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Dalla Valle del Dittaino il primo smash burger made in Sicily

Dalla Valle del Dittaino il primo smash burger made in SicilyRoma, 13 gen. (askanews) – Arriva dalla cooperativa Valle del Dittaino il primo “smash burger americano”, made in Sicily, a base di farina di grano tenero e fecola di patate. Il prodotto sarà lanciato sul mercato nei prossimi mesi e sarà presentato alla 21esima edizione del Salone Marca by BolognaFiere, la più importante fiera dell’agroalimentare dedicata al settore del Private label della Grande distribuzione, in programma i prossimi 15 e 16 gennaio nel capoluogo emiliano.


Il presidente della Cooperativa, Biagio Pecorino, spiega che la partecipazione al Marca di Bologna “rappresenta un’opportunità fondamentale per consolidare i rapporti e presentare le nostre novità al fine di rafforzare le relazioni con i partner commerciali. Siamo pronti a condividere la nostra passione per il cibo e la qualità con tutti i visitatori”. Da quasi cinquant’anni, la Cooperativa Valle del Dittaino è leader in Sicilia nella panificazione del grano siciliano, sia duro che tenero, coltivato nelle assolate terre dell’Ennese da ben tre generazioni di famiglie, socie fondatrici. Per il 2025 la Cooperativa ha in cantiere nuovi progetti che la vedranno anche sugli scaffali della GDO d’Oltralpe. “Quest’anno – annuncia Biagio Pecorino – entriamo in Europa anche con il settore del Private label”.


Oggi l’azienda conta quattro linee dedicate alla trasformazione di sfarinati sia in Private Label che a Marchio Pandittaino, con una particolare attenzione ai panini morbidi che incontrano le preferenze di una larga fascia di consumatori e, soprattutto, di quelli giovani. Un’azienda che continua a crescere in numeri, con un fatturato che ha registrato un +10% nel 2024, con una capillare presenza sul territorio: in Sicilia, con la linea del fresco che arriva ogni mattina in oltre 700 punti vendita dell’isola e nel resto d’Italia grazie a sistemi di confezionamento per assicurare una elevata shelf life.

Gdo, marca privata 4a azienda Paese: in 5 anni ha permesso 20 mld risparmi

Gdo, marca privata 4a azienda Paese: in 5 anni ha permesso 20 mld risparmiMilano, 13 gen. (askanews) – I prodotti a marchio del distributore continuano a crescere toccando nel 2024 i 26,6 miliardi di fatturato complessivo tra distribuzione moderna e discount, dato che per il solo canale della distribuzione moderna si attesta a 14,2 miliardi. “Nel 2024 l’incremento a valore della marca distributore è stato del 2,4% mentre l’incremento a volume è stato del 3,3 % e questo dimostra il fatto che essendo aumentato dal punto di vista quantitativo rispetto al valore, attraverso la mdd abbiamo sviluppato anche un’azione di contenimento del tasso inflattivo – ha detto il presidente di Adm, Mauro Lusetti – Se mettessimo assieme tutto il fatturato della mdd, raggiungeremmo un totale di 26,6 miliardi di euro che rappresenterebbero, se fossero generati da una singola azienda, la quarta impresa a livello internazionale dopo Enel, Eni, Stellantis, per fatturato. E’ una operazione teorica ma serve a dare una dimensione di quello che rappresenta la marca del distributore”.


