Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Appello FederBio per voto europeo: sostenere agroecologia

Appello FederBio per voto europeo: sostenere agroecologiaRoma, 27 mag. (askanews) – Appoggiare politiche sostenibili che incentivino la transizione verso un’agricoltura resiliente e giusta come quella biologica fondata su pratiche non solo benefiche per l’ambiente, ma anche economicamente sostenibili. Dalla Festa del BIO Anteprima Terra Madre, FederBio lancia un appello in occasione delle consultazioni elettorali europee, condividendo il Manifesto “Elezioni Europee 2024 – per aree rurali vitali e sistemi alimentari sostenibili” di IFOAM OE, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica.


FederBio e IFOAM Organic Europe propongono quindi sei priorità che dovranno essere affrontate durante il prossimo mandato politico: ripensare la Politica Agricola Comune per promuovere la biodiversità e sostenere pratiche estensive; rafforzare l’economia e la sostenibilità dei sistemi alimentari attraverso gli appalti sostenibili; migliorare la scelta dei consumatori attraverso la sensibilizzazione sul costo reale del cibo e la promozione del biologico; migliorare la scelta dei consumatori contrastando il greenwashing; incoraggiare l’innovazione guidata dagli agricoltori promuovendo il biocontrollo e infine incoraggiare l’innovazione guidata dagli agricoltori attraverso l’istruzione, l’innovazione e la conoscenza. “È giunto il momento di agire con determinazione per proteggere il nostro Pianeta e assicurare un futuro sostenibile per le generazioni a venire – ha detto Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – Ecco perché abbiamo deciso di condividere in questo particolare momento, il Manifesto IFOAM OE, che fornisce una roadmap chiara, affinché i decisori politici europei possano adottare politiche green che rimettano al centro sistemi agroalimentare sostenibili, resilienti e rispettosi delle persone e degli ecosistemi”.


Al primo punto del Manifesto condiviso da FederBio, IFOAM OE ha posto la riconsiderazione della Politica Agricola Comune (PAC). Si chiede di riconoscere il ruolo dell’agricoltura biologica nel fornire benefici ambientali, economici e sociali, incentivando la transizione verso standard più elevati, anche attraverso la riduzione della complessità amministrativa e introducendo incentivi economici.

Giacomo Ponti confermato a presidenza di Italia del Gusto

Giacomo Ponti confermato a presidenza di Italia del GustoRoma, 27 mag. (askanews) – Giacomo Ponti, presidente dell’omonima società, è stato confermato al vertice di Italia del Gusto, il primo consorzio privato di imprese attive nel comparto alimentare e vinicolo italiano, che oggi rappresenta 30 aziende associate con un fatturato aggregato di 25 miliardi di euro. È quanto ha stabilito l’assemblea dell’associazione, svoltasi presso l’APE Parma Museo che sta ospitando la mostra Mare Nostrum promossa dall’azienda associata Delicius in occasione del suo 50esimo anniversario, che ha sancito la composizione del nuovo board consortile.


Il neo costituito Consiglio direttivo ha definito la conferma alla vicepresidenza di Alberto Auricchio, amministratore delegato della Gennaro Auricchio SpA, e di Gabriele Noberasco, presidente di Noberasco SpA, e l’ingresso in qualità di consigliere di Matteo Zoppas, attuale presidente dell’Agenzia ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) e consigliere di amministrazione di Acqua Minerale San Benedetto SpA. “La nomina a Presidente di Italia del Gusto per un nuovo mandato è un segno di rinnovata fiducia e stima da parte delle imprese che animano la nostra realtà associativa – ha detto Ponti – di cui sono orgoglioso. Desidero esprimere la mia gratitudine a coloro che hanno confermato la mia posizione di responsabilità. Sono fermamente determinato a svolgere questo ruolo mettendo a disposizione tutte le mie energie e competenze, con un approccio di collaborazione e ascolto verso tutti gli associati”.

