Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Buchmesse, il cammino dell’Italia passa dal Salone di Torino

Buchmesse, il cammino dell’Italia passa dal Salone di TorinoMilano, 26 mar. (askanews) – Il Salone Internazionale del Libro di Torino rappresenta una tappa importante nel cammino dell’Italia Ospite d’Onore verso la 76esima edizione della Frankfurter Buchmesse. Quest’anno, infatti, il tedesco sarà protagonista al Lingotto Fiere in qualità di Lingua Ospite 2024. La centralità della produzione libraria dei Paesi DACH (Germania, Austria e Svizzera) in questa 36ma edizione, con un coinvolgimento diretto della Buchmesse, rinsalda il legame storico tra Torino e Francoforte. Il 1988, anno della nascita del Salone Internazionale del Libro di Torino, viene ricordato anche per l’ultima edizione della Buchmesse di Francoforte dedicata alla produzione culturale italiana. Trentasei anni dopo, il ruolo dell’Ospite d’Onore inaugurato a Francoforte proprio in quella 40ma edizione torna all’Italia.


Un appuntamento lungamente atteso e su cui stanno collaborando attivamente e proficuamente, sotto il coordinamento del Commissario Straordinario del Governo Mauro Mazza, il Ministero della Cultura con il Centro per il libro e la lettura, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Ambasciata d’Italia a Berlino, ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e l’AIE – Associazione Italiana Editori. Il prossimo 28 maggio, nel corso di una conferenza stampa presso la Literaturhaus Frankfurt di Francoforte, verrà presentato il programma editoriale della partecipazione italiana curato da AIE e il padiglione progettato per l’occasione dall’architetto Stefano Boeri. La presenza di Italia Ospite d’Onore 2024 al Salone Internazionale del Libro di Torino, dunque, segna il tratto finale di avvicinamento alla presentazione del “palinsesto” italiano alla Buchmesse. A Torino, grazie all’ospitalità della direttrice Annalena Benini, Italia Ospite d’Onore 2024 celebrerà il motto “Radici nel futuro” scelto in vista di ottobre. Lo farà in un panel dal titolo “1988-2024, l’Italia a Francoforte: radici e futuro” con il Commissario Straordinario del Governo Mauro Mazza e l’ex Capo del dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri Stefano Rolando, suo omologo nel 1988. Un dialogo sui cambiamenti avvenuti nel mondo del libro italiano in questi ultimi 36 anni e grazie al quale approfondire l’anno che vide sia la nascita del Salone Internazionale del Libro di Torino, sia l’Italia per la prima volta protagonista alla Buchmesse.


L’evento si terrà giovedì 9 maggio, a partire dalle 15 e 15 presso la Sala Blu.

Aste Bolaffi, in arrivo grande vendita di manifesti pubblicitari

Aste Bolaffi, in arrivo grande vendita di manifesti pubblicitariMilano, 26 mar. (askanews) – Una tra le aste di manifesti pubblicitari italiani tra le più importanti in Europa. Aste Bolaffi, pioniera nel nostro Paese per questo tipo di opere, ha annunciato la vendita per martedì 16 aprile, nella storica Sala Bolaffi a Torino, e mercoledì 17 aprile in modalità internet live su astebolaffi.it.


Il catalogo include 630 lotti provenienti da prestigiosi conferimenti privati, che hanno contribuito alla composizione di un percorso unico. Alcuni estremamente rari e per la prima volta sul mercato dopo decenni, portano la firma dei più celebri cartellonisti italiani e stranieri del XX secolo: Marcello Dudovich, Leonetto Cappiello, Giovanni Maria Mataloni, Leopoldo Metlicovitz, Gino Boccasile, Ludwig Hohlwein e Émil Cardinaux. I manifesti potranno essere ammirati da giovedì 11 a mercoledì 17 aprile in Sala Bolaffi (via Cavour 17), che verrà allestita per l’occasione con una significativa selezione di pezzi dal grande prestigio internazionale.


