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Copa Cogeca: no al Mercosur, dannoso per agroalimentare Ue

Copa Cogeca: no al Mercosur, dannoso per agroalimentare UeRoma, 29 ott. (askanews) – I sindacati dei lavoratori agroalimentari europei e il settore agricolo respingono fermamente la conclusione dell’accordo commerciale del Mercosur che la Commissione europea ha intenzione di finalizzare al vertice del G20 a Rio de Janeiro il 18-19 novembre. Copa Cogeca, Ceja, Effat e Geopa, che rappresentano gli agricoltori europei e le loro cooperative, i sindacati dei lavoratori e i datori di lavoro nel settore agricolo europeo, sono fortemente contrari alla ratifica di questo accordo e invitano le istituzioni dell’UE e i governi nazionali “ad ascoltare gli agricoltori e i lavoratori agricoli in Europa e a interrompere i negoziati dell’accordo commerciale UE-Mercosur”.


L’esito complessivo dei negoziati FTA UE-Mercosur esporrebbe infatti il settore agroalimentare dell’UE “a una concorrenza sleale con conseguenze negative per i mezzi di sussistenza, i salari, le condizioni di lavoro e l’occupazione degli agricoltori”, spiegano in una nota congiunta. Inoltre, l’attuale bozza “non contribuisce ad aumentare gli standard sociali e ambientali nei paesi del Mercosur e aumenta il rischio di frammentazione delle catene del valore regionali in quei paesi. I lavoratori agricoli e gli agricoltori non possono accettare che il settore agroalimentare venga trattato come merce di scambio per promuovere l’esportazione di altri beni, senza tenere conto dei gravi impatti economici, sociali e ambientali che tali decisioni hanno sul settore primario”.


Secondo i sindacati, la regione del Mercosur ha già una posizione preminente tra i fornitori del mercato dell’UE in molte materie prime e “un’ulteriore apertura del mercato dell’UE alle importazioni agricole del Mercosur, in particolare di prodotti sensibili, come: carne di manzo, pollame e zucchero, esporrebbe il settore agroalimentare dell’UE a un’ulteriore concorrenza sleale”. “Allo stesso tempo – aggiungono – sarà difficile aumentare le esportazioni di prodotti dell’UE verso i paesi del Mercosur a causa della crisi economica in alcuni di questi paesi”.

Parmigiano Reggiano a Washington parla del futuro Dop in Usa

Parmigiano Reggiano a Washington parla del futuro Dop in UsaRoma, 29 ott. (askanews) – Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha partecipato al Gala organizzato dalla National Italian American Foundation (Niaf), l’organizzazione nazionale di rappresentanza degli oltre 20 milioni di cittadini italo-americani che vivono negli Stati Uniti. Durante la serata una delegazione guidata da Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio, ha incontrato Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti d’America, Emanuele di Lorenzo Badia, Ufficio affari economici, commerciali e scientifici dell’Ambasciata, e Robert Allegrini, presidente NIAF.


Al centro dell’attenzione, la situazione geopolitica instabile e la necessità di una sempre più stretta collaborazione tra Italia e Stati Uniti attraverso un impegno attivo e proattivo del Consorzio Parmigiano Reggiano. Per il Parmigiano Reggiano, gli Stati Uniti sono il più grande mercato estero, con oltre 14.000 tonnellate esportate nel solo 2023 (+7,7% rispetto al 2022), pari al 22,5% della quota export. Inoltre, nel primo semestre 2024, le esportazioni hanno segnato un +21,7% sullo stesso periodo del 2023 (7.736 tonnellate vs 6.359). Proprio per sostenere la crescita in questo Paese, oltre a consolidare nel 2024 un forte investimento per attività di digital e influencer marketing, un’intensa attività di pubbliche relazioni e media relations, partecipazione a fiere ed eventi, attivazione e presidio dei punti vendita e supporto agli operatori, il Consorzio ha ufficializzato lo scorso 27 luglio (anniversario dei 90 anni dalla fondazione) l’apertura di un ufficio operativo (corporation) negli Stati Uniti.