Conserve Italia assume 1.350 stagionali per raccolta pomodoro

Conserve Italia assume 1.350 stagionali per raccolta pomodoroRoma, 27 mag. (askanews) – Conserve Italia è pronta ad assumere circa 1.350 lavoratori stagionali per le attività di trasformazione del pomodoro da industria, che saranno impegnati tra la seconda metà di luglio e la fine di settembre negli stabilimenti del Gruppo cooperativo.


Nel dettaglio, l’azienda assumerà 500 addetti per il sito di Pomposa (FE), 200 per quelli di Ravarino (MO) e XII Morelli (FE), 200 per Albinia (GR) e 450 per Mesagne (BR). In questi siti produttivi si lavora il pomodoro conferito dai soci agricoltori delle cooperative locali, materia prima con cui si realizzano prodotti commercializzati in Italia e in oltre 70 Paesi con i marchi Valfrutta, Cirio, Jolly Colombani e Pomodorissimo – Santarosa (in licenza), oltre che con la marca del distributore. Il personale sarà inquadrato con contratto a tempo determinato stagionale, legato alla durata delle attività di trasformazione, nel rispetto del Contratto nazionale di lavoro delle Cooperative trasformazione prodotti agricoli.

Istat: clima primo fattore che pesa su previsione di semina

Istat: clima primo fattore che pesa su previsione di seminaRoma, 27 mag. (askanews) – Sono gli eventi metereologici il fattore che più pesa sulle previsioni di semina. Il clima, infatti, è il fattore di incertezza più condizionante per il 69,9% delle aziende agricole, seguito dall’andamento dei mercati (32,4%) e dai prezzi delle materie prime (20,2%). E’ quanto emerge dal rapporto Istat sulle Previsioni di semina per le coltivazioni cerealicole: tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, l’Istat ha condotto una indagine sulle intenzioni di semina di alcune colture erbacee, finalizzata a prevedere l’uso delle superfici cerealicole nell’annata agraria in corso (2023-2024) rispetto all’annata 2022-2023.


Alle aziende agricole intervistate è stato chiesto se ritenessero che quanto previsto per l’annata 2023-2024 potesse modificarsi nei mesi successivi. Il 27,6% delle aziende agricole che hanno fornito le previsioni di semina ha risposto in maniera affermativa; inoltre, la propensione alla risposta affermativa aumenta al crescere della dimensione aziendale: infatti, si passa dal 20,5% delle aziende fino a 10 ettari di SAU al 33,2% delle aziende con oltre 100 ettari. Tra i fattori presi in considerazione che possono comportare cambiamenti rilevanti tra le previsioni di semina e quanto sarà effettivamente seminato nell’annata agraria in corso, gli intervistati hanno avuto la possibilità di fornire risposte multiple. Tra le aziende che ritengono possibili modifiche nell’uso del suolo rispetto a quanto indicato con le previsioni di semina, il 69,9% (con un picco dell’80,4% nelle due isole maggiori) ha indicato, tra le possibili cause, il fattore meteorologico, probabilmente anche in relazione agli eventi dello scorso anno.


A seguire, ulteriori fattori di incertezza sono l’andamento dei mercati (32,4%) e i prezzi delle materie prime (20,2%), ad indicare l’effetto destabilizzante derivato dai conflitti internazionali in corso, che generano instabilità dei mercati. Il Sud e le Isole prevedono minori difficoltà derivate dall’andamento dei mercati, probabilmente riconducibili all’aumento generale dell’export 2023; diversamente, le previsioni sembra possano essere influenzate dall’andamento dei prezzi delle materie prime dei prodotti acquistati dagli agricoltori, che hanno registrato un aumento costante negli ultimi mesi del 2023.

Istat: 28,5% aziende usa strumenti agricoltura di precisione

Istat: 28,5% aziende usa strumenti agricoltura di precisioneRoma, 27 mag. (askanews) – Il 28,5% delle aziende agricole italiane utilizza strumenti e tecniche proprie dell’agricoltura di precisione. E’ quanto emerge dal rapporto Istat sulle Previsioni di semina per le coltivazioni cerealicole in cui, alle aziende agricole chiamate a fornire le intenzioni di semina per l’annata agraria 2023-2024, è stato anche chiesto di indicare se e quali strumenti abbiano messo in atto per perseguire gli obiettivi di modernizzazione e sostenibilità.


