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Torna il credito a tasso ero di Consorzi agrari per agricoltori

Torna il credito a tasso ero di Consorzi agrari per agricoltoriRoma, 20 gen. (askanews) – Torna per il quarto anno consecutivo “Risultato Sicuro”, l’iniziativa targata Cai-Consorzi agrari d’Italia, supportata da alcune delle più importanti banche del Paese che nel 2024, con un valore complessivo di 80 milioni di euro, ha coinvolto oltre 1300 aziende agricole in Italia ed ha permesso di risparmiare più di 1,6 mln di euro di interessi sul credito. E per il 2025, l’obiettivo è incrementare ulteriormente l’adesione, estendendo il parco aziende e raggiungendo i 100 milioni di valore entro la fine dell’anno.


Si tratta di un fido commerciale di conto corrente, offerto direttamente agli agricoltori attraverso i principali istituti bancari del Paese e pensato per facilitare l’acquisto di prodotti e servizi CAI come mezzi tecnici, mangimi, impiantistica, sistemi di irrigazione e soluzioni per l’agricoltura di precisione. Prodotti e servizi che sono disponibili presso le oltre 300 agenzie di Consorzi Agrari d’Italia presenti in 44 province e 12 regioni. Il finanziamento è valido per acquisti effettuati dal primo gennaio al 31 dicembre 2025 e CAI si farà carico della quota interessi e delle commissioni sul fido, a partire dall’apertura del rapporto fino al 31 dicembre 2025.


L’iniziativa è nata nel 2022, coinvolgendo 628 aziende per un valore pari a 28 milioni di euro, per arrivare nel 2024 a coinvolgere 1300 aziende agricole per un investimento di 80 milioni in tutto il Paese. Il risparmio totale per coloro che hanno aderito all’iniziativa è stato di oltre 1,6 mln di euro di interessi sul credito. “Si tratta senza dubbio di una opportunità per gli agricoltori, che ha riscosso un grande successo e che è cresciuta di anno in anno. È il segno più evidente che siamo stati in grado di intercettare e rispondere ad un bisogno, dando concretezza al concetto di mutualità che ci caratterizza. Per questo motivo abbiamo voluto riproporre Risultato Sicuro alle stesse condizioni degli anni passati, per continuare a garantire interessi nulli per chi ha aderito all’iniziativa”, spiega in una nota Gianluca Lelli, amministratore delegato di Consorzi Agrari d’Italia. “Per il 2025, l’obiettivo è incrementare ulteriormente l’adesione, estendendo il parco aziende: puntiamo infatti a raggiungere i 100 milioni di valore entro la fine dell’anno”, conclude Lelli.

Consorzio Grana Padano e Mynet per digitale più veloce in azienda

Consorzio Grana Padano e Mynet per digitale più veloce in aziendaRoma, 20 gen. (askanews) – Favorire la crescita delle imprese della filiera del Grana Padano Dop con l’innovazione. A questo punta la convenzione tra il Consorzio di Tutela e Mynet, operatore di telecomunicazioni proprietario di una rete di infrastruttura in fibra ottica che si estende in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna e che è leader nell’offerta di servizi di connettività ultraveloce ad aziende, Pubbliche amministrazioni e privati.


Il Consorzio di Tutela segnalerà alle aziende prodotti e servizi pensati appositamente da Mynet per soddisfare le specifiche esigenze delle imprese agricole del settore, attivando il web kit condiviso, comunicazioni su vari media e spazi di informazione promozionale. Sono previste in particolare tariffe di favore sulle nuove attivazioni di servizi. Gli ultimi due anni, infatti, hanno visto crescere soprattutto all’estero il fatturato delle aziende riunite nel Consorzio Tutela Grana Padano, aggiungendo nel 2023 all’ormai storico primato del Grana Padano di formaggio DOP più consumato nel mondo anche la leadership in valore stimata dal Rapporto ISMEA – Qualivita in 1.885 milioni di euro. Una crescita che va favorita con l’innovazione delle imprese di tutta la filiera, alle quali il Consorzio punta ad offrire l’opportunità di sostenerla a condizioni finanziarie e tecniche sempre più favorevoli.


