Le carte del Parergon in mostra svelano al pubblico il mondo antico conosciuto da Plinio, mentre le vedute di Coppola rievocano le atmosfere del I Sec. d. C., raffigurando scorci di Pompei prima e dopo l’eruzione del 79 d.C., evento nel quale trovò la morte proprio Plinio il Vecchio. Completano la mostra 5 ritratti a stampa di Plinio il Vecchio del XV, XVI, XVII e XVIII secolo a evocare il costante dialogo fra antichi e moderni, base per le scoperte storiche e geografiche del nuovo mondo rinascimentale. Come per la Naturalis Historia, la logica dell’esposizione procede dal generale al particolare, mostrando prima la rappresentazione geografica del mondo antico e moderno ricostruita da Ortelio – a partire dalla mappa ovale colorata a mano del mondo così come era conosciuto allora che include anche la “Terra Australis nondum cognita”, un ipotetico continente che si credeva esistesse nell’emisfero meridionale – per poi illustrare sempre più nel dettaglio le zone di interesse pliniano studiate da Ortelio (Italia, Belgio, Spagna, Francia, ecc.) sino alla raffigurazione dell’ambiente urbano conosciuto da Plinio. In particolare, tra le carte esposte in mostra, oltre a quelle dedicate alle conquiste di Alessandro Magno, dell’Impero Romano, dei territori di cui Plinio fu governatore, si trova la carta Larii Lacus Vulgo Comensis Descriptio Auct. Paulo Jovio, una carta del Lago di Como basata sulla rappresentazione originale con dovizia di particolari di Paolo Giovio, pubblicata postuma nel 1559. Questa scelta espositiva non è casuale, ma legata alla figura di Plinio il Vecchio e del nipote Plinio il Giovane, entrambi profondamente legati al territorio del Lario. I Plinii, entrambi Comensi, elogiavano infatti il lago di Como come luogo di grande fascino, un sentimento condiviso anche da Ortelio, che riprende le connessioni pliniane nella sua opera. La carta geografica ne presenta numerosi riferimenti diretti, confermando l’influenza culturale che i Plinii esercitarono anche in epoca rinascimentale.

A Pavia magistrati amministrativi italiani tedeschi e francesi a consulto

A Pavia magistrati amministrativi italiani tedeschi e francesi a consultoPavia, 28 set. (askanews) – Giustizia amministrativa e protezione della fauna nella prospettiva europea. Su tale tematica l’AGATIF, Associazione dei Giudici Amministrativi Tedeschi, Italiani e Francesi, ha incentrato i lavori dell’annuale Convegno, tenutosi per la prima volta a Pavia nella sede storica dell’Università.


I relatori, di primo ordine, esponenti istituzionali, Consiglieri di Stato, magistrati amministrativi e tecnici del settore, con un ricco programma di interventi, hanno dibattuto le questioni più attuali attinenti alla protezione degli animali, anche in relazione alla convivenza con l’uomo. La prestigiosa Aula Foscolo e il patrimonio storico e culturale dei Collegi di merito hanno hanno fatto e fanno da cornice, questo fine settimana, al qualificato momento pavese dei massimi esponenti della Giustizia Amministrativa italiana, francese e tedesca. Il Convegno e i momenti di incontro, con la collaborazione della Prefettura e delle Istituzioni locali, sono stati non solo teatro di interscambio di taglio scientifico e giuridico tra i magistrati, ma occasione per favorire e promuovere la conoscenza dell’arte e della cultura di Pavia e del suo territorio. A corollario del Convegno e alla presenza delle massime autorità dello Stato, quali il Vicepresidente del Senato della Repubblica Centinaio, e gli onorevoli Tremonti, Chiesa e Cattaneo, delle autorità locali, quali il Sindaco di Pavia, il Presidente della Provincia e l’Assessore Regionale Lucchini e dei rappresentanti del mondo culturale ed accademico pavese, gli ospiti hanno potuto assistere nel Cortile d’Onore di Palazzo Malaspina, sede della Prefettura, ad un concerto della Fanfara del 3° Reggimento Carabinieri “Lombardia”, in loro onore.


Ampio e variegato il repertorio, che ha spaziato dall’opera, a brani più moderni, cui è seguito un momento di incontro e relazioni istituzionali in Prefettura. Nel suo saluto agli ospiti il Prefetto di Pavia Francesca de Carlini ha sottolineato insieme l’importanza e il valore storico e culturale che caratterizzano ininterrottamente Pavia dalla sua fondazione per mano longobarda oltre millecinquecento anni fa quale nuova capitale del regno, fino ai giorni nostri grazie soprattutto all’Università e ai suoi diciasette collegi “vera anima portante della città”. Con in particolare i suoi cinque di merito ad essere rimasti fra la forme ancora ben funzionanti di possibile ascensore sociale. Ricco e diversificato anche il programma culturale offerto agli ospiti, italiani e stranieri, finalizzato a conoscere il territorio, con la visita della celeberrima Certosa di Pavia e dei luoghi più emblematici della città di Pavia quali il Castello Visconteo, le Basiliche longobarde di San Pietro in Ciel d’Oro, San Michele e San Teodoro, l’Almo Collegio Borromeo, il Collegio Fratelli Cairoli e il Collegio Ghislieri.