Negli ultimi cinque anni la marca del distributore ha continuato a crescere (+35,4% sul 2019) spinta prima dall’emergenza Covid e poi negli ultimi due anni dall’infazione. Su questo fronte Teha (The European House – Ambrosetti), che ha curato tutta l’analisi su “Il ruolo guida della distribuzione moderna e della marca del distributore per la transizione sostenibile della filiera agroalimentare”, ha calcolato che in termini di tutela del potere d’acquisto la private label ha consentito un risparmio di 19,8 miliardi di euro dal 2020 al 2024 (4,6 miliardi solo lo scorso anno), pari a 150 euro annui a famiglia. Del resto, secondo lo studio Teha, più di otto italiani su 10 fanno riferimento oggi alla distribuzione moderna per la propria spesa alimentare: il 65% tra supermercati e ipermercati, mentre il 16% preferisce il discount. Il restante 20% circa si rivolge a mercati rionali (6,2%), va direttamente dal produttore (4,8%) o fa i propri acquisti in gastronomia (4,7%). Una geografia della spesa degli italiani che spiega la centralità di questo canale e della marca del distributore soprattutto lungo la filiera agroalimentare. A tal proposito l’analisi Ambrosetti mostra come la mdd agisca come leva anche per “democratizzare” stili alimentari sani e sostenibili rendendoli economicamente accessibili. Non a caso la private label ha una quota di mercato del 46,6% nel segmento bio, del 18,6% in quello premium e del 15,3% nel mercato nei prodotti “funzionali”.


Detto questo però, la quota di mercato complessiva della marca del distributore in Italia nella distribuzione moderna, inclusi i discount, si ferma al 31,8% (22,6% se si escludono i discount) dato che ha portato Valerio De Molli, managing partner e Ceo Teha, a dire che “the best is yet to come”. Perchè se è vero che “Siamo al massimo storico sia per valore assoluto di fatturato generato che per valore relativo di quota di mercato ponderata, rispetto al resto del contesto europeo ci posizioniamo a metà strada tra i Paesi più esposti che sorpassano il 50% di quota della mdd”. Nella classifica europea, infatti, sul podio troviamo Svizzera, Spagna e Paesi Bassi dove la quota di mercato della mdd rappresenta, rispettivamente, il 52,3%, il 45,6% e il 45,2%, con una media europea che sfiora il 36%, segno che le potenzialità di crescita sono ancora alte. “Se la quota di mercato della mdd italiana si allineasse ai primi tre Paesi europei, il fatturato supererebbe i 50 miliardi – ha fatto notare De Molli – con un fatturato aggiuntivo di 58 miliardi di euro cumulato dal 2025 al 2030”. L’anticipazione dello studio Teha – che verrà presentato in forma completa il 15 gennaio a Marca by BolognaFiere 2025 – mostra come complessivamente la distribuzione moderna, che nel 2023 ha realizzato 167,6 miliardi di fatturato, in Italia generi 208 miliardi di euro di valore aggiunto, più del 10% del pil tra valore diretto (oltre 27 miliardi) e indiretto (181 miliardi). “Il tanto celebrato turismo vale esattamente la metà per capire – ha sottolineato De Molli – Parliamo di un generatore di sviluppo estremamente rilevante e nonostante questo non ha nemmeno un ministro di riferimento come invece ha il turismo”.


In termini di occupazione, la distribuzione organizzata con i partner della mdd e le società di servizio, raggiunte i 3 milioni di lavoratori: “Una dimensione di grande rilievo sociale – ha evidenziato Lusetti – che tiene conto non solo di un numero importante di lavoratori ma anche di una qualità del lavoro, spesso a tempo indeterminato, che porta grande stabilità”. Un dato di sostenibilità sociale che corre in parallelo a quello della sostenibilità ambientale che dal 2013 alla fine del 2022 ha visto calare la Co2 da 8,7 chili per euro generato dalla distribuzione moderna a 6,2 chili, il 30% in meno. Snocciolando i numeri che stanno dietro la distribuzione moderna e la filiera della private label Lusetti, che oltre a essere presidente di Adm è anche presidente di Conad, ha voluto condividere anche una riflessione generale sul comparto che suona come un invito a tutti gli operatori: “Spesso – ha detto – come distribuzione moderna siamo giudicati un gigante economico, perché i numeri dicono che siamo grandi e importanti, ma un nano politico. Se questo è stato vero in tante situazioni, credo anche che alcuni elementi che si sono registrati già l’anno scorso danno la dimensione di come le potenzialità del settore siano enormi quando riesce ad agire insieme”. Il riferimento è “all’enorme risultato che come Adm abbiamo ottenuto con la nuova regolamentazione dei buoni pasto che per il settore è un elemento fondamentale”. “Questi sono i successi che riusciamo a ottenere quando le nostre organizzazioni trovano un filo conduttore comune – ha concluso – ed è un auspicio che lascio a partire dal sottoscritto in termini di impegno per il prossimo futuro nel non lasciare cadere opportunità e occasioni di questo agire comune”.

