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La Molisana a Cibus punta su benessere e innovazione

La Molisana a Cibus punta su benessere e innovazioneRoma, 6 mag. (askanews) – Benessere e innovazione. La Molisana torna a Cibus, la fiera agroalimentare che aprirà i battenti dal 7 al 10 maggio prossimi a Parma, puntando sulle novità di prodotto come la pasta con farina di lupini, lo Spaghettone Grosso, e il Rigacuore integrale


“Con 21 grammi di proteine ogni 100 grammi fusilli, spaghetti e penne con farina di lupini rappresentano un prodotto eccellente che si sposa perfettamente con la ricerca del benessere e che non rinuncia alla qualità e alla trafila al bronzo. In questi giorni sarà a scaffale anche in Italia”, annuncia Giuseppe Ferro, amministratore delegato della Molisana. Nel 2023 il Gruppo ha fatturato oltre 450 milioni di euro di cui 306 nel consolidato. Risultati eccellenti sia in Italia che all’estero dove si è registrato il 39% del giro di affari. “Anche il primo trimestre del 2024 ci parla di numeri importanti – conclude Ferro – con una crescita endogena e organica a volume di oltre il 25%”.


“Nel 2023 l’export della Molisana è cresciuto a doppia cifra fino a superare i 110 milioni di euro per la sola categoria pasta – racconta Giuseppe Sacco, direttore export – Un andamento sorprendente confermato anche per i primi tre mesi del 2024. Performiamo bene in tutti i 120 paesi presidiati, tanto da pensare all’apertura di alcune filiali”.

Aziende cerealicole siciliane chiedono misure urgenti sostegno

Aziende cerealicole siciliane chiedono misure urgenti sostegnoRoma, 6 mag. (askanews) – Otto mesi di assenza di precipitazioni e una grave siccità che perdura dal settembre 2023. Da settembre 2023 ad aprile 2024, in particolare, secondo i dati del servizio informativo agrometeorologico siciliano Sicilia orientale, nella zona di Catania si è registrato un 70% in meno di precipitazioni che ha portato a una grave siccità dei campi. L’impatto è stato pesante per le produzioni agricole e per il grano duro in particolare, per il quale si prevede una forte riduzione della quantità prodotta. Tutto ciò, anche a fronte di un mercato non propriamente favorevole per la materia prima nazionale, produrrà un impatto negativo direttamente sugli agricoltori ma anche sulle altre fasi della filiera che operano a stretto contatto con quella agricola. Per questo, le aziende cerealicole siciliane chiedono subito urgenti misure di sostegno, azioni per migliorare l’accesso al credito degli agricoltori ed evitare che la scopertura finanziaria nei confronti dei distributori possa scatenare un effetto a catena che porti ad una crescente difficoltà anche per le strutture intermedie.


E’ quanto emerso dal convegno svoltori il 3 maggio scorso a Catania sul tema “Il grano duro in Sicilia. Tra storia mercato e cambiamento climatico” organizzato da Compag in collaborazione con il Consorzio Crisma. L’evento di approfondimento sul grano duro è alla seconda edizione. Compag è la federazione nazionale delle rivendite agrarie che rappresenta i commercianti dei mezzi di produzione nonché gli stoccatori di cereali e proteaginose (per un totale di circa 4.000 imprese). Il mercato del grano duro stato fortemente destabilizzato dalle ingenti importazioni che si sono registrate negli scorsi mesi. A fine marzo, secondo i dati della Commissione UE elaborati da Areté, circa il 50% delle importazioni cumulate in Europa è arrivato da Turchia e Russia. L’inaspettata abbondanza delle esportazioni turche e russe ha comportato un calo dei prezzi della materia prima nazionale (tra agosto 2023 e marzo 2024 -22% su Bologna, -23% su Foggia).