E’ emerso che il 28,5% delle aziende ha affermato di utilizzare strumenti e tecniche proprie dell’agricoltura di precisione. La maggiore concentrazione delle aziende che si avvalgono delle tecniche dell’agricoltura di precisione si riscontra nelle aree del Nord-ovest e del Nord-est (quote rispettivamente del 32,1% e del 33% sul totale delle aziende). Inoltre, va sottolineato, riporta Istat, come siano soprattutto le aziende di grandi dimensioni a fare ricorso a tali tecnologie volte all’ottimizzazione e alla razionalizzazione dell’uso agricolo dei terreni: tra le aziende con SAU superiore ai 100 ettari, il 41,1% ha affermato di utilizzare strumenti e tecniche proprie dell’agricoltura di precisione, mentre tale quota tocca il 29,4% per le aziende tra 50 e 100 ettari; le aziende di piccole dimensioni (fino a 15 ettari) si fermano alla quota del 9,6%.

Istat: previsto in 2023-24 -11,9% Sau a grano duro e -8,7% a orzo

Istat: previsto in 2023-24 -11,9% Sau a grano duro e -8,7% a orzoRoma, 27 mag. (askanews) – Una importante diminuzione della Superficie agricola utilizzata (Sau) destinata a grano duro (-11,9%) e di quella destinata all’orzo (-8,7%) mentre si registrano lievi variazioni per le superfici investite a frumento tenero (+1,4%) e a mais (-0,9%). E’ quanto emerge dal rapporto Istat sulle Previsioni di semina per le coltivazioni cerealicole: tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, l’Istat ha condotto una indagine sulle intenzioni di semina di alcune colture erbacee, finalizzata a prevedere l’uso delle superfici cerealicole nell’annata agraria in corso (2023-2024) rispetto all’annata 2022-2023.


Nel corso dell’indagine il 70% delle aziende agricole ha indicato tra i principali fattori che potrebbero incidere sulle previsioni di semina quelli metereologici, a seguire, con il 32,4%, l’andamento dei mercati. Nel corso dell’indagine è emerso anche che, diversamente dall’andamento degli ultimi anni, nel 2024 le previsioni registrano una diminuzione, sebbene lieve, della SAU (-1,9%) e delle superfici investite a seminativi (-1,8%), mentre si prevede una flessione più significativa delle superfici a cereali (-6,7%).


Infatti, mentre tra il 2022 e il 2023, si registra a livello nazionale un andamento piuttosto stabile delle superfici investite a cereali (+0,2%), le previsioni per il 2024 denotano invece un brusco calo che arriva al -6,7%. L’analisi della distribuzione territoriale evidenzia la posizione di primo piano del Nord-est, dove il peso relativo delle superfici investite a cereali si attesta, nel 2023 al 28,8%, confermando sostanzialmente il dato del 2022 (29,0%). È tuttavia proprio questa l’area geografica in cui si prevede, per la nuova annata agraria, il maggiore calo del peso delle superfici a cereali rispetto al totale nazionale (-2%), giustificato probabilmente dai fattori metereologici.


Il peso dei cereali al Sud, tra il 2022 e il 2023, registra una lieve diminuzione delle superfici (dal 23,1% al 22,6%), mentre per l’annata 2023-2024 le previsioni delle aziende registrano un aumento fino al 26,1% che spingerebbe il Sud a posizionarlo subito dopo il Nord-est (+26,8%). Nel 2023, le superfici destinate ai cereali del Nord-ovest coprono il 22,6% del totale delle superfici cerealicole nazionali, ma le previsioni di semina per il 2024 indicano un sensibile calo che porterebbe questo valore al 21,2%. Anche le Isole mostrano un trend in diminuzione (-0,5%), passando da un peso relativo delle superfici investite a cereali del 14,2% al 13,7%. Al Centro i valori continuano a mostrare un lieve aumento negli anni, i valori delle superfici investite a cereali registrati passano dall’11,3% all’11,9% nel 2023 e nelle previsioni si registra un lieve aumento al 12,2%.