Durante la prima sessione d’asta (lotti 1-170) saranno battuti 170 poster, tra cui i top lot dell’intera vendita e in generale pezzi dalle grandi rarità o scenograficità, mentre nella seconda sessione (lotti 171-630) esemplari dall’appeal contemporaneo in grado di soddisfare anche chi muove i primi passi in questo importante, ma ancora giovane, mercato. Portano la firma di Marcello Dudovich alcuni tra i principali top lot: il manifesto realizzato dal cartellonista triestino per il Cablé Confort Michelin reintepretando un suo topos già usato per Pirelli e Dunlop, con protagonista il celebre Bibendum – mascotte dell’azienda francese produttrice di pneumatici – che intraprende un viaggio in Italia adagiato all’interno di un copertone (lotto 46, stima 10mila-15mila euro); il cartellone realizzato nel 1908 per la Società Torinese Automobili Elettrici, tra le affiche più ricercate del maestro, di cui si conoscono pochissimi esemplari appartenenti a collezioni private molto note o museali (lotto 107, stima 12mila-16mila euro). Questa pubblicità dimostra che il tema della mobilità elettrica, oggi popolare grazie alla Tesla di Elon Musk, affonda in realtà le sue radici oltre un secolo fa.


Dudovich, accompagnato da Leonetto Cappiello e da Leopoldo Metlicovitz, sarà anche protagonista della sezione dedicata alla moda, che vanta un nutrito nucleo di manifesti dei celebri, ormai scomparsi, Magazzini Mele di Napoli. Numerosi gli esemplari di grandi rilevanza e rarità collezionistica commissionati tra Ottocento e Novecento dai fratelli Emiddio e Alfonso Mele, fondatori nel 1889 della celebre azienda. Cappiello è in catalogo anche con alcuni dei suoi più importanti manifesti realizzati nel 1921 per Campari, sia per il Bitter sia per il Cordial, le due bevande di punta dell’azienda milanese. Il top lot è un pagliaccio vestito di giallo che tracanna una bottiglia di Cordial, tra i soggetti più malinconici del maestro livornese (lotto 26, stima 8mila-10mila euro).


Impreziosisce la proposta una ricca sezione dedicata all’editoria, tra cui spiccano uno dei primi manifesti realizzati da Giovanni Maria Mataloni per Caffaro, il primo giornale di Genova (lotto 132, stima 3mila-4mila euro), e l’unico soggetto noto commissionato a Leopoldo Metlicovitz dall’azienda Ricordi di Milano, per L’Ora, il quotidiano palermitano fondato da Ignazio Florio (lotto 145, stima 4mila-6mila euro). In catalogo anche un manifesto realizzato nel 1895 da Mataloni per pubblicizzare una lampada a incandescenza, soggetto raro e ricercato per le sue eleganza e raffinatezza, nonché per il virtuosismo con cui l’autore ha rappresentato le istanze artistiche dell’Art Nouveau, usando modelli inglesi e francesi per creare un’immagine diventata ormai iconica (lotto 43, stima 3mila-5mila euro). Non mancano, infine, i manifesti dedicati al turismo e alle compagnie aeree, ferroviarie e di navigazione, tra cui il celebre Abbazia di Walter Molino, che pubblicizza con gusto Déco la blasonata località turistica croata, all’epoca annessa al Regno d’Italia dopo la Seconda guerra mondiale (lotto 91, stima 3mila-5mila euro) e uno dei due soggetti commissionati a Henry George Gawthorn per la località scozzese di St. Andrews, la Mecca per gli appassionati di golf di tutto il mondo (lotto 93, stima 8mila-10mila euro). Filippo Bolaffi, amministratore delegato di Aste Bolaffi, commenta: «Questi lavori su carta, vere e proprie opere d’arte nate come multipli per l’affissione a scopo pubblicitario, con il tempo hanno fatto il loro naturale decorso e oggi sopravvivono in pochissimi esemplari, spesso molto più rari di coevi dipinti che invece, per la loro natura intrinseca, sono stati sempre “conservati”. Nonostante questo segmento del collezionismo sia già emerso da anni nel mondo anglosassone, il rapporto prezzo-rarità per i poster è infinitamente ancora a favore del collezionista, con valori decisamente abbordabili. Oggi è ancora possibile acquistare importanti manifesti che testimoniano graficamente momenti cruciali della storia della società del Novecento». Aste Bolaffi è la società del Gruppo Bolaffi che dal 1990 allestisce vendite all’asta di oggetti da collezione (francobolli, monete, gioielli, orologi, vini pregiati e distillati, manifesti, arredi e dipinti antichi, opere d’arte moderna e contemporanea, oggetti di design, auto e moto, libri rari e autografi, memorabilia sportivi e cinematografici, vintage fashion).