“L’innovazione è essenziale per competere sui mercati e quella tecnologica è fondamentale per chi produce Grana Padano, un formaggio da mille anni uguale a se stesso e per questo tutelato, garantito, valorizzato e immutabile – spiega in una nota Renato Zaghini, presidente del Consorzio Tutela Grana Padano – Tra i compiti dell’ente che riunisce tutta la filiera produttiva vi è quindi quello di individuare e valutare le opportunità più valide, come quelle che Mynet è in grado di offrire, e trovare le modalità per renderle anche particolarmente vantaggiose”. “L’esigenza di disporre di connessioni di qualità per innovare e restare competitivi sul mercato ci viene costantemente manifestata dagli imprenditori agricoli, anche alla luce del continuo processo di digitalizzazione del comparto primario favorito anche da misure di finanziamento pubblico – commenta Giovanni Zorzoni, direttore generale di Mynet – La partnership con il Consorzio Tutela Grana Padano, realtà di eccellenza a livello mondiale, rappresenta un risultato significativo”.

Vino, Crealis presenta il suo primo bilancio di sostenibilità

Vino, Crealis presenta il suo primo bilancio di sostenibilitàMilano, 19 gen. (askanews) – Riduzione delle emissioni di gas serra, recupero degli scarti industriali, innovazioni di prodotto, una cultura aziendale basata su inclusione, crescita professionale e radicamento sul territorio. Sono questi i capisaldi del primo Bilancio di sostenibilità di Crealis, gruppo leader globale nelle soluzioni di chiusura per vini e spiriti che, per il rapporto 2023, ha rilevato significativi progressi in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG). Con 15 siti produttivi in otto Paesi e una produzione annua da 5,2 miliardi di pezzi, il Gruppo raggiunge un fatturato complessivo di circa 300 milioni l’anno.


“Il nostro primo rapporto di sostenibilità è un traguardo importante in un momento certamente difficile, caratterizzato da inflazione, eccesso di scorte e un significativo calo dei consumi di vino” commenta Michele Moglia, alla guida del gruppo che conta otto marchi strategici nel mercato delle soluzioni di chiusura per vini, spiriti, olio d’oliva, birra e aceto, spiegando che “in questo contesto, abbiamo esplorato nuove possibilità e colto nuove opportunità senza mai mettere in discussione il nostro focus sulla sostenibilità, l’innovazione e la qualità, riaffermando l’impegno del gruppo a svolgere un ruolo proattivo nella transizione dell’intero settore verso pratiche più sostenibili”. Entro il 2030, Crealis si impegna a ridurre del 42% le emissioni assolute di gas serra per gli Scope 1 e 2, e del 25% per lo Scope 3 (rispetto all’anno di riferimento 2022). Sul fronte dell’economia circolare, il 93% degli scarti post-industriali dei marchi europei del Gruppo vengono già riciclati. In Italia, in particolare, Enoplastic “ha implementato un impianto di recupero solventi che consente di riutilizzarli all’infinito, minimizzando l’impatto ambientale del processo produttivo, e la francese Sparflex reintegra gli scarti di polietilene nel ciclo produttivo del polilaminato, mentre Rivercap, in Spagna, riutilizza il 100% degli scarti di stagno non colorato garantendo la riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione delle risorse”. In diversi siti del Gruppo, tra cui Enoplastic e Supercap in Italia e Maverick negli Stati Uniti, sono stati installati pannelli solari.


Per quanto riguarda invece l’offerta di prodotto, Crealis ha sviluppato e promuove la sua linea “Green Tech”, offrendo soluzioni realizzate con materiali riciclati, bio-based e compostabili, mentre “R-Derma”, un polilaminato per capsule e capsuloni da spumante che include il 60% di polietilene riciclato. Crealis segnala inoltre che nel 2023, il 27% delle posizioni manageriali sono state ricoperte da donne, e che è impegnato a garantire “l’equità salariale e la crescita professionale dei propri team, mantenendo un ambiente di lavoro sicuro e stimolante”. Inoltre il gruppo “collabora con scuole e associazioni e sensibilizza i consumatori sull’importanza del riciclo e della gestione dei rifiuti, e le sue aziende hanno aderito all’iniziativa ‘Puliamo il mondo’ coinvolgendo attori e realtà locali nella raccolta di rifiuti sui territori di riferimento”. La marchigiana Supercap ha poi sviluppato il progetto “Green Money Eco-Compactor” in un Conad Superstore che, grazie all’installazione di un compattatore all’interno del punto vendita e alla partecipazione attiva dei clienti, ha recuperato e riciclato 7,6 tonnellate di PET, riducendo le emissioni di CO2 di circa 9.120 kg”.