Mentre il 2023 è stato caratterizzato dalla scarsa produzione e dalla riduzione degli stock mondiali, la Turchia (che vede un ulteriore aumento delle superfici) si è imposta sul mercato come esportatore netto e sembra destinata a mantenere tale ruolo anche per la campagna 2024/2025. Per il 2024 si prevedono, comunque, una produzione mondiale complessivamente più abbondante e un raccolto europeo qualitativamente migliore rispetto a quello del 2023. Il presidente Compag Fabio Manara, durante la tavola rotonda pomeridiana, ha rimarcato il peso degli stoccatori privati nelle filiere cerealicole, che oltre ad avere una importante capillarità su tutto il territorio nazionale, sono il ponte tra la parte agricola e quella industriale. “Le nostre strutture sono quelle che effettivamente detengono la materia prima nazionale e contribuiscono alla valorizzazione e distinguibilità delle produzioni italiane. Nei momenti di forte difficoltà della parte agricola, la sofferenza si distribuisce anche in capo alle strutture intermedie, come quelle associate a Compag, quali le rivendite di mezzi tecnici e gli stoccatori”.


“Compag – ha aggiunto Manara – sta lavorando da tempo per facilitare l’accesso al credito da parte degli agricoltori, sottoscrivendo convenzioni con istituti bancari. In una situazione di emergenza climatica estrema è necessario che siano messi a disposizione della parte agricola strumenti a copertura dei danni subiti, interventi che possano assicurare gli agricoltori danneggiati dalle calamità naturali”.

A Foggia il 16 maggio prime previsioni su campagna grano duro

A Foggia il 16 maggio prime previsioni su campagna grano duroRoma, 6 mag. (askanews) – Saranno rese note a Foggia il prossimo 16 maggio le prime stime sulla campagna del grano duro. L’occasione sarà il consueto appuntamento annuale con i Durum Days, l’evento internazionale per fare il punto sulla produzione di grano attesa in Italia e nel mondo che si svolgerà presso la Camera di Commercio di Foggia.


L’iniziativa è organizzata e promossa da Assosementi, Cia – Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Fedagripesca Confcooperative, Compag, Italmopa, Unione Italiana Food, con Areté quale partner tecnico, la collaborazione del Crea e la partecipazione in veste di sponsor di Corteva e Basf. Sono previste due sessioni con relative tavole rotonde, la prima dedicata all’innovazione tecnologica e digitale, la seconda sulle prospettive per la campagna di grano duro 2024/25. Nel pomeriggio avrà luogo il Durum Science Workshop dal titolo “Strumenti e tecniche per fronteggiare le incertezze della filiera cerealicola”.

Steriltom festeggia al Cibus i 90 anni dell’azienda

Steriltom festeggia al Cibus i 90 anni dell’aziendaRoma, 6 mag. (askanews) – Steriltom, azienda leader in Europa nella produzione di polpa di pomodoro per i canali professionali, Food Service ed Industria, festeggia al Cibus di Parma i 90 anni. L’azienda, presente in più di 80 Paesi e con un fatturato che nel 2023 ha superato i 200 milioni di euro, è stata fondata nel 1934 dalla famiglia Squeri.


“Non potevamo mancare a questa edizione di Cibus – spiega in una nota – Gaia Rasparini, export manager di Steriltom – Steriltom trasforma solo pomodoro italiano, garantendo una filiera tracciata che si traduce in un alto livello di qualità, sicurezza e sostenibilità”.