Dave Holland, Fresu e altri big a Torino Jazz Festival, dal 20 aprile

Dave Holland, Fresu e altri big a Torino Jazz Festival, dal 20 aprileRoma, 9 mar. (askanews) – Dal 20 al 30 aprile riparte il Torino Jazz Festival, giunto alla dodicesima edizione: in programma nuove produzioni ed esclusive, dai musicisti emergenti alle grandi figure della scena mondiale, tra i quali Dave Holland, Christian McBride, Gonzalo Rubalcaba, John Zorn e Roscoe Mitchell, Paolo Fresu, Fatoumata Diawara, Mats Gustafsson, Steve Lehman, Marta Warelis, Sakina Abdou, Alexander Hawkins, Matthew Wright, Roberto Gatto, Francesco Bearzatti e tanti altri.


Il Torino Jazz Festival 2024 celebra inoltre Duke Ellington, a 50 anni dalla scomparsa (24 maggio 1974), e il ritorno in città di John Zorn dopo molti anni di assenza. Il programma abbraccia quest’anno anche la celebrazione della Festa della Liberazione, il 25 aprile, con uno speciale concerto della cantante maliana Fatoumata Diawara, e come sempre non manca di omaggiare il 30 aprile, “Giornata Internazionale del Jazz” Unesco, con eventi speciali. “Un festival oltre le categorie, come direbbe Ellington – sottolinea il direttore artistico Stefano Zenni – , ma anche oltre i confini (non solo geografici), dove le persone si ritrovano nel nome di una musica – il jazz – nata per celebrare una comunità libera”.


“Il Torino Jazz Festival – afferma il sindaco di Torino Stefano Lo Russo – ha registrato in questi anni un crescente successo confermandosi come una tra le più riuscite iniziative culturali della città. Un’attenzione particolare va ai più giovani, con eventi speciali e biglietti al prezzo simbolico di 1 euro per invitarli a scoprire la magia della musica dal vivo, e un grande concerto per celebrare la Festa della Liberazione”, ha annunciato, con i biglietti al costo simbolico di un euro riservati agli under 14. Ad aprire i concerti del “main”, lunedì 22 aprile, al Teatro Alfieri (ore 21), Dave Holland con Kevin Eubanks e Eric Harland. Gruppo perfetto, con maestri indiscussi del proprio strumento.


Martedì 23 aprile, al Teatro Colosseo (ore 21), Christian McBride, 8 volte vincitore di Grammy, contrabbassista, compositore e bandleader, che da qualche anno è anche il direttore artistico dello storico Newport Jazz Festival. Mercoledì 24 aprile, Gonzalo Rubalcaba Trio. (Teatro Colosseo, ore 21), ino dei pianisti jazz più celebrati al mondo.