Ue e Messico, intesa su aggiornamento agli accordi di interscambio

Ue e Messico, intesa su aggiornamento agli accordi di interscambioRoma, 17 gen. (askanews) – I rappresentanti di Unione europea e Messico hanno raggiunto a livello politico un accordo sull’aggiornamento delle intese commerciali e sugli scambi bilaterali. Secondo quanto riporta un comunicato della Commissione europea, si tratta di una “modernizzazione” che punta ad ampliare e approfondire la cooperazione e le relazioni economiche, creando nuove opportunità per entrambe le parti e promuovendo valori condivisi e regole sullo sviluppo sostenibile. L’intesa punterà anche a intervenire contro la corruzione nei settori pubblici e privato.


Nel 2023 gli scambi tra Unione europea e Messico hanno raggiunto un volume pari a 82 miliardi di euro, di cui 22 miliardi in servizi. Il Messico è il secondo maggiore partner commerciale dell’Unione nell’America latina. Secondo Bruxelles, l’accordo aiuterà a far crescere le esportazioni europee in Messico su diversi settori chiave, come i servizi finanziari, i trasporti, il commercio elettronico e le comunicazioni. Rafforzerà le catene di approvvigionamenti sulle materie prime critiche, migliorando la competitività dell’industria europea. L’intesa punta eliminare barriere non tariffarie e creare un terreno di concorrenza paritetico, viene citato come esempio quello della tutela della proprietà intellettuale.


Sempre secondo la commissione Ue, le compagnie dell’Unione avranno accesso ai contratti pubblici su una base paritetica con le imprese locali. L’accordo punta anche a tutelare gli investimenti europei in Messico e a favorire le regole sulla riparazione e il riutilizzo dei prodotti a favore della sostenibilità. Per quanto riguarda il settore agricolo, Bruxelles afferma che l’intesa prevede la rimozione di dazi su diverse produzioni europee, come i formaggi, le carni di pollo e maiale, la pasta, mele, marmellate, cioccolata e vino. Il Messico è un importatore netto di prodotti agroalimentari dell’Ue.


Nel suo comunicato Bruxelles non precisa quali siano i vantaggi a favore del Messico. In una scheda analitica (Q&A) fornisce i dati aggregati sui volumi di scambio: nel 2003 esportazioni europee in Messico sono state pari a 53,1 miliardi di euro in beni e a 15,2 miliardi di euro in servizi. Il Messico, per parte sua, ha esportato beni all’Ue per 28,6 miliardi di euro e servizi per 7,9 miliardi di euro. Quindi, fatte le debite proporzioni con le rispettive economie, il commercio con l’Ue è molto più rilevante per il Messico di quanto sia quello con il Messico per l’Unione. L’intesa, che giunge a tre giorni dall’insediamento della nuova amministrazione Trump negli Usa, che potrebbe avviare nuove conflittualità con i diversi partner commerciali, è stata firmata dal commissario Ue al Commercio, Maroš Šefcovic, e dal segretario di Stato messicano all’Economia, Marcelo Ebrard. (fonte immagine: European Union – 2019).

Gelaterie artigianali: 5 mld giro d’affari ma manca personale qualificato

Gelaterie artigianali: 5 mld giro d’affari ma manca personale qualificatoRoma, 17 gen. (askanews) – Il gelato artigianale si conferma un’eccellenza del made in Italy e un pilastro dei consumi alimentari fuori casa. Tuttavia, le gelaterie sono in cerca di personale che hanno difficoltà a trovare soprattutto per competenze inadeguate.


Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Fipe-Confcommercio, il settore – spiega un comunicato – genera un volume d’affari di quasi 5 miliardi di euro, coinvolgendo oltre 39.000 esercizi tra gelaterie, bar-gelaterie e gelaterie-pasticcerie, con più di 90.000 addetti. Ma nel corso del 2024 le imprese hanno incontrato serie difficoltà nel reclutamento di personale, circa 27 mila addetti, e anche in questo avvio di anno la situazione non sembra diversa. Tra dicembre 2024 e febbraio 2025 le gelaterie intendono assumere 6.900 addetti, ma il 50% delle imprese segnala difficoltà nell’individuare candidati qualificati, principalmente per l’inadeguatezza delle competenze. La richiesta di personale nei primi mesi dell’anno conferma la tendenza alla destagionalizzazione che oramai caratterizza anche il gelato con il 40% delle gelaterie che apre tutto l’anno, mentre oltre il 90% ha una stagionalità assai lunga che dura almeno otto mesi.