“Per il Parmigiano Reggiano, gli Stati Uniti sono il principale mercato al di fuori dell’Italia, con oltre 14.000 tonnellate esportate nel solo 2023, pari al 22,5% della quota export”, ha detto Bertinelli. “Tuttavia, siamo preoccupati dal rischio che prenda piede un contesto di misure restrittive al libero commercio dei latticini, in cui vengano presi provvedimenti di tutela che influenzino il mercato colpendo in maniera indiscriminata anche chi, come noi, copre meno del 5% del mercato dei formaggi duri e viene venduto a un prezzo doppio di quello dei Parmesan locali. Riteniamo che imporre dazi su un prodotto Dop come il Parmigiano Reggiano aumenterebbe solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali”. Il Consorzio crede invece in una collaborazione tra Italia e Stati Uniti, basata sul reciproco riconoscimento delle eccellenze. “Vogliamo lavorare con le istituzioni, le associazioni e le imprese per costruire un futuro in cui i prodotti di qualità, come il Parmigiano Reggiano e le specialità americane, possano circolare liberamente in entrambi i Paesi, senza barriere all’ingresso”.


Secondo Bertinelli l’adozione di dazi contro le Indicazioni geografiche va considerata come uno strumento “non etico”, dannoso per prodotti che sono un vero e proprio patrimonio delle zone d’origine. “Siamo pronti a collaborare con il Niaf, l’Ambasciata e tutti i nostri partner americani per promuovere questa visione e costruire un futuro più equo e sostenibile”.

Cia: accordo GranTerre-Parmacotto rafforza filiera alimentare

Cia: accordo GranTerre-Parmacotto rafforza filiera alimentareRoma, 29 ott. (askanews) – L’intesa tra GranTerre e Parmacotto rafforza il comparto alimentare Made in Italy e può contribuire a quel percorso per un nuovo patto di filiera per la suinicoltura, necessario a dare nuovo impulso alla competitività delle imprese. Così, Cia-Agricoltori Italiani soddisfatta dell’accordo siglato tra il gruppo modenese e quello parmigiano per una nuova aggregazione tra top brand della salumeria italiana.


“Questa operazione è un passo importante e positivamente strategico per il nostro agroalimentare – commenta il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – In particolare, il comparto suinicolo, che con tutta la filiera rappresenta per l’economia italiana una risorsa rilevante, sia in termini occupazionali che di Pil, merita uno sforzo sempre più corale a salvaguardia e valorizzazione della produttività e delle eccellenze agroalimentari nazionali, che sono qualità a tavola, ma anche tradizioni e territorio. Nuove alleanze tra marchi solidi – ha aggiunto – fanno bene a tutto il Made in Italy e possono agevolare condizioni di mercato più idonee alla crescita. Le difficoltà che da troppo tempo minano nel nostro Paese la suinicoltura, non più solo i costi alti di produzione, ma anche la grande emergenza Psa, richiedono sempre più lungimiranza e coraggio”. La fase agricola (oltre 26mila allevamenti suinicoli) genera un valore di oltre 4 miliardi di euro, con un’incidenza pari al 6,4% del valore complessivo della produzione agricola nazionale, e l’industria dei salumi realizza un fatturato di oltre 9 miliardi di euro con un’incidenza del 4,7% su quello del settore alimentare nazionale. Complessivamente oltre 13 miliardi, per un export che vale 2,3 miliardi di euro.

Lino Enrico Stoppani confermato presidente di Fipe Lombardia

Lino Enrico Stoppani confermato presidente di Fipe LombardiaRoma, 29 ott. (askanews) – Lino Enrico Stoppani è stato riconfermato all’unanimità per acclamazione presidente di F.I.P.E. Lombardia, l’associazione regionale lombarda dei pubblici esercizi. “Ringrazio per la rinnovata fiducia – ha dichiarato Stoppani – che mi spinge ancora di più a rappresentare un settore strategico anche per la Lombardia, incarnandone la storia e la tradizione, garantendo la socialità e rientrando a pieno titolo tra i protagonisti del turismo, comparto sempre più rilevante per la regione e strategico per il suo valore economico e occupazionale”.