Giovedì 25 aprile In mattinata alle 11.30, al Teatro Vittoria, la pianista Marta Warelis; alle 18, a Hiroshima Mon Amour, Sélébéyone, gruppo in cui spicca la figura di Steve Lehman. Alle 21, al Teatro Regio, nell’ambito del calendario delle celebrazioni istituzionali per l’anno 2024, promosse dalla Città di Torino, dal Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, con Fondazione Polo del ‘900 e Fondazione per la Cultura Torino, il festival si unirà alle celebrazioni con il concerto della cantante Fatoumata Diawara, in uno spettacolo idealmente dedicato alla gioventù resistente e in particolar modo a Dante di Nanni, a ottant’anni dalla morte. Il concerto è a ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria dal 17 aprile (ore 10) sul sito www.torinojazzfestival.it Venerdì 26 aprile, doppio appuntamento, alle 18, al Piccolo Regio, produzione originale, Alexander Hawkins/Matthew Wright con “Suite Duke”. Sabato 27 aprile, alle 11.30 e alle 16, a Casa Teatro Ragazzi e Giovani, Sakina Abdou, flautista e sassofonista francese. Alle 18, al CAP 10100, Down Bit Duke, “Omaggio Fantascientifico a Duke Ellington”, con un trio guidato da Francesco Bearzatti, uno dei musicisti più creativi del jazz italiano ed europeo. Alle 21, al Teatro Monterosa, Roberto Gatto, omaggia la musica di Tony Williams. Doppio appuntamento con due maestri assoluti dell’improvvisazione, domenica 28 aprile. Alle 18, in Sala 500, Lingotto, in anteprima il duo Roscoe Mitchell/Michele Rabbia. Alle 21, all’Auditorium Giovanni Agnelli, Lingotto, una coproduzione con Jazz is Dead in esclusiva TJF, John Zorn- New Masada Quartet. Lunedì 29 aprile, alle 21, al Teatro Colosseo, in collaborazione con Associazione Carlo U. Rossi, il Premio Carlo U. Rossi, ospite del TJF. Presentati da Rocco Papaleo partecipano Caparezza, Nina Zilli, Meg, Blue Supernova, Negrita, il Quartetto di Emanuele Cisi e altri prestigiosi ospiti a sorpresa. Alle 22, al Bunker, The End featuring Mats Gustafsson. Il Festival termina con un doppio appuntamento: alle 18, a Casa Teatro Ragazzi e Giovani, Eric Mingus & Silvia Bolognesi. Gil Scott-Heron, scrittore, musicista, compositore ed attivista afroamericano, è l’ispirazione che muove il progetto della formazione “Is that Jazz?”. Alle 21, all’Auditorium Giovanni Agnelli, produzione originale del festival, Paolo Fresu Quintet con Torino Jazz Orchestra e la direzione e gli arrangiamenti di Paolo Silvestri “Repens”.

Teatro Stabile di Torino: un 2023 con numeri in forte crescita

Teatro Stabile di Torino: un 2023 con numeri in forte crescitaMilano, 31 dic. (askanews) – Il 2023 è stato un anno di soddisfazioni per il Teatro Stabile di Torino: ai riconoscimenti artistici sono corrisposte ottime prestazioni sul fronte della produttività, della partecipazione del pubblico e dei ricavi. La progressione – spiegano dal teatro – è ancor più significativa considerando che non solo si conferma il trend positivo registrato nel 2022, ma riporta dati che in molti casi superano quelli del 2019, registrando risultati mai raggiunti nella sua storia per alzate di sipario, recite prodotte e coprodotte, ricavi delle vendite e delle prestazioni, presenze complessive e incassi al botteghino, premi della critica.

Inoltre, nel 2023 lo Stabile ha impresso una forte accelerazione verso la transizione ecologica e la sostenibilità energetica, grazie all’esecuzione di ingenti lavori impiantistici finanziati attraverso il PNRR che hanno portato all’installazione di pannelli fotovoltaici al Teatro Carignano, al Teatro Gobetti e alle Fonderie Limone, integrati a nuove unità UTA e a pompe di calore di ultima generazione, che garantiranno una sensibile riduzione dell’impronta di carbonio e dei consumi energetici, come testimonia il recente ottenimento della certificazione UNI ISO 20121 per la gestione sostenibile degli eventi. “Ho assunto questo nuovo incarico al termine di un anno che si chiude con ottimi risultati – ha dichiarato il presidente Alessandro Bianchi – ed è naturale, quindi, che il primo grazie sia rivolto a chi mi ha preceduto. Lo Stabile di Torino oggi è uno dei motori principali della vita culturale della Città e della Regione e tra gli obiettivi del mio mandato vi è l’ampliamento della rete di collaborazioni con le altre istituzioni, il consolidamento della vocazione multidisciplinare, l’intensificazione del dialogo con i portatori di interesse, a partire dal pubblico. Parallelamente, i traguardi raggiunti nel 2023 non possono che spingerci a far emergere ancora di più le peculiarità culturali e l’identità artistica dello Stabile, enfatizzando le molteplici funzioni che oggi delineano il codice genetico del nostro Teatro: dal palcoscenico alla formazione, dall’archivio storico all’impatto sociale”.