Il tema verrà affrontato al Sigep 2025, martedì 21 gennaio con la tavola rotonda “Scuole della Ristorazione FIPE: Innovazione e Formazione per il Futuro del Settore”. Al centro del dibattito l’importanza della formazione nel settore della ristorazione e in generale nei pubblici esercizi quale bussola per lo sviluppo e la crescita delle aziende del settore. In linea con il cambiamento degli stili alimentari sempre più attenti alla salute, un altro tratto distintivo del mercato attuale riguarda l’innovazione di prodotto. Ecco allora affermarsi gusti vegani, senza zuccheri aggiunti, senza lattosio, a base di materie prime biologiche e prodotti di eccellenza del territorio che stanno trasformando il gelato sempre di più in un alimento e in consumo esperienzale.


“Il gelato artigianale, oltre ad essere un prodotto molto apprezzato dai consumatori di qualsiasi età, è il risultato dell’impegno di un’articolata filiera del made in Italy – sottolinea Luciano Sbraga, Direttore del Centro Studi FIPE – Le gelaterie artigianali continuano ad evolvere per intercettare gusti e preferenze dei consumatori, diversificando prodotti e format che vanno dai locali tradizionali alle attività ‘trendy’, passando per gli esercizi a catena e i flagship store dei grandi marchi”. Un altro dato significativo è il ruolo del gelato artigianale come elemento distintivo dell’offerta turistica: circa il 60% dei turisti stranieri che visitano l’Italia considera il gelato un’esperienza irrinunciabile durante il soggiorno contribuendo a rafforzare il valore del Made in Italy e con esso la propensione all’export delle imprese del settore.

Coldiretti: siccità rende urgente il piano nazionale invasi

Coldiretti: siccità rende urgente il piano nazionale invasiRoma, 16 gen. (askanews) – Con i periodi di siccità destinati a diventare sempre più lunghi, intensi ed estesi è urgente realizzare un piano nazionale sugli invasi per garantire acqua a imprese e cittadini dopo un 2024 che proprio a causa degli effetti dei cambiamenti climatici ha visto danni per 9 miliardi all’agricoltura italiana. E’ l’appello lanciato da Coldiretti in occasione della pubblicazione dello studio sulla rivista Science secondo il quale i lunghi periodi di assenza di precipitazioni hanno colpito quasi tutti i continenti e sono diventati sempre più comuni, con il territorio globale interessato che aumenta di circa 50mila chilometri quadrati all’anno.


Un fenomeno che trova peraltro conferma per l’Italia dal dato sulle temperature che, secondo Isac Cnr, hanno visto il 2024 come il più caldo di sempre, con 1,35° in più rispetto alla media storica, con punte di 1,44 gradi al Centro e al Sud. Il risultato è stato un calo a doppia cifra per alcune colture simbolo della Dieta Mediterranea, dal grano (-20%) all’olio d’oliva (-32%), colpiti dalla mancanza di pioggia. La Coldiretti propone la realizzazione di un piano invasi dotati di sistemi di pompaggio, che permetterebbe non solo di assicurare l’approvvigionamento idrico durante i periodi di siccità, ma anche di ridurre gli effetti devastanti delle piogge e degli acquazzoni sempre più intensi, che aggravano il fenomeno dello scorrimento dell’acqua nei canali asciutti. Il progetto, che potrebbe partire immediatamente, prevede la creazione di una rete di bacini di accumulo costruiti senza l’uso di cemento, ma con pietre locali e terra di scavo, utilizzando i materiali già presenti in loco. Questi bacini avrebbero la funzione di raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità.


L’intento è di raddoppiare la capacità di raccolta dell’acqua piovana, rendendola disponibile per usi civili, per l’agricoltura e per la produzione di energia idroelettrica pulita, oltre a contribuire alla gestione delle piogge abbondanti e a prevenire il rischio di inondazioni. In questo contesto, è essenziale anche il recupero e la manutenzione degli invasi già esistenti nel territorio.