Consorzio: allarme aviaria Usa? Gorgonzola con latte pastorizzato

Consorzio: allarme aviaria Usa? Gorgonzola con latte pastorizzatoRoma, 13 gen. (askanews) – Il Gorgonzola Dop è “formaggio erborinato, a pasta cruda, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero pastorizzato”, come recita l’Articolo 1 del suo Disciplinare di Produzione e non è quindi minimamente interessato dall’allarme che arriva dagli Stati Uniti relativamente all’influenza aviaria. Un allarme che “impone la diffusione di notizie precise e puntuali sui cibi che possono contenere o essere prodotti con latte crudo. In rete può capitare di imbattersi in elenchi di formaggi prodotti con latte non sottoposto a trattamento termico che, a torto, includono anche il Gorgonzola”. Per questo per il Consorzio “occorre fare un po’ di chiarezza”.


Si definiscono formaggi “a pasta cruda” quelli nei quali, durante la lavorazione, la cagliata non subisce alcun riscaldamento oltre la temperatura di coagulazione. “Nessun allarme, dunque – spiega il Consorzio – in quanto la materia prima da cui nasce il formaggio Gorgonzola Dop è quella del latte intero che arriva ogni mattina nei caseifici dove avviene il processo di pastorizzazione del latte per la produzione del formaggio Gorgonzola”. Inoltre, il Gorgonzola, come tutti i prodotti a marchio “Dop”, è sottoposto quotidianamente a rigidi controlli superati i quali ogni forma porta impresso il numero che indica il caseificio che l’ha prodotta e il marchio “CG” del Consorzio di Tutela.

A Marca prima albicocca IV Gamma di Arandis (gruppo Agribologna)

A Marca prima albicocca IV Gamma di Arandis (gruppo Agribologna)Roma, 13 gen. (askanews) – Arriva a Marca la prima albicocca in IV Gamma e, per la prima volta, Arandis, la filiale O.P. commerciale del Gruppo Agribologna, firma la sua presenza alla edizione 2025 della fiera dell’ortofrutta di Bologna. A poco più di un anno dalla sua nascita, Arandis registra un andamento positivo: sono infatti 68 milioni i volumi portati a segno nel 2024.


E, tra le novità che saranno presentate a Marca 2025, ci sono quelle di Fresco Senso, il brand di IV Gamma che arriverà a distribuire 49 referenze nel canale GDO. Al centro della presenza a Marca 2025, tre nuovi mix di frutta fresca con albicocca, frutto che vede per la prima volta il suo ingresso nel settore, a seguito di una ricerca dedicata, durata diversi mesi per selezionare la varietà più adatta. Le varietà selezionate sono state giudicate come le più idonee ad arricchire il sapore, i colori e le proprietà nutrizionali dei due nuovi mix estivi. La caratteristica che unisce le diverse varietà e le definisce come “spiccagnole” è la loro polpa particolarmente soda e che si stacca facilmente dal nocciolo. La frutta protagonista dei tre mix è esclusivamente di provenienza nazionale. Prosegue anche il cammino di Questo l’ho fatto io, il brand di ortaggi, frutta ed erbe aromatiche coltivati, raccolti e selezionati dal Consorzio Agribologna, nella proposta di nuovi prodotti, arrivati a 57 referenze. I soci della Cooperativa che aderiscono al progetto sono ad oggi 28. Il brand ‘Questo l’ho fatto io’ conclude l’anno con un +29% di volumi rispetto all’anno precedente con un incremento registrato nelle referenze di frutta, in particolar modo: susine, albicocche, fragole e cachi.


“La presenza di Arandis a Marca 2025, sigla un anno dalla nascita della nostra società commerciale, espressamente dedicata ai rapporti con GDO e Normal trade – spiega Massimiliano Moretti, direttore generale Gruppo Agribologna – si è trattato di una sfida, che oggi possiamo dire affrontata con determinazione e motivazione. La IV Gamma richiede un impegno davvero importante, per l’innovazione costante della nostra proposta. Così come è continuo l’impegno dedicato alla nostra produzione orticola e frutticola, nella stretta collaborazione fra agricoltori e tecnici agronomi”.