Arte e imprese, relazione sempre più stretta “per pensare meglio”

Arte e imprese, relazione sempre più stretta “per pensare meglio”Torino, 28 dic. (askanews) – La relazione tra le imprese e la cultura è sempre più stretta e lo si vede dal proliferare di iniziative private dedicate alle varie arti in tutta Italia, dalle grandi banche che promuovono musei e mostre alle aziende che commissionano opere, ai premi delle fondazioni. Il Giornale dell’Arte, storica testata culturale, ha dedicato a questo tema un nuovo inserto, Arte e imprese.

“Ci sono imprese – ha detto ad askanews l’amministratore delegato della società editrice Allemandi, che dal 1983 pubblica la rivista – che sempre di più utilizzano l’arte per pensare meglio, la introducono nei propri processi produttivi, la introducono come elemento di welfare per le proprie famiglie, per le proprie comunità e comprendono che l’arte può aiutare a riflettere meglio in modo più laterale i problemi che tutti i giorni affrontiamo nelle nostre aziende e possono essere migliori. Più nello specifico, Arte e imprese affronta la relazione tra l’impresa e la cultura con un duplice approccio: “Abbiamo raccolto voci istituzionali che da anni fanno ricerca in questo ambito – ha aggiunto Cerutti – e dall’altra parte le abbiamo messe in relazione con una dinamica più narrativa affidata al nostro collaboratore Nicola Zanella, che ha raccontato con registro più narrativo, esempi virtuosi di investimenti di capitali privati, di imprese in cultura. Da una parte un binario scientifico quantitativo, andremo a fare analisi quantitative dei bilanci e degli investimenti di imprese private in cultura, e dall’altra parte un binario qualitativo dove andremo a raccontare storie piccole, molto piccole anche, oppure grandi, che sono storie virtuose di come l’impresa privata, attraverso la cultura e grazie alla cultura, può portare un quid per le comunità in cui questa si esprime”.

Proprio questo sembra essere il punto centrale, la relazione con i territori e con il pubblico locale, cui si guarda anche come forma di “restituzione” di valore: anche questo è uno dei temi centrali nell’ottica di potenziare la responsabilità sociale, a tutto tondo, delle imprese.

OGR Torino, partnership con TBA21-Academy per mostra Ocean Space

OGR Torino, partnership con TBA21-Academy per mostra Ocean SpaceMilano, 15 dic. (askanews) – Le OGR Torino hanno annunciato una nuova partnership con TBA21-Academy per la mostra Re-Stor(y)ing Oceania, a cura dell’artista Taloi Havini, che verrà inaugurata negli spazi di Ocean Space a Venezia nella primavera del 2024, in concomitanza con la 60esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.

Il progetto espositivo – commissionato da TBA21-Academy e Artspace, Sydney e prodotto in collaborazione con le OGR Torino – comprende due nuove installazioni site-specific commissionate alle artiste indigene del Pacifico Latai Taumoepeau ed Elisapeta Hinemoa Heta e sarà visibile dal 23 marzo al 13 ottobre 2024. Hub per la cultura e l’innovazione le OGR Torino hanno nel proprio DNA il dialogo e vedono nella collaborazione con altre istituzioni artistiche la possibilità di costruire ponti, sviluppare idee inedite e creare un ecosistema capace di potenziare e far crescere il capitale culturale, sociale ed economico.