A Novara nello stabilimento Barilla che sforna 13mila Pavesini al minuto

A Novara nello stabilimento Barilla che sforna 13mila Pavesini al minutoMilano, 4 mag. (askanews) – Negli oltre 180mila metri quadrati dello stabilimento alle porte di Novara, biscotti come i Pavesini, con quasi 90 anni di storia alle spalle, prendono forma insieme ai più “giovani” Abbracci o alle linee dedicate al benessere sfornate da Mulino Bianco. Una storia iniziata 70 anni fa per mano di Mario Pavesi, che da 30 anni Barilla porta avanti continuando a scommettere sull’innovazione. Perchè parlando con chi lavora in questo stabilimento questo sembra essere il suo tratto distintivo, fin dal 1953. “Barilla è riuscita a conquistare trent’anni fa questa bellissima realtà di Novara, lo stabilimento di Pavesi che ha scritto una delle più belle storie alimentari del nostro Paese – ha ripercorso Luca Barilla, vice presidente del gruppo – Oggi siamo qui per festeggiare questa vita che prosegue nel mondo Barilla ma conservando sempre il ricordo di Mario Pavesi e dei prodotti straordinari che ci ha lasciato e che noi curiamo come dei bambini piccoli”.


Passato sotto la proprietà di Barilla (che lo aveva acquistato dall’Iri) nel 1994, lo stabilimento novarese sforna 55mila tonnellate di prodotti l’anno, oltre 100 specialità attraverso nove linee di produzione. Qui sono nati biscotti come i Ringo, che devono il nome al batterista del Beatles, o i Togo, i cracker accanto ai già citati Pavesini: una linea di produzione che ne sforna 13.100 al minuto, solo un minuto di cottura per due grammi di biscotto che deve la sua origine alla tradizione novarese. Con questi “pezzi” del passato, però, convivono anche le più recenti novità del gruppo di Parma, divise tra l’indulgence, che cresce, e l’healthy chiesto dal mercato. La sua architettura industriale anni 50, infatti, cela “innesti di modernità” sia sul fronte tecnologico che di prodotto. “Novara è uno stabilimento ricco di tecnologie di formatura dei biscotti: la linea dei Pavesini, la linea dei biscotti ripieni, i laminati come i crackers, i coestrusi come gli Abbracci e gli Intrecci e i tagli a filo come gli Scacchieri. Questa ricchezza ci permette di essere uno stabilimento innovativo. In questo stabilimento ogni anno si lanciano 2-3 prodotti nuovi, fino ad arrivare a sette come è successo l’anno scorso – ha raccontato la direttrice del plant Federica Massari – Barilla ha investito tantissimo in questo stabilimento, una media di 10 milioni all’anno. Sono investimenti che portano nuovi prodotti occupazione e volumi in crescita per questa realtà”.


Anche quest’anno sono in cantiere almeno due lanci di prodotto che celano un’innovazione anche sul piano delle tecnologie produttive. Qui due anni fa, in vista del lancio di due nuovi biscotti, è stata aumentata la capacità produttiva con un investimento di 10 milioni dotando gli impianti di una capacità massima di 105mila tonnellate di prodotti. Ma la centralità di questo plant attiene anche all’occupazione. “Lo stabilimento ha 335 dipendenti Barilla e una cinquantina di dipendenti a tempo determinato – ha proseguito Massari – La presenza femminile è del 50% nel team di vertice e in stabilimento del 30%. Tra i capi turno abbiamo anche delle donne e anche su ruoli come i fornai, che sono tipici storicamente di figure maschili, abbiamo delle fornaie donne. Un grande contributo che dobbiamo mandare avanti perché la presenza femminile in uno stabilimento produttivo non è sempre facile da perseguire”.


A dimostrazione del supporto al territorio, Barilla ha colto l’occasione dei festeggiamenti per i 30anni su Novara per donare un’ambulanza di soccorso per il trasporto sanitario alla Croce Rossa italiana che l’8 maggio festeggia la sua Giornata. Un gesto che suggella una volta di più l’importanza di questo stabilimento per il gruppo alimentare di Parma. “Questo stabilimento per noi è strategico e importantissimo – ha concluso Luca Barilla – ci lavorano delle bellissime persone che, nel corso degli anni, si sono innamorati della Barilla e i risultati si vedono perché i prodotti che loro fanno sono veramente di altissima qualità”.