Nuovo evento dedicato a tartufo nero a Roccafluvione, nelle Marche

Nuovo evento dedicato a tartufo nero a Roccafluvione, nelle MarcheRoma, 13 gen. (askanews) – Nasce nel cuore delle Marche, a Roccafluvione, un nuovo evento dedicato al tartufo nero pregiato: dal 24 al 26 gennaio arriva, infatti, il primo Tartufo Nero Festival di Roccafluvione. Il borgo in provincia di Ascoli Piceno si candida così a diventare un nuovo punto di interesse per quanti sono appassionati di tartufo nero pregiato, che cresce nei boschi di Roccafluvione e nei territori limitrofi e che, da quest’anno, sarà non solo al centro di una mostra mercato, ma anche occasione di approfondimento culturale.


Il Nero di Roccafluvione, che cresce tra i 5 e i 20 cm di profondità nei terreni freschi e calcarei della zona, è raccolto grazie all’uso di cani addestrati e tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione. Roccafluvione è un comune sparso e fa parte dell’Unione montana del Tronto e Valfluvione. Deve il suo nome al torrente Fluvione e ai castelli medievali che un tempo punteggiavano la zona e custodisce tesori come il suggestivo Ponte Nativo, simbolo del comune, le cascate di Forcella e i misteriosi massi erratici dei castagneti di Meschia. Il territorio offre anche splendidi percorsi naturalistici, come il Grande Anello dei Borghi Ascolani, ideale per gli amanti del turismo lento, tra natura incontaminata e panorami mozzafiato. Il programma del Festival prevedrà appuntamenti dedicati alla scoperta del tartufo nero: mostre mercato, degustazioni, esperienze di truffle hunting e incontri con esperti e chef.

A Eataly Roma due weekend all’insegna della Cacio e pepe

A Eataly Roma due weekend all’insegna della Cacio e pepeRoma, 13 gen. (askanews) – Torna per due weekend, il 17, 18 e 19 e il 24, 25 e 26 gennaio, il Cacio e Pepe Festival a Eataly Roma: le più eccellenti realtà della ristorazione romana metteranno in campo materie prime di altissima qualità e la loro grande esperienza, per offrire un’ampia e gustosa varietà di assaggi, dalle versioni tradizionali a quelle più innovative. Il gusto dei fritti “di una volta” con contaminazioni moderne e autentiche si farà spazio a Eataly Roma con Santí tradizione contadina: dal carciofo alla giudia, fonduta di pecorino gran riserva Monti Lattari, pepe del Sichuan e menta, alla crocchetta di patate arrostite e caciocavallo affumicato dell’azienda Ammano con besciamella al pepe.


Tutta l’esperienza della cucina romana avrà il sapore dei tonnarelli conditi con un grande classico, la salsa alla cacio e pepe di Felice a Testaccio. Se la tradizione si conferma nei mezzi paccheri artigianali acqua e farina cacio e pepe con pecorino romano Dop, pepe Sarawak, limoni e carciofi romaneschi del ristorante Angelina, Il Pescatorio – Street food sdogana la cacio e pepe in versione gourmet attraverso la cucina marinara con il tortello ripieno di cacio&pepe con scampi e lime e anche il supplì al ragù di polpo ubriaco con salsa cacio e pepe. Ceralli, lo storico forno a legna dal 1920 dei Castelli Romani, approda al Festival di Eataly Roma con le sue proposte salate e dolci. Imperdibile il carciofo in crosta di pane cacio e pepe con lievito madre del 1950, cotto a legna con fascine di castagno, pepe nero penja, pecorino romano Dop Fulvi.


Il festival è a ingresso gratuito. Tutte le proposte enogastronomiche potranno essere acquistate tramite gettoni, presso le casse dedicate.