Con questa vocazione, dopo CAROUSEL di Pablo Bronstein nel 2019 e ALLUVIUM di Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian nel 2022, le OGR Torino scelgono di tornare a Venezia e di partecipare alla produzione di una nuova mostra con TBA21-Academy e Artspace, Sydney, segnando così una nuova tappa nella loro storia di relazioni e collaborazioni, continuando a sostenere la ricerca degli artisti e confermandosi come luogo di sperimentazione e rinnovamento, radicato nel suo territorio torinese ma altrettanto aperto al mondo. Curato dall’artista Taloi Havini il progetto espositivo di Re-Stor(y)ing Oceania accosta performance, scultura, poesia e movimento attraverso una visione curatoriale guidata da un metodo ancestrale di chiamata e risposta che l’artista impiega come mezzo per ricercare solidarietà e affinità in tempi di incertezza, in cui vere e proprie minacce alla vita ci impongono di rallentare i ritmi, opporsi all’estrazione e avere riverenza per la vita degli Oceani.

Torino, duemila spettatori per prima edizione festival Radici

Torino, duemila spettatori per prima edizione festival RadiciMilano, 6 nov. (askanews) – Radici, il festival torinese dell’identità (coltivata, negata, ritrovata) archivia la sua prima edizione con successo di pubblico, conversazioni e discussioni. Il progetto, promosso dalla Fondazione Circolo dei lettori con il contributo della Regione Piemonte – Assessorato Regionale all’Emigrazione e curato dallo scrittore Giuseppe Culicchia, ha accolto un pubblico di duemila persone nel corso di 23 appuntamenti tra le sale di Palazzo Graneri della Roccia e il Cinema Centrale, affollato alla mezzanotte da mercoledì a sabato da studenti e cinefili per le proiezioni di alcuni film iconici per i temi del festival: L’Odio di Mathieu Kassovitz, Il Sorpasso di Dino Risi, Good Bye, Lenin! di Wolfgang Becker, Gatto nero, gatto bianco di Emir Kusturica.

Dal 1 novembre a oggi, gli artisti di Radici si sono interrogati su una nessuna e centomila identità: l’identità individuale e l’identità dei popoli, l’identità di una comunità e quella di una nazione; l’identità come idea che un individuo ha di sé a partire da quelle caratteristiche che dovrebbero renderlo inconfondibile ma che il consumismo ha omologato in modelli culturali, come denunciò per primo Pier Paolo Pasolini. Tante le protagoniste e i protagonisti di questa prima edizione del festival di Giuseppe Culicchia, a cominciare da Bret Easton Ellis, a Torino in occasione del suo ritorno al romanzo Le Schegge, uscito per Einaudi e tradotto dal curatore di Radici. Si sono poi susseguiti nella Sala Grande del Circolo dei lettori Emir Kusturica, Ingo Schulze, Stefania Rocca, Maria Grazia Calandrone, Enzo Bianchi, Giordano Bruno Guerri, Ilide Carmignani, Ruth Dureghello, Paolo Nori, Paolo Di Paolo, Marcello Veneziani, Farian Sabahi, Franco Cardini, Roberto Alajmo, Javier Chiabrando, Paola Agosti e i racconti dei piemontesi d’Argentina tra i quali Hernan Trossero, Alejandra Gaida e Laura Moro a rappresentare la FAPA – Federazione delle Associazioni Piemontesi d’Argentina. “Radici ha visto una partecipazione da parte del pubblico che è andata al di là delle più rosee aspettative, e credo che questo dipenda dal fatto che il tema del festival ha incontrato l’interesse di tantissime persone, disposte ad ascoltare voci assai diverse tra loro: una cosa assolutamente non scontata in questo nostro presente in cui rispetto al dialogo e all’ascolto troppe volte prevale un atteggiamento di chiusura totale nei confronti delle idee altrui e di scontro” commenta Giuseppe Culicchia, curatore di Radici. “Un nuovo festival e un altro grande successo. Il pubblico del Circolo dei lettori ha risposto con entusiasmo alle sollecitudini di Radici, il festival dedicato all’identità. L’ennesima riprova che le idee non hanno confini e che quando sono ‘buone’ idee fioriscono e danno ‘buoni’ frutti” dichiara Giulio Biino, presidente Fondazione Circolo dei lettori.