Considerando le singole specie cerealicole e la loro incidenza sul totale delle superfici a cereali, emerge che le coltivazioni su cui si investe maggiormente sono il frumento duro, il mais, il frumento tenero e l’orzo.

Istat: in 2022-23 superficie agricola utilizzata (Sau) +0,6%

Istat: in 2022-23 superficie agricola utilizzata (Sau) +0,6%Roma, 27 mag. (askanews) – E’ cresciuta dello 0,6% la Superficie agricola utilizzata per l’annata agraria 2022-2023, rispetto all’annata precedente, ma l’incidenza percentuale dei seminativi sulla Superficie Agricola Utilizzata scende dal 54,1% del 2022 al 53,9% del 2023. E’ quanto emerge dal rapporto Istat sulle Previsioni di semina per le coltivazioni cerealicole.


Nel dettaglio, nel corso del 2023, il susseguirsi di eventi climatici estremi ha procurato molti danni all’agricoltura nazionale tra coltivazioni e infrastrutture; sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal caldo al maltempo hanno prodotto effetti devastanti, come hanno dimostrato anche le alluvioni in Romagna, Lombardia, Piemonte e in Toscana. Inoltre, come conseguenza della cementificazione e dell’abbandono dei terreni, i risultati del settimo Censimento dell’agricoltura hanno mostrato che, negli ultimi 60 anni, l’Italia, ha perso circa tre aziende agricole su quattro e circa il 42% della Superficie Agricola Utilizzata. La Superficie Agricola Utilizzata, nell’annata agraria 2022-2023, ha mostrato un andamento in leggera crescita, con un aumento dello 0,6% rispetto all’anno precedente; di contro, la superficie destinata a seminativi e cereali mostra livelli sostanzialmente stabili rispetto al 2022, con incrementi pari rispettivamente a +0,19% e +0,23%.


In complesso, tra il 2021 e il 2023, a livello nazionale, si è osservato un lieve aumento della Superficie Agricola Utilizzata (+0,3%); la superficie investita a seminativi mostra un andamento analogo, in lieve aumento rispetto al 2021 (+1,7%). A livello nazionale, l’incidenza percentuale dei seminativi sulla SAU registra un lieve aumento rispetto al 2021, passando dal 53,2% al 53,9%; rispetto al 2022, invece, si registra una lievissima flessione (da 54,1% al 53,9%). Osservando i valori in termini assoluti, tale diminuzione è giustificata da un aumento della SAU complessiva nel 2023 maggiore di quello della superficie investita a seminativi. Le aree geografiche che mostrano l’aumento più significativo del peso relativo della SAU a seminativi sono il Centro (dal 62,8% al 63,3%) e il Nord-ovest (da 68,2% a 71,5%); la diminuzione più intensa si regista al Sud, dove l’incidenza dei seminativi sulla SAU scende dal 47,7% al 44,1%.

Ad aprile scende prezzo latte, salgono ortaggi e pesce

Ad aprile scende prezzo latte, salgono ortaggi e pesceRoma, 27 mag. (askanews) – Diminuiscono ad aprile i prezzi dell’olio di oliva e del latte ma aumentano quelli degli ortaggi e del pescato, su cui pesa l’instabilità delle condizioni atmosferiche. E’ quanto emerge dall’ultimo indice dei prezzi all’ingrosso elaborato da Unioncamere e BMTI.