Domani il premio Bper Green Innovation a protagonisti ortofrutta

Domani il premio Bper Green Innovation a protagonisti ortofruttaRoma, 13 gen. (askanews) – Verrà assegnato martedì 14 gennaio a Bologna, nell’ambito dell’edizione 2025 di Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana, il premio “Green Innovation” di BPER Banca, giunto alla settima edizione. La scelta di BPER punta su uno dei dieci Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana indicati dalla rivista Corriere Ortofrutticolo, storico punto di riferimento del settore, in partnership con Fruitimprese, CSO Italy, Italia Ortofrutta Unione Nazionale, Confagricoltura e Fedagromercati.


Il settore ortofrutticolo vive un momento di sfide, basti pensare al cambiamento climatico e al rapido mutamento dello scenario internazionale di mercato, che richiede risposte forti in tema di innovazione e sostenibilità, mantenendo ferma l’alta qualità del made in Italy. L’evento di martedì sarà un momento di incontro e di confronto su questi temi. “Siamo ancora una volta – sottolinea Marco Lazzari, responsabile Servizio Agri Banking di BPER Banca – partner di Protagonisti dell’Ortofrutta, una manifestazione che mette al centro il settore ortofrutticolo, un momento di incontro e di valorizzazione di un settore dove la nostra Banca vuole essere protagonista insieme agli imprenditori. Il Premio BPER Banca, giunto alla settima edizione, vuole inoltre offrire un riconoscimento all’azienda che si è distinta più di tutte per l’innovazione e la sostenibilità”.

Coldiretti: in 2024 record eventi estremi pesa su agricoltura

Coldiretti: in 2024 record eventi estremi pesa su agricolturaRoma, 13 gen. (askanews) – Il maltempo torna a colpire l’Italia dopo un 2024 che ha fatto registrare il record di eventi estremi, oltre dieci al giorno, confermando il sempre più pesante impatto dei cambiamenti climatici che alla sola agricoltura sono costati nove miliardi di euro nell’anno appena concluso. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla banca dati Eswd diffusa in occasione della nuova perturbazione che sta colpendo soprattutto il Centro Sud flagellato da neve, vento e pioggia, con allerta gialla in sette regioni meridionali a partire da Campania, Basilicata e Calabria. Ma la situazione preoccupa anche in Toscana, Umbria ed Emilia Romagna. Gravi danni si segnalano in provincia di Salerno, dove il vento ha scoperchiato le mettendo a rischio le coltivazioni di insalata, mentre le bufere di pioggia hanno distrutto arnie e ortaggi.


Il risultato degli eventi climatici estremi del 2024 è che agli effetti del maltempo si sono sommati quelli della siccità con cali a doppia cifra per alcune produzioni simbolo dal grano (-20%) all’olio d’oliva (-32%), colpiti dalla mancanza di pioggia, al riso e alle nocciole flagellati dal meteo. Senza dimenticare gli effetti delle epidemie che hanno flagellato le stalle italiane, dalla peste suina africana alla lingua blu, fino all’aviaria, con centinaia di migliaia di animali abbattuti. Il 2024 ha visto ben 3773 tra nubifragi, grandinate, tornado e tempeste di vento, con un aumento del 9% rispetto al 2023. Ma se si considera il 2014, nel giro di un decennio gli eventi estremi sono praticamente quadruplicati. Un’anomalia peraltro confermata dal dato sulle temperature che, secondo Isac Cnr, hanno visto il 2024 in Italia come il più caldo di sempre, con 1,35° in più rispetto alla media storica, con punte di 1,44 gradi al Centro e al Sud.


Dinanzi agli impatti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici, la Coldiretti rilancia quindi la proposta di un piano invasi con sistemi di pompaggio, che consentirebbe di garantire acqua nei periodi di siccità ma anche di limitare l’impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell’acqua nei canali asciutti. Si tratta di un progetto, spiega in una nota, immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo. Sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere la pioggia e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni. Fondamentale in questa ottica il recupero degli invasi già presenti sul territorio attraverso un’opera di manutenzione.

Illy è il caffè ufficiale di Ita Airways

Illy è il caffè ufficiale di Ita AirwaysMilano, 10 gen. (askanews) – Partnership tra Ita Airways e illy per portare il caffè triestino nelle lounge aeroportuali della compagnia e a bordo degli aerei in tutte le classi, economy, premium e business.