Sono 48.305 le imprese della ristorazione in Lombardia, oltre il 14% di quelle nazionali, nel 28% dei casi guidate da donne e nel 12% da giovani. Rilevante il numero degli addetti del settore: 209.494 (oltre il 50% donne) sono i soli occupati dipendenti, di cui quasi il 70% con contratto a tempo indeterminato. Pubblici esercizi lombardi che hanno un peso significativo per l’occupazione, ma che potrebbero garantirne ancora di più: per il trimestre ottobre-dicembre 2024, secondo le rilevazioni sui fabbisogni occupazionali del sistema informativo Excelsior, le imprese del comparto sono, infatti, alla ricerca di 30.360 profili qualificati, soprattutto camerieri di sala, banconieri di bar e aiuto cuochi. “Numeri – aggiunge Stoppani – che evidenziano la centralità delle imprese che rappresentiamo, fatte di donne e uomini consapevoli del valore che portano a città e piccoli centri. Valore che chiama le istituzioni a due grandi responsabilità: non discriminare il nostro comparto, attraverso scelte normative non ispirate al principio ‘stesso mercato stesse regole’, e sostenerlo con politiche lungimiranti su investimenti e formazione, indispensabili per agganciare le nuove transizioni della sostenibilità e della digitalizzazione”.


“All’orizzonte – conclude Stoppani – c’è la sfida delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, da intendersi non solo come occasione di business di breve periodo, ma come opportunità di aprirsi ancora di più al mondo, contribuendo ad affermare l’immagine della Lombardia all’estero”.

A Pisticci la prima edizione del World Amaro Day

A Pisticci la prima edizione del World Amaro DayRoma, 28 ott. (askanews) – Si è tenuta oggi la prima edizione del World Amaro Day, la manifestazione dedicata al mondo dell’amaro che unisce tradizione, innovazione e cultura. Un evento ospitato negli spazi di Essenza Lucano a Pisticci, il museo aziendale di Lucano 1894, che ha riunito produttori, esperti del settore e appassionati per celebrare e promuovere l’amaro come simbolo del gusto e del patrimonio italiano.


Il World Amaro Day nasce con l’obiettivo di valorizzare l’amaro non solo come una bevanda da fine pasto, ma come parte del patrimonio culturale e artigianale italiano, strettamente legato alle tradizioni regionali. Secondo una indagine Nielsen, si si tratta di un prodotto che va incontro a una crescente popolarità nel mondo della mixology. L’analisi ha rivelato come l’amaro sia apprezzato sia nella sua forma tradizionale, sia come ingrediente di cocktail di tendenza, con un consumo che si estende anche a un pubblico giovane e internazionale. Secondo Nielsen, questo trend di crescita apre nuove opportunità per le aziende del settore, posizionando il World Amaro Day come un catalizzatore per promuovere la categoria e rafforzare l’immagine internazionale degli amari italiani.


Dai formati sperimentali per la mixology alla scelta di ingredienti biologici e locali, si è parlato di come le aziende stiano adattando l’amaro alle nuove tendenze, senza però rinunciare alla fedeltà alle proprie radici.

Conclusa sesta edizione fiera agricoltura di Sammichele di Bari

Conclusa sesta edizione fiera agricoltura di Sammichele di BariRoma, 28 ott. (askanews) – Cala il sipario sulla Fiera dell’Agricoltura di Sammichele di Bari che ha visto, tra i 204 espositori e stand istituzionali, anche la presenza di sette associati di Confagricoltura Bari- Bat, in uno spazio dedicato all’Organizzazione Professionale Agricola.