Il 22 gennaio flash action a Strasburgo contro trattato Mercosur

Il 22 gennaio flash action a Strasburgo contro trattato MercosurRoma, 16 gen. (askanews) – Flash action contro il trattato UE-Mercosur a Strasburgo il prossimo 22 gennaio, dalle 10.30 alle 13 in Rue Lucien Febvre, di fronte al Parlamento europeo. L’evento è organizzato da FNSEA/FDSEA67/JA67 con il supporto di Copa-Cogeca e CEJA.


La flash action è il coronamento di una opposizione al trattato con i paesi del Mercosur espresso da anni dalle comunità agricole europee che ritengono il settore agricolo dell’UE “particolarmente vulnerabile alle concessioni fatte nel capitolo agricolo sbilanciato di questo accordo. Settori sensibili come carne bovina, pollame, zucchero, etanolo e riso – spiegano in una nota – affrontano rischi maggiori di saturazione del mercato e perdita di reddito a causa dell’afflusso di prodotti a basso costo dai paesi del Mercosur”. Inoltre, i paesi del Mercosur “non soddisfano gli standard di produzione richiesti dall’agricoltura dell’UE, sia in termini di prodotti fitosanitari, benessere degli animali o pratiche di sostenibilità. Le nazioni del Mercosur – proseguono – operano anche con standard di lavoro e sicurezza inferiori, consentendo loro di produrre a costi inferiori, il che rende impossibile una concorrenza leale per i produttori dell’UE”.


E, per le comunità agricole europee, l’accordo rinnovato, pur facendo progressi, “non riesce ancora ad affrontare pienamente le preoccupazioni sulla sostenibilità e la crescente divergenza negli standard di produzione, alimentando ulteriore opposizione non solo da parte dei produttori agricoli, ma anche da parte di sindacati, ONG ambientaliste e organizzazioni dei consumatori”.

Al Sigep la sfida per la miglior plant-based cake

Al Sigep la sfida per la miglior plant-based cakeRoma, 16 gen. (askanews) – Pennellata green su Sigep 2025 con il lancio di Vegâteau: il contest che celebra la dolcezza della pasticceria vegetale. Dopo i successi delle prime due edizioni che hanno coinvolto le Capitali della Cultura di Bergamo e Brescia e la Regione Lombardia, quest’anno il palcoscenico è nazionale.


L’appuntamento è fissato per lunedì 20 gennaio alle 15 presso lo spazio Blooming Bistrò del Sigep: in conferenza stampa viene presentata la nuova edizione di Vegâteau e viene aperto il bando per l’iscrizione dei pastry chef che vogliono distinguersi con creazioni 100% vegetali. Un contest che parla al futuro della pasticceria Vegâteau, ideato da LAV Onlus in collaborazione con Funny Veg, che è anche un invito a ripensare la pasticceria in chiave inclusiva, etica e sostenibile. Con il patrocinio di APEI – Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana e dei Consorzi Pasticceri di Bergamo e Brescia, con media partner Italia a Tavola, Pasticceria Internazionale e Alimenti funzionali, la sfida di quest’anno mira a eleggere la plant-based cake più golosa d’Italia, accessibile anche agli intolleranti al lattosio (circa il 50% degli italiani) e a chi abbraccia uno stile di vita ecofriendly.


La finale nazionale sarà il 4 maggio al Daste di Bergamo, con una giuria specializzata composta da chef, giornalisti e un pubblico che potrà assaggiare le creazioni in gara. I partecipanti saranno guidati nella preparazione grazie a un webinar sulle basi della pasticceria vegetale, organizzato da Funny Veg e condotto da docenti della FunnyVeg Academy.

Dl Milleproroghe: ecco le richieste di Confagricoltura

Dl Milleproroghe: ecco le richieste di ConfagricolturaRoma, 16 gen. (askanews) – Agevolazioni al credito d’imposta al sud, no all’obbligo assicurativo per le macchine agricole, stimolare l’imprenditoria under 40 e i biocombustibili. Sono alcune delle richieste avanzate oggi dalla Confagricoltura nel corso di una audizione oggi davanti alla prima Commissione permanente (Affari Costituzionali) in Senato, sul DL 2022/2024, il cosiddetto decreto Milleproroghe.