“Radici è stata una grande esperienza di incontro, approfondimento, scoperta; è stata, prima di tutto, la conferma che l’identità è sempre e inevitabilmente un discorso sulla complessità, mai singolare e invece sempre carico di quel pluralismo che è il presupposto del vivere insieme. Il grande successo di pubblico e la straordinaria circolazione di idee che si è vista nelle sale del Circolo sono motivo di grande soddisfazione” è il pensiero di Elena Loewenthal, direttore della Fondazione Circolo dei lettori. “Voci libere, confronto vivace tra idee diverse e temi tabù: questo ha evidentemente cercato e trovato il pubblico che ha affollato ogni appuntamento del festival Radici facendo sempre registrare il tutto esaurito al Circolo dei lettori. Il ringraziamento della Regione Piemonte va allo straordinario lavoro di Giuseppe Culicchia, Elena Loewenthal e Giulio Biino. Sorpresa, il tema delle identità appassiona i torinesi, con cinque giorni di radici profonde, che non geleranno” dichiara Maurizio Marrone, assessore all’Emigrazione della Regione Piemonte.

Artissima, il premio illy Present Future a Bekhbaatar Enkhtur

Artissima, il premio illy Present Future a Bekhbaatar EnkhturTorino, 5 nov. (askanews) – È l’artista proveniente dalla Mongolia Bekhbaatar Enkhtur il vincitore della ventitreesima edizione del Premio illy Present Future della fiera Artissima di Torino, sostenuto da illycaffè dal 2001 e assegnato al progetto ritenuto più interessante della sezione curata Present Future, dedicata alla scoperta di nuovi talenti. L’artista è presentato dalla galleria Matèria, Roma.

Il premio è stato conferito da una giuria internazionale composta da Tom Engels, direttore artistico, Grazer Kunstverein, Graz, Robert Leckie, direttore, Spike Island, Bristol, Kasia Redzisz, direttrice artistica, KANAL Centre Pompidou, Brussels, e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, con la seguente motivazione: “La giuria è lieta di consegnare il Premio illy Present Future 2023 a Bekhbaatar Enkhtur, rappresentato da Matèria. La manipolazione di materiali effimeri e quotidiani da parte di Enkhtur costruisce una narrazione mitologica unica, evocando visioni di una vita passata come se fosse estratta dalle profondità della memoria collettiva. Il lavoro di Enkhtur non solo dimostra finezza scultorea, ma invita gli spettatori a entrare in un universo intimo, in cui la storia e l’eredità culturale vengono reimmaginate”. Assegnato al progetto considerato più innovativo, il Premio illy Present Future è da sempre piattaforma per la scoperta di nuovi talenti. Nel 2022 il premio è stato assegnato all’artista Peng Zuqiang, presentato dalla galleria Antenna Space di Shanghai, la cui personale, Vestiges, è in corso presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in concomitanza con Artissima 2023. Con il premio l’intento di illycaffè è quello di offrire un contributo importante all’affermazione degli artisti emergenti e conferma il ruolo attivo della fiera nel sostegno dei talenti internazionali.