In particolare, i prezzi nel settore ortofrutticolo sono stati particolarmente condizionati dal clima, caratterizzato da temperature primaverili nella prima parte del mese e, successivamente, da precipitazioni e calo delle temperature nella seconda parte. Fattori che hanno determinato un rallentamento delle produzioni ed un aumento dei prezzi di alcuni prodotti orticoli tra cui le lattughe (+5,7% rispetto a marzo), che si mantengono comunque inferiori del 30% rispetto allo scorso anno, le patate novelle di produzione siciliana e pugliese (+7,4% rispetto a marzo), le cipolle (+12%) e i cavoli broccoli (quasi +11%). Timido l’avvio di annata per i meloni, che mostrano valori inferiori del 7% su base mensile e quasi del 17% su base annua. Il melone è stato uno dei prodotti che più ha sofferto dell’andamento climatico incostante di aprile. Nel settore zootecnico, invece, è continuato ad aprile il calo per il latte spot, ossia il latte venduto sfuso in cisterna (-2,5% rispetto a marzo), che ha risentito anche di una maggiore produzione favorita dalle temperature fresche.


In ribasso dell’1,7% rispetto al mese precedente le carni di bovino adulto mentre sono aumentate del 2,1% i prezzi delle carni di pollo, grazie al buon andamento della domanda, favorita anche in questo caso dalle temperature ancora fresche di aprile. Tuttavia, i prezzi attuali restano più bassi del 15,3% rispetto allo scorso anno. Allo stesso modo, rispetto al 2023, sono in calo del 17,6% anche le carni di tacchino che, invece, rispetto al mese di marzo sono rimaste stabili. Sostanziale stabilità anche per i prezzi all’ingrosso di riso e dei derivati dei cereali (semola e farina), che confermano un ribasso del 10% rispetto al 2023.


Tra gli oli e grassi, è stato rilevato un leggero calo dello 0,8% per l’olio di oliva, con il mercato italiano che ha risentito anche della revisione al rialzo delle stime sulla produzione spagnola e delle piogge registrate nella penisola iberica. I prezzi attuali rimangono comunque elevati, superiori del +51,3% rispetto ad un anno fa. Sulla scia dei rialzi del prezzo dell’olio di semi di girasole, tornano a crescere i listini dell’olio di semi (+2,4% rispetto al mese precedente). Tra le materie grasse sono diminuiti del 2,3% i prezzi del burro che continuano a essere superiori del 30% rispetto al 2023. Nel settore ittico, si evidenziano diffusi rialzi per i prezzi del pescato, complici, da un lato, una riduzione delle attività di pesca dovuta al maltempo e, dall’altro, il buon andamento della domanda proveniente dalla ristorazione. Gli aumenti più rilevanti si registrano per i cefali (+46,1% su base mensile), le sarde (+27,1%), le spigole (+21,3%), i calamari (+16,5%) e il baccalà secco (+24,4%).

Tartufo di Calabria, Crea capofila in costruzione della filiera

Tartufo di Calabria, Crea capofila in costruzione della filieraRoma, 27 mag. (askanews) – Una filiera di eccellenza del Tartufo di Calabria, che coniughi scienza, sostenibilità e impresa, accompagnando lo sviluppo e la valorizzazione turistica dei numerosi territori regionali vocati: questo l’obiettivo del primo convegno scientifico nazionale “Il Tartufo di Calabria” che si terrà martedì 28 maggio presso la sede di Rende del Crea.


Domani sarà anche presentata la tartufaia sperimentale realizzata dal Crea Foreste e Legno, presso l’azienda Li Rocchi di Rende: un’area di circa un ettaro con oltre 160 alberi appartenenti a sette diverse specie forestali autoctone (Rovere, Roverella, Leccio, Sughera, Pioppo, Tiglio, Carpino) inoculati con spore di tartufo estivo (Tuber aestivum). Si tratta di una collezione di piante madri plus di specie forestali autoctone certificate ed è la prima, nel suo genere, accessibile anche ai ciechi e agli ipovedenti. Qui sarà possibile condurre studi e sperimentazioni su come migliorare la produzione di tartufi sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, utilizzando tecniche colturali specifiche idonee sia per l’essenza forestale che per il micelio. La tartufaia rappresenta, inoltre, una valida alternativa alla produzione dei tartufi senza l’eccessivo sfruttamento antropico che minaccia invece l’integrità dell’habitat e dell’ecologia di ambienti naturali tartuficoli italiani.