Luca Barilla: nel 2024 segnali di miglioramento, al momento no acquisizioni

Luca Barilla: nel 2024 segnali di miglioramento, al momento no acquisizioniMilano, 3 mag. (askanews) – “In Italia la crescita non è semplicissima perché i mercati sono tutti un po’ in contrazione e noi, in quanto player importante sul mercato, sentiamo questa crisi che però dai primi segnali di quest’anno sembra in leggera evoluzione. Le cose stanno andando un po’ meglio rispetto al 2023”. A dirlo il vicepresidente del gruppo Barilla, Luca Barilla, a margine di un evento allo stabilimento di Novara.


“Il 2023 è stato un anno abbastanza drammatico per l’industria di produzione di marca” ha spiegato rimarcando che i prodotti di marca “hanno posizionamenti diversi sul mercato rispetto alle marche private e ai primi prezzi e la gente di fronte a un calo del potere d’acquisto ha dirottato le scelte dai prodotti di marca ai primi prezzi. Speriamo che questo trend si possa invertire, non per penalizzare i produttori di primi prezzi, ma perchè sarebbe il segnale di una economia italiana in ripresa e di un potenziamento del potere di acquisto delle persone”. Una ripresa dei consumi aiuterebbe le imprese anche sul fronte dei “margini che sono assolutamente importanti ma noi in Italia di margini importanti non ne abbiamo. L’Italia ci fa soffrire un po’ – ha osservato – all’estero invece ci riconoscono una differenza qualitativa”. Sul fronte della geografia dei mercati, il vice presidente Barilla ha ribadito che il “Paese per noi più importante, dopo l’Italia, sono gli Stati Uniti: lì godiamo di una posizione di mercato molto favorevole, il mercato ci riconosce una differenza qualitativa rispetto ai concorrenti attuali e questo giustifica qualche margine in più rispetto ad altri Paesi”. Negli Usa Barilla ha due stabilimenti di pasta e poi esporta i pesti prodotti nello stabilimento di Rubiano, vicino Parma. “I pesti – ha precisato – stanno andando benissimo nei Paesi in cui siamo presenti e ci viene riconosciuto effettivamente un premium qualitativo rispetto a tutti gli altri concorrenti”.


Per ora gli Usa restano il focus del gruppo insieme all’Europa. “Noi adesso siamo molto concentrati in Usa e in Europa; l’Asia è un po’ più complicata perchè le persone non sono abituate a consumare i prodotti della dieta mediterranea – ha detto – la pasta in Cina è un alimento sconosciuto. Ci piacerebbe un giorno entrare in quel mercato però oggi non siamo pronti, non abbiamo mezzi, conoscenze e competenze e poi dobbiamo rafforzare la nostra posizione in Europa”. Quanto all’ipotesi di acquisizioni “Al momento no – ha risposto – potremmo farne in futuro qualcuna. Ne abbiamo fatte alcune piccoline, non tanto significative al momento ma che in futuro potrebbero diventarlo, quindi quello è un argomento sempre aperto”. Anche l’ipotesi di diversificazione in mercati nuovi, come ad esempio quello dei gelati confezionati dove Barilla è presente grazie a una partnership con Unilever (Algida) sembra esclusa almeno nell’immediato: “Staremo molto attenti a uscire dalle nostre categorie. Per i gelati abbiamo fatto un accordo con Unilever che è un’azienda estremamente seria e al momento l’accordo ci sta dando molte soddisfazioni, sta andando bene”. Categoricamente escluso l’interesse dunque per la loro divisione gelati: “E’ un mondo complicato e poi non avremmo i mezzi”.