Patrizia Sandretto presenta le due nuove mostre della Fondazione

Patrizia Sandretto presenta le due nuove mostre della FondazioneTorino, 3 nov. (askanews) – “Questa sera inauguriamo due mostre molto importanti e molto diverse. La prima è una personale, della prima volta che Paulina Olowska, quest’artista polacca, ha una personale così grande e così importante nel nostro Paese in Italia. Paulina è un’artista giovane, ma con una carriera già importante. È un’artista femminista, è un’artista che guarda molto alle donne, al ruolo delle donne nella società e in questo caso ha voluto guardare anche un aspetto un po’ diverso, che è quello dell’aspetto dell’eros, del porno, visto però non dalla parte dell’uomo, ma dalla parte della donna. E lo ha fatto in un modo divertente, simpatico, leggero, e vi sono tante opere nuove, tanti quadri, Paulina è molto nota anche come pittrice, ma soprattutto ha voluto in questa mostra mettere insieme opere sue con opere della collezione della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Quindi è nato un dialogo fra molti artisti con una particolare attenzione ad artisti che lavorano sul corpo e anche di conseguenza sull’aspetto più erotico. E’ una mostra molto grande perché è una mostra che ha preso non solo gli spazi espositivi della fondazione ma si allarga nell’ingresso, va nel bookshop, va nella caffetteria e nel ristorante. Quindi la fondazione è tutta in mano a Paulina”. Lo ha detto ad askanews Patrizia Sandretto Re Rebaudengo presentato i nuovi progetti espositivi della sua Fondazione, inaugurati in occasione e della settimana dell’arte di Torino.

“Allo stesso tempo – ha aggiunto la collezionista – abbiamo un’altra mostra molto diversa di un artista cinese, Peng Zuqiang, è un artista che ha vinto lo scorso anno il premio illy, il premio illy 2022. In questo caso sono opere video, film, e opere che parlano del ricordo, della memoria, ma anche con un’apertura a quello che è il futuro. Quindi due mostre molto diverse, ma due mostre che ci parlano di quello che è il mondo oggi, il mondo attuale nelle sue varie forme e nelle sue varie interrogazioni”.

La metamemoria che unisce noi e l’arte: ecco Flashback 2023

La metamemoria che unisce noi e l’arte: ecco Flashback 2023Torino, 2 nov. (askanews) – Un’arte senza limiti di spazio e di tempo, è questo il senso di Flashback Art Fair, che a Torino presenta la propria undicesima edizione: all’insegna del dialogo tra l’antico e il contemporaneo che ha anche lo scopo di fare riflettere sul valore delle opere nel momento in cui danno qualcosa alla nostra vita. Partendo in questo caso, come ci ha spiegato Ginevra Pucci della direzione di Flashback, da concetti scientifici. “Questa edizione – ha detto ad askanews – è dedicata alla metmemoria. La metamemoria nelle neuroscienze è la consapevolezza della nostra memoria, cioè l’essere consapevoli di incamerare dei dati, di percepire delle emozioni e poi essere in grado, avendo questa consapevolezza, di riutilizzarli nel nostro quotidiano”.

Nelle sale di corso Lanza, sede di Flashback Habitat e location della fiera per il secondo anno, si incontrano opere che coprono molti secoli, dei caravaggeschi al Settecento veneziano di Canaletto, per arrivare a dei magnifici Savinio e al sempre illuminante Giulio Paolini. Insieme in un equilibrio che è certamente eclettico, ma anche ricco di suggestioni interessanti. “Per me la cosa importante – ha aggiunto Ginevra Pucci – è che si capisca che attraverso l’arte, attraverso una fiera, attraverso la cultura vengono lanciati degli spunti che però ci servono nella quotidianità e nel nostro contemporaneo”.

Tra i progetti che arricchiscono la fiera c’è anche un’opera corale dedicata al brefotrofio di Torino, che era stato ospitato proprio nelle sale che oggi sono occupate da Flashback. Un viaggio dentro le vite delle persone, dei bambini che lì hanno vissuto un pezzo della loro esistenza, dentro sentimenti che sono universali. A curarla il direttore artistico di Flashback Habitat, Alessandro Bulgini. “Ho deciso di cogliere l’energia vitale di questa storia incredibile – ci ha detto l’artista – e metterla sullo stesso piano dell’arte, della storia dell’arte, perché trovo che entrambi possano essere d’aiuto e di conforto. La storia umana, quella forse più intrisa di perché, messa sullo stesso piano di Canaletto, Tiepolo, Hayez, eccetera, perché sempre di uomini si parla”.

Con questa volontà di riallacciare le relazioni tra le persone e di sottolineare quanto le arti possono fare in questo senso, Flashback è aperta al pubblico dal 2 al 5 novembre.