Nel corso della tre giorni, ospitata nell’area mercatale della città, i soci di Confagricoltura hanno avuto la possibilità di far conoscere i loro prodotti. Ed è stato così per: Le Antiche Lame di Emilio Cirillo Farrusi, Api Puglia, Cantina Tenuta Cacascola, La Cattiva S.A.R.L., Masseria Lo Schiavetto, Oleificio Sportelli Giuseppe e Oleificio Madonna del Rosario. “La scelta di partecipare a una fiera – spiegano da Confagricoltura Bari- Bat – permette di stabilire contatti strategici per la crescita del proprio business e per accedere a nuovi mercati di sbocco. Abbiamo sempre creduto come Organizzazione in questi momenti aggregativi e in modo particolare – spiegano – nella Fiera dell’Agricoltura di Sammichele. Non è infatti il primo anno che partecipiamo”.


La Fiera di Sammichele di Bari permette quindi di far incontrare il mondo agricolo: “Un’ occasione di confronto sullo stato dell’arte delle varie colture, ma anche un punto di partenza per guardare agli obiettivi da perseguire”, continuano da Confagricoltura Bari – Bat. La manifestazione è diventata una vetrina importante e un appuntamento fisso tra i più qualificanti della Puglia, capace di riunire diversi soggetti della filiera, provenienti prevalentemente dal Centro-Sud Italia.

Uci: su bio nuovi parametri potrebbero danneggiare agricoltori

Uci: su bio nuovi parametri potrebbero danneggiare agricoltoriRoma, 28 ott. (askanews) – Preoccupazione per le potenziali difficoltà cui potrebbero andare incontro gli agricoltori biologici italiani che sono tra i più virtuosi in Europa, con quasi il 20% della superficie agricola certificata. “Tuttavia, con i nuovi parametri che si prospettano, molte aziende potrebbero trovarsi costrette ad abbandonare la produzione biologica, non per problemi relativi alle loro pratiche, ma per la mancanza di tutele adeguate contro contaminazioni accidentali dai campi vicini”. Così Mario Serpillo, presidente dell’Uci (Unione Coltivatori Italiani), chiede di “semplificare il quadro normativo e di evitare che tali contaminazioni pregiudichino il lavoro di migliaia di aziende virtuose”.


“Oggi, quasi due terzi degli habitat agricoli europei si trovano in uno stato di conservazione critico. L’uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi chimici ha minato la salute del suolo e diminuito la resilienza agricola ai fenomeni estremi, come siccità e precipitazioni irregolari. È fondamentale invertire questa rotta”, conclude facendo un appello al governo affinché il biologico sia visto come un’opportunità di sviluppo produttivo sostenibile e non come un settore marginale da penalizzare: “è necessario proteggere e incentivare le pratiche biologiche, non solo per il loro valore economico, ma per il contributo che danno al nostro ambiente e al futuro della nostra agricoltura”.

Siccità, Masaf: in arrivo oltre 100 mln per imprese danneggiate

Siccità, Masaf: in arrivo oltre 100 mln per imprese danneggiateRoma, 28 ott. (askanews) – È stata accolta dal ministero dell’Economia e delle Finanze la richiesta del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, di attivare un cofinanziamento nazionale di 74,8 milioni di euro, da aggiungere ai 37,4 milioni già messi a disposizione dall’Unione Europea lo scorso 10 ottobre per sostenere le imprese agricole colpite dalla siccità che ha interessato il Sud Italia e le isole maggiori nel corso del 2024.


La disponibilità complessiva di fondi per affrontare i problemi causati dall’emergenza climatica ammonta ora a oltre 112 milioni di euro. Si tratta di un risultato significativo, che mette a disposizione delle imprese e degli agricoltori risorse concrete per far fronte ai cali di produzione, registrati in particolare nel settore cerealicolo. Il Masaf, in collaborazione con la Conferenza Stato-Regioni, definirà a breve le modalità operative per distribuire gli aiuti alle aree e ai settori più colpiti. Entro il 31 dicembre 2024, come previsto dal Regolamento, i dettagli degli interventi saranno comunicati alla Commissione Europea, e la distribuzione degli aiuti ai beneficiari sarà completata entro il 30 aprile 2025.