Confagricoltura ha richiesto di estendere il limite temporale per beneficiare del credito d’imposta a favore delle imprese che abbiano effettuato l’acquisizione di beni strumentali nuovi nel corso del 2023, destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle Regioni del Sud Italia. L’obiettivo è ristorare le aziende che abbiano presentato il modello di comunicazione approvato con il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 15 ottobre 2024, anche oltre il 18 novembre 2024 ed entro il 31 marzo 2025. Altro punto focale dell’intervento è la richiesta di esclusione delle macchine agricole dall’obbligo assicurativo. Queste, infatti, non risultano classificate come autoveicoli, non svolgendo le funzioni tipiche dei mezzi di trasporto e non percorrendo strade pubbliche.


Necessaria per Palazzo della Valle anche la proroga dei termini per la revisione delle stesse, in quanto si è ancora in attesa dell’emanazione del Decreto ministeriale che ne delinei le modalità di esecuzione. Richiesto un differimento al primo giugno (dal 26 maggio), anche per l’adesione al Sistema nazionale di certificazione di sostenibilità dei biocombustibili, limitatamente agli impianti di produzione elettrica da biogas di potenza fino ad 1 MWe. L’esigenza sorge dalle difficoltà riscontrate dalle aziende agricole ad ottemperare a tale obbligo, a fronte del gran numero di operatori economici che dovranno certificarsi nei primi mesi del 2025, in rapporto alla mancanza di adeguate informazioni circa le modalità di applicazione delle nuove disposizioni ed i relativi adempimenti. Nel caso dei biocombustibili solidi, inoltre, si chiede che per i produttori di biomasse solide destinate alla produzione di energia elettrica, l’obbligo di adesione allo schema nazionale o a sistemi volontari di certificazione sia posticipato di un tempo più congruo per favorire la sua implementazione e fino al 1° giugno 2026.


Fondamentale, infine, per Confagricoltura sollecitare l’esonero contributivo dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali di età inferiore a quarant’anni; così come, per fronteggiare la crisi economica delle imprese agricole, la proposta di proroga moratoria per dodici mesi del pagamento della parte capitale delle rate dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale, in scadenza nell’anno 2025.

Luca Rigotti riconfermato presidente Gruppo vino del Copa-Cogeca

Luca Rigotti riconfermato presidente Gruppo vino del Copa-CogecaRoma, 16 gen. (askanews) – Luca Rigotti è stato rieletto oggi a Bruxelles presidente del Gruppo di Lavoro Vino del Copa-Cogeca, la principale organizzazione di rappresentanza agroalimentare europea. Rigotti, presidente del Comitato del Settore Vitivinicolo di Confcooperative Fedagripesca, è stato eletto in rappresentanza di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e sarà affiancato per il prossimo biennio da due vicepresidenti, il francese Lodovic Roux (LCA) ed il tedesco Christian Schwoerer (DBV).


Imprenditore del settore vitivinicolo, Luca Rigotti è presidente dal 2012 del Gruppo Mezzacorona e della controllata Nosio S.p.a. Nel 2021 è stato eletto per la prima volta presidente del Gruppo Vino Copa-Cogeca. Nel suo discorso di insediamento Rigotti ha voluto sottolineare le principali criticità che il settore è chiamato ad affrontare in questo particolare periodo, e come la cooperazione vitivinicola europea, che rappresenta la maggior parte della produzione del Continente, “si sta impegnando sul fronte della qualità e della commercializzazione. Il dibattito a livello europeo è improntato sulla condivisione di misure idonee ad agevolare il settore in tutte le sue fasi sia per quanto riguarda le evoluzioni del mercato che il cambiamento dei gusti, delle modalità e dei luoghi di consumo”, ha detto.


“Dobbiamo tornare a fare apprezzare il vino a un pubblico vasto, – ha concluso Rigotti – promuovendo nel contempo la cultura del bere consapevole moderato e responsabile. Ci sono sfide impegnative legate al valore della sostenibilità ambientale, con risultati importanti già raggiunti dai nostri viticoltori che dobbiamo far conoscere ai consumatori, e alla crescita dei vini low alcol e dealcolati, che può essere una nuova opportunità da sostenere ed incentivare con determinazione”.