Luca Barilla: azienda rimarrà italiana, orgogliosi di pagare le tasse

Luca Barilla: azienda rimarrà italiana, orgogliosi di pagare le tasseMilano, 3 mag. (askanews) – Barilla al “porta rispetto verso tutto e tutti, rispettando leggi e regole, anche quelle non scritte, pagando le tasse. So che è un argomento delicato, io ogni tanto lo dico ai miei fratelli: noi dobbiamo dirlo di più, non lo diciamo mai ma noi siamo orgogliosi di pagare le tasse. L’azienda Barilla paga le tasse dal 1962” anno di nascita della Spa. A dirlo il vicepresidente, Luca Barilla, in occasione di un evento alla storico stabilimento Pavesi di Novara da 30 anni parte del gruppo alimentare di Parma.


Al termine dell’evento, a margine con i giornalisti, il vicepresidente ha sottolineato che “L’Italia per noi è il Paese più importante e lo sarà sempre perché la Barilla è un’azienda italiana al 100%, rimarrà italiana di una famiglia al 100% quindi l’Italia rimane il nostro core business, il nostro cuore, il luogo dove noi viviamo”. “Chiaramente – ha osservato – l’Italia è un Paese con una popolazione che non è in crescita quindi se vogliamo espandere le nostre attività dobbiamo rivolgerci all’estero ma l’Italia è il nostro fiore all’occhiello”.

Bolton Food (Rio Mare): nel 2024 100% tonno verrà da filiera responsabile

Bolton Food (Rio Mare): nel 2024 100% tonno verrà da filiera responsabileMilano, 2 mag. (askanews) – Alla fine del 2024 tutto il tonno di Bolton Food, che arriva sulle tavole dei consumatori con marchi come Rio Mare e Saupiquet, arriverà da una filiera responsabile, perchè proveniente da una pesca certificata Msc o da progetti di miglioramento della pesca “credibili e solidi” (i cosiddetti Fishery improvement projects). Un percorso partito quasi otto anni fa grazie alla partnership con un “critical friend” come Wwf che ha permesso di fissare obiettivi sfidanti, ora a portata di mano. Ne abbiamo parlato con Luciano Pirovano, chief Sustainability officer di Bolton Food e Tri Marine in occasione della Giornata mondiale del tonno.


“Questo progetto ha a che fare con i miei ultimi 10 anni di lavoro: io sono responsabile della sostenibilità di Bolton food dal 2008 e ho visto e seguito tutte le fasi di questo percorso” ci ha raccontato prima di entrare nel merito di questo progetto che ha sposato con determinazione insieme al suo team. “Noi abbiamo l’obiettivo quest’anno di raggiungere il 100% di approvvigionamento e produzione responsabile del tonno, un obiettivo che quando il 22 dicembre del 2016 abbiamo siglato la partnership col Wwf mi sembrava veramente irraggiungibile e lontanissimo. Il 2024 è arrivato a una velocità incredibile e siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti nel 2023 perché abbiamo chiuso col 93,7% del tonno da filiera sostenibile, facendo un salto importante rispetto all’86,5% del 2022”. Dietro ogni scatoletta di tonno c’è una filiera complessa e globale che richiede un approccio collaborativo per potersi definire sostenibile. E Bolton Food, principale unità di business di Bolton che è secondo player nel mercato del tonno a livello globale con una quota del 10,5% e unico operatore “occidentale” in un contesto “quello del seafood, dominato da operatori asiatici come Thailandia, Taiwan e Corea”, punta a essere pioniere per incidere sulle politiche del comparto. “In Bolton Food abbiamo l’ambizione di guidare il settore dando il buon esempio – ha spiegato Pirovano – Il nostro approccio è integrato al massimo con la strategia dell’azienda, un approccio che è prima di tutto trasformativo, il che vuol dire cambiare la filiera, agire concretamente su di essa. E poi è olistico, globale, perchè il tonno è una filiera globale, e aggiungo scientifico”. L’acquisizione nel 2019 dello storico fornitore Tri Marine, ha ricordato “si basa su questo essere trasformativi: lavorare con i partner, interni ed esterni, perchè aree di pesca per aree di pesca si porti il cambiamento e si raggiunga la certificazione Msc. Noi siamo tra i grandi facilitatori della crescita della certificazione Msc del tonno: anche grazie al nostro lavoro adesso ha raggiunto il 50% circa” delle adesioni tra i player.