Peroni e Nastro Azzurro riconosciuti marchi storici d’interesse nazionale

Peroni e Nastro Azzurro riconosciuti marchi storici d’interesse nazionaleMilano, 28 ott. (askanews) – Birra Peroni entra a far parte del “Registro dei marchi storici di interesse nazionale”. L’azienda, che oggi fa parte del gruppo giapponese Asahi, ha ottenuto l’inserimento nel registro registro del ministero delle Imprese e del made in Italy, insieme ai suoi due brand, Peroni e Peroni Nastro Azzurro.


“L’inserimento della nostra azienda e dei nostri brand tra i marchi storici di interesse nazionale dà ulteriore valore, storico, culturale e sociale, a quello che abbiamo fatto in oltre 175 anni di storia – dichiara Federico Sannella, direttore corporate affairs di Birra Peroni – In particolare, con Peroni Nastro Azzurro rappresentiamo con orgoglio il made in Italy nel mondo portando ovunque il gusto e il saper fare italiano”.

GranTerre si mangia il Parmacotto: 1,5 mld di fatturato entro 5 anni

GranTerre si mangia il Parmacotto: 1,5 mld di fatturato entro 5 anniMilano, 28 ott. (askanews) – Granterre si mangia il Parmacotto della famiglia Zaccanti per creare “la casa comune della salumeria italiana”. Il gruppo cooperativo, presente sul mercato con marchi come Parmareggio e Casa Modena e AZ, finanziaria della famiglia Zaccanti, che controlla Parmacotto, hanno sottoscritto un accordo per l’aggregazione tra Salumifici GranTerre (controllata dal gruppo GranTerre) e Parmacotto.


L’operazione prevede l’apporto in Salumifici GranTerre dell’intera partecipazione in Parmacotto, apporto che darà vita a una realtà con ricavi superiori a 1,1 miliardi, 2.500 dipendenti, 20 stabilimenti (14 Salumifici GranTerre e sei Parmacotto). Il piano industriale nell’arco di 5 anni, prevede di superare gli 1,5 miliardi di fatturato e ottenere importanti sinergie, spiegano in una nota le due società, specificando che il nuovo gruppo ha la capacità di “espandersi in tutti i mercati dove sono già presenti, ovvero Stati Uniti e i principali mercati UE, e di aprirne nuovi”. L’operazione, specificano nella nota, si perfezionerà nei prossimi mesi. “GranTerre, dopo un significativo ma rapido percorso di aggregazione e crescita, con questa operazione è orgogliosa di completare la valorizzazione a livello italiano e mondiale di Parmacotto – ha dichiarato Ivano Chezzi, presidente di GranTerre Spa – Siamo sicuri che, grazie al commitment degli azionisti, le risorse di GranTerre e quelle di Parmacotto si integreranno creando valore e segnando una tappa importantissima per la nostra ulteriore crescita, cui ne potranno seguire altre ancora, facendo di Salumifici GranTerre la ‘casa comune’ della salumeria italiana”. “Dopo un’importante fase di rilancio, Parmacotto – ha dichiarato Giovanni Zaccanti, presidente di Parmacotto – ha voluto subito raccogliere la maggiore delle sfide: divenire protagonista di un grande polo dei salumi italiano, dove una crescita forte e sostenibile, l’innovazione nei processi e nei prodotti, l’export di qualità, la centralità dei consumatori e dei territori saranno le ricette vere del successo che sicuramente questa operazione otterrà”.


Il gruppo GranTerre, nato a gennaio 2019 dall’aggregazione di Grandi Salumifici Italiani (ora Salumifici GranTerre) e Parmareggio (ora Caseifici GranTerre), ha chiuso il 2023 con un fatturato di oltre 1,6 miliardi di euro. Partecipato e controllato da Consorzio Granterre, il gruppo produce e commercializza alcune Dop e Igp di salumi e formaggi stagionati, burro e piatti pronti, attraverso i suoi 18 stabilimenti in Italia, quattro filiali estere e oltre 2.800 dipendenti e collaboratori. Parmacotto, con i suoi quattro brand, Parmacotto, Parmacotto Selection, Boschi Fratelli e Salt & Twine e i suoi sei stabilimenti produttivi – quattro in Italia e 2 a Boston (Usa), ha invece chiuso lo scorso anno con 150 milioni di euro di fatturato.