Le sale di Ita Airways a Roma Fiumicino e a Milano Linate, saranno tutte personalizzate con richiami al claim di illy mentre all’interno delle lounge come a bordo degli aerei saranno serviti il blend illy 100% Arabica e le preparazioni a base di espresso. “La partnership con Ita Airways rappresenta per noi un importante accordo dal grande potenziale, che ci permetterà di offrire ai milioni di viaggiatori che ogni anno volano con la compagnia aerea l’esperienza di un caffè di qualità superiore e sostenibile – commenta Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè – Forte di una tradizione lunga oltre 90 anni, illy è oggi un simbolo della cultura italiana del caffè che, grazie a questa collaborazione, ci auguriamo possa essere apprezzata da un numero sempre maggiore di persone”. “Integrare il caffè illy nelle nostre lounge e a bordo dei nostri aerei rappresenta un passo importante nel nostro impegno a offrire ai passeggeri un’esperienza unica, all’insegna della qualità e dell’autenticità – ha aggiunto Andrea Benassi, direttore generale di Ita Airways – L’obiettivo di Ita Airways è rendere ogni viaggio un’immersione nel meglio del made in Italy. Questa collaborazione con illy rafforza e valorizza ulteriormente la nostra missione”.

De Cecco: il tribunale de L’Aquila rigetta ricorso ex consiglieri

De Cecco: il tribunale de L’Aquila rigetta ricorso ex consiglieriMilano, 10 gen. (askanews) – Il tribunale de L’Aquila, con un provvedimento del 30 dicembre, ha rigettato il ricorso di alcuni soci ed ex consiglieri di De Cecco. Lo riferisce in una nota il pastificio di Fara San Martino in cui precisa che, a novembre, anche il Collegio Arbitrale si era pronunciato contro l’ipotesi di irregolarità nella nomina dei componenti del consiglio di amministrazione avvenuta nell’assemblea del luglio 2023, ritenendole infondate. “Sia il Collegio Arbitrale adito, sia il Tribunale de L’Aquila hanno riconosciuto la piena regolarità dell’operato del consiglio di amministrazione e dell’assemblea – sottolinea l’azienda – In tutte le sedi è stata confermata la correttezza e la legittimità dell’azione amministrativa e dell’attività di controllo esercitate dagli organi sociali competenti”.


Il 2023 per De Cecco si era chiuso con ricavi superiori ai 630 milioni di euro, con una crescita del 22,5% negli ultimi due anni, un trend positivo che, conferma l’azienda, è proseguito nel 2024. E anche il 2025, aggiunge, “si prospetta come un anno di svolta, anche per quanto riguarda gli assetti societari”. Lo scorso ottobre poi l’assemblea ha nominato un nuovo consiglio di amministrazione, in continuità con il precedente, con la riconferma del Filippo Antonio De Cecco come presidente (carica che ricopre da 32 anni) e amministratore delegato. Accanto a lui, sono stati rinnovati i consiglieri Gianni Letta, Mario Boselli, Bruno Pavesi, Beatrice De Cecco, Giuseppe Adolfo De Cecco, Giuseppe Alfredo De Cecco e sono stati nominati nuovi membri, Francesco Pugliese e Giuseppe Aristide De Cecco. “Queste decisioni – prosegue l’azienda – confermano e rafforzano l’operato degli amministratori, il cui impegno, insieme alla competenza degli organi di controllo, è rimasto solido nonostante le azioni giudiziarie promosse da alcuni soci ed ex consiglieri”. “De Cecco si prepara ad affrontare le sfide del mercato con fiducia, puntando a raggiungere nuovi importanti risultati. Vi sono tutte le condizioni per un programma di potenziamento che, grazie a un piano quinquennale lungimirante, miri ad incrementare significativamente il fatturato – conclude – Tra le strategie principali, il Consiglio di Amministrazione intende valorizzare ulteriormente il marchio e rafforzare le linee di prodotto alimentare diverse dalla pasta”.