Il Tartufo di Calabria, bianco o nero che sia, è da tempo una realtà, con centinaia e centinaia di chili raccolti nelle stagioni migliori. Infatti, i boschi sparsi tra la montagna e la pianura calabrese, offrono le condizioni pedoclimatiche ottimali per varietà quali il tartufo nero estivo o scorzone (Tuber aestivum), il tartufo nero uncinato invernale (Tuber uncinatum), il tartufo nero mesenterico o ordinario (Tuber mesentericum) e il famoso tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum). Il bianco pregiato (Tuber magnatum), invece, predilige il riparo umido e ombroso fornito dalle valli, mentre, più in basso, verso il mare, si trova persino il tartufo bianchetto (Tuber borchii).


Il “Sistema Tartufo di Calabria” creato grazie al sostegno del MASAF e della Regione Calabria ha lo scopo di dare nuove opportunità di crescita alla Calabria intera, legando l’eccellenza del tartufo ai territori di provenienza. Il Crea potrebbe fungere da Coordinamento Nazionale, facendosi carico sia di raccogliere, custodire e rendere fruibili le tutte le informazioni utili alla filiera del tartufo sia contribuire alla formazione professionale e tecnica delle figure coinvolte.

Confagricoltura: con Hubfarm digitalizzata 1/3 superficie agricola

Confagricoltura: con Hubfarm digitalizzata 1/3 superficie agricolaRoma, 27 mag. (askanews) – Un canale diretto con la Pubblica Amministrazione per una gestione pratica e immediata del Fascicolo Aziendale e del quaderno di campagna: questo è solo uno dei servizi offerti da Hubfarm, la piattaforma digitale realizzata da xFarm Technologies con Confagricoltura, che semplifica e snellisce le procedure burocratiche delle imprese agricole.


Il sodalizio tra le due strutture, il leader europeo nello sviluppo di software per l’agricoltura e la Confederazione di aziende agricole più antica d’Italia, opera per digitalizzare oltre 200mila imprese del settore primario, la cui attività corrisponde al 45% della produzione agricola nazionale e occupa circa un terzo della superficie destinata alla coltivazione. Al momento, la piattaforma di xFarm Technologies supporta già 169mila imprese agricole in Italia e, con questa sinergia, si prefigge di ampliare il risultato. Già circa 3mila associati di Confagricoltura, infatti, hanno scelto l’abbonamento a pagamento ai servizi offerti da Hubfarm e xFarm Technologies. Per Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che ha instaurato una collaborazione strategica con xFarm Technologies, “Hubfarm è la naturale evoluzione di un percorso di digitalizzazione diffusa, del quale Confagricoltura è stata pioniera. La Confederazione, già prima promotrice della riforma dell’Agricoltura 4.0, oggi è in prima linea per arrivare a digitalizzare un terzo del territorio agricolo italiano. La digitalizzazione, infatti, è la prima rivoluzione totalmente green del mondo agricolo, non inquinando e supportando il settore nel raggiungimento degli obiettivi di carbon neutrality. Il nostro auspicio è che, oltre a uno strumento di accesso immediato ai servizi della PA, Hubfarm diventi un requisito per l’accesso alla finanza agevolata”.


Matteo Vanotti, CEO di xFarm Technologies, ha aggiunto: “da anni supportiamo gli agricoltori per cercare di semplificare il loro lavoro, estremamente complesso sotto molti punti di vista. Con Hubfarm abbiamo fatto un passo avanti, arrivando a facilitare ulteriormente la gestione burocratica dell’azienda, grazie all’integrazione coi dati della Pubblica Amministrazione. Questo è un punto particolarmente importante per gli agricoltori italiani, che spesso si trovano sopraffatti dalla burocrazia. Questa collaborazione è strategica sia per i singoli imprenditori agricoli che per le filiere agroalimentari, che potranno operare all’interno di un ecosistema digitale sempre più interconnesso e completo”.