“Uno dei tratti distintivi per fare sostenibilità nel nostro settore è muoversi lungo una filiera globale – ha detto – La complessità della gestione di una filiera così globale che va a incidere su Paesi in via di sviluppo, aumentata dalla complessità di una pesca in alto mare, è una bella sfida che noi abbiamo voluto cogliere”. E proprio nell’ottica di elevare gli standard di pesca sostenibile, la partnership con il Wwf si è data criteri ambiziosi anche sulla provenienza della materia prima. Seguendo questi criteri, l’azienda si impegna a non approvvigionarsi da stock sovrasfruttati o a rischio di sovrasfruttamento, a prediligere attività di pesca gestite in modo efficace per prevenire l’impatto sulle altre specie e sugli habitat, e a garantire la conformità alle leggi e ai regolamenti applicabili in materia di pesca e di diritti umani lungo tutta la sua filiera. Lo scorso anno l’87,3% del tonno acquistato da Bolton Food è arrivato da pesca sostenibile. Ma tutto questo non è ancora sufficiente, innanzitutto perchè i cambiamenti climatici aprono nuove sfide, anche se le conseguenze sono ancora tutte da quantificare. “Studi scientifici inequivocabili che dimostrino chiaramente gli impatti del riscaldamento dei mari sul tonno non ci sono – ha ammesso Pirovano – quello che è molto probabile stia succedendo è che sanno cambiando traiettorie e aree di pesca. Il tonno, che viene definito la formula uno del mare, mette poco a spostarsi: è molto probabile che cambieranno le zone di pesca e questo crea complicazioni. Non si potrà più fare affidamento su quello che accadeva in passato. E’ chiaro che c’è una grande preoccupazione, perchè se è vero che il tonno è piuttosto prolifico, resistente e resiliente: oggi l’80% degli stock è in buona salute, c’è però un 20% che non lo è e sono 5 milioni di tonnellate”.


A tal proposito Bolton Food ha fatto suo un impegno contro il sovra sfruttamento del tonno pinna gialla nell’Oceano indiano partecipando a una campagna di sensibilizzazione lanciata da WWF, Global Tuna Alliance e Tuna Protection Alliance. “Nell’Oceano indiano non si trova un accordo tra i Paesi occidentali che hanno flotte industriali e i Paesi in via di sviluppo come Oman, Iran, India che hanno flotte artigianali che stanno crescendo e questo porta a uno stallo nonostante la raccomandazione di ridurre del 30% la cattura di questa specie”. Il Comitato scientifico della Commissione per il tonno dell’Oceano Indiano (IOTC), ritiene, infatti, che una riduzione del 30% della cattura di tonno pinna gialla (rispetto al 2020) dovrebbe consentire nel 67% dei casi di riportare in salute lo stock entro il 2030. Bolton Food dal canto suo lo scorso anno ha ridotto il suo sourcing di oltre il 67% rispetto al 2020. “Le partnership sono uno degli strumenti più potenti per influenzare il settore perché hanno un impatto maggiore – ha constatato Pirovano dopo una quasi decennale collaborazione con il Wwf, ma anche con Oxfam sul fronte della sostenibilità sociale – Noi in azienda diciamo ‘partnership is our leadership’. In questi anni ho capito che il loro valore per una azienda come la nostra è l’acquisizione di know how, come fare le cose per essere trasformativi”. E mentre si avvia tagliare il traguardo del 100% di tonno da filiera responsabile pensa “a quali obiettivi darci dopo il 2024, che roard map seguire sempre insieme al Wwf. Oltre il 92% del nostro sourcing è il tonno ed è quello su cui possiamo incidere – ha concluso – stiamo ragionando in questa area e stiamo facendo una riflessione sui nuovi obiettivi che per l’azienda devono essere obiettivi concreti da perseguire”.

Confagricoltura a Cibus con programma su filiere agroalimentari

Confagricoltura a Cibus con programma su filiere agroalimentariRoma, 2 mag. (askanews) – Dop, Igp, alimentazione, filiere e produzioni al centro del calendario di eventi che Confagricoltura ha organizzato per Cibus, il salone internazionale dell’agroalimentare, che Parma ospiterà dal 7 al 10 maggio prossimi. Quattro giorni, durante i quali convegni e progettualità nazionali e internazionali si alterneranno con degustazioni e focus tematici a cura delle sedi territoriali della Confederazione, in particolare dell’Emilia Romagna e di Salerno.


Tra gli appuntamenti di martedì 7, nello stand di Confagricoltura (Padiglione 07/08, n.B036) spicca la presentazione di Mediterranea, associazione nata dall’accordo tra Confagricoltura e Unione Italiana Food per sostenere progetti di filiera. Il presidente di Mediterranea, Massimiliano Giansanti e il vicepresidente, Paolo Barilla, insieme alle massime istituzioni, illustreranno il lavoro che sta svolgendo la neonata associazione, in particolare quello dedicato alla filiera del pomodoro. Il tema degli strumenti creditizi per agevolare l’accesso al credito della filiera agroalimentare sarà uno dei focus del pomeriggio insieme a Crédit Agricole, in un incontro che prevede anche la partecipazione del DG di Confagricoltura, Annamaria Barrile, e del presidente dell’ANGA, Giovanni Gioia. Protagonista del primo giorno di fiera sarà anche il volume “Le grandi chef in una ricetta”, recentissima pubblicazione a cura di Confagricoltura Donna.


La giornata di mercoledì 8 prevede, tra gli altri appuntamenti, un approfondimento con Hubfarm sulla digitalizzazione e la sostenibilità delle filiere agroalimentari. Nel pomeriggio si discuterà con il Banco Alimentare di modelli di gestione delle eccedenze agroalimentari a fini sociali. Si continua giovedì 9 con un appuntamento dedicato ai progetti europei a cura di Confagricoltura. Sarà quindi la volta di Agriturist e della Federazione Ciclistica Italiana, con cui è in atto un accordo per lo sviluppo sostenibile del turismo anche nelle aree interne del Paese.

Consorzio Prosciutto Toscana a Cibus con bruschette e gin

Consorzio Prosciutto Toscana a Cibus con bruschette e ginRoma, 2 mag. (askanews) – Il Consorzio del Prosciutto Toscano torna a Cibus. Archiviato un 2023 positivo, con una produzione per il Prosciutto Toscano DOP che ha fatto registrare una crescita superiore al 6% rispetto all’anno precedente, il Consorzio sarà a Parma dal 7 al 10 maggio in uno stand interamente dedicato. Tra le attività in programma, show cooking e la presentazione di un ricettario realizzato in collaborazione con il Consorzio che contiene ricette di bruschette.


Nelle giornate dell’8 e del 9 maggio, l’abbinamento tra il Prosciutto Toscano DOP e il gin, un “blend” davvero originale, reso possibile grazie alla collaborazione con un’eccellenza toscana che produce il premiato Gin il “Ginepraio”. Dopo Cibus, sono numerosi gli appuntamenti previsti dal Consorzio: dal Summer Fancy Food di New York, al progetto europeo “Gusto” che coinvolge il Consorzio del Prosciutto Toscano insieme ad altre tre eccellenze agroalimentari regionali come il Pecorino Toscano DOP, l’Olio Toscano IGP e la Finocchiona IGP. “Crediamo fermamente in queste attività di comunicazione; le fiere rappresentano una vetrina attraverso cui continuare a farci conoscere – afferma Fabio Viani, presidente del Consorzio del Prosciutto Toscano – contesto ideale per fare cultura di prodotto, sviluppare attività di business networking e incrementare così le opportunità